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Autore: clif    22/06/2016    4 recensioni
Alla fine dello scorso volume, abbiamo lasciato Harry ed Heather Potter sconvolti, soli e
preoccupati.
Il loro amato padrino Sirius Black è morto, e le parole di Albus Silente sulla profezia conferma
Che lo scontro con lord Voldemort è ormai inevitabile.
Niente è più come prima: l’ultimo legame con la loro famiglia è troncato,
perfino Hogwarts non è più la dimora accogliente dei primi anni,
mentre Voldemort è più forte, crudele e disumano che mai.
Ma ciò che fa soffrire più Harry sono i suoi legami:
ormai sembra avvenuta una spaccatura netta nel rapporto tra lui ed Heather.
Eccoci giunti al penultimo capitolo della serie: ormai è giunto il momento per la giovane Potter
(ma anche per altri Serpeverde) di fare una scelta definitiva.
Sospetti e verità che non offrono risposte ma moltiplicano gli enigmi; nuovi personaggi
E nuove magie ma anche inattese rivelazioni su personaggi già noti.
Mescolando la suspense dell’indagine con la passione dell’amore adolescente,
ecco a voi la storia che vi accompagnerà nell'attesa dell’ultimo capitolo dell’intera saga.
Sequel della storia “Harry e Heather Potter_ l’ordine della fenice”
Ambientazione: 2005-2006
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Heather Potter'
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Le sue paure non sembravano infondate. Infatti la giovane Weasley le spiegò cosa fosse successo con i Mangiamorte, e le diede la notizia peggiore di tutte: Albus Silente era stato assassinato. Hermione divenne bianca come un fantasma. Aveva il terrore di chiedere chi fosse stato ad ucciderlo. Ma doveva saperlo. Così, senza troppi giri di parole, le chiese se fosse stato Draco ad assassinarlo. Ginny sembrava troppo assorta per notare la stranezza della sua domanda.

-No, non è stato Malfoy ad ucciderlo… è stata Heather, la sorella di Harry- Le spiegò Ginny, con un tono di voce funereo. Hermione non riuscì neanche a sentirsi sollevata per il fatto che Draco non fosse diventato un assassino. Era rimasta praticamente allibita dalla notizia. Ma sicuramente qualcun altro l’aveva presa ancora peggio. Non potè fare a meno di far volare la sua mente al suo migliore amico: come stava Harry?

Il funerale di Silente (l’unica vittima dell’attentato) venne celebrato il giorno dopo. Tutti quanti i professori e gli studenti rimasti al castello parteciparono alla funzione. Oltre a loro, vi furono anche diversi amici e conoscenti del vecchio mago. In fondo alle panchine si potevano scorgere anche alcuni funzionari del ministero: primo fra tutti, il ministro Scrimgeor.

Era stato deciso dal consiglio di Hogwarts, e dal ministero stesso, che Silente venisse sepolto dentro i confini di Hogwarts. Accanto alle rive del lago nero. In mezzo a tutto quel dolore, uno studente in particolar modo tratteneva i suoi sentimenti più cupi. Nell’animo di Harry Potter albergava solo dolore, rabbia e frustrazione. Non sapeva se essere più addolorato dalla morte del suo mentore oppure dal tradimento della gemella.

Una volta finita la funzione, i quattro capi casa riaccompagnarono i vari studenti nelle proprie sale comuni. I Grifondoro in prima fila notarono la professoressa McGranitt in lacrime, era disperata per la morte del vecchio preside. Ad accompagnare i Serpeverde ci pensò il professor Lumacorno, dato che Piton, dopo aver duellato al fianco dei Mangiamorte, era fuggito con loro. Harry non rimase affatto turbato dal suo tradimento, non dopo gli altri eventi ben più gravi avvenuti quella notte.

Gli studenti di Hogwarts ormai si erano dimezzati. Dopo la morte del preside ( assassinato tra l’altro da una delle studentesse), molti genitori avevano preferito portar via i loro figli prima del tempo. Tra di essi vi era Zacharias Smith, il borioso Tassorosso che faceva parte del ES. E probabilmente anche Caroline Prince.

Infatti Harry, quando il giorno prima era andata a cercarla (era fuori di se dalla rabbia, tanto che Ron e Hermione temettero potesse metterle le mani addosso) per farle dire dove si nascondesse Heather, non la trovò. A quanto pare, prima di quella terribile notte, aveva avuto il permesso del preside di lasciare la scuola.

Una volta giunto al settimo piano, Harry, senza farsi notare dai suoi compagni, si separò dal gruppo e si diresse verso la torre opposta a quella di Grifondoro. La torre di astronomia. Il luogo dove tutto era iniziato… e finito. Si sedette al centro della stanza (senza aver il coraggio di guardare giù dal balcone), e iniziò ad osservare il medaglione che teneva stretto tra le mani.

La rabbia riaffiorò prepotente in lui. Quello non era un vero Horcrux. Qualcuno lo aveva sostituito già da tempo. Aveva rischiato la sua vita, Silente era morto, e tutto per un falso. Adesso avrebbe dovuto ricominciare la ricerca dei vari oggetti che Voldemort aveva usato come contenitori per la propria anima. Due erano stati distrutti, ne mancavano altri quattro.

Avrebbe preferito viaggiare da solo, ma Hermione e Ron avevano insistito perché venissero anche loro. Il ragazzo sopravvissuto non fu molto contento di questo cambio di programma. Voleva fare tutto da solo, ma il vero motivo era un altro. Un motivo che probabilmente neanche lui riusciva ad ammettere con se stesso. Così concentrato nelle sue riflessioni, non si accorse di una presenza alle sue spalle.

-Intendi ignorarmi anche qui, nonostante siamo solamente noi due?- Gli domandò Astoria, con un sopracciglio alzato e un tono di voce palesemente irritato. da quando il ragazzo l’aveva lasciata il giorno prima, con la giustificazione di non poter sopportare di metterla in pericolo, non avevano avuto più alcun confronto. Nonostante lei avesse tentato più volte.

-Ci siamo già detti tutto ieri. Non ho più nulla da dire- Le rispose con tono duro il Grifondoro. In realtà voleva interrompere la conversazione per paura di ritornare sui suoi passi. Non voleva mettere in pericolo Astoria, non se lo sarebbe mai perdonato. Ma la Serpeverde non sembrava in vena di dargliela vinta.

-In realtà, ieri hai parlato solo tu. Sappi solo una cosa: non so cos’hai in mente, probabilmente qualcuno dei tuoi assurdi piani che ti faranno rischiare la vita, ma noi due non ci siamo affatto lasciati, non per un motivo stupido come quello. Ci lasceremo solo quando lo deciderò io- Disse la giovane Serpe. E, senza lasciare il tempo ad Harry (rimasto senza parole) di ribattere, scese dalla torre e si diresse verso i sotterranei.

-Tanto di cappello a te, contessina delle Serpi. Non avrei mai detto che fossi così coriacea- Le disse una voce. Si girò verso un cunicolo del corridoio e vide la più giovane della famiglia Weasley. Ginevra, Ginny per gli amici. Tra gli amici del suo ragazzo (perché ancora lo considerava tale, nonostante la sua testa dura), era quella con cui aveva parlato di meno.

In realtà, neanche con Ron ed Hermione aveva un così grande rapporto, ma con la ragazza di fronte a lei avvertiva una certa ostilità. Nonostante fossero quasi coetanee (Ginny aveva un anno in più di lei), non riusciva a sopportarla. Forse perché, cosa ormai risaputa anche nei sotterranei di Serpeverde, la giovane Grifondoro aveva avuto una cotta per il suo attuale compagno.

Era anche vero che ormai la ragazza si era lasciata alle spalle la sua cotta infantile (le sue storie con Michael Corner di Corvonero e con Dean Thomas di Grifondoro, ne erano una prova), ma da brava Serpe qual era, non intendeva abbassare la guardia di fronte ad una possibile rivale. Sobbalzò quando la ragazza, dopo averle poggiato una mano sulla spalla, le passò un pezzo piegato di pergamena.

-Ti tornerà utile, nel caso dovessi aver bisogno di un luogo dove stare. Stammi bene- Le disse, prima di andarsene verso la torre dei Grifondoro. Astoria rimase per qualche secondo ad osservare con sguardo spaesato, il punto in cui era scomparsa la ragazza. Sul foglio c’era scritto un indirizzo “Ottery St Catchpole, Devon, la Tana”.

Intanto, a centinaia di chilometri di distanza, un’altra Serpeverde era immersa nei propri pensieri. Heather, dopo aver eseguito l’ordine del vecchio preside (ossia ucciderlo), aveva trovato rifugio nella grande villa dei Prince: in assenza dei proprietari non era stato difficile entrarvi. Per un po’ di tempo non sarebbe potuta uscire.

Era finita nel mirino di tutto il mondo magico: l’assassina di Albus Silente. Probabilmente la taglia che il ministero avrebbe messo nella sua testa avrebbe superato anche quella di persone come Dolohov o Bellatrix Lestrange. Ma lei non era una debole, avrebbe sopportato qualunque cosa pur di raggiungere il suo scopo.

Era la prima volta che i due rimanevano da soli, e Silente non potè fare a meno di notare quanto quella situazione gli fosse famigliare. Scosse la testa e iniziò  a parlarle. Le spiegò che i loro incontri sarebbero stati diversi da quelli del gemello, ma che entrambi servivano ad un unico scopo: la sconfitta definitiva di Voldemort. Heather annuì, e Silente, senza poterne fare a meno le fece una domanda.

-Ho saputo che ti sei allontanata da tuo fratello. Non ti chiederò di rivedere la tua scelta, nonostante sia giusto che collaboraste, ma vorrei saperne il motivo- Domandò l’uomo, conscio che questo avrebbe scatenato una rabbia fredda nella ragazza. E infatti, lo sguardo di Heather si fece freddo e pericoloso, quasi pervaso da un’aria selvaggia.

-Vorrei mettere subito le cose in chiaro, professore. Io non sono mio fratello. Non sono una tipa che si fa manipolare facilmente. Le risponderò una volta sola, poi la questione sarà chiusa per sempre: mi sono allontanata da Harry, perché stando accanto a lui non potrò raggiungere il mio obbiettivo- Gli rispose.

Per un attimo aveva esitato dal compiere quella scelta. Era conscia che in quel modo non sarebbe più potuta tornare indietro e avrebbe perso per sempre il fratello. Ma alla fine aveva preso la sua decisione: il suo fine era più importante della compagnia del fratello.

-Non volevo che Sirius rimanesse coinvolto. Ero andato lì proprio per evitarlo. Sono stato uno stupido, avrei dovuto darti retta ed applicarmi di più negli esercizi di occlumanzia- Disse il ragazzo. Non sapeva cos’altro aggiungere. Neanche sapeva cosa fosse stato di preciso ad aver inclinato il loro rapporto, qualunque cosa gli passava nella mente in quel momento, sembrava così stupida e superflua. Fortunatamente Heather venne in soccorso del ragazzo.

-Non fa nulla, Harry. Non è stata colpa tua. Ricordati sempre una cosa: sei mio fratello, e ti voglio bene. Ricordatelo sempre- Gli disse la Potter. Harry rimase sorpreso, non aveva mai esternato i suoi sentimenti, seppur in poche e semplici parole. Senza rendersene conto, le rispose con un sorriso. Heather annuì con il capo, e scomparve per le rampe di scale della torre.

Nella sua frase c’era un significato più profondo. Un significato che il fratello non aveva colto, e che forse non avrebbe colto mai. Sei mio fratello, e ti voglio bene. Ricordatelo sempre. Aveva saputo, solo poche ore prima, sia da Voldemort che da Silente, che l’attacco ad Hogwarts sarebbe stato fra tre giorni. Ormai non c’era più tempo: aveva fatto la sua scelta, ed essa non combaciava col rimanere accanto ad Harry.

Il suo obbiettivo: La sicurezza di Harry, l’unico parente rimastole in vita,  era più importante della sua felicità. E se per proteggerlo avrebbe dovuto farlo attraverso le tenebre… così sia.

N.d.A.

Eccoci giunti alla fine di questo sesto capitolo della serie. Ne approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno messo òa storia tra le seguite/ricordate/preferite. In particolare Julia Slytherin, NeahSwanMills, 
Thranduil_Oropherion, 18Ginny18 e Gleek_out_lover per averla recensita; e kelly95, Anonymous_1592 e cody020701 per aver recensito ogni singolo capitolo. Spero di risentirvi tutti presto, grazie ancora di tutto, e alla prossima. Bye-Bye ;3

 
  
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