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Autore: Coffy_taco_tuesday    24/06/2016    0 recensioni
Nathan si trasferisce di continuo in nuove città a causa dei notevoli problemi che lo costringono. Non è mai riuscito a legare con nessuno e sa che mai lo farà.
Costretto a vivere una vita vagabonda, un giorno gli si presta l'opportunità di fuggire da quella monotonia e di rendersi conto della situazione in cui si trova.
La Terza Guerra Mondiale stava arrivando anche nel suo paese.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non se lo sarebbe mai aspettato, così, d'improvviso, una notizia tanto cruda. Erano avanzati nuovamente, su quel fronte, i nemici, e si aveva bisogno di forze al più presto. Lì la situazione era di certo tremenda, lì la vita non era altro che un sogno. Un sogno impossibile, un fiore bello ma finto.

Nathan abbassò il capo. Nel contempo una lettera sbucò da sotto la sua porta, accompagnata dal rumore di passi che si dirigevano a frantumare le speranze di altri uomini.

-Puoi andare, adesso.

Nulla da dire, Dylan rimase deluso. Pensava che la perdita di ogni sogno o speranza di Nathan lo avrebbero aiutato a parlare con lui, come ultima cosa da fare prima della morte.

Ma in fondo, a quel punto, che senso aveva ogni cosa? Tutto sarebbe finito nel giro di poco tempo.

E invece no.

Tutto sarebbe finito ancor prima.

La porta alle spalle di Dylan si spalancò all'improvviso a causa di un calcio, tirato da un soldato, la cui divisa era diversa dalle normali divise.

Nathan non fece in tempo a realizzare cosa stesse succedendo che vide il corpo di Dylan pietrificarsi all'improvviso, lasciando cadere la lettera che teneva ancora in mano.

Una sirena d'allarme riecheggiò per tutta la caserma. Ogni sirena d'allarme aveva un suono diverso, a seconda del pericolo: c'era quella per l'incendio, per un attacco improvviso...

Una voce metallica si sentì dagli altoparlanti sparsi un po' d'ovunque.

"A tutti i soldati! Prima arma che trovate a fianco a voi e preparatevi al combattimento! I nemici sono riusciti a entrate alla base e hanno vissuto con noi, a quanto pare, delle spie sono rius...-"

La voce venne interrotta e un fastidioso fischio risuonò ovunque. Quell'uomo era stato appena ucciso di sicuro.

La lama perforava la spalla di Dylan. Nathan rimase stupito, si sarebbe aspettato una pistola come minimo. No: non si sarebbe aspettato quello e basta.

"Scappa" si disse fra sè e sè "scappa e lascia qua tutti, salvati"

Sì. Lo avrebbe fatto di certo. Fanculo tutti, ora si rendeva conto quanto fosse davvero attaccato alla vita. Sì, era un vigliacco. Ora capiva suo padre, non poteva più biasimarlo.

E allora perchè se ne stava fermo là e non si dava una mossa? Anzi, perchè stava correndo verso il comodino per recuperare il suo coltello di scorta? Lui lo sapeva perchè. Sapeva perchè lo stava prendendo, ma non sapeva perchè si stava accingendo a fare quello che aveva intenzione di fare.

Prese la rincorsa e si buttò addosso al nemico, che però lo scansò con facilità, mentre aveva ritirato la sua arma dal corpo di Dylan.

Nathan ora si ritrovava fuori dalla camera, poteva fuggire. Sì, lo avrebbe potuto fare.

Serrò la stretta sul manico del coltello e caricò nuovamente il colpo verso l'avversario.

No! Cosa stava facendo!? Si stava praticamente consegnando alla morte. Perchè? Perché? Nemmeno lui era in grado di darsi una risposta

-Corri- sentì la voce di Dylan, tra un rantolo e l'altro.

Non poteva essere. Nathan stava cercando di proteggerlo. Persino Dylan ne era rimasto sorpreso. Com'era possibile?

I pensieri di Nathan, man mano che caricava e riceveva colpi, si facevano più chiari. Non era abituato ad aver qualcuno a fianco, qualcuno a cui lui importasse. Non era abituato ad essere tra i pensieri di qualcuno, la sua vita era passata in solitudine e desiderio. Sì, sotto sotto lui aveva sempre desiderato qualcuno vicino che non fosse un peluche.

Solo ora se ne rendeva conto. Non sapeva nemmeno lui di avere queste emozioni. In fin dei conti non gli dava tutto questo fastidio aver Dylan sempre attorno, ma era una situazione sconosciuta. L'uomo è sempre diffidente dalle cose sconosciute. Il suo piccolo desiderio di bambino di avere un amico si stava avverando, ma i sogni erano tali per rimanere sogni, secondo lui. Non avrebbero mai potuto avverarsi.

Corse un'ultima volta verso l'avversario, verso il muro che lo separava da Dylan. No, avrebbe lasciato tutto alle spalle, avrebbe abbattuto quel muro e poi sarebbe scappato, sarebbe tornato a casa con Dylan, lontano da quella fabbrica di morte.

Sì, ora tutto gli era chiaro. Era strano, non si era mai sentito... felice.

Il nemico lo bloccò e lo gettò a terra, lasciandolo disteso a fianco all'altro.

Un altro nemico si avvicinò al primo.

-Cazzo stai facendo, muoviti e non usare quel coltellino, ti hanno dato una pistola per fare veloce il tuo lavoro- e detto questo corse via.

L'altro, sentite le parole, scrollò le spalle e, afferrata la pistola dalla cintura, la puntò verso la schiena di Nathan.

Il movimento fu veloce e rapido, Nathan non riuscì ad evitarlo, fece a tempo di vederlo fuggire, indirizzato a togliere la vita ad altri suoi compagni.

Dylan era ancora lì fermo, aveva perso molto sangue.

Nathan si girò, in quegli ultimi istanti, per vedere la gravità della sua ferita. Era profonda, ma di certo curabile. Dylan avrebbe potuto alzarsi senza problemi e, fermando l'emorragia, si sarebbe potuto salvare! Ma perchè non si era mosso? La quantità di sangue perso era notevole, ormai non si sarebbe più potuto fare nulla.

-Perchè?- rantolò Nathan.

-Potrei farti la stessa domanda- tossì Dylan -saresti potuto fuggire. Io sono rimasto qui per distrarre quello stronzo e perchè tu potessi avere un vantaggio nella fuga.

Non vi furono ulteriori parole. Non servivano. Tutto quello che volevano dirsi in quel momento lo comunicarono attraverso uno sguardo. Un ultimo sguardo. Il resto dei suoni era diventato ovattato, ora esistevano solo loro due.

Non era una sconfitta, almeno non per loro due.

Nathan aveva trovato un amico.

Dylan era riuscito a diventare un amico.

 

-Grazie per aver reso questo giorno il più bello della mia vita.

  
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