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Autore: vause91    29/06/2016    5 recensioni
Questa fanfiction ha come personaggi Taylor Schilling e Laura Prepon, e in maniera minore anche Natasha Lyonne ed altri attori legati alla serie. E' più che altro una fantasia ormai diffusa quella di vedere nelle Laylor un rapporto che vada oltre alla semplice relazione professionale.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Alex Vause
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6. Sunday morning
 
 
 
Che stracazzo di ore sono.
Dove mi trovo.
Come sono arrivata qui.
Merda.
Ok, poster di David Bowie. Sono in camera mia. Questo è un bene.
C’è una tipa nel mio letto. Questo è un altro bene.
Aspè… Oh porca di quella puttana. No. No no no. NATASHA NO.
Bene. Ora devo nascondermi. Dove posso andare? Nell’armadio, sotto il letto? No no no no mi troverebbe, si renderebbe conto della stronzata che ha fatto, non mi parlerebbe mai più. Merda porca di quella troia! Ma com’è possibile ma santo cielo era tutto sotto controllo poi è arrivato quel bangladesh con tutti quei regalini poi non mi ricordo un cazzo. Merda. Non lei. NON LEI. Chissà cosa diavolo abbiamo fatto, non mi ricordo un cazzo!
Taylor.
Sì, vado da Taylor. Lei mi salverà. Lei mi salva sempre.
 

[Gniiiiiiiiiiiiiiic]
 
 
Minchia un po’ d’olio in sta porta ce lo potremmo pure mettere.
“Oh Tay ciao buong….”
Un paio di occhi azzurro ghiaccio mi fissavano nel chiaro scuro della stanza.
“Shh… Sta ancora dormendo. E’ stata una notte lunga. Ciao, Natasha.”
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Primo pensiero: ammazza che gnocca
Secondo pensiero: ma quanta droga ho preso ieri?
Terzo pensiero: merda, è veramente la Prepon
Quarto pensiero: sono nuda, forse è meglio uscire e smettere di fissarla con la mascella per terra

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Strisciando i piedi alla Michael Jackson, uscii dalla stanza come ero entrata, richiusi la porta davanti a me.
Mi battei un cinque da sola per la mia performance. Bene. Ora dovevo tornare in camera ed affrontare la situazione con Yael.
Mi fermai sulla soglia a guardarla dormire. Era dannatamente bella. Però… Io ero nuda. Lei era semi svestita. Cosa avevo fatto? Avevo rovinato tutto? Finalmente ero riuscita ad ottenere quello che volevo – o forse non volevo? Dannazione. Non doveva andare così. Voglio dire… Sì, volevo succedesse. Ma non in questo modo. Avrei voluto ricordarmelo, per lo meno.
Mi misi una maglietta degli Smashing Pumpkins, tornai a letto e mi sdraiai vicino a lei. Con la testa appoggiata al cucino, iniziai ad accarezzarle i capelli. Ma cosa stavo facendo? E se non fosse successo niente?
Lei socchiuse gli occhi, cercando di aprirli. Non ci riusciva. Mi fece un sorriso meraviglioso…
“Hey, buongiorno…”
“C-c-ciao.Com’è?” tolsi subito la mano dai suoi capelli.
“Mmh… Già che lo chiedi, avrei una fame! Mi prepareresti la colazione?”
Colazione… Non credo ci fosse in casa qualcosa per la colazione.
“Oh… S-sì. Certo. Subito. Cosa mangi al mattino?”
“Quello che mi prepara la mia Natasha.”
“Heeeeeeeeey bella, ma quanti aggettivi che usiamo stamattina eh? Daje, vado e torno. Mi aspetti qui?”
Sorrise.
“Sì…”
 
Porca merda. Nonappena scoprirà che non mi ricordo niente di ieri mi prenderà a calci nel culo. Complimenti a me.
Andai in cucina, e la scena che vi trovai è ardua a descriversi.
Laura era intenta a preparare dei pancakes, aveva una camicia di Taylor addosso. Trattenni le risate, fino ad apparire qualcosa di simile ad un pesce palla. Feci finta di niente, e le chiesi se poteva prepararne qualcuno in più anche per me e un’amica che stava di là.
Laura mi guardò, e per la prima volta la sentii ridere. Rise di gusto, e non la smetteva più.
“Certo!” mi disse.
“Dai Prepon, ti guardo così imparo l’arte del pancakes!”
“Chi c’è di là?”
“Fidati di me, non lo vuoi sapere.”
“Ahahahahah, quindi credo di aver capito. E’ proprio la casa dell’amore questa!”
“ALLORA ERI TU!”
“Certo che ero io. Volevo passare a prendere Taylor e non presentarmi nemmeno alla festa, ma poi hai risposto tu e mi è crollato tutto, così sono scappata, cercando di convincermi che fosse un segno mandato dal cielo.”
“Invece ero solo io che ho risposto al citofono mentre la bionda era intenta a scegliere un vestito adatto in mezzo ai centomila che si ritrova…”
“Va beh… Insomma, li vogliamo fare sti pancakes o no?”
“Agli ordini capitano Prepon!”
“Adesso non prendiamo troppa confidenza.”
“…s-sì.”
 
Mentre io e Laura eravamo intente a preparare la colazione per le nostre… amiche? colleghe? amanti? …insomma, per Tay e Yael, avemmo modo di chiaccherare un po’. Non avevo mai avuto un buon rapporto con la Prepon, era sempre fredda sul lavoro, e la odiavo per come aveva sempre trattato Tay. Ma quella mattina era diversa. Aveva il sorriso stampato sul viso, era solare e leggera. I capelli non erano il massimo, e il trucco le arrivava alle ginocchia. Ma la preferivo così, versione Amy Winehouse, che alla solita dritta, appuntita e tagliente Prepon che avevo conosciuto. Accesi la radio quando i pancakes erano quasi pronti. Partì “Love is in the air”. Imbandimmo una tavola da sogno. L’unica tovaglia che avevamo era di Natale, con dei fiocchi di neve e dei Santa Claus sorridenti. Poi mettemmo dei piattini che mi aveva regalato mia nonna, con sopra delle scene di caccia irandesi. I tovaglioli erano quelli che rubavo tendenzialmente nei bar, sottili e lunghi, che non asciugano un cazzo. Mettemmo tutte le cremine da spalmare sui pancakes: nutella, marmellata, miele. Laura tagliò qualche fiore dalla lavanda che avevamo sul terrazzino e lo mise in una brocca dell’acqua, al centro della tavola. Poi sgattaiolò in camera di Taylor. Allora pensai che fosse il momento di chiamare anche Yael.
Qualche minuto dopo, dalla camera di Tay sbucarono due raggi di sole. Si tenevano la mano, si guardano negli occhi, si sorridevano. Laura spostò i capelli dietro l’orecchio di Taylor. Non credevo ai miei occhi.
La scena di fece finalmente più interessante quando Tay mi vide. Tolse la mano dall’intreccio con quella di Laura, riportò le pupille al loro posto, si mise a posto la maglietta e controllò di essere presentabile, manco fossi sua madre. Guardando a terra, si sedette a tavola.
Arrivò anche Yael, e mi diede un bacio sulla guancia. Io feci un sorriso di circostanza, un po’ imbarazzato un po’ come quando un professore ti dice di essere il migliore della classe davanti a tutti i tuoi compagni.
Eravamo tutte e quattro sedute a tavola.
Dopo i primi cinque secondi di silenzio assordante, la prima ad iniziare fu, inaspettatamente, Laura. Poi attaccò Taylor, allora fui coinvolta anche io ed infine si attaccò pure Yael. Ridemmo a crepapelle per almeno cinque minuti. Gli occhi mi lacrimavano come delle fontane, Taylor era ripiegata su se stessa, appoggiata alle gambe di Laura.
 
 
E’ stata una delle mattine più belle della mia vita.
   
 
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