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Autore: Recchan8    04/07/2016    3 recensioni
"Dopo la fine ci sono sempre speranza e rinascita".
La comparsa di Master Pharoh 90 risvegliò la bella Guerriera della Morte e della Rinascita. La falce di Sailor Saturn venne puntata verso il basso e la Terra venne distrutta e ricreata, e con lei tutte le anime presenti sulla sua superficie.
Kunibert è al primo anno di università; ancora non sa di essere la reincarnazione del comandante degli Shitennou, Kunzite, e di aver ricevuto in dono dalla silenziosa guerriera una preziosa seconda possibilità.
Genere: Azione, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inner Senshi, Shitennou/Generali
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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I corsi all'università erano iniziati da poco più di una settimana, ma Kunibert stava già iniziando a stufarsi della sua nuova vita. Una città da scoprire, un appartamento tutto per sé, nuove conoscenze... Kunibert si sentiva al tempo stesso elettrizzato e incredibilmente deluso; sapeva che nel giro di pochi giorni si sarebbe abituato alle novità e la sua esistenza sarebbe sprofondata nuovamente nel baratro della monotonia e della banalità.
Quella notte, però, qualcosa cambiò.
Si svegliò di soprassalto. Avvertiva un caldo infernale pervadergli il corpo, e un fitto e acuto dolore alla testa sembrava non volere permettergli di tornare a dormire. L'eco di una voce pacata ma autoritaria gli risuonava nelle orecchie.
"...Una seconda possibilità".
Come in un loop, quella frase continuava a riprodursi nella sua mente. Kunibert, con un gesto deciso, si tolse di dosso il leggero lenzuolo e scese dal letto. Con una mano premuta contro la fronte grondante di sudore, il giovane si precipitò in bagno e si sciacquò il viso con dell'acqua ghiacciata. Guardò il suo riflesso allo specchio, e un ragazzo dagli occhi grigi e dai capelli bianchi gli restituì l'occhiata spaesata. Kunibert si passò una mano tra i capelli, facendola poi scivolare lungo la nuca rasata; si tastò titubante i lati della testa, anch'essi rasati, e tornò a giocherellare distrattamente coi capelli che era solito fonare e acconciare con cura.
-”Va tutto bene”- mormorò al proprio riflesso. -”Capita a tutti di fare degli incubi, no?”-.
Inspirò profondamente ed espirò rapidamente, cercando di svuotare i polmoni il più possibile. Il mal di testa era scemato, e così quel fastidiosissimo eco. Kunibert, dopo essersi ripetuto per l'ennesima volta che andava tutto bene, lasciò il bagno e tornò in camera, buttandosi sul letto e passando un minuto buono a rigirarsi tra le lenzuola sfatte, spiumacciando il cuscino e cambiano continuamente posizione. Sbuffò e si costrinse a chiudere gli occhi. Pazienza, prima o poi sarebbe riuscito a riprendere sonno.
Nel silenzio della notte, un gratificante ma inquietante ammonimento venne sussurrato alle orecchie di Kunibert.
...Tristi anime, una seconda possibilità”.

 

 

-”Non vorrei risultare volgare, ma cazzo, cos'hai combinato stanotte?”-.
-”Non sono riuscito a dormire...”-.
-”Be', si nota”-.
Tutte le mattine, dal martedì al venerdì, Kunibert e Dacre si davano appuntamento per le sette e mezza davanti al bar La Cartella per andare a lezione insieme. I due si erano conosciuti un mese prima nella coda per la segreteria universitaria; entrambi si trovavano laggiù per l'immatricolazione. Da quel giorno, dopo aver scoperto di essersi iscritti alla stessa facoltà (Scienze Politiche), si erano tenuti in contatto ed erano diventati amici.
Kunibert si sistemò gli occhiali da sole sul naso per nascondere le profonde occhiaie che gli cerchiavano gli occhi grigi e si strinse nelle spalle. Dacre si passò distrattamente una mano sui corti capelli neri e fece schioccare la lingua.
-”Abbiamo appena cominciato e già ti riduci a fare le ore piccole sui libri?”- disse sistemandosi su una spalla lo zaino arancione. -”Cazzo Kun, siamo solo a ottobre! Guarda che la sessione invernale comincia a dicembre”-.
Kunibert roteò gli occhi e non rispose; non ne aveva la forza.
I due ragazzi presero a camminare lungo Corso Nazionale, la via principale del centro storico di Site, una larga strada pedonale costeggiata di negozi e bar. Kunibert mal sopportava la parlantina senza freni di Dacre, ma quella mattina si ritrovò ad apprezzarla notevolmente; sembrava essere l'unica cosa in grado di sovrastare quella maledetta voce che gli infestava le orecchie dalla notte.
...Dona a voi, tristi anime, una seconda possibilità”, aveva detto poco prima che Kunibert raggiungesse l'amico all'appuntamento giornaliero. Ogni volta un nuovo pezzo veniva aggiunto all'ammonimento.
-”Dacre, hai idea di come si possa guarire dalle allucinazioni uditive?”- gli domandò a bruciapelo, interrompendo il fiume in piena di parole dell'amico.
Il ragazzo moro si zittì e ci pensò su qualche secondo.
-”Psicofarmaci”- rispose come se fosse una cosa ovvia. -”Psicofarmaci come se non ci fosse un domani. E' per questo che non hai dormito?”-.
Si fermarono al semaforo situato poco prima del Ponte di Mezzo, uno dei nove ponti che attraversavano il fiume Benno, il fiume che divideva in due parti Site. Dacre lanciò un'occhiata a Kunibert, attendendo una sua risposta. Il ragazzo dai capelli bianchi, più alto di Dacre di una decina di centimetri, indurì la mascella.
-”E' lo stress”- lo rassicurò il giovane moro con un'alzata di spalle. Il semaforo pedonale divenne verde e i due attraversarono la strada, proseguendo poi lungo il marciapiede destro del ponte. -”Ti sei trasferito da poco in una nuova città e vivi da solo in un appartamento. Secondo me è lo stress”- ribadì guardando distrattamente le gabbianelle che galleggiavano sulla superficie del fiume.
Kunibert non ne era convinto. Per niente. Era sempre riuscito a tenere sotto controllo lo stress; mai nella vita gli era capitato di aver avuto una crisi emotiva o psicologica. Kunibert era, sostanzialmente, un ragazzo dai nervi d'acciaio. Eppure quella maledettissima voce lo stava mandando in paranoia. Lo preoccupava, lo inquietava, lo spaventava...
...Lo rassicurava.
Cosa c'era di rassicurante in una voce sconosciuta che continuava a cantilenare una frase in continua espansione e apparentemente senza senso? Non ne aveva idea.
Possibile che io sia impazzito da un giorno all'altro?”.
-”Non hai una bella cera”- constatò Dacre quando arrivarono davanti alla Facoltà di Scienze Politiche.
Kunibert sorrise forzatamente. Non stava per niente bene. Una tremenda nausea gli aveva attanagliato lo stomaco e sempre più frequenti brividi gli scuotevano la schiena. Diede all'amico il proprio zaino nero e gli disse di andare a prendere i posti in aula.
-”Vado un attimo al bagno. Torno subito”- spiegò incamminandosi a passo spedito verso i bagni del piano terra.
Dacre, rimasto in mezzo al corridoio con due zaini in spalla, aggrottò le sopracciglia, perplesso, e fece come Kunibert gli aveva detto.
I bagni erano vuoti. Kunibert aprì il rubinetto di uno dei quattro lavandini e mise entrambi i polsi sotto il getto freddo dell'acqua. Alzò il capo verso l'alto e chiuse gli occhi, facendo dei bei respiri profondi. Forse doveva tornarsene a casa. Evidentemente non era nelle sue condizioni psicofisiche migliori. Sarebbe riuscito a seguire le lezioni? Odiava dover chiedere gli appunti ai suoi compagni di corso.
Tolse i polsi da sotto l'acqua e si sciacquò il viso e il collo. La pelle quasi diafana delle sue mani si era arrossata. Alzò gli occhi per guardarsi allo specchio, pronto a impallidire di fronte alle sue schifose occhiaie, ma quando si accorse che l'immagine riflessa non era la sua, fece qualche frettoloso e spaventato passo all'indietro, e dovette reggersi alla porta di una delle toilette dietro di lui per non cadere a terra.
...Con la rinascita di questo mondo dona a voi, tristi anime, una seconda possibilità”, mormorò la voce.
Kunibert non capiva: il giovane che lo stava fissando dall'altra parte dello specchio sembrava proprio lui, ma... Com'era possibile? Il suo riflesso portava indosso una semplice divisa militare bianca dalle rifiniture argentate e un lungo mantello bianco appuntato sulle spalle da due spille di platino; i capelli, bianchi come quelli di Kunibert, erano lunghi e lisci, e gli ricadevano lungo le spalle; alle orecchie del suo riflesso pendevano due orecchini argentati.
Istintivamente, Kunibert alzò un braccio, ma il giovane nello specchio non seguì il suo movimento; questo lo fissava negli occhi con uno sguardo autoritario e duro, quasi tagliente. Voleva domandargli chi fosse, cosa stesse succedendo, ma le parole gli morirono in gola quando il ragazzo riflesso alzò un dito e scrisse un nome sulla superficie dello specchio che lo separava da Kunibert. Il giovane dai lunghi capelli candidi svanì come sabbia mossa dal vento e le lettere da lui tracciate brillarono per qualche secondo di una luce argentata.
-”...Kun... zi... te...”- lesse lentamente Kunibert.
Gli bastò pronunciare quel nome ad alta voce per ricordare tutto.
La sua mente venne come rischiarata dalla luce di un lampo improvviso e davanti ai suoi occhi prese a vorticare un numero infinito di immagini, di scene di sangue e violenza, di amore e odio, di tristezza, rimpianto e rimorso, di speranza e rinascita.
Kunibert si accasciò al suolo, boccheggiando, col cuore che batteva all'impazzata e il respiro affannoso. Come aveva potuto dimenticare tutto? Come aveva potuto permettere che le sue memorie venissero sigillate?
Una solitaria e silenziosa lacrima scivolò lungo la sua guancia.
Doveva ritrovare i suoi compagni.
Doveva ritrovare il suo Principe.
Doveva ritrovare lei, l'amore della sua vita.
Si alzò lentamente in piedi, le gambe ancora un poco tremanti, e volse gli occhi grigi verso il proprio riflesso.
-”Il mio nome è Kunzite, comandante dei Quattro Generali Celesti. Sfrutterò la seconda possibilità da te gentilmente concessa per redimere la mia anima dai peccati della mia vita precedente”- disse.

 

 

Sulla superficie di un lontano e silenzioso pianeta, la Guerriera della Morte e della Rinascita sorrise.

 

 

 









NOTE DELL'AUTRICE
Non mi sembrava carino lasciarvi con soltanto un prologo, così mi sono data da fare e ho scritto il primo capitolo di questo mio nuovo progetto. Già, nonostante sia la reincarnazione di Kunzite, Kunibert non ha il suo stesso taglio di capelli; volevo portare un po' di novità, così ho rivisitato l'aspetto delle reincarnazioni. Anche gli altri Shitennou avranno un taglio diverso di capelli? Lo scoprirete ;) 
Per questa fic, ho deciso di adattare la versione italiana di "Shitennou", ovvero "Quattro Generali Celesti"; mi sembra suoni un po' meglio.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo inizio :)
Alla prossima! ^^

 

   
 
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