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Autore: riccardoIII    10/07/2016    11 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
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Domani "La Chiave di Volta" compie un anno.
Un anno fa non avrei mai pensato che sarei arrivata al novantaduesimo capitolo di questa storia, che è stata il mio azzardo e la mia avventura, ma non è questa la cosa davvero sorpendente. Quello che non avrei mai nemmeno osato sperare è che avrei trovato voi, tutti voi che in questi mesi mi avete seguita, aiutata, supportata, consigliata e ascoltata.
A voi va il mio grazie più sincero, perchè forse non avrei comunque abbandonato il progetto senza aver scritto la parola "Fine" ma di sicuro questo viaggio insieme a voi è mille volte migliore.

 

Prima, aveva compreso solo grazie alle sue parole.

-Ottimo allenamento, ragazzi. Voglio che ora vi rilassiate: fate una doccia, strafogatevi a cena e andate a letto presto. Niente compiti, il vostro cervello deve riposare, e non mi importa se la McGrannitt vi ha detto di non presentarvi a lezione lunedì senza i vostri saggi: vi assicuro che una punizione per aver mancato una consegna è molto più gradevole che essere squartati pezzo per pezzo, ed è esattamente quello che ci dovremmo aspettare dalla nostra tollerante Capocasa se domani dovessimo fallire. E io la aiuterei ad uccidervi dolorosamente prima di accettare il mio destino e morire a mia volta per l’onta di aver condotto i Grifondoro alla sconfitta. Non per mettervi ansia, eh-
Lo spogliatoio di Quidditch di Grifondoro rimase silenzioso per un minuto prima che tutti scoppiassero a ridere; tutti meno Trevor, il più giovane e l’ultimo acquisto della squadra, che ancora non era in grado di capire quando James fosse serio a quando scherzasse, soprattutto se era nella sua veste da Capitano Glorioso e Fulminato. In realtà Sirius non era proprio convinto che quella del suo migliore amico fosse stata una battuta, ma era meglio che tutti pensassero di si; gli attacchi di panico prima di una partita erano cosa sgradita, così diede un colpo di gomito al ragazzetto che teneva la sua mazza da Battitore ancora sulla spalla, ammiccando, e lui improvvisamente perse l’aria terrorizzata per cominciare a ridere, anche se un po’ forzatamente. Lo sguardo che James rivolse al Battitore lo raggelò di nuovo e Sirius sospirò.
Ciò che rendeva James tanto agitato era la presenza nella squadra dei Tassorosso, che di solito non costituiva un grosso ostacolo per la corsa al titolo delle altre tre Case, di un particolare giocatore che prometteva molto bene e che probabilmente avrebbe dato del filo da torcere a Trevor; non solo per il suo essere il “novellino”, e quindi il punto debole, ma perché era il suo diretto avversario.

Ludovic  “Ludo” Bagman aveva fatto parlare di sé sin dal suo quarto anno, quando il fisico gracilino aveva cominciato ad esplodere e per la prima volta era stato preso sul serio dai suoi rivali sul campo di gioco. Da lì in poi era stata una continua ascesa: era stato nominato Capitano l’anno prima e aveva portato avanti un progetto serio di selezioni e allenamenti serrati che aveva dato i suoi frutti sul lungo tempo, e non c’era da stupirsene considerato che la tenacia e il duro lavoro non avevano mai spaventato i Tassorosso. Bagman aveva creato una squadra compatta, forse non ancora abbastanza matura per ambire alla Coppa del Campionato Studentesco ma sicuramente capace di ostacolare la vittoria delle altre, e James non aveva nessuna intenzione di perdere la partita e tantomeno di farsi soffiare il titolo di miglior giocatore e Capitano della scuola proprio al suo ultimo anno “da un gorilla biondo che scuote una stupida mazza da Troll”.
Nessuno, nemmeno i suoi Battitori, avevano avuto il coraggio di sottolineare il fatto che stesse insultando il loro ruolo, o di fargli notare che con le loro “stupide mazze da Troll” gli avevano salvato il sedere parecchie volte.
Comunque, tutto ciò aveva comportato un livello di tensione nel pre-partita pari a quello che in genere si raggiungeva solo prima di uno scontro con i Serpeverde, da sempre gli avversari naturali dei Grifondoro. Quella sera nessuno osò alzare la voce in Sala Comune e quando James ordinò alla squadra di andare a letto tutti eseguirono, Sirius compreso. Ma solo perché Remus avrebbe fatto scacco matto al suo re in due mosse, e quello non valeva come un ritiro. Stava solo eseguendo un ordine del suo Capitano e Caposcuola, come si premurò di specificare quando Moony lo accusò di abbandono per codardia.
Codardo. Lui. Bah.

La mattina dopo i sette componenti della squadra di Grifondoro si riunirono in Sala Comune un paio d’ore prima della partita. Vennero salutati come degli eroi da tutta la Casa quando si diressero, scope in spalla e divise indossate, verso la Sala Grande per la colazione. Il tavolo dei Tassorosso era in fermento quanto quello rosso-oro, sciarpe e bandiere svolazzavano e i cori cominciavano a farsi sentire, mentre i Corvonero stavano a guardare sornioni e i Serpeverde schernivano tutti e fulmini cadevano sulle loro teste dal soffitto incantato.
L’ansia sembrava essere scomparsa dal viso di James, che sorrideva a tutti con la sua miglior aria da ragazzo sfrontato e sicuro di sé, ma per Sirius non fu difficile scorgere l’insicurezza nei suoi occhi, per quanto si sforzasse di mascherarla per infondere fiducia nei loro compagni. Sapeva che James sarebbe tornato davvero totalmente tranquill osolamente quando avrebbe avuto in mano la situazione, cioè quando fosse stato a cavallo della sua scopa.
E ovviamente così fu, perchè quando finalmente si librarono in volo dopo che il loro Capitano ebbe stretto con forza la mano di un sorridente Bagman, che si disse onorato di sfidare il miglior giocatore della scuola, lui tornò nel suo elemento e il vento che sferzava tra i suoi capelli gli riportò tutta la sicurezza che aveva perso.

Fu una partita lunga e sofferta, sotto una pioggia scrosciante e gelata, ma per quanto Bagman avesse messo su una buona squadra gli schemi dei Grifondoro erano troppo avanzati per poterli aggirare. La velocità delle azioni portate avanti da Sirius, Mary e James non poteva essere eguagliata dai Cacciatori di Tassorosso, che a stento videro la Pluffa, e anche se Trevor e Elizabeth non riuscirono a gestire i Bolidi in esclusiva com’era accaduto contro i Serpeverde Kingsley afferrò il Boccino quando erano comunque in vantaggio di una quarantina di punti, portandoli alla vittoria e alla testa della classifica in un lampo con un punteggio di duecentosessanta a settanta.
Le tribune esplosero attorno a loro mentre Shaklebolt scendeva in picchiata verso terra per poi risalire col Boccino ancora stretto nella mano alzata al cielo e James scagliò la Pluffa ancora una volta nell’anello di sinistra con un urlo prima di gettarsi a tutta velocità al centro del campo, dove la squadra stava festeggiando unita in uno strano abbraccio di gruppo a mezz’aria. Dopo un minuto Sirius sentì il braccio del suo migliore amico lasciare le sue spalle e lo vide allontanarsi e scendere a terra per intercettare i giocatori di Tassorosso e stringere la mano di ciascuno di loro, lasciando Bagman per ultimo. Sirius atterrò a qualche metro di distanza, distribuendo pacche sulle spalle degli sconfitti che sorridevano come se avessero vinto, giusto in tempo per sentire il loro Capitano fare i suoi complimenti a un sorridente ed entusiasta Bagman, che accettò la sua mano tesa con gioia e le sue parole con orgoglio continuando a ripetere di essere onorato.
Ah, la buona vecchia bontà e lealtà Tassorosso…
Certo, se non si contava Irving Cornfoot, il Portiere alleato dei Mangiamorte che aveva rivolto alla faccia gioiosa e felice di Mary un sorriso così palesemente finto che un po’ del buonumore della ragazza era evaporato. Sirius la raggiunse e le strinse la spalla mentre l’espressione del ragazzo di fronte a loro mutava in una più gentile e naturale.
-Complimenti, Black, ottima partita-
Sirius sollevò l’angolo sinistro delle labbra.
-Avete giocato bene anche voi Cornfoot-
-Be’, non ho fatto una gran bella figura oggi in realtà-
-Oh, non preoccuparti. Ci siamo allenati molto, e James è maniacale. Certo, contro un  talento naturale come Mary c’è poco da fare, lo ammetto-
Il sorriso del Tassorosso si adombrò di nuovo e guardò la ragazza mora di fronte a lui per un secondo prima di parlare ancora.
-Certo, siete un team di Cacciatori fenomenale. Vi meritavate di vincere-
-Grazie Cornfoot-
Il Portiere fece saettare di nuovo gli occhi sulla ragazza e poi fece un cenno di saluto col capo prima di voltarsi verso l’uscita dello stadio.
-Ma che gli prende?- fece Mary, un po’ stupita dello strano comportamento del ragazzo, -Capisco che possa bruciargli perdere ma…-
-Credo, mia dolce Mary- le mormorò Sirius all’orecchio mentre la guidava verso il resto della squadra, -Che gli bruci un po’ che il suo Purissimo sangue non gli abbia consentito di parare quattro dei tuoi sette tiri, oggi-
Lei scoppiò a ridere.
-Oh, questa si che è una vittoria per una Sanguespor… James! Vieni qui, Capitano!-

Il mattino dopo Sirius aprì gli occhi al richiamo di Remus che, tutt’altro che paziente, scrollava il suo cuscino per costringerlo ad alzarsi. Lui, ancora mezzo addormentato, lo sfilò dalle mani del Licantropo e se lo premette contro il viso, cercando di sfuggire all’assalto di quello che avrebbe dovuto essere uno dei suoi migliori amici e in realtà stava per essere catalogato tra i suoi carnefici.
-Andiamo, Pads, sono le dieci-
-Moony, lasciami in pace!-
Ancora cieco per via del sacco di piume che si premeva sulla faccia, Sirius non poté vedere il viso di Remus ma lo sbuffo che udì fu abbastanza indicativo di quanto in realtà l’altro si stesse divertendo.
-Gli altri sono già a fare colazione, muoviti. Dobbiamo studiare-
-L’unica cosa che devo fare al momento è rimettermi a dormire dopo averti morso le chiappe!-
Altro sbuffo.
-Sappiamo entrambi che nello stato in cui sei non riusciresti a Trasformarti-
Un ringhio frustrato fu soffocato dal guanciale prima che questo venisse lanciato addosso al ragazzo che, continuando a ridacchiare, lasciò la stanza tra le imprecazioni di Sirius.
Ovviamente tutto quel teatrino gli impedì di riprendere sonno, così mezz’ora dopo un frustrato Sirius Black fece il suo ingresso in Sala Grande; si lasciò cadere sulla panca di fronte a Lily, agguantando il tè e ingollandone una tazza prima che chiunque potesse anche solo dire “Buongiorno”.
-Non mi stancherò mai di vedere quanto puoi essere scontroso al mattino. Sai una continua scoperta Sir-
L’occhiata truce che Lily ricevette in cambio del suo commento fece sghignazzare chiunque si trovasse nel raggio di due metri.
-Non capisco perché non ho nemmeno il diritto di poter scegliere di dormire dodici ore di seguito senza che qualcuno me lo impedisca-
-Perché abbiamo i M.A.G.O.- rispose Remus con semplicità, ingollando una forchettata di uova strapazzate e meritandosi la seconda occhiata truce della giornata.
-Sono i miei esami!-
-E se non ti costringessi a studiare non lo faresti mai. Smettila di lamentarti, Sirius-
-Come se servisse a qualcosa. Non sono padrone della mia vita!-
James non si curò di sopprimere la sua risata piena.
-Sei padrone di tutto il tempo della tua vita che non sia necessario a raggiungere un buon risultato scolastico- ribatté Remus, soddisfatto.
Terza occhiata truce.
-Ovvero, secondo te, nessun tempo-
Quello fece spallucce.
-Puoi vederla così, se vuoi. Dipende da quanto ti sia necessario fingere di avere un po’ di controllo-
-E meno male che lui dovrebbe essere quello buono e tranquillo. Schiavista- bofonchiò, agguantando un vassoio di aringhe affumicate e infilzandone un paio con eccezionale impeto, considerando che erano già morte.

Alla fine il piano massacrante di Moony servì a permettere ai quattro Malandrini di portare a termine i loro compiti per il giorno seguente in un tempo accettabile e per la cena si ritrovarono seduti allo stesso tavolo, con un Sirius che teneva banco raccontando aneddoti imbarazzanti su Remus per vendetta. Aveva cercato di infastidirlo per tutto il giorno ma lui era stato tanto stoico da non farsi scalfire da nulla. Fino a quel momento, almeno.
-… E così il nostro Prefetto tornò alle quattro del mattino, con un tremendo profumo di lillà appiccicato alla camicia spiegazzata… Dicci, Rem, che cosa avete fatto tu e la dolce e innocente Cassie quella notte? E dove siete stati, magari nell’aula di Incantesimi? Suppongo che i cuscini su cui siede Vitious possano essere usati per scopi molto più… Divertenti… Che tenere sollevato il fondoschiena del nostro adorato Professore…-
Inutile dire che ogni brandello della pelle di Moony che sbucava dalla sua divisa era bordeaux.
-Stai. Esagerando. Sirius- ringhiò. Lily, seduta tra lui e Sarah, stava cercando disperatamente di non ridere; la ragazza al suo fianco aveva le lacrime agli occhi ma non un sibilo lasciava le sua labbra. James, invece, accanto a Sirius, rideva a pieni polmoni a Peter sghignazzava, così come Mary e Elijah, i più vicini al gruppetto, mentre Sirius se la godeva.
-Oh, Remus, non credi che tutti dovrebbero sapere che sei un essere umano anche tu? Che anche tu a quindici anni sei stato assalito dagli ormoni e ti sei dato a sordide avventure nottur…-
-Sai, Sir, sono molto tentato dal disinteressarmi di te e della tua istruzione…-
Un sorriso gioioso si aprì sul viso di Sirius ma poi Remus riprese a parlare, congelandolo.
-… Ma siccome sono un buon amico e sono intellettualmente superiore a te, suppongo che farò lo sforzo di continuare a guidarti sulla strada dell’apprendimento nonostante i tuoi biechi tentativi di dissuadermi-
Una mano si spiaccicò sugli occhi grigi.
-Ma cosa ho fatto di male?!-

-Sir, mi passi il bacon?-
Senza sollevare lo sguardo dalla terza pagina della Gazzetta del Profeta, Sirius afferrò il vassoio che aveva davanti e lo porse a Peter; era così concentrato sull’articolo che stava leggendo che non si rese conto dello sguardo stralunato dell’amico, che comunque non commentò e si accontentò delle salsicce.
Non era l’unico a non staccare gli occhi dal giornale quel sabato mattina: il tavolo degli insegnanti era totalmente immerso nel silenzio e anche dagli altri non si levava altro che un basso mormorio di commenti sull’articolo che aveva attirato l’attenzione di tutti. Lily era sepolta nella lettura e si contendeva il quotidiano con James, mentre Remus fissava la foto che riempiva la prima pagina della copia di Lizbeth.
Il Marchio Nero rifulgeva enorme e spaventoso sopra quello che pareva un enorme cumulo di macerie grigiastre; il titolo a caratteri cubitali informava i lettori dell’attacco dei Mangiamorte ad uno dei più importanti ospedali babbani di Londra. Nessun sopravvissuto tra i pazienti e i medici, per un totale di circa cinquecento morti. Della squadra di Auror intervenuti sul posto due erano stati uccisi sul colpo, e uno era ancora disperso.
Per quanto Sirius si sforzasse non riusciva a trovare i nomi dei maghi uccisi e il terrore che Charlus fosse coinvolto poteva leggerlo fin troppo bene negli occhi di James, che come i suoi scorrevano febbrili lungo le righe stampate.
Si chiese, mentre guardava al tavolo degli insegnanti per cogliere un gesto o un’occhiata che potesse dargli un indizio qualunque, se sarebbe stato sempre così. Se ogni volta che avrebbe aperto il giornale per trovarci una notizia atroce si sarebbe fatto prendere dal panico, se ogni volta avrebbe inesorabilmente trascorso minuti interi in preda all’ansia paralizzante di aver perso anche lui. Si sentì un mostro, anche, per non riuscire a pensare agli altri. Per non essere sconvolto a sufficienza dalla tragicità della situazione, ma solo dall’eventualità di aver perso ancora.
Poi un gufo atterrò tra lui e James, tra una brocca di succo di zucca e un piatto di toast. James non perse tempo e corse a slegare una pergamena arrotolata legata alla zampa di Edwin mentre Sirius porgeva al volatile un pezzetto di salsiccia rubato al piatto di Peter e si concentrava sull’espressione del suo migliore amico.
Quando la ruga di preoccupazione in mezzo alle sopracciglia di James si appianò e una smorfia di sollievo distese i suo lineamenti Sirius riprese a respirare, rendendosi conto solo in quel momento di aver smesso di farlo, in un momento indefinito.
-Non c’era- soffiò James alzando lo sguardo su di lui e porgendogli la lettera; Sirius cominciò a leggerla ancor prima di averla tra le mani.

“Cari James e Sirius,
probabilmente sarete preoccupati per me, come al solito del resto, considerando ciò che è successo ieri notte. Stavolta potete stare tranquilli, giuro che non c’entro nulla; Milly potrà testimoniare che ero a casa a dormire. Pare che Alastor abbia ritenuto fosse il caso di lasciarmi fuori, stavolta, per quanto io non abbia gradito molto.
Il risultato finale, comunque, è che sono sano e salvo, cosa che non garantisco per i timpani del mio Capo. Come potrete immaginare sarò impegnato in ufficio per tutta la giornata, quindi ho deciso di scrivervi la nostra lettera settimanale prima di andare al Ministero così da potervi rassicurare.
In realtà è stata una settimana piatta: molte ore in ufficio, soprattutto. Il momento non è dei più felici e siamo sempre troppo pochi in servizio. Martedì ho visto Daniel per una Burrobirra, pare che Johnny stia dando qualche problema a Margareth con la magia spontanea che tanto spontanea non è, visto che è riuscito a far volare il gatto dopo che l’aveva graffiato (a quanto pare Johnny gli aveva tirato la coda per ripicca: la palla di pelo gli aveva rubato un pupazzo). Il povero Sith è traumatizzato, si è nascosto da qualche parte e non lo vedono da cinque giorni, con grande dispiacere di Marlene.
A proposito di Marlene, pare stia uscendo con qualcuno. Daniel non sa esattamente chi sia il tipo, che lui ha gentilmente definito “delinquente”, ma comincia a venir fuori il suo lato geloso: cerca di spiarla come può, ma la ragazza è furba e si rifiuta di parlare finchè suo padre tenta di impicciarsi nella sua vita. Ringrazio Godric che siate due maschi, sul serio!
Non mi dilungo oltre, devo davvero scappare. Scrivetemi presto, voglio avere vostre notizie. Spero vi stiate comportando bene, e sapete cosa intendo: ho bisogno di un po’ di sane risate quindi vedete di combinare qualcosa di divertente prima di rispondere. Sono disposto a ricevere una lettera poco carina dalla cara Minerva pur di sapere che avete ricominciato a fare follie.
Mi sono già complimentato per la vittoria a Quidditch? No? Be’, lo faccio ora. Siete stati grandi, come sempre, ma mentirei se vi dicessi che mi aspettavo meno di questo da due campioni come voi.
Salutate Remus e Peter, e abbracciate Lily da parte mia (Sirius, è compito tuo: non voglio che la cosa diventi troppo romantica).
Scrivetemi presto, ok?
Papà”

Sirius ridacchiò un po’ troppo istericamente per risultare naturale.
-Be’, direi che sta bene sul serio. Rossa, vieni qui: ho un messaggio per te-
Anche James rise, passandosi una mano tra i capelli mentre spingeva la sua ragazza tra le braccia del suo migliore amico senza che lei ci stesse capendo molto.

Mezz’ora dopo Sirius, Remus e Peter camminavano sulla strada per Hogsmeade; James e Lily si erano già avviati per passare la mattinata a fare i cerbiattini, come Remus continuava a chiamarli nonostante la ragazza non apprezzasse il soprannome. Il martedì precedente era stato San Valentino e parecchie delle coppie della scuola festeggiavano in ritardo, approfittando del sabato al villaggio. I due li avevano convinti a incontrarsi per pranzo ai Tre Manici di Scopa, sostenendo di non aver davvero bisogno di stare isolati dal mondo per tutta la giornata e di non essere nemmeno dell'umore adatto per farlo a causa della notizia giunta quella mattina e troppo fresca ancora nelle menti di tutti loro, quindi i Malandrini “single” dedicarono la mattinata a ripararsi dal vento tagliente nei negozi lungo la via.
Andarono da Mielandia, dove rimasero fecero incetta di assaggi gratis dei nuovi gusti di caramello e comprarono una quantità spropositata di dolci; poi Peter li trascinò da Mondomago a comprare un regalo per sua madre, e Remus insistette per fare un salto da Scrivenshaft per controllare se non fosse arrivato un nuovo tipo d’inchiostro simpatico. Era ormai l'una e stavano per avviarsi al pub di Rosmerta quando, proprio fuori da Stratchy&Sons, Sirius si bloccò.
Erano talmente abituati ormai a vedere Hogsmeade pattugliata dagli Auror durante le loro giornate libere che non facevano più caso alla presenza dei mantelli blu; ma, nonostante non li vedesse da un paio di mesi e ultimamente non avesse avuto modo di farci davvero attenzione, avrebbe riconosciuto capelli neri e lucidi raccolti in un'alta coda anche in mezzo a una folla.
Un attimo dopo Dorcas Meadowes lo fissava con i suoi occhi azzurri, un mezzo sorriso sulle labbra e l’espressione canzonatoria, e lui sentì qualcosa strizzarsi da qualche parte dentro di lui. D’improvviso non riusciva più a rendersi bene conto di quello che stava accadendo nel suo corpo.
-Sirius Black, pare sia destino incontrarci qui-
La sua voce fece ripartire il cervello e i muscoli facciali di Sirius, che si ricomposero nella sua più efficace smorfia divertita.
-Dorcas Meadowes. Pare tu sia diventata un Auror, complimenti-
Lei chinò lievemente la testa in segno di ringraziamento senza distogliere lo sguardo dal suo; Sirius resse il gioco, continuando a fissarla, e alla fine lei fu costretta a cedere posando gli occhi sui suoi amici.
-Lupin e Minus, giusto?-
-Esatto, Signorina Meadowes. È un piacere- fece Remus, pestando un piede a Peter che stava per lanciarsi in un saluto confidenziale che non potevano permettersi.
-Via, Lupin, mi fai sentire vecchia. Non sono poi tanto più grande di voi, dopotutto-
Remus sorrise e ghignò.
-No, hai ragione. Credo sia il fascino della divisa a rendermi timoroso-
Per poco lei non ridacchiò. Sirius non ricordava di averla mai vista ridere davvero.
-Forse hai ragione-
-Abbiamo letto di quell'attacco a Londra, sul Profeta-
L'espressione di Dorcas si rabbuiò immediatamente alle parolo de Remus.
-Una cosa orribile. Sono stata lì solo di pattuglia, all'alba, per dare una mano... Uno scenario devastante-
-Avete perso degli uomini- insinuò Sirius, cercando di ottenere qualche informazione; l'occhiata che lei gli rivolse era quasi di rimprovero.
-Lo saprete, se avete letto il giornale. Non posso dirvi nulla di più, ovvimente, le indagini sono secretata. Piuttosto, dove siete diretti?-
Tutti colsero la sua volontà di cambiare discorso e si lasciarono guidare docilmente.
-Andiamo ai Tre Manici per pranzo, ci aspettano James e Lily. Ti ricordi di loro? Potter e Evans-
La donna aggrottò le sopracciglia in una smorfia così convincente che Sirius per un attimo pensò davvero fosse confusa.
-Potter e Evans vi stanno aspettando per pranzo, insieme? Mi sono persa qualcosa?-
Peter rise.
-Oh si, pare che quei due stiano insieme ora. E anche da un po’ di mesi, ormai-
-Ma se si rincorrevano come cane e gatto quand’ero a scuola!-
Sirius ammiccò.
-Be’, Meadowes, dopotutto le migliori storie cominciano con i battibecchi, non trovi?-
Ancora una volta le labbra di Dorcas si sollevarono lievemente, quasi soddisfatti.
-Dipende-
-Da cosa?-
-Da quanto si è masochisti, suppongo. O da quanto si ama il brivido-
Una luce balenò negli occhi chiari di lei e Sirius si compiacque di se stesso.
-Ma tu dovresti ricordare bene quanto i Malandrini amino il brivido-
-Oh si, lo ricordo benissimo. È per questo che ti sei tagliato i capelli, Black? Perché il freddo ti facesse venire la pelle d’oca sulla nuca?-
A quelle parole il ragazzo si irrigidì e, benché Remus e Peter si fossero estraniati dalla conversazione abbastanza da essere quasi dimenticati per tutta la durata di quegli scambi di sguardi, Sirius poté avvertire perfino loro trattenere il fiato. Nessuno aveva apertamente parlato del suo nuovo look, nessuno gli aveva chiesto il motivo. Probabilmente per i suoi amici era stato ovvio, oppure non avevano dato importanza al gesto.
Non voleva ammettere che quello era stato il suo tributo alla donna che per lui sarebbe sempre stata sua madre ma l’idea di mentire gli dava la sensazione di sminuire il suo gesto e, di conseguenza, Dorea stessa. Non replicò e probabilmente il suo mutismo prolungato unito all'irrigidirsi dei suoi lineamenti parlò abbastanza per lui, perché l'espressione di Dorcas passò dal canzonatorio al dubbioso; sembrava quasi incuriosita, ma non insistette.
-Be’, credo sia il momento di andare per me. Devo dare il cambio a Prewett. Buona giornata ragazzi-
-È stato un piacere-
-A presto-
Remus e Peter lanciarono uno sguardo a Sirius, che ancora non aveva distolto lo sguardo da quello dell’Auror, e fecero qualche passo in avanti con discrezione. Dorcas fece un cenno di saluto col capo al suo indirizzo e poi si voltò per andare via, la coda che ondeggiava sulle sue spalle e il mantello che seguiva ogni suo movimento. Sirius la osservò per qualche secondo, finché la sua figura non si perse nella folla; poi si voltò e senza dire una parola raggiunse i suoi amici, che ripresero a camminare senza fare domande.

Quando entrarono nel locale furono avvolti dal tepore e dal profumo tipico di un pub all’ora di pranzo; c’era il pienone e non solo di studenti della scuola, un gran vociare riempiva l’ambiente creando un’atmosfera calda e accogliente, soprattutto se messa a contrasto col freddo pungente dell’esterno.
Si fecero largo nella ressa fino a raggiungere i tavoli accanto al camino, alla disperata ricerca di un posto libero; in realtà sembrava non ci fosse nemmeno un angolino in cui accomodarsi ma mentre si guardava intorno Sirius  scorse una treccia di capelli rosso intenso che gli parve fin troppo famigliare. Il suo sospetto fu confermato quando al fianco della Rossa scorse un cespuglio di capelli ricci e neri.
-Da quella parte, James e Lily ci sono già-
Raggiunsero i due, che si voltarono appena in tempo per rendersi conto della loro presenza e invitarli con un sorriso a sedersi; due minuti dopo James e Sirius erano davanti al bancone per fare le ordinazioni per tutti, se avessero aspettato al tavolo probabilmente ci sarebbero volute un paio d’ore prima che qualcuno potesse accorgersi della loro esistenza. Mentre attendevano il loro turno Sirius si rese conto dello sguardo insistente di James su di lui e si voltò a guardarlo.
Normalmente una persona avrebbe dovuto fare qualche domanda per avere una qualche attenzione, per non parlare di una risposta.
Normalmente, appunto. Ma non c’era nulla di normale nel loro rapporto.
-Abbiamo incontrato la Meadowes-
L’espressione di James si fece ancor più confusa di prima.
-E tu sei incupito perché…-
-… Mi ha chiesto dei… Capelli-
Prongs non si scompose minimamente, come se quella fosse una risposta normale per una domanda normale.
-E tu che le hai detto?-
-Niente-
James si stropicciò la punta del naso e poi lo guardò di nuovo intensamente, come se volesse leggergli dentro.
-Niente di niente?-
-No. Ha salutato e se n’è andata-
L’altro annuì e tacque per un minuto, tamburellando con le dita contro il bancone di legno lucido.
-Forse dovresti scusarti. E spiegare, in qualche modo-
Sirius si irrigidì di nuovo, proprio com’era avvenuto poco prima in strada sotto il gelido assalto del vento.
-Non voglio parlarne-
-Non dico che devi parlarle di questo. Ma almeno farle capire che non sei totalmente decerebrato e c’è una spiegazione al tuo comportamento, quello dovresti farlo. Soprattutto se hai intenzione di provarci-
Se Sirius avesse già avuto la sua Burrobirra probabilmente ne avrebbe sputato un sorso in faccia all’amico.
-Provarci? Con Dorcas Meadowes? Ma sei impazzito?-
James sbuffò.
-Senti, Sir. Lei ti piace. E tu le piaci. Flirtate ogni volta che siete in un raggio di due metri l’uno dall’altra, ogni volta in cui tu non sei troppo preso da… Altre cose-
-Ma lei… Lei ha quattro anni più di noi!-
Un ghigno nacque sul viso del suo migliore amico.
-Credevo ti piacesse proprio per questo-
-Ma lei mi crede un ragazzino!-
-Oh, Sirius, certo che sei davvero tardo!-
Uno scappellotto lo colpì dietro la nuca e lui ridacchiò.
-Sono secoli che volevo dirti una cosa simile, dopo tutte le volte che tu l’hai detta a me! Be’, probabilmente non sono l’unico ad essere tardo solo con le proprie storie. Il fatto è, Sirius, che lei dice di reputarti un ragazzino ma poi non perde occasione per parlarti, o per lanciarti frecciatine, e non fa nulla per tirarsi indietro quando sei tu a tirarne a lei-
-Ragazzi! Cosa vi servo?-
Rosmerta era arrivata e li guardava col solito sorrisetto comprensivo e divertito al tempo stesso; Sirius le rivolse la sua migliore occhiata da seduttore e lei sfarfallò le ciglia.
-Siamo al tavolo accanto al camino, Rosie, prendiamo cinque Burrobirre di cui una con la cannella. E vorremmo anche mangiare qualcosa-
-Ma certo, Sirius, arrivo subito da voi!-
E con un occhiolino la donna si allontanò lungo il bancone per riempire i boccali mentre i due ragazzi riguadagnavano il loro tavolo fendendo la calca; proprio un attimo prima di riprendere posto James si sporse sulla sua spalla e gli bisbigliò all’orecchio:
-Forse non sarà la donna della tua vita, ma di sicuro è una bomba-
Oh si, lo è davvero.
 
Note:
Ludo Bagman compare al processo in cui viene accustao di attività da Mangiamorte come un ragazzo atletico e nel pieno della forma, cosa che mi ha fatto pensare che avesse all'incirca una ventina d'anni; non ha ancora il naso rotto, dunque credo non fosse ancora troppo "in là" nella carriera da Battitore, però comincia a pensare al futuro. Non ho idea di quando un giocatore di Quidditch sia troppo vecchio per continuare a giocare, ma il ruolo del Battitore credo sia il più usurante e penso che non si possa durare troppo. In più ne "Il Calice di Fuoco" appare sì appesantito, ma comunque ha ancora i capelli biondi ed è piuttosto vispo, cosa che mi fa pensare che non sia troppo vecchio. In sintesi, non mi sembrava troppo assurdo che Bagman fosse un quasi coetaneo di James e Sirius (qui ha un anno meno di loro, è del '61) e mi piaceva l'idea di inserirlo nella storia, quindi alla fine l'ho fatto.
   
 
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