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Autore: _crucio_swag_    10/07/2016    0 recensioni
Sesto anno ad Hogwarts. Draco si ritrova a dover ingannare Harry oltre ad uccidere Silente. Sembra facile ma un sentimento mai provato prima a cui neanche il re delle serpi sa dare un nome gli impedirà di portare a termine ciò che il Signore Oscuro gli ha ordinato. Riuscirà a cambiare la sua anima? Riuscirà a distinguere ciò che è giusto da cio che non lo è? Riuscirà a sciogliere il ghiaccio che avvolge i suoi occhi e il suo cuore?
Questa storia non sarà delle più felici ma vi posso assicurare che avrà un bel lietofine.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 8

Reducio!



Draco aprì l’armadio svanitore, dentro non c’era nulla. Buon segno. Lo richiuse a attese un paio di minuti. Lo riaprì e prese tra le mani un batuffolo di piume. L’uccellino con cui aveva provato a vedere se finalmente era riuscito a sistemare quel marchingegno era immobile, era morto. Aveva fallito, per l’ennesima volta.
Ributtò dentro all’armadio il corpicino senza vita e sbatte le ante con tutta la forza che aveva, per sfogarsi.
Tirò pugni sul legno una, due, poi tre volte mentre urlava dalla frustrazione. Tanto era la Stanza Delle Necessità e nessuno l’avrebbe sentito da fuori.
Doveva assolutamente riuscire ad aggiustare quel coso prima di Natale e a mandarci dentro Potter oppure poteva dire addio ad entrambi i genitori.
Continuò a tirare pugni sul legno fino a far sanguinare le nocche, perché proprio lui? Perché il Signore Oscuro non poteva farselo da solo questo lavoro?
Prese una grande coperta rossa e la sbatté sopra l’armadio in malo modo, senza curarsi di coprirlo completamente. Afferrò la gabbia dove poco prima risiedeva l’uccellino e la scagliò dall’altra parte della stanza andando a colpire uno strano busto di gesso da cui cadde una coroncina blu e argento che provocò un leggero suono sferragliante mentre rotolava sul pavimento.
Camminò a passo svelto verso il portone mentre tirava calci a tutto quello che gli capitava tra i piedi durante il tragitto.
 
Era mangiamorte da neanche tre mesi e già non ne poteva più. Perché lui non poteva avere una vita normale come tutti gli altri? Perché non poteva stare a cazzeggiare tutto il giorno con gli amici? Che poi non si stavano dimostrando poi così tanto amici in quel momento. Zabini più che altro lo evitava lui per non ritrovarsi nella stessa situazione dei Tre Manici Di Scopa. Pansy li stava tremendamente sul cazzo. Tiger e Goyle erano meno intelligenti dei babbani, non ci si poteva nemmeno fare una conversazione normale. Astoria e Daphne Greengrass andavano bene solamente per farci una limonata ogni tanto, non di più. L’unico che poteva aiutarlo era Theodore Nott ma quello cercava di tenersi il più lontano possibile da lui come a dire “Scusa ma non attaccarmi le tue rogne, puoi arrangiarti benissimo da solo con la missione!”
 
Mise la chioma biondo platino fuori dalla porta e guardò da una parte e dall’altra per controllare che il corridoio fosse deserto. Era maledettamente buio quella notte, il cielo era completamente oscurato da nuvoloni neri e dalle finestre non passava nemmeno la leggera luce della luna, non riusciva a vedere un granché quindi si affidò all’udito. Rimase in ascolto per 10 buoni minuti e, non sentendo il minimo rumore, finalmente uscì allo scoperto. Prese la strada a sinistra, quella per la sua sala comune e si incamminò a passo svelto in quella direzione fermandosi ogni tanto ad ascoltare in caso ci fossero professori in pattugliamento. Prima di svoltare l’angolo si appiattì contro il muro e spiò oltre la parete per controllare che non ci fosse nessuno. Era troppo buio, non riusciva a vedere un bel niente ma sentì eccome i passi pesanti che si avvicinavano a lui. Poi il bagliore di una lampada ad olio che si accendeva.
Smise di respirare per un paio di secondi, poi si riscosse e scattò nella direzione opposta muovendo le lunghe gambe il più velocemente possibile.
 
Se lo beccavano era fottuto. Che storia inventava sta volta se gli chiedevano il perché era fuori di notte a quell’ora? Gli diceva “Tranquilli professori, stavo solo escogitando un piano per rapire Potter e uccidere Silente, niente di che. Sono solamente un mangiamorte, che male potrei fare tra le mura di Hogwarts?”
Si, e poi lo mandavano a far compagnia a suo padre in mezzo ai dissennattori.
 
Con un ultimo scatto imboccò il primo corridoio buio a destra e continuò a correre.
 
Ti prego fa che non mi becchino Ti prego fa che non mi becchino Ti prego fa che non mi becchino
Ti prego fa che non mi becchino Ti prego fa che non mi becchino Ti prego fa che non mi becchino
Ti prego fa che non mi becchino Ti prego fa che non mi becchino Ti prego fa che non mi becchino
Ok, sono fottuto!
 
Il biondo si fermò di colpo quando si rese conto che quel corridoio era un vicolo cieco.
Era in trappola.
Cominciò a dare pugni al muro, scorticandosi ancor di più le nocche, come se da un momento all’altro quello potesse cedere ma ovviamente era una normalissima parete di mattoni bella solida.
 
Merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda
E adesso che faccio?
 
Il Serpeverde si lasciò scivolare contro un angolino buio tremando dalla paura.
La luce di una lampada a olio illuminò metà corridoio lasciando intravedere la figura gobba e minuta di Gazza assieme alla sua gattaccia. La sua voce vecchia e stridula risuonò nel corridoio deserto, eccetto per Draco. “Vieni fuori bel ragazzinooooooo! Lo so che sei lì, non puoi più scappare! Chi esce a quest’ora di notte si merita la punizione! Avanti, non farmi aspettare!”
 
Merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda
Sono completamente fottuto!
 
Draco trattenne il respiro mentre il magonò faceva un passo, poi un altro, poi un altro ancora…
 
Merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda
Papà sto venendo da te!
 
Il fascio di luce della lanterna ora era a pochi metri da lui. Mancava pochissimo che lo vedesse.
Un passo… un altro passo…
Draco si immobilizzò.
Un altro passo ancora…
Cinque metri dal fascio di luce… altro passo
Quattro metri…
Tre metri…
Due metri…
“Avanti ragazzino, non nasconderti!”
Un metro…
Mezzo metro…
Una mano calda si posò sulla di Draco, tappandogliela, mentre un mantello passava sopra alla sua testa coprendolo del tutto. Il biondo cercò di divincolarsi.
“Calmati imbecille se non vuoi essere scoperto!”
Draco si immobilizzò all’istante voltando la testa nella direzione della voce e ritrovandosi davanti un paio di occhi verde smeraldo circondati da occhiali rotondi.
“Bravo! Ora fidati di me, resta immobile!” sussurrò pianissimo Harry mentre si abbassava sedendosi accanto al biondo, costretto a stargli appiccicato come una sanguisuga per far sì che il mantello dell’invisibilità li coprisse entrambi. Dovettero rimanere immobili spalla contro spalla e le loro mani non poterono fare a meno di sfiorarsi mettendo entrambi in imbarazzo.
La lampada di Gazza penzolò sopra le loro teste. Il Serpeverde rabbrividì per la paura ritrovandosi il viso del vecchio a pochi centimetri dal suo e senza rendersene conto fece scivolare la sua mano in quella di Harry stringendola forte per darsi sicurezza. Come faceva a non vederli? Era forse cieco?
Il moro arrossì imbarazzato per la stretta del biondo.
Il magonò percorse per intero la parete del corridoio a cui loro erano appoggiati un paio di volte e la delusione si dipinse sul suo volto quando non trovò nessuno. “Peccato – mormorò tra se e se – mi sarebbe piaciuto appendere qualche studente per i polsi e lasciarlo marcire lì per una settimana. Oooh, ai miei tempi le punizioni erano molto più severe di ora! Sì!” si voltò dall’altra parte e tornò da dove era venuto zoppicando leggermente e continuando a brontolare. “Se le avessero provate le vecchie punizioni non andrebbero in giro di notte. No no…proprio no! Quelle canaglie non lo farebbero!”
Harry sentì il corpo di Draco, prima rigido, rilassarsi al suo fianco mentre Gazza e la gatta si allontanavano.
Il Serpeverde sentì un improvviso calore alla mano e la tirò via di scatto quando si accorse di aver preso quella del suo peggior nemico. Divenne rosso come un pomodoro e per nascondere quel gesto si tolse velocemente il mantello dalla testa e fece per alzarsi ma Harry lo afferrò per una manica e lo tirò giù a sedere mentre lo copriva nuovamente “Sei pazzo? Non ti sei fatto scoprire prima e vuoi farti scoprire adesso?” sussurrò.
E infatti in quel momento la testa spelacchiata di Gazza si girò nuovamente nella loro direzione, avendo sentito un leggero rumore. Poi però si convinse che non c’era niente e sparì finalmente dietro l’angolo.
“Resta qui ok? Prima dobbiamo assicurarci che se ne sia andato veramente” sussurrò il moro.
Draco si limitò ad annuire ancora più imbarazzato di prima.
Attesero qualche minuto e quando finalmente si furono assicurati che il magonò se ne fosse effettivamente andato si alzarono levandosi il mantello di dosso.
Il biondo aveva una sfilza di domande in testa e non sapeva da quale cominciare quindi le sparò fuori tutto d’un colpo “Cos’è quella specie di mantello? Perché non ci ha visto? Come hai fatto a trovarmi anche se ero in un corridoio buio? Perché hai…”
Harry lo interruppe posandogli un dito sulle labbra, il Serpeverde rabbrividì. “Calmati! Una cosa alla volta! Allora, questo che vedi qui è un mantello dell’invisibilità. Rende invisibili chiunque ci si nasconda sotto e per quanto riguarda il come ho fatto a trovarti… beh, quella è un'altra storia!” spiegò.
“Non osare interrompermi un’altra volta Potter!” esclamò il Serpeverde anche se la sua espressione tradiva il suono intimidatorio di quelle parole. Aveva gli occhi sgranati mentre fissava l’oggetto nella mano del moro e il suo viso era doppiamente arrossito al suo tocco sulle labbra.
“Si, e se no che fai?”
Il biondo non rispose.
“Bene. Direi che io ora devo andare ma prima, non è che magari vorresti dirmi due paroline?” chiese il moro al Serpeverde.
Di nuovo quello non disse nulla. Ringraziare Potter? Ma neanche a costo di morire l’avrebbe fatto.
Sempre il solito – pensò Harry sospirando – prima gli salvi il culo e poi nemmeno ti ringrazia! A questo punto potevo anche lasciarlo tra le mani di Gazza!”. Guardò il biondo nei suoi occhi di ghiaccio, sempre freddi, come tutto il resto di lui. Poi gli fece un cenno e si incamminò nella stessa direzione del magonò, per tornare alla sua sala comune. Ovviamente quel gesto non era servito a nulla, tanto quella lurida serpe non ti era mai riconoscente, quindi tanto valeva lasciare perdere e voltargli le spalle. Non sapeva nemmeno lui perché l’aveva aiutato, semplicemente ne aveva sentito il bisogno e si era trovato nel post giusto al momento giusto. Ma non era servito a niente.
Si rimise il mantello sopra assicurandosi di essere ben coperto e tornò nella direzione da cui era venuto.
All’improvviso però si sentì sfiorare la spalla. “Aspetta Potter… io, io voglio dirti solamente… solamente GRAZIE” Il biondino pronunciò la parola nel tono più spregevole possibile.
Harry annuì piano. “Di nulla” rispose, poi si incamminò di nuovo verso la torre di Grifondoro.
“No, non andartene. Ti prego!” le parole uscirono da sole dalla bocca di Draco senza che riuscisse a far nulla per fermarle. Un Malfoy che pregava un Potter? Si faceva schifo da solo per ciò che aveva detto.
Il Grifondoro si bloccò all’instante.
“Io…ehm, ecco… - farfugliò Draco – … siccome la mia sala comune è sette piani più in basso… mi chiedevo se tu… setumipotessiaccompagnaresottoaltuomantellodell’invisibilita!” disse tutto d’un fiato.
Harry inclinò la testa da una parte guardandolo confuso “Scusa ma… non ho capito quello che hai detto”
Il Serpeverde fece un paio di respiri profondi, poi ripeté ciò che aveva detto più lentamente “Mi chiedevo se tu mi potessi accompagnare fino alla sala comune sotto al tuo mantello dell’invisibilità. Non ci tengo a incontrare di nuovo Gazza o qualche altro professore.
Il moro ghignò sotto i baffi “E dimmi… perché io dovei accontentarti?”
“Perché tu… farò tutto quello che vuoi se vieni con me!”. Si sentiva tremendamente in imbarazzo per ciò che stava dicendo ma la paura di essere scoperto un’altra volta era nettamente più forte.
Harry abbassò lo sguardo.
“Per favore” aggiunse allora il Serpeverde.
“Molto bene – disse soddisfatto il moro – direi che, visto che mi hai detto che farai tutto quello che voglio, se rispondi ad una sola mia domanda sinceramente, e se menti lo capisco quindi non cercare di imbrogliare, allora ti porterò fino ai sotterranei sotto al mio mantello. In caso contrario puoi pure tornare là da solo.”
Draco lo guardò negli occhi e annuì. “Una sola domanda” ripeté.
“Si, una sola” confermò il moro.
“Era una affermazione”
“Ah…”. Harry si grattò la testa a disagio.
Draco serrò le labbra e aspettò che l’altro si decidesse a parlare.
Il Grifondoro sorrise soddisfatto. “Allora, la domanda è… sei diventato veramente un mangiamorte? Se sì, dimostramelo”
Il biondo fece un passo indietro mentre sentiva il cuore battere forte contro il suo petto, e adesso? Era nuovamente fottuto! Poteva decidere tra scendere per sette piani da solo con il 70% di possibilità che qualche professore lo beccasse oppure poteva decidere di fidarsi di Harry. Tanto sarebbe finito ad Azkaban in tutti e due i casi e per il momento la seconda opzione era quella che preferiva. Non sapeva il perché però Potter gli infondeva un senso di sicurezza.
Inspirò ed espiro piano mentre percorreva con calma i pochi passi che lo separavano dal Grifondoro poi allungò il braccio sinistro verso di lui. Deglutì rumorosamente. “Sì Potter… io sono… sono un mangiamorte”. Alzò la manica della giacca scoprendo il marchio nero inciso sulla sua pallida pelle.
Harry però non reagì come Draco si sarebbe aspettato. Anzi, si avvicinò al suo braccio e lo prese delicatamente osservandolo da vicino. “Ti fa male?” chiese.
Il biondo non voleva mostrarsi debole, soprattutto davanti al suo peggior nemico, così scosse la testa.
Harry gli lanciò uno sguardo penetrante, di quelli che sembrava ti trapassassero da una parte all’altra leggendoti nel pensiero. “Stai mentendo” disse. Poi lasciò la presa dal braccio di Draco. “E dimmi, cos’è che dovresti fare per ordine di Voldemort esattamente?”
Draco sussultò al suono di quel nome e si affrettò a ritirare giù la manica. “Avevi detto una sola domanda”
Il Grifondoro si schiaffò una mano sulla fronte. Aveva avuto la possibilità di farsi rivelare tutto e alla fine si era fregato con le sue stesse parole. “Giusto – disse – beh, allora vieni che ti accompagno fino ai sotterranei come promesso”
Il biondino non fece più di tante storie e si nascose sotto al mantello insieme ad Harry.
“Merda!” esclamò improvvisamente il moro guardandosi i piedi. “Così non va!”
Draco lo guardo male. “Che c’è?” chiese.
“Il problema è che siamo troppo alti e il mantello non è abbastanza grande per coprire tutti e due. Guarda tu stesso, ci arriva a malapena alle ginocchia. Non possiamo andare in giro con metà corpo invisibile e metà no, c’è più possibilità che ci scoprano così che se andiamo senza il mantello e basta!”
Il biondo rifletté un attimo. “Facciamo che, visto che la tua sala comune è qui al settimo piano, tu te ne vai da solo e lasci il mantello a me”
“Ma neanche a costo di morire?  Sei pazzo?”
Draco alzo le spalle.
Harry arrossì ridacchiando “A meno che io …potrei anche…” estrasse di scatto la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e la punto verso il biondo “E’ meglio per te se stai fermo!”
“Aspetta Potter cosa vuoi…”
Ma il moro non gli diede il tempo di dire altro. “REDUCIO!” esclamò e Draco spalancò gli occhi mentre vedeva il ragazzo davanti a se alzarsi di statura. Ma in realtà era lui che stava rimpicciolendo.
Il Grifondoro si fermò solo quando il Serpeverde fu più o meno delle dimensioni di Dobby e quando finalmente si decise a smettere di ridere come un deficiente lo prese per il retro del colletto della camicia sollevandolo da terra e portandoselo più o meno all’altezza del viso.
“Potter che cazzo stai facendo? Mettimi subito giù!” urlò il Serpeverde con una vocina piccola e acuta dovuta al rimpicciolimento delle sue corde vocali mentre tirava calci e pugni all’aria perché ad Harry non ci arrivava.
Era ridicolo.
Harry lo lanciò in aria e lo afferrò al volo, un attimo prima che si schiantasse al suolo, prendendolo per i fianchi e caricandoselo in spalla come se fosse un animaletto domestico. Dopo aver lanciato un urlo acuto l’altro cominciò a dimenarsi tirandogli pugni sulla schiena che a lui facevano solamente il solletico. “Calmati Malfoy, dopo ti riporterò alle tue dimensioni normali. L’ho fatto solamente per farci stare entrambi sotto il mantello dell’invisibilità – ridacchiò di nuovo – E poi… guarda il lato positivo! Dovresti essere felice perché sei delle dimensioni di un furetto, il tuo elemento!”
Il biondo smise di agitarsi e dopo essersi alzato in piedi, in equilibrio sulla spalla di Potter, gli tirò un orecchio mentre gridava con la sua vocina stridula “Vaffanculo Potty! Questa me la paghi!”
“Ahia!” esclamò l’altro prendendo il mini-Draco e poggiandolo sul suo braccio a pancia in su, come si tiene un neonato. “Calmati! Non vorrai farti la pupù addosso dalla paura!”
Il Serpeverde divenne viola dalla rabbia ma non replicò, tanto non sarebbe servito a niente. Si mise comodo tra le braccia calde dell’altro ragazzo e si lasciò cullare dal ritmo del suo passo.
Harry intanto, mentre scendeva piano per piano assieme a quel piccolo essere biondo, non la smetteva di ridere. Avrebbe voluto mostrarlo a Ron ed Hermione e vedere la loro reazione. E, inoltre, finalmente aveva qualcosa con cui scordarsi per un po’ del tradimento di Ginny.
“La vuoi smettere di ridere?” chiese il biondo incazzato.
“Mi dispiace ma non ci riesco! Sai che potrei anche decidere di tenerti così per sempre. Ti adotto come animaletto domestico!”
Il mini-Draco gli tirò un pugnetto sul petto.
“Calmati furetto! Sei piccolino, meglio che fai la nanna oppure sprecherai troppe energie!”
“Ma impiccati!” rispose il biondo.
Il moro avvicinò un dito alla pancia dell’esserino tra le sue braccia e cominciò a fargli il solletico mentre nel frattempo andava avanti a camminare. “Chiedi scusa oppure io continuo!”
“Mai!” urlò il biondo mentre si contorceva da una parte all’altra in preda alle risate.
Il Grifondoro prese a fargli il solletico ancora più forte. “L’hai voluto tu!”
Il Serpeverde quasi non riusciva più a respirare dal ridere. “Ok…Ok hai vinto. Scusami!” esclamò.
Harry sorrise compiaciuto e smise di torturarlo. “Bravo cucciolo!” sussurrò per poi accarezzarlo sulla testa come fosse un gattino.
Il biondo si rilassò mentre riprendeva fiato. “Come mi hai chiamato? Io sono un Malfoy, non hai il diritto di chiamarmi cucciolo!” esclamò mentre sorrideva, senza un tono arrabbiato.
Il moro arrossì violentemente e si affrettò ad alzare la testa in modo che l’altro più in basso non potesse vederlo.
 

Draco sussultò quando le grandi mani di Harry lo afferrarono nuovamente per i fianchi rimettendolo per terra. Si stropicciò gli occhi stanchi, si era addormentato tra le sue braccia senza accorgersene. Arrossì per l’ennesima volta. Il mondo era un ingiustizia, non poteva farci niente se quando era imbarazzato il rossore sulle sue guance si vedeva doppiamente che in chiunque altro. Pallido com’era il cambiamento si notava subito.
“ENGORGIO!” esclamo Harry che nel frattempo aveva estratto la bacchetta.
Il biondo ritornò alle sue dimensioni normali, più o meno 5 cm più alto del moro.
Lo guardò negli occhi da molto vicino. Non aveva mai notato la loro straordinaria bellezza. Quel verde foresta acceso con delle particolari pagliuzze dorate nelle iridi che luccicavano al buio. Senza riuscire a fermarsi allungò una mano e gli tolse gli occhiali così da riuscire a specchiarsi nei suoi occhi. “Così sei molto meglio” disse.
Harry sorrise. “Si, ma così non riesco più a vedere i tuoi di occhi”. Sfilò i suoi occhiali tondi dalla mano del biondo lentamente, riprendendoseli e facendolo rabbrividire.
“Secondo me non è vero” sussurrò Draco in modo sensuale.
Il Grifondoro si avvicinò ancor di più riuscendo a distinguere le varie sfumature grigie e azzurre cristalline e per un momento, il momento in cui il suo nemico gli sorrise, un sorriso sincero, giurò di aver visto le sue iridi di ghiaccio, prima fredde, scaldarsi come se anch’esse sorridessero. “Forse hai ragione” mormorò. Si lasciò inebriare dal suo odore. Sapeva di astuzia, di lealtà, sapeva di “grazie”. Perché era quello che il biondo voleva comunicargli con quello sguardo. Perché sapeva che con le parole non c’è l’avrebbe mai fatta, non ne aveva il coraggio.
Rimasero in quella posizione per un po’ poi Draco si allontano di qualche passo e dopo aver sussurrato la parola d’ordine un muro di pietra scivolò alle sue spalle lasciando intravedere le pareti di mattoni, le tende verdi e le poltrone nere in pelle della sala comune di Serpeverde.
Si voltò un attimo prima che l’apertura si chiudesse. “Ci vediamo!” disse.
“Ci vediamo!” ripeté il moro.
Poi la porta si richiuse con un leggero tonfo, dividendoli.
Come sempre erano stati loro due.








 

Note dell'autrice: Beh dai... in questo capitolo il rapporto fra Draco e Harry inizià un po' ad addolcirsi, vediamo cosa succederà nel prossimo.
Dinuovo ringrazio moltissimo chi ha recensito la fanfiction, chi l'ha messa tra le preferite, ricordate e seguite. Ma anche chi legge in silenzio, nella speranza che questa storia vi stia piacendo.
Sorry per gli eventuali errori grammaticali, se me li scrivete nelle recensioni in modo che io possa corregerli sarei molto felice.
Un bacione a tutti <3

 
 
 
       
   
 
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