Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Akemichan    10/07/2016    2 recensioni
Sei prime volte, in altrettante one-shot, accadute nel crescere della relazione fra Sabo e Koala. Ormai non più proprio canon, ma in generale missing moments, tanto fluff e romanticismo.
#1: Il primo incontro
#2: La prima separazione
#3: La prima missione
#4: Il primo bacio
#5: La prima volta
#6: La prima dichiarazione
[Partecipante alla challenge "scegli il pairing, scegli l'immagine" indetto da Nami93 sul forum di EFP]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koala, Sabo
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Sei'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La prima dichiarazione


Il dito di Sabo le sfiorò appena il collo, per poi scendere lungo il petto fino alla curva dei seni, per accarezzarli. Le erano cresciuti, tanto che non riusciva più a prenderli totalmente nella sua mano, ma il capezzolo era rimasto piccolo come una ciliegia, di colore rosa chiaro. Li adorava.
Era raro avere dei momenti di pausa da poter dedicare solo a loro stessi, all'interno dell'esercito rivoluzionario, ma quando potevano rimanevano per qualche tempo così, nudi a letto senza fare nient'altro che guardarsi e toccarsi e chiacchierare fra di loro. Così Sabo era sdraiato, con solo la camicia aperta sulle spalle che non copriva nulla, ad accarezzare il corpo di lei con la punta dei polpastrelli, guardandola ammirato.
Koala teneva gli occhi chiusi, ma quando lui raggiunse l'ombelico, lasciando che le dita premessero contro il ventre teso per i muscoli ben allenati, li aprì e voltò appena la testa verso di lui, con un sorriso accennato sulle labbra.
«Ti diverti?» gli domandò.
Lui annuì. «Sei bellissima» disse.
«Solo per questo?»
«In tutti i sensi, intendo.» E lo pensava veramente: quando la guardava non vedeva solamente una donna dal corpo perfetto e tonico e dei seni che facevano venire voglia di morderli, ma anche una donna che era sopravvissuta alle peggiori circostanze e poi aveva deciso di salvare il mondo. Una donna da ammirare.
Lei parve capire e il suo sorriso si allargò. «Anche tu non sei male» commentò divertita, alzando le mani a sfiorargli quella cicatrice che le ricordava come i Draghi Celesti avessero legato le loro due vite. L'unica cosa buona che poteva attribuirgli.
«Oh, grazie della concessione» rispose lui, con un leggero broncio fasullo sul viso.
Le prese la mano e se la avvicinò alla bocca, baciando ogni singolo dito. Lei rimase a guardare la scena attentamente, poi si spostò strisciando sul letto per avvicinarsi. Sabo allungò la mano per stringerla a sé, ma quando stava per passarla dietro la schiena, lei si scostò appena. Fu un movimento leggero, quasi una scrollata di spalle, ma sufficiente a farlo fermare.
«Perché?» le domandò.
«Che cosa?»
«Perché non vuoi che ti tocchi la schiena?» Se n'era accorto da qualche tempo. Non avevano problemi quand'erano vestiti, ma se era nuda evitava accuratamente qualsiasi contatto, anche visivo, con la sua schiena.
Koala tornò a sdraiarsi, fissando il soffitto. «Sai che cosa c'è.»
«Proprio perché lo so non capisco» replicò Sabo. «Non è qualcosa di cui ti vergogni.»
«Vergognarmi!» rise fra sé Koala. «Quel simbolo è il mio orgoglio.» Poi tirò un lungo respiro. «È l'ultima cosa che mi ha lasciato Fisher Tiger... Vale moltissimo.»
«Lo capisco.»
«È come se lui fosse ancora con me» continuò Koala. «A vedere quello che sono diventata, quello che sto facendo... E mi vergogno a fargli vedere... questo
«Me? Noi due?»
«Noi due che facciamo sesso» sussurrò lei.
«Pensi che non gli piacerei?»
«Non aveva molto in simpatia gli umani» mormorò Koala, chiudendo appena gli occhi per ricordare quel momenti. «Non si poteva dargli torto. Ma tu... Noi tutti qui siamo differenti.»
«Questo è vero.» Sabo si alzò lentamente, la scavalcò e scese a terra. «Però non hai risposto alla mia domanda.»
«Perché non conosco la risposta.» Koala riaprì gli occhi e lo guardò che si allontanava verso il bagno, la camicia azzurra sulle spalle che non serviva affatto a coprigli le natiche sode, o le spalle diritte. «Non devi offenderti.»
Lui non si voltò. «Non lo sono» disse. «Solo che... Non so, sembra quasi che ti vergogni di noi. Di quello che facciamo.» Anche lui aveva un orgoglio, dopotutto, come rivoluzionario.
«Non è così...» sussurrò, quando era già scomparso all'interno del bagno. Si strinse nelle spalle: non aveva progettato di ferirlo in alcun modo, solo che le sue sensazioni erano così difficili da spiegare che non era strano che non avesse capito.
Non si era resa conto dell'importanza di quel sole che aveva sulla schiena finché non aveva perso Fisher Tiger. Allora aveva passato il resto dei suoi anni a combattere per mantenere vivo il ricordo, per essere degna anche lei di averlo marchiato a fuoco sulla schiena. I suoi anni erano stati di duro lavoro e nient'altro, per l'obiettivo che si era prefissato.
Avere una storia le sembrava quasi una distrazione, un tradimento, a prescindere da quanto degna forse l'altra persona. Perché, ovviamente, non provava altro che ammirazione per Sabo e per i principi per i quali combatteva.
Poi lentamente, si voltò e si accasciò sul materasso: i suoi seni che vi premevano e le braccia piegate sul cuscino, sotto la sua testa. Quando Sabo tornò dal bagno la trovò così, con la schiena voltata e il simbolo dei pirati del sole in piena vista. Era la prima volta che lo vedeva, anche se già sapeva della sua esistenza e della sua forma.
«Non devi farlo per forza» le disse, fermo sulla soglia del bagno. «Non voglio che ti senta obbligata, se non vuoi.»
Lei scosse la testa. «Ho smesso di fare cose perché lo vuole qualcun altro» affermò. «Ma hai ragione. Io sono orgogliosa di essermi innamorata di te, come lo sono del simbolo che porto sulla schiena. Non devono essere incompatibili.»
Sabo non disse nulla, ma continuò a fissarla con gli occhi spalancati. Era sbiancato. «È la prima volta che me lo dici.»
«Che cosa?» si stupì lei.
«Che sei innamorata di me.»
Koala arrossì. «Oh, be', pensavo che fosse ovvio...» Così ovvio che non se l'erano mai detto prima. Erano andati avanti consapevoli della situazione, senza mai pensare che, a volte, le parole hanno un peso. «E tu?» domandò, quando Sabo fu tornato a sedersi sul letto accanto a lei.
Sabo non rispose, con occhi ancora fissi su quel sole rosso che spiccava sulla sua pelle chiara. Allungò una mano, senza nemmeno accorgersi che stava tremando, e ne sfiorò i bordi. Lei rabbrividì appena sotto quel tocco: era la prima volta che lasciava che qualcuno lo toccasse e le appariva strano, ma non spiacevole.
Sabo si prese tutto il tempo per passare il suo dito indice sul bordo del marchio, su ogni raggio fiammeggiante. Al suo interno cercò il simbolo dei Draghi Celesti: era appena visibile, ma era ancora all'interno, si potevano sentire i bordi appena accennati. Era il simbolo vivente che si poteva decidere di cambiare, di trasformare il passato negativo in qualcosa di positivo.
«È bellissimo...» mormorò. Si spostò fino a sistemarsi sopra di lei. Di altezza era così piccola rispetto a lui, ma nemmeno ci faceva caso, perché sapeva che nascondeva molto di più dietro. Fortuna che era nel suo periodo refrattario, non gli sarebbe piaciuto rovinare il momento con un'erezione.
Si chinò su di lei e le baciò la schiena, prima sulle spalle e poi scendendo, sul marchio, sul centro. Koala sorrise appena e lo lasciò fare. Si vergognava ancora, una sorta di timore riverenziale all'idea di fare qualcosa di così triviale per il simbolo che era il suo orgoglio, eppure lo trovava piacevole.
«Voglio fare sesso così, la prossima volta» mormorò Sabo.
«Perché?!»
«Perché questo simbolo è qualcosa di importante per la donna che amo» rispose Sabo. «E non voglio dimenticarlo.»
Lei ridacchiò fra sé. Doveva proprio evitare di guardarla quando glielo diceva? «Se mi va» rispose, ma non riusciva a togliersi il grande sorriso che gli si era formato in viso. «Non è mica detto che decida di farlo ancora...»
«Ah, sì?» Ora il tono di Sabo era divertito come il suo. Poi iniziò a solleticarle la schiena, proprio ai lati del marchio, ben sapendo che sfiorarla così la faceva sobbalzare. Lei si scostò appena, ma lui era completamente sdraiato su di lei e la teneva ferma. «Non credo tu possa sottrarti dopo quello che hai detto prima» la avvertì, mentre ridacchiava assieme a lei.
«Quello che abbiamo detto, tutti e due» precisò Koala, divertita. Sì, lei era orgogliosa dell'uomo che si era scelta, perché ne condivideva scopi e lavori, ma era anche orgogliosa che lui si fosse innamorato di lei. Non l'aveva preventivato, non l'aveva cercato, ma c'erano persone che stimava e di cui apprezzava la stima. Con Sabo erano andati oltre, ma non se ne era mai pentita.
«Hai ragione» fu costretto ad ammettere lui, con le guance leggermente rosse ma la voce sicura. «Io sono orgoglioso e felice di essere ricambiato da te» disse, dando voce ai suoi stessi pensieri.
Koala si divincolò dalla sua presa, per voltarsi verso di lui. Sabo si alzò appena, puntellandosi con le mano ai suoi fianchi. Lei era completamente nuda sotto di lui, con i capezzoli eretti e la bocca appena schiusa, le labbra rosse.
«Allora dimmelo. Guardandomi in faccia.»
Sabo ricambiò lo sguardo deciso e un sorriso gli increspò le labbra. «Devo proprio?»
«Assolutamente.»
Si chinò appena per baciarla, sfiorandole leggermente le labbra e sentendo i suoi seni sotto il suo petto. «Io ti amo, Koala.»

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Akemichan