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Autore: Red_Coat    12/07/2016    3 recensioni
Genesis.
La mia vita, per te.
Infinita rapsodia d'amore
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DAL TESTO:
Un bagliore accecante invase la grotta, ed io capì che l'avevo raggiunta appena in tempo. Alzai gli occhi, e vidi uno splendido angelo con una sola ala, immensa, nera e maestosa, planare dolcemente su una roccia. Rimasi incantata, con gli occhi pieni di lacrime, a fissare la sua sagoma, fino a che non mi accorsi che i suoi occhi verdi come l'acqua di un oceano di dolore e speranza seguitavano a fissarmi, sorpresi e tristi.
Fissavano me, me sola, ed in quel momento mi sentii morire dal sollievo e dalla gioia
" Genesis! " mormorai, poi ripetei il suo nome correndogli incontro
C'incontrammo, ci abbracciammo. Mi baciò.
Ed io, per la prima volta dopo tanto tempo, piansi stretta a lui.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genesis Rhapsodos, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vincent Valentine, Zack Fair
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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CAPITOLO III
 
/// Flashback///
 
- Rhapsodos? – chiese Angeal, stupito
 
Si trovavano al 46esimo piano del Quartier Generale della ShinRa, intorno a loro si muoveva frenetica la vita del reparto SOLDIER, ma loro sembravano coinvolti in una conversazione abbastanza seria da spingerli a non curarsene neppure.
Angeal soprattutto, continuava a guardare il suo allievo con aria cupa e accigliata più del solito
 
-Giuro Angeal! – esclamò Zack, sporgendosi in avanti con le mani, quasi a supplicarlo di credere alla sua sincerità – Mi ha detto di chiamarsi Valery Rhapsodos!
Ma … perché ti preoccupi così tanto? – chiese infine ingenuo, dopo una breve pausa
 
Più che naturale, dato che ancora gli era segreto il legame del suo mentore col Soldier dal soprabito rosso, anche se immaginava che tra i 1st class ci fosse un certo grado di amicizia.
Angeal rimase in un silenzio pensieroso per qualche attimo, poi si riscosse scuotendo la testa e le spalle
 
-Sta mentendo. – concluse con estrema sicurezza, voltandogli le spalle e iniziando a camminare verso l’ascensore 
-E tu come fai a saperlo? – ribatté allora il più piccolo, seguendolo – A me è sembrata piuttosto sincera. – caparbio
-Lo so. – lo interruppe allora Hewley, irritato

Poi però, forse accortosi del suo tono troppo esagitato, sospirò e si sforzò di sorridere, rivolgendogli un pò più di attenzione

– Può anche darsi che abbia conosciuto Genesis, ma l’ho vista piuttosto scossa … – aggiunse – può essere abbia subìto uno shock, per questo ti ha risposto così. –

-Si, ma … -
-Zack … -
 
All'improvviso ammutolito da quel tono, il giovane 2nd class guardò negli occhi il suo mentore, che si era fatto improvvisamente serio.
Quello sguardo preoccupato e severo avrebbe anche potuto essere abbastanza, ma per rafforzare la sua decisione gli posò una mano sulla spalle e disse
 
-Lascia che se ne occupino i turks. –

Zack però, nonostante la premura di Angeal, non voleva ancora arrendersi

-Ma lei parla solo con me! - piagnucolò, caparbiamente
 
Allora con un sospiro Angeal tolse la sua mano dalla spalle dell’allievo e ricominciando a camminare gli ordinò, senza ammissione di repliche
 
- Stanne fuori! È per il tuo bene. –
 
/// Fine ///

 

 
***
 
" -Cerco di aiutarti! Perché non vuoi parlare con me? – mi chiese Tseng, in maniera quasi esasperata
 
Lo fissai, ammutolita.
Aiutarmi? E come? Spifferando tutto al Presidente, che a sua volta avrebbe scomodato il reparto scientifico, che mi avrebbe affidato alla “cure” dei Turks in maniera più formale di questa?
Certo, come no.
Ammesso che non stesse già accadendo …
Aveva già fatto abbastanza portandomi tra le mura della Shinra con la scusa di farmi medicare qualche piccola ferita che mi ero fatta cadendo.
Se avessi parlato con lui rivelandogli ciò che i suoi superiori volevano sapere, ben presto sarei di sicuro diventata come … Vincent Valentine.
E tutto volevo, tranne questo.
Avevo avuto il coraggio di parlare a Zack, anche se solo tramite una mezza verità, perché sapevo che di lui avrei potuto fidarmi.
Certo, sapevo anche che ne avrebbe parlato con Angeal, ma questo era ciò che volevo … perché di sicuro lui te ne avrebbe parlato, e magari tu avresti voluto … incontrarmi.
Era quello che speravo, fin dal principio.
Avevo paura, la sola idea di vederti mi faceva sentire così spaventata da indurmi a svenire maledicendo la mia stupidità. Non volevo vederti, perchè temevo ... una tua reazione contraria.
Ma questo era ciò che riguardava il mio io vigile. Il mio inconscio invece, la parte più profonda del mio essere, aveva sempre voluto incrociare quei magnifici occhi color mako, così belli, capaci quasi di parlare da soli.
Dio, mi faceva impazzire il solo sapere di essere così vicino a te! Così come mi fa impazzire ora, il ricordo di quei giorni … e il sapere di non averti più accanto, anche se solo temporaneamente.
La porta della stanza si aprì, io seduta sul comodo materasso del letto mi voltai di scatto, quasi presa alla sprovvista, e vidi entrare Cissnei, la giovane turk dai capelli rossi cresciuta tra le mura della Shinra
 
-Allora? – chiese, guardando prima me poi Tseng, e incrociando le braccia sul petto
 
Il wutaiano s’appoggiò alla scrivania affollata di carte, accostata alla parete a destra della porta, e scosse la testa sospirando esausto.
Per poco non scoppiai a ridere, non so perché.
 
-Niente … - disse
-Con Zack ha parlato, però. – commentò allora la ragazza
 
Il sorriso scomparve immediatamente dalle mie labbra per lasciare posto ad un’espressione quasi terrorizzata, e il cuore s'arrestò nella gola mentre i due mi rivolsero rapidi sguardi indagatori e attenti.
E se …” pensai, stringendo i pugni delle mani sul materasso e sforzandomi d’ignorarli.
No, Zack non lo farebbe mai” presi a ripetermi subito dopo, finendo per convincermene quando udii la risposta stizzita di Tseng
 
-Si, ma non ha voluto dirmi nulla. A te? – chiese quindi, senza contarci troppo
Cissnei scosse la testa
 
-Ha cambiato argomento appena gliel’ho chiesto… -
 
Sospirai, improvvisamente rilassata e sollevata, e tornai a sorridere, guardando i miei piedi nudi penzoloni a pochi centimetri dal pavimento in legno.
Tseng rimase per qualche altro secondo in un pensieroso silenzio, poi mi si avvicinò e s’inginocchio di fronte a me, prendendomi le mani e guardandomi come fossi una bambina spaurita.
Non so … forse lo ero.
 
-Perché non vuoi parlare? – domandò, teneramente –Cosa ti fa paura? –
 
Lo guardai dritto negli occhi per qualche istante, spostai poi la mia attenzione su Cissnei che mi fissava innervosita, le braccia ancora incrociate sul petto e una posizione rigida, battendo la punta del piede destro nervosamente sul vecchio pavimento in parquet.
Infine mi alzai, e aperta la finestra mi affacciai guardando in direzione della cupola del grande edificio Shinra, verso quelli che sapevo essere i laboratori Shinra.
Come avevo sperato, Tseng capì quasi subito, avvicinandosi a me e guardando nella stessa direzione
 
-Oh!- mormorò soltanto, portandosi una mano sotto il mento e abbassando lo sguardo
-Sei una cavia?- chiese invece Cissnei, facendosi anch’ella avanti
 
La guardai con un mezzo sorriso quasi impietosito dalla sua ingenuità, e scossi la testa.
 
-Credo che … non si senta al sicuro con noi Turks.- disse invece Tseng, dopo avermi osservata
 
Mi guardarono entrambi, ma io non risposi neanche con uno sguardo. Sorridendo chissà perché mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi.
Solo quando udii la porta chiudersi, e le voci appena percepite dei due infittirsi in una conversazione fuori dalla stanza, il sorriso si spense e lasciai sfuggire una lacrima da sotto le mie palpebre chiuse.
Non sapevo per quale motivo, ma avevo bisogno di piangere.

 
***
 
/// Flashback///
 
- Loveless, Atto III -
 
<< My friends, your desire is the bringer of life,
the gift of the goddess … >>
 
 
<< Genesis! >>
 
Il SOLDIER dai capelli rossi faticò non poco a distrarsi dalla lettura del suo libro preferito, per rivolgere l’attenzione ad Angeal che era appena apparso sulla soglia della sua camera da letto.
Sollevò gli occhi verso di lui senza muovere la testa, e sorrise appena, come faceva di solito non appena i suoi occhi verde oceano incrociavano quelli neri dell’amico, anche se ultimamente non riusciva più a farlo come prima.
Tutti davano la colpa all’ombra dell’invidia per Sephiroth, che comunque non era mai andata oltre alla semplice agonistica rivalità, ma la verità era ben diversa ora, da qualche mese a questa parte.
Da quando nella sua mente avevano iniziato ad insinuarsi, come famelici tarli, terribili sospetti che ormai non riusciva più a togliersi di dosso, per quanto ci provasse, alimentati da quei continui malesseri fisici che ultimamente lo coglievano sempre più spesso. Essere affetto da stanchezza cronica non era certo un vanto per un SOLDIER 1st class, per non parlare poi della recentissima scoperta di quella maestosa, inquietante ala nera che gli era spuntata sulla schiena durante una missione e che a fatica era riuscito a far scomparire.
La goccia che aveva fatto traboccare il vaso, rendendolo ancora più inquieto e irritabile.
Solo grazie a Loveless riusciva, seppure per qualche breve attimo, a dimenticare e a rilassarsi.
 
- Angeal. - rispose, a mo’ di saluto, fingendosi distratto
 
Hewley gli si avvicinò con aria truce e preoccupata, parandoglisi davanti. Svogliatamente, Rhapsodos sospirò e chiuso il libro si mise a sedere sul letto, stampando sulle sue labbra un ghigno sornione e spostandosi un po’ per lasciar posto all’amico, che si accomodò vicino a lui guardandolo negli occhi
 
-Come stai? – gli chiese
 
La sua premura era proverbiale quasi quanto il suo senso del dovere, ma in un momento simile – soprattutto perché ancora nessuno sapeva della sua ala nera -, quella domanda lo urtò, e non poco. Tuttavia, trattenendosi decise di non darlo a vedere, rispondendo con un altro ghigno che mal celava una smorfia
 
-Ero solo un po’ … stanco. Tutto qui – come se questo non fosse già abbastanza preoccupante dopo il misero allenamento condotto quella mattina
 
Erano settimane che non riusciva più a combattere senza avere il fiatone, per la miseria!
 
- Sei venuto solo per questo? – concluse, fissandolo come se questa fosse stata una sua colpa
 
Angeal lo fissò indeciso per qualche attimo sul da farsi. Titubò, fissandolo per qualche altro istante prima di decidersi a porre la fatidica domanda
 
-Tu … - bofonchiò, poi sospirò un paio di volte ed infine tornando a guardarlo negli occhi terminò - Tu hai una sorella? –
 
A quelle parole, Genesis si esibì in un sincero sguardo sorpreso e stranito, senza sapere se riderne o esserne preoccupato.
In una circostanza normale, sicuramente la scelta sarebbe ricaduta sulla prima opzione. Una grossa risata e magari anche qualche battuta sagace per tranquillizzare gli animi scuotendo la testa.
Ora però … le circostanze erano lievemente cambiate, e dato che non sapeva più cosa aspettarsi si limitò ad aggrottare le sopracciglia e allargare il sorriso malcelando la smorfia che ci stava sotto
-Angeal … -  lo schernì - Mi meraviglio di te. Stiamo insieme da quando eravamo in fasce, dovresti saperlo ormai, da chi è composta la mia famiglia. -
 
Hewley scosse la testa e abbassò lo sguardo, affranto
 
-Lo so, ma ... – sospirò, lasciando la frase a metà come se continuarla fosse troppo pesante per entrambi
 
Genesis si fece serio, lo scrutò attentamente e mormorò, quasi preoccupato
 
- Angeal … -
 
Quello alzò gli occhi nei suoi, e bastò uno sguardo per capire che non poteva più tirare oltre la corda. Annuì, pesantemente
 
-Ieri mattina … - iniziò, ancora in dubbio tra il farlo e non farlo ma rendendosi conto di non poter più tornare indietro – Zack e due turk hanno trovato una ragazza in stato confusionale, nel settore 8. – spiegò
- E quindi? – chiese il rosso, spazientito
 
Hewley lo guardò in viso per qualche secondo, poi finalmente diede la strana e sconvolgente notizia
 
-Non parlava, fino a che non ha visto una tua foto. Ha fatto il tuo nome, e dice di chiamarsi … Valery Rhapsodos. -

 

 

Genesis Rhapsodos
   
 
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