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Autore: La Setta Aster    21/07/2016    1 recensioni
Vi è mai capitato, scrutando il cielo, di sentire dentro di voi la sensazione che altri occhi come i vostri siano puntati al firmamento in cerca di risposte? E se vi è capitato, avete provato a parlare con le stelle? Aster, una ragazza aliena di Neo Cydonia, e James, un giovane terrestre come voi, a distanza di anni luce hanno in comune un cuore sempre in fuga dal mondo, in direzione dell'universo.
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Aster era nel laboratorio della Ziggy Stardust, intenta a svolgere vari lavori su diversi terminali. Aveva chiesto a Kibernete di chiamare Jim e Graziano, che si stavano allenando nell’armeria della stiva. In breve tempo furono entrambi in laboratorio, curiosi di sapere cosa desiderasse. Aster doveva ammettere che l’aveva emozionata la semplice azione di convocare due membri dell’equipaggio “Kib, fa’ venire qui Jim e Gra, devo parlargli” “sarà fatto”. Era lusingata dalla loro velocità.

“di che hai bisogno?” domandò Graziano, mentre Jim beveva dell’acqua. Erano entrambi fradici di sudore.

“ho analizzato una delle vostre ‘sigarette’, e non indovinerete mai cosa ho trovato” disse.

I due umani si guardarono, senza sapere bene cosa pensare. Scuotendo la testa, ammisero di non avere idea di quale potesse essere la sensazionale scoperta.

“sto ancora cercando di mettermi nell’ottica che su questo pianeta la verità vada cercata lontano da ciò che è fin troppo evidente, quindi ho fatto queste analisi, ed il risultato è sconcertante” pareva voler temporeggiare. Prese fiato, poi parlò “vi stanno tenendo nascosto che queste ‘sigarette’, come voi le chiamate, sono micidiali! Un uso eccessivo può uccidere un uomo, anche il più robusto. E non è tutto: contengono una sostanza che crea dipendenza, in pratica vi rende schiavi. Credo che sia una violenta soluzione al sovrappopolamento del pianeta: non potete farne a meno, ma vi uccide, e in questo modo porta un grande numero di umani alla morte, diminuendo la popolazione in eccesso. È crudele, oltre che inaccettabile”

I due ridacchiarono, e questo lasciò Aster piuttosto sconcertata.

“cavolo, ci hai fatto venire qui per farci la lavata di capo? Non ci posso credere!” disse Graziano “se volevo una ramanzina andavo da mia madre”

“Aster, noi lo sappiamo, c’è anche scritto sui pacchetti”

La ragazza aliena sgranò gli occhi “lo sapete? Eppure perseverate in questo scempio!”

“andiamo, non puoi farci la morale, direi che abbandonare il tuo pianeta per intraprendere un pericoloso viaggio nello spazio non è meno pericoloso!” protestò Jim.

“se dovessi rischiare la mia vita per esplorare un pianeta alieno lo farei, su questo puoi contarci” ribatté lei “perché è un buon motivo per rischiare la pelle, ma voi vi state uccidendo perché siete schiavi della sostanza! Non siete voi a volerlo, ma la dipendenza!” i toni di Aster iniziavano a farsi più alti.

“noi non siamo schiavi, possiamo smettere quando vogliamo” intervenne Graziano, un po’ seccato.

“ può darsi, ma quella sostanza agisce sulla volontà: finché non lo vorrà lei non lo vorrete nemmeno voi!”

“la verità è che non è facile, Aster” ammise Jim.

“nulla di più facile, per la Ziggy Stardust! La semplice doccia della mia cabina annienta tossine nocive e qualunque sostanza pericolosa, anche sconosciuta: basta inserire un campione della sostanza, isolarlo da altri elementi, e registrarlo come nocivo. Al resto ci pensa la doccia”

Jim era perplesso: voleva davvero smettere? Graziano, invece, era irremovibile: “io non mi faccio fare il lavaggio del cervello”

“sarebbe più un lavaggio del tuo corpo” disse Aster.

“ho comprato un basso elettrico per fare rock, e non puoi dire cosa fare ad uno che suona rock! Non lascerò che una donna mi dica cosa fare e cosa non fare!” così dicendo, uscì dalla stanza, diretto verso l’uscita. Con riluttanza indossò la maschera subacquea aliena.

Jim e Aster rimasero soli.

“so cosa si prova a sentirsi dare direttive che non vorremmo seguire, ma credimi: questo non è un ordine. Se tu volessi affrontare da solo una flotta di pirati spaziali io verrei con te, e se decidessi di entrare in un buco nero, io ti seguirei, a costo di morire, pur di vivere intensamente un altro istante”

Jim la guardò, e, lottando contro la parte di se che voleva sputarle in faccia, insultandola, accettò.

Quando tornarono in superficie, Graziano li trafisse entrambi con uno sguardo carico di biasimo. Non aveva rivelato nulla ai compagni: Jim sapeva che il suo migliore amico, suo fratello, non lo avrebbe tradito nemmeno sentendosi tradito egli stesso.

*

Nei due giorni che seguirono, Aster non mancò ad un solo concerto dei suoi nuovi amici, così come Jim e Graziano non persero un solo appuntamento con la ragazza per addestrarsi all’uso delle armi aliene, sebbene l’astio sopito creava un’atmosfera satura di tensione. Di solito gli addestramenti avvenivano intorno alla una di notte, quando a nessuno sarebbe parso strano non vedere i tre compagni. Monica ed Abigail si ritagliavano sempre, durante quell’orario, un po’ di tempo per loro, e chi non dormiva già, festeggiava ancora ai tavoli dove prima sedeva il pubblico dei Chaos Within. Kibernete era costantemente alla ricerca di possibili tracce del Venatore, ma, fino a quel momento, senza successo. Aster, mentre i suoi due compagni umani, quelli a conoscenza del suo segreto, si addestravano, passava in rassegna tutte le informazioni che suo padre aveva raccolto sulla creatura alla quale stavano ora dando la caccia.
Nulla di interessante pensava tra se e se o almeno, nulla di utile. Sembra essere solito vivere in zone sulfuree, come isole vulcaniche, quindi è anche presumibile che sia un cacciatore della giungla. La sua è una dieta varia, ma comunque sia, prima di mangiare un cibo, lo scioglie. Molte erano le informazione, ma il più delle quali sarebbero servite per scrivere un rapporto di classificazione, per registrare l’animale nell’elenco delle specie conosciute, l’elenco più lungo della galassia, costantemente in crescita. Niente, poteva trovarsi a chilometri di distanza, in quel momento. Ma la fanciulla Cydonense si rincuorava nel vedere Jim e Gra che miglioravano di giorno in giorno. Ciò che la rendeva fiera non era il loro talento nell’uso di un’arma, ma che avessero imparato ad utilizzare uno strumento a loro alieno.

Mentre Jim scopriva ogni giorno di più la cultura di Neo Cydonia, e, in generale, della galassia a cui appartenevano tanto lui quanto Aster, lei imparava moltissimo sul pianeta Terra, sulla sua storia, il suo passato, presente, e come veniva immaginato il futuro. Rimase innamorata della carta dei libri: sentirla tra le dita mentre leggeva avidamente, divorando pagine e pagine ogni ora che aveva libera; al tatto, ma anche all’olfatto, era così diversa la carta terrestre, simile, ma diversa, da quella Cydonense. Si perse nella lettura di quello che era il libro preferito di Monica: Moby Dick. Infatti, una sera, la batterista, vestita con una giacca in pelle talmente corta da coprire ben poco del suo corpo, e un paio di jeans a zampa di elefante, si prodigò nel suonare un lungo assolo di batteria, introdotto e concluso da una parte strumentale, che prendeva il nome, appunto, dal romanzo di Melville Moby Dick, ed era stato ideato ed eseguito da John Bonham dei Led Zeppelin.

Jim e Graziano erano intenti ad allenarsi con le armi, quando Kibernete rivelò all’equipaggio di avere un’idea su quale potesse essere l’attuale ubicazione del Venatore. Avrebbe cercato una zona con fonti di acqua sulfurea, o comunque con presenza di zolfo, il cui odore avrebbe rassicurato la creatura. Vi erano due possibili luoghi che rispondevano alle caratteristiche ed erano situati ad una distanza che il Venatore avrebbe potuto percorrere: Saturnia e un luogo chiamato l’Inferno di Dante. Jim avrebbe voluto ispezionare Saturnia come prima tappa, ma Graziano insisteva sul fatto che un luogo chiamato Inferno di Dante non poteva che essere la scelta migliore, a parità di fattori. Tirarono una moneta: testa, Saturnia, croce, Inferno.

*

Massimo aveva la coincidenza di lì a due ore. Avrebbe preso il treno fino a Milano, dove avrebbe cambiato, per poi dirigersi a Gallarate. Era stato chiaro su questo: li avrebbe seguiti in campeggio come loro manager, ma non sarebbe rimasto per tutta la settimana. E così, all’alba del quinto giorno, sarebbe salito sul treno delle otto e quarantacinque. Jim e il suo amico fraterno Graziano si offrirono di accompagnarlo, insieme a Zoe, approfittando dell’occasione per dare un’occhiata alle spiagge vicine, così da poter poi condurre la ciurmaglia ad una soffice distesa di sabbia, isolata  e solitaria, lontana dalla fastidiosa massa di turisti. Ma, ovviamente, quella era la ragione ufficiale per cui non sarebbero tornati a pranzo e avrebbero tardato nel pomeriggio: in realtà avrebbero ispezionato l’Inferno di Dante, alla ricerca del Venatore.

Dal binario, Jim, Gra ed Aster guardarono il treno portarsi via Massimo, e i due ragazzi presero a salutarlo agitando dei fazzoletti bianchi, rigorosamente usati, e prodigandosi in improbabili scenate di disperazione. Affacciato dal finestrino del malandato treno ormai antiquato, l’amico in partenza mandava affettuosi baci, intimando i compagni di non dimenticarlo mentre andava a combattere i nazisti in Normandia. Aster vide quei tre amici riuscire a divertirsi e a ridere anche dovendosi salutare, pur sapendo che lo avrebbero rivisto dopo pochi giorni. Jim e Gra sapevano che avrebbero dovuto affrontare un mostro alieno, ma questo non gli impediva di apprezzare quei momenti di serenità. Amava questo lato degli umani. Si chiese se fosse un lato insito unicamente della natura umana. Si rese conto di conoscere i suoi complanetari ancora meno di quanto aveva imparato a conoscere gli umani. Ma non se ne fece una colpa: furono loro a non concederle la volontà di conoscerli.

Quando la portiera dell’auto si chiuse, Aster sentì come una gelida scossa elettrica drizzarle la spina dorsale: si avvicinava lo scontro. Anche gli altri due compagni di viaggio percepirono una certa variazione nelle note dell’aria: un misto di adrenalina e paura. Jim accese il motore, e la radio con esso. Il disco riproduceva un pezzo dei Van Halen, ma lontano dal sound che li rese famosi: il brano in questione era Humans Being, che accompagnò l’annuvolarsi del cielo. Titani neri come la notte s’appropinquavano gridando battaglia. I venti spiravano furenti, e la stessa aria parve assumere un colore verdastro. Ma la tempesta si avvicinava a Grosseto, quindi sarebbe potuta giungere all’Inferno di Dante solo dopo tre o quattro ore almeno. Ciò nonostante, Jim premette l’acceleratore tentando di arrivare il prima possibile, forse più per impazienza che per paura di trovarsi in mezzo ad una tempesta, anche da qualche anno a quella parte i temporali erano in grado di scatenare addirittura dei tornado, soprattutto su suolo maremmano. I capricci del tempo tropicale erano risultato del cambiamento del clima, e Jim, che guidava un’auto a benzina, non poteva lamentarsene.

La strada si concluse in un parcheggio arido, ai piedi di un rialzamento del terreno dal quale sgorgava un filo di fumo: era una conca di fango bollente. Alle spalle di questa, una piccola collina rocciosa. Una volta fermata l’ automobile, i ragazzi scesero, notando che non c’era nessuno in visita. Gli occhiali da sole non servivano più, delle leggere nuvole si erano posate delicatamente sul sole, mantenendo così il caldo, ma senza permettere alla luce di urtare gli occhi. Era comunque il preludio del temporale che si erano lasciati alle spalle.

“bene, iniziamo la ricerca, e tenete le vostre armi pronte all’uso” disse Aster, consegnando ad ognuno delle armi da polso.

Un sentiero in salita sorpassava, su un fianco, una conca di fango, e passava oltre, fiancheggiando la collina coperta solo da roccia, terra e arbusti. Piccole bocche di fumo si aprivano nel terreno lungo tutto il sentiero. Giunti in cima, dinnanzi ai ragazzi si apriva uno spettacolo desolante e mozzafiato: un campo di conche di fango, geyser, colonne di fumo, e terra dai colori infernali: rosso fuoco, giallo acceso e nero, per via del terreno vulcanico.

“benvenuti all’Inferno!” annunciò Jim, facendo ridere Aster, e scaturire appena un sorriso malevolo sul volto di Gra. Jim fu lieto di essere riuscito a distrarre Aster, ma Gra era impassibile: sentiva che nell’amico scorreva rabbia, non paura.

“la leggenda vuole che il grande poeta fiorentino Dante Alighieri si sia ispirato a questo luogo per la stesura dell’Inferno, celebre parte dell’opera in versi La Divina Commedia” lesse Aster da un pannello illustrativo.

Graziano parve disinteressato. Si avvicinò alla ragazza.

“nessuna traccia del Venatore?” domandò, un po’ seccato.

“no” rispose lei “tenete gli occhi aperti”.

Jim, però, teneva gli occhi aperti per lo spettacolo che gli si pareva davanti agli occhi, e già la sua fantasia faceva immensi viaggi, sull’incontro con il Venatore, sul quel luogo così mistico, che attraverso i colori accesi e il calore torrido, umido e soffocante, creava un’atmosfera rallentata, ovattata, estraniante e confusa. Dovette togliersi il cappello per far respirare la testa. Si passò una mano tra i capelli, già madidi di sudore, appiccicati gli uni agli altri. Notò che anche Aster si permetteva di far correre per quel campo incandescente i suoi sogni. Graziano, invece, era concentrato sugli anfratti, e desiderava febbrilmente trovare la creatura. I ragazzi iniziavano a disperdersi, a correre, vagare per tutto il campo, e Aster temeva che potessero cacciarsi nei guai.

“ragazzi! Di qua prosegue!” urlò Jim, giunto in fondo alla piana.

Una stradicciola si apriva negli arbusti aguzzi e feroci fino a un lago di fango grigio ribollente.

“sembra di essere su un pianeta alieno” sospirò estasiato il ragazzo.

A chi lo dici pensò Aster divertita.

“il Venatore non c’è, Gra. Ma in compenso qui c’è un panorama mozzafiato”

“no, Jim, non mi darò pace finché non lo troverò. Non possiamo permettere che uccida qualcuno”

L’amico lo guardò con uno sguardo che racchiudeva in se preoccupazione e affetto. “so che tu non lo fai per il destino delle possibili vittime, ma perché hai bisogno di sfogare la tua rabbia. Lascia che ti dica questo: non essere così ansioso di porre fine alla sua vita”

“ma non è un essere umano, Jim”

“non importa, non sai nemmeno se pensa oppure no, non sai niente di lui e lo vuoi uccidere! Allora noi per cosa combattiamo, con la nostra musica?”

Non fece in tempo a rispondere, che furono attirati dalle grida provenienti da Aster, che urlava “lui è qui!”

Avvistarono il Venatore: massiccio, un groviglio di terrore nero che si dimenava. I ragazzi accorsero verso l’aliena, mentre lei utilizzava uno dei fucili che portava nel suo inventario per dare del filo da torcere all’avversario. I proiettili luminosi che non venivano scaraventati contro il mostro, in uno zampillare di scintille, andavano a finire in ogni direzione, sulle rocce, nel terreno, davano fuoco ad alcuni arbusti isolati. Appena Jim e Gra furono vicini abbastanza, Aster li cercò con lo sguardo, felice che fossero lì insieme a lei. In quell’attimo di distrazione della ragazza aliena, la bestia le piombò addosso, e alzò una zampa per strapparle via il volto con un’artigliata. Ma prima ancora che fosse pronto il colpo, Jim e Gra ferirono con una raffica di proiettili il Venatore, che con un verso a metà fra sibilo angosciato e ruggito furioso, si avventò su Jim a una velocità impressionante. I proiettili lo avevano ferito, ma nient’altro. Quale corazza animale poteva opporre resistenza a un raggio laser? Gra puntò l’arma verso una cavità sul muso della bestia, che doveva essere un occhio, o comunque una feritoia nella corazza, e fece fuoco. Con uno scatto serpentino, il mostro si volse in fuga, accompagnato dallo stesso verso agghiacciante.
Dopo averlo colpito, il ragazzo tentò di inseguire l’essere, ma rinunciò quasi subito. Jim, invece, si alzò, a fatica per correre da Aster. Non era ferito, ma aveva ricevuto un colpo micidiale allo stomaco, aveva battuto testa e schiena, e anche le costole gli dolevano.

“va tutto bene? Sei ferita?” domandò col fiatone alla ragazza, ma Aster gli fece segno di correre.

“tornerà!”

Puntando le armi ad ogni sbuffo di fumo, i tre ragazzi fecero ritorno, di corsa, ai mezzi.

“voi andate, io lo aspetto qui” disse Gra.

“tu, solo, contro quella bestia? Non la considero nemmeno un’opzione” rispose Jim.

“per me è l’unica opzione”

“abbiamo valutato male le sue forze, non credevo fosse così resistente alle nostre armi!” obiettò Aster.

“io non ti lascio qui, e nemmeno ci resto, quindi ora Sali in macchina o giuro su R. J. Dio che sciolgo la band appena arrivo al campeggio!”

Questa minaccia lasciò l’amico pietrificato e basito: avrebbe rinunciato davvero al suo sogno? Decise di pensarci in un altro momento, e salì in macchina, alle spalle di Jim.

 Il Venatore non li disturbò, pareva svanito, o forse si era definitivamente ritirato. Una nuvola di sabbia nera si scatenò come una trottola impazzita, quando le ruote dell’auto guidata da Jim sfregò ferocemente contro il terreno, nella fretta di fuggire.

Gra si affacciò dal finestrino e guardò verso il campo di battaglia dal quale si stavano ritirando “arriva!” gli gridò dal finestrino.

Jim diede uno sguardo agli specchietti retrovisori, ma non vide nulla. Tutt’un tratto, sentirono un colpo dall’urto tremendo sul tettuccio: era lui. Jim improvvisò una guida a zig zag, per destabilizzare il Venatore. Aster, che era seduta al posto della passeggera, si sporse dal finestrino e, tentando di dominare la paura che serpeggiava dal mostro al suo cuore, prese la mira e centrò il muso del Venatore, mutilandolo di gran parte dei suoi tentacoli. Quello fu scaraventato fuori bordo, e quando si rialzò, fissò il veicolo allontanarsi a velocità decisamente sopra alle restrizioni concesse dal codice della strada. Aveva rinunciato alla caccia, o almeno per il momento. Fece ritorno al suo territorio, ferito, ma vivo, e deciso a preservare la propria vita contro ogni tentativo di eliminazione. 

Angolo degli Autori
Non siamo spariti, so che lo pensavate ma siamo ancora vivi e vegeti, e alcuni pure maturati, pensate unn po'! XD Abbiamo modificato questo capitolo rendendolo un po' più coerente e realistico, per quanto un racconto di fantascienza per ragazzi possa esserlo... XD Inoltre, ci siamo resi conto che non sempre riuscivamo a gestire con successo tutti quei personaggi, non sempre riuscivamo a dar loro il giusto spazio, la giusta importanza per conferirgli una caratterizzazione e un ruolo, seppur marginale, all'interno della storia, ma senza tediare il lettore con troppi aneddoti, che rallentano la trama. Per questa ragione, abbiamo levato di mezzo il personaggio che all'interno del racconto era caratterizzato in maniera più scialba e frammentaria: Massimo. insomma, dite la verità: manco vi ricordavate che esisteva! XD
Beh, ora che siamo tornati speriamo davvero di esserci molto di più, puntiamo a finire di pubblicare Aster entro settembre, così poi per l'autunno possiamo iniziare a pubblicare qualche altra gustosa sorpresina ;-) Alla prossima, un abbraccio a tutti voi coraggiosi dalla Setta! :-D


 
  
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