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Autore: Eleanor_    21/07/2016    1 recensioni
Rose Weasley ha quindici anni, è una Grifondoro ed è la figlia di Ronald Weasley e Hermione Granger. E questo lo sanno tutti.
Ha i capelli rossi, gli occhi azzurri, la passione per i guai e per il Quidditch ereditati dal padre.
Il covo di ricci che si trova in testa, l'astuzia e la bontà d'animo, invece, li ha presi dalla madre.
Ma la somiglianza finisce qua.
Non è intelligente come Hermione, né coraggiosa come Ronald.
Rose Weasley non è sola, per fortuna.
Nella sua situazione si trovano quasi tutti i suoi cugini: lo scapestrato James, innamorato da sempre della bella e malinconica cugina Dominique, che si trova in una situazione complicata; Albus, spirito libero intelligente e decisamente affascinante; la dolce e furba Lily, il fratello Hugo, il freddo e apatico Louis, gli instancabili Fred e Roxanne.
Ognuno di loro sa cosa vuol dire avere il peso di un cognome sulle spalle.
E lo sa, scoprirà Rose, anche il biondissimo Scorpius Malfoy, il misterioso, arrogante e sensibile ragazzo che imparerà a conoscere, per un caso più o meno fortunato.
In breve, Rose Weasley sono io e vi voglio raccontare le nostre storie.
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Rose Weasley | Coppie: James Sirius/Dominique, Rose/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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One more attack
 

Do you ever feel like a plastic bag,
Drifting through the wind
Wanting to start again?
Do you ever feel, feel so paper thin
Like a house of cards,
One blow from caving in?

-Fireworks, Katy Perry
 
 

Stavo cominciando ad abituarmi alla situazione. Passavo ancora molto tempo con Jade ma semplicemente non andavo a rifugiarmi da lei ogni volta in cui vedevo Celeste o David. Se incontravo Celeste in corridoio, tiravo dritto a testa alta.
Ormai lei e David non tenevano più segreta la loro relazione, così li vedevo limonarsi e stritolarsi ogni secondo in cui mi giravo, in Sala Comune. In Sala Grande, almeno, erano un po’ più contenuti. Stavano vicini e si tenevano per mano, non andavano oltre.
Mi stavo abituando anche a questo.
Poi, una bella mattina, Vitious ha deciso di mettere me e Celeste in coppia assieme per provare un Incantesimo Non Verbale, pensando di farci finalmente felici. In cinque anni non abbiamo mai potuto lavorare insieme e proprio quando litighiamo, fa il gentile?! Un'altra prova di quanto io sia una persona fortunata.
Sono le due ore prima di pranzo di un noiosissimo lunedì di metà ottobre, e non chiedo niente di meglio di passare il tempo che ci resta prima di riempire il mio stomaco gorgogliante, assieme alla mia… come posso definirla? Assieme a Celeste.
Il professore ci spiega che l’Incantesimo che dobbiamo provare non è per nulla semplice, se non viene pronunciato. È uno Schiantesimo, Stupeficium, e per ora non possiamo assolutamente Schiantare il nostro compagno perché è assolutamente contro le regole e in più è assolutamente pericoloso per l’incolumità dell’altro.
Ci spiega che questo Incantesimo solitamente viene insegnato dall’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, ma che ormai, essendo quasi inesistenti le minacce contro il mondo magico, a Difesa vengono insegnate solitamente solo la funzione e l’utilizzo degli Incantesimi.
« Stupeficium! » esclamo, riuscendo a Schiantare al primo colpo un cuscino che Vitious ci ha fornito per allenarci. Raccolgo da terra il guanciale candido che ora ha uno strappo lungo la cucitura e lo appoggio di nuovo sul mio banco.
Mi concentro, tentando di trovare un contatto con la mia bacchetta di legno di ontano.
Ti prego, bacchetta, aiutami.
Accarezzo il legno e cerco di instaurare un legame con lui.
Stupeficium.
Il cuscino si sposta come se l’avessi colpito con un pugno.
Vitious lo nota e mi si avvicina.
« Ottimo, Weasley! » mi concede.
Gli sorrido mestamente, molto fiera di me stessa. Continuo a provare per un’altra decina di minuti e riesco a mandare il guanciale sempre più lontano e sempre con un po’ di potenza in più.
« Bene, ragazzi. Ora avvicinatevi al vostro partner e provate con lui. Ricordate, è vietato Schiantarlo. »
Duecento… ventesima volta che lo dice?
Celeste mi si accosta. La guardo per la prima volta da una settimana. È pallida, come sempre, felice, ha il viso disteso. La odio.
Falsa, non è vero che la odi. In realtà ti manca.
« Ciao » dice cordialmente, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
« Ciao » rispondo, con freddezza.
« Inizia tu » incita.
Non aggiungo altro.
Mi allontano di qualche passo e poi punto la bacchetta davanti a me.
Stupeficium.
Celeste viene sbalzata indietro, ma attera in piedi, perfettamente controllata. Aspetto che lei faccia lo stesso, ma per parecchi minuti non fa altro che guardare la sua bacchetta, prima con tranquillità, poi torva. Sta iniziando ad arrabbiarsi, così pronuncia Stupeficium ad alta voce. Tento di scansare il lampo di luce rossa, ma non sono abbastanza veloce: quello mi colpisce in piena pancia e si fa tutto nero.
Mi riprendo dopo quelli che mi sembrano secoli ma in realtà sono solo pochi minuti.
Ho un mal di testa tremendo, perché ho sbattuto la testa contro il muro. Mi fa male da morire la pancia, come se mi avessero tirato una serie di pugni a raffica. Be’, in effetti Celeste l’ha appena fatto.
« Weasley, tutto bene? » chiede preoccupato il professore.
« Sì, sì » soffio, imbarazzata a causa degli spettatori che si sono radunati per godersi la scena.
Vitious mi aiuta comunque ad alzarmi, e mi spedisce in infermeria, nonostante i miei molteplici rifiuti. Naturalmente, accompagnata da Celeste.
Raccolgo le mie cose ed esco dalla classe.
Una volta fuori, Celeste mi guarda con sincero dispiacere ma io liquido le sue imminenti domande con un gesto della mano.
« Non serve che mi accompagni. Va bene così » bofonchio.
La lascio delusa davanti alla porta della stanza e mi avvio verso l’infermeria. Anzi, la mia intenzione è quella, solo che imbocco le scale per la Sala Grande.
Fra poco sarà ora di pranzo, e quindi mi affretto a raggiungerla, trovandola però deserta.
Esco quindi dalla scuola, tentando di non fare troppo rumore quando chiudo il pesante portone di legno levigato. Svolto a destra e scendo un paio di scale di pietra, per raggiungere il giardino dietro alle serre, fino a quando non sbatto contro delle spalle ossute.
« Weasley » balbetta Scorpius. « Cosa ci fai qui? »
« Oh, ciao, Malfoy. Io, non, io… un giro » dico, prima di notare altri due ragazzi dietro a Scorpius: Christopher Skyes e quella che riconosco come Miss. Castità, Thalia Nott.
Lui si volta e dice qualcosa a Chris che non riesco ad udire, mentre io arrossisco e mi do mentalmente della stupida per aver parlato come una ritardata davanti a Scorpius.
« Ciao Rose! » saluta Chris, come se fossimo amici di vecchia data.
« Ehi, Chris » rispondo, ma evidentemente non con altrettanto entusiasmo, perché il suo sorriso si spegne.
Ignoro totalmente Thalia, che ricambia.
« Stavamo andando alla serra due per prendere delle Mandragole, comunque » mi informa Scorpius. « Quindi dovremmo… »
« Oh, sì. Ci si vede » sussurro, imbarazzata, mentre loro mi superano.
All’improvviso mi coglie un fortissimo mal di testa, al che devo sedermi sulle fredde scale di pietra. Andare in infermeria non è una cattiva idea, dopotutto.
 
« Stupida ragazzina! » mi sgrida Madama Chips.
« La ringrazio » sbuffo, mentre mi fascia il capo con una benda bianca.
« Se ti avessero dato un solo spintone, avresti avuto un bel trauma cranico! » continua a gridare.
« Mi scusi! »
« Non devi scusarti, ma ne va della tua salute. »
« Ma allora le interessa qualcosa di me! »
« Mai detto questo. »
« Mmmh. »
Infilo il berretto per nascondere il bendaggio e poi le faccio un piccolo sorriso.
« La ringrazio di avermi curata ancora una volta » sussurro, sincera.
Lei ricambia il sorriso e si scioglie in un ‘oooh’, per poi cacciarmi dalla stanza per andare a pranzo.
Una volta arrivata in Sala Grande e aver raccontato cosa mi è successo, immancabilmente, James decide di fare una di quelle sue battute di merda grazie alle quali mi rendo conto che zia Ginny e zio Harry mi hanno dato un calamaro senza cervello al posto di un cugino.
« Io l’ho sempre detto che sei troppo intelligente. Vedi, hai tenuto la tua saggezza chiusa lì dentro per troppo tempo ed ora è esplosa. »
Non mi prendo nemmeno la briga di rispondergli perché sarebbe come cercare di insultare un sasso.
A James puoi dire quello che vuoi, ma lui primo, non ti ascolta, e secondo NON CAMBIERÀ MAI.
Celeste è seduta sulla fila di panche di fronte alla mia, all’estremità estrema dell’estremo tavolo, e mi guarda torva. Sto quasi per dirle una cosa veramente poco carina, quando Belle, seduta al suo fianco, le dice qualcosa. Celeste si gira e Belle lancia di sfuggita uno sguardo triste a Meg, sprofondata nella sua immensa camicia, accanto a me.
Odio vederla stare così male. Da quando io e Celeste ci siamo separate, lo hanno fatto anche Margaret e Belle.
Meg da pienamente ragione a me, dicendo che, vista la nostra vera amicizia, è inaccettabile il fatto che lei si sia comportata così per amore, quindi non ha solo preso le mie difese, ma anche avviato una silenziosa campagna di sabotaggio del rapporto tra i due.
Belle, d’altra parte, è una profonda cultrice dell’amore, perseguita ideali di pace e felicità. Vede dovunque cuoricini e, sempre con il sorriso sulle labbra, dice: « Oh, ma Cel è innamorata, devi capirla. »
No, non la capisco proprio per niente.
Comunque, le due migliori amiche, per non lasciare sole me o Celeste, si sono schierate.
E io non riesco a fare a meno di sentirmi la causa di tutto ciò.
« Maggie, va’ da Belle » le intimo.
Lei prova con la finta tattica del “ma no, sul serio, non mi interessa andare da lei” ma dieci secondi dopo è già vicina alla sua migliore amica.
Dominique arriva in quel momento, elegante nonostante indossi la divisa come tutti noi.
Si siede di fronte a me, sbuffando e appoggiando le guance sulle mani. Ha le occhiaie ed è spaventosamente pallida.
« Dom, stai bene? » mi allarmo.
« Sì, certo. Ma mi manca Jonathan. Tornerà solo per la festa di Halloween, dall’America. Cosa dici, mi lascerà qua in Inghilterra, da sola, senza obiettivi, soldi, casa, amici, per inseguire il suo sogno? »
« Sei spaventosamente simile ad una presentatrice di telenovela. »
« Allora? »
« Hai ancora un anno per pensare a cosa fare dopo il termine della scuola. Hai tutti i soldi che vuoi visto che vivi ancora con i tuoi, almeno finché non sarai diventata maggiorenne quindi anche sul fronte “casa” sei sistemata. E Dom, hai più amici di quanti credi. Abigail, Lottie, Kay, Fae, Ginger, me, i nostri cugini… » elenco, prima che lei mi fermi.
« Non James » si lascia sfuggire Dominique, in un sussurro che fatico a sentire.
Mi guarda senza vedermi veramente e io aggiungo, incerta: « È quasi un anno che non vi parlate, forse dovresti… »
Lei abbassa la testa e mi fa segno con la mano di non continuare, così sto zitta, rimangiandomi ancora una volta tutte le parole che vorrei dirle.
 
« Novembre si avvicina » dico terrorizzata a Malfoy, quella sera, mentre bevo di nascosto una cioccolata calda in biblioteca.
« Ce la farai. Ti do una mano io. Devi fidarti un po’ di più. »
« Cazzo. »
« Oh, senti. Non fare la sarcastica con me, va bene? Io sto solo cercando di… »
« No, non tu, santo Godric, loro » ringhio, indicando la porta.
Mi nascondo sotto al tavolo troppo velocemente e sbatto il ginocchio contro una delle assi che lo sostiene. Imprecando, tocco la gamba di Scorpius per avvertirlo di far finta di nulla.
Sento delle risate sommesse e trattengo il respiro mentre Celeste e David mi sfilano davanti mano nella mano. Spero tanto che non notino la mia borsa, i miei libri, il mio astuccio, il mio mantello, la mia tazza di cioccolata e tutto ciò che c’è di mio sopra al banco e sulla sedia.
Dopo cinque minuti sento la porta della biblioteca chiudersi e le risate spegnersi e Scorpius mi fa segno con la mano di alzarmi.
Mi sistemo i vestiti e cerco di assumere una posa che esprima nonchalance. Come se non mi fossi appena gettata sotto ad un tavolo, insomma.
I suoi occhi grigi mi squadrano il viso e io mi sento avvampare. Odio quando mi fissano. Non riesco a sostenere lo sguardo delle persone per troppo tempo, soprattutto se la suddetta persona mi sta facendo una radiografia.
Gli racconto brevemente cos’è successo anche se non lo chiede e lui mi ascolta interessato. Parliamo forse per una ventina di minuti. Anzi, io parlo per una ventina di minuti, impegnata a gesticolare e a mimare Celeste e David. Gli racconto quasi tutto quello che è successo e per un po’ è come se fossimo amici da tutta la vita, come se ci conoscessimo da sempre e questo fosse solo uno degli usuali sfoghi che ho quando sono con lui. Quando termino il mio racconto lui mi guarda fisso per un po’ e poi comincia a parlare, anche lui senza sosta. È un po’ difficile stargli dietro perché quando parte con un concetto va veloce come un treno e prima che tu riesca ad immagazzinare la prima informazione, lui ne ha già dette altre cinque. Ma non ti stanchi di ascoltarlo. Questo è sicuro.
Alla fine abbiamo ricominciato a studiare Rune, ma era come se il cervello di entrambi fosse costantemente concentrato sulle parole che ci eravamo detti poco prima.
 
Compleanno di Roxanne. Questo è il primo pensiero che mi galleggia in testa la mattina seguente.
Roxanne. Compleanno. Regalo. Dominique. Dormire.
Quando mi risveglio penso che siano passati dieci minuti, ma con orrore scopro che in realtà ne mancano dieci all’inizio della prima lezione. Mi vesto il più rapidamente possibile e scendo di corsa fino al giardino, arrivandoci in ritardo.
Hagrid finge di non avermi vista ma, una volta dataci la consegna, mi fissa con un sorriso di rimprovero e mi fa l’occhiolino.
« Se finisco nei casini perché non mi svegli, Margaret, sono guai » sibilo alla mia amica mentre ci avviamo verso il recinto degli unicorni.
« Scusa, ma eri così bella mentre dormivi. E sbavavi » ride.
« Oh, molto divertente. Sempre meglio di stare a sentire i tuoi grugniti suini » replico, zittendola.
Ci sono quattro unicorni all’interno del recinto e sono uno più bello dell’altro.
Ixion bruca l’erba più lontano rispetto agli altri.
Il colore dorato è quasi completamente sparito dal suo manto argentato e liscio. La criniera è arruffata e ricoperta da rami spezzati e aghi di pino, come se avesse lottato e fosse caduto. Celeste e Belle sono le prime ad avvicinarsi con del grano ad un unicorno che mi sembra il più giovane, poiché coperto di manto candido.
« Lui è Chalith, ha due anni ed è il più piccolo del branco » ci spiega Hagrid.
« Branco? » interviene una ragazza di Tassorosso, con tono sorpreso.
Il professore la guarda come se non avesse capito cosa c’è che non va nel suo cervello, ma poi interviene Joel Weetmore.
« Gli unicorni sono estremamente rari, una specie in via di estinzione. Prediligono la vita solitaria. Sono animali schivi e paurosi, quindi, se vivono in gruppo, questo deve essere formato solamente da membri della famiglia » snocciola, con il tono di una guida turistica.
« Difatti Caston e Ninimel » dice Hagrid, indicando uno stallone argentato alto quanto lui al garrese e una giumenta nervosa che si aggira per il cortile. « Sono i suoi genitori. »
« E Ixion? » chiede qualcuno.
« Ixion non ha legami con loro » dice semplicemente. « Dieci punti a Tassorosso, bravo Joel » aggiunge.
Raccolgo un po’ di fieno dal cumulo messoci a disposizione da Hagrid, e così fanno anche altre ragazze, avvicino le spighe alla bocca dell’animale e improvvisamente un brivido freddo inspiegabile mi attraversa la schiena.
 
« Buon compleannoooooo! » grida Dominique, correndo ad abbracciare Roxanne. Io rido sia perché adoro vederla così felice, sia perché la faccia disgustata di Rox è impagabile. Dom poggia un pacchetto rosso sul tavolo davanti al suo naso.
« Da parte nostra » specifico, alzando le sopracciglia. Dom sorride e incita Rox ad aprirlo.
Lei lo scarta velocemente e quando apre la scatola rimane meravigliata. Fa un gridolino tipo ‘wooow’ che stranamente non è sarcastico e ci sorride.
Poi, decide di inaugurare il regalo, così indossa il paio di guanti in pelle di drago che le abbiamo regalato.
Il chiasso che si sta diffondendo in Sala Comune viene smorzato immediatamente da una notizia che ci porta Albus, non appena ci raggiunge.
Appoggia la Gazzetta del Profeta sul tavolo davanti a Roxanne.
Il titolo, scritto in caratteri enormi, anche più grandi di quelli dell’ultimo che ho letto, dice: NON SI FERMANO I LADRI ASSASSINI, TERRORE ALLA GRINGOTT.
Più in basso il sottotitolo: Appena due settimane dopo l’attacco al Ministero, i misteriosi assassini hanno colpito la banca dei maghi Gringott, seminando il panico e uccidendo tre impiegati (Ewald e Lindberg alle pagine 2, 3, 4, 6, 7, 9, 10)
 
Leggiamo in silenzio uno squarcio di articolo che, per quanto piccolo, basta a farci capire di cosa parla.
 
   Tutti siamo a conoscenza di ciò che è stato raccontato il 23 settembre scorso, ossia che una sconosciuta banda di malviventi ha ucciso i due Indicibili Moran e Bletchey.
  Oppure prima ancora, quando hanno brutalmente assassinato i coniugi Hunter.
  Ebbene, siamo purtroppo costretti a raccontarvi che non è finita qua. A distanza di appena tre settimane, gli sconosciuti, che voci di corridoio ci hanno riferito autoproclamarsi Purificatori 2, hanno colpito ancora.
  Questa volta è toccata alla banca dei maghi, la nota ed estremamente sicura Gringott.
  Abbiamo un particolare in più, però, in seguito a questa rapina: hanno operato in tre, due uomini e probabilmente una donna, riconoscibili grazie alle voci, anche se modificate con marchingegni babbani. Erano tutti e tre abbigliati con dei mantelli neri e sul volto avevano calato delle maschere scure. Uno squallido tentativo di copiare gli originali seguaci del Signore Oscuro, a quanto pare.
  Ma passiamo ai fatti: verso le cinque del pomeriggio di ieri, 14 ottobre, grazie alle Maledizioni Cruciatus e Imperius, i Purificatori sono entrati con la forza nella banca. Nel giro di un’ora avevano già messo sotto incantesimo gli impiegati della banca. Si sono poi fatti accompagnare fino al trecentonovantaduesimo piano sotto terra, quasi alla fine della banca sotterranea. I tre si sono diretti assieme ad alcuni Goblin (i quali, per motivi di incolumità fisica, preferiscono mantenere l’anonimato) verso la camera blindata 1025. A quanto pare essa è attestata ad un anonima famiglia di maghi francesi, che potrebbe essere una semplice copertura per qualcosa di molto più grave. I nostri Indagamaghi 3 stanno verificando proprio in questo momento cosa vi sia effettivamente contenuto dentro. In ogni caso, prima di riuscire ad entrare nella camera blindata, i Purificatori sono stati fermati da altri tre folletti, i quali stavano accompagnando un cliente qualche piano più in alto. Inquietati dalla visita sospetta, si erano avvicinati e avevano fatto scattare l’allarme, per poi tentare di salvare i colleghi. Purtroppo però, nessuno di loro ce l’ha fatta. Il loro cuore è stato fermato, come in precedenza, dall’Anatema Che Uccide…
 
Alzo gli occhi dal giornale e fisso Albus. Lui mi guarda con gli occhi socchiusi, come tentando di leggermi dentro.
A quel punto tutti iniziano a parlottare fra loro: Dominique arrabbiata mormora qualcosa sulla sicurezza di Hogwarts a suo fratello; James e Roxanne urlano come matti frasi sconnesse tipo “dobbiamo prepararci” e “esistono ancora minacce”; Hugo e Lysander si scambiano pareri e timori, mentre Lily e Fred continuano a leggere l’articolo.
« Ehi, ragazzi » richiamo l’attenzione dei miei cugini, improvvisamente. « Ho un’idea… »
Nessuno mi sente perché stanno ancora parlando ad alta voce fra loro, ma dopo un paio di tentativi riesco a farli stare zitti. « Ascoltatemi! » grido.
« Sputa il rospo Rosie » sbotta James, infervorato.
« Avete presente… Hermione vi ha mai raccontato quello che ha fatto al suo quinto anno, quando lo zio Harry affermava che Voldemort fosse tornato, ma nessuno gli credeva, men che meno il Ministero? »
Tutti scuotono la testa.
Quella era una delle storie preferite di quando io e mio fratello eravamo piccoli.
La mamma ce le raccontava spesso da bambini, solo che ometteva il suo nome e lo sostituiva con quello dello zio Harry o di papà. Mia madre è sempre stata una donna umile. Solo da grande, poi, ascoltando la versione degli zii, ho capito che quell’eroina era lei. E penso di non essermi mai sentita tanto fiera di essere sua figlia.
Gli racconto in breve di come Hermione avesse creato un metodo di comunicazione tramite galeoni magici, i quali scottavano ogni volta in cui la persona che possedeva l’originale decideva la data dell’incontro, di come si incontrassero nella Stanza delle Necessità per allenarsi in segreto. “Esercito di Silente” l’avevano chiamato.
Quando termino di raccontare la storia tutti si guardano tra di loro, stupiti. Iniziano a parlottare e man mano che il volume si alza vedo dei sorrisi comparirgli sul volto.
« Io ci sto! » esclamano Roxanne e James. 
« Sono con te, Rose » dice Albus.
Man mano che espongo l’idea, tutti accettano la proposta: Hugo, Louis, Dominique e Fred. Perfino Lorcan e Lysander Scamandro, Philip Thomas e Axel Paciock si uniscono al nostro gruppo.
« Tra un mese ci sarà la prima uscita a Hogsmeade. Io propongo di incontrarci quel giorno ai Tre Manici » urlo, cercando di farli calmare.
Ovviamente, non funziona. Sono tutti troppo eccitati per riuscire a calmarsi.
« Propongo che sia Rose ad insegnarci. Voglio dire, l’idea è stata sua » suggerisce nient’altri che James, la persona da cui non mi sarei mai aspettata di ricevere delle lodi.
Io sorrido, avvampando, e chiedo ad Albus se può essere lui a darmi una mano, essendo eccezionale in Difesa.
Mio cugino, ovviamente, accetta di buon grado.
 
Una settimana e mezza dopo, durante un giovedì di fine ottobre, con un cielo azzurro difficile da trovare persino in estate qui in Scozia, mi sono decisa a scrivere una lettera a mia cugina Lucy per farmi dire cosa sta succedendo a casa.
Lucy ed io abbiamo un rapporto di amore e odio che dura da quindici anni. Lei è più grande di me di solo tre anni, ma da quando, quest’estate, ha trovato un ragazzo ed ha compiuto diciotto anni, è diventata tremendamente presuntuosa, saccente e snob.
Quel topo di biblioteca che era, si è trasformato in una ragazza peggiore di Georgia quando attacca con i suoi discorsi su trucco, capelli e vestiti.
Io e lei siamo sempre state in competizione sul piano intellettuale. Da piccole “giocavamo” a chi leggeva più libri in una settimana, a rispondere a dei quiz che organizzavano i nostri parenti e ogni qualvolta ricevevamo la pagella, facevamo a gara a chi aveva i voti più alti. Inutile dire che era sempre lei a vincere questa sfida. Con Lucy, quindi, ho un rapporto molto altalenante. Ma la adoro come adoro tutti i miei cugini. Cioè, a parte Molly, che è la sorella ventenne di Lucy. Sono quasi uguali a parte i capelli mossi e gli occhi castani di Molly. Lei non è antipatica o vanitosa o irritabile, sul serio, solo che se Lucy è saccente… be’, Molly è la saccenteria in persona.
Va all’università di medicina a Londra e si crede una dea scesa in terra perché tutti quanti la lodano per il suo successo scolastico. È uscita da Hogwarts con la media di voti più alta dai tempi di mia madre, riuscendo quasi ad eguagliarla ma non a superarla. E, ovviamente, se ne vanta ogni volta in cui ci sono cene di famiglia. Oppure, cerca sempre di farmi passare dalla parte del torto. C’è da dire però, che l’essere una secchiona, non è sempre un bene. Lei è intelligentissima, astuta, logica e ha un cervello che può servire a molto, ma non ha praticamente una vita sociale. Non l’ho mai vista uscire assieme a un ragazzo, ma nemmeno assieme a delle sue amiche. L’appartamento che condivide con due compagne di corso sembra il covo di una colonia di ratti. Se io sono disordinata, santo Godric, lei è incasinata forte.
Comunque, la risposta di Lucy, arriva quello stesso sabato con la posta mattutina.
 
Rose, sei una cocciutissima testa calda. Sono orgogliosa di te, sappi che sei davvero un piccolo genio. La tua idea mi piace e prometto di tenere la bocca chiusa.
Credo che i nostri parenti non vogliano che te lo dica, comunque, ma penso che tu voglia sapere la verità: qui a casa le cose non vanno molto bene. Tutti sono preoccupati per gli articoli usciti sulla Gazzetta del Profeta. Nemmeno zio Harry sa bene cosa fare. Zia Ginny mi ha detto che sono giorni che non riesce a riposare bene. E, Rosie, francamente preferirei essere ancora ad Hogwarts che qua a Londra.
Buona fortuna,
tua Lucy.
 
Rileggo la lettera tre o quattro volte, per assicurarmi di aver capito bene ciò che dice. Poi, per paura di cominciare ad andare nel panico anche io, torno in camera e la nascondo sotto al cuscino. Quando scendo in Sala Comune, trovo Celeste e David avvinghiati in un angolo. Lei mi nota appena si stacca dalle sue labbra e avvampa immediatamente.
Io tiro dritto stringendo i denti e attraverso il buco del ritratto seguita a due passi… proprio da Celeste.
Meraviglioso.
Mi prende un braccio e mi costringe a voltarmi e guardarla in faccia. È ancora paonazza e ha anche le labbra rosse.
« Rose, ti prego. Io… io voglio risolvere con te. Ti scongiuro. Sono settimane che non mi parli. Ed hai ragione perché ti senti tradita. Ma non posso dimenticare tutti gli anni che abbiamo passato insieme… Non posso, e so che nemmeno tu puoi. Sento che la nostra è un’amicizia vera, e capisco benissimo che non ti fidi… »
« No! » la interrompo bruscamente. Do uno strattone al mio braccio che lei tiene ancora serrato e mi allontano. « Tu non capisci. Tu non mi puoi capire! Io non ti ho mai tradita, Celeste, mai! Tu sapevi che mi piaceva David, eppure sei uscita con lui di nascosto. È una cosa disgustosa. Io non mi fiderò mai più di te. Non posso essere amica di una persona così falsa. E hai avuto anche il coraggio di dare a Dominique della puttana! Lasciami in pace. »
Mi volto e scendo le scale, e solo quando sono completamente sola mi concedo di sprigionare le lacrime fredde che chiedevano disperatamente di uscire da tanto tempo.
 
Trascorro tutto il sabato con Dominique, che sembra davvero triste da quando Jonathan se n’è andato. Come ha detto lei, tornerà il 30 e si sta già preparando per la festa di Halloween. Noi studenti, infatti, abbiamo una specie di tradizione: ogni 30 ottobre, nella Sala Comune dei Tassorosso (quella più spaziosa) viene organizzata una festa, a cui partecipano molti ragazzi e ragazze in maschera di tutte le casate.
La sera, dopo essermi alzata da tavola, mi avvio assieme a Margaret e Belle fuori dalla Sala Grande, quando mi accade una cosa assolutamente inaspettata.
Mi fermo davanti al portone d’ingresso e una voce grave mi chiama. « Rose, scusa se ti disturbo, posso parlarti un momento? »
« Oh, ciao » sussurro a Chris. Poi mi schiarisco la voce. « Certo. Meg, Belle, vi raggiungo » sorrido alle mie amiche.
Loro mi lanciano una frecciatina e maliziosamente dicono “mmh-mmh”.
Seguo il Serpeverde sotto la scalinata dove mi perseguita il brutto ricordo del litigio con David.
« Allora... » comincia lui, un po’ imbarazzato.
Perché fa così?
« Stai bene? » chiedo preoccupata.
Lui sorride e butta fuori l’aria. Osservandolo da vicino, noto le imperfezioni del suo viso, ma lo trovo ugualmente affascinante.
« Sì… allora… tvdivnrcnmealfestdihalwn? » rantola.
« Cosa?! » rido, pentendomene un istante dopo.
È stranissimo vedere un ragazzo come lui, di solito sfacciato ed estroverso, imbarazzato da una cosa banale come parlarmi.
Arrossisco e mi schiarisco la voce. « Scusa, solo che non ho capito. »
« Ecco, ti chiedevo se volevi venire con me alla festa di Halloween » ripete.
Oh, porca paletta.
« Chris, ti ringrazio tanto, immagino tu sia un bravo ragazzo… » esordisco, senza pensare.
Ma che sto dicendo?! Sto seriamente per rifiutare l’invito di Christopher Skyes?!
« Ma non posso. Cioè, non ho proprio voglia di andarci alla festa. Mi dispiace. Sarà per un’altra volta. »
Lui mi sorride sconsolato e borbotta parole di scuse e dice che non fa nulla.
Mi volto prima di rendermi conto di quello che ho fatto e salgo in Sala Comune, dimenticando le mie amiche, con gli occhi sbarrati, ripetendomi zuccona finché la parola si stacca dal significato.
 
« Sei una zuccona. Non è possibile che tu abbia detto di no ad un appuntamento con Chris Skyes. Vuoi la verità? Io avrei acconsentito volentieri! » sbraita Jadie, quando le racconto l’accaduto.
Siamo sedute sulle scale che portano direttamente dal giardino al terzo piano, e non c’è un’anima in giro.
« La festa è fra due giorni, puoi benissimo andare da lui, chiedergli scusa, e dirgli che ci andrete assieme. A meno che tu non sia una pazzoide totale » continua.
« Jade » la rimbrotto. « Non puoi dirmi cosa devo o non devo fare. »
Lei mi lancia un lungo sguardo indagatore. « Cos’è, ti piace qualcun altro? »
« No » rispondo meccanicamente, scacciando il pensiero di David. 
Mi lancia un’altra occhiata eloquente: non mi crede.
Ma come fa questa ragazza a capire sempre quello che penso?!
Io sorrido al pensiero di un paio di occhi grigioverdi che mi guardano e dei capelli biondi così chiari che starebbero male a chiunque altro a parte lui.
« Forse. »
« Come scusa?! E non me lo sei venuta a dire? » sbotta improvvisamente, offesa.
« Perché non ne sono sicura, Jadie! Nemmeno io so veramente cosa provo. »
« Ma di chi stai parlando, si può sapere? »
Sto zitta per un po’ di tempo. Non perché non mi fidi a dirlo a Jade. Il fatto è che la persona a cui sto pensando è uno smorfioso ragazzino viziato, che pensa più a vestirsi bene che ad essere gentile e sorridente.
Almeno all’inizio… pensavo che fosse così. Col tempo invece ho capito che sotto sotto è disponibile e sincero. È così intelligente che mi perdo spesso ad ascoltarlo parlare, e a guardare tutti i suoi tic: si tocca sempre i capelli, quando è nervoso balbetta, si torce le mani continuamente e quando sorride abbassa gli occhi. Non penso di essermi mai resa conto, fino a quando Chris mi ha chiesto di uscire, di provare qualcosa per lui. E l’ho capito perché avrei voluto che fosse stato lui a chiedermi di andare alla festa.
« Scorpius Malfoy » sospiro alla fine, sconsolata.
Lei dapprima mi guarda con gli occhi spalancati, poi caccia un urletto.
« È meraviglioso! Penso che sia un ottimo partito: ricco, bello, intelligente! Anche atletico! E nonostante la sua famiglia facesse parte della setta di Voldemort, è un ragazzo davvero magnifico! »
« Parli come mia nonna, ed è inquietante. Comunque, non mi interessa nulla di queste cose. Non voglio nemmeno provare a pensare a me e a lui insieme. Meglio che me lo tolga subito dalla testa. »
« Rosie, come hai detto tu non posso dirti cosa fare, ma ti assicuro che il tuo cuore non sbaglierà mai. Poi, fai quel che credi più giusto. In più, hai possibilità con chiunque tu voglia, ricorda di non sottovalutarti mai. »
Lei sorride e io faccio lo stesso, poi le appoggio la testa sulla spalla e rimaniamo così finché la voce della professoressa McGranitt magicamente trasmessa attraverso i muri non ci avverte che dobbiamo rientrare nel castello per le lezioni pomeridiane.
Cerco di ascoltare il consiglio di Jade, ma non riesco a seguire quello che mi dice il cuore: quando incontro Scorpius nei corridoi, lui non mi saluta e io abbasso gli occhi. Non riesco a pensare a noi due: cosa direbbero i miei genitori? E i suoi, poi?
Di solito mi accorgo quando interesso ad un ragazzo. So quando qualcuno ci sta provando, e Scorpius non mi ha mai dato segnali interpretabili in quel modo… Troppo in imbarazzo per fare il primo passo, nonostante di solito non mi faccia problemi, scaccio quei pensieri.
 
« Ehi, Chris! » chiamo, quando riesco ad individuare il Serpeverde nel gruppetto dei suoi amici. Alzo la mano per farmi notare e lui con espressione interrogativa si avvicina a me.
« Ciao. Dimmi. »
« Senti, mi dispiace per ciò che ti ho detto sabato. Non so cosa mi sia preso. Se l’invito è ancora valido, mi piacerebbe molto andare alla festa con te. »
Sento il sangue affluirmi alle guance e distolgo lo sguardo da quegli occhi color cielo.
« Certo, ovviamente. Grazie per aver accettato, pensavo ti fossi spaventata » ride.
« No, è solo che non mi era mai capitato di ricevere un invito ad un appuntamento e non sapevo cosa fare. »
« Ah, quindi sarebbe un appuntamento? » ribatte senza perdere il sorriso.
« Be’, no, è solo una festa » dico con aria di sfida.
Lui mi fa l’occhiolino e mi dà appuntamento fuori dalle cucine alle dieci di mercoledì.
Poi si allontana e, raggiunto il suo gruppo, si volta a guardarmi.
 
 
Note:
1) figlio di Garrick Olivander (il tizio che conosciamo noi).
2) non mi venivano in mente altri nomi che spiegassero il loro intento: purificare la razza. Da chi? Vedrete in futuro ;)
3) è pessimo? Sì, lo è.

Ho definitivamente deciso di non far avere a Jasmine nessun ruolo, più avanti mi avrebbe dato problemi ad inserirla, e mi sono resa conto che non serviva fondamentalmente a nulla. Quindi, l'ho presentata lo stesso perché probabilmente riapparirà, però non sarà più un'amica di Rose.
 
Spero tanto che non sia trita e ritrita l’idea del gruppo di allenamento per gli incantesimi stile Esercito di Silente. Serve, secondo me, perché dopo la Seconda Guerra Magica, le minacce sono praticamente scomparse, e i giovani maghi non imparano più a difendersi, studiano solamente gli incantesimi.
Insomma, spero in generale che non faccia schifo questo capitolo, perché come al solito non mi fa impazzire…
Un grazie immenso a tutti quelli che inseriscono ancora la storia fra preferite/seguite/ricordate e soprattutto grazie a cissy1303 e eleso_ per le recensioni.
Al prossimo capitolo!
Ellie

 
  
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