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Autore: QueenVLondon    22/07/2016    6 recensioni
Quando a Sarah viene affidata un’intervista con George Wellington, uno dei suoi attori preferiti da sempre, la ragazza non riesce a credere alla propria fortuna. Ma durante il loro primo incontro l’uomo si mostra totalmente diverso dall’idea che lei aveva costruito di lui e, dopo una serie di sfortunati eventi, Sarah sembra pronta a metterci una pietra sopra.
Tuttavia, cosa succederebbe se il fato decidesse di farli incontrare di nuovo? Sarah sarà capace di resistere al suo fascino e a non permettere a se stessa di lasciarsi coinvolgere da lui?
Dopotutto ogni sogno ha il suo prezzo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Mentre gli invitati prendevano posto sulle sedie disposte nel giardino della villa a posta per la cerimonia, la sposa aveva appena indossato l’abito sotto lo sguardo vigile della futura suocera.

«Non credo di aver mai visto una sposa più bella», commentò Margaret, aggiustandole il velo.

«Ti ringrazio. Non sarebbe stato lo stesso senza di te», le disse sincera.

«Ti consiglio di non dire un’altra parola o finiremo tutti a piangere, Sarah», intervenne Sam.

La ragazza sorrise.

Aveva già mostrato l’abito a suo padre quando era andato a trovarli a Los Angeles e anche lui si era commosso. Doveva essere ancora più strano per lui vederla in quelle vesti; in fondo sarebbe sempre rimasta la sua bambina.

«Credo che dovremmo proprio andare adesso, non vogliamo far aspettare troppo lo sposo», intervenne Margaret.

«Non credo ci siano pericoli che si annoi e scappi, Margaret», affermò la damigella, facendole l’occhiolino. «Vado a controllare che tutto sia pronto, d’accordo?»

Le due donne annuirono e Sarah fece un respiro profondo.

Era davvero giunto il momento.

                                                                           ***                     
 
Non avrebbe saputo dare un nome a quello che aveva provato quel giorno, ma guardando gli occhi di Will seppe senza ombra di dubbio di aver preso la decisione giusta.

Non l’aveva mai amato così tanto.

La cerimonia non era stata troppo lunga o smielata. Tutto era stato discreto, raffinato e intimo, proprio come aveva immaginato. Non si erano scambiati alcun tipo di promessa particolare di fronte agli sguardi dei loro invitati, perché entrambi sapevano che non ce n’era bisogno.

Si erano già detti tutto quello che era necessario sentire e il resto l’avrebbero dimostrato l’una all’altro giorno dopo giorno.

Come da tradizione aprirono le danze (era stato l’unico punto su cui l’organizzatrice aveva insistito), dopodiché il neosposo lasciò alla donna che amava un momento con suo padre.

Era strano pensare come solo pochi mesi prima quell’ipotesi gli sarebbe sembrata più che ottimistica, invece, era accaduto sul serio: lui e Sarah erano veramente sposati.

«Sei felice?», le chiese suo padre.

«Sì. Non immagini quanto», rispose lei con un sorriso. «Grazie».

«Per cosa?»

«Per essere sempre qui per me. Mi dispiace se a volte l’ho dato per scontato e grazie anche per avere concesso a Will una possibilità».

«È veramente innamorato di te», disse. Poi aggiunse: «So che io e tua madre non siamo stati un buon esempio, ma…».

«Sei stato il miglior esempio che potessi avere, papà», gli sussurrò lei, abbracciandolo più forte.

Aveva avuto così tanto a lungo paura di essere come sua madre da non aver capito che forse non era a lei che assomigliava. Forse semplicemente poteva aver preso il meglio da entrambi i genitori e, anche se non era così, quel giorno decise che voleva pensarlo. In fondo aveva sempre un domani per cambiare idea.

Fu in quel momento che scorse un volto famigliare, poco distante da loro.

Quando si accorse di essere stato visto, George si avvicinò con calma e sorrise a entrambi.

«Congratulazioni! Mi spiace di essere in ritardo, temo di aver perso l’inizio della cerimonia, ma Margaret ha avuto l’accortezza di non lasciarmi sulla porta», disse.

Sarah rise.

«Figurati, non importa», gli assicurò.

Era lieta che fosse lì.

«Beh, cosa ne dici di darmi il cambio? Non ho più l’età per certe cose e mi pare che lo sposo sia stato requisito da un branco di signore piuttosto fastidiose», affermò Aaron, cedendogli la mano di sua figlia.

George rimase per un attimo a fissarla.

«Allora? Vuoi lasciare la sposa da sola in mezzo alla pista da ballo?», gli domandò lei con un sorriso.

Lui parve riaversi.

«No, certo», mormorò, afferrando la sua mano e prendendo il posto di Aaron.

Rimasero in silenzio per un paio di minuti e nel frattempo la musica cambiò.

«Sono contenta che tu sia riuscito a venire», gli sussurrò lei. «Stephen non è con te?»

«È dovuto passare da casa, ma mi ha fatto promettere di porgerti i suoi migliori auguri. Ti chiamerà domani probabilmente».

«Okay».

Era inverosimile per lui sentirsi così, ma quella vicinanza con Sarah pareva avergli mandato in tilt il sistema nervoso.

Pareva non essere neanche più in grado di articolare un pensiero di senso compiuto. Le sue braccia le cingevano la vita. I loro corpi erano vicinissimi, separati solo da un paio di centimetri.

Erano così vicini e, al tempo stesso, così distanti.

L’amava, ma non poteva essere sua. Non poteva accarezzarla come avrebbe tanto desiderato. Non poteva tenerla stretta a sé, non poteva prendersi cura di lei. Non poteva restare un minuto di più vicino a lei senza rischiare di rovinare tutto quello che c’era fra di loro.

Erano troppe le cose che avrebbe desiderato dirle, troppe le cose che se avesse detto non avrebbe più potuto nascondere.

«Credo che dovrei ringraziare di nuovo Margaret», le disse, cercando di non lasciar trasparire la sua agitazione.

«Va bene», mormorò lei.

Forse in un’altra situazione si sarebbe posta qualche domanda riguardo al comportamento di George, ma non quel giorno.

«Beh, direi che hai un tempismo perfetto», aggiunse, vedendo comparire suo marito proprio di fronte a loro.

«George, sei riuscito a venire», gli disse Will.

L’attore lasciò immediatamente andare Sarah e si costrinse a sorridere e a porgergli i suoi più sinceri auguri, nonostante ogni parola suonasse ipocrita persino alle sue orecchie.

«Sta’ attento alle mie cugine. Potrebbero letteralmente saltarti addosso», lo mise in guardia in tono amichevole.

George lo ringraziò.

«Terrò gli occhi aperti», disse, allontanandosi.

«Allora dove eravamo rimasti, Mrs Turner?», le chiese.

«Direi decisamente qui», mormorò lei, poggiandogli una mano sulla guancia e baciandolo con trasporto.

Le persone intorno a loro esplosero in un applauso di apprezzamento, soltanto una non ci fece quasi caso, troppo concentrata a cercare di calmare il proprio il cuore.

                                                                         ***
 
La maggior parte degli invitati se ne era già andata, ma lui era ancora lì, incapace di muoversi.

Aveva scambiato un paio di convenevoli con la madre di Will e aveva pure sorriso alle sue temibili cugine, che chiaramente avevano un debole per lui.

Aveva fatto tutto alla perfezione e non c’era più nulla che lo obbligasse a restare, eppure non era ancora stato in grado di fare un passo in direzione dell’uscita.

Come aveva potuto credere che vederla andare all’altare lo avrebbe aiutato a togliersela dalla testa?! 

Durante tutta la cerimonia si era sentito come estraniato da quello che stava succedendo: era come se la vicenda si stesse svolgendo di fronte ai suoi occhi, ma lui non riuscisse a capirla.

Aveva sentito Sarah pronunciare le promesse e poi Will fare lo stesso e per tutto il tempo non aveva desiderato altro che urlarle di non farlo, di non sposare Will. 

Era stato costretto a mordersi la lingua e aveva tenuto i pugni così stretti da essersi ritrovato le impronte delle proprie unghie nella carne. 

Sapeva bene come sarebbero andate le cose se si fosse trattato di un film in cui era il protagonista: una volta accortosi dei suoi sentimenti, si sarebbe recato in chiesa con un mezzo di fortuna, avrebbe spalancato le porte e avrebbe percorso di corsa la navata centrale.

Lei lo avrebbe guardato negli occhi per un secondo e avrebbe capito.

Lui le avrebbe detto che l’amava in uno di quei modi da film che in quel momento non gli parevano neanche troppo sdolcinati e poi… Oh, poi le avrebbe preso il viso fra le mani e l’avrebbe baciata!

Sì, sarebbe andata proprio così.

Peccato che la sua vita non fosse un film e che in quel caso il ruolo del protagonista non spettasse a lui. Era poco più che una mera comparsa là dentro, o almeno era così che si era sentito.

Avrebbe desiderato andarsene, sarebbe stato più sensato, invece, sentiva che finché restava lì poteva ancora tergiversare.

Quando aveva stretto Sarah a sé era stato ancora peggio, perché non avrebbe voluto lasciarla andare. Era stato quasi impossibile salutare cordialmente Will e impedire al proprio istinto di avere la meglio sulla razionalità. 

Doveva farcela, perché se l’avesse ferita non sarebbe mai stato in grado di perdonarselo ed erano già troppi gli errori che aveva commesso.

Non poteva aggiungere anche lei alla lista.

«Vedo che sei riuscito a scappare dalle cugine di Will», osservò una voce maschile, costringendolo a voltarsi.

Aaron gli sorrideva con espressione raggiante.

«Non è stato semplice», replicò George.

In realtà nessuno l’aveva davvero infastidito, ma era più facile parlare di questo.

«Sei stato carino a venire», gli disse Aaron. «È stata una bella cerimonia. Resti fra noi, non credevo che l’avrei mai detto», aggiunse in tono ironico.

Nonostante tutto George si ritrovò a sorridere. Gli piaceva il padre di Sarah.

«Non potevo mancare. Tua figlia è stata… È straordinaria».

«Come vanno le cose?», gli chiese dopo un attimo.

Era tragicomico pensare di rispondere a quella domanda proprio quel giorno.

Andrebbero benissimo se non mi fossi innamorato di tua figlia.

No, probabilmente non era la risposta che Aaron voleva sentire.

«È una donna sposata. Innamorata di suo marito», dichiarò l’uomo, interpretando fin troppo bene la sua pausa.

«Perché mi stai dicendo tutto questo, Aaron?», gli domandò George.

«Credo che tu lo sappia», sospirò l’uomo.

George deglutì. Era diventato davvero così facile decifrare i suoi sentimenti? Il suo scudo ermetico doveva essere sparito nel momento peggiore.

«È una donna sposata. Innamorata di suo marito», ripeté lui. «È tutto come dovrebbe essere, no?», aggiunse quasi a se stesso.

Il suo interlocutore non ribatté, limitandosi a poggiargli una mano sulla spalla.

Era innamorato di una donna che non poteva avere. Di nuovo.

La vita sapeva davvero essere beffarda a volte.


Ciao a tutte!
Lo so, la speranza generale era che questo matrimonio non avvenisse mai, che George si facesse avanti, che lei "aprisse gli occhi" o che Aaron si mettesse in mezzo, ma non amo rendere le cose facili ai miei personaggi. 
Sarah avrà commesso un errore sposando Will? Al momento non sembra pensarlo così come anche suo padre ha messo da parte le proprie riserbe per il bene della figlia e ha anche dovuto ammettere che la cerimonia non è stata poi così orribile. 
George come alcune di voi avevano immaginato in una situazione del genere proprio non ce l'ha fatta a decidere di dire a Sarah cosa prova per lei; al contrario ha avuto forza d'animo e ha messo da parte tutto ciò per essere lì per lei e se non è questo l'amore... :)
Comunque anche Aaron e il suo fiuto da detective non avevano sbagliato nel dire alla figlia che George nutriva un differente interesse per lei e alle nozze osservandolo ne ha avuto la conferma. 
Tuttavia, la domanda adesso è: i sentimenti di George svaniranno davvero con il tempo oppure Sarah non si troverà poi così bene nella sua nuova vita?
Ai posteri l'ardua sentenza! Come ho accennato questo è l'epilogo di questa prima parte della storia, ma non ho intenzione di abbandonare questi personaggi e sto già lavorando al seguito. Per ora non so dirvi quando inizierò a postarla, ma non ne ho mai lasciata una non completa quindi non temete. ;)
Ringrazio tutte quelle che mi hanno seguita fino a qui e in particolare chi mi ha fatto sapere cosa ne pensava: è sempre utilissimo ricevere dei pareri. Anzi, se vi andasse di farmi un commento generale ne sarei felicissima!
A presto!
Vale


 
  
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