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Autore: Eilan21    24/07/2016    11 recensioni
Svezia, 443 dC. Con la morte del re, la successione al trono è incerta. La gloriosa Stirpe del Drago, che ha governato la Svezia per oltre trecento anni, rischia di estinguersi e precipitare il paese in un'era di guerre e anarchia. Tutte le speranze di un popolo sono riposte in Arianrhod, l'ultima erede della casata reale, una bambina di soli quattro anni.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Antichità, Medioevo
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Dragons





Britannia, 461 d.C.


Ciaran parò un affondo di sua sorella, mettendo la spada di taglio. Nonostante avesse tre anni in più di lei e fosse fisicamente molto più forte, il giovane era visibilmente affaticato sotto i colpi che Ainslee gli indirizzava con incredibile maestria. La ragazza si muoveva in maniera armoniosa e letale, con una tecnica degna di un cavaliere addestrato. Ciaran e Ainslee si sfidavano alla spada da quando erano bambini, ma le volte in cui Ciaran era riuscito a battere sua sorella si contavano sulle dita di una mano. Eppure avevano avuto entrambi lo stesso insegnate: il loro padre, Eachann, che era un fabbro appassionato dell’arte della spada; ma Ainslee sembrava avere un dono innato che Ciaran, per quanti sforzi compisse, non era in grado di eguagliare.

Quel pomeriggio caldo e assolato di giugno i due ragazzi erano nella stalla della fattoria dei genitori, impegnati in un finto duello con due spade di legno. In teoria, la frescura in cui era immersa la stalla e la brezza che soffiava attraverso le porte spalancate avrebbero dovuto rinfrescarli. In pratica il finto duello, che entrambi prendevano incredibilmente sul serio, li affaticava e li faceva sudare. Ogni tanto un affondo di uno dei due fratelli centrava una delle balle di fieno che erano state ammucchiate in cataste ordinate alla fine della trebbiatura. Le spade finte sollevavano spruzzi di paglia che finivano invariabilmente nei capelli e fra gli abiti dei due accaniti contendenti.

Quando Ciaran e Ainslee cozzarono contro lo steccato di legno uno dei cavalli nitrì, spaventato, ma poi si calmò subito, riprendendo a brucare il proprio fieno. Perfino gli animali erano abituati ai combattenti dei ragazzi ormai, e non ci facevano troppo caso.

Ciaran si preparò a un altro affondo quando Ainslee, spiazzandolo completamente, lo schivò compiendo un breve giro su se stessa. Si portò così al fianco del fratello e riuscì a fargli perdere l’equilibrio. Ciaran cadde sulla paglia e prontamente Ainslee gli torreggiò sopra, puntandogli la spada alla gola.

Se fosse stata una spada vera saresti morto, fratellino!”, esclamò la ragazza con una risata.

Anche a Ciaran venne da ridere, nonostante fosse stato sconfitto per l’ennesima volta da sua sorella minore. Ma non era un ragazzo orgoglioso, e chi lo conosceva lo aveva visto perdere le staffe forse due volte in tutta la sua vita.

Va bene, va bene mi arrendo”, disse con finto tono implorante.

Solo per questa volta!”, lo ammonì scherzosamente Ainslee.

Ciaran si schermò gli occhi con la mano per guardare la sorella. Nel caldo sole di mezzogiorno sembrava che Ainslee riflettesse la luce, irradiandola a chi gli stava intorno. Se avesse dovuto trovare una parola per descrivere sua sorella Ciaran avrebbe scelto “argentata”. I lunghi capelli erano di una sfumatura di biondo talmente chiara che pareva argento, perfino le ciglia e le sopracciglia erano dello stesso colore. E gli occhi erano di azzurro simile al ghiaccio. Tutte sfumature abbastanza insolite per la popolazione di quei luoghi della Britannia.

Per il resto Ainslee era una ragazza di diciotto anni molto simile alle sue coetanee, se non per il temperamento impetuoso e ostinato che la caratterizzava. Non si lasciava intimidire facilmente, riusciva a tenere testa a chiunque e non mancava di testardaggine. Spesso non riusciva a frenarsi dal rispondere per le rime, anche ad uomini più anziani, cosa che era considerata davvero sconveniente per una donna. Sua madre Gwenael le rimproverava in continuazione questo suo comportamento sfrontato, e nei momenti in cui la faceva arrabbiare arrivava a definirla “la sua disperazione”.

I due ragazzi si gettarono a sedere sulle balle di fieno, ancora ansanti, poggiando le spade finte accanto a loro. Rimasero in silenzio qualche secondo; Ciaran notò che sua sorella stava riflettendo. Se ne accorgeva perché aggrottava sempre le sopracciglia quando pensava intensamente. Sapeva che avrebbe solo dovuto attendere che lei gli facesse la domanda che aveva a fior di labbra.

Ciaran?” disse, spostando lo sguardo su di lui.

Sì?”

Tu pensi che mi sposerò mai?”

Ciaran non rimase spiazzato dalla domanda. Anzi, si chiedeva perché Ainslee avesse impiegato tanto tempo a formularla. Da anni ormai, la ragazza guardava le sua amiche prendere marito, una dopo l'altra, persino mettere al mondo dei figli, e non aveva potuto far altro che rallegrarsi per loro e restare in disparte.

Io... credo che nostro padre stia solo aspettando il pretendente giusto.”

Non prendermi in giro! Sai che non è così. Conosce Owainn da una vita, lo considera quasi un altro figlio... eppure ha rifiutato qualsiasi proposta lui gli abbia fatto. Non capisco cosa abbia in mente per me. Fra poco sarò talmente vecchia che nessun uomo mi vorrà più!”

Ciaran rise, scuotendo il capo. “Non credo proprio! E comunque non dirmi che avresti davvero voluto sposare Owainn?” Forse non era molto lusinghiero da parte sua non considerare il suo migliore amico degno di sua sorella, ma per quanto Ciaran volesse bene ad Owainn era pienamente cosciente dei suoi difetti. Uno spirito ribelle come Ainslee non sarebbe mai andato d'accordo con l'ottusità di Owainn; l'amico voleva una moglie obbediente e sottomessa, e inoltre non brillava particolarmente per intelligenza.

Ainslee intanto stava riflettendo sulla domanda di Ciaran. Non che ci avesse riflettuto molto, ma aveva pochi dubbi. “No, non credo proprio. Non mi piace, e anche se gli sono affezionata alcuni suoi comportamenti non mi piacciono affatto.”

Appunto, pensò Ciaran.

Arriverà anche l'uomo giusto per te, sorellina”, la rassicurò abbracciandola. “Ma non lui e non adesso.”

E tu?”

Io...?”

Tu pensi che ti sposerai mai? In realtà devo confessarti che odio pensarlo, non vorrei che lasciassi la fattoria.”

Prima di tutto mettiti in mente che non lascerò mai la fattoria” sorrise Ciaran. “Non ti libererai di me così facilmente! Se mai dovessi sposarmi sarà mia moglie a venire ad abitare qui. Non voglio certo rinunciare a proseguire il lavoro di papà.”

Ainslee gli indirizzò un sorriso complice che Ciaran ricambiò. Poi sembrò incupirsi.

E poi, sai... ho già trovato la donna che vorrei come mia moglie, ma lei non ha scelto me.”

Ainslee sfiorò con le dita il braccio del fratello.

Mi dispiace, io... ho provato a parlare ad Enid, ma lei...”

Non era necessario, sorella.”

L'ho fatto per te. Anzi, ho il rimorso di non aver fatto abbastanza, che avrei potuto fare di più... in fondo è la mia più cara amica...”

Lei amava un altro, non c'è altro da aggiungere” Ciaran fu secco. “Non posso costringerla a provare qualcosa per me, e non voglio. Da quando si è sposata, non ho fatto altro che augurarle di essere felice.”

Questo lo so. Tu sei l'uomo più buono e dolce che abbia mai conosciuto” disse lei posandogli un bacio sulla guancia. “E sono sicura che troverai la ragazza più bella, più buona e più... bé, più tutto, che esista da qui ad Alba*!”

In quel momento la voce della madre che li chiamava rimbalzò fra le pareti della stalla, interrompendo i loro discorsi.

Ragazzi, dove siete? E’ pronto e vostro padre è già in tavola”, gridò Gwenael affacciandosi alla porta della stalla.

I due giovani abbandonarono le spade e si affrettarono verso casa, consapevoli che Eachann rientrava in casa solo il tempo necessario per mangiare e poi tornava alla fucina.

Finalmente!”, li apostrofò Gwenael come misero piede in cucina, “e guarda come siete ridotti! Ainslee, hai la paglia nei capelli e sei tutta sudata! Non è così che dovrebbe comportarsi una ragazza in età da marito…”

Si avvicinò alla figlia per sfilarle dei fili di paglia dai capelli. “Ora non c’è neanche tempo per andarvi a lavare, altrimenti si raffredderà tutto!”, continuò a brontolare.

Eachann, già seduta a tavola di fronte a una scodella di zuppa fumante, non poté fare a meno di sorridere. “Su cara, sono solo dei ragazzi e non mi pare una grande tragedia, no?”

Ma sua moglie fece finta di non sentirlo e fece cenno ai figli di sedersi mentre portava il pane in tavola, continuando a borbottare tra sé.

Padre, avete finito quella spada che vi ha commissionato il figlio del governatore della provincia?”, chiese Ainslee con la voce colma d’ammirazione, improvvisamente dimentica del cibo che la madre le aveva messo davanti.

Quasi. Quel riccone pazzo ha voluto una spada che nemmeno i Cesari avrebbero potuto desiderare.” rispose, ignorando l'occhiataccia di Gwenael per il modo in cui aveva definito il figlio del governatore. “L'ha voluta con intarsi in oro, nientemeno! Bé, finché è suo padre a tirare fuori il denaro, per me può chiedermela anche intessuta con i baffi di lucifero in persona!”

Ainslee e Ciaran non riuscirono a trattenere una risata. Era risaputo che il governatore e la sua famiglia erano tra coloro che si erano convertiti alla nuova fede, e Eachann non aveva grande stima dei cristiani o dei loro Vescovi, e non ne faceva mistero. Li trovava pittoreschi, come li definiva spesso. In quanto al figlio del governatore, ciò che aveva sentito e appreso di lui, bastava a classificarlo come un ragazzo viziato e borioso.

In ogni caso è una delle spade più elaborate a cui abbia mai lavorato, e io e tuo fratello ci siamo rotti la testa per trovare un modo di creare quell'elsa così elaborata senza rendere la spada troppo pesante. Bilanciarla bene poi è stato anche peggio. Comunque riuscirò a finire entro domattina se tuo fratello tornerà alla fucina con me, questo pomeriggio”.

Mi sono allontanato solo per un paio d’ore!”, protestò Ciaran sulla difensiva, addentando contemporaneamente un pezzo di coniglio.

Chissà se Ainslee riuscirebbe a batterti anche nella costruzione di una spada?”, disse Eachann strizzando l’occhio alla figlia.

Non mettere queste idee in testa ad Ainslee, Eachann. Una ragazza della sua età deve aiutare in casa e non fare un lavoro da uomo”, intervenne Gwenael brusca.


Quel pomeriggio Ciaran andò a lavorare con il padre nella fucina, mentre Ainslee rimase come al solito ad aiutare sua madre nella gestione della fattoria. Oltre ad alcuni campi coltivati, la famiglia aveva diversi animali: mucche, maiali e polli. La fattoria e l’officina di fabbro di Eachann consentivano alla famiglia di vivere agiatamente. Oltretutto Eachann era un fabbro di grande talento, e fin da lontano la gente veniva a richiedere i suoi servigi. Le spade da lui forgiate erano veri capolavori d’artigianato, e mai un cliente era rimasto deluso del risultato, neppure i più ricchi o i più esigenti.

Intenta a raccogliere le verdure per la cena, Ainslee ne mise alcune nel cesto, poi si raddrizzò asciugandosi la fronte col dorso della mano. I capelli le davano impiccio nei movimenti, anche se li teneva legati. Ma sua madre non le aveva mai permesso di tagliarli, anche se lei avrebbe tanto voluto farlo e gliene aveva chiesto spesso il permesso. Ma Gwenael sosteneva che i capelli lunghi erano ciò che rendeva bella una donna, che la bellezza era la cosa più importante per una ragazza in età da marito, e che nessun uomo l'avrebbe mai voluta se avesse avuto l'aspetto di uno spaventapasseri appeso in un campo di grano. Fosse come fosse, quella pesante treccia che le sbatteva sulle gambe irritava Ainslee come non mai, e la spingeva a chiedersi che importanza potesse avere per lei tutto questo se i suoi genitori non avevano intenzione di trovarle marito. Ainslee si fermò ad osservare sua madre a pochi passi da lei, china nell'orto, la chioma ingrigita e la schiena curva. Un sorriso di tenerezza le si dipinse sul volto, nonostante le amare riflessioni. Anche se spesso la trovava troppo rigida e severa – più nei suoi confronti che in quelli di Ciaran, a dire il vero – Ainslee amava molto sua madre.

Nonostante volesse molto bene ad entrambi i suoi genitori, Ainslee sapeva che non erano stati loro a metterla al mondo. Su questo loro erano stati sempre molto chiari. D’altra parte non avrebbero potuto tenerlo nascosto in ogni caso: Ainslee era talmente diversa nell’aspetto da loro da spiccare come un lupo in un recinto di pecore.

In Britannia convivevano diverse etnie: i discendenti dei romani avevano i classici lineamenti spigolosi e i capelli neri e ricciuti; i discendenti del Piccolo Popolo, gli antichi abitanti dell'isola che vivevano come selvaggi, pitturandosi di azzurro quando andavano in battaglia, e nutrendosi esclusivamente dei frutti spontanei della terra, erano piccoli di statura, con la pelle olivastra e i capelli neri; i discendenti dell'antica stirpe reale erano alti e con i capelli di un tipico oro rosso. Ma Ainslee non sembrava appartenere a nessuna di queste stirpi. Il suo aspetto era del tutto particolare, e lei si era spesso domandata da dove potesse essere venuta e chi fossero i suoi veri genitori.

Non appena aveva raggiunto l’età per capire, Eachann e Gwenael le avevano spiegato che era una trovatella e che era stata abbandonata nei pressi della loro fattoria da qualcuno che probabilmente non aveva i mezzi per prendersene cura. Ma non per questo – sottolineavano i suoi genitori – loro l’amavano di meno, e Ainslee non aveva veramente mai potuto dubitarne.

Quella sera a cena Eachann annunciò che la famosa spada con intarsi in oro commissionata dal figlio del governatore era finalmente pronta, e chiese a Ciaran di andare in città il giorno seguente per consegnarla.

Domani c’è anche il mercato”, intervenne Gwenael, “Dovresti portare a vendere i nostri prodotti”. Una volta al mese, quando c’era il grande mercato di Eburacum**, la famiglia portava lì la sua mercanzia.

I prodotti della fattoria si vendevano meglio lì che non al piccolo mercato del loro villaggio.

Dovrò partire all’alba, credo…”, disse Ciaran.

Perché non porti con te anche Ainslee?”, propose Eachann.

Davvero, padre? Oh magari, mi piacerebbe tanto. Vorrei tanto rivedere Eburacum”, esclamò Ainslee battendo le mani, felice come una bimba.

Ma sì, perché no? Ormai sei una donna, e a tuo fratello servirà un aiuto in più per scaricare la merce”, rispose suo padre in tono bonario.

Ainslee gli buttò le braccia al collo e lui sorrise, intenerito.

Più tardi però Eachann prese da parte Ciaran.

Stai attento ad Ainslee, figliolo”, gli disse, “sai di cosa parlo, vero?”

Sì padre”, mormorò il giovane facendo un cenno di assenso. Comprendeva a cosa si riferisse suo padre: l'aspetto così insolito di Ainslee attirava spesso degli sguardi, non necessariamente malevoli, più che altro curiosi, pensava Ciaran, ma suo padre sembrava sempre stranamente preoccupato che la sorella potesse attirare troppa attenzione su di sé. Così aveva preso l'abitudine di chiedere a Ciaran di tenderla d'occhio quando si allontanavano da casa, ma non aveva mai voluto spiegargliene esattamente il motivo. Le sue risposte erano sempre state vaghe, e avevano scoraggiato Ciaran dal porre ulteriori domande.



Angolo Autrice: Eccomi di nuovo a voi! Spero che il nuovo capitolo vi piaccia, l'ho modificato varie volte prima di esserne soddisfatta. Come al solito ringrazio tutti quanti per le recensione. Come si dice... they mean the world to me!

Alla prossima,

Eilan

   
 
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