Serie TV > Sam & Cat
Segui la storia  |       
Autore: KingOfGold    25/07/2016    1 recensioni
Ad un tratto qualcuno suonò il campanello. Sam rimase sul divano e accese la televisione. Cat la guardò sbalordita, abbandonò l'angolo cottura e si apprestò ad aprire la porta.
- Perché in fondo quella più vicina ero io - borbottò.
Quando aprì la porta vide che c'era Dice alla porta. - Entra pure - disse gentilmente.
Aveva un cappello nero che sovrastava i suoi capelli riccioluti, una maglia d'altrettanto colore, dei jeans scuri e delle comode scarpe color blu notte.
- Salve ragazze! - esclamò allegro il ragazzino.
- Che mi dici di nuovo? - conversò Sam, col telecomando in mano intenta a cambiare canale.
- Ehm, non molto. Ho preso 8 al compito di inglese, ho un nuovo cliente per voi e per finire, - riprese fiato - Freddie viene qui a Los Angeles!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
5.

- Vai da Freddie oggi?
Sam si svegliò tutt'altro che beatamente tra le coperte del suo letto, che la proteggevano dai raggi solari che penetravano dalla finestra illuminando l'intera camera. Quella voce, che capì subito appartenesse a Cat, la stava perseguitando da cinque minuti, uno più uno meno, e come se non bastasse con la solita frase, chiedendosi se fosse un disco rotto più che una persona umana. Si mise seduta, spostandosi i capelli dal viso, e vide Cat rivolgerle uno dei sorrisi più ampi che avesse mai fatto. In quell'esatto momento si pentì di aver rivelato i suoi sentimenti ad una persona così, realizzando che non avrebbe più smesso di parlarne finché non ci fosse stato una degna continuazione, come fosse una sorta di soap opera.
- Non credo di esserne in grado - rispose agli assillamenti, stringendo le ginocchia al petto - penso sia meglio rimanere a casa a badare ai bambini.
- Ma oggi è domenica - ribatté a quel punto la rossa.
- Sì, e lo era anche una settimana fa, ma questo non ha impedito a delle casalinghe frustrate di accollarci tre gemelli -
Il lavoro di babysitter si poteva dire che l'avesse stancata a sufficienza, arrivava al punto di chiedersi chi gliel'avesse fatto fare. Si ricordava ancora quella volta in cui prima di accogliere un bambino accompagnato dalla madre si era messa una maglietta con scritto "Mine is the worst job ever", ossia "Il mio è il peggior lavoro di sempre", e la donna ha afferrato il figlio e se l'è portato via appena aperta la porta.
- Senti e se mi occupassi io di chiunque arrivi?
La buon svegliata rise di gusto. - Ma chi, tu? Dici sul serio o è un'inside joke che non riesco a comprendere per qualche strano motivo?
- Dico davvero. Tu vai a parlare con Freddie, e io testo le mie abilità da babysitter gestendo tutto da sola. Potrebbe essere una buona idea.
Sul viso di Sam comparve un sorrisetto compiaciuto. - Devo dire che è una proposta allettante. E credo che accetterò.
- Benissimo, adesso tu vai dal tuo amico e io mi preparo psicologicamente - esordì spingendola fino all'uscio. - A dopo.
Le sbatté la porta in faccia, prima di sentire suonare il campanello. La riaprì, e vide Sam con uno sguardo tra l'assonnato e l'impassibile. 
- Che dici, dovrò pur lavarmi prima di andarmene? - domandò, anche se una vera risposta a quella domanda non la voleva.
- Oh, hai ragione. Beh, in questo caso puoi entrare. Ma poi vai a fare una bella chiacchierata con il tuo amichetto per poi tornare a casa e raccontarmi ogni singola cosa che è successa.
- Mi pare giusto.

Freddie stava rifacendosi il letto quando all'improvviso qualcuno suonò il campanello, costringendolo ad allontanarsi da ciò che stava facendo. Quando aprì la porta vide davanti a sé Sam, con una maglia a pipistrello nera e degli shorts di jeans. Delle converse rigorosamente nere andavano a completare quella combinazione di indumenti.
Ciao. Fu quella l'unica cosa che uscì dalla bocca di lui, diventato altamente nervoso, e sudando freddo. Poi, per rompere il ghiaccio, che sembrava quasi inespugnabile, affermò con una vena scherzosa: - Sai che sono le 10, giusto? Pensavo che la domenica fosse sacra per te, e temo tu possa aver contratto la febbre.
- Mi dispiace, niente febbre - ridacchiò Sam, superandolo. Arrivò in prossimità del divano e vide Dice in cucina dedito a riempirsi un bicchiere d'acqua, per cui lo salutò con un cenno della mano, dopodiché si sedette comoda e alzò lo sguardo a Freddie, che portava le mani ai fianchi e aveva un sorriso da ebete sul viso di cui non riusciva a liberarsi.
- Allora... - disse lo stesso, facendo un respiro profondo.
- Io so tutto. So quel che è successo con Cat e ho chiarito con lei, quindi non ti preoccupare.
Freddie tirò un sospiro di sollievo, e si mise seduto accanto alla ragazza, portando il piede sotto la coscia sinistra. 
- E allora perché sei qui? - chiese allora, sentendo qualcosa di grande dietro l'angolo.
- Per fare qualche chiacchiera.
- Qualche chiacchiera? Del tipo?
- Ascolta. Sai che io sono quel genere di ragazza che non parla spesso di ciò che sente, però ho capito in questi pochi giorni che sei qui, che mi sei mancato tanto e non penso che questo sia dovuto ad una semplice amicizia...
Sam abbassò lo sguardo sulle sue mani, che sfregava puntualmente sulle ginocchia. 
- Io... credo che...
Freddie si accorse di star balbettando quasi immediatamente, e allora l'altra gli domandò, fissandolo negli occhi scuri: - Che cosa cerchi di dirmi?
Non rispose a quella domanda, anzi lo fece, ma in una maniera diversa: le mise una mano sulla guancia, con il pollice sulle fossette, e si avvicinò progressivamente alle sue labbra, lasciandovi la morbidezza e il sapore delle proprie; le loro lingue si cercarono, si incontravano e poi di nuovo in un loop che sembrava infinito. Spostò la mano sulla spalla, facendola scendere sempre più giù... e cessò tutto lì, quando si ricordò di non essere solo con Sam, ma con un adolescente in preda agli ormoni che li fissava dal bancone della cucina.
Dice si spostò da lì, e passando dietro il divano, disse imbarazzato: - Va bene, vi lascio ai cavoli vostri.
Freddie notò come il suo tono fosse debole, quasi rattristato, e si chiese se Sam avesse avvertito la stessa sensazione. Ma quel pensiero venne spazzato via quando uscì di casa, e soprattutto davanti a quella situazione delicata. 
- Questo era quello che volevo dirti - disse semplicemente, tenendo la sua mano sul rossore della guancia di Sam.
- Credo di essermi innamorata di te ancora una volta, Freddie.
Si guardarono per qualche istante, prima che quell'attimo fosse interrotto dalla voce imponente dello stesso. 
- Non puoi dirmi questo...
Vide la sua fronte aggrottarsi, poi le sue mani esitare per un momento tra i suoi capelli.
- Che intendi? - lo interrogò, con un tono misto tra arrabbiato e confuso.
- Anch'io provo qualcosa per te... Ma tra tre settimane torno a casa, e passerà un altro anno prima di incontrarci ancora una volta.
- Perché dovresti andartene?! - sbottò la bionda, sbattendo le mani sul braccio del divano e poi sulla sua stessa gamba. - Sei appena arrivato!
- Finisce il mio soggiorno qui, ricordi? Ho vinto un contest per arrivare da voi.
- Ma se ti stabilisci da Dice, scusa? - propose innocentemente.
- Non funziona proprio così. Ho un biglietto per tornare a Seattle, ed è valido fino al 27 marzo. Se non lo uso, rimarrò bloccato per sempre qui, e io non ho soldi abbastanza per vivere per altri 60 anni. E se te lo chiedi, mia madre non permetterà mai che io mi stabilisca qui sapendo che ci sei tu. Senza offesa naturalmente, sai com'è fatta.
- Puoi farti assumere, no? E potrai rimanere qui da Dice perché sai di essere il suo punto di riferimento, giusto? - lo riempì ancora di domande, infilandoci roba a vanvera, ma che per non sa neanche quale ragione gli sembrarono totalmente sensate.
- Io il suo punto di riferimento? E anche se fosse dovrei lasciare il mio lavoro a Seattle ed è il lavoro migliore che io abbia mai avuto - rivelò, con il tono di voce sempre più in procinto di calare e spegnersi per sempre.
- Va bene, Freddie... Ho capito. Non vuoi rimanere qui. Ma avrei preferito che tu me lo dicessi piuttosto che baciarmi - disse Sam stringendo le braccia al petto.
- Non è che non voglio rimanere, è che non posso rimanere! So che ci sei tu qui ed è anche una sola ottima ragione per rimanere qui, ma non sono pronto.
- Ma immagino tu sia pronto a perdermi un'altra volta.

#SPAZIOAUTORE

Ed eccovi il capitolo 5. Spero non sia una completa schifezza.
Finalmente Sam e Freddie parlano dopo quel che è successo ma quando avviene succede un disastro. 
Mi domando anch'io come andranno a finire le cose.
Al prossimo capitolo!
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sam & Cat / Vai alla pagina dell'autore: KingOfGold