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Autore: Becky2000GD    28/07/2016    0 recensioni
Brian Haner è un veterano di guerra. Dopo aver passato molti anni sul campo di battaglia e aver più volte rischiato di morire per il proprio paese, decide di ritirarsi e tornare a condurre una vita normale nella sua città, Huntington Beach, California. Quando però suo marito Matthew, da poco tornato in guerra per svolgere altri due anni al servizio dell'esercito degli Stati Uniti, viene catturato dai nemici e probabilmente ucciso, iniziano i problemi. Brian cade in depressione, senza più essere neanche in grado di occuparsi di suo figlio. Troppo forte è il desiderio di avere indietro il corpo di Matt, in modo da potergli dare una degna sepoltura. Le cose però non sono esattamente come sembrano, e presto Brian riacquista la speranza di potere tornare alla sua vita ...
-PRECEDENTEMENTE PUBBLICATA SU WATTPAD-
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Special Chapter - Matt's P.O.V.

"I won't be the victim, but the first to cast a stone."

 

 

 

"Quando la vita ti prende a schiaffi tu dalle un calcio nel culo e dimostrale che non ti arrendi."

 

 

 

-Non ci posso davvero credere! Sei un fottutissimo coglione Brian! Praticamente un padre snaturato!

Non riesco a smettere di urlargli contro. È più forte di me.

Mi ha raccontato tutto, nel vero senso della parola. So ogni cosa successa in questa casa dal giorno in cui me ne sono andato fino a quello del mio sacrosanto rientro.

Non sono mai stato più felice d'essere di nuovo qui.

-Non solo hai tentato di toglierti la vita, no, dovevi anche provarci mentre c'era mio figlio in casa! Che problemi mentali hai?! Che merda!

Sono offensivo, me ne rendo conto. La furia però in questo momento ha preso il sopravvento, mi sta mangiando dentro. Sono consumato da una rabbia incontrollabile.

Ho voluto essere così cattivo da riferirmi a Nicholas con l'aggettivo possessivo "mio", così da tagliare praticamente fuori Bri. È ovvio che l'ho fatto appositamente, non penso sul serio d'essere il solo, unico e vero padre di Nick. Non potrei mai ... Brian lo ha trattato come suo dal primo vagito fino ad oggi. In nessuna circostanza oserei mai anche solo pensare che mio marito non è legato al nostro bambino quanto lo sono io.

Il fatto è solo che qui la cosa rischia di degenerare. Sono scosso per via dei fatti di cui sono venuto a conoscenza.

Non solo mi allontano dal divano nel quale mi ero seduto per ascoltare tutta la storia, ma inizio anche a vagare per casa tirando pugni a qualsiasi cosa mi capiti a tiro. Continuo a gridare per espellere la frustrazione.

Vorrei solo picchiarlo in questo preciso momento. Sarei capace di scendere in cantina per prendere la mia mazza da baseball- che è accuratamente riposta tra le vecchie cose di quando ero al liceo-e utilizzarla per colpire il mio consorte una, due, tre, quattro ... magari anche cento volte. Potrei spaccargli le costole una per una in questo stesso modo.

È che sono un padre iperprotettivo,non posso farci nulla. Se il mio Nick finisce in mezzo ai casini di noi adulti posso dare di matto.

I bambini devono giocare e vivere l'infanzia sereni. Sta a noi genitori farci il culo e affrontare i problemi piccoli e grandi per assicurare ai nostri pargoli un inizio il più tranquillo possibile nella vita.

Avevo capito da tempo che in Brian c'era qualcosa che non andava ma non pensavo fosse addirittura depresso, o non lo avrei mai e poi mai lasciato solo. Sono incazzato anche con me stesso, e non so neanche bene perché. I motivi possono essere tanti: sarei dovuto essere un marito migliore e preoccuparmi di più per l'uomo che ho sposato, non sarei mai dovuto partire, avrei dovuto prevedere le possibili conseguenze che la mia prematura morte avrebbe potuto avere sulla famiglia, avrei dovuto ...

L'elenco potrebbe rivelarsi infinito di questo passo.

E a che cosa serve piangersi addosso? Non posso tornare indietro nel tempo per cambiare niente di quello che è stato.

Sono per mia natura il più forte in questa coppia,ho sempre avuto il coraggio di prendere le decisioni più difficili. Brian c'è sempre stato per leccarmi le ferite quando ne ho avuto bisogno, non posso negarlo. Ma ciò non toglie che se mi allontano anche solo per poco da lui, non sa come gestire le cose che gli accadono attorno. È perso senza di me, e non lo dico per vantarmene. Non c'è nulla di bello nel non potersi fidare completamente dell'uomo che si ama perché è troppo debole o incapace di affrontare la vita autonomamente. È anche per questo che per ora ci siamo limitati ad avere un solo figlio, non mi sento pronto per un altro marmocchio dovendo anche occuparmi di Bri.

Più ci penso, più mi sento bruciare dentro.

Dopo aver girato metà del piano terra di casa con l'intento di calmarmi, mi ritrovo in cucina. Qui sferro un ultimo pugno al muro, colpendolo con tutta la forza che mi resta. E a quanto pare anche se la mia massa muscolare è notevolmente diminuita sono ancora tosto, perché lascio un enorme buco nella parete andando a rivelare i fili della corrente che passano là dietro.

Brian, che a fatica mi stava seguendo per casa chiedendomi di calmarmi, resta sbigottito e si blocca istintivamente non appena sente questo gran rumore. Dalla porta della stanza fissa prima la mia mano dalle nocche violacee e poi il vuoto che si è creato tra il frigo e il piano cottura. Scruto la sua espressione e noto come il labbro inferiore del mio uomo tremola piano, lasciandomi pensare che sia spaventato.

L'ha capito. Lo sa che se non mi sfogassi sulle cose inanimate sarei capace di riempirlo talmente di botte da ridurlo ad essere tutto un livido.

Ho dei problemi a gestire i miei attacchi d'ira, di ciò non ho mai fatto mistero. È vero, alle volte so essere molto calmo e riflessivo e sono in grado di mettere da parte gli impulsi, ma solo in situazioni diverse. Solo sul campo di battaglia, vale a dire. Qui sono in casa mia, dove le regole le detto io. Se vengono trasgredite o qualcosa non va come vorrei, trattenersi e mantenere il controllo sulle mie reazioni diventa molto più difficile.

-Mattie, cerca di restare calmo, andiamo ...

Anche se non si muove di lì, prova lo stesso a farsi sentire. Però è tutto inutile. Sento la puzza della sua paura nell'aria, è preoccupato per come andrà a finire la faccenda. Da quando siamo diventati una coppia sedici anni fa, io non l'ho mai picchiato per davvero, ieri è stata la prima volta. Neanche io so cosa mi sia preso quando gli ho sferrato un pugno sull'occhio, certo è che lo rifarei anche adesso.

Non sono mai stato così aggressivo con Brian, ho sempre e solo voluto proteggerlo da quando mi sono reso conto che lui è ciò di cui ho bisogno per rendere questa vita un po' meno insopportabile. Il suo amore mi riempie il cuore ...

-Taci, cazzo! Non chiamarmi Mattie un'altra volta, questo non è proprio il momento adatto per le tue romanticherie da due soldi!

Lo interrompo bruscamente mentre gli punto il dito contro. Mi avvicino con fare minaccioso e sono sicuro che mi si possano leggere cattive intenzioni in faccia.

Io non sono mai stato un bravo ragazzo, ma neppure così! Quest'uomo non è Matthew Sanders, non sono io! Che cosa mi prende?! Perché mi comporto in questo modo?! Non ho mai minacciato Brian se non per scherzare, no!

-Se tu eri così debole a livello mentale già da tempo avresti dovuto farne parola con me. Non per niente ci siamo sposati, dovremmo dirci tutto! E invece no! Hai omesso proprio la parte peggiore, quella che poteva essere più importante!

Ieri a questa stessa ora neanche ero atterrato ad Huntington Beach. Non avrei mai potuto immaginare che oggi mi sarei ritrovato a gridare contro a Brian. Sono tornato dall'Inferno sperando che avrei avuto una qualche chance di riprendere a vivere una vita normale. Ora so per certo che non avevo capito un bel niente. Sono lontano anni luce dal risolvere i miei conflitti interiori, soprattutto adesso che mi cade ancora una volta il mondo addosso.

-Non mi capacito del fatto che avresti preferito arrenderti al dolore e ammazzarti. Ma più di tutto non posso credere che tu sia arrivato a pensare di farla finita nel momento in cui Nicholas ormai aveva solo te. Come posso fidarmi Brian?! Sei un fottuto disastro!

Insisto sugli stessi punti, su ciò che mi preme di più.

Cazzo Matthew, smettila! Stai solo peggiorando la situazione!

Bri inizia a tremare dopo le mie ultime parole. Prova ad allargare le braccia nel tentativo di gesticolare e noto subito come le sue mani si muovono involontariamente. I suoi occhi profondi ormai sono pieni di lacrime anche se sta cercando in ogni modo di trattenersi e non piangere.

So che sta soffrendo, però mi fa solo venire voglia di fargli più male di così.

Perché Brian non ha mai imparato come funzionano queste cose. Da quando abbiamo deciso di metterci insieme è stato come se lui si fosse strappato il cuore dal petto per lasciarlo nelle mie mani. Lo conosco, so come è fatto ... è il suo modo per farsi perdonare. È il suo modo per dire che si fida ciecamente di me, tanto da darmi anche l'opportunità di punirlo ferendolo se è ciò che desidero. È il suo modo di amare.

Eppure non dovrebbe mai permettere che nessuno calpesti i suoi sentimenti, neanche io. Sono solo un uomo, sbaglio come tutti gli altri. Ed è in momenti come questi che addirittura ne approfitto ... si rende talmente tanto vulnerabile da essere come un agnellino, mentre io divento il leone. Posso sbranarlo quando voglio. Adesso come adesso, per esempio, non desidero altro. Il pianto non mi renderà più magnanimo nei suoi confronti. Non sarò la vittima, ma il primo a scagliare la pietra.

Perciò, anche se so che vorrebbero controbattere, non gli lascio il tempo necessario.

-E la cosa della marijuana ... con quella hai davvero toccato il fondo. Il dolore che sentivi ti faceva stare peggio dell'idea che comprando quella roba saresti potuto finire dentro e che t'avrebbero potuto strappare via nostro figlio?! Avremo dei problemi con gli assistenti sociali in futuro, lo capisci? Nick potrebbe venirci tolto! E sarebbe solo colpa tua! Sappi che se dovrò allontanarmi da te pur di potere continuare a prendermi cura del mio bambino, non esiterò un solo secondo a chiedere il divorzio!

Non so come ho potuto osare pronunciare le ultime parole. Sono un mostro, un uomo orribile. Bri ha sbagliato perché era colto dalla disperazione e dalla malattia, ma io lo sto facendo per vendetta. Sì, una vendetta verso il mondo. Ho visto in lui un perfetto capro espiatorio e ne approfitto. E guardando la sua espressione so per certo che meriterei di morire ora.

Ed ecco che, semplicemente, l'uomo davanti a me cede. Brian cade a terra, come stava per succedere poco più di un'ora fa prima di iniziare il racconto degli avvenimenti dell'ultimo anno. Solo che 'sta volta io non faccio il minimo sforzo per tentare di prenderlo.

Mi odio, tuttavia non mi va proprio di correre in suo soccorso anche ora. E comunque, non credo neppure sia stato uno sbaglio. Penso si sia lasciato cadere, visto che ha la faccia di uno che non ha più neanche la forza di reggersi in piedi.

Per qualche lunghissimo istante non posso udire alcun rumore in casa, solo quello del mio stesso cuore. Il battito cardiaco è accelerato visto quanto sono nervoso al momento. E in verità adesso come adesso potrei giurare di sentire anche il flebile battito di Bri.

Già, quando si ritrova a litigare con me viene sempre colto dall'ansia, in alcuni casi ha veri e propri attacchi di panico. E gli si abbassa la pressione, tanto che arriva anche a svenire.

Non posso negarlo, negli ultimi anni è diventato patetico. Sarebbe bello rivederlo con indosso la divisa militare solo per rendermi conto che è lo stesso uomo con le palle che sposai cinque anni orsono, prima del suo congedo dall'esercito.

E dire che anche dopo che mi aveva detto che accettava di sposarmi avevo dovuto attendere le nozze per ben sette anni, e con grande impazienza. Dovevamo portare a termine diverse missioni prima di poterci dedicare alle nostre vite private.

Con il senno di poi, non so se varrebbe ancora la pena di aspettare per tanto. Amo Brian più della mia vita, però non è più il ragazzo che conobbi quando iniziammo l'addestramento militare a San Francisco.

Prende a singhiozzare rimanendo ai miei piedi, come fosse un verme incapace di fare qualsiasi cosa se non strisciare.

So perfettamente che tutta questa malvagità nei suoi confronti me l'hanno messa dentro.

Quando ero prigioniero ho sopportato torture atroci ... ma ciò che ha fatto più male è stato proprio sentirmi tanto sbagliato per via della mia identità sessuale. Quei bastardi sapevano tutto di me, avevano i loro informatori segreti ed erano stati capaci di raccogliere tutte le informazioni necessarie sul mio conto. Del resto sulla mia testa c'è una taglia da anni ed anni visto quanti nemici ho fatto fuori. Io e Brian eravamo l'arma segreta dell'esercito americano.

Perciò, dopo che tutta la verità era venuta a galla, ho ricevuto un trattamento speciale per il semplice fatto d'essere sposato ad un uomo piuttosto che ad una donna. È stato allora che hanno iniziato a farmi il lavaggio del cervello, e sempre in quel momento mi sono reso conto che in un angolo remoto del mio cuore una piccola parte di me detesta Brian Haner.

Lo ripeto: io per lui potrei morire, qui e adesso. Assieme a Nicholas è la cosa più preziosa che ho in questo mondo. Eppure è innegabile che qualcosa in me lo vorrebbe morto.

È stato lui a mettermi in una situazione critica, se non me lo fossi ritrovato davanti non avrei mai smesso di fingermi etero come tutte le persone "normali". Sarei stato un uomo anonimo, come tanti altri. E soprattutto non avrei dovuto subire quegli abusi terrificanti dopo il rapimento.

Ora che ci ho ripensato i miei occhi scintillano di rabbia.

È solo colpa di Brian. Lui è sbagliato, non avrebbe mai dovuto trascinarmi nel suo mondo.

I due emisferi del mio cervello ragionano in maniera diversa, un conflitto interno mi si scatena dentro mentre i sentimenti fortemente contrastanti che provo nei confronti di mio marito mi dilaniano l'anima senza lasciarmi un solo istante di respiro.

In tutto questo gran casino tutto ciò cui riesco a pensare è Nicholas. Il bambino ora è a scuola, perciò non gli tocca di vedere tutto ciò. E ne sono felice. Non deve imparare da me, non dovrà mai trattare male la persona di cui si innamorerà a prescindere dal sesso di quest'ultima.

Il pianto di Brian nel frattempo inizia a darmi alla testa. A fatica tenta di alzarsi, però a giudicare da come si sforza temo la gamba destra si sia intorpidita a tal punto che non gli lascia più modo di muoversi.

Che pena, che sofferenza, che vergogna. Leggo tutto questo nella faccia di mio marito e sono così tramortito dalla rabbia per ciò che ha fatto e per quello che ho passato per colpa sua che il mio orgoglio di maschio alpha mi impedisce di chinarmi su di lui ed aiutarlo a rimettersi in piedi.

-Sei o non sei un uomo?! Piantala di startene lì come una donnicciola, alza il culo dal pavimento, lotta con le unghie e con i denti più di conservare la poca autostima che ancora ti rimane! Fallo per te stesso soldato Haner, coraggio!

Incrocio le braccia al petto e gli urlo addosso, provando a motivarlo quel tanto che basta per spronarlo ad alzarsi. La vita è dura e ormai il suo corpo inizia a tradirlo sia a livello fisico che mentale. Eppure lui deve lo stesso trovare la forza.

Brian alza il viso verso il mio, guardandomi come farebbe un bambino sperduto. Sembra disperato. Non credo si renda conto che gli sto dando la possibilità di riscattarsi ai miei occhi, no. Ha le mani strette a pugno, addirittura le sue nocche sbiancano.

Quando mi rendo conto che neanche ciò che gli ho detto basta a dargli una svegliata, non so far altro che incazzarmi di più. È una visione disgustosa.

-Quindi saresti tu l'insulsa ameba per cui ho rinunciato ad una vita tranquilla?! Avrei potuto avere ogni donna dell'intera Orange County solo per me, ma no, io dovevo andare a relazionarmi proprio con un omuncolo del genere!

E dire che fino a prima che mi prendesse questa gran ira gli avevo detto che avremmo passato una bella vita dignitosa e felice assieme. Sono contraddittorio o, per meglio dire, posso sembrarlo. Ma voglio solo il bene per lui, lo amo. Sto lasciando che i brutti pensieri prendano il sopravvento e che quindi incasinino ogni cosa, sia dentro la mia testa che fuori intorno a me. La casa è piena delle mie grida e dei suoi singhiozzi, rimbombano in ogni stanza.

-Non saresti sopravvissuto due ore nel posto in cui sono stato deportato in prigionia, non sei degno di stare al mio fianco!

Dopo avere inferito un'ultima volta, lo afferro dal colletto della t-shirt che indossa e inizio a trascinarlo letteralmente. Lui mi afferra il polso e prova con tutte le sue forze a convincermi a lasciarlo andare, ritentando ancora una volta a mettersi in piedi pur di allontanarsi da me.

-Lasciami Matthew! Sono tuo marito, non puoi volermi veramente trattare così. Sono rimasto a piangerti ed aspettarti per lungo tempo, è questo il tuo modo di dire grazie?! Ho sbagliato ma ora rimedierò ad ogni cosa!

Rido di gusto per via di come ha esordito. 

No che non ti lascio, Brian. Non sperarci neanche.

-Ora ti faccio vedere io cosa succede quando non si è abbastanza forti da prendere la vita di petto! Mi ringrazierai, prima o poi.

Sbatte i pugni su di me, colpendomi ancora e ancora. Finalmente gli viene voglia di difendersi e lottare! Proprio la reazione che volevo ottenere.

Io comunque non lo mollo. Dopo averlo trascinato a peso morto per tutto il corridoio, ci ritroviamo davanti alle scale.

-Che hai intenzione di fare?!

Neanche rispondo alla sua insulsa domanda.

Lo afferro dai fianchi come farei con un bambino e me lo carico in spalla. Gli faccio il favore di non costringerlo a strisciare scalino per scalino fino al piano superiore. Neppure io saprei essere tanto duro nei confronti del mio uomo.

-Tu sei pazzo! Ti hanno veramente rovinato la testa in quel postaccio!

Non sa fare a meno di sbraitare e lo sento chiaramente graffiarmi la schiena da sopra la maglietta, con una foga tale che sono sicuro d'avere ormai la pelle arrossata e sanguinante. Ma non ha importanza. Per mesi sono stato frustato giorno dopo giorno per diverse ore e con gli oggetti più improbabili, tanto che ormai sono ricoperto di segni dalle spalle fino alle cosce. Le unghia di Bri non possono farmi paura.

Quindi, come se nulla fosse, salgo le scale con il mio solito passo veloce. Non appena arrivo in cima quasi non so dove devo dirigermi per arrivare alla nostra stanza da letto. Ho passato così tanto tempo lontano da casa mia che per un secondo mi sento talmente confuso ...

Infine però ricordo che le camere, quella per gli ospiti compresa, si raggiungono incamminandosi per il corridoio a destra.

Anche se non è facile trasportare letteralmente Brian, visto anche come sono ridotto, mi sforzo di farlo. Ho intenzione di mostrargli qualcosa ...

Con un calcio ben assestato spalanco la porta e mi avvicino al nostro letto matrimoniale quel tanto che basta da fare cadere mio marito sul morbido materasso. Continua imperterrito a protestare, eppure non può far altro che rimanere qui.

-Beh?! E adesso perché m'hai portato fino a qua?! Che mi vuoi fare?!

Brian è rosso in viso, un po' per il nervoso e suppongo anche un po' per il timore. Non so che cosa si sia messo in testa ... forse pensa che vorrei approfittarmi delle sue condizioni fisiche per prenderlo con la forza contro la sua volontà? Crede che questo sia il mio modo di dargli una lezione?

Non sarei mai capace di arrivare a tanto. Sarebbe violenza domestica in piena regola, e oltre tutto non augurerei neanche al mio peggior nemico di venire stuprato. Figuriamoci se oserei fare questo proprio al mio Bri.

Il cuore manca un battito e mi sento costretto a deglutire quando lo vedo farsi forza con le braccia per indietreggiare fino ad arrivare con la schiena alla testata del letto. Si ritrova con le spalle al muro, nel senso che glielo leggo in quei meravigliosi occhi ambrati che vorrebbe solo fuggire ma sa di non esserne capace ora.

È in questo preciso istante che decido di dargli un piccolo assaggio di ciò che ho passato io ... voglio farmi beffe della sua paura.

Con un solo gesto sfilo la cintura di pelle dai jeans e la faccio muovere in aria come se volessi usarla su di lui. Vado a colpire il materasso, poco lontano dalla coscia del mio consorte. Resta a bocca aperta, come se non credesse a quello che vede. Non ha neanche la forza di dire qualcosa ...

Dai Brian, fatti coraggio per una volta nella tua vita. Ieri sei stato capace di atterrarmi, mi hai sconfitto. Ti sei fatto valere, puoi farlo anche adesso. Non puoi volere essere un pupazzo tra le mie mani ...

Ora la situazione si è evoluta. Non ce l'ho più solo per quello che è accaduto negli ultimi mesi, più che altro per come si è dimostrato debole. Lo so che le parole hanno un peso, specie se dette da chi ami di più al mondo. Tuttavia io non voglio che lui si lasci sempre trattare così, so essere un vero bastardo quando voglio. Perciò pretendo che Brian impari a reagire.

Rimane fermo a fissarmi, per poi abbassare addirittura la testa in segno di rassegnazione.

È la cosa peggiore che poteva passargli per la mente di fare. Si è arreso.

-Sei un idiota.

Ed è con queste parole che mi lancio su di lui. Lo afferro dalle spalle e lo faccio voltare, sbattendogli poi la testa sul cuscino.

-Perché non ti difendi?! Perché non ci provi neanche?! Che cosa diavolo ti ha reso così inutile?!

Lo sento mugolare di dolore sotto di me. Tengo il suo viso premuto giù usando entrambe le mani, sperando che tenti di divincolarsi almeno nel momento in cui l'ossigeno viene a mancargli. Mi sento disperato mentre stringo le sue ciocche more tra le dita. Desidero riavere al mio fianco l'uomo forte di cui mi innamorai ... però non voglio neanche essere costretto a fargli questo. Mi mordo forte il labbro inferiore quando finalmente mi tira una gomitata in mezzo allo stomaco pur di liberarsi di me.

Fa male, certo, ma è il dolore più dolce che abbia mai sentito ...

Decido quindi di lasciarlo andare e, non appena gli è possibile, si volta a guardarmi con l'occhio ancora gonfio e tumefatto. Sta ansimando per riprendere fiato, eppure a mezz'aria riesco a sentire quelle parole di disprezzo nei miei confronti che non ha l'audacia di pronunciare.

È ciò che provo io. Entra nella mia testa, Brian. Io ti amo e ti odio per tantissime ragioni diverse.

Lo metto nuovamente alla prova quando con forza gli porto i polsi sopra la testa e li lego usando la cintura, così da impedirgli ulteriori movimenti. Con le mani legate e la gamba destra che gli dà i soliti problemi di sempre, dovrà davvero sforzrasi per riuscire a ribellarsi in un qualsiasi modo alle mie intenzioni.

-Tu non hai la più pallida idea di tutto il male che mi è stato fatto. Non sai neanche quanto in alcuni momenti avrei desiderato morire, lasciare perdere ogni cosa ... sarebbe bastato arrendermi alle innumerevoli torture, Brian. Sarebbe bastato che avessi rivelato loro le informazioni che volevano da me e non avrebbero esitato un solo istante a giustiziarmi, soprattutto per via di tutto il tempo che ci hanno messo per catturarmi.

Con la voce colma di commozione gli rivelo la mia verità, di cui non avevo ancora parlato. Allungo una mano verso il suo volto e vado ad accarezzarlo proprio dove ha ricevuto il pugno. Anche se cerco di essere delicato, è chiaro che sente male e quindi si allontana subito sottraendosi alle mie attenzioni. Un piccolo gemito esce da quelle dolcissime labbra rosee e sottili. Potrei baciarle per ore visto quanto mi sono mancate ...

-Però sono addirittura riuscito a fuggire ad un certo punto. Non mi sono lasciato sopraffare dal timore di quello che sarebbe stato di me, ho combattuto. Avevo bisogno di tornare qui e rivedervi ...

Faccio un lungo sospiro, cercando di camuffare tutto il dolore che sento se ci ripenso. È il passato che vorrei dimenticare ma so già che me lo porterò sempre addosso. Ho più cicatrici che tatuaggi ormai ...

-Tu devi tornare ad essere quello di un tempo. Sii cosciente delle tue condizioni fisiche, ma non lasciare che esse ti riducano come adesso. Niente merita di trasformarti in un essere tanto piccolo e indifeso. Non sei così impotente come pensi, Bri. Non devi lasciarti uccidere dal dolore e pensare di rinunciare alla tua vita suicidandoti, qualsiasi cosa capiti. Non devi mettere Nick in secondo piano, è tuo preciso dovere continuare ad occuparti di lui a prescindere da tutto. E infine, non devi MAI permettermi di farti del male. Sono stato orgoglioso di te quando ieri ti sei difeso dopo il colpo che ti ho sferrato ...

Mentre pronuncio l'ultima frase m'allontano da lui per andare verso l'armadio.

Mio marito ancora non parla. Credo sia tanto confuso da non capire più che cosa sta accadendo.

-Ora sono io che inizio a crollare. E da qui in avanti finchè non avrò sconfitto tutti i miei demoni interiori non sarò capace di fare molto di più che darti problemi. Perciò combatti Brian. Fallo anche per me ...

Ed ecco che tiro fuori entrambe le chitarre del mio compagno di vita. Queste ricordavo bene dove le teneva, non avrei mai potuto scordarlo ...

Afferro quella acustica dal manico e, dopo avere lanciato un ultimo sguardo al mio amato, mi volto verso il muro, lanciandoci la chitarra contro.

-Che cazzo credi di fare?! Smettila immediatamente!

Già dopo il primo colpo la cassa dello strumento si ammacca. Ma io voglio romperla totalmente. O lui viene qui e mi costringe a rinunciare, oppure si ritroverà senza gli strumenti che lo hanno accompagnato e salvato nei momenti di disperazione più nera. La Musica è parte della sua vita da sempre ...

-No! Devi costringermi tu! Lotta per quello che vuoi Brian! Fammi vedere di nuovo di che pasta sei fatto, o poi ridurrò in pezzi anche la tua amata Schecter elettrica!

Ed ecco che con addirittura più forza sbatto nuovamente contro la parete ciò che resta della chitarra acustica. Vado avanti così, finchè non mi trovo tra le mani la tastiera in ebano con ancora le corde attaccate alla paletta.

-Stronzo che non sei altro!

Continua a gridarmi insulti su insulti mentre mi rendo conto che è colto da un'esplosione di rabbia.

Quella chitarra gliela aveva regalata Zacky ... era tutto quello che a Brian restava di uno dei suoi più grandi amici. È stato un colpo basso, me ne rendo perfettamente conto. In mia difesa posso però dire che era l'ultima possibilità rimasta per smuovergli qualcosa dentro.

-E non hai visto ancora nulla! Era solo l'inizio!

Forse da fuori può sembrare che io ci stia provando gusto a strappare al mio uomo tutto ciò che ama, ma non è assolutamente così. Soffro con lui, perché lo so che razza di danno gli sto facendo.

Proprio quando sto per passare a distruggere la sua chitarra elettrica, lo sento lanciarsi addosso a me gridando per la rabbia. Mi ha preso alle spalle, quindi in un secondo ci ritroviamo tutti e due a terra. Sbatto forte la fronte sul pavimento, mentre sento il peso morto del suo corpo ancora appoggiato alla mia schiena.

Per un attimo mi ricorda i rari momenti in cui, dopo avere lasciato che fosse lui a prendermi durante un rapporto, si accasciava sfinito su di me mentre entrambi tentavamo di recuperare un respiro regolare. 

-Perché hai voluto farmi questo?! Perché mi detesti così tanto Matthew?! Ti ho chiesto scusa per tutto ciò che è successo mentre non c'eri, il mondo attorno a me era collassato quando credevo tu fossi morto. Era necessario vendicarsi in questo modo?!

Approfittando del fatto che ha ancora i polsi legati tra loro, unisce le mani e mi colpisce proprio sulla spina dorsale con tutta la forza che ha in corpo.

Tremo quando da quel punto inizia ad irradiarsi il dolore verso ogni direzione. Gemo immediatamente , rimanendo senza fiato.

-Stupido, stupido, stupido! Ti odio quando diventi così, non hai un minimo di rispetto per me che t'ho sposato! Non mi vuoi felice, vuoi solo approfittare d'ogni situazione per sfogarti!

Non l'ho mai visto così.

La sua ira è talmente grande che mi colpisce di nuovo, ancora e ancora e ancora. Non lo riconosco ... e anche se mi ritrovo quasi con gli occhi fuori dalle orbite per il male, mi viene da sorridere.

-Volevo solo rivedere il mio amato Brian Haner, quello vero ... lieto che abbia funzionato.

Una lacrima mi scende lungo la guancia, soddisfatto come sono. Ho vinto di nuovo ...

Mi sento svenire. Sono stanco ... stanco di pensare, stanco del dolore fisico, stanco di dovermi occupare di tutto e di tutti. Devo riposarmi.

In questo preciso istante decido che, non appena mio marito sarà meno irritato e un tantino più tranquillo, gli racconterò anche io le cose che mi sono accadute. Dobbiamo tentare di rimettere insieme i pezzi ...

Siamo entrambi due bellissimi mosaici e se ci ricostruiamo a vicenda creeremo qualcosa di meraviglioso tornando ad amarci come un tempo.

Mi hanno insegnato che, a volte, chi ti prende a calci lo fa solo per amore. Questo è il caso. Ho approfittato delle condizioni di Bri solo per renderlo più forte. Da adesso in poi questa vita non potrà più romperlo.

 
   
 
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