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Autore: _crucio_swag_    30/07/2016    2 recensioni
Sesto anno ad Hogwarts. Draco si ritrova a dover ingannare Harry oltre ad uccidere Silente. Sembra facile ma un sentimento mai provato prima a cui neanche il re delle serpi sa dare un nome gli impedirà di portare a termine ciò che il Signore Oscuro gli ha ordinato. Riuscirà a cambiare la sua anima? Riuscirà a distinguere ciò che è giusto da cio che non lo è? Riuscirà a sciogliere il ghiaccio che avvolge i suoi occhi e il suo cuore?
Questa storia non sarà delle più felici ma vi posso assicurare che avrà un bel lietofine.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 15

accecato dalla paura



Harry girava scalzo per la sua Sala Comune, il pomeriggio del giorno di Natale, una cioccorana in mano, addosso solo un maglione azzurrino con una grossa H gialla stampata sopra e un paio di pantaloni grigi a caso.
L’atmosfera era una delle più felici di tutto l’anno ma nonostante questo aveva il viso spento e gli occhi vitrei. Sembrava quasi una grande bambola di pezza, i capelli neri prima lucenti ora opachi, le spalle curve in avanti, un ombra scura calata sul volto mentre si abbandonava sulla poltroncina rossa, davanti al camino, e rispondeva distrattamente a quei continui “Buon Natale Harry!” pieni di euforia ma che, al posto di rallegrarlo, aumentavano solo la sua tristezza.
Perché si rendeva conto che, in lui, quegli auguri non provocavano alcun tipo di gioia ma contribuivano soltanto a calarlo in quell’ombra piena di dolore che gli racchiudeva il petto in una morsa.
Perché l’unica persona con cui effettivamente avrebbe voluto passare quei momenti non c’era più. Non in senso letterale ovviamente, aveva incrociato parecchie volte Draco per i corridoi e per le tavolate della Sala Grande quel giorno, ma in un senso che nemmeno lui sapeva descrivere.
Se ne stava lì a preoccuparsi del Serpeverde quando c’erano cose ben più gravi. Per esempio, il fatto che i Weasley non avessero potuto passare le vacanze natalizie a casa perché un gruppo di mangiamorte gliel’aveva bruciata il giorno della vigilia.
Ma lui non riusciva a pensare ad altro perché sapeva, era sicuro, che non avrebbe mai più potuto averlo accanto, e allora che senso aveva chiudersi in se stessi come stava facendo lui in quel momento?
Era facile a dirsi ma non a farsi.
La verità era che la consapevolezza di averlo perso, molto probabilmente per sempre, lo distruggeva.
E sapeva anche che era stato lui a volerlo, era stato lui a dirgli esplicitamente che non l’avrebbe mai più perdonato e così facendo aveva eliminato dalla faccia della Terra anche la più misera possibilità che i loro rapporti si riappacificassero.
E non sapeva se esserne soddisfatto o non.
Perché faceva male.
Faceva male averlo avuto per se solo per poco e poi averlo dovuto lasciare.
Faceva male perché sentiva la mancanza di quegli attimi.
Voleva possederlo, lo desiderava più di ogni altra cosa.
Voleva nascondersi tra le sue braccia e non staccarsi mai più.
Voleva… voleva tante cose.
Voleva ma non poteva.
Non più ormai.
 
 
“Buon Natale Harry!”
Fu all’ennesimo augurio che il moro tirò su la testa svogliato, pronto per fare il solito cenno, quando i suoi occhi verdi si scontrarono con quelli color nocciola della sua migliore amica. “Buon Natale anche a te Hermione! Grazie mille per le cioccorane! Aspetta… ma non dovresti essere a casa dei tuoi genitori per le vacanze natalizie?” chiese corrugando la fronte.
La ragazza sorrise divertita. “Si, dovrei. Ma stamattina ho letto un articolo sulla Gazzetta del Profeta in cui dicevano che un gruppo di mangiamorte era riuscito a fuggire dopo aver appiccato fuoco alla Tana. E allora sono tornata per Ginny e per Ron, mi dispiace molto per loro”
“Pure a me. E come hai fatto a venire fin qui? L’Hogwarts Express non torna certamente indietro per una sola persona”
“Semplicemente ho scritto una lettera al professor Silente spiegandogli i motivi per cui volevo tornare e lui è stato ben felice di aiutarmi. Anche i miei genitori, pur essendo babbani, hanno capito la gravità della cosa. Si è smaterializzato a casa mia e poi mi ha portato con lui fin dentro le mura di Hogwarts. Sono arrivata giusto cinque minuti fa e sono venuta subito da voi. A proposito, dov’è Ron? Perché devo…” si fermò di colpo quando vide che Harry si era incupito e aveva riabbassato lo sguardo sulle sue mani posate in grembo. Da brava osservatrice qual’ era, capì subito che qualcosa non andava. “Va tutto bene?” chiese.
Harry sembrò riscuotersi da uno stato catatonico. “Oh, sì… va tutto alla perfezione!”. Si sforzò di assumere un tono normale ma a quanto pare non ci riuscì molto bene.
“Smettila di fingere e dimmi cos’è successo” disse la ragazza in tono autoritario.
Il moro capì che non aveva scampo. Quando la sua amica decideva di voler scoprire qualcosa niente o nessuno riusciva mai ad impedirglielo. Così sospirò e mormorò “Mi ha tradito…”
“Chi?”
“Lui…”
“Lui chi?” chiese di nuovo Hermione ma aveva la netta sensazione di sapere già chi fosse.
Harry non riuscì a impedire ad una lacrima di scivolargli sul viso. “Mi ha ingannato, per tutti questi mesi. E’ diventato uno dei miei più grandi amici, mi ha trattato magnificamente tanto da farmi desiderare di non allontanarmi da lui nemmeno un attimo. Ero convinto che mi volesse veramente bene e con questa convinzione io mi sono fidato di lui ma ho sbagliato… Lui ha solo giocato con me e con i miei sentimenti, ha finto di essere qualcuno che non era e io ci sono cascato in pieno. E fa male Hermione… fa male provare qualcosa per qualcuno che non ricambia ed essere costretti a stargli lontano quando invece ciò che vorresti è giusto il contrario”. Non fece riferimenti al fatto che Malfoy era un mangiamorte e che l’aveva ingannato per portarlo a morire perché anche se era piuttosto incazzato con lui non intendeva certo metterlo nei guai. Senza nemmeno rendersene conto scoppiò in lacrime sulla spalla della sua amica.
La ragazza lo strinse a se per rassicurarlo. “Harry, questo ragazzo è Draco Malfoy vero?”
Non avendo la forza di parlare quello annuì soltanto.
Hermione non poté che pensare che già sapeva che sarebbe andata a finire così. Voleva dirlo a Harry di non fidarsi mai completamente di quel Serpeverde ma quando l’aveva visto accasciato sula poltrona, distrutto, non aveva potuto fare a meno di rassicurarlo, di dirgli di seguire il suo cuore. Perché quando Harry stava male stava male pure lei. Ma che risultato aveva ottenuto? Niente, visto che il suo amico ora stava ancor peggio di prima. Forse avrebbe dovuto metterlo allerta quando ancora era in tempo, quando ancora non era sicuro dei suoi sentimenti verso Malfoy. Ma, per la prima volta, anche Hermione Jean Granger aveva sbagliato e ora Harry ne pagava le conseguenze al posto suo…
I suoi ragionamenti vennero interrotti quando il moro, con il viso sempre nascosto sulla sua spalla, cominciò a piangere ancor più forte sussurrando parole fra un singhiozzo e l’altro. “Hermione, scusami… scusa se ti sto facendo tutto questo… perché non riesco ad accettare la realtà dei fatti… Io, io sono ridicolo vero? Harry Potter che piange per un ragazzo… Harry Gay Potter. Mi vergogno di me stesso… E poi è tutta colpa mia… mi sono lasciato ingannare e ora guardami, guarda cosa sono diventato… Un ragazzino che piagnucola come se non ci fosse un domani”
La ragazza prese la testa del suo amico tra le mani asciugandoli con il pollice alcune lacrime. “Non dire così, non ce nulla di male nell’amare Harry. E’ grave non farlo! Tutti prima o poi ci inciampiamo sopra e tutti prima o poi ci tiriamo su. Solo, ci vuole tempo prima che passi, bisogna aspettare, è l’unico modo. Per esempio, che cosa provi se ti dico: Ginny Weasley?”
“Niente” disse il moro.
“Che cosa provavi un paio di mesi fa se ti dicevo: Ginny Weasley?”
“Provavo ancora amore verso di lei quindi, quando veniva nominata, mi sentivo distrutto perché non era più al mio fianco, perché aveva scelto qualcun altro al posto mio” rispose Harry.
“Lo vedi? La stessa cosa vale per Draco, ci vorrà tempo a dimenticarlo ma prima o poi troverai chi ti vorrà veramente per se e che non ti lascerà mai solo. E se hai bisogno di qualcuno che stia al tuo fianco ricordati che io sarò sempre qui con te Harry”
Il moro strinse a se la ragazza mormorando un leggero ma sinceramente grato “Grazie”
Quando si separarono dall’abbraccio Hermione sorrise. “Comunque tu non perdere mai la speranza. Potrebbe pentirsi di quello che ha fatto, un giorno, e decidere di tornare da te. Solamente ora lascia che il tempo scorra e semplicemente aspetta. E ricorda, non è colpa tua, non lo è mai stata” sussurrò per poi alzarsi dalla poltrona e avviarsi dall’altra parte della Sala Comune, verso Ron.
 
Harry si asciugò i residui delle lacrime rimasti.
L’ultima frase di Hermione continuava a rimbombargli in testa: “Non è colpa tua, non lo è mai stata”
E d’improvviso si rese conto che era vera.
Era vero che lui non c’entrava nulla, Draco aveva dato inizio a tutto. Stringendoli la mano e chiedendo la sua amicizia.
Si, lui aveva accettato ma comunque era stato l’altro a iniziare.
L’altro aveva sbagliato: tradendolo, manovrandolo.
Ma non lui.
No, lui era stato solo la cavia.
E non poteva permettersi di cadere a pezzi per colpa di altri, gli avrebbe solo dato soddisfazione.
Tanto aveva condiviso la vita intera con il dolore, sia fisico, sia mentale, dopo tutto quello che aveva dovuto sopportare fino ad allora. Si era trovato faccia a faccia con esso già a un anno di età, quando aveva perso i genitori.
Ed era stufo di continuare a perdere su tutto. Aveva perso la famiglia, il padrino, la gioia.
L’unica cosa che gli rimaneva era la dignità e non voleva perdere anche quella.
Semplicemente, era arrivato al limite. Voleva smetterla con tutto questo, non avrebbe retto ancora per molto.
Quindi fece la SCELTA:
Non poteva scegliere la FELICITA’, perché non ne aveva, non più ormai.
Non poteva scegliere l’AMORE perché nessuno l’amava nella maniera in cui lui avrebbe voluto.
Non poteva scegliere la SPERANZA perché, dentro di lui, si era spento anche l’ultimo barlume.
Non poteva scegliere il DOLORE perché avrebbe solo contribuito a distruggerlo ancor di più.
Così fu costretto a scegliere la PAURA, la paura di poter perdere Draco per sempre.
E si sa, la paura è il peggiore dei mali.
La paura ti porta a fare cose che nemmeno ti saresti immaginato.
La paura ti trasforma in un mostro senza che tu te ne accorga.
E fu così che la paura lo portò alla RABBIA.
Perché il mondo non poteva sempre essere così crudele, ma invece lo era. Sembrava che tutto fosse stato creato apposta per rivoltarsi contro di lui.
E la colpa di ogni cosa, non potendo darla ad altri e non avendo il coraggio di darla a lui stesso, la diede al ragazzo biondo che tormentava i suoi pensieri, le sue notti, che tormentava tutto il piccolo mondo che si era creato intorno per difendersi dalla paura e che ora, grazie al Serpeverde, era andato in pezzi.
E fu così che dalla rabbia nacque l’ODIO dentro il cuore di Harry.
Un odio accesso e profondo verso il ragazzo biondo che probabilmente aveva perso per sempre.
Cominciò ad odiarlo perché non poteva essere suo.
Perché non poteva stargli accanto.
Perché non ricambiava i suoi sentimenti.
Lo odiava con tutto se stesso perché era l’unica cosa che poteva fare per non dimenticarlo.
 
Lo odiava, semplicemente perché non poteva amarlo.
 
 
*****
 
 
I passi di Draco risuonavano leggeri sul corridoio appena fuori dalla Sala Grande mentre si avviava verso i sotterranei.
Quella sera si era praticamente obbligato a mangiare qualcosa, grazie all’immenso banchetto organizzato apposta per la cena di Natale, anche perché se no avrebbe destato troppi sospetti visto già le condizioni in cui era. Gli occhi rossi e gonfi per le ore di sonno mancate, la pelle che aveva perso anche solo quel pizzico di colorito rosa e che ora era bianca come quella di un cadavere, i vestiti che gli ricadevano larghi sulle spalle essendo dimagrito terribilmente a causa dello stress e del mancato cibo e le varie lesioni sui polsi che faticava terribilmente a tener nascoste visto che le mani doveva usarle praticamente per tutto.
Si sentiva un po’ più rinvigorito ora che aveva messo qualcosa sotto i denti ma comunque aveva uno strano peso sulla stomaco che gli dava l’impressione di dover vomitare tutto da un momento all’altro.
Si irrigidì di colpo e si affrettò ad abbassare lo sguardo quando, prima delle scale, il gruppetto di tre Grifondoro formato da Potter, Pel-Di-Carota e la Mezzosangue, probabilmente di ritorno dalla biblioteca, gli passò affianco immerso in una chiacchierata fitta fitta.
Quando un ciuffo di capelli biondo platino entrò nel campo visivo di Harry si irrigidì anche lui. Decise allora di rivolgersi ai suoi amici. “Sentite ragazzi, voi aspettatemi in Sala Comune io devo… ho dimenticato una cosa in biblioteca!”
“Ok, va bene” rispose subito Ron.
Hermione invece corrugò la fronte e rimase a fissare Harry per un po’, sentiva odore di guai nell’aria. Poi però si decise ad annuire e a dirigersi verso la Torre Di Grifondoro con il rosso al suo fianco.
Appena i suoi amici furono abbastanza lontani il moro si girò con un ghigno stampato in volto per poi avviarsi nella stessa direzione del Serpeverde. Lo trovò mentre stava scendendo le scale per i sotterranei. “Malfoy!” chiamò.
Il biondo rabbrividì ma fece finta di non aver sentito e continuò ad avanzare voltandogli le spalle.
“Malfoy!” ripeté.
Draco, affannato, accelerò il passo rischiando quasi di inciampare in uno dei gradini.
“Malfoy, non scappare!” esclamò Harry e con uno scatto gli afferrò il polso sinistro proprio mentre quello cominciava a correre.
Il Serpeverde si inchiodò all’istante e gemette per il dolore quando il Grifondoro premette le dita sul marchio nero che, anche se meno dell’inizio dell’anno, gli faceva ancora parecchio male. “Che cazzo vuoi da me Potter?” chiese nel tono più freddo possibile.
“Dimmi, per quale motivo non sei a casa dal tuo paparino e dalla tua mammina? Non ti dovevano regalare giusto un piccolo castello quest’anno?” Gli angoli della bocca del moro si sollevarono in un ghigno crudele, assolutamente non da lui, e che fece pietrificare il respiro al biondo che non l’aveva mai visto sulle sue labbra.
“Fatti i cazzi tuoi, Potter!” urlò prima che un grosso nodo gli si formasse in gola a sentir nominare i suoi genitori.
Harry avanzò di qualche passo costringendo Draco ad indietreggiare fino a bloccarlo contro una parete dei sotterranei, l’avambraccio del Serpeverde ancora saldamente stretto nella sua mano. “Per caso ti hanno cacciato perché hanno scoperto che sei gay?” sibilò con una voce pazza e intrisa di odio.
Il biondo seriamente preoccupato cercò di liberare il braccio ma l’altro non glielo permise anzi, blocco entrambi i polsi inchiodandoli al muro sopra la testa di Draco che strinse i denti quando sentì i dolorosi lembi di pelle scorticata sfregare contro il muro in mattoni. “Non avvicinarti! Che cazzo vuoi da me?” esclamò cercando di avere un tono minaccioso.
Vedendo che il Serpeverde continuava a dimenarsi il Grifondoro premette il corpo contro quello dell’altro ragazzo intrecciando le gambe alle sue per impedirgli di scalciare. “Io voglio te. Sei mio”
Draco si appiattì contro il muro, incapace di parlare a causa del panico che gli stava nascendo dentro. Che cavolo voleva fare Harry? Perché si stava comportando in quel modo? Non era da lui!
Il Grifondoro assottiglio gli occhi riducendoli a due perfide fessure e il Serpeverde poté quasi avvertire quanto odio stava cercando di esprimere con quello sguardo. “E tutta colpa tua!” disse in un sussurrò quasi isterico.
Se possibile, il biondo si schiacciò ancor di più contro la parete, sta volta completamente terrorizzato.
Harry annusò l’aria vicino al viso dell’altro ragazzo. Ora che aveva sia le mani, sia il corpo bloccato era a sua completa disposizione, poteva farci ciò che voleva. Si avvicinò di scatto al collo di Draco cominciando a mordere e succhiare avidamente i lembi di pelle, lasciando segni di denti e dolorosi lividi violacei su tutta la superficie.
Il Serpeverde si irrigidì di colpo ma quando sentì i morsi sulla carne non poté fare a meno di mugolare dal male. “Potter, smettila ti prego!” esclamò all’ennesima scarica di dolore.
Quello però tenne salda la presa e continuò quello che stava facendo accecato dal desiderio di averlo per se e dall’odio verso di lui. Morse la carne dietro all’orecchio dell’altro ragazzo strappandone un lembo.
Il biondo sentì il sangue sorpassare il colletto della camicia e scorrere lento verso il basso, lungo tutta la spina dorsale. “Ti prego, basta! Mi stai facendo male…” mormorò con la voce sconvolta e strozzata dal dolore.
Ma Harry, di nuovo, non lo ascoltò. Anzi, per farlo tacere, gli morse il labbro inferiore e quando il sangue cominciò a gocciolare dal mento del biondo fu ben felice di sentire sulla lingua il suo sapore leccandolo avidamente.
“Aiuto! Aiutatemi!” tentò di urlare Draco mentre si dimenava ma oltre al fatto che il corridoio era completamente deserto non li uscì più di un roco sussurro. Sentì la mano di Harry infilarsi sotto alla sua camicia e le sue unghie graffiargli la pelle delicata della schiena con foga, come se farlo fosse una specie di droga.
E in effetti era proprio cosi, per il moro.
Il Grifondoro, in quel momento accecato dalla rabbia che la paura di perderlo aveva eretto attorno a se, non si rese conto della gravità delle cose che stava facendo. Continuò a scorticargli la schiena fin quasi a consumarsi le unghie, scavando sulla carne, macchiandosi le mani del suo sangue e nutrendosi di ogni gemito di dolore e di ogni lacrima del biondo. Era felice perché l’altro stava soffrendo ed era quello che lui voleva: fargliela pagare per tutto ciò che gli aveva fatto.
Il Serpeverde sentì la poca forza guadagnata con il cibo venire a mancare mentre la visa si annebbiava e il dolore aumentava ad ogni gesto del moro. “Smettila! Ti prego basta! Si, è tutta colpa mia, lo so! Ma smettila, mi stai uccidendo…” mormorò con la voce spezzata.
Miracolosamente, le sue preghiere vennero ascoltate quando Harry passò accidentalmente la mano sopra al taglio a forma di saetta, sul fianco destro di Draco.
 
Entrambi si immobilizzarono all’istante.
Il biondo smise di dimenarsi.
Il moro, anche se con una mano ancora saldamente ancorata ai polsi del Serpeverde, indietreggiò di un passo staccandosi dall’altro mentre la cicatrice gli bruciava dolorosamente.
 
Fu in quel momento, quando si guardarono negli occhi per la prima volta, quel giorno, che Draco sentì la RABBIA che provava il Grifondoro nei suoi confronti come se appartenesse a lui stesso. E capì anche il perché. Siccome Il moro provava dei sentimenti forti verso di lui ed era convinto che essi non venissero ricambiati aveva PAURA di perderlo per sempre. Allora si ritrovava ad odiarlo per essere stato tradito e perché amarlo non poteva
Ma che ciò non era vero Harry non poteva saperlo.
 
Fu in quel momento, quando si guardarono negli occhi per la prima volta, quel giorno, che Harry sentì il DOLORE che provava il Serpeverde per ciò che lui gli stava facendo come se appartenesse a lui stesso. Sentì i morsi e i graffi sulla carne, un nodo in gola e un grosso peso sullo stomaco. La realtà era che il biondo ricambiava veramente quei sentimenti verso di lui e si sentiva sinceramente in colpa sapendo di aver sbagliato per l’ennesima volta. Perché era convinto che lui non avrebbe mai più voluto stargli accanto e che non l’avrebbe mai più perdonato dopo quello che gli aveva fatto.
Ma che ciò non era vero Draco non poteva saperlo.
 
Approfittando di quel momento di quiete il biondo raccolse tutte le energie che gli erano rimaste e caricò una gamba per poi sferrare una ginocchiata in pancia ad Harry che finalmente indietreggiò e cadde a terra mollando la presa sui suoi polsi.
Non si curò della fitta al fianco, non si curò del dolore alla schiena, non si curò di niente. Semplicemente scattò verso la sua Sala Comune muovendo le gambe il più velocemente possibile e riuscì a rifugiarsi dentro alle sue mura prima che il Grifondoro si rendesse conto di ciò che era successo.
 
Appena il contatto visivo si sciolse entrambi dimenticarono all’istante di essere entrati per dei momenti nella testa dell’altro e aver visto ciò che realmente provavano.
Entrambi ripresero possesso dei propri pensieri, sensazioni, sentimenti ed emozioni.
L’uno tornò a rifugiarsi nel DOLORE.
L’altro nella PAURA e nella RABBIA.
 
Harry, ancora a terra per la ginocchiata del biondo, non si curò del dolore fisico, a quello c’era fin troppo abituato.
Piuttosto si guardò le mani, coperte dal sangue di Draco e sorrise.
Sorrise al pensiero del dolore del biondo e delle sue lacrime.
Sorrise senza rendersene conto.
Perché la paura l’aveva trasformato in un mostro e aveva acceso in lui l’odio più profondo.
 
La vendetta era appena iniziata.
 
Sono le persone più forti che impazziscono e cadono per le cose più misere e, quando lo fanno, solo in pochi riescono a rialzarsi.















 

Note dell'Autrice:  Ok, vi prego, non amazzatemi per questo capitolo...
Lo so, c'è una sola parola per descriverlo e quella è: SCONVOLGENTE.
E credetemi se vi dico che mi sono autosconvolta a scriverlo.
Ma, ovviamente, c'è un motivo preciso per cui ho deciso di farlo.
Tutto è iniziato da una recensione in cui mi hanno giustamente fatto notare che non ho descritto bene il motivo per cui Draco e Harry si separano dopo il bacio nella Stanza Delle Necessità e quindi ho dovuto inventare un modo per spiegare il perché delle loro reazioni.
Per far capire il motivo del comportamento di Harry, che abbandona Draco e lo lascia dentro la Stanza Delle Necessità da solo, ho avuto questa strana idea di far diventare il Grifondoro perfido e crudele. E devo dire che mi piace parecchio com'è venuta! Muahahahaha!
Spero di non essere stata troppo affrettata, nel senso, ho cercato di farvi capire i motivi per cui Potter comincià ad odiare profondamente Malfoy evidenziandovi le parole chiave nel primo paragrafo e alcune anche nel secondo. Spero che abbiate compreso che Harry, non avendo altra scelta, si è rifugiato nella PAURA e che questa l'ha portato alla RABBIA e poi all' ODIO verso la persona che ha distrutto le barriere che aveva creato appunto contro la paura. Non so se mi spiego...
Ho cercato di organizzare e mettere giù le idee nel modo più chiaro possibile, vi giuro che nella mia testa il comportamento di Harry era perfetto per la fanfiction.
Se qualcosa non vi è chiaro, chiedete pure.
Inoltre sono stata ispirata dalle due frasi scritte in grassetto e in corsivo alla fine di ognuno dei due paragrafi che compongono questo capitolo.
Esse sono:
- Lo odiava, semplicemente perché non poteva amarlo
- Sono le persone più forti che impazziscono e cadono per le cose più misere e, quando lo fanno, solo in pochi riescono a rialzarsi
Le ho scelte perché ne sono rimasta colpita e ho pensato che ci stessero perfettamente bene con la storia. Non so se le ho lette da qualche parte o se le ha inventate la mia mente di sana pianta, fatto sta che ho basato il capitolo esclusivamente su di esse.
Ricapitolando:
Ora ho descritto cosa prova Harry.
Nei prossimi capitoli descriverò ciò che prova Draco.

Comunque, tralasciando tutte le mie pippe mentali sul fatto di essere riuscita o no a farvi capire il perché del comportamento di Harry, come vi sembra questo capitolo?
Se vi è piaciuto lasciate una recensione please. Beh, lasciatela anche se non vi è piaciuto.
Visto che sono certa che per molti di voi questo capitolo è stato semplicemente .T.E.R.R.O.R.I.Z.Z.A.N.T.E.
Poi poi poi... i nostri due protagonisti hanno di nuovo sperimentato il loro specie di "legame" da Horcrux-umani. Anche se, come nello scorso capitolo, poi non ricordano nulla.
E poi Harry è felice di aver fatto soffrire Draco e non si rende conto di ciò che ha fatto essendo accecato dall'odio provocato dalla paura. E ha detto che la vendetta è appena iniziata...

Chissà cosa succederà nei prossimi capitoli...
Beh, se non leggerete non lo saprete mai!
Però prima dovrete aspettare abbastanza perché, come ho già detto nelle note dell'autrice dello scorso capitolo, starò in campeggio per due settimane e non potrò continuare a scrivere la ficci. Però vi prometto che intanto mi farò venire tante belle idee per i prossimi capitoli.
Mi scuso se non potrò rispondere alle recensioni ma vi giuro che appena sarò tornata a casa ci darò dentro di brutto con le risposte e con la scrittura.

Ok, vi ho già rotto abbastanza con questa lunghissima nota.
Un bacione grande grande a tutti! <3
Ci rivediamo tra due settimane!
E che dire... la DRARRY regna!

   
 
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