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Autore: CinderNella    31/07/2016    4 recensioni
Si sentiva un po’ stalker a guardarlo e ad annotare ogni suo comportamento da dietro un muro delle rovine di Christ Church Greyfriars – se si fosse trovata dietro a un cespuglio avrebbe potuto trovarci dell’ironia nella situazione che stava vivendo da qualche tempo – ma era parte del suo lavoro anche quella. [...] Ma, diversamente dal solito, e non perché fosse venerdì, lui si era separato dal suo gruppo di colleghi per dirigersi all’interno del giardino che portava dritto alle rovine dov’era casualmente lei: si stava proprio dirigendo verso di lei.
Resasene conto, si catapultò alla panchina più vicina per dare l’idea di essere davvero impegnata a fare qualcosa che non fosse spiarlo da lontano, ma dalla sua espressione non doveva esserci riuscita: «Mi scusi, ma lei mi sta spiando?»
Era davvero come a scuola. Stesso portamento arrogante, stesse fattezze e modo di presentarsi elegante e capelli impossibilmente biondi: eppure era completamente diverso.
«Ehm...» non sapeva che scusa formulare.
«È la quarta volta che la vedo in una settimana e in zone diverse della città. Perché mi segue?»
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Luna/Theodore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Oh dear. E' il ritardo più imperdonabile che abbia mai fatto. Ma tra mancata ispirazione e cose da fare, non ho scritto nulla. Fino a oggi. Non è un capitolo di quelli che vi lasceranno a bocca aperta per le cose che accadranno, diciamo che è di passaggio... però ha qualche itty bitty part che è importante. Ed è un ritorno coi botti in tutti i sensi XD Buona lettura!







 





What are we gonna do? We’ve opened a door, now it’s all coming through
Till we see it too… We’ve opened our eyes and it’s changing the view.

A Hermione non era mai venuta in mente un’idea del genere prima di quel momento. Non sapeva quali sensazioni l’avessero portata a fare qualcosa di così diverso da sé. Sapeva di averlo deciso impetuosamente, ma in quel momento si sentiva orgogliosa e potente, mentre era sopra Draco e dettava lei il ritmo.
Lui era pigramente disteso, con le braccia incrociate dietro la testa, e la sua espressione era divertita, maliziosa e oltremodo ammirata, mentre la osservava da lontano e lei faceva tutto il lavoro.
«Sembri una bellissima valchiria noncurante, perché altre volte che te l’ho proposto non sei mai stata così... così?» fece come per indicare qualcosa di non meglio definito all’altezza del busto di lei, che, doveva ammettere, si sentiva sicuramente come una valchiria. Ciò non toglieva che Draco avesse dovuto pensare ad altro, o semplicemente non pensare.
«Taci, Malfoy!»
«Se continui così potrei anche diventare disposto a provare un po’ di BDSM!»
«Sta’ zitto!» la faceva ridere. Lei si sentiva potente e lui la faceva ridere, nonostante la particolare posizione in cui si trovassero.
«Sì, mia valchiria.» Malfoy si stava divertendo troppo per il suo bene. Non che fosse vietato fare sesso e divertirsi, ma sicuramente se fosse stata lei a dettare le regole avrebbe vietato questo tipo di divertimento. Probabilmente la sua ammirazione scanzonata avrebbe dovuto farla sentire ancora meglio, ma la stava mettendo particolarmente a disagio.
«Sì ma ti vedo pensare, quindi devo assolutamente intervenire.» Hermione non aveva sentito nemmeno la parte finale della frase, quando se lo ritrovò seduto contro di lei, che la coinvolgeva in un bacio che aveva, tra le altre cose, bloccato i suoi pensieri che potessero avere una qualche logica e spronata a fare sua quella spavalderia che generalmente non le apparteneva ma che aveva avuto fino a qualche secondo prima.
Piantò meglio le ginocchia contro i fianchi di Malfoy, sentendosi molto più a suo agio contro di lui: aveva notato più di una volta che, se si trovavano così vicini, il suo corpo reagiva istintivamente a quello di Draco. Era tutto più veloce, intenso e sicuramente senza pensieri – qualcosa che Draco sembrava amare particolarmente.
Quando venne e riaprì gli occhi, si ritrovò lo sguardo inquisitore soddisfatto di Draco a pochi centimetri dal suo: poi notò il sorrisino del compagno, che la abbracciava ma sembrava non poter evitare di sorridere con soddisfazione.
Sentì di dover dire qualcosa, se non altro motivata dal bisogno di avere l’ultima parola – non che Draco avesse fatto qualcosa di male, anzi – «Grazie per l’accortezza.»
Malfoy scoppiò a ridere e, data la vicinanza, lo sentì fisicamente sussultare dalle risate «Questa non l’avevo mai sentita.»
«Per avermi aspettata!» esclamò spazientita lei, sebbene avesse preferito mantenere la compostezza che aveva appena conquistato. Ma Draco sembrava sguazzare felice nel disagio che le causava quando le faceva complimenti così, e allora continuò: «Granger, non mi sarei mai privato del mio spettacolo erotico personale.»
Lo faceva apposta, a farla arrossire: in certi atteggiamenti, era ancora il borioso ragazzino che si divertiva a prenderla in giro. Notava, però, che lo faceva con un fine decisamente diverso: non era derisorio, ma cercava in tutti i modi di buttare giù quella sua perenne ricerca di compostezza, ogni volta che la perdeva. Sapeva che il messaggio che voleva trasmettere era che poteva essere libera e selvaggia, perché nessuno le avrebbe detto nulla, anzi: nonostante tutto, però, cercava istintivamente la compostezza. Ma per lei era già stato un passo notevole perderla. Prima non l’aveva mai persa, nonostante avesse avuto la sua giusta quota* di orgasmi. Nessuno le aveva mostrato che poteva semplicemente fare qualcosa e non pensarci troppo su, ed era ciò che si ritrovava a provare spesso con Draco, in tutti i campi.
«Granger, vedo gli ingranaggi del tuo cervello in azione. A che stai pensando?»
Lei rispose scuotendo la testa e facendo spallucce: era un discorso troppo lungo da iniziare, e lei stessa non ci era arrivata alla fine.
«D’accordo, visto che non vuoi dirmelo, ti fornisco il mio ultimo consiglio imbarazzante: sii la mia potentissima valchiria orgogliosa, sicura e a tratti noncurante in tutti gli ambiti. Però ti prego, non cavalcare nessun’altro così.»
«Malfoy!» lo squittio di ribellione che aveva lanciato aveva fatto sorridere soddisfatto Draco, mentre Hermione diventava rossa d’imbarazzo e si portava le mani sul viso.
«Oh, dai, Granger! Non ci sta guardando nessuno. Non devi essere imbarazzata dalle mie richieste
Hermione gli rivolse un’occhiataccia, mentre lui si allontanava verso il bagno: poi si fermò, come se fosse stato colto da un pensiero improvviso che meritava tutta la sua attenzione.
«Cosa c’è?»
Fu così repentino nel tornare vicino al letto e prenderla in braccio per portarla con sé che Hermione lanciò un altro squittio di protesta: «Non potrei mai lasciare una ragazza imbarazzata sola in camera, no, no. Quindi ti porto con me.»
«In bagno.» il sopracciglio alzato di Hermione rappresentava perfettamente il suo essere restia a credergli «A fare che?»
«La doccia, ovviamente! Non dovrai farla anche tu? Tanto vale risparmiare acqua e farla insieme. È per l’ambiente!» Draco sbatté le ciglia da cerbiatto e la lasciò atterrare con i piedi sul pavimento piastrellato del bagno, mentre quella lo osservava sbattendo le palpebre, incredula – ma non riuscendo a trattenere un sorriso «Per l’ambiente, ovviamente.»
«Assolutamente sì! Dubiti delle mie buone intenzioni?» la sua espressione faceva invidia agli occhi dolci del gatto con gli stivali di Shrek, mentre allungava il braccio fuori dalla doccia.
«Sempre, Malfoy, sempre.» rispose quella, guardando col sopracciglio alzato la mano dell’uomo che la osservava, in attesa di una sua risposta.
«Ne sono addolorato!» esclamò affettatamente il biondo, afferrando la mano che Hermione gli aveva porto e tirandola dentro la doccia, esibendosi nel suo migliore sorrisone soddisfatto a trentadue denti.

Draco era stato trascinato in quella che i suoi amici chiamavano – a quanto pareva – la Londra magica e non sapeva ancora quale sarebbe stata la loro destinazione finale. Si era sentito, però, non poco osservato. Specialmente insieme a Hermione, quando si tenevano per mano. Aveva anche notato di essere stranamente circondato da ogni lato dagli altri: Daphne e Charlie da un lato, Ginny e Blaise dall’altro, e Theo e Luna dietro di loro. Oh, e Angharad faceva da apripista: ma questo non lo sconvolgeva più di tanto, Angharad era un’esploratrice nata. Quando si trattava di camminare insieme ad altre persone era sempre quella che andava avanti da sola – o al massimo con un’altra persona: era fatta così, e lui ormai si era abituato da anni. Ma lo strano schema che sembravano star seguendo gli altri, insieme agli sguardi non amichevoli della maggior parte delle persone che lo guardava, gli facevano sentire la mancanza della sua Londra: quella che sarebbe stata considerata babbana, ma dove nessuno lo considerava meglio o peggio di quello che era.
«Posso sapere dove mi state portando? E perché Angharad sa la strada?» la risposta alla seconda domanda, pensò Draco, sarebbe stata probabilmente la più interessante. Quella ragazza sapeva sempre dove andare.
«Ho ovviamente studiato la mappa, Draco. E no, non ti dico il posto in cui ti stanno portando!» rispose la diretta interessata, voltandosi per sbattere sadicamente le ciglia nella sua direzione.
Hermione gli strinse la mano che era intrecciata alla sua, come per suggerirgli che non sarebbe mancato troppo tempo: si era accorta degli sguardi furtivi della gente interessata e dell’imbarazzo di Draco, nonché del suo essersi reso conto di come i suoi amici lo circondassero.
«Siamo quasi arrivati!» decise di cercare di alleviare il suo senso di spiacevole confusione, sebbene quello sembrò non vacillare: quando svoltarono alla destra della Gringott si tramutò addirittura in confusione pura.
«Music Alley? Oh signore, ho appena capito!**» ora il suo sguardo era semplicemente sconsolato.
Hermione gli tirò una leggera spallata: «Su, la meta è vicina.»
«I nomi di queste strade sono imbarazzanti. Più imbarazzanti di quelli di alcune città babbane.»*** replicò Draco, alzando gli occhi al cielo e fermandosi di fronte a un portone di legno dopo essere quasi andato a sbattere contro Angharad, la quale si era fermata lì davanti all’improvviso, senza avvisarli.
Le sopracciglia di Draco sembravano avere vita propria mentre quegli leggeva il nome del locale: «Dove diavolo mi avete portato?! Tarantallegra? Che roba è?»
«Taci ed entra, Malfoy!» Ginny lo spinse letteralmente attraverso la porta che Angharad aveva appena aperto, curiosa.
Hermione rivolse un’occhiata quasi ammonitoria a Ginny: erano d’accordo che non l’avrebbero eccessivamente spinto nel mondo al quale apparteneva ma del quale non ricordava nulla. E poi lo seguì all’interno.
La musica era assordante tanto quanto lo sarebbe stata in un locale babbano di sabato sera: solo che quella sera lì erano le Weird Sisters a suonare, e nonostante fossero più vecchie rispetto ai loro anni d’oro avevano ancora un discreto successo.
Angharad si guardava intorno stupita e curiosa, fissando tutto ciò che levitasse o che sembrava anche solo lontanamente magico. Poi ritornò con lo sguardo sulla sua combriccola, che aveva di poco superato l’entrata, e circondò con entrambe le braccia le spalle di Daphne e Theo: «Lo sapete che adesso dovrete farmi provare i vostri drink, vero?»
Il viso di Blaise s’illuminò all’istante, voltandosi a guardare il resto dei vecchi amici: «Ho sempre sognato di potermi bere un Firewhiskey con Angharad! Devo sapere se regge anche quello!» si avvicinò a Draco e iniziò a scuoterlo per le spalle «Dobbiamo iniziare con questo!»
«Fai pure strada. Proviamo ‘sto Firewhiskey.» Draco indicò una direzione a caso, rivolgendo un’occhiata a Hermione «Vi ritroviamo qui tra cinque minuti? O vieni?»
«No, vai pure con loro. Questa bevuta mi sembra giusto che sia con loro.» commentò Hermione, sorridendogli come per invogliarlo ad andare. L’ultima occhiata che Draco le aveva rivolto sembrava perplessa.
«Che tipi.» commentò Ginny, appoggiandosi al fratello, mentre Luna sorrideva sotto i baffi «Come ci siamo ritrovati a questo punto?»
«Hai iniziato ad andare a letto con Blaise, così ci siamo ritrovati qui.» rispose proprio Luna, facendo scoppiare a ridere Hermione e scuotere la testa a Charlie, che aveva un limite di cose che non voleva sapere della sorella da non superare, ma che in quei mesi che aveva iniziato a frequentare Daphne erano stati quasi tutti irrimediabilmente superati.
«Sì, effettivamente non hai tutti i torti.» annuì Ginny, dando ragione alla sua migliore amica con praticità: non obiettò nemmeno all’essere diventata l’oggetto della discussione, ormai lei e Blaise erano abituati.

«Sogno questo momento da anni.» Blaise aveva ordinato cinque cicchetti di Firewhiskey – ed era rimasto fortemente stupito quando aveva scoperto che anche lì erano arrivati i cicchetti, avendoli lui scoperti, all’epoca, nel mondo babbano.
«Noto con piacere che la tua solennità in momenti di fondamentale importanza non cambia mai.» Draco alzò entrambe le sopracciglia, sorridendo nonostante tutto: qualcuno gli aveva rivolto qualche altra strana occhiata, ma Blaise non gli aveva fatto pensare al perché, poiché non poteva esimersi dal rispondere sarcasticamente all’amico che usava quel tipo di tono solenne solo per occasioni del genere – che le persone comuni non avrebbero mai considerato atipicamente importanti.
«Angharad è babbana. E ora posso batterla. Vincerò io, lei sarà stesa sul pavimento del bagno domattina!» aveva un tono quasi sognante.
«Zabini, è una sfida?» un sopracciglio di Angharad si sollevò automaticamente verso l’alto, come se avesse vita propria.
«Ovviamente! Facciamo babbana versus mago, possibilmente senza farlo sapere in giro perché ho paura che ci caccino sennò...» aggiunse dopo qualche secondo, mentre Daphne e Theo, che li osservavano, scuotevano la testa contemporaneamente.
Draco afferrò il suo cicchetto: «Allora, in questo posto si dice “Alla salute”?»
«Dra’, non farti troppe pare.» lo riprese Daphne, afferrando il suo cicchetto e portandolo verso l’alto «Sláinte
«Sláinte!» risposero tutti all’unisono prima di bere, eccetto per Angharad, che brindò orgogliosamente in modo diverso: «Iechyd da
«Angharad!» esclamò Daphne, rivolgendole un’occhiataccia dopo aver buttato giù il Firewhiskey.
«Cosa?! Io sono gallese! Che ne so perché diavolo brindate in gaelico scozzese voi?!» ribatté la ragazza, ordinandone altri due – probabilmente per lei e Blaise, visto che non avrebbe mai rifiutato la sfida di quest’ultimo.
«Prima di tutto, perché è il più bel “alla salute” delle isole,» iniziò Daphne, con tono quasi saccente «E poi perché è come abbiamo sempre brindato a Hogwarts, con l’alcol che facevamo arrivare a scuola con il nostro giro clandestino.»
Draco fece spallucce: «Io ho improvvisato, ho sentito Sláinte, ho risposto Sláinte. Purtroppo, non ricordo... però, dovevamo essere fighi se avevamo un giro clandestino?...» il tono era stupito.
L’espressione saccente di Daphne si tramutò in un sorriso agrodolce: «Sì, fino al quinto anno eravamo dei gran fighi.»
«Oh, non farmi commuovere ripensando ai bei tempi andati, devo vincere una sfida, io!» il tono forzatamente affettato di Zabini era diventato tagliente alla fine, mentre lui e Angharad afferravano contemporaneamente i rispettivi cicchetti: «Sláinte
Theo tirò una leggera spallata a Daphne, che sembrava persa nei pensieri: «Siamo in un posto migliore ora. Nonostante possa sembrare assurdo il come ci siamo arrivati.»
La ragazza annuì, più sicura: aveva ragione. Per certi versi, la maledizione che aveva colpito Draco era stata una benedizione per tutti loro. Nonostante le faide familiari di alcuni e l’immersione completa nel mondo babbano che prima non avevano mai capito, a tratti disprezzato.
«Sono più che sicuro che questi due ne avranno per molto» s’intromise Draco, alzando gli occhi al cielo e indicando Blaise e Angharad «Torniamo dagli altri?»
All’annuire di entrambi iniziò a muoversi, cercando di ritrovare l’entrata.
Però, era buono quel Firewhiskey. Il suo palato sembrava ricordarlo, e gli piaceva, nonostante fosse innegabilmente forte.

Quando finalmente si riunirono tutti, la serata aveva ormai ingranato: Ginny rivolse un’occhiata perplessa a Blaise e Angharad, che erano ritornati abbracciati come due vecchi amici ubriaconi.
«Oh, wow. Futuro marito, credevo fossi collassato da qualche parte» commentò la rossa, alzando entrambe le sopracciglia.
«Oh, è collassato. E ho vinto io! Cinquanta punti a Corvonero!» Angharad era fortemente brilla e l’ultima parte della frase l’aveva urlata – tanto che diverse persone lì intorno si erano voltate a guardarla perplessi. Il rutto decisamente poco elegante che aveva accompagnato la frase causò una reazione in Ginny, la stessa che solitamente le causava Blaise: le sopracciglia arrivavano quasi a toccare l’attaccatura dei capelli e spostava lo sguardo dall’uno all’altra «Non mi stupisco che siate amici, decisamente in questo ambito ciò non mi stupisce...» scosse la testa e passò un braccio intorno alla vita di Blaise, che sorrideva come un ebete ed era contemporaneamente afflitto dalla sconfitta.
«Non posso crederci!» squittì Angharad, indicando un punto imprecisato sopra di loro «Questa è “Sweet Dreams Are Made of This”! E parla di alcune pozioni! Hanno adattato una canzone degli Eurythmics alla vostra roba magica! Che cosa fottutamente fantastica!»
L’aveva nuovamente urlato, e alcune persone lì intorno si erano voltate a guardarla sconvolti, mentre lei si dirigeva ballando come una pazza verso la pista, completamente ignara: i due Weasley presenti la osservavano particolarmente perplessi, mentre gli altri erano sinceramente divertiti.
«Vado a darle un’occhiata» dichiarò Charlie, ancora più perplesso non appena vide la babbana gallese indicare delle bolle d’acqua levitanti sopra la sua testa. Lasciò il braccio di Daphne, che ridacchiava e annuiva contemporaneamente, e si allontanò.
«Posso ammettere con facilità che almeno qualcuno si sta divertendo.» dichiarò Draco, sorridendo alla vista di Angharad, completamente diversa in mezzo a quella folla apparentemente piena di maghi – e di maghi che non ricordavano di esserlo, aggiunse tra sé e sé.
«Tu no?» chiese Hermione, preoccupata: non era sicura di quell’uscita. Blaise, Daphne e Ginny pensavano sarebbe stata una buona idea, lei non ne era mai stata sicura. E sapere che lui non si stava divertendo non faceva che renderla più sicura della sua tesi.
«No, non è quello... non fraintendermi, è un posto carino. E vedere Angharad così è divertentissimo,» continuò ridendo e osservando la ragazza in questione che veniva quasi placcata da Charlie, mentre quella cercava di afferrare una fiammafredda che aleggiava sopra la sua testa «Credevo sarebbe stato peggio. Però mi sento osservato, e gli sguardi sono o curiosi o ostili. Non sono a mio agio qui. Preferirei mille volte il Fabric!»
Sentire di Malfoy più a suo agio in un club babbano che non in uno magico anni prima l’avrebbe completamente sconvolta, ma da quando si era avvicinata a lui e aveva iniziato a capirlo davvero... non poteva che accettarlo. L’aveva capito: ormai Londra era la sua casa. E non quella magica.
«Non è una serata tutta da buttare però, no?» rispose Hermione, circondandogli la vita con un braccio e posando la testa sulla sua spalla destra.
«Oh, no, assolutamente no. Devo comprarmi delle bottiglie di Firewhiskey e fare ubriacare Angharad da noi. Il prossimo sabato sera sarà questo il mio obiettivo. Guardala, è assurda!» indicò la babbana in questione, che ormai aveva quasi iniziato a picchiare Charlie per liberarsi della sua presa, mentre quest’ultimo faceva davvero fatica a non affatturarla per farla stare ferma e buona.
Hermione rise: «Generalmente condannerei un comportamento del genere, ma è buffissima. Angharad brilla è un piacere per l’anima.»
«Ditto!» concordò lui, sorridendo in direzione della pista da ballo.
«Oh Merlino, finirà per affatturarla sul serio!»
Draco e Hermione videro Daphne che passava loro accanto e si buttava nella marmaglia di gente presente sulla pista, puntando il suo ragazzo e la sua migliore amica, che ancora si stavano malmenando – o quasi – lì in mezzo a tutti. Sì, decisamente non potevano far altro che ridere, da spettatori a quella scena.

Era sorprendentemente facile passare i controlli di Azkaban, anche solo con una Polisucco e cambiando bacchetta. Nessuno aveva neanche solo lontanamente pensato che quella potesse essere lei.
E nonostante fosse davvero contraria a quell’incontro per lei pericoloso in quel momento, non avrebbe potuto rifiutarsi o non presentarsi. Inoltre, quei controlli e quella vicinanza al pericolo le aveva dato una scarica d’adrenalina che non provava da tempo – da quando era entrata in casa di Ron e Maggie per colpire la Donnola con l’Imperius, precisamente.
Non sapeva perché aveva fatto qualcosa di così rischioso, chiamandola lì: per lei e per lui. Erano anni che non riceveva visite. Qualcuno avrebbe preso nota di quella che sarebbe avvenuta a breve, e l’avrebbero riferito a chi di dovere. Che diavolo doveva dirle?
Quando arrivò alla sala addetta agli incontri con i civili, inspirò profondamente: la porta venne aperta da una guardia e lei vi entrò. Lo individuò subito.
«Va tutto bene?» si sedette di fronte a lui.
L’uomo annuì, con un ghigno stampato sulle labbra.
«E allora perché sono qui?»
«Perché devo farti capire qualcosa che secondo me non ti è chiara. Deve accadere, presto. Trova il modo, fa’ la pozione, e mettiti in moto. Il momento è arrivato.» dichiarò quello, solennemente.
«Non potevi dirmelo per messaggio???» Pansy era furiosa: non si rendeva conto che era un rischio per lei, essere lì? Ed era lei quella che faceva tutto: lui era rinchiuso in una dannatissima prigione!
«No. E ricorda che senza il mio supporto non avresti concluso niente. Quindi, vedi di darti da fare. Sia tu che quell’essere inutile di Aljeik.»
Avrebbe voluto tirargli uno schiaffo, ma non poteva.
«Va bene. Posso andare ora?»
L’uomo annuì, rivolgendole un’occhiata di ghiaccio: «Devono soffrire tutti. Ricordatelo.»
Pansy non lo stava guardando più negli occhi e si stava dirigendo verso la porta, ma annuì: era certa che quell’uomo viscido avrebbe colto il suo movimento del capo.






*“fair share”. Inizio a pensare che dovrei davvero scrivere direttamente in inglese
**Come Diagonally e Nocturnally, ho pensato di inventare un'altra strada che però ricorda la parola “Musically”, e magari lì ci sono tutti i pub, locali con musica, etc... insomma, dovranno essersi modernizzati nei passatempi pure i maghi, no?
***Si riferisce ad alcune città inglesi, ora non ricordo specificatamente i nomi, ma sono diverse città che portano nomi che sono parolacce XD
  
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