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Autore: Mew_vale    02/08/2016    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPIITOLO 43.
 
 
Roberta
Scorro le foto raccolte nella galleria del mio cellulare, guardo le sue foto e non riconosco più il ragazzo che vedo, non posso credere che si sia spinto a tanto! Un conto è divertirsi un po’ con le donne ma ciò che ha fatto a Silvia oltrepassa ogni decenza! Come ha potuto comportarsi in questo modo? Sono totalmente persa in questi miei pensieri quando Lorenzo entra nel mio ufficio senza bussare.
<< Hai del tutto perduto le buone maniere noto! >> Commento austera.
<< Vorrei parlare con te! >> Si fa avanti chiudendo la porta alle sue spalle.
<< Di cosa? Di come hai deciso di darti alla carriera di attore o a quella di truffatore? >> Provoco non alzando lo sguardo dal computer. Lorenzo cerca di abbassare lo schermo del pc ma glielo impedisco.
<< Si può sapere cosa vuoi?! >> Domando indispettita.
<< Parlare, cercare di spiegarti le mie ragioni…  >>
<< Le tue ragioni? Non hai ragioni, non ci sono giustificazioni che tengano per ciò che hai fatto! >> Sbotto. Mi alzo dalla sedia e mi avvicino ad uno scaffale contenente molte pratiche fingendo di consultare un faldone per evitare di guardare Lorenzo.
<< Cosa dovevo fare, ho avuto paura che Giulio potesse ammaliarla e scoprire tutto! >> Cerca di giustificarsi. Ripongo il faldone sul ripiano dello scaffale e quando mi volto mi ritrovo Lorenzo appiccicato.
<< Non dovevi considerare un piano del genere! >> Ribadisco a pochi centimetri dal suo volto. Il cuore mi batte forte. Mi allontano avvicinandomi nuovamente alla mia scrivania.
<< E poi non capisco perché hai deciso di lasciar perdere il piano se, secondo la tua mente malata, era così utile e ben congeniato! >> Lorenzo mi costringe a voltarmi e mi ritrovo di nuovo i suoi occhi addosso, è vicinissimo.
<< Vuoi sapere perché non ho intenzione di tornare con lei? Perché ho lasciato perdere quel piano tremendo? Ci tieni davvero a saperlo? >> Mi domanda a pochi centimetri dal mio volto. Annuisco ma veniamo interrotti da qualcuno che bussa alla porta.
<< Chi è?! >> Domanda un irritato Lorenzo.
<< Camilla! >> Si annuncia.
<< Entra. >> La invito.
<< Ho interrotto qualcosa? >> Domanda. Lorenzo ed io ci guardiamo reciprocamente.
<< Ne riparliamo! Mi preparo per la riunione. >> Afferma Lorenzo allontanandosi. Cosa stava per dirmi?
<< Va tutto bene? Vi si sentiva discutere dal corridoio! >> Mi fa notare Camilla.
<< Sì, stavamo discutendo di quello che ha fatto a Silvia! >> Bhe, non le sto dicendo una bugia!
<< Non è mai corretto un tradimento, Silvia non lo meritava! Sei certa che sia solo questo? Mi sembri agitata! >> Annuisco.
<< Sì! Mi sono molto alterata… Mi rendo conto che tuo fratello è un idiota, immaturo, fa tanto quello studiato in materia ma di donne non ne capisce niente! E’ immorale, è indecente quello che ha fatto a quella ragazza! Non credevo che Lorenzo potesse comportarsi così da vile! >> Sbotto completamente delusa da lui e affranta per l’aver scoperto di essere innamorata di un verme simile!
<< Roberta… Non ti sembra di esagerare? Di prenderla troppo sul personale? Eri proprio tu che dicevi che mio fratello ha un animo buono e sensibile ben nascosto sotto strati di stronzaggine e che aspetta la ragazza giusta per esprimere a pieno sé stesso. >> Mi ricorda. Ora so che la povera malcapitata non voglio essere io!
<< Mi sbagliavo Camilla, tuo fratello sotto quelli strati di stronzaggine nasconde altra stronzaggine! >>
 
 
Paola
Questo qui mi si attaccherà come una piattola e Dio solo sa come farò a scrollarmelo di dosso! Allungo la mano verso il campanello di casa sua quando ci ripenso e faccio marcia indietro. Il cretino ha cambiato numero di telefono e sono stata costretta a presentarmi di persona a casa sua! Giro sui tacchi e mi avvicino alle scale quando chiudo gli occhi e i pochi fotogrammi che ho visto di quel video fanno capolino nei miei pensieri. Stringo con più forza la ringhiera della scala dalla rabbia che provo! Quei due conigli, stronzi e pervertiti mi hanno pugnalata alle spalle senza alcuno scrupolo ed io non posso lasciare questo affronto impunito! Torno indietro e, senza pensarci troppo, suono il campanello. Sento un “arrivo” riecheggiare e pochi secondi dopo mi apre la porta un fico con lucenti capelli castani, occhi verdi e viso da pubblicità. Forse ho sbagliato casa! Sorride.
<< Forse ho sbagliato abitazione, mi scusi! >> Intervengo.
<< Dipende da chi cercavi, cercavi un ragazzo grasso, impacciato, dall’aspetto vagamente nerd? >> Mi domanda. Ottima descrizione! Annuisco.
<< Alec Suàrez. Ha cambiato casa? Sa darmi il suo indirizzo o il numero di telefono al limite? >> Gli domando.
<< Sì, vuoi entrare? >> Mi domanda. Ma siamo matti?!
<< No, grazie, aspetto qui visto che sono di fretta, devo tornare di filata in ufficio. >> Spiego. Il ragazzo si allontana e torna poco dopo con il suo cellulare. Lo consulta e mi detta il numero.
<< La ringrazio! >>
<< Posso sapere cosa vuole da Alec? E’ una sua vecchia amica? Una ex? >> Mi domanda.
<< Eravamo compagni di scuola! Ho bisogno di lui per ingaggiarlo! La ringrazio per la cortesia, le auguro buona giornata! >> Lo saluto.
<< Buona giornata a te. >> Mi saluta di rimando studiandomi da testa a piedi. Mi avvio lentamente verso le scale… Se Alec Suàrez fosse come quello lì avere a che fare con lui sarebbe tutto meno che una tortura e al liceo non avrei rifiutato la sua corte!
 
 
Silvia
L’atelier si è svuotato e per le prossime due ore non mi verranno impartiti ordini per ciò decido di sfruttarle per allenarmi a camminare in passerella anche su tacchi a spillo altissimi. Questo mi aiuterà a distrarmi dal suo pensiero! Ho lo stomaco rivoltato, mi domando cosa voglia dirmi! Vorrà chiedermi di tornare insieme? In quel caso avrò la forza di oppormi e dirgli di no? Il mio allenamento viene interrotto dall’intollerabile presenza di Giulio Valencia. E pensare che ieri sera mi sembrava anche gentile! Mi interrompo, una persona che sta lì a fissarti mette un’ansia terribile e mi da parecchio fastidio!
<< Hai un coraggio notevole se ti fai vedere da queste parti! >> Gli faccio notare. Se il dottor David, Camilla, Diego, Lorenzo e metà Ecomoda lo vedono qui con quello che Camilla ha raccontato finisce che invece di far uscire la nuova collezione ci diamo alla tortura punitiva di gruppo!
<< Sono già stato insultato e picchiato da chi di dovere, grazie per la premura! >>
<< E non trovi denigrante che tutti quelli che conosci prima o poi finiscano per picchiarti? >> Gli domando mentre scendo dalla passerella. Con questi tacchi finissimi, anzi spaghetti, non sono abituata a camminare! Metto il piede in fallo e cado tra le sue braccia.
<< Levi le tue zampacce da me, e poi non sono adatta a lei visto che non sono vergine! >> Lo provoco facendo allusione alla porcheria che fa fatto ai danni di Camilla anni fa.
<< L’esperienza non mi dispiace! >> Risponde prontamente con un ghigno in viso.
<< Perciò non butta via niente?! Ha mai pensato di vedere un bravo psicanalista? >> Gli propongo.
<< Vedo che siamo tornati agli insulti e al lei… >> Constata.
<< Cosa pretendi dopo quello che si è saputo di te? Potevi avere un po’ di cuore con quella ragazza, invece gli hai portato via la cosa che più conta per una donna! >> Lo rimprovero tornando a dargli del tu.
<< Come potevo sapere che Camilla fosse vergine?! Dovevo dirle “aspetta, prima di fare l’amore meglio se ti faccio una visita ginecologica per accertarmi che tu sia vergine, perché non cerco una storia seria con te!”?! Non è che lei si sia affannata per dirmi che era la sua prima volta, prima che cominciassi, o che si sia tirata indietro visto che il mio approccio non è stato preceduto da un corteggiamento prolungato! Lei mi piaceva, avevo notato il suo interesse e volevo semplicemente divertirmi, era la sua prima volta non la mia! >> Si giustifica.
<< Sei un cavernicolo! Camilla si fidava di te perché le piacevi! Capisco che per te sia una cosa complicata da dedurre, e hai il coraggio di venirmi a dire che passi più tempo in biblioteca che in palestra! >>
<< Come te insomma, infatti hai accettato il lavoro di modella come se fosse l’occasione della tua vita per mettere in evidenza le tue doti intellettive! >> Offende. Si becca un bel ceffone da parte mia e rimando sbigottita per il mio stesso gesto! Porca vacca, ho schiaffeggiato il figlio di Daniele Valencia! Rimango ferma immobile, terrorizzata, aspettando che mi sbrani!
<< Che passione! Sei sempre così caliente? >> Mi domanda con spudoratezza. Sbatto i piedi per terra, indispettita, e mi allontano verso il bagno dove, con ogni probabilità, saranno riunite Isabella e le altre. Mi fa saltare i nervi!
 
 
Massimiliano
Giulio Valencia non esce dall’azienda con la stessa espressione raggiante con cui vi è entrato, livido escluso. Quando esce ha il viso rosso e non servono gli occhiali per notare le impronte di due mani che ha stampate per parte!
<< Buona giornata signor Giulio. >> Salutiamo in coro io, Jimmy e Freddy reprimendo una risata.
<< Buona giornata. >> Risponde di rimando con il tono di chi ha appena perduto il cane! Quando si allontana scoppiamo a ridere ed entra anche Wilson.
<< Cosa cavolo gli è successo? Lo hanno seviziato di sopra? >> Domando. Oggi mi sento raggiante ed è come se, dopo la scappatella (perché è stata solo una scappatella) di Sabato sera mi fossi aperto al mondo.
<< Devo chiamare mia madre e farmi dire cos’è successo! >> Interviene Jimmy. Afferra il telefono, si mette in contatto con la scrivania di sua madre ma non risponde nessuno. Scuote il capo.
<< Saranno già riunite a malignare sull’argomento! >> Propone come spiegazione Wilson.
<< Credete che c’entri la storia dell’articolo? Che il dottor Lorenzo abbia fatto il bis? >> Domanda Freddy.
<< No papà, Lorenzo picchia da uomo! Quelli li erano ricordi di una donna, te lo dico io! >> Interviene Jimmy.
<< Le modelle non sono ancora arrivate, escludo che le impiegate di quest’azienda abbiamo menato un azionista, le uniche due rimangono sono la signorina Camilla e la signorina Roberta, con il dovuto rispetto, e Silvia! >> Faccio loro notare, per quello che ne posso sapere essendo qui da poco.
<< Roberta lo escludo. Potrebbero essere state Camilla o Silvia. Vi ricordate la rissa di poco tempo fa? >> Commenta Jimmy.
<< Quale rissa? >> Domando. Mai vista un’azienda più bizzarra!
<< E’ avvenuto prima che tu arrivassi. Il dotto David e il dottor Giulio se le sono date di santa ragione perché entrambi puntavano gli occhi su Camilla Mendoza! E’ successo tutto nello show room e la cosa ha fatto scoppiare un litigio epocale anche tra il dottor David, il signor Armando e il signor Daniele! >> Mi racconta Jimmy.
<< Ragazzi, dovremo comprarci dei tappi per le orecchie quando arriverà la signorina Lena! >> Interviene Wilson.
<< Dovevi proprio nominarla? >> Domanda indisposto Jimmy.
<< Non ho ancora capito, perché ce l’hai tanto con lei? >> Domando a Jimmy.
<< Perché mi ha illuso con sentimenti che non provava mentre era fidanzata con il dottor David, in pratica mi ha usato come sex toy, ed io ero preso da lei benché avesse 17 anni ed io 28! Il fidanzamento tra lei e Valencia è finito in fretta quando hanno saputo delle libertà che si prendeva l’innocente 17enne! >> Racconta per sommi capi Jimmy. Rimando sbalordito, ma che droghe girano tra le famiglie colombiane? Al posto di valori sinceri vengono loro inculcato il kamasutra? Il pensiero cade inevitabilmente su Giulia.
<< Eh no, non mi dirai che stai pensando a lei! Non è possibile, ogni cosa che dico ti fa pensare a lei! Anche se dico la parola “sedia” pensi a lei?! >> Mi redarguisce Jimmy.
<< Lei chi? Ancora Isabella? >> Domandano in coro e con interesse Freddy e Wilson.
<< No, è meglio che non sappiate su chi si sta fissando il nostro amico! >> Risponde Jimmy.
 
 
Isabella
<< Sarà un miracolo se non arriverà al punto di doversi sottoporre a chirurgia ricostruttiva facciale con tutte le botte che prende! >> Berta emette l’ennesimo commento in merito. Possono andare avanti ore a parlare dello stesso argomento, e la riunione non è neanche cominciata, vale a dire che ne avrò per altre due ore di questa storia! Certo che hanno fatto un bel baccano nel corridoio Diego, Camilla e Giulio Valencia. La mia testa dice che quel tipo non ha tutti i torti, Camilla ha accettato di sua pensata quell’accordo, ma Giulio Valencia poteva evitare di sottolinearlo in quel momento già tragico. 
<< Io stento a credere che i due abbiano avuto una storia! >> Commenta Mariana aggrappandosi alle parole dette dai tre poco fa.
<< Così è stato evidentemente, e i due l’hanno tenuto segreto a tutti, David compreso! Non avete sentito che Giulio e Camilla avevano un accordo? Le cose sono andate così ragazze! >> Interviene Berta convinta di aver risolto il caso!
<< No Berta! Camilla ha risposto a Giulio che non avrebbe mai potuto avere una storia con lui perché le causa solo ribrezzo! >> Interviene Annamaria smontando l’ipotesi di Berta.
<< Ribrezzo è riduttivo, è stata anche elegante Camilla, quel tipo è una bestia oltre che un maniaco sessuale! >> Tuona Silvia che entra in bagno nera di rabbia.
<< Che ti prende? >> Le domando.
<< Ho tirato un ceffone a Giulio! >> Afferma senza girare tanto intorno alla faccenda. Alla banda ciò fa ridere ma io mi porto una mano in viso… quel tipo possiede il 2% della baracca e suo padre è Attila in persona!
<< Cos’è successo? >> Domanda Mariana. Tutte noi attendiamo un resoconto dettagliato che arriva in men che non si dica, Silvia parla come una macchinetta e colora il suo racconto apostrofando quel tipo con parole non proprio gentili!
<< Per ciò non è vero che tra voi c’è qualcosa? >> Le domanda Sandra.
<< Sì qualcosa c’è… Un’infinità di insofferenza! >> Risponde Silvia. Se Giulio non farà rapporto ad Attila vorrà proprio dire che la mia amica gli piace!
<< Non pensi che Giulio Valencia potrebbe riportare l’accaduto a suo padre e che potrebbe farti cacciare o sgridarti? Credimi, non è una cosa divertente quando ti punta addosso quegli occhi minacciosi! >> Le racconto ricordandomi bene il giorno del caffè! Se per un caffè ha fatto quella tragedia greca non immagino cosa potrebbe fare sapendo che Silvia ha schiaffeggiato suo figlio!
<< Se lo farà dovrà anche dirgli com’è nata la discussione e di cosa stavamo parlando! >> Effettivamente, dovrebbe raccontare a suo padre della sua attitudine a iniziare giovani donne al sesso per poi scaricarle senza troppi complimenti! Anche se da qualcuno avrà imparato ad essere così stronzo, ciò che hanno fatto i suoi genitori a Roberta Mora gli sarà stato d’ispirazione!
 
 
David
Spero che questa tortura cinese finisca in fretta. Mentre aspetto che la sala del consiglio si riempia scarabocchio sul mio block notes. Camilla si è accomodata davanti a me ma non alzo lo sguardo, non ne ho la forza. Alla sua destra siedono Ugo e Michael, alla sua sinistra (a capo tavola) Lorenzo. Di fronte alla porta della presidenza siede Diego, alla mia destra e alla sinistra di Lorenzo siede Roberta, il posto alla mia sinistra è vacante. Non sono l’unico ad avere la luna al rovescio visto che Diego, Roberta e Lorenzo sembrano venire da un funerale!
<< Mio Dio, siamo all’Ecomoda, santuario del gusto, o nella casa della famiglia Adams? >> Domanda sotto voce Ugo a Michael sghignazzando.
<< UGO! UNA SOLA BATTUTA E TI CACCIO FUORI! >> Urla Lorenzo, iniziamo bene! Roberta si alza per cambiare posto e sedersi alla mia sinistra, le avrà rotto un timpano!
<< Se potessi evitare di urlare Lorenzo sarebbe cosa gradita! Rompi più le scatole te di Ugo! >> Commenta Roberta.
<< Concordo con lei. >> Le da man forte Diego mentre non stacca gli occhi dai fogli che sta distribuendo. Lorenzo lascia andare la matita sul tavolo, che rimbalza, e incrocia le braccia stizzito. Di bene in meglio! Oggi è la giornata mondiale dei conflitti e non lo sapevo?
<< Per cominciare auguro a tutti un buon giorno! >> Interviene Diego. Spero stia scherzando, ce la sta tirando augurandoci un buon giorno con quella faccia lì!
<< Come potete notare manca il direttore del personale Francesco Mèsa a cui ho concesso un giorno libero poiché questa mattina suo padre dovrà sottoporsi ad una delicata operazione, per maggiori dettagli potremo discuterne dopo, Francesco ci manderà notizie! In sua assenza saremo io, mia sorella, mio fratello e Ugo ad esaminare i modelli e le modelle che nel pomeriggio si presenteranno al casting. All’ordine di questa riunione ci sono alcune novità che riguardano due di noi, discuteremo della campagna pubblicitaria per la collezione, dobbiamo ancora scegliere la ditta di catering, i fiori e l’intrattenimento! Mi sembra di aver detto tutto! >>
<< No, presidente! Io voglio sapere dove sono le mie stoffe! Ho passato un week end d’inferno! >> Interviene Ugo.
<< Come? Siamo senza le stoffe? Non sono ancora state consegnate?! >> Domanda allarmata Camilla. E’ di una bellezza… Quando volta lo sguardo verso di me io lo distolgo.
<< C’è stato un problema di trasporto che abbiamo prontamente risolto, le stoffe sono state consegnate Sabato mattina preso! >> Spiega Lorenzo. Ugo trae un respiro di sollievo.
<< Finita la riunione ci recheremo in produzione dove le stoffe stanno già subendo l’operazione di taglio! >> Spiega Diego.
<< Io credo che riguardo ai fiori potremmo affidarci alla ditta che ci ha riforniti per la scorsa sfilata. >> Interviene Lorenzo.
<< Io ho avuto un’idea per risparmiare l’acquisto di tutte quelle piante di cui non sapremo che farcene dopo la serata. Suggerisco di avanzare come proposta ad un vivaio non ancora noto di addobbare la nostra sala a costo zero dandogli così la possibilità di farsi pubblicità, al limite esponendo un loro banner all’ingresso, e di riportarsi via le piante dopo la serata. >> Propone Roberta.
<< Ottimo, l’idea mi piace, hai qualche nome? >> Le domanda Diego. Roberta estrae un foglio.
<< Ci sono quattro ditte su questa lista! >> Risponde Roberta.
<< Complimenti per l’idea! >> Si complimenta Lorenzo.
<< Non tutti studiano idee demenziali come le tue! >> Risponde Roberta sorridendo fintamente. Lorenzo ricambia il finto sorriso.
<< Peccato che chi si crede tanto più intelligente non sappia distinguere un complimento sincero (come in questo caso) da una battuta! >> La rimbrotta Lorenzo.
<< Vi pregherei di uscire in corridoio o di abbandonare l’azienda, prendere un taxi, percorrere due isolati ed entrare all’asilo nido se volete continuare la vostra ridicola disputa! >> Li rimprovera Diego.
<< Scusa Diego. >> Si scusano entrambi.
<< Visto che andate così d’accordo, Roberta ti comunico che dal 21 al 24 Febbraio partirai per Miami con Lorenzo e Gonzalo per occuparvi della visita e un’eventuale vendita degli immobili che abbiamo lì! Gonzalo vorrebbe espandere la sua azienda in quel territorio e gli abbiamo proposto il nostro stabile. >> L’informa Diego. Vanta tanta intelligenza e poi decide di mandare Roberta in viaggio con due tizi che sopporta appena, a quando pare! Anche se credo che il litigio con Lorenzo sia di poco conto, un astio passeggero visto che sono sempre stati amici.
<< Stai scherzando Diego? Ti sembra il caso? >> Domanda Roberta impallidita. Guarda Lorenzo il quale non si lascia scappare l’occasione di rivolgerle quello che sembra un sorriso beffardo. Chissà cos’è successo tra i due!
<< Se lavori qui…! E poi ho pensato che ti piacerebbe approfittarne per visitare i tuoi! >> Le fa presente Diego.
<< Accetto solo perché mi hai dato l’unica motivazione valida per sciropparmi tuo fratello e quel demente del vostro amico per tre giorni! >> Commenta Roberta.
<< Non definirlo mai “demente” davanti a lui perché potrebbe lusingarsi! >> Commenta Camilla facendo ridere tutta la stanza. Sì, effettivamente è un complimento definirlo così!
<< Io ho cominciato a contattare alcune ditte di Party Planner… >> Cerco di dire quando Diego m’interrompe.
<< Per tavoli, palco, luci e audio, redazione e stampa degli inviti, etc., ho un amico, Vicente Sierra, che di farà un buon prezzo ed è nel settore da diversi anni perciò non rischiamo di sfigurare. Vorrei che cercassi solo un DJ, e ricorda di non sforare con la spesa, e che dessi indicazioni a Sierra per quanto riguarda gli inviti… Niente di pacchiano e colorato, sai cosa vogliamo! E dovrai comunicargli la lista degli invitati perché dovrà stampare il nome sulla busta! >> Mi domanda Diego. Annuisco accettando l’incarico. Qualche volta nel corso della riunione incrocio lo sguardo di Camilla e ciò che provo è livore e delusione, non doveva nascondermelo!
 
 
Nataniel
Entro nell’edificio sospirando, pronto per il verdetto! Berretto rosso, che stazione sempre all’entrata, mi saluta con saluto militare… Mah, forse è stato nell’esercito e questo tic gli è rimasto impresso! Massimiliano e altri due uomini mi salutano.
<< Buon giorno, i dirigenti mi stanno aspettando, devo consegnare loro le foto e capire quali vogliono usare, se vogliono eseguire altri scatti. >> Spiego loro.
<< Può accomodarsi! >> M’invitano. Premo il bottone per chiamare l’ascensore.
<< Buon giorno, dove devo andare per il casting? >> Domanda un voce che non posso non riconoscere visto che appartiene alla donna che ho sposato e con cui ho messo al mondo un figlio. Cosa ci fa qui?
<< Ana Laura! >> Esclamo mentre i due uomini le indicano che è molto in anticipo.
<< Nat, cosa ci fai qui? >> Mi domanda chocata quanto me.
<< Te l’ho detto che mi trovavo a Bogotà per lavoro, sono stato assunto come fotografo. >>
<< Io mi presento al casting di oggi. >> Mi spiega. Entriamo entrambi in ascensore.
<< Credevo di aver capito che saresti rimasta a Santa Marta con Juan Carlos! A chi lo hai lasciato? >> Le domando.
<< Che domande, con i miei! Ho saputo di questo casting e ho telefonato subito per prendere appuntamento, sono atterrata questa mattina! >> Mi racconta. Certo, quando vuole lo molla a chi che sia per sculettare in passerella.
<< Cosa pretendi, che gli dia da mangiare aria fritta? Devo pur lavorare! >> Mi tuona contro, come se mi leggesse nel pensiero.
<< Ma se ti mando un discreto assegno mensile! E poi non ho detto niente! >> Le faccio notare.
<< Come se non ti conoscessi! >> Risponde.
<< Potresti farti aiutare da quel Jacque, Jack, Jorge, quello che ti stava aiutando a cambiarti nello spogliatoio, dopo la sfilata a Cartagena! >>
<< Tu… tu come fa a sapere di quella storia? >> Mi domanda.
<< Le voci corrono cara! Nel caso non te ne fossi ancora resa conto anche nostro figlio è abbastanza grande da ascoltare e tra qualche anno sarà in grado di capire che fare certe cose in un luogo pubblico sarà si eccitante ma poco raccomandabile! >>
<< NON OSARE RIVOLGERTI A ME COSì! MI HAI LASCIATA TU PER INSEGUIRE I TUOI SOGNI, QUINDI POSSO ANDARE CON CHI MI PARE!  IO MI SONO ADATTATA ALLE TUE DECISIONI E LAVORO PER CONTRIBUIRE AL MANTENIMENTO DI MIO FIGLIO! >> Mi tuona contro mentre le porte dell’ascensore si aprono e ne usciamo insieme.
 
 
Silvia
Depravato, cafone e cavernicolo! Mi ha tratta come una di quelle gatte morte e illetterate che è solito frequentare e con cui compare sulle riviste!
<< Annamaria, hai chiamato i camerieri? >> Le domanda Mariana.
<< Mancano venti minuti a mezzo giorno, tra poco li mando a chiamare! >>
<< Vi rendete conto che non hanno ancora urlato? Sarà la prima riunione senza urla nella storia dell’Ecomoda! >> Osserva Sandra.
<< Non dirlo che poi avviene il contrario! Come ha detto Annamaria mancano ancora venti minuti alla fine, senza contare che dopo faranno il giro in produzione, poi manca il pranzo e potrebbero tirarsi dietro bistecche, patate, spaghetti, piatti compresi! E potremmo passare il pomeriggio a pulire macchie di sugo dal soffitto! >> Risponde Berta facendoci ridere. La nostra chiacchierata viene interrotta quando le porte dell’ascensore si spalancano e Nataniel ne esce accompagnato da un’isterica che afferma di poter andare con chi vuole! E questa adesso chi cavolo è e cosa vuole?
<< Scusate, vi rendete conto di essere in un azienda dove si sta tenendo una riunione e non al mercato?! >> Gli redarguisce Sandra.
<< Sono questioni private signora, non s’immischi! >> Le risponde arrogantemente la tipa. La guardo sconcertata, ha scelto la donna sbagliata a cui rispondere di rimando!
<< Senta lei emerita estranea, io lavoro qui da più di trent’anni, è la mia seconda casa per ciò posseggo la libertà di chiamare la sicurezza e di farla sbattere fuori se me ne fornisce dei pretesti! >> Le risponde Sandra a brutto muso. La tipa si ammutolisce e arriva Diego, le urla di questa oca devono averlo attirato.
<< Posso sapere cosa sta succedendo?! >> Domanda con disappunto.
<< Mi scusi PRESIDENTE, ho chiesto alla signorina di moderare i toni e mi ha gentilmente rimessa al mio posto così mi sarei permessa di spiegarle che lavoro qui da prima che lei nascesse e se ne ho voglia posso chiamare la sicurezza, vale a dire il marcantonio che ha incrociato al portone principale! >> Gli racconta Sandra. Diego guarda la ragazza con espressione arrabbiata.
<< Lei chi è? Perché urlava nella mia azienda? >>
<< Ana Laura Mantilla, sono qui per il casting. >> Si presenta allungando la mano. Diego l’afferra dopo averci pensato.
<< Diego Mendoza, presidente. Bel modo di presentarsi comunque! >> La punzecchia. Lei ci rimane di sasso e diventa di tutti i colori!
<< Mi dispiace Diego, è stata colpa mia, ci siamo incontrati in ascensore e abbiamo discusso. Lei è mia moglie. >> Cosa?!
<< Ex moglie! >> Puntualizza lei.
<< Ex o moglie è irrilevante, non siete a casa vostra, e quando a te Nataniel, a malincuore, mi stai dando altri pretesti per licenziarti, e sai a cosa mi riferisco! >> Afferma Diego. Isabella ed io ci guardiamo, cos’è successo? Nataniel abbassa lo sguardo mestamente.
<< Sono venuto qui proprio per quella questione! >>
<< Allora seguirmi, ti stavamo aspettando! >> Lo invita. << E lei si sieda lì e tenga la bocca chiusa fino alle 15, e poi sinceramente non capisco perché sia arrivata con un tale anticipo, se voleva fare una buona impressione ha fatto una fatica inutile! Ragazze potete andare a pranzo, prima Annamaria dia disposizioni ai camerieri! >> Impartisce ordini Diego entrando in sala riunione con Nat, dopo aver rimproverato quella tizia.
<< Che non mi tocchi farle da guardia e riprenderla ancora! >> La rimbrotta Sandra voltandosi per tornare a chiacchierare con noi. La tipa le fa la linguaccia. Ma proprio con un elemento simile doveva sposarsi Nat?
<< Ti ha fatto la linguaccia. >> Dico sotto voce a Sandra.
<< Tanto quella oggi stesso se ne andrà con la figura che ha fatto poco fa! >> Risponde Sandra.
<< Cos’ha combinato Nat? Come mai lo vogliono cacciare? >> Domando ad Isabella. Si avvicina a noi per sussurrare dopo aver gettato un occhio alla tipa.
<< Pare che stia facendo la corte a Camilla in modo prepotente! >> Vabbè che è una bella donna ma sembra sia rimasta solo lei in tutto l’universo!
<< Cosa ne dite, andiamo in caffetteria a mettere qualcosa nello stomaco? >> Propone Isabella. Ci voltiamo tutte verso la gallina.
<< Cos’avete da osservare? >> Domanda.
<< Lei non può stare qui, è la nostra pausa pranzo e non può aggirarsi per i corridoio dell’amministrazione! >> Le spiega Sandra.
<< E dove dovrei andare? >> Domanda quella, scocciata.
<< Ci tocca sciropparcela, venga con noi a pranzo in caffetteria! >> La invita Sandra. Ci tocca!
<< Io non mangio, devo essere al top per il casting! >> Afferma quella.
<< Può fare la bella statuina, servirci il pranzo o fare da centrotavola, ciò che ci preme e che stia in un posto dove possiamo tenerla d’occhio, le è chiaro? >> Le ribadisce Sandra. Reprimiamo una risata. Quella sbuffa, si alza e ci segue.
 
 
Paola
Do un piccolo morso al mio sandwich, la fame non è proprio tra i bisogni primari che avverto da Sabato, e chiamo il numero che Mr. Universo mi ha dettato. Squilla tre volte prima di sentire la voce “pronto” uscire dall’auricolare.
<< Alec Suarèz? >> Domando.
<< Sì! Chi parla? >> Mi domanda.
<< Alec ciao, sono Paola Ribeiro Solari! >> Lo informo. Sento silenzio dall’altro capo dell’apparecchio.
<< Paola chi? >> Domanda. Come se ci cascassi, non ci credo che si è dimenticato di me!
<< Eravamo a scuola insieme e dubito tu ti sia dimenticato di me visto che mi lasciavi sempre un cioccolatino sul banco! >> Cioccolatino che finiva puntualmente nella pattumiera di casa mia… Detesto la cioccolata!
<< Ah sì, Paola, la ragazza a cui lasciavo sempre un cioccolatino sul banco e che non lo mangiava mai! Come stai? >> Interviene senza troppi peli sulla lingua. Arrossisco.
<< Bene e tu? >> Domando.
<< Anch’io. Ho letto di te ultimamente sulle riviste! >> E ha avuto il coraggio di chiedermi chi fossi!
<< Ti sei lasciata con il tuo riccone! >> Sottolinea. Divento di tutti i colori.
<< Sì, tra di noi è terminata e mai sono stata più felice di aver chiuso una storia! Ad ogni modo non ti chiamo certo per discutere della mia vita privata ma perché sarei interessata ad ingaggiarti! Lavori come DJ, giusto? >> Mi accerto.
<< Free Lance, il mio lavoro principale è addetto all’impianto audio e montaggio palchi scenici per una ditta che opera a concerti importanti. >>
<< Interessante lavoro. Il 4 Marzo hai una serata in programma? >>
<< Il 4 Marzo.... aspetta che guardo… No, ho un compleanno nel pomeriggio ma dovrei sbrigarmi per le 19. Di cosa si tratta? >> Mi domanda.
<< Mi piacerebbe discuterne di persona. >> Lo invito.
<< Dimmi tu quando e dove! >> Propone. Devo pensarci bene e scegliere un luogo non frequentato da Mendoza e compagnia cantante, un posto dove sono certa di non incontrare nessuno di loro!
<< Ti ricordi il bar del centro giovanile? >>
<< Sì, porto bizzarro per un appuntamento d’affari! >> Commenta.
<< Accompagno mia madre a fare volontariato, saltuariamente il suo club, le dame di Bogotà, organizzano delle feste a tema! Questa sera alle 18? >> Domando. Che scusa ridicola che ho inventato, è vero che mia madre fa parte di quel club ma al centro giovanile non hanno in programma nessun evento oggi!
<< Perfetto! Ci vediamo lì! >> Mi saluta ponendo fine frettolosamente alla conversazione. Traggo un respiro di sollievo quando chiudo la telefonata. Oddio spero non mi secchi e non mi tormenti di nuovo come faceva a scuola! Ora che ci penso aveva una voce strana! Bevo un sorso di diet coke quindi riprendo in mano il cellulare per inviare a mia madre un messaggio vocale su whastapp.
 
“Tutto fatto mamma, questa sera alle 18 al bar del centro giovanile. Ci vediamo stasera!”
 
Non passa tanto tempo e mia madre mi risponde con una traccia vocale. Premo il triangolino grigio e ascolto la sua voce.
 
“Ottimo figlia mia, ben presto quei due impuniti avranno ciò che si meritano!”
 
 
Camilla
Mi sento stanca, assonnata, confusa, pensierosa… Non sono nello stanco mentale e fisico ideale per sostenere una riunione e la preparazione della sfilata, figurati una discussione con Nataniel e Il casting con le modelle! Quando Nataniel, accompagnato da Diego, ha fatto il suo ingresso nella sala del consiglio si è elevato un coro di “Buongiorno”, inevitabilmente ha puntato lo sguardo su di me. Ho osservato subito David il quale gli ha rivolto uno sguardo per poi riportare la sua espressione truce sugli incartamenti posizionati di fronte a lui.
David non mi guarda neanche in faccia, non mi parla, l’ho combinata grossa e non mi perdonerà più! Sento le lacrime salire verso gli occhi e faccio uno sforzo immane per non lasciarle uscire.
<< Camilla, mi ascolti?! >> Mi richiama Diego.
<< Scusami Diego… cosa stavi dicendo? >> Domando confusa.
<< Tesoro sei pallida come un lenzuolo, cosa ne dici di uscire? Andiamo a bere un succo? >> Propone Roberta. Ho gli occhi di tutti addosso, anche quelli di David. I nostri occhi si incrociano per pochi istanti. Mi schiarisco la gola e mi do un contegno.
<< No Roby, vorrei finire questa riunione. >> Rispondo.
<< E poi vorrei scambiare due parole a porte chiuse con te, Nataniel e David prima di andare in produzione! >> Interviene Diego.
<< A me piacciono molto queste foto… >> Commento indicando alcune delle foto che mi sono state consegnate.
<< Ed io sono d’accordo con Camilla! Anche se toglierei questa, quella zucca vuota di Giulia si è dimenticata di essere in un’azienda di moda e non ad uno spettacolo di striptease! >> Commenta Lorenzo, indicando una foto in cui Giulia ha scoperto un po’ troppo la coscia, venendo meno alle indicazioni impartitele da Nataniel.
<< Ad ogni modo sarà anche una zucca vuota, un’asina totale in fatto di disciplina (e non solo) ma indossa da Dio! >> Spezza una lancia in suo favore Ugo.
<< Abbiamo concluso allora. Adesso se mio fratello, Ugo, Michael e Roberta potessero farmi il favore di abbandonare la stanza vorrei discutere di alcune cose con le tre persone che non ho nominato. Ci troviamo diciamo fra dieci minuti per controllare le stoffe in produzione! >> Annuncia Diego. Ci diamo tutti da fare per riordinare il tavolo dopo di che le persone non richiamate alla riunione abbandonato la stanza. E’ Diego a prendere la parola.
<< Nataniel, ho chiesto questa riunione straordinaria con solo voi tre per discutere di alcuni comportamenti che non sono stati molto apprezzati! >> Introduce Diego.
<< Lo so, e capisco perfettamente la vostra decisione di licenziarmi. Vorrei scusarmi con Camilla e con David per la mi spudoratezza e per quanto accaduto alla festa! >> Si scusa Nataniel. Non ho le capacità mentali per mettere insieme delle parole a formare una frase di risposta, osservo David aspettando che sia lui a dire qualcosa.
<< Ormai non si può tornare indietro. >> Commenta glaciale guardandomi. Mi sento un insetto davanti al suo guardo e abbasso la testa. Capisco che le sue parole non si riferiscono solamente al comportamento di Nataniel.
<< Mi dispiacerebbe licenziarti Nataniel perché sei un ottimo fotografo oltre che un amico di Isabella! Ma comprenderai che tu e David non potete lavorare a stretto contatto. Gradirei che fosse David a dare la sua opinione sulla faccenda e a decidere se vuole lavorare con te oppure no. >>  Alzo di nuovo lo sguardo su David aspettando il suo “non lo voglio tra i piedi”, dimostrazione della sua gelosia, invece la risposta che ascolto mi lascia di stucco e il cuore mi balza in gola.
<< Come hai detto tu Diego, obiettivamente è un bravo fotografo. E non possiamo cercarne un altro permetterci di rifare daccapo il servizio fotografico. Quanto al resto, sinceramente non mi importa. >> Sentire queste parole è una spada nel petto! Sabato sera era furente di rabbia per le avances di Nataniel, e adesso risponde che non gli importa! Osservo le espressioni perplesse di Diego e Nataniel, quest‘ultimo è anche sollevato.
<< Per te Camilla? La sua presenza ti turba? >> Mi domanda, scuoto la testa quindi rispondo con diniego.
<< Se non infastidisce il dottor Valencia… >> Rispondo con voce roca. David alza lo sguardo su di me e ci scambiamo un’occhiata.
<< Purché siate sicuri e non sorgano altre avversità! Se tra una settimana ci ripensate e mi chiedete di licenziarlo la risposta sarà no, ve lo dico anticipatamente. Quanto a Nataniel spero si appelli al buon senso, che smetta di avanzare verso Camilla proposte che sono evidentemente non apprezzate. >> Conclude Diego con lucidità.
<< Certo, non accadrà più niente del genere. Mi rivolgerò ad entrambi unicamente per questioni lavorative. >>
<< Scusate…. >> Annuncio uscendo di fretta dalla sala del consiglio. Corro verso il bagno, che per fortuna è vuoto straordinariamente, mi chiudo nella toilette per soddisfare il mio bisogno impellente di piangere.
 
 
Lorenzo
Questa è la giornata peggiore della mia vita. Ho perso la fiducia di Roberta proprio quando mi sono reso conto che per me non è solo un’amica…..
<< Dottore? Posso servirle un altro caffè? Quello che ha davanti si è raffreddato. >> Mi fa notare il barman. Annuisco e lui toglie la tazzina fredda che avevo davanti.
<< Doppio. >> Specifico quando sento un vibro provenire dalla mia tasca. E’ un messaggio su whastapp. Quando tolgo il blocco schermo mi rendo conto che questo non è il mio cellulare…. È quello di Roberta. Deve averlo lasciato vicino a me prima che cambiasse posto e devo erroneamente averlo preso, essendo di fattezze uguali al mio non mi ero accorto. Si legge l’anteprima del messaggio che proviene da quel Ken. Anche se non dovrei clicco sopra al messaggio ed entro nella chat.
 
“Spero che la tua amica stia meglio e che la tua giornata non sia pesante come la mia. Guardo sempre l’orologio aspettando che arrivi stasera per vederti! Prepara la fame piccola perché ti prenderò per la gola con la… pizza! E non ti sedurrò solo in cucina! ;)”
 
<< Blea. >> Commento disgustato. Il barman mi posa davanti il caffè e, nervoso come sono, lo bevo d’un sorso dimenticandomi che è bollente. Il barman mi guarda sbigottito e appena tossisco mi porge un bicchiere di acqua minerale che trangugio. Ho il suo cellulare il mano… L’archivio di tutti i suoi segreti. Lo osservo per pochi istanti prima di uscire dalla chat con Leon e accedere a quella con mia sorella. A lei deve aver rivelato il nome di questo misterioso tipo che le piace e per cui è stata così male quella Domenica! Quando entro nella conversazione rimango paralizzato e credo di sudare quando vedo una foto di mia sorella e Roberta in intimo, in quel che sembra il camerino di una botique. La didascalia posta da mia sorella sotto la foto dice “che bonazze!”. No, questo non è un principio di tachicardia, questo è semplicemente il mio cuore che batte, il mio cuore che vive. Non credevo fosse possibile. Tocco la foto per aprirla maggiormente… Indossa un completo formato da baby-doll che mette in risalto… eh, i cocomeri... reggicalze, e uno slip che per crearlo hanno senza dubbio risparmiato sulla stoffa! Osservo il mio viso riflesso nella superficie retrostante le bottiglie del bar e noto il rossore sul mio viso. Esco subito dalla chat e blocco il cellulare pentendomi di aver curiosato, non avrei dovuto!
<< Salve Giselle, ha per caso trovato un i-phone nero? >> Domanda Roberta alla barista entrando nel locale. Lei scuote la testa e risponde che chiederà ai suoi colleghi e  si allontana tornando alle mansioni per cui viene pagata. Mi avvicino a Roberta.
<< Emh, l’ho preso io per errore. Lo avevi lasciato sul tavolo, vicino a me, e credevo fosse mio. >> Le confesso porgendole l’apparecchio. Le dita della mia mano sfiorano il palmo della sua. Guardandola in viso mi rendo conto del ribrezzo che deve provare verso di me.
<< L’ho trovato, grazie lo stesso. >> Saluta verso i camerieri non considerando minimamente la mia presenza.
<< Buona giornata dottoressa Mora, dottor Mendoza. >> Salutano i dipendenti del bar prima che io esca dal bar per inseguire Roberta, un’altra volta.
 
 
Isabella
<< Non capisco se la riunione sia o no finita… alcuni dirigenti sono usciti e altri no! Devo dare disposizioni ai camerieri! >> Commenta Annamaria. Michael Valencia, Ugo Lombardi, il mio capo e il dottor Lorenzo sono usciti poc’anzi. Quando il dottor Lorenzo ci è passato accanto ha rivolto a tutte un “salve” generico con umore nero prima di dirigersi verso il bar. Silvia è diventata di tutti i colori appena lo ha visto.
<< Passerà cara, te lo dice la voce dell’esperienza! >> Commenta Sandra. Mariana ride.
<< Quale esperienza Sandra? Comunque ha ragione Silvia, morto un papa se ne fa un altro! >> Interviene Mariana.
<< E ne hai già uno bello pronto,alto,moro con gli occhi azzurri! >> Commenta Annamaria riferendosi a Giulio Valencia.
<< Neanche morta andrei con lui! Comunque Lorenzo mi ha chiesto udienza, avevamo preso appuntamento alla caffetteria dopo il lavoro ma vorrei andare in ospedale da Francesco, lui ha la priorità! >> Spiega Silvia. Cosa ci sarà ancora da discutere?
<< E per dirti cosa? >> Penso ad alta voce.
<< Fatti accompagnare da lui in ospedale. >> Propone Sandra.
<< Sei venuta in auto oggi? >> Domanda Annamaria. Silvia scuote la testa.
<< Non avvisarlo, presentati all’appuntamento dicendo che devi correre a cercare un taxi per andare da Francesco! >> Propone Mariana, quando dalla sala del consiglio esce Camilla la quale corre verso il bagno. La osservo con preoccupazione, starà passando l’inferno!
<< Dovremmo andare da lei… >> propone Berta alzandosi dalla sedia. Io la fermo.
<< Secondo me l’ultima cosa che vuole è un gruppo di persone che chiacchierano in sua presenza… >> Commento.
<< Certo sarebbe una grande prova di amicizia se le due signorine qui presenti si degnassero di dirci i punti succosi della faccenda che si sta consumando tra Giulio e Camilla! >> Commenta Berta cercando per l’ennesima volta di estorcere a me e a Silvia delle informazioni e cambiando discorso.
<< E’ Francesco! Avrà informazioni per noi! >> Annuncia Silvia accettando una chiamata e allontanandosi per parlare con più privacy.
<< L’amicizia non si dimostra sparlando delle persone! >> Obietto. La moglie di Nataniel scoppia a ridere. Questa tizia è la prova lampante che gli uomini davanti a due grandi tette e non dico cos’altro perdono la ragione o non si spiega la scelta di Nataniel di sposarla!
<< Cos’ha da gracchiare? >> Le domanda Sandra a brutto muso.
<< “L’amicizia non si dimostra sparlando delle persone”, non avete fatto altro negli ultimi 40 minuti! >> Commenta quella. Il corridoio si popola: il mio capo esce dal suo ufficio, si avvicina a noi per chiederci se abbiamo trovato il suo cellulare e, quando rispondiamo con diniego, si dirige in caffetteria. Dalla sala del consiglio escono il mio amore, Nataniel (i quali si dirigono verso di noi) e David che si dirige, con la stessa espressione truce di prima, verso il suo studio. Silvia torna verso di noi dopo la sua breve telefonata con Francesco.
<< Allora? >> Domandiamo tutte con apprensione.
<< Com’è andata l’operazione? >> Domanda Diego.
<< Bene a quanto pare, è appena uscito dalla sala operatoria ed è sotto anestesia totale. >> Annuncia Silvia.  << Lo hanno spostato in rianimazione. >> Conclude. Tiriamo tutti un respiro di sollievo.
<< Meno male. >> Commento prima che Diego posi un bacio sulle mie labbra.
<< Di quale operazione parlare, se posso chiedere? >> Domanda Nataniel.
<< Il fatto è che il padre di Francesco è stato operato questa mattina, tumore allo stomaco. >> Racconta Silvia a Nataniel.
<< Mi prendi in giro? >> Domanda sconvolto. Silvia scuote la testa.
<< Non resta che aspettare che si svegli! >>
<< In quale ospedale sono? >> Domanda Nataniel.
<< All’ospedale centrale! >> Rispondo.
<< Farò loro visita il prima possibile. Grazie di tutto Diego… >> Interviene Nataniel tenendo il braccio verso Diego il quale afferra la sua mano.
<< Ringrazia David, e spero non metterai ulteriormente alla prova la sua pazienza o la mia. >> Risponde il mio amore. Mi fa ancora effetto apostrofarlo così!
<< Ci vediamo presto. >> Saluta rivolto a tutti noi. Quando si avvicina all’ascensore gli vado vicino.
<< Non sei stato licenziato? >> Gli domando.
<< No, sia David Valencia che il tuo ragazzo mi hanno graziato. >> Spiega.
<< E Camilla? >> Domando.
<< Non mi sembrava particolarmente presente a sé stessa oggi…. >>  Constata. So che muore dalla voglia di sapere perché, di sapere se hanno litigato ma vorrei tenere lontano il discorso da loro visto che deve imparare a non mettersi in mezzo.
<< Nataniel, Camilla è la sorella del mio ragazzo, David fa parte del consiglio aziendale e fa parte della cerchia delle persone che frequento… >> Introduco, ma Nataniel mi ferma prima che io possa arrivare al succo del discorso.
<< Ho capito, e ho promesso a tutti che non m’immischierò più, oltre ad aver chiesto scusa. >> Mi fa sapere.
<< Va bene. Sono contenta che ti rivedrò in azienda! >> Ci salutiamo con un guancia a guancia prima che la moglie ci venga vicino. Ci raggiunge anche Diego.
<< Posso salutare anche io mio marito?! >> Domanda quella come se stessimo pomiciando davanti a lei.
<< Purché si limiti a quello…! >> La rimbrotta Diego il quale mi prende per mano e ci allontaniamo un momento. La modella e Nataniel parlando brevemente quindi lui se ne va e lei torna a sedere.
<< Diego, tua sorella è corsa in bagno, sembrava stravolta. >> Gli spiego.
<< David ha fatto di nuovo prevalere l’orgoglio! Ha detto che non gli importa se Nataniel resta, e tutto per non dare a vedere a Camilla che tiene a lei, nonostante gli ultimi avvenimenti. >> Mi spiega.
<< Questo spiega perché Nataniel non sia stato licenziato. >> Mi posa un altro bacio sulle labbra quando dalla porta che conduce in caffetteria escono Lorenzo e Roberta. Lui, come se non ci fosse nessuno nei paraggi provvisto di occhi e orecchie, la ferma afferrandole un polso.
<< Vorrei che parlassimo… >> Cerca di dire lui.
<< Non voglio più sentire neanche una delle sciocchezze che sei solo capace a dire! >> Lo fredda lei liberandosi della sua stretta e allontanandosi. Solo allora Lorenzo si rendere conto di non essere solo e lancia uno sguardo a tutti prima di passarci accanto ed entrare nel suo ufficio. Silvia ha le lacrime agli occhi. Osservo Diego.
<< Ne parliamo stasera da soli. >> Mi sussurra come se le mille domande che mi sto ponendo mi passassero lungo la fronte, come il capello che indossa quel personaggio, l’Ispettor Gadget.
 
 
Diego
Non mi aspettavo questo cambio di rotta da parte di David, ma se la presenza di Nataniel sta bene e a lui… Spero solo che sia consapevole delle sue scelte perciò che non si penta di averlo fatto restare vedendo a chiedermi di licenziarlo e che non si scannino! Quando entro bel antibagno femminile Camilla si sta sciacquando il viso. Osserva la mia immagine riflessa prima di asciugarsi il viso, le ore di sonno perdute si leggono sul suo volto. Mi viene incontro e l’abbraccio, preme la sua testa contro la mia spalla.
<< Non gli importa niente di me…. >> Commenta con voce fioca.
<< Lo ha fatto per orgoglio e lo sai meglio di me, un gesto al quanto infantile direi, chi ci cascherebbe? E’ ovvio che gli importa di te, voleva cacciarlo via a calci ma ha preferito fare il macho. Vorrebbe già perdonarti ma vuole sempre fare quello duro! >> Rispondo a mia sorella.
<< Ti ricordi quando eravamo bambini? Anche se tu e Lorenzo siete più piccoli di me, vi siete sempre comportati come fratelli maggiori. Alla casa vecchia, quando mamma e papà litigavano o quando è morto il nostro cane Pongo mi portavate sulla casa sull’alberto, ci stendevamo guardando le stelle dall’apertura sul tetto… >> Mi scappa una risata.
<< Già, quel buco sul tetto dal quale entrava tutta la pioggia e dopo un violento acquazzone dovevamo aspettare che si asciugasse tutto per utilizzare la casa! Quel buco sul tetto che Lorenzo ha impedito a papà di aggiustare perché diceva che voleva guardare le stelle, peccato che non abbia calcolato che l’estate sarebbe finita e che sarebbe arrivata la stagione delle piogge, e peccato che abbia perso questo suo lato romantico! >> Sproloquio tentando di farla ridere.
<< Tu mi prendevi la mano dicendo che in alto, nel cielo, c’era un pianeta chiamato “felicità” e che un giorno lo avremmo raggiunto. >>
<< Mi dispiace di averti mentito! >> Commento. Cami stacca la sua testa dalla mi spalla e la scuote.
<< Non hai mentito, tu lo hai raggiunto e Isabella ne è la prova. Volevo solo chiederti come hai fatto. >> Le asciugo le sue lacrime con le mie mani prima di risponderle.
<< Ho smesso di avere paura… Di avere paura delle conseguenze, di avere paura della verità… Un giorno ho smesso di avere paura della reazione della famiglia di Paola e ho deciso di lasciarla, ho smesso di avere paura della sua reazione e le ho detto la verità cioè che non l’amavo più… >>
<< Non avrei dovuto farmi spaventare dalla reazione di David e avrei dovuto dirgli cos’era successo con Giulio… >>
<< Adesso che sa che non c’è stata nessuna relazione tra di voi David è furente per la tua omissione, ma vedrai che gli passerà! >> La rincuoro.
<< Non voglio che passi la serata da sola… Perché non vai a casa a riposare? Ti prendi mezza giornata libera e chiedi a Roberta di passare la notte da lei o lei da te? Oppure vieni da me? >> Propongo.
<< Non vorrei disturbare nessuno, tu sarai con Isabella e Roberta con Leon… >>
<< Potremmo organizzare una serata in compagnia e resti a dormire da me. Comunque Roberta non rinuncerebbe ad aiutarti e a passare una serata insieme a te. >>
<< Vado da lei a chiederglielo. Grazie Diego! >> Mi ringrazia abbracciandomi ancora.
<< Si risolverà tutto Cami! >>
 
 
Giulio
NO! Il mio piano è andato a puttane, adesso David non acconsentirà mai ad aiutarmi per farmi ottenere un posto all’interno dell’azienda! E poi c’è quella specie di modella, quella cretina che pensa di avermi inquadrato così bene, che pensa di potermi offendere e schiaffeggiare a suo piacimento! Sono furente dalla rabbia quando entro in casa. Estraggo subito il cellulare e telefono a Giulia sperando di beccarla prima dell’imbarco.
<< Giulio, cosa c’è? >> Mi domanda.
<< C’è che va tutto da merda! Quando sono arrivato in azienda ho scoperto che David sa tutto, sa cos’ho fatto a Camilla tanti anni fa! Lo sanno tutti, cazzo! >> Affermo con veemenza.
<< Ah…. Bhe Giulio com’è possibile? >> Mi domanda. Il suo tono mi sembra strano e solo poi mi ricordo che, essendo in compagnia di mamma, non può parlare liberamente dell’argomento. Decido di abbassare il tono di voce.
<< Ieri sera Samuel Martinelli ha aspettato che uscissero dal ristorante e glielo ha sbattuto in faccia! Per meglio dire ha messo la pulce dell’orecchio a David e Camilla ha fatto il resto! Glielo ha confessato! >>
<< Perciò di quello che mi hai detto non se ne fa niente? >>
<< No! Stavo per beccarmi un pugno anche da David, e come se non bastasse mi sono preso un ceffone da Camilla e uno da Silvia! >>
<< Non ho capito l’ultima parte! >>
<< Parli di Silvia? >>
<< Sì! >>
<< Mi ha semplicemente aggredito verbalmente e non solo! Mi fa troppo girare le palle quella tipa! >>
<< Sé, certo! Raccontalo a qualcun altro fratellino! Tra qualche mese Camilla dovrà prenderti le misure per il tuo vestito di nozze con chi sai tu… Anzi, lo farà Ugo! Secondo me è un vecchio pervertito e non vede l’ora di palpeggiarti! >> Mi prende in giro Giulia ridendo di me.
<< Smettila di dire cazzate! Mi duole tutto il volto. Specie il lato del viso su cui mi ha schiaffeggiato Silvia! >>
<< Ovviamente! >> Ridacchia Giulia.
<< Adesso resta solo lei… E’ l’unica possibilità di contatto che mi resta con l’azienda! >>
<< Sperando in qualche risultato concreto, fino ad ora non te la sei cavata granché bene! >>
<< E tu? Scommetto che guardi ogni due minuti il cellulare aspettando una sua chiamata o un messaggio! Scommetto che quando hai sentito il cellulare squillare lo hai estratto con velocità, il cuore ti batteva forte, speravi fosse lui ed invece era solo tuo fratello! >> La sfotto.
<< Gne, gne… Io almeno qualche risultato concreto l’ho portato a casa! >> Risponde a tono.
<< Metti i manifesti, è una notizia talmente eclatante che bisogna mettere il bando, Giulia Valencia si è concessa ad un uomo! >>
<< GIULIO! Devo ricordati che sono tua sorella minore? >> Mi redarguisce.
<< Sono io che te lo devo ricordare, certe volte! Vabbè, almeno mi hai fatto un po’ ridere. Vi siete imbarcate? >>
<< Non ancora, ti saluta la mamma. >>
<< Ciao, e state attente. Buon viaggio. >>
<< Bacione Giulio, grazie! >> Mi saluta ponendo fine alla discussione, mi stendo sul divano e quando ripenso alla sua mano aperta che colpisce il mio viso mi scappa un sorriso.
 
 
Giulia
Mio fratello può far finta quanto vuole, ma so che piano piano si sta facendo coinvolgere da quella ragazza, so che di recente ci pensa spesso! Quanto a Massimiliano, sì. Guardo il cellulare ogni due secondi, Giulio è stato generoso con il tempo!
<< Di cosa avete parlato? Cosa non è andato secondo i piani? >> Mi domanda mamma.
<< Parlavamo della tipa con cui Giulio sel’è spassata nello studio, dice che non vuole più vederlo! >> Invento.
<< Davvero? Insisti? >> Mi domanda. La guardo interrogativamente.
<< Magari papà sel’è bevuta ma io no! So che non era tuo fratello nello studio. Quando tuo padre ha esibito l’involucro del preservativo sei diventata di tutti i colori! >> Commenta.
<< E lo sei diventata anche ora! Eri tu? >> Mi domanda. Annuisco.
<< E si può sapere con chi eri? Mi rincuora il fatto che tu abbia usato precauzioni, vale a dire che non si tratta di una persona che vedi abitualmente. >> Azzarda come ipotesi.
<< Era la nostra prima volta. Prima ed unica. >> Ammetto con uno strano imbarazzo. Perché parlare di lui mi fa questo effetto?
<< Lo conosco? >> Mi domanda.
<< No mamma, non lo conosci! >> Mento, quando dall’altoparlante annunciano il nostro volo. Mi alzo e afferro il mio bagaglio a mano.
<< Andiamo mamma. >> La invito avvicinandomi al gate d’imbarco.
 
 
David
E’ più forte di me. Non riesco  a combattere il mio orgoglio, non ho voluto dimostrare a Camilla quanto tengo a lei con una scenata di gelosia nei confronti di Nataniel. Così quello resterà qui. Terminato il giro in produzione mi sono rintanato nel mio ufficio dove inizio a svolgere i compiti organizzativi della sfilata. I miei pensieri vengono interrotti da qualcuno che bussa alla porta, auspico che non sia Camilla perché non posso sostenere una conversazione adesso.
<< Avanti. >> Affermo non reprimendo uno sbadiglio. Fa capolino il mio capo e semi-cognato Diego.
<< David, hai un secondo? >> Mi domanda richiudendo la porta dietro di sé.
<< E’ per tua sorella? >> Cerco di capire.
<< Anche, principalmente vorrei ti prendessi mezza giornata, puoi andare se lo desideri. Chiamate ed e-mail le puoi svolgere anche da casa. >>  Mi ordina Diego.
<< Sei sicuro? Ad essere sincero mi farebbe comodo almeno un’ora di sonno. >> Ammetto.
<< Vai pure, ho dato mezza giornata anche a Camilla. Dormite e se ci riuscite fate pace. Camilla voleva solo evitarti un dispiacere, per questo non te lo ha detto. Riguardo all’accordo con Giulio sono d’accordo con te che non avrebbe dovuto farlo… Era un tentativo maldestro di migliorare i rapporti tra di voi… >>
<< Maldestro? >> Ripeto, come un pappagallo, per ironia.
<< Ok, un tremendo tentativo, la sostanza non cambia. Non lo ha fatto per cattiveria nei tuoi confronti, e vorrei lo capissi. Camilla ti ama tantissimo, è disperata. E sono certo che tu te ne sia accorto! Versa nello stesso tuo stato! Starebbe così se di te non gliene importasse? >> Mi fa notare. Abbasso la testa osservandomi le gambe avvolte dai jeans.
<< Avrebbe dovuto dirmelo… Ha avuto tante occasioni per farlo… >> Ripeto, infondo per non ammettere che Diego ci ha azzeccato in tutto ciò che ha detto.
<< Questo è vero. Ma è una cosa superabile per come la vedo io, soprattutto sapendo che nei confronti di tuo fratello Camilla non ha mai provato niente di diverso dal disprezzo. >> Stringo i pugni fino a farmi quasi diventare le nocche bianche quando nomina Giulio.
<< Non nominare quel pezzo di merda. >> Mugugno nero di rabbia.
<< Io lo vorrei uccidere di botte quanto te! Ma non sarebbe certo una soluzione. L’unica soluzione è fare come se non esistesse, un giorno di difficoltà si volterà alla ricerca di un appoggio e si accorgerà di essere solo, di aver fatto terra bruciata attorno a sé! Si accorgerà che nessuno desidera la sua compagnia, che nessuno prova verso di lui sentimenti positivi! >> Dopo che Diego ha tenuto la sua arringa finale mi alzo e raduno le mie cose.
<< Quel giorno sarà spacciato se l’unica persona disposta ad aiutarla sarà Giulia. >> Commento.
<< Non ti sto chiedendo di fare pace con Camilla adesso, sarà qualcosa che avverrà con il tempo mentre ricostruirete la fiducia di coppia. Io sono qualche porta più in là e il mio numero ce l’hai! >> Mi ricorda.
<< Grazie Diego. >>
<< Figurati. Con la cena di domani cosa pensi di fare? Diserterai? >> Mi domanda. Mi ero completamente dimenticato della cena di benvenuto a quella ottembrata di Lena e alla sua famiglia!
<< Ti farò sapere. >> Rispondo in modo sbrigativo. Diego abbandona il mio ufficio.
 
 
 
Roberta
<< E me lo domandi cara? Ti do subito le chiavi di casa mia! >> Rispondo alla mia amica, che siede sul divano accanto a me, posando la mia mano sul suo ginocchio.
<< Grazie, non me la sento di stare da sola stasera. >>
<< Però dovrai prepararmi la pizza, Leon me l’ha promessa! >> Scherzo. Però mi ha fatto venire voglia di pizza con il suo messaggio!
<< Sarò felice di avere qualcosa da fare! Allora passo da casa mia per preparare una borsa poi vado a fare la spesa. >> Mi spiega.
<< Perfetto, e non dare tutto per spacciato, David ti perdonerò quando si placherà. Certo non mi aspettavo che permettesse a Nataniel di restare, non cambierà mai. >> Commento scuotendo la testa, parlando del mio fratellastro. David fa sempre parlare l’orgoglio!
<< Spero solo che Nataniel abbia imparato la lezione... Lo ammazzerò se David ed io dovessimo litigare ancora a causa sua, soprattutto adesso che il nostro rapporto è così fragile! >>
<< Sono certa che l’abbia imparata! >> Commento.
<< Ti lascio al tuo lavoro tesoro, ci vediamo dopo da te. >> Conclude alzandosi dal divano. La vedo più tranquilla rispetto a quando è entrata nel mio ufficio. Mi avvicino alla poltrona, frugo nella borsa e le porgo le chiavi del mio appartamento.
<< Ti ho riempito il divano di fazzoletti, scusa! Adesso sistemo! >> Si offre.
<< Non è poi così grave, ci penso io. Adesso vai, io pranzerò con gli altri nella sala del consiglio. >> E dovrò vedere quel depravato di Lorenzo! Poco fa ha letto il messaggio di Leon, deve averlo letto perché non risultavano notifiche quando ho ripreso il cellulare. Perché legge i miei messaggi? Perché spia le mie telefonate? Perché mi segue mentre sono in compagnia di Leon? E quella frase di Sabato…. “sì, sarebbe meglio se ti dimenticassi di lui”, cosa vorrà dire?
<< Dove hai la testa? A cosa pensi d’un tratto? >> Mi domanda Camilla.
<< A niente, non ti preoccupare. >>
<< Ho capito, questa sera terzo grado! Così magari mi dirai perché hai litigato con Lorenzo! >>
<< NO! >> Esclamo con troppa enfasi. Non le posso raccontare ciò che è accaduto con Silvia!
<< Ok, non ti agitare. Sei strana oggi! >> Mi fa notare prima di aprire la porta del mio ufficio.
<< Te lo racconto stasera. >> Affermo cambiando versione. M’inventerò qualcosa da dirle a proposito della lite con Lorenzo! Ci salutiamo con guancia a guancia prima di dividerci. Afferro subito il cellulare e telefono a Leon il quale mi risponde dopo due squilli.
<< Ciao piccola, come stai? >> Mi domanda. Avverto il rumore del traffico cittadino in sottofondo, è in auto.
<< Ciao, insomma, è una giornata lunga e movimentata. In più oggi pomeriggio devo sostituire Camilla al casting delle modelle, Diego le ha dato mezza giornata libera perché non si regge in piedi. Ha avuto una brutta lite con il fidanzato e si sono lasciati… più o meno… >> Gli spiego.
<< Mi dispiace tanto, insieme sembrano ben assortiti! Sono certo che chiariranno, quando due persone si amano vincono tutto. >> Risponde.
<< Tu sei mai stato innamorato? >> Domando di getto. La domanda è sorta spontanea.
<< Una volta! Era la figlia del mio professore di diritto penale, uno di quelli che scelgono il genero quando la loro figlia deve ancora fare le scuole elementari! >>
<< Esiste ancora gente così? Per ciò vi siete lasciati? >> Chiedo.
<< Mi ha lasciato per quell’altro, il suo promesso sposo. >> Spiega. Non posso fare a meno di pensare che Leon sia recidivo, con me si è ficcato nella medesima situazione, visto che io amo un altro uomo. Con la differenza che non corre il rischio di essere lasciato da me per l’altro.
<< Ti volevo avvisare di una cosa, mi dispiace disdire la nostra serata, ma ho detto a Camilla che l’avremmo passata insieme e dormirà a casa mia. Non mi va di lasciarla sola stasera. >> Gli dico.
<< Va bene Roby, non ti preoccupare, abbiamo tante serate per recuperare. Vorrà dire che accetterò l’invito che mia sorella mi ha rivolto oggi, andrò a cena con lei e mio nipote. Ci vediamo direttamente domani sera alla cena a casa dei Mendoza? >> Mi domanda.
<< E domani a pranzo se puoi! >>
<< Certo che posso, e se non posso il tempo lo trovo! >> Mi scappa un sorriso.
<< A domani allora. >> Lo saluto, aspettando che sia lui a chiudere la comunicazione.
<< Buon lavoro. >> Risponde di rimando. Passiamo alcuni secondi in tombale silenzio, entrambi aspettiamo che l’altro dica qualcosa.
<< Sei meravigliosa. >> Afferma per poi chiudere la comunicazione pochi istanti dopo. Con una breve telefonata la mia giornata si è aggiustata, almeno un po’.
 
 
Patrizia
Mia figlia non me la da a bere!
<< Aspetti che ti chiami? Non fai che guardare quel coso! >> Commento facendo riferimento al suo i-phone.
<< Non sono l’unica, tu di chi aspetti la chiamata? >> Mi domanda.
<< Sono cose che non puoi capire! >>
<< Se ti dico chi è lui tu mi dici da chi aspetta la chiamata? >> Mi ricatta.  La guardo sbigottita e consapevole che ha preso da me!
<< No Giulia, non è una cosa che devi sapere! >>
<< E’ qualcosa che riguarda tu e papà? >> Domanda abbassando il capo verso il vassoio con il pranzo.
<< No, non riguarda la nostra famiglia! >> Mi affretto a chiarire.
<< Papà ti ha tradito con quella cameriera per vendicarsi della faccenda con Nicola Mora? >> Mi domanda a bruciapelo. Una fitta mi attraversa il corpo all’altezza dello stomaco.
<< Ne vuoi davvero parlare? Sì Giulia, lo ha fatto anche per quello. L’aver generato un figlio con Nicola Mora lo ha colpito irrimediabilmente nel suo orgoglio di uomo e marito, capisci perché non ho mai divorziato da lui? Tutto questo gioco di tradimenti e ripicche l’ho cominciato io con quello sbaglio! >> Giulia mi afferra la mano senza dire una parola di risposta e raccolgo una lacrima con le dita.
<< Se mi aiuti con questo ragazzo parlerò con Roberta! Almeno ci proverò! >> Mi risponde proponendo un nuovo “ricatto”. Mi scappa un sorriso.
<< Comincia con il dirmi come si chiama. >> L’invito.
<< Massimiliano. >> Ammette.
<< Dovrei conoscerlo? >>
<< E’ il nostro receptionist, l’Italiano presente? >> Mi domanda. Annuisco, pensavo fosse uno del suo ambiente di lavoro o uno del club!
<< Poco tempo fa mi è stato di grande aiuto… Una sera mi sono sentita male, il destino ha voluto che fosse lui a soccorrermi! Ero a stomaco vuoto da due giorni almeno dopo l’aver scoperto di Roberta. Massimiliano mi ha offerto la pizza, mi ha ascoltata e consigliata… Credo sia stato in quel momento che l’ho rivalutato... Mentre lui ha voluto semplicemente farsi un giro con me perché sono bellissima e un trofeo per tanti uomini… >> Mi spiega la mia piccolina con aria affranta.
<< Sei certa che questo Massimiliano sia uno di quelli da una botta e via? >> Le domando. Scuote la testa.
<< Io non penso…. So che ha chiesto alla sua ex fidanzata di sposarlo dopo sette anni di relazione, lei ha rifiutato, è partita per venire qui in Colombia e lui l’ha raggiunta nonostante il due di picche… Non sembrerebbe, ma allora perché non mi ha più cercata? Forse sono stata solo un diversivo mentre elabora un piano per portate via Isabella da Diego! >>
<< La ragazza di Diego è la ex fidanzata di questo Massimo? >>
<< Massimiliano. Sì mamma! >>
<< La ragazzina si da da fare! >>
<< Fa tanto la santarellina! E’ una gatta morta nei panni del criceto! >>
<< Le conosco bene quelle! Pensi che potrebbe riavvicinarsi a Massimiliano? >> Scuoto il capo.
<< No, quella ormai è incollata a Diego, alla sua posizione e ai suoi soldi. Ha risolto i suoi problemi! Il dilemma è ciò che Massimiliano prova verso di lei, non il contrario! >>
<< Farebbe comodo l’amicizia degli impiegati per sapere cosa pensa Massimiliano di te! Paola non può esserti utile? >>
<< Non credo, di recente l’ho sentita di rado e poi vuole usare Massimiliano per allontanare Isabella e Diego, mica ha capito che Diego se ne sbatte di lei e che ogni suo tentativo sarà vano! Infatti non le ho raccontato di me e Massimiliano. >>
<< Quella ragazza è strana di recente. >>
<< Ha smesso di vivere, mi mette addosso un’angoscia! Credeva di essere incinta di Diego, lo sapevi? Era solo un falso allarme comunque. Sabato pomeriggio abbiamo avuto uno scontro con Isabella, Silvia, Camilla e Roberta nei camerini di Victoria’s Secret. Pensa che Isabella l’ha rimessa al suo posto, l’ha trattata come una cretina! E come se non bastasse Camilla ha obbligato le commesse a non serbare più riguardi nei confronti di Paola, la quale aveva aperto un conto nel negozio a nome di Diego senza che lui lo sapesse. Quando le commesse hanno saputo da Camilla che si erano lasciati che Diego si è fidanzato nuovamente è stata costretta a saldarlo. >>
<< Poverina, le cose le vanno proprio male. E quella Isabella si è permessa di insultarla da Victoria’s Secret?! >>
<< Non sol lei, anche la sua amica Silvia. Diciamo che tutte loro hanno fomentato la discussione. Isabella sbattendo le ciglia chissà come ha guadagnato anche la fiducia di Camilla e Roberta… Ha raggirato tutti per bene! Io non mi fido di quella! >>
<< Fai bene figlia mia, stai accorta figlia mia e prenditi Massimiliano e tienitelo stretto se ti piace così tanto. Certo non è benestante come l’uomo che vorrei per te, ma se ti piace…! >> Commento storcendo il naso.
<< Mi piace tanto mamma! >> Mi confessa quando il mio cellulare squilla. E’ Russell! Oh povera Marcella quando glielo racconterò! Un attimo, magari la sta solo chiamando per lavoro!
<< Russell sarebbe zio Russell? >> Mi domanda Giulia osservando lo schermo, annuisco.
<< E come mai non rispondi? >> Mi domanda, io rifiuto la comunicazione.
<< Perché non posso, riconoscerebbe la mia voce! >> Ammetto.
<< Mamma, cosa vuol dire che riconoscerebbe la tua voce? Cosa stai combinando? >>
<< Ciò che sto per dirti non lo devi confessare ad anima viva, intesi? >> Giulia annuisce. << Presente Kelly Smith, la tizia che era a cena da Marcella? Zia Marce teme che abbia una storia clandestina con suo marito! >> Giulia apre la bocca sbigottita dalla notizia. << Così ho detto a Marcella di bloccare il contatto di Kelly sul cellulare di Russell e di registrate il mio numero a suo nome… Russell pensa di chiamare Kelly ma sta chiamando me! >>
<< Il tuo piano è malefico mamma… e può funzionare, con il mio aiuto! >> Commenta Giulia divertita.
<< Anche se c’è poco da ridere figlia mia, tua zia Marce ne uscirebbe distrutta se dovesse scoprire che la tradisce. E comunque non è poi così perfetto come piano perché non posso rispondere per telefono e se vuole solo parlare di lavoro cosa rispondo? >>
<< Ma avete delle prove del tradimento? >> Mi domanda Giulia.
<< Sospetti, sensazioni… Gli sguardi rubati a tavola, il nervosismo di Russell, poco prima che arrivassero si è chiuso in bagno per telefonare, ho origliato e so per certo che ha detto al suo interlocutore le parole “non mi compromettere stasera”…. Quei due se la intendono! >> Ribadisco.
<< Povera zia Marce… Allora bisogna scoprirlo per certo, quando saremo in albergo chiamerò io Russell, mi fingerò Kelly! >> Afferma intraprendente mia figlia.
 
 
Roberta
<< Io preferirei alloggiare in albergo, con tutto quello che sta passando la tua famiglia non vorrei creare troppo disturbo. >> Commenta Lorenzo mentre arrotola degli spaghetti attorno alla forchetta.
<< Come preferisci. >> Mi limito a rispondere. Alzo lo sguardo verso di lui: i suoi penetranti occhi nocciola sono puntati su di me. Abbasso lo sguardo in imbarazzo.
<< Cosa succede tra di voi? >> Domanda Michael notando la tensione che intercorre.
<< NIENTE! >> Rispondiamo in coro. Ci guardiamo negli occhi.
<< Mi sono semplicemente accorta che Lorenzo è diverso da quello che fa vedere! Per anni credi che sia una brava persona, non un santo ma una persona per bene e poi SBAM! Un giorno la realtà ti travolge come un caterpillar! >> Vomito davanti a Ugo e Michael. Diego posa la forchetta e si porta una mano alla fronte. Anche Lorenzo posa la forchetta e i suoi musconi facciali si contraggono.
<< E affrontare la questione davanti a tutti i sembra sinonimo di maturità? >> Mi provoca.
<< Temi che possa raccontare qualcosa di sconveniente? >> Gli domando.
<< E poi non ho ancora capito perché la cosa ti ha colpito tanto… Diego non mi sembra sconvolto come te! >> Afferma Lorenzo. Ho la bocca secca e bevo un sorso di acqua prima di alzarmi dalla sedia.
<< Grazie per il pranzo, ci vediamo dopo per il casting. >>
<< E’ passata la fame anche a me. >> Afferma Lorenzo scostando la sedia su cui è seduto. Si scontriamo sulla porta prima di prendere due vie diverse. Conoscere questo lato calcolatore, maligno, falso di Lorenzo mi ha sconvolta. Mai avrei pensato che si sarebbe spinto a tanto, e se non capisce che ci sono rimasta così male perché di lui pensavo il meglio, perché lo idolatravo è un vero idiota!
 
 
Camilla
Riesco a frapporre la mia borsa tra il muro e la porta dell’ascensore prima che si chiuda dicendo “un attimo”. La porta si riapre. Non mi aspetto di trovare dentro David: ha il nodo della cravatta allentato, gli occhi rossi e la camicia sgualcita. Mi guarda appena quando entro nell’ascensore.
<< Diego ha dato mezza giornata anche a te? >> Gli domando per rompere il silenzio. Lui annuisce non staccando gli occhi dal pavimento in parquet. Ci fa compagnia solo un lieve motivo di arpe prima che l’ascensore si fermi, quando dovremmo quasi essere a terra. Le luci si spengono e si accende la luce di sicurezza.
<< No, non posso crederci… >> Si lamenta David premendo il pulsante di emergenza.
<< I tecnici sono in ritardo, li abbiamo chiamati il giorno dopo il consiglio di amministrazione quando Michael e Cèsar sono rimasti chiusi qui dentro ma non sono ancora venuti a risolvere il problema. >> Commento fornendo informazioni che David già possiede.
<< Dovremmo impedire che venga usato. >> Risponde rivolgendomi quattro parole sommate a tutte quelle che ha detto oggi.
<< David… non avrei voluto che finisse così… >>
<< Taci Camilla, è ovvio che non sarebbe finita bene dal momento che hai scelto di tenermelo nascosto. Ad ogni modo al momento non voglio parlare della faccenda! >> Mi risponde in rima. Deglutisco tornando al mio posto. Inizio a singhiozzare silenziosamente tanto che il mio corpo è scosso da spasmi e non posso controllarlo. Quando, un istante dopo, l’ascensore riprende a funzionare scappo via appena le porte si aprono.
<< Camilla non volevo… >> Sento dire da David, ma non mi fermo. Con passo svelto raggiungo la mia auto.
 
 
Marcella
Dopo aver ordinato al bancone scegliamo un tavolino esterno, di fronte alla vetrina del locale e parallelo alla strada.
<< Allora Marcella, di cosa mi devi parlare? >> Mi domanda Mario, estraendo dalla tasca posteriore portafogli e cellulare per appoggiarli sul tavolo.
<< Riguarda Alexander. Alex ha intrapreso una relazione con la figlia minore di Nicola Mora, di anni 18. Se non che è stata arrestata, mentre era in compagnia di Alex, per essere entrata con documenti falsi in un locale vietato ai minori. >> Gli racconto
<< Ma è matta? E’ un reato federale! >>
<< Il giudice ha disposto il rilascio su cauzione e la pena prevederà lavori utili alla società. Lì per lì la polizia ha creduto che fosse stato Alexander a procurarle il documento contraffatto ma poi l’equivoco è stato chiarito. Il problema è che adesso Alex è un derelitto… E’ a terra, Nicola Mora ha deciso che i due non devono frequentarsi e che mio figlio è un poco di buono! >> Racconto, rendendomi conto solo dopo di aver usato l’aggettivo possessivo “mio” invece di “nostro”. Non mi viene così spontaneo!
<< Alex si sente in colpa immagino? >> Annuisco.
<< E Russell non rende la situazione più piacevole. Asserisce che Alexander si sia comportato da irresponsabile, addossa a lui la colpa di quanto accaduto a quella ragazza! Come se la minore età equivalga all’incapacità di intendere, di volere e di fare le proprie scelte, addossandosi le conseguenze! Per rendere più saporita la sua paternale gli ha anche mollato uno schiaffo tra capo e collo! >> Mi sfogo riferendo a Mario gli avvenimenti in ogni minimo dettaglio. Lui scuote il capo.
<< Avrebbe dovuto tenere le mani in tasca, non è così che si risolvono le cose e immagino che non sia il metodo più efficace per impartire lezioni ai figli, non ne ho cresciuto uno ma ho fatto lo zio! >> Afferma tirando il ballo quella sgualdrina di sua nipote. Gli devo dire che sospetto una relazione tra i due?
<< Marcella c’è qualcos’altro che ti turba? >> Mi domanda, notando il mio cambio di espressione dopo l’aver tirato in ballo sua nipote.
<< Sospetto che mio marito mi tradisca… >> Confesso ad un amico di vecchia data e al padre biologico di mio figlio, senza esprimere i miei dubbi su Kelly.
<< Ne sei certa? Hai delle prove? >> Mi domanda.
<< Sensazioni e indizi… Presto saprò la verità! >>
<< Cosa significa che presto saprai la verità? >> Mi domanda.
<< Diciamo che sto provvedendo a cercare le prove… Mi sto preparando al peggio Mario, dopo Armando credevo di essermi lasciata quella parte della mia vita alle spalle! Invece non riesco a trovare un uomo che mi ami… Ho per caso un cartello con suo scritto “traditemi”?! >> Gli domando. Mario posa la sua mano su di me, un gesto naturale e privo di malizia che però mi fa sussultare per la sorpresa.
<< Magari si tratta solo di un colpo di testa, per Armando tradirti era un’abitudine ma non penso valga lo stesso per Russell, nessuno è tanto sfortunato! >>
<< Con questa spiegazione sono più tranquilla! >> Scherzo strappando un sorriso ad entrambi.
<< Mi dispiace non essere qui per aiutarti. Domani tornerò a Bogotà per raccontare ad Armando di quanto successo tra di noi anni fa e della mia paternità nei confronti di Alexander. >>
<< Mi sembra giusto, tu e Armando state ricostruendo il rapporto di amicizia e sono stanca di tante bugie! Quanto ad Alexander vorrei aspettare che le cose con la sua ragazza tornino serene prima di sconvolgerlo con questa notizia. >> Faccio sapere a Mario.
<< Farò quello che tu credi giusto, Marcella. >> Risponde sorseggiando il suo caffè.
 
 
Lorenzo
Roberta siede alla mia destra e tiene la mano sui braccioli incollati delle due sedie. Commetto un azzardo posando la mia mano sulla sua, ma non resisto. Lei resta immobile, guarda le mani prima di incrociare il mio sguardo e ritirare l’arto. Incrocia le braccia. Osservo il suo viso e noto che avvampa. Sono io, nessuno mi toglie dalla testa che il ragazzo per cui si è ubriacata al club sono io!
<< Grazie signorina Santillana, può andare. Le faremo sapere. >> Interviene Diego per congedare la candidata che ha appena sostenuto il provino. La giovane modella ancheggia mentre abbandona la passerella. Io consulto la lista delle candidate e chiamo a gran voce la prossima e ultima esaminanda.
<< Questa è l’ultima. Ana Laura Mantilla! >> Intervengo.
<< Ana Laura Mantilla? Questa la voglio Diego! >> Interviene Ugo.
<< Assolutamente no caro Ugo. Ho già conosciuto la signorina ed è una totale maleducata, ne abbiamo appena cacciata una e non intendo assumerne un’altra! Quando è arrivata ha intrapreso una lite di coppia con il marito, Nataniel! >>
<< Questa tipa e Nataniel sono sposati? >> Domandiamo con stupore e all’unisono Roberta ed io. Ci guardiamo per un istante.
<< Sì, sono separati da quel che so. >> Ci spiega Diego.
<< Non m’importa un fico secco Diego! La ragazza sta facendo carriera, è molto richiesta! Considerati onorato del fatto che si sia presentata da noi! >> Si lagna Ugo.
<< Ugo non ha tutti i torti, la ragazza ha un bel curriculum. >> Intervengo consultando il suo book.
<< So io a cosa ti riferisci tu, Lorenzo! >> Mi rimbrotta mio fratello pensando fosse un’osservazione alla sua carrozzeria, che ad ogni modo non è niente male!
<< Parlavo delle sue esperienze lavorative, cretino! Mi riferivo al suo curriculum di lavoro! Ha litigato con il marito, ma non è detto che sia un’isterica e indisciplinata come lo era Giulia. Non ha neanche una lamentela, sono referenze impeccabili. >> Spiego. Roberta afferra il suo book che tengo in mano e glielo cedo.
<< Lorenzo ha ragione. >> Interviene Roberta dandomi man forte.
<< Grazie. >> Le rispondo. Lei controbatte sotto voce.
<< Non montarti la testa, al momento per me sei l’ultimo degli uomini non che degli esseri umani. E’ tremendo ciò che hai fatto. >> Mi ricorda. Deglutisco.
<< Lo so. Sono diverse le cose che non ho capito in tempo credimi, tante. >> Le sussurro, sperando colga il mio messaggio. Roberta non fa una piega: continua a sfogliare il book dopo di che lo passa a Diego. Noto però che batte la gamba. Quando inizia a diffondersi la musica AnaLaura inizia a sfilare.
<< E non azzardarti più a leggere i miei messaggi! >> Sussurra perentoria. Stringo con più forza il bracciolo della sedia e avvampo, come posso giustificare questo mio gesto?
<< Come ti ho detto credevo fosse il mio, quando è arrivato il messaggio l’ho aperto distrattamente e solo allora mi sono accorto che non era il mio cellulare. >> Reco come scusante.
 Lei fa per dire qualcosa ma cambia idea.
<< Cosa stavi per dire? >> Le domando.
<< Niente. >> Afferma lei.
<< Allora, facciamo silenzio?! Maleducati! >> Ci tuona contro Ugo Lombardi. Incrocio le braccia, accavallo le gambe e mi concentro sul casting. Roberta compie gli stessi miei gesti.
 
 
Alexander
Cosa faceva mia madre mano nella mano con Mario Calderon? Perché si sono visti? Sembravano così in confidenza al tavolino di quel caffè, quando gli ho notati immerso nel traffico del centro città. Perché vedersi da soli?
Passano 40 minuti circa dall’istante in cui Nicola Mora, la moglie e un ragazzo che presumo sia un parente entrano nel penitenziario femminile a quando ne escono. Il mio cuore sussulta quando vedo che Olga è con loro, sotto braccio a quel tizio! Estraggo la chiave dal cruscotto e abbandono la mia auto andando loro incontro. Accelero il passo.
<< Aspettate, vi prego! >> Urlo. Olga si volta di colpo e vedo i suoi occhi illuminarsi. Si muove per venire verso di me ma il padre è più veloce e si frappone tra di noi. Il ragazzo si avvicna lui, gli posa le mani sulle spalle e gli sussurra qualcosa nel orecchio. Il padre annuisce. Olga si avvicina a loro, così come sua madre, e mi sorride commossa e provata. Io le sorrido di rimando.
<< Come stai? >> Le chiedo.
<< Assonnata, e tu? >>
<< Ero preoccupato. >> Le rivelo non riuscendo a trattenere delle lacrime.
<< Sono Cèsar. >> Si presenta il tipo. Quindi è il fratello.
<< Alexander, molto piacere. >>
<< Così adesso fai anche le poste?! >> Mi accusa suo padre.
<< Papà! >> Affermano in coro Olga e suo fratello, la prima con un tono di voce più prepotente del secondo.
<< Volevo semplicemente vedere sua figlia… >> Mi giustifico pacatamente.
<< Adesso che l’hai vista ce ne andiamo, salta in macchina Olga. >> La guardo e la sua espressione diviene seria mentre guarda il padre. So che non vorrebbe andare via da me ma non ha il coraggio di contraddire il padre ed io non la voglio mettere ulteriormente nei guai.
<< Vi auguro buona serata. >> Saluto allontanandomi. Olga ed io ci scambiano un ultimo sguardo carico di nostalgia… Vorrei solo stringerla a me, sussurrarle parole d’amore, portarla fuori a cena, poi in spiaggia, fare di nuovo l’amore sulla sotto il manto stellato e sussurrarle che l’amo, che mi sono innamorato di lei come un ragazzino. Sento una mano sulla mia spalla e mi volto, è Cèsar.
<< Per quel che può valere, non penso di te le cose che pensa mio padre. >> Si premura di farmi sapere.
<< Grazie, per me conta eccome. >>
<< Spero solo di non sbagliarmi! Senti io non so come dirtelo, mio padre ha intenzione di tornare a Bogotà con tutta la famiglia quando Olga avrà finito di scontare la pena. Hai circa due mesi per far ravvedere mio padre sul tuo conto! >> Mi fa sapere. La vuole portare via!
<< E tuo padre è d’accordo che mi dai queste informazioni? >>
<< Diciamo che contraddire nostro padre è l’hobby dei figli Mora! A parte gli scherzi, credo starà immaginando di cosa stiamo chiacchierando, credo non gli farà piacere ma io ragiono con la mia testa e ho le mie idee. Anche se, come famia sorella, contraddico mio padre, diciamo che ho l’età che gioca a mio vantaggio e ho un altro modo di pormi nei confronti di mio padre, mia sorella si comporta come se tutto le fosse dovuto, lo devo ammettere. Siccome le sue amiche fanno quello che vogliono (mio padre ha ragione su quella Donna, non ha una figura genitoriale che le metta un freno) allora lo deve fare anche lei, crede che la normalità sia questa. Il consiglio che posso darti è di aiutarla a farla maturare… Falle capire che deve stare a sentire nostro padre e non portarla in luoghi dove non può entrare! >> Annuisco assimilando le sue parole.
<< Mio padre è più o meno arrivato alle mani per punirmi e per farmi capire che mi sono comportato da irresponsabile, che dovevo stare più attento… >> Racconto.
<< E’ un modo un po’ esagerato per impartire una lezione ma il messaggio lo condivido. Olga non ha bisogno di un'altra amicizia che la porti in giro per la città  fare bagordi! E sono sorpreso dal tuo comportamento, hai tre anni in più di me e hai delle responsabilità come dirigente di azienda, sei un uomo non un ragazzino. >> Mi redarguisce Cèsar quando Nicola Mora suona il clacson dell’auto per attirare la sua attenzione.
<< Vado. Spero farai tesoro di ciò che ti ho detto. >>
<< Senz’altro, grazie. Dì pure a tuo padre che se la porterà a Bogotà io lascerò mia madre, il mio lavoro, la mia vita qui e mi trasferirò a Bogotà… La stessa cosa vale se la porterà a Cuba o a Città del Capo! >> Affermo. Sorride e quasi ride prima di raggiungere la sua famiglia. Cèsar ha ragione, devo dimostrare a Nicola di saper badare a sua figlia e non di saper metterla nei guai!
  
 
Paola
<< Il tuo amico è un po’ maleducato, sono le 18.20! >> Si lamenta mamma.
<< Non è mio amico. >> Rispondo, ma sulla maleducazione le do ragione! Cambio nuovamente posizione sulla sedia quando il tizio di oggi si avvicina a noi, quello che ho incontrato al vecchio indirizzo di Alec.
<< Guarda chi si rivede. >> Interviene avvicinandosi a noi.
<< Ciao, che caso. >> Intervengo. Ma che ci fa qui?
<< Come mai da queste parti? >> Gli domando sorpresa. Che piccolo il mondo!
<< Fai solo finta o davvero non mi riconosci? >> Mi domanda. Spalanco la bocca dalla sorpresa quando mi rendo conto della figura barbina che ho fatto, lo squadro da testa a piedi.
<< Sei tu Alec? >> Domando.
<< In persona, 40 chili in meno e qualche ritocchino, lo ammetto! >> Risponde con fare ovvio. Mi alzo seguita da mia madre. Divento di tutti i colori.
<< Io… perdonami, non ti ho proprio riconosciuto… >> Mi giustifico.
<< Non sei l’unica che non mi riconosce, parlo delle persone che mi hanno visto per l’ultima volta ai tempi della scuola. Signora, è un piacere rivederla. >> La saluta Alec facendo bacia mano con mia madre.
<< Alec, accetterai il nostro complimento se ti diciamo che sei uno schianto? >> Si fa avanti mia mamma. Le rivolgo un’occhiataccia mentre ci sediamo. “Nostro” complimento? Gli do un’altra occhiata…. Sì, brutto non è…. Anzi, è uno schianto. Scosto lo sguardo imbarazzata quando si accorge che lo sto osservando.
<< Allora, Paola per telefono mi ha anticipato che volete farmi una proposta di affari. >> Io e mia madre ci guardiamo.
<< E’ esatto, tra circa sei settimane Ecomoda lancerà la sua nuova collezione e si terrà un importante sfilata, un evento in pompa magna… >> Inizia a raccontare mia madre.
<< Ecomoda, l’azienda dell’ex fidanzato di Paola? >> La interrompe Alec.
<< Esatto. Noi vorremmo che tu ti proponessi come DJ, addetto audio e video, come parte dello staff della serata insomma! >>
<< E per quale motivo? Perché non sono venuti loro a farmi la proposta? >> Si domanda Alec. Prendo io la parola.
<< Vedi Alec, siamo noi che ti assumiamo! Verrai pagato da noi per presentare ad Ecomoda, quando pubblicheranno il bando di ricerca di staff per la sfilata, la tua proposta corredata di un preventivo molto basso, per spingerli ad assumerti! >> Cerco di spiegare.
<< Perché dovrei fare una cosa del genere? >> Domanda Alec.
<< Il perché lo saprai la sera della sfilata, se verrai assunto. Siamo disposte a pagarti profumatamente perché tu sia li la sera della sfilata! >> Interviene mia madre.
<< Quando profumatamente? >> Mamma mia che curioso! Mamma che è previdente estrae dalla borsetta un foglio piegato in due con su scritta la cifra.
<< Il doppio. >> Rilancia Alec. Lo guardiamo sbalordite.
<< Mi sembra troppo! >> Intervengo.
<< E se hanno già assunto una ditta di party planner? >> Azzarda.
<< Tu tenterai di farti assumere dalla ditta, DEVI essere li la sera della festa! >>
<< Solo se mi spiegate quale sarà il mio ruolo! >> Insiste lui. Guardo mamma.
<< No, non ti diremo niente se non accetterai firmando qui. >> Ribatte mamma posando davanti a lui un contratto fai-da-te che ho stilato oggi in ufficio.
<< Ditemi perché e firmo. >> Insiste Alec. Mamma ed io ci scambiando un altro sguardo.
<< Quella sera ci sarà un maxischermo dove proiettano gli spot della collezione, fanno sempre così. Al momento opportuno dovrai proiettare un filmato! >>
<< Siete due squinternate, e dovrei macchiare così il mio curriculum? >>
<< No, ci addosseremo noi due la colpa di tutto! >> Cerco di intervenire.
<< Ho troppo da perdere, e vengo pagato questa miseria? >> Si lamenta.
<< La tua proposta qual è? >> Gli domanda mia madre.
<< Il doppio. Metà adesso e metà quando verrò assunto, o da Ecomoda o dalla dita di party planner , a proposito dovrete dirmi quale hanno scelto, comunque! >>
<< Non preoccuparti di questo, sarà un gioco da ragazzi ottenere questa informazione. Cosa ne dici mamma? >> Intervengo.
<< Il doppio, e va bene! Rifaremo questo contratto e ci rivedremo! >> Risponde mia mamma.
<< E c’è anche un’altra clausola. >> Oh mamma, cosa vuole ancora?
<< Sarebbe?! >> Domanda mia madre stanca di tutte queste richieste.
<< Un appuntamento con la signorina! >> Risponde Alec. Lo guardo sbigottita, non sono merce di scambio!
<< Non sono merce di scambio! Oltretutto è penoso che devi fare questo per ottenere un appuntamento con una ragazza! >>
<< Allora arrangiatevi e buona fortuna. >> Afferma Alec. Si alza, e sicuro di sé, imbocca l’uscita.
<< Paola, cosa ti costa uscire a cena con lui? E’ anche un bel tipo! >>
<< Mamma, non vorrai prendere in considerazione le sue condizioni! Ci ha già spillato un sacco di soldi, per un piano ridicolo! >>
<< Non è ridicolo, è complicato! Vuoi o non vuoi ridicolizzare quei due?! >> Mi ricorda mamma. Ci alziamo entrambe e vi avviamo all’inseguimento di Alec… cosa mi tocca fare!
<< Speriamo non sia già andato via. >> Interviene mia madre. Quando usciamo lo troviamo con la schiena appoggiata alla parete. Sapeva che gli saremo corse dietro.
<< Abbiamo un accordo allora Alec, mia figlia è felicissima di uscire con te! >> Interviene mamma.
<< A rivederci allora. Quanto a quello che hai detto prima, Paola, ti ho chiesto solo un appuntamento perché so che sarai tu a chiedermi il successivo! >> Risponde con fare ovvio. Era un ragazzino dolce e sensibile ed è diventato un pallone gonfiato! Cosa mi tocca fare!
 
 
 Silvia
Mi batte forte il cuore quando entro in caffetteria e lo vedo appoggiato al bancone che mi aspetta. Ok, sostenuta e disinteressata!
<< Lorenzo non posso trattenermi, devo andare in ospedale da Francesco, mi dirai un’altra volta ciò che devi dirmi. >> Lo prendo in contropiede.
<< Ah, il fatto è che vorrei parlassimo subito. >>
<< Devo scappare, devo anche cercare un taxi visto che non sono venuta con la mia auto. >> Gli spiego avviandomi verso l’ascensore.
<< E se ti accompagnassi io in ospedale? >> Si propone. Il piano della banda ha funzionato. << E parliamo lungo il tragitto. >>
<< Va bene. >> Rispondo senza scompormi. Quando raggiungiamo l’ascensore troviamo davanti ad esso Roberta che lo aspetta. La piccola lite cui ho assistito oggi sembrava una lite tra due innamorati. Stringo con più forza la borsa quando tutti e tre entriamo in ascensore. Roberta riceve une telefonata.
<< Tesoro, sei a casa?..... Ottimo, hai fatto bene a prendere il vino…. Sto lasciando l’Ecomoda adesso, pochi minuti e sono da te…. Come la voglio?... Facciamo prosciutto e funghi!... Sì, giusto, più tanto gorgonzola, mi conosci!.... A presto, un bacio. >> Conclude così la telefonata, presumibilmente stava parlando con Leon. In questo ambiente angusto si respira tensione.
<< Buonanotte Silvia. >> Saluta Roberta avviandosi davanti a noi verso l’uscita, ignorando completamente Lorenzo.
<< Anche a te. >> Rispondo io. Cosa sarà accaduto tra i due? Quando usciamo dall’azienda notiamo Diego e Isabella che, accostati all’auto di lui, si lasciano andare alle pubbliche effusioni. Perché Lorenzo ed io non possiamo essere così? Cos’ho che non va?
Saliamo sulla sua auto e s’immette nel traffico serale. Allaccio la cintura e, quando appoggio la borsa per terra, noto un oggetto sul tappetino semi-nascosto sotto il sedile. Mi sento venir meno le forze…. E’ una rosa avvolta nel cellophane, e sembra abbastanza fresca perciò l’ha comprata di recente e non per me… ha giù un’altra, con cui magari ha appuntamento stasera.
<< Silvia so che le mie ti sembreranno parole false, ma mi dispiace per come sono andate le cose. Tu sei una ragazza splendida, sei spiritosa, sei intraprendente, sei viva e allegra… Con il passare dei giorni mi sono reso conto che non sei solo un’ottima amante ma sei anche di compagnia… >>
<< Ma se provi queste cose per me allora come mai mi hai tradita? Come mai mi hai illusa? >> Gli domando con il cuore in gola.
<< Questi non sono sentimenti sono pensieri, sono come ti vedo. Il punto è che… Silvia io non sono innamorato di te, non provo verso di te le stesse cose che tu provi per me… Anche se non me lo hai confessato, so che le provi… A me l’amore non interessa, questo lo sapevi e ne abbiamo parlato quella sera al ristorante… Non cerco così di giustificare il mio comportamento ma… >>
<< Ho capito, non serve che dici altro. >> Balbetto con le lacrime agli occhi.
<< Silvia… Ti chiedo scusa, ti chiedo perdono… >> Aggiunge mesto. Mi sembra sincero.
<< I patti tra di noi erano chiari, sono stata io a farmi delle illusioni… >> Noto che a queste mie parole stringe la presa sul volante.
<< No, non devi addossarti colpe che non hai, ho fatto lo stronzo. Ho ignorato i tuoi sentimenti pur sapendo che c’erano, che stavano nascendo. Pensavo mi sarei innamorato di te ma non è successo… Guarda per esempio Diego con Paola, avrei dovuto fare come lui e lasciarti prima di complicare le cose, prima di…. Di farti del male con quel tradimento. >>
<< In soldoni non vuoi una relazione perché il tuo unico interesse è spassartela. >> Intervengo. Le cose vanno dette chiaramente, è inutile che mi addolcisce la pillola!
<< In poche parole. Mi dispiace di non avertelo detto prima. >> Ripete mentre accosta vicino alla struttura sanitaria.
<< Ci siamo detti tutto allora, ci vediamo domani al lavoro. >>
<< Spero potrai perdonarmi, un giorno. Mi dispiace per essere così stronzo. >>
<< Buonanotte Lorenzo. >> Scendo dall’auto non sapendo cos’altro dire. Solo quando entro nella hall dell’ospedale mi siedo e mi abbandono al pianto. Un’infermiera si avvicina per chiedermi se sto male ma la ignoro.
 
 
Isabella
<< Ho avuto l’impressione che questa giornata non sarebbe mai finita, sono successe tante cose, tanti impegni e non ho potuto neanche offrirti un caffè e stare un po’ insieme a te. >> Mi soffia sulle labbra Diego prima di baciarle. Praticamente siamo così da 15 minuti, da quando abbiamo varcato la soglia dell’azienda.
<< Ho visto, oggi correvi a destra e a manca, se non lavoravi ti dovevi occupare dei problemi altrui… A proposito come stanno tua sorella e David? >> Gli domando. Non avevano una bella cera.
<< Abbastanza male direi, mia sorella è sotto un treno, convinta che David non la perdonerà mai e lui è confuso secondo me, è arrabbiato con Camilla anche se la sua ira si è placata un po’ dopo aver saputo la storia per filo e per segno. >>
<< Invece tra Roberta e Lorenzo cos’è successo? Come mai hanno litigato cosi animatamente? >> Gli domando.
<< Cosa ne dici di andare a mangiare qualcosa prima? >> Propone catturando nuovamente le mie labbra. Accarezzo la sua nuca.
<< Accetto, sto morendo di fame! Cosa ti va di mangiare? >> Gli domando mentre entriamo nella sua auto.
<< Perché non mi prepari qualche altro piatto squisito come gli spaghetti di quella sera? >> Mi domanda, intrecciando le sue dita con le mie.
<< Va bene, dirigiti al supermercato e penserò a cosa prepararti! >>
<< Ti racconterò dopo cena cos’ha combinato mio fratello sennò ti passa la fame amore mio! >> Addirittura? Cosa può avere combinato di tanto grave?
<< Ha superato ogni limite della tollerabilità! >> Aggiunge. Dev’essere una cosa grave!
 
 
Marcella
<< Perciò quel ragazzo è dalla tua parte. >> Constato, accarezzando la spalla di mio figlio, alla fine del suo racconto.
<< Sì, credo sia venuto qui per fare da paciere. Mamma se Mora dovesse portarla a Bogotà o dove che sia io li seguirò! >> Afferma energico. Spero solo che questa sia davvero la donna della sua vita. Olga è una ragazza giovane e nessuno mi garantisce che tra un anno o due non lascerà mio figlio, è piccola per avere una relazione matura e pensare a sistemarsi, vorrà fare le sue esperienze, vivere la sua giovinezza. Chi mi dice che lei non lo lasci dopo che mio figlio decida di mollare la sua vita per seguirla a Bogotà? Tuttavia quando guardo negli occhi Alexander vedo un ragazzo disperato e innamorato. Non posso metterlo in crisi ulteriormente con i midi dubbi di vecchia mamma apprensiva!
<< Spero non si debba arrivare a tanto amore, che Nicola Mora cambi idea! >> Commento prima di sentire la porta aprirsi. Entra mio marito e noto che la sua espressione truce non promette nulla di buono…. Entrambi ci alziamo dal divano.
<< Qui sei? TI SEI DIMENTICATO DI AVERE UN LAVORO E DELLE RESPONSABILITA?! >> Inveisce verso Alex senza neanche dire “buonasera”.
<< Russell, che ti prende? Potresti anche dire buona sera tanto per cominciare! >>
<< MARCELLA NON E’ ARIA! TUO FIGLIO NON TI HA DETTO DI AVER DISERTATO UNA RIUNIONE IMPORTANTE?! AVEVAMO UNA RIUNIONE CRUCIALE CON I PADRONI DI UN ALBERGO, MA NON HO POTUTO PRESENTARE IL PROGETTO PERCHE’ ERA CUSTODITO NEL PC DI ALEX, PROTETTO DA PASSWORD! E LUI E’ SPARITO PER TUTTO IL POMERIGGIO! >> Tuona molto alterato. Guardo Alexander il quale si passa due mani in viso.
<< Era oggi… >> Riflette ad alta voce.
<< Sì, ERA OGGI! HO PERSO UN CLIENTE IMPORTANTE! DOVE CAZZO TI SEI CACCIATO?! >>
<< DATTI UNA CALMATA RUSSELL! >> Tuono contro mio marito.
<< TU LO DIFENDI TROPPE VOLTE MARCELLA! GLI HO AFFIDATO LA VICE PRESIDENZA E LA RESPONSABILITA’ DEL SETTORE GRAFICO PERCHE’ MI FIDAVO DI LUI! HA DELLE RESPONSABILITA’ NEI MIEI CONFRONTI E NEI CONFRONTI DELLA DITTA! Posso sapere almeno perché hai mancato la riunione? >>
<< Io me ne ero dimenticato… Mi ero dimenticato fosse oggi, mi dispiace…. >> Si scusa Alexander.
<< Dove sei stato?! >> Gli domanda Russell molto arrabbiato.
<< Ero al penitenziario… Hanno rilasciato Olga… >>
<< E PER COLPA DI UNA RAGAZZA MANDI ALL’ARIA LA TUA VITA E METTI IN DIFFICOLTA’ GLI ALTRI?! >> Urla Russell. Non contengo più la rabbia e le parole mi escono di bocca come un fiume.
<< COME TI PERMETTI DI MUOVERE QUESTE ACCUSE CONTRO ALEXANDER? PROPRIO TU? SE HA FATTO QUELLO CHE DICI ALLORA NON E’ L’UNICO! NON E’ L’UNICO AD AVER MANDATO ALL’ARIA LA SUA VITA E QUELLA DEGLI ALTRI PER COLPA DI UNA DONNA, CARO MARITINO! >> Gli tuono addosso scaricandoli una serie di pugni sul petto. Mio marito mi ferma afferrandomi i polsi.
<< DATTI UNA CALMATA MARC…. >> La mia mano aperta lo colpisce in pieno volto. Sento il viso caldo, gli occhi umidi e mi asciugo il naso con la manica della maglia. Sopraggiungono dal giardino posteriore mia sorella e la cameriera.
<< Sei matta Marcella… NON TI RICONOSCO Più NEGLI ULTIMI DUE GIORNI, CI VEDIAMO QUANDO TI SARAI DATA UNA CALMATA! >> Urla mio marito prima di abbandonare l’abitazione sbattendo la porta.  Ho il fiato corto quando mi siedo sul divano con Alex alla mia destra e Mariabeatrice alla mia sinistra.
<< Signora Marcella, le servo un bicchiere d’acqua? >> Mi domanda la domestica. Annuisco e lei si allontana.
<< Marce,come ti senti? >> Mi chiede Bea.
<< Non ce l’ho fatta a stare zitta…. >> Mi giustifico.
<< Non ti devi giustificare mamma, stavo per dirglielo io. Mi sono proprio scordato che fosse oggi la riunione! >> Si discolpa Alexander.
<< Patrizia ha dato notizie? >> Mi domanda Bea. Io scuoto il capo.
<< E se le tue parole avessero compromesso il piano? E se Russell eviterà ogni contatto con lei pensando che tu abbia scoperto qualcosa? >> Ipotizza Bea.
<< Lo affronterò a viso aperto in quel caso! >> Affermo.
<< Mamma, vorrei chiederti una cosa. Oggi pomeriggio passando in centro ti ho visto in un bar con Mario Calderon, perché vi siete visti? >> Mi domanda a bruciapelo Alexander. Bea ed io ci scambiano un’occhiata.
<< Beh… gli ho parlato dei sospetti che nutro verso papà e Kelly… >> Invento come scusa.
<< Ti teneva la mano! >> Mi fa notare Alexander. Ha visto proprio tutto!
<< Mi stava aiutando, Alex, che idee ti sei fatto? Mario è un amico di vecchia data, punto. Ha anche dato uno strappo alla zia quando si trovava a Bogotà, allora c’è qualcosa anche tra di loro per un semplice gesto di cortesia?! >>
<< Va bene mamma, era solo una domanda. Io vado a fare il bagno. >> Annuncia Alexander allontanandosi.
<< Avete veramente parlato di questo? >> Mi chiede sussurrando.
<< No, gli ho raccontato dell’arresto di Olga e dello stato in cui versa Alex. Non gli ho detto niente di sua nipote! >> Spiego a Mariabeatrice la quale mi consola accarezzandomi la testa. So che passerò una notte d’inferno, domandandomi dove può essere mio marito?
 
 
 
Cèsar
Dopo la bella sfuriata di papà Olga si è fatta la doccia e si è chiusa in camera. Per fortuna che papà non doveva esagerare! Busso alla sua porta per parlare con lei.
<< Non voglio vedere nessuno. >> Annuncia con tono svogliato.
<< Neanche me? Possiamo parlare un attimo? >> Pochi istanti dopo apre la porta. Entro e la richiudo alle mie spalle.
<< Cosa c’è? >> Mi domanda.
<< Non ci vediamo da un paio di settimane, è questo il modo di accogliermi? >> La canzono.
<< Cèsar, non sono in vena di scherzi. >> Mi fa sapere. Sposto la poltrona con le ruote dalla scrivania al suo letto e mi accomodo.
<< Non vuoi neanche sapere cosa ci siamo detti prima Alexander ed io? >> Le domando per attirare la sua attenzione. Lei appoggia i talloni alla sponda del letto e nasconde la mani sotto le cosce mettendosi comoda.
<< Sai che lo voglio sapere. >> Mi risponde.
<< Che tiene molto a te. Che ti seguirà in capo al mondo se papà deciderà di portati via da Miami. >>
<< Se papà decide di lasciare Miami io scappo di casa! >> Afferma perentoria. Così saremo alle solite!
<< Ecco, errore numero uno. Se lo fai scordati di avere una famiglia, quando papà Ti ritroverà ti richiuderà in convento! Olga devi dimostrare a papà che può fidarsi di te e che può fidarsi di Alex… Convincerlo a scappare insieme credi sia la tattica migliore per far sì che papà lo accetti come tuo fidanzato? >> Le faccio presente.
<< E’ di questo che avete parlato? >> Mi domanda. Annuisco.
<< Gli ho ricordato che non è un ragazzino, è un uomo e dovrebbe comportarsi con più responsabilità. E lo stesso dovresti fare anche tu se vuoi che papà di permetta di vivere una vita normale! Pensaci, con il tuo comportamento hai messo nei guai anche lui: la polizia credeva ti avesse procurato lui il documento falso e ha litigato animatamente con suo padre, credo siano in crisi adesso. >>
<< Te lo ha detto lui? >> Mi chiede. Annuisco.
<< Non volevo finisse così… Non volevo deludere mamma e papà, non volevo provocare dei guai ad Alexander… Pensavo fosse una bravata da nulla. >>
<< Lo so sorellina, e adesso non puoi fare altro che imparare dai tuoi errori e fare di meglio. Spero non te la prenderai per quanto sto per dirti… Credo che le persone che frequentiamo svolgano un ruolo importante nella nostra vita: influenzano le nostre azioni e le nostre scelte. Donna è una ragazza senza una figura genitoriale, la sorella le lascia fare tutto quello che vuole…  poi quel Jimmy che frequentavi, i suoi unici interessi sono l’alcol, la figa e il calcio…. Non te la prendere! Quando vivevi a Bogotà non eri così! >> Le ricordo, accarezzandole il viso.
<< Ma Donna è mia amica… >> Piagnucola. << La mia migliore amica. >>
<< E’ un cattivo esempio. Papà ha ragione. >>  Ribadisco. Olga raccoglie le lacrime.
<< Vorrei che facessi una cosa per me. >> Afferma.
<< Solo se tu ne fai una per me… Non metterti più nei casini se vuoi rivedere il tuo Alexander! >> Le consiglio prima di abbracciarla forte.
 
 
Patrizia
<< Che albergo di lusso, anche lo champagne di benvenuto! >> Constato versandomene un bicchiere dopo aver fatto un bagno nella vasca idromassaggio con tanta schiuma. Giulia consulta il suo profilo facebook dal tablet. Poso la fluite quando sul mio cellulare arriva un messaggio.
<< E’ Russell!! >> Annuncio verso a mia figlia la quale lascia andare il tablet e si siede sul letto accanto a me.
 
“Perché non rispondi alle chiamate? Abbiamo un problema, Marcella ha scoperto qualcosa. Ho avuto con lei una violenta litigata.”  
 
<< Però Marce non può non aggiornarmi! Dammi il tuo cellulare, devo chiamare tua zia! >> Chiedo a mia figlia.
<< Rispondo io a questo fedifrago!! >> Si offre Giulia afferrando il mio cellulare.
 
“Ed io cosa ci posso fare? Avrai commesso qualche errore.”
 
Mia figlia di fa vedere ciò che ha scritto prima di inviare, spero solo di non commettere errori. Ogni parola è fondamentale.
<< Marcella, pronto! Ho saputo della litigata con tuo marito, ma gli hai detto tutto?! >> Le domando. Russell risponde.
 
“COME NON PUOI FARCI UN CAZZO?! Dobbiamo vederci subito!”
 
<< Patrizia, come fai a saperlo? Lui…. >>
<< Ha appena scritto Marcella! Per la verità ha telefonato mentre eravamo in volo ma non potevo rispondere, mi avrebbe riconosciuta. Ha scritto che la litigato con te, che forse tu sai qualcosa. >>
<< Ma se tu sei al telefono chi si occupa di…? >>
<< Spero non te la prenderai Marce se ho detto tutto a Giulietta. Sta vestendo lei i panni di Kelly e se la sta cavando bene! >>
<< No non importa…. Fossero quelli i problemi… Oddio Russell ha una storia con lei! >> Avverto Marce che inizia a piangere e la voce di Bea in sottofondo.
<< Pronto Patrizia? >>
<< Ciao Bea… E’ un casino… >>
<< Appena torna a casa glielo strappo, glielo taglio, ci faccio un nodo!! >> Inveisce Bea.
<< Se n’è andato? >> Le domando.
<< E’ uscito sbattendo la porta… In poche parole la discussione è nata a causa di Alexander che ha disertato una riunione di affari per correre dietro a Olga, Russell non l’ha apprezzato e ha detto che è una follia mandare all’aria la propria vita per una donna…. Marcella ha detto a Russell da che pulpito viene la predica, che lui è il primo ad essersi assunto il rischio. Questo è più o meno quello che è successo! >>
<< Ok, cerca di consolare Marcella! Quando avremmo qualcosa di consistente Giulia farà le screen shot della conversazione e ve le invio, come eravamo d’accordo… >> Le spiego.
<< Va bene, baci Patrizia, e salutami la mia nipotina preferita! >>
<< Ciao Bea! >> La saluto.
<< Che schifo! Che traditore! >> Esclama Giulia. Mi accosto a lei per sapere ciò che ha scritto.
 
“Sono molto impegnata! Cerca di calmarti, come ha fatto tua moglie e scoprirci? Cosa sa?”
“Non lo so! Mi ha accusato di aver mandato all’aria la mia vita per colpa di una donna, sono stato attentissimo! Hai fatto l’infame? Le hai detto qualcosa? Porca puttana!”
“Sei uno stronzo! Mi tratti così dopo tutta la pazienza che ho portato?! Sei tu quello sposato, non io! Vai all’inferno!”
“NON FARE LA TROIA! STAI METTENDO ALLA PROVA LA MIA PAZIENZA! Col cazzo che non le hai detto niente, non può averlo saputo dalla fantasma formaggino! Questa me la paghi!”
 
<< Basta così Giulia, queste righe sono più che sufficienti! Non rispondiamo più! >> Affermo togliendole dalle mani il cellulare. Certo che se l’è cavata bene mia figlia! L’ha provocato con poche parole e lui ci è caduto in pieno!
 
 
Francesco
<< Perciò è tutto finito… >> Riassumo dopo aver ascoltando il racconto della conversazione avvenuta tra Silvia e Lorenzo. Quando è arrivata ci siamo spostate al bar dell’ospedale visto che mia madre si era appena appisolata nel salottino d’aspetto.
<< Sì, ha detto che non vuole stare con una persona che per lui prova amore perché a lui i sentimentalismi non interessano, non cerca questo genere di storia. >>
<< Mi dispiace cara, pensa che è stato sincero e potrai cercare un uomo che ti ami! >> La rincuoro.
<< Sono una brutta persona e una pessima amica, tuo padre è stato operato di cancro ed io sto qui a lamentarmi dei miei banalissimi problemi di uomini! Come state tu e tua madre? Tu padre si è svegliato? >> Mi domanda.
<< Stai scherzando?Hai scostato il mio pensiero dalla malattia di mio padre… era quel che mi ci voleva… Mio padre non si è ancora svegliato e mia madre sta riposando. >> Rispondo quando vediamo passare Ugo Lombardi e Michael nella hall dell’albergo, sotto di noi. Indico a Silvia la loro presenza e prendiamo le scale mobili per raggiungerli.
<< Siamo qui! >> Annuncio. Loro si voltano e ci riuniamo.
<< Salve signor Lombardi, ciao Michael. >> Saluto.
<< Salve, vorrei esprimerle la mia vicinanza, anche se non ci conosciamo bene! >> Afferma Lombardi, eppure l’ho giudicato come uno svitato!
<< Ci sono novità? >> Mi domanda Michael.
<< No, non si è ancora svegliato, il post-operazione sarà il periodo più importante. >> Mentre rispondo vedo mia madre venire verso di noi.
<< Buona sera a tutti, ciao Silvia tesoro mio! >> Le due si salutano con un caldo abbraccio.
<< Greçia, per qualunque cosa ci sono! >> La rincuora Silvia.
<< Buona sera signora. >> Saluta Michael.
<< Buona sera, sono Ugo Lombardi. >> Si presenta Ugo.
<< So benissimo chi è lei e incontrarla è un onore! >> Risponde mia madre.
<< La mia reputazione mi precede! >> Gongola Ugo, alzo gli occhi al cielo mentre Michael sorride divertito.
<< Figliolo, io penso che potremmo andare a casa e riposare, non credo che papà si sveglierà a breve. >> Consiglia mia mamma. La prendo sotto braccio e tutti noi ci avviamo verso l’uscita.
<< Non dovevate disturbarvi venendo fin qui. >> Interviene mia madre verso Michael, Ugo e Silvia.
<< Greçia cosa dici? Era il minimo. >> Interviene Silvia.
<< Ci tenevamo a portare i nostri auguri, se i medici hanno detto che è andata bene probabilmente non avrà alcun problema post-operatorio. >> Suggerisce Michael.
<< Sei un caso ragazzo Michael, ringrazio anche lei Signor Lombardi, Francesco è stato fortunato ad avervi incontrati. >>
<< Greçia perché non vieni nel nostro appartamento? Il mio letto è matrimoniale puoi dormire insieme a me. >> La invita Silvia,  mi sembra un’ottima idea.
<< Mamma domani non potrò venire insieme a te in ospedale… Ho chiesto a Diego un solo giorno… Volevo esserci quando papà si sveglia. >> Intervengo dispiaciuto.
<< Il tuo capo è stato gentile a darti un giorno di permesso visto che hai un breve contratto. Dirò a papà che gli vuoi bene e volevi esserci! >>
<< Signora, le auguro tutto il meglio. Buonanotte. >> La saluta Lombardi.
<< Buonanotte Signor Lombardi, anche a te Michael. >>
<< Buonanotte a tutti. Francesco mi dispiace non aver chiacchierato di più… Facciamo colazione al bar aziendale domani mattina? >>
<< D’accordo, ci vediamo domani. >> Saluto verso Ugo e Michael i quali si allontanano insieme.
<< Andrà tutto bene. >> Ricordo a mia mamma posandole un bacio sulla guancia, prima di aprirle la portiera del lato del passeggero della mia auto.
 
 
Diego
Non riesco a fare a meno di osservarla, di pensare a quando è bella e dolce, ho sempre voglia di baciarla e di toccarla anche se si tratta solo di tenerle la mano.
<< Diego, è difficile che riesca a fare la spesa con una mano sola. >> Mi canzona.
<< Anche io ne ho una e fanno due! >> Rispondo sventolando la mia mano sinistra, prima di avvicinarmi a lei e posare un dolce bacio sul suo esile collo.
<< Diego… Qui? >> Mi domanda visibilmente in imbarazzo. Adoro questo lato di lei! Come tutti gli altri del resto! Non è come le altre ragazze che amano abbandonarsi ad effusioni pubbliche, questo suo lato pudico fa parte del suo fascino.
<< Sei bellissima. >> Le ricordo sorridendo e accarezzandole la guancia. Una serata con lei, beandomi del suo tocco mi ci vuole proprio! Per scrollarmi di dosso lo stress della giornata di oggi e in previsione di quelle che verranno, con il ritorno di mia cugina. Isabella mi sorride e azzeriamo la distanza tra i nostri visi, baciandoci. E’ un colpo di tosse a farci staccare. Si avvicina a noi con il suo carrello il mio conoscente Alberto Vega.
<< Alberto! >> Lo saluto porgendogli la mano.
<< Diego, non volevo certo interrompervi, mi scusi signorina! >>
<< Non si preoccupi. >> Risponde timidamente Isabella, è rossa come un peperone, anzi come un fragola! Lei è la mia fragolina!
<< Ti presento la mia fidanzata Isabella Carissi, Isabella lui è Alberto Vega un conoscente di famiglia! >> I due si stringono la mano.
<< Vedo che sei sempre in giro a fare il papà! >> Constato notando il suo carrello con decisamente poche provviste alimentari per adulti e colmo di pannolini, biscottini, formaggini e omogenizzati.
<< Eh, come vedi! A proposito, Catalina ed io aspettiamo un altro figlio, il quarto! >> Mi annuncia.
<< Congratulazioni amico, porgi i nostri auguri a Catalina! >>
<< Complimenti per il record! >> Si complimenta anche Isabella. In effetti 30 anni e 4  figli… Wow! Tra dieci anni quanti ne avranno?
<< Grazie ragazzi, dovremmo organizzare una cena Diego. >>
<< Certamente. Tra poco vi accamperete in quella casa! >> Intervengo a mo di battuta. Lui ridacchia.
<< L’ho messa in vendita Diego, non ci stiamo più! Stiamo cercando qualcosa con più stanze! >>
<< Ah, e così l’hai messa in vendita? >> Alberto abita in una bella villetta a schiera, con giardino anteriore e posteriore, in un quartiere con aree comuni come campi da sport e piscina… Un bel quartiere! Chissà quanto viene!
<< Per forza Diego, o dovremmo far dormire qualcuno nei sacchi a pelo, un altro letto non ci entra! Ragazzi devo scappare, Catalina mi aspetta per la cena. Buona serata ragazzi! >> Ci saluta Alberto prima di allontanarsi.
<< Anche a te e saluta Catalina. >> Lo saluto.
<< Arrivederci. >> Saluta Isabella. Devo chiamare Alberto e chiedergli quale agenzia si occupa della vendita!
<< Diego, ho avuto l’ispirazione, vuoi sapere cosa ti preparerò per cena? >> Mi domanda tutta entusiasta Isabella.
<< Che cosa? >> Le chiedo passandole un braccio dietro al collo mentre lei spinge il carrello.
<< Spaghetti allo zafferano con salsiccia! >> Mi annuncia.
<< Mmmmmh, dovrò ripagare questi tuoi sforzi e questa tua inventiva! >> Le soffio sul collo.
<< Diego, ci guardano tutti, dai! >> Mi riprende mentre siamo in fila alla cassa. Le poso un bacio sulla punta del naso quando arriva il nostro turno di fare il conto.
 
 
Russell
Stronza! Quando ha scritto che non può farci niente e che è troppo impegnata per vederci sono partito in quarta, anzi in quinta, alla volta del suo appartamento. Spero di trovarla lì! Accosto, salgo le scale due gradini alla volta e busso alla porta. Mi apre pochi istanti dopo: indossa abiti semplici, una fascia in testa, ha i capelli legati e sta facendo grandi pulizie.
<< Signor McNamara, cosa ci fa qui? >> Mi domanda. Mi prende per il culo? Solo poi mi accorgo della presenza di suo zio che regge scopa e paletta. Stanno ripulendo l’appartamento di polvere e ragnatele che si sono ammucchiate in questi mesi.
<< Russell, come mai qui a quest’ora? >> Mi domanda Calderon. Mi si secca la bocca.
<< Io dovevo parlare con la signorina di imminenti questioni di lavoro. >> Adduco come scusa. Cazzo, poteva dirmelo nei messaggi che era con suo zio!
<< E non poteva telefonare? >> Mi rimprovera con freddezza. Mi sta davvero coglionando?
<< Ci ho provato signorina ma non ha risposto! >> Ribatto sperando che capisca. Non posso parlare apertamente con suo zio qui.
<< Non ho ricevuto sue chiamate… >> Interviene. No, questo è troppo! Un affronto bello e buono!
<< Tesoro, vado a prendere dei tranci di pizza per la cena così vi lascio un po’ soli a parlare di lavoro! Torno tra poco. >> Afferma Calderon e pochi centimetri dal mio volto passandomi accanto per uscire. Che cavolo vuole questo qui adesso? Quando si allontana con gesto sicuro scosto Kelly dalla porta ed entro.
<< No dico, fai come se fossi a casa tua! Non potevi telefonare?! >>
<< KELLY, NON MI PRENDERE PER IL CULO ANCHE ADESSO CHE TUO ZIO SE N’è ANDATO! >> Strillo. Mi guarda choccata.
<< Ti è partita qualche rotella? CHE DIAVOLO DI PROBLEMA HAI?! >>
<< MI FAI GIRARE LE PALLE, CAZZO! COME PUOI DIRE CHE NON è UN TUO PROBLEMA, CHE SONO UNO STRONZO, CHE SOLO TU HAI FATTO DEI SACRIFICI PER LA NOSTRA STORIA E CHE DEVO ANDARE ALL’INFERNO?! >>
<< MA DI CHE CAVOLO STAI PARLANDO?! Russell tu sei pazzo, non so se tu sia matto, ubriaco o tutte e due le cose, in ogni caso ti ordino di andartene! >>
<< Soffri di memoria corta? Cosa mi hai scritto un attimo fa? CHE HAI PORTATO PAZIENZA E CHE TE NE LAVI LE MANI SE MIA MOGLIE HA SCOPERTO TUTTO! MAGARI LO SA ANCHE TUO ZIO A QUEST’ORA! >> Inveisco contro di lei.
<< Marcella sa tutto? >> Domanda stupida. Mi scappa una risatina isterica mentre gironzolo per la stanza e mi ravvivo i capelli con le mani. Estraggo il cellulare e le mostro la conversazione.
<< Per rinfrescarti la memoria! >> Continuo a gironzolare per la stanza. Non capisco se mi sta prendendo in giro!
<< Io non ho mai scritto questi messaggi…. Porca puttana Russell, questo non è il mio numero. >> A questa sua affermazione mi raggelo. Afferro il mio cellulare chiamo il numero ma il cellulare di Kelly, posto a caricare su una mensola, non squilla.
<< Porca vacca… >> Esclamo. Chiunque sia stato mi ha fottuto alla grande.
<< Mi spieghi cos’è sta storia? >> Mi domanda Kelly.
<< Io pensavo di stare massaggiando con te… ma allora con chi stavo…? >> Mi chiedo.
<< Con tua moglie? >> Ipotizza Kelly portandosi una mano alla bocca.
<< Non mi sono accorto di niente… >>
<< Non ti sei accorto che avevano sostituito il mio numero sul tuo telefono? MA CI FAI O CI SEI?! >> Mi chiede Kelly mentre siedo sul divano con la testa tra le mani. Marcella sa ogni cosa. Quando qualcuno bussa alla porta, presumibilmente Mario, mi alzo e mi ricompongo. Kelly mi accompagna.
<< Allora siamo d’accordo così, domani la chiamo per riferirle i nuovi accordi. >> Affermo alla presenza di Mario Calderon.
<< Va bene Signor MacNamara, saluti la sua signora e la sua famiglia. >>
<< Buona notte. >> Mi saluta Mario.
<< Altrettanto. >> Controbatto. E adesso che faccio? Se vado a casa Marcella mi ammazza!
 
 
Lorenzo
L’ultimo degli uomini… per lei sono questo! E in questo momento sarà con quel coso a mangiare pizza, magari a impastarla! Magari lui le sta dietro, intreccia le dita a quelle di Roby per impastare, le preme la vita contro il fondoschiena e poi fanno l’amore sul tavolo della cucina. Stringo più forte il volante.
<< Peccato, era una pupa niente male. >> Commenta Gonzalo dopo che gli ho raccontato della rottura definitiva con Silvia.
<< Non voglio certo andarmi a incasinare con una tipa qualunque che si innamora di me. >> Rispondo. Con una qualunque no, ma con Roberta ci proverei.
<< Ah, su questo sono d’accordo con te! >> Mi da ragione mentre smontiamo dall’auto e camminiamo per raggiungere il ristorante dove abbiamo intenzione di cenare. Passiamo accanto ad un fast-food. Butto l’occhio all'interno oltre la vetrina e non posso fare a meno di notarlo… Ken! Ma non aveva appuntamento con Roberta? Ho letto il messaggio e l’ho sentito con le mie orecchie quando l’ha chiamata mentre eravamo in ascensore!
<< Lorenzo, ti sei incantato? >> Mi domanda Gonzalo retrocedendo per posare gli occhi all’interno del fast-food.
<< Ma quello non è il ragazzo di Roberta? Cosa ci fa con una donna e un marmocchio? >> Domanda Gonzalo.
<< Non ne ho idea, è la stessa identica cosa che mi stavo chiedendo anche io. >>
<< Hai capito! Non è poi così angelico e onesto l’avvocato! Pensi siano la moglie e il figlio? >>
<< NON LO SO TI HO DETTO! >> Rispondo alzando la voce. Lo vedo ridere, poi bacia sulla guancia la tipa e apre la bustina di salsa al ragazzino per poi spalmarla sul piatto.
<< Che fai? >> Domando a Gonzalo.
<< Scatto una foto, Roberta non ti crederebbe mai se andassi da lei a dirle “Sai ho visto il tuo fidanzato con la moglie e suo figlio. A proposito, lo sapevi?”! >>
<< Perché dovrei andare a dirglielo? Non sono affari miei. >> Commento riprendendo a camminare con le mani in tasca. E soprattutto non voglio dare dell’occhio, si penserebbe che io sia geloso, che voglia dividerli!
<< Perché sei suo amico, perché è come un cugina! Se avessi visto Silvia con suo marito e un figlio te lo verrei a dire! >> Mi fa notare. << Ti invio la foto. >> Aggiunge.
<< Tanto non mi serve! >> Ribadisco quando mi arriva la notifica sul cellulare.
 
 
 
FINE CAPITOLO 43.
 
 
So che è passato tanto tempo dall’ultimo aggiornamento ma eccomi qui! Come commentate gli avvenimenti di questo capitolo? Di carne al fuoco ce n’è molta… Stanno per accadere tante cose… quanto violenta sarà la reazione di Marcella? Lorenzo presenterà quella foto a Roberta, facendo così una grossa figuraccia? La situazione tra David e Camilla come si evolverà? Il piano di Paola e sua madre andrà in porto? Tra Giulio e Silvia, Massi e Giulia, Francesco e Michael,  Alex e Olga cosa accadrà? Con questi giorni di vicinanza a Cèsar Nicola, Olga e Leonora scopriranno che è gay? Ve lo siete chiesto?
Un saluto!
 
 
   
 
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