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Autore: The Edge    03/08/2016    3 recensioni
Scorpius osservava di sottecchi il compagno: suo padre gli aveva sempre raccontato di Potter, San Potter, però Albus non assomigliava per niente alle descrizioni di Draco.
Innanzitutto era bravissimo in Pozioni, era simpatico, abbastanza tranquillo e fondamentalmente non se la tirava per essere il figlio di Harry Potter, cosa che invece faceva James Sirius Potter.
Secondo la giovane mente brillante dell’erede del casato Malfoy, Albus Potter era una degna persona da frequentare.
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy, James Sirius/ Teddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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James Sirius Potter era in quell’età in cui gli ormoni saltellavano e non lo facevano ragionare più di tanto.
Ginny non faceva domande, quando trovava macchie bianchicce sul copriletto o sulle lenzuola. Essendo cresciuta con ben sei fratelli maggiori, sapeva bene com’era la faccenda. Non aveva mai detto nulla a suo figlio, anzi, era contenta perché significava che il suo piccolino stava scoprendo il suo corpo, e questo la faceva sorridere. L’importante era che James fosse cosciente di ciò che faceva, e che fosse in pace con se stesso.
Tuttavia, quello che Ginny Potter non si aspettava, era che al suo primogenito non interessassero le ragazze.
James Sirius Potter aveva dedicato molte attenzioni solamente ad una persona, e quella persona era Ted Lupin.
Il primogenito dei Potter non sapeva se dirsi innamorato o meno, non ne era ancora ben sicuro, l’unica cosa che sapeva era che provava una forte attrazione fisica per il figlioccio di Harry.
Ciò che intimoriva James era il fatto che Teddy non aveva mai mostrato nulla, se non dell’immenso affetto fraterno, nei suoi confronti.
Il giovane Potter pativa in silenzio le sue pene d’amore, o d’attrazione, a dir si voglia.

“James!” rispose sorridendo Teddy.
L’interpellato si alzò dal letto a velocità della luce e con slancio lo abbracciò, e dalla foga gli diede anche una testata, che fece molto male ad entrambi.
James arrossì fino alla punta delle orecchie, per la figuraccia. Evitò accuratamente di fissare il maggiore e mugugnò uno “Scusami”. Teddy ridacchiò e lo abbracciò ugualmente, nonostante il dolore alla testa “Sei sempre il solito Jamie, anche l’ultima volta ne avevi combinata una. Mi eri atterrato proprio sui gioielli di famiglia, e lì sì che ho capito cosa fosse veramente il dolore.”

James avvampò al ricordo di quella scena: l’anno prima Teddy aveva passato con loro il Natale, e siccome al giovane Lupin piaceva dare i singoli regali ai diretti interessati, aveva optato di dare al suo migliore amico il suo dono per ultimo, per godersi appieno la reazione di gioia.
Ted aveva dimenticato che James fosse un dormiglione e che tendeva a comportarsi come un orso in letargo, e che fosse veramente sensibile al solletico, specialmente di prima mattina.
James, per liberarsi dal peso di Teddy che lo sovrastava, lo aveva spinto via e, rendendosi conto troppo tardi dell’errore, ovvero sia, la prorompente erezione mattutina da nascondere, aveva fatto finta di cadere di lato, per mascherare il tutto, solamente che non aveva fatto i conti con Lupin.
Teddy, infatti, si era aggrappato al pigiama di James, e ricevendo la spinta da parte di quest’ultimo, lo aveva trascinato con sé nella caduta.
Trovandosi sopra al ragazzo che gli piaceva, James realizzò due cose: la prima era la sua erezione era ben evidente e dura; la seconda che stava schiacciando con il suo peso, il bacino di Teddy.
Rendendosi conto dell’equivoco, si alzò in fretta e furia, balbettando scuse imbarazzate, e tentando di salvare le apparenze, era scappato in bagno e aveva chiuso la porta a chiave.
Una volta al sicuro, il giovane grifondoro aveva constatato che aveva già macchiato un poco i boxer blu. Se li tolse e li ripose delicatamente nella cesta, dopodiché si infilò nella doccia e si svuotò sotto il getto d’acqua.
 

“Jamie?” domandò Teddy, sventolando una mano davanti al viso dell’altro, che sembrava perso nel suo mondo.
Potter sbatté le palpebre un paio di volte e scosse la testa, riemergendo dal passato “Teddy! Come stai? A parte la testata, intendo….”
“Sto bene, sono venuto a cena da voi perché tuo padre mi ha invitato qualche ora fa. A proposito, sappi che ci rivediamo a Settembre! Sarò il tuo professore e di Albus per ben due anni, sei contento?”
James inghiottì la saliva e si stampò sulle labbra il suo migliore sorriso convinto, ma nel profondo del cuore era turbato.
Già era difficile stare vicino a Teddy quando veniva a trovarli, figuriamoci vederlo tutti i giorni a scuola. E lì non poteva saltare le lezioni, perché altrimenti Teddy lo avrebbe detto a sua madre e sua madre avrebbe preteso delle risposte.

“Grandioso” -rispose il giovane dai capelli arruffati- “Spero per te che tu sia un buon insegnante, altrimenti non starò attento alle tue lezioni”.
Teddy rise e gli fece la linguaccia, a risposta della frecciatina “Tanto so che sarai il migliore.”.
Durante la cena, Harry fu allegro e gioviale, non sgridò James né fece alcuna predica a Lily, visto che aveva la tendenza a mangiare con notevole lentezza.
Teddy osservò il padrino e comprese che dietro a quella allegria c’era altro. Gli occhi dell’uomo lasciavano trasparire una preoccupazione velata, e il giovane intuì che fosse successo qualcosa di grave.

Le intuizioni di Teddy erano fondate, infatti, appena finita la consumazione del pasto, Harry lo chiamò e gli chiese la cortesia di seguirlo. Una volta appurato che nessuno potesse sentirli, Harry espose i suoi problemi a riguardo, riferendosi all’articolo di giornale.
Teddy promise di tenere particolarmente d’occhio i tre ragazzi e la discussione finì lì. Il giovane e futuro professore aveva capito che qualcosa nel mondo magico stava cambiando.

“Teddy, un’ultima cosa.” Disse Harry a bassa voce.
“Dimmi.”
“Non una parola con Albus, né con James né Lily.”
“Posso sapere il motivo?”
“Voglio tenerli al sicuro, fino all’ultimo.”
Al contrario, in casa Granger-Weasley venne trattato l’argomento della testata giornalistica.
Hermione fu irremovibile e risoluta: Rose doveva sapere, e doveva essere informata. La strega aveva i suoi buoni motivi per rendere partecipe la figlia, e voleva assolutamente che fosse preparata. Dopotutto lei aveva tirato fuori dai guai innumerevoli volte, Harry e Ron, per cui anche Rose doveva rimanere in allerta.
Ron si era arreso da tempo, quando la moglie si metteva in testa qualcosa, non doveva azzardarsi a contraddirla. L’ultima volta che aveva provato a farlo, si era trovato ricoperto di pannolini sporchi, di Hugo.


“Rose, mi raccomando. Ascolta bene la mamma, e ti prego, se un domani Albus farà qualcosa di estremamente stupido, cerca di farlo rinsavire.” dichiarò Ron, sedendosi sulla poltrona. Hermione sorrise, anche Ron aveva percepito la serietà della situazione.
Rose osservò con tanto d’occhi i genitori, e la sua mano corse immediatamente a stringere quella di Hugo.
La ragazzina ascoltò con attenzione ogni singola parola, archiviò le nozioni e i fatti narrati.
Anche la giovane Weasley sapeva di quello che stava accadendo.

I mesi rimanenti passarono in fretta, il primo Settembre si faceva sempre più vicino.
Albus era inquieto: suo fratello continuava imperterrito a prenderlo in giro, da ormai tre settimane abbondanti. James si era accorto del disagio del fratellino, e pur di mascherare il suo, aveva intrapreso la via dello scherno.
Lily, invece, non ne poteva più, dato che i due passavano le ore a litigare.
Ginny ed Harry si erano accorti del senso di inquietudine del loro secondogenito, ma avevano preferito rimanere in silenzio. Toccava ad Al, ora, e doveva farcela da solo.

Rose, dal canto suo, era emozionatissima e, come sua madre aveva fatto al suo tempo, aveva già letto quasi tutti i libri di magia, e non vedeva l’ora di mettersi all’opera.
Di nascosto, o almeno così credeva, si era provata la divisa di Hogwarts e anche quella da portiere, che Ron conservava per ricordo.
La giovane Weasley aveva ereditato il talento naturale di Fred e George nel Quidditch, ed era piuttosto bravina a volare con il manico di scopa.

Scorpius era abbastanza tranquillo, aveva già comprato tutto l’occorrente ed era in una botte di ferro. Non percepiva totalmente la preoccupazione dei suoi genitori, specialmente quella di suo padre. Draco, infatti, viveva una situazione di angoscia, temeva molto per Scorpius.  
Essere etichettato come il figlio di un ex-mangiamorte non è sempre piacevole, e la paura più grande di Draco Malfoy era che qualcuno potesse far del male a suo figlio.
 
Il fantomatico giorno arrivò, e notoriamente tutti i futuri studenti erano a dir poco agitati.
Al binario 9 ¾ vi erano numerosissime famiglie, genitori emozionati che salutavano i figli, i quali non stavano più nella pelle.
Albus era teso come una corda di violino. Era arrivato ai limiti della sopportazione con suo fratello, ed era anche giù di morale perché non aveva avuto il permesso di portare Cynthia, essendo lei troppo grossa per essere trasportata su un treno. Senza contare il fatto che James aveva notato la sua paura per lo Smistamento, e ne aveva trovato motivo di derisione.
Harry si accorse del disagio del figlio, e tentò di tranquillizzarlo dicendogli che la vita è una questione di scelte e che lui poteva decidere, a prescindere dal resto.

Albus fu l’ultimo a salire sul treno; Rose era salita per prima e già aveva cominciato a chiacchierare con un’altra ragazzina dall’aspetto simpatico, la quale le stava chiedendo proprio in quel momento se le sarebbe piaciuto sedersi accanto a lei in uno dei vagoni.
James era sparito, era subito corso dai suoi amici nell’ultimo vagone del treno.
Il ragazzino si sentiva solo, nonostante il mezzo di trasporto fosse gremito di studenti. Camminò un poco in corridoio, lanciando occhiate all’interno degli scompartimenti. Ne vide uno praticamente vuoto, vi era solo un ragazzino.
Aprì lentamente la porta e, titubante, disse “Posso?”.
L’altro lo guardò e lo investì con i suoi enormi occhi grigi “Certo, siediti pure. Sei la prima persona che me lo chiede.”
Albus sorrise timidamente e si accomodò di fronte al coetaneo “Io mi chiamo Albus, tu?” e gli porse la mano.
Il biondo inclinò leggermente la testa e lo osservò attentamente “Io mi chiamo Scorpius.” -rispose stringendogli la mano- “Quindi sei tu, quello del giornale.” Azzardò.

Albus aggrottò le sopracciglia, confuso. Giornale? Cosa? Che giornale?
“Scusami? Non penso di aver capito.”
Le certezze di Scorpius crollarono come un castello di carte sotto ad un uragano.
“Qualche mese fa, il giornale dei maghi, La Gazzetta del Profeta ha pubblicato un articolo e citava tre nomi. Il mio, quello di un certo Albus e una… Rose, mi sembra.”
“Rose è mia cugina! Ah! Ho capito di cosa stai parlando. Era arrivata anche a casa mia una copia, ma mio padre non  ha voluto farmi leggere l’articolo. Era molto scioccato e non capiva come fosse successo.”
Scorpius fece un respiro profondo e domandò “Tuo padre è Harry Potter?”
Gli occhi di Albus si intristirono, a quella domanda. Non gli piaceva essere ricordato solamente perché era il figlio del bambino che è sopravvissuto.
“Sì, lui è mio padre. Ho anche un fratello insopportabile e una sorella più piccola.” Rispose a mezza bocca.
Fece una cosa inusuale, per il suo carattere, portò le ginocchia al petto e le strinse tra le braccia, a disagio.
I due rimasero in silenzio fino all’arrivo.
 
“PRIMO ANNO, PRIMO ANNO. SEGUITEMI, MARMOCCHI.” con il suo vocione, appesantito dall’età, Hagrid accoglieva, come da consuetudine, i nuovi arrivati.
Al sorrise, finalmente qualche viso conosciuto! La presenza di Hagrid lo tranquillizzò e finalmente riprese a respirare con calma.

La meraviglia lo stravolse, come ad ogni studente accadeva nel corso della storia. Al osservava rapito il castello, le mura, i fantasmi, tutto.
La Sala Grande era addobbata, e il giovane mago cominciava a sentire un leggero senso di fame, non avendo mangiato nulla dalla mattina.
Camminando, non si accorse del cappello appoggiato sullo sgabello.

Neville Paciock accolse i nuovi studenti e, srotolando la pergamena, cominciò a leggere i nomi dei ragazzi per lo Smistamento.

“Buckle Sheila” che Albus riconobbe come la ragazzina che aveva trascinato con sé Rose nel vagone, fu smistata in Corvonero.
“Constance Edward” venne accolto nella casa Serpeverde.
Vennero smistati buona parte dei ragazzi nelle varie Case, ed erano solamente alla lettera L.
“Malfoy Scorpius Hyperion”
Tutta la scuola rimase in silenzio, mentre il giovane erede dei Malfoy si avvicinava allo sgabello. Il capello Parlante fu appoggiato delicatamente sulla sua testa e dopo un breve momento, esso esclamò “SERPEVERDE”.
Scorpius accennò un sorriso e raggiunse il tavolo dei verde e argento.
Dopo qualche ragazza, fu il turno di Albus.
“Potter Albus Severus” la voce del professore di Erbologia rimase ferma, nonostante fosse un po’ emozionato all’idea di avere un altro figlio di uno dei suoi amici come studente.
Il ragazzino si sentiva gli occhi addosso, ma lui non se ne curava.
Non aveva preferenze di Case, solamente non voleva essere nella stessa di James.
Non appena il cappello venne posato sui suoi capelli corvini, pensò con tutte le sue forze Mi vanno bene tutte le opzioni, ma ti prego: non farmi finire assieme a James. Mio padre ha detto che posso scegliere, e io scelgo di non andare con mio fratello.
“Sei proprio figlio di tuo padre… Se le cose stanno così, allora è meglio SERPEVERDE!”.
“Grazie.” Disse il ragazzo, immensamente sollevato.
Finalmente poteva essere sé stesso.

La notizia sconvolse praticamente l’intera Sala Grande.
Il figlio di Harry Potter smistato in Serpeverde?
James aveva gli occhi spalancati dallo stupore, suo fratello non era un grifondoro? Con lo sguardo cercò gli occhi di Teddy, seduto al tavolo dei professori, ma contrariamente alle aspettative del maggiore dei Potter, il nuovo insegnante era tutto fuorché sorpreso.
L’ultima ad essere smistata fu Rose, e venne mandata in Grifondoro, anche se il cappello Parlante aveva avuto il medesimo dubbio: Grifondoro o Corvonero?

Finita la cerimonia, la professoressa McGranitt prese parola e diede il benvenuto ai nuovi arrivati e presentò il nuovo professore: Ted Lupin, che, come il padre, avrebbe insegnato Difesa contro le arti oscure.
Il giovane professore ringraziò la collega e fece un piccolo inchino, in segno di rispetto e saluto. Augurò buon appetito e tutti i ragazzi, docenti compresi, di lanciarono sul delizioso banchetto e cenarono con gusto.
Per tutti i neo studenti era appena iniziata una nuova avventura. 



Angolo dell'autrice:
Buonasera a tutti, chiedo venia per il ritardo della pubblicazione. Ho avuto vari problemi, che mi hanno impedito di andare avanti con la stesura dei capitoli e di pubblicare questo. 
Mi piacerebbe ricevere recensioni da parte vostra, per sapere cosa ne pensate e se è di vostro gradimento. 
Nel caso vogliate anche fare direttamente quattro chiacchiere con la sottoscritta, aggiungetemi tranquillamente su facebook, rispondo al nome di Nao Mullen. 
Vi ringrazio già in anticipo. 
The Edge
  
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