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Autore: teensyears    03/08/2016    1 recensioni
Cosa potrebbe succedere quando le strade di due persone che si erano divise, si incontrano dopo anni di distanza? L'Unità Vittime Speciali lavorerà fianco a fianco con l'FBI, mentre Olivia Benson si ritroverà a fare i conti con il passato.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elliot Stabler, Olivia Benson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Come sarebbe a dire che il caso passa nelle mani dell’FBI?” domandò spazientita Olivia, inarcando il sopracciglio destro.
“Dovevamo interrogare la signora Sherman, quando due agenti federali ci hanno comunicato che era stata appena dimessa” rispose Carisi, confuso tanto quanto il suo comandante.
Olivia ritornò nel suo ufficio, aspettando la telefonata che gli agenti le avevano promesso.
I suoi detective si erano subito rimessi al lavoro, ignorando l’avvertimento lasciato dalla squadra dell’FBI.
La Warner aveva informato Olivia che l’aggressore, Mike Salty, era effettivamente sotto effetto di sostanze stupefacenti e non era in grado di controllare le sue azioni, al momento dell’avventato gesto. Il medico legale teneva, inoltre, ad informare il tenente dell’Unità Vittime Speciali che l’uomo aveva un tatuaggio sull’estremità del braccio sinistro, vicino al polso. Il piccolo disegno raffigurava un teschio con due iniziali non facilmente visibili ad occhio nudo: G/C.
Fin aveva scoperto che era il segno di appartenenza ad una gang. Salty aveva dei precedenti penali; era stato due volte in prigione per furto.  Nel periodo di permanenza in carcere, si scoprì che era stato posseduto sessualmente dalla “Group Company”, una banda di trafficanti russi. Scontati i suoi 6 anni in galera, riuscì ad uscire per buona condotta. Le accuse a suo carico, però, non erano finite lì. Durante gli anni successivi, venne accusato di traffico di droga, tentato omicidio e altri furti: i casi si erano conclusi senza nemmeno arrivare in aula ed il che era piuttosto sospetto. Ma qual era il suo legame con la vittima? Perché l’avrebbe presa in ostaggio?.
 


****
Olivia doveva ammettere che la sede dell’FBI era molto più curata e ben fornita della loro. Apparecchi elettronici di alta qualità, agenti che facevano avanti ed indietro dagli ascensori degli uffici, telecamere ovunque ed un sacco di dispositivi di sicurezza.
“Tenente Benson?” si sentì chiamare da dietro.
Olivia si voltò e annuì: “Sì, piacere” disse, porgendo la sua mano all’uomo.
L’uomo gliela strinse calorosamente.
“E’ un piacere conoscerla! Agente Walter, mi sono già presentato ai suoi detective. Mi dispiace di averle fatto fare tutta questa strada” disse, indicando la direzione verso il suo ufficio.
“Non si preoccupi, non è una novità” rispose Olivia, mantenendo un tono distaccato.
“Suppongo che vorrà interrogare la signora Sherman”.
“Ci può scommettere” ribattè lei.
“La stanno accompagnando in sala interrogatori con i detective che si occupano del caso. La informo che dovrà rimanere con noi e che non sarà possibile trasferirla alla vostra Unità” spiegò l’agente Walter, invitandola a sedere.
“No grazie, rimango in piedi” disse “Salty era vittima di violenze sessuali. Teneva in ostaggio questa donna, una nostra detective è in ospedale… non vedo come il caso possa essere di vostra competenza”, concluse Olivia.
“La signora Sherman è nel programma di protezione. Lei e Salty avevano una storia, probabilmente iniziata nel 2005 e finita poco dopo che lui entrasse in carcere. Venuta a sapere del suo passato, lo lasciò di punto in bianco, senza che lui potesse spiegarsi” iniziò il detective, mentre porse una tazza di caffè ad Olivia.
Olivia lo ringraziò e si mise a sedere, intenta a seguire il discorso dell’agente.
“In cella, entrò a far parte di una banda. Lo possedevano fisicamente e lo sfruttavano ogni volta che potevano. Quando si accorsero di come lui fosse la vittima perfetta, perché non aveva il coraggio di denunciare gli abusi subiti, iniziarono ad infliggergli sempre più dolore. Una volta uscito dal carcere lo ricattarono, perché aveva dei debiti di gioco non ancora estinti. Così incominciarono a fargli fare dei piccoli lavoretti: traffico di droga, piccoli furti per riciclare denaro sporco e così via. In cambio, facevano cadere le accuse contro di lui, qualora venisse beccato dalla polizia. Maria Sherman, sua compagna di giochi d’azzardo, aveva anche lei dei debiti con loro, ma per lo più cose di poco conto. Aveva minacciato di raccontare tutto alla polizia, così quei bastardi ordinarono al povero Salty di ucciderla. Lui non era in grado, perché era ancora innamorato di lei: così pensò che la droga potesse aiutarlo. Questo spiega tutta la messa in scena e il gesto avventato di Salty a puntarsi la pistola contro” disse tutto d’un fiato Walter, scosso dall’intera vicenda.
Olivia sorseggiava lentamente il suo caffè, mentre ascoltava attentamente il racconto agghiacciante.
“Quindi ora la signora Sherman dovrà cambiare identità?” domandò lei, sapendo già la risposta.
L’agente si limitò ad annuire, sedendosi di fronte ad Olivia.
“Sono state coinvolte troppe persone in questa storia e la mia squadra non vuole tirarsi fuori. Fateci collaborare con voi, possiamo aiutarvi” disse il tenente, cercando un contatto visivo.
“Non sono io a prendere queste decisioni, ma il mio supervisore… Comunque ora potrà interrogare la vittima e gli altri agenti le spiegheranno tutto per quanto riguarda la sua nuova identità”.
Olivia diede uno sguardo all’uomo seduto di fronte a sé e fece un cenno di consenso con il capo.
Walter si alzò in piedi, chiedendo ad Olivia di seguirlo nella stanza degli interrogatori, dove avevano fatto accomodare la signora, in attesa di poter essere finalmente interrogata.
Una volta arrivati, Olivia lo ringraziò e si scambiarono un’altra stretta di mano.
Il detective che sostava alla porta la fece entrare e la invitò ad accomodarsi in attesa del suo supervisore.
Passò giusto un minuto, prima che la porta si spalancò di nuovo ed una voce maschile interruppe il silenzio.
“Scusi per il lieve ritardo, ma oggi è una giornata veramente intesa qui in sede… Mi permetta di…” l’uomo non fece in tempo a finire la frase, perché Olivia si alzò di scatto.
Non poteva essere, non era vero. Forse in un universo parallelo, ma non qui, non ora, non adesso.
Olivia ancora girata di schiena, si armò di tutto il coraggio che aveva per riuscire finalmente a voltarsi.
Quando finalmente i loro occhi si incrociarono, Olivia sapeva che non avrebbe potuto resistere.
Resistere a cosa? All’intento di scappare? Di piangere? Di tirare un sospiro di sollievo?.
“Li- Olivia?” un sussurro, quasi impercettibile.
Olivia avvertì un senso di bruciore agli occhi. La visione diventava sfocata, la sua mente si stava annebbiando, ma quella voce l’avrebbe riconosciuta ovunque, anche ad anni di distanza.
“Elliot” disse lei, con un tono di voce basso, affranto, deluso.
 
 
   
 
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