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Autore: Sandra Prensky    04/08/2016    1 recensioni
Raccolta di one shot senza troppe pretese sulle mie OTP principali, Clintasha e Steggy
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Peggy Carter, Steve Rogers/Captain America
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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  • Titolo: If I could go back

  • Coppia: Clintasha

  • Rating: verde

  • Genere: angst, introspettivo

  • Parole: 932


 

If I could go back


 

-Parto domani, dovrei stare via per più di un mese.- Disse Natasha, probabilmente in risposta a una domanda che lui non aveva sentito. Clint continuò a far finta di essere indifferente mentre giocava con Nathaniel, ma rimase attento a tutto ciò che le due donne dicevano nella stanza affianco.
-Che peccato, non potrai esserci per il compleanno di Cooper...- Udì sua moglie replicare, con voce sinceramente dispiaciuta. -Dove si dovrebbe svolgere questa missione?- Seguì Laura. Probabilmente stava cucinando, sentiva il rumore del coltello sul legno.
-Parigi.- Rispose Natasha. A giudicare dal rumore, stava aiutando Laura a preparare tavola. Lui si stranì, non sapeva di nessuna missione a Parigi in programma. Si era perso un sacco di cose, di recente.
-Un mese a Parigi da sola, non mi sembra niente male.- Commentò Laura.
-Non sarò da sola, ci sarà anche Steve. È una missione piuttosto basica, la solita copertura da marito e moglie, ma è essenziale che tutto vada bene, allora mi devo trascinare dietro il supersoldato.- Clint si accorse solo pochi secondi di aver serrato la mascella al nome di Steve. Udì Laura ridacchiare.
-Beh, un mese a Parigi nella stessa stanza con Steve Rogers? Se Clint mi avesse detto di queste missioni, mi sarei unita anche io allo SHIELD. Che ne dici, tesoro, è troppo tardi?- Chiese sua moglie alzando la voce per farsi sentire meglio da lui. Clint la prese come giustificazione per alzarsi e unirsi alla conversazione nell’altra stanza.
-Attenzione a ciò che chiedi, potrebbero assegnarti Nat come addestratrice. Ha avuto pochi allievi, ma ben pochi di loro ne sono usciti interi.- Le rispose con un sorriso tirato. Si girò poi verso la rossa. -Un mese a Parigi con Cap? Non credevo che voi due foste partners adesso.- Cercò di tenere il tono più disinteressato possibile.
-Beh, da quando tu hai deciso di lavorare part-time per dedicare più tempo alla tua famiglia hanno dovuto assegnarmi un altro compagno e visto che abbiamo lavorato più volte insieme Steve sembrava una buona scelta.- Rispose lei semplicemente.
-E Steve è d’accordo? Pensavo fosse impegnato nella ricerca del suo amico fantasma.- Si informò lui, il tono forse un po’ troppo piccato. Natasha gli lanciò uno sguardo interrogativo, che poi si trasformò in un sorrisetto malizioso. Clint avvertì il solito peso all’altezza del petto, come sempre quando gli rivolgeva quel sorriso. Cercò di non darlo a vedere.
-Non sarai mica geloso, Barton? Attento a come parli, tua moglie ha un coltello in mano.- Lo punzecchiò lei, provocando la risata di Laura. Lui arrossì lievemente e sperò vivamente che nessuna delle due lo notasse.
-Era solo per informarmi.- Bofonchiò, suscitando ancora di più l’ilarità di entrambe. Si sedette sulla sedia dal lato opposto del tavolo rispetto a Natasha, e la guardò mentre ricominciava a parlare del più e del meno con sua moglie. Si chiese se se ne fosse accorta. Era troppo intelligente per non sospettare niente, probabilmente stava solo fingendo per il bene della sua famiglia. Ancora una volta, svolgeva il lavoro che dovrebbe essere stato suo. Si chiese se sapesse anche che aveva richiesto il part-time per non rimanere in squadra con lei. Non era più in grado di affrontare il “Barton-Romanoff”, non senza tradire i propri sentimenti. Rimase insolitamente silenzioso per tutta la durata della cena, giustificandosi con una finta emicrania. Laura ci cascò in pieno e anche se Nat si fosse accorta della bugia lo nascose molto bene. Osservò in silenzio la Vedova Nera salutare i suoi figli e promettere a Cooper che si sarebbe fatta perdonare per l’assenza al suo compleanno. Clint non riuscì a evitare di pensare al fatto che, checché ne dica lei, sarebbe una madre fantastica. Rimase muto anche quando la vide allontanarsi e salire sulla sua macchina, diretta verso casa per finire di preparare le valigie per la partenza. Si ricordava perfettamente quanto fosse metodica e precisa nel preparare l’occorrente alle missioni. Ritornò dentro casa, portò i bambini a dormire. Non riusciva a pensare ad altro che alla rossa, non che fosse una novità. Andò a coricarsi sul suo letto, di fianco a Laura. Ascoltò il suo respiro diventare lento e regolare mentre si addormentava. Tutto quello gli sembrava terribilmente sbagliato. Aveva sempre creduto di amare Laura, non aveva mai avuto dubbi. Si erano sposati giovani, ma erano sempre stati la coppia perfetta. Aveva creduto di essere profondamente e perdutamente innamorato di lei. Eppure era bastata una ragazza, un’assassina russa che lui avrebbe dovuto uccidere, a fargli crollare tutto il mondo di certezze che si era costruito nel tempo. Sapeva solo ora di aver commesso un errore ad averla fatta entrare nella sua vita, e ora non sapeva più come liberarsene. Ormai Natasha era una parte di lui, una parte senza la quale, ne era sicuro ormai, non sarebbe riuscito a sopravvivere. Non era certo di aver mai potuto dire lo stesso per la donna che aveva sposato. Guardò Laura, e si chiese se fosse così che ci si sentiva a non amare più qualcuno. Era possibile che semplicemente da un giorno all’altro si potesse smettere di provare quei sentimenti per un’altra persona? Che ogni parola detta, ogni bacio lasciassero quel retrogusto amaro in gola? Eppure, non vi era via d’uscita. Non aveva intenzione di tradire Laura, non era quel tipo di persona. Aveva una famiglia, per l’amor del cielo, tre figli. Tutto ciò che poteva sperare era che un giorno, presto, i suoi sentimenti per Natasha sarebbero scomparsi così come quelli per Laura. Eppure, persino in quel momento, immerso nel silenzio che faceva da padrone nella sua fattoria, sapeva che non sarebbe mai stato così.

 

Angolo autrice

Hola :)
Chiedo infinitamente scusa. Avevo in progetto un sacco di fluff Clintasha e invece ho scelto di scrivere questa di getto, non so nemmeno io il perché. Sarà colpa del caldo (non so dove siate voi, ma dove abito io si muore) So che non è una gran roba, ma è colpa della mia ossessione per i personaggi tormentati e le introspezioni, dovete capirmi... Vi prometto che scriverò anche qualcosa di allegro.
Forse
Prima o poi
Non saprei.
Come sempre, ringrazio anche solo chi legge (anche se le recensioni, critiche comprese, sono sempre benaccette.) e in un momento di estrema self promotion, se vi va di controllare anche la mia storia Black Widow: Forever Red...

Grazie ancora a tutti u.u

Un gelato a tutti (troppo caldo per gli abbracci)

Sandra Prensky

   
 
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