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Autore: Shetani Bonaparte    09/08/2016    0 recensioni
Da brava amante delle creepypasta, ho deciso di inventarne alcune con personaggi miei.
Inizio a pubblicarle ora, per augurarvi un buon Natale!
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Salve. Sì, son tornata.
Per chiunque segua questa mia raccolta, e tutte le mie altre storie, chiedo scusa: è quasi un anno che non sfioro EFP, tra la scuola e gli impegni ho trovato più facile aggiornare solamente la mia pagina FB dove posto tutti i miei racconti – chiunque sia interessato ad essa, lo dica nelle recensioni, così gliela linkerò.
E niente, ho già scritto il seguito di questa storia, quindi non dovrete attendere per molto il prossimo aggiornamento.
Un bacione,
Shetani.
 
NESSUNO È MORTO:
 
È morto.
Qualcuno è morto.
Ma chi era quel qualcuno? Nessuno.
Nessuno è morto.
Trovarono il cadavere dopo tre settimane, nella sua lussuosa casetta. Un ratto gli girava attorno, senza nemmeno darci un assaggio. Faceva schifo anche a lui.
Aveva chissà quanto denaro, oggetti rari e preziosi. Vestiva in smoking, quando lo trovarono. Ma era povero: nemmeno al ratto importava di lui.
Adesso sono qui. In obitorio.
Devo capire perché è morto.
Nessuno è morto e a nessuno importa. Che senso ha capire perché è qui? A nessuno importa. Nessuno ha fatto domande.
Ha le occhiaie. È magrolino, ma non troppo sotto peso.
Che palle. Chissà se Maria ha comprato la pizza... magari potrebbe venire qui e io potrei fare una pausa.
Sbadiglio. Non sono nemmeno le otto di sera e già ho sonno. Uff.
'Sto tizio ha dei capelli corti e biondi. Ben curati e penso fossero puliti, all'ora del decesso. Con le dita, coperte dai guanti in lattice, tasto tutto il cranio, in cerca di qualche punto molle, qualche ematoma, livido o ferita.
Niente. Non trovo nulla.
Quasi quasi chiedo a Maria di venire qua con una pizza. Magari le faccio portare anche qualche birra per me e il Mike, quello che ha a cura questo caso.
Sì.
Una birra ci sta.
Apro le palpebre. Ha gli occhi verdi, resi opachi dalla Morte. Dovevano essere bellissimi.
Chissà se Maria è stata con un tipo del genere. Con un così bel ragazzo. Spero non se ne trovi uno: non sono il marito perfetto ma la amo.
Hm.
Con che prendo la pizza?
Sbruffo, prendo il cellulare e scrivo a Maria.
"Ceniamo qui? Se sì: per me pizza con patatine. E tre lattine di birra. - Dav"
Mi stiracchio, poi esamino le braccia del cadavere. Nessun segno di siringhe o altro. Il mio collega non ha trovato nessuna traccia di droga et similia.
Tasto il torace e il costato: nessun ematoma o osso rotto, qui. E nemmeno nelle gambe o nei piedi.
Ha una pelle bellissima. Rosea e fresca. Peccato sia insozzata dalla polvere e dal piscio del ratto.
La sua casa era in vendita. Chissà se a Maria piacerebbe. Bah, troppo sfarzosa.
Controllo il cellulare: "Sono lì tra venti minuti. - Maria"
Perfetto. Ho una fame assurda.
Aggrotto le sopracciglia: Maria non è andata nella pizzeria sotto casa, vero? Lì le patatine fritte sono mollicce, insapori.
Il sangue è colloso e denso, esce piano dal taglio che faccio sul petto. Che schifo, puzza come non so cosa ed è di un rosso scurissimo. Per carità, se fai autopsie è normale sentire certi odori nauseabondi, ma questo... questo li batte tutti.
Uff. Ci metterò secoli a pulire l'attrezzatura.
Col seghetto asporto lo sterno e la parte anteriore delle costole. Strano: i bordi tagliati hanno come delle schegge.
Osservo il cadavere per svariati minuti.
"Tesoro..."
Mi volto: Marie è qui. Mi sorride, ma la scaccio via: "Aspettami. Finisco qui e arrivo."
"Avevi detto che..."
"Ho quasi finito."
Gli organi sono strani, a vederli.
E... chi cazzo è questo tipo? La sua pelle è dannatamente rosea, sembra vivo eppure non ha polso, nessuno lo cerca, nessuno se ne frega...
A nessuno importa? No, non più. Adesso a me importa.
È troppo strano.
Non ha un nome, non ha una storia, non ha niente. Nessuno: ecco chi è.
Estraggo il cuore ed è pesante. Pesante e non uniforme.
Lo apro, col bisturi, tutto quel sangue appiccicoso non mi fa vedere niente ma sono troppo agitato per farci qualcosa.
È tutto così sbagliato!
Nel cuore trovo dei... dei sassolini? No, sono biglie.
Frettolosamente le lavo: sono di svariati colori e su ognuna di esse vi è scritta un'emozione.
"Dav... tutto bene?"
"Sì, cara!" dico, mentre quasi ribalto il carrellino degli attrezzi. Non ci sto credendo. La puzza del sangue deve essere andato alla testa.
Sempre se quello è sangue.
"Sicuro? A me non sembra."
Ignoro Maria, mentre pulisco alla meglio le costole: sono di legno.
Gli organi interni sono semplicemente pezzi di plastica, il sangue sembra colla...
I suoi occhi. Li apro e li estraggo. Sono di vetro. Uno è scheggiato.
Il topo non lo aveva nemmeno assaggiato. E i cani lo avevano ignorato.
Non penso saprò mai l'artefice di questo macabro scherzo, di questa bambola perfetta. Non lo saprò mai e nemmeno mi interessa.
Non importa a nessuno.
Nessuno ha fatto domande.
"Dav, chi è morto?"
"Nessuno. Nessuno è morto."
  
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