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Autore: _laragazzadicarta_    09/08/2016    3 recensioni
«John, stringimi.»
«Non posso, Paul.»
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Può una foto mostrare più di quanto il volto della persona stessa possa fare? Questi sono gli interrogativi che si pone la giovane Pattie Boyd quando trova una misteriosa foto a casa di sua nonna. La giovane scoprirà la storia del ragazzo ritratto nella foto e ne rimarrà molto colpita. Una storia tra passato e presente, amore e vizio, bianco e nero. Un viaggio oltre oceano alla ricerca della felicità.
Genere: Angst, Erotico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney, Quasi tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Wanderlust.

Capitolo terzo.

Ci avete mai fatto caso? I soldati si mettono in ginocchio quando sparano, forse per chiedere perdono della vita che stanno per prendere; chiudono gli occhi perché a nessuno piace guardare la morte in faccia.
« Chissà cosa avevano in mente quei due sciagurati... » singhiozzò un'anziana portandosi un fazzoletto di seta alla fronte.
« Non lo sapremo mai. Qualunque cosa fosse, li ha seguiti nella tomba. » sentenziò l'ispettore Sutcliffe gettando il mozzicone di sigaretta che aveva tra le labbra nelle gelide acque dell'Atlantico.
Stuart Sutcliffe era un giovane di bell'aspetto, ma aveva qualcosa di disturbante nel suo sguardo perso nel vuoto. Stuart era figlio di immigranti inglesi morti in circostanze misteriose quando lui era ancora in fasce. Dopo la morte dei genitori era stato affidato ad un orfanotrofio di Philadelphia dove aveva subito per anni le violenze e i soprusi di padre McKenzie, il prete a cui erano affidati tutti i bambini abbandonati. Erano molti i bambini che alloggiavano in quel posto dimenticato da Dio. Tra loro solo una bambina, Astrid, era riuscita a far sentire Stuart meno solo. Si curavano a vicenda e riuscivano a colmare il vuoto che giorno dopo giorno ci creava intorno a loro in quel luogo così poco ospitale. Eppure un giorno Astrid si ammalò di un terribile male, il male dei polmoni[1] e poco dopo quella dolce bambina dai capelli color granl morì lasciando Stuart solo, di nuovo. La morte di Astrid turbò molto il già fragile animo del ragazzo che iniziò a mostrare i primi segni di squilibrio mentale, lacerando i corpi di piccoli felini . Stuart scoprì gusto nel vedere il sangue scorrere e ciò lo eccitava in modo malsano. Fu anche per questo che decise di entrare in polizia.
Stuart si avvicinò alla prua della barca cercando i corpi dei due giovani suicidi, si bagnò le labbra immaginando di delineare i contorni del petto dei due ragazzi appena inghiottiti dell'oceano con il suo coltellino svizzero e sentire il loro sangue scorrere sulle sue mani.
Una goccia d'acqua bagnò le labbra dell'ispettore e ciò lo fece ritornare alla realtà. Iniziò a piovere e i passeggeri della nave tornarono sotto coperta.

Avete mai sentito un uomo annegare? Non lo fa in silenzio. Si aggrappa alla vita, scalcia, lotta. Poi capisce che è tutto inutile e si lascia andare: il buio lo avvolge.
Eppure quando sei dentro al buio, non ti fa così paura. Impari a desiderarlo, a farci l'amore. Quando guardi a lungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro e scopri che non è così diverso da te.

Paul McCartney si trovava in una piccola capanna maleodorante, giaceva nudo e immobile in posizione fetale, privo dei completi color crema che lo rendevano simile ad un bignè, privo di ogni maschera o protezione. Il corpo infreddolito gemeva e trovava pace solo cullato dal tenue fuocherello a lui adiacente. Le labbra gonfie si tinsero di blu e anche la pelle bagnata assunse la stessa tonalità.
Paul era in un sonno frenetico che spesso s'interrompeva bruscamente lasciando spazio al delirio.
Sognava George, di stringerlo tra le due braccia, lo bramava, ma era troppo lontano. Allungava le sue braccia albine verso il torace ossuto dello stalliere, ma era inesorabilmente troppo lontano. Un urlo e poi il buio, a cullarlo solo il suono delle onde dell'oceano che s'infrangevano sugli scogli.
Questa sequenza si ripeteva all'infinito nella testa del giovane McCartney e non gli dava pace. A vegliare il sonno di Paul l'uomo che lo aveva salvato due volte da morte certa in meno di ventiquattro ore.
Dopo l'ennesimo urlo Paul aprì gli occhi gonfi e lo sconosciuto subito corse ad accertarsi delle condizioni del malato.
« Cazzo scotti. » disse il maggiore portando sulla fronte di Paul la sua ruvida mano.
Paul tentò di proferir parola ma fu fermato dallo sconosciuto che gli sussurrò «...cerca di rimanere vivo, okay? Io torno subito » prima di sparire oltre la porta della capanna.
Paul rimase solo per pochi attimi, ma gli parvero eterni. Ricadde in quel sonno frenetico causato dalla febbre alta. La pioggia battente era accompagnata da luminosi lampi e rumorosi tuoni che faceva gemere l'uomo nel suo stato d'incoscienza.
Vide ancora una volta George ed urlò il suo nome, ma George sembrava non sentirlo. Iniziò a sentire caldo, troppo caldo. Il respiro si fece sempre più affannoso, probabilmente sarebbe morto di lí a pochi istanti. La morte non doveva essere poi così brutta, pensò.
Improvvisamente qualcosa di estremamente freddo bagnò il capo di Paul e sembrò spegnere quel fuoco che l'aveva invaso. Paul aprì gli occhi ed incrociò forse gli occhi più belli che avesse mai visto nei suoi ventitré anni di vita, erano color speranza ed estremamente buffi. Il minore sorrise prima di richiudere gli occhi.
Lo sconosciuto era tornato con delle coperte rubate al vicino lupanare [2] ed un po' d'aceto misto ad acqua.
Il maggiore si era strappato un lembo della camicia lasciando scoperto il muscoloso bicipite e lo intrise con quel composto maleodorante iniziando a bagnare la fronte del minore.
« Questo non sarà piacevole per te e né tantomeno per me, ma è necessario. »
Iniziò a bagnare le guance rosse come pomodori maturi del minore, poi scese verso la mandibola dal disegno delicato, in seguito fu il turno delle clavicole magre e ossute.
« Sai, hai dormito per un giorno e mezzo. Credevo ci lasciassi le penne, amico. » sussurrò il maggiore iniziando a bagnare il petto puerile del minore.
Paul socchiuse le labbra tentando di dire qualcosa che suonava vagamente simile ad un "grazie". Il maggiore sorrise appoggiando lo straccio sulla fronte del minore e avvolgendolo con quelle coperte che, anche non avendo un bell'aspetto, lo avrebbero tenuto al caldo.
« Temo che queste coperte abbiano visto più sperma che sapone, ma sua altezza dovrà accontentarsi.» sorrise il maggiore tornando dall'altro lato del fuocherello.
« Mi hai salvato la vita due volte e...non so nemmeno i tuo nome. » sussurrò Paul faticosamente.
« Ci sarà tempo...ora riposa.»

Paul si svegliò alle prime ore dell'alba e trovò lo sconosciuto ad osservarlo proprio dove lo aveva lasciato la notte precedente. Il minore sorrise mettendosi a sedere e tirando a sé le coperte. Si sentiva meglio, la febbre doveva essere scesa, ma era ancora debole, non mangiava da diversi giorni.
Il maggiore lo scrutava da lontano gustandosi la sua sigaretta, poi ruppe l'imbarazzante silenzio.
« John Winston Lennon. »
« Cosa? » chiese Paul alzando i grandi occhi color nocciola e sbattendo confuso le folte ciglia.
John pensò che che i grandi occhi nocciola di quel ragazzo irlandese fossero incredibilmente belli. « Il mio nome, ieri me lo hai domandato. Parlavi anche di un certo George mentre dormivi. » disse ammiccando il maggiore.
Lo sguardo di Paul s'incupí improvvisamente.
« Non devi mica dirmi chi è, se non vuoi. » John alzandosi e dirigendosi verso la porta.
« Dove vai? » chiese Paul alzandosi istintivamente in piedi, ma fu colto da un improvviso capogiro .
« Piano, piano » sussurrò John cingendo il ventre del minore per impedire una dolorosa caduta. Il volto del minore si colorò di porpora per l'eccessiva vicinanza.
«... vado a cercare qualcosa da mangiare. » continuò il maggiore.
Paul annuì .
« Quando ti sarai rimesso riprenderò il mio cammino e tu il tuo, qualunque esso sia, Macka. »

[1] Mi riferisco alla tisi, tubercolosi.
[2] Lupanare: Bordello, casa di piacere.

Angolo della dysagyatahh:
Sono tornata dopo secoli, ma sono tornata. Spero che a qualcuno faccia ancora piacere leggere questa strana cosa che esce dalla mia strana mente.
Vi invito a recensire perché ooops voglio pareri, anche negativi se necessario!
Un bacione!
- Vit
   
 
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