Sansa entrò nella sua stanza sbattendo la porta e crollò in un pianto disperato. Perché il mondo la voleva torturare in questo modo. La gente non si accorgeva che Joffrey non era altro che un pazzo sadico? Era davvero così cieca? Poi pensò che probabilmente se anche qualcuno si fosse accorto della vera natura del re, sicuramente se lo sarebbe tenuto per sé. Perché gli dei ce l'avevano così tanto con lei? Non bastava che avesse dovuto assistere alla morte del padre, l'uomo più giusto e onesto che avesse conosciuto?
Forse se fosse nata in una famiglia umile non avrebbe dovuto soffrire così. Erano molte le ragazze che la invidiavano e, se avesse potuto, avrebbe ceduto la sua vita a chiunque la volesse, ma era impossibile.  Se volevano i suoi gioielli, potevano tenerseli, lei non li voleva. Così, con un unico movimento, gettò a terra la collana di perle che si disperse in molte palline. 
Volevano i suoi acconciatori? Potevano tenersi anche quelli. Così si sciolse la sua acconciatura. Arya l'aveva capito prima di lei.
Arya... Chissà dov'era in quel momento. Probabilmente era morta odiandola. Si sentiva così stupida per non averla protetta e perdonata. 
Una nuova fitta di dolore le colpì il cuore ed il suo respiro si fece più affannoso. Si sentiva soffocare.
Proprio in quel momento sentì dei colpi alla porta.
"Uccellino, ho un regalo per te da parte del re. Posso entrare?"
Lei avrebbe voluto rispondergli, ma il pensiero di possedere qualcosa che avesse scelto Joffrey per lei, aumentò il suo affanno.
"Uccellino? Posso entrare?"
"Uccellino?! Stai bene. Mi senti?"
Con una vocina flebile flebile rispose "N..Non.... Riesco...a..r...espirare. Aiutami"
Subito la porta si aprì con un tonfo e lui era lì che la guardava.



SANDOR
Quando fece capolino nella stanza dell'uccellino, la trovò con gli occhi pieni di lacrime che ansimava.
"Uccellino, calmati!"
"Aiutami, non......respiro"
"Va bene. Prova a fare un grande respiro"
"Ho già provato. Non funziona. Devo togliermi il vestito. Aiutami"
"Uccellino....."
"Fallo! Strappalo!" 
I suoi occhi avevano un'espressione disperata. E quella richiesta di aiuto, non seppe come, ma gli spezzò il cuore.
"Va bene. Ora lo strappo"
Mise le mani sul corpetto del suo vestito e, dopo aver esercitato una leggera pressione, vide la pelle nuda del seno della ragazza.
Lei si sfilò il vestito ed in un attimo era completamente nuda, fatta eccezione per la biancheria intima, di fronte a lui. Se in quel momento non stesse piangendo, si sarebbe lasciato comandare dall' istinto di saltarle addosso.
Lei lo guardò negli occhi "Non posso. Non posso sposarlo." e gli si gettò fra le braccia.
Lui non poté fare a meno di stringerla protettivo. Ne aveva bisogno.
Lentamente sentì che il suo respiro si faceva più regolare. Quando finalmente si placò, la prese tra le braccia, la posò dolcemente sul letto e la coprì con una delle coperte. 
"Grazie"
"Non devi mai ringraziarmi"
Le accarezzò l'attaccatura dei capelli. Poi si allontanò e prima di uscire le sussurrò "Sarebbe meglio che indossassi il dono del re e che facessi finta che tutto questo non sia mai successo. Fingiti felice, se non vuoi morire"
"Resta" 
Avrebbe voluto, quanto avrebbe voluto, ma dovette rifiutare
"Joffrey si accorgerà del mio ritardo. È meglio che me ne vada, per entrambi. Riposati uccellino"
Detto ciò uscì dalla stanza.