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Autore: Nateishaa    15/08/2016    1 recensioni
Kathrine una ragazza che ha sempre fatto tutto da sola a causa dei genitori assenti, si trova ad affrontare un' altra sfida : andare a vivere da sola al dormitorio del liceo Dolce Amoris. Ma lei non ha paura di nulla e avendo fiducia in se stessa accetta questa situazione. Farà nuove conoscenze, tra cui una molto particolare : Castiel. Riuscirà finalmente ad aprirsi a qualcuno o resterà chiusa in se stessa?
In oltre Kathrine custodice un segreto per lei importantissimo, chissà se resterà tale.
Al liceo Dolce Amoris e alla nostra dolcetta non mancheranno quindi amori, amicizie, sotterfugi e tanto altro.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Debrah, Debrah, Dolcetta, Lysandro, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Arrivo al liceo dopo essermi presa qualche goccia di pioggia, oggi il cielo è di nuovo triste e l’atmosfera fredda, il termometro segna 2 gradi. Apro la porta d’entrata e mi ritrovo a terra. Un ragazzo dai capelli biondi e dall’aspetto innocente mi è piombato addosso. << Scusa, scusa, scusa >> ripete tre volte mortificandosi e poi continua << Non ti avevo vista>> mi porge una mano << Il mio nome è Nathaniel e sono il segretario del liceo, per qualsiasi cosa non esitare a chiedere >> . Fosse stato un altro gli avrei sbraitato contro, ma la sua estrema gentilezza fa si che i miei bollenti spiriti si calmino. << Io sono Kathrine, la nuova alunna >> esordisco, senza far trapelare nessuna emozione dal mio viso. << Oh certo! La preside mi aveva avvertito, ti faccio vedere il tuo armadietto e la classe >> Il tipino mi sorride invitandomi ad entrare.
Nathaniel è un ragazzo davvero gentile ed educato, a differenza delle persone che frequentavano il mio vecchio liceo.
*Quando ero ancora nel mio paese, avevo una fama da dura ma anche di quella un po’ sbandata. Purtroppo lì c’erano le peggiori ragazze e per sopravvivere a delle vipere come loro dovevo essere più velenosa. Così mi creai uno scudo e non riuscì mai a fare amicizia. L’unica cosa che mi piaceva è che tutti avevano timore di me, forse non è una bella cosa, ma dovevo essere così per forza. Sola e con le mie forze, sia nella mia vita privata che in quella sociale, ho sempre avuto difficoltà a stringere rapporti anche a causa della mia situazione familiare, se non si può contare su una madre o su un padre, si può contare su un estraneo? Così quella piccola fiammella di fiducia verso gli altri che c’era in me svanì. In oltre fumavo cose più pesanti delle sigarette, per alleggerire quella pesantezza che c’era in me, che cosa stupida! Infatti mi resi conto che non potevo rovinare me stessa per colpa degli altri e così smisi. Inizialmente avevo timore a venire in un nuovo liceo con la paura di dover ritornare quella di prima e di incontrare persone schifose come quelle che avevo incontrato precedentemente, ormai lì ero il capobranco, ma qui ricreare tutto di nuovo sarebbe stato troppo faticoso ma anche triste, perché anche se incazzata per tutto ciò da un lato sono felice di ricominciare, sperando per il meglio.*
Nathaniel mi sventola una mano davanti la faccia esclamando << Ehi ci seii?! >> , non mi ero accorta di essere arrivata all’armadietto essendo immersa nei miei pensieri << Si, scusami, ero sovrappensiero >> accenno un mezzo sorriso, mi indica l’aula con la mano e se ne va.
Bene la prima cosa è stata fatta, adesso non mi resta che entrare in aula ed aspettare l’inizio delle lezioni, ma prima che io possa farlo quella ragazza dallo stile vittoriano, che avevo visto in sala, si avvicina a me con fare socievole << Ciao io sono Rosalya, hai un viso davvero dolce >> fa trasparire la sua reale sincerità, << Io sono Kathrine, grazie >> ecco che la mia freddezza emerge. Mi prende per il braccio e mi trascina verso l’aula * disagio, disagio, disagio * . << Sono sicura che ti troverai bene>> dice, poi indica tre ragazze presentandole, una si chiama Iris e sembra la saggia della situazione, poi Violet dai capelli viola e la timidezza estrema, Kim la dura e Melody che sembra una bambina. Al termine delle presentazioni “imbarazzanti” vado a sedermi in un posto qualsiasi visto che a detta di Rosalya non hanno posti fissi.
Al suono della campanella la classe si riempie, due ragazzi che si presentano come due fratelli , Alexy e Armin, sembrano simpatici e solari. Successivamente noto il ragazzo dallo stile vittoriano, che si avvicina a me e si presenta con eleganza, Lysandro è il suo nome e Castiel , il signorino, che mi guarda con fare malizioso. Ora che ci penso, parlo tanto dei suoi capelli rossi, ma i miei? Anche se un po’ più scuri non sono da meno *sorrido*. Il professore entra in classe seguito da tre ragazze dall’aspetto poco gradevole, sembrano oche. * Non giudicare * mi dice una vocina nella mia testa. Il professore sistema il registro e la bionda si avvicina a me quasi con sfida << Quello è il mio posto levati >> ridacchia girandosi verso quelle che le stanno dietro. Avevo giurato che non sarebbe saltato fuori il mio lato cattivo, ma questo buon presupposto purtroppo non verrà rispettato. Per il momento non rispondo. << Oltre ad essere brutta sei anche sorda ? >> La pazienza non è il mio punto forte, soprattutto vedendo che il professore se ne sta sbattendo e tutta la classe ha gli occhi puntati su di me e quest’oca , decido di non stare più con le mani in mano << Senti, non so il tuo nome e non mi importa nemmeno sapere come ti chiami visto quant’è basso il tuo livello , ti consiglio vivamente di andare a sedere in uno degli altri 300 posti liberi e non rompermi più, perché la mia pazienza ha un limite >> mi meraviglio del modo in cui l’ho detto, con una calma fuori dal normale. La bionda ride e replica ancora una volta << Sei ridicola, ti vorresti mettere contro di me ? Contro Ambra? Forza alzati fai la brava mocciosa >>  * Non esplodere Kathrine non esplodere* no, troppo tardi devo sbottare per forza. Mi alzo dalla sedia facendole fare un gran rumore, prendo questa Ambra per il colletto della maglietta e la guardo negli occhi con freddezza totale << Ti sto dicendo vatti a sedere in un altro dei posti liberi, è già la seconda volta che spreco fiato a parlare con te, la terza volta non esiste per me lo sai? Chiudi quella bocca schifosa che ti ritrovi e va a sedere >> . Ambra praticamente morta e rossa di rabbia si va a sedere tacendo, finalmente. Kim mi fa un occhiolino , come per dire “Sono fiera di te “ ricambio con un sorriso a labbra serrate.
Finita l’ora di lezione, suona la campanella della ricreazione, ne approfitto per andare fuori a fumare una sigaretta. In cortile cerco un posto all’ombra e lontano dai trambusti dei liceali, sotto un albero.. * però sono fiera di me * penso, a quest’ora nel liceo che frequentavo sarebbe finita con un azzuffata, invece ho saputo mantenere calma e sangue freddo. << Coraggiosa >> dice Castiel sedendosi di fianco a me e interrompendo i miei pensieri.
<< Non credo di essere coraggiosa, ho fatto quello che andava fatto >>  lo guardo dritto negli occhi.
<< Sei interessante >>  mi ruba un bacio sulla guancia e se ne va.
Non gli do il tempo di farlo visto che mi alzo di scatto, lo afferro per un braccio e sempre senza urlare ma con la mia freddezza gelida << L’hai fatto? Non lo fare mai più >>. Castiel mi sorride maliziosamente e mi scruta in viso, forse intento a capire se sono arrabbiata, comunque alla ricerca di una mia “emozione”, mi dispiace per lui ma non trapela nulla dal mio viso, solo il gelo. Lascio la presa e mi volto.
Sinceramente non ho voglia di continuare le lezioni per oggi, firmo un permesso e vado verso il parco. Senza nessun problema la mia uscita viene autorizzata e così mi incammino, voltandomi verso il liceo noto che Castiel mi fissa, * Che strano sto ragazzo * , strano o molto simile a me? Sono un osservatrice ed ho visto che durante le lezioni nei momenti di chiacchiera generale lui non parla mai con nessuno a parte che qualche parola con Lysandro e se qualcuno fa qualcosa che lo infastidisce non esita a reagire, poi non ha sempre il suo mezzo sorriso fastidioso ma spesso il suo viso è cupo. Mi è impossibile capirlo dopo un solo giorno di scuola, ma a pelle non credo sia quello che vuol far apparire.
Indosso le cuffie e durante il tragitto ascolto una delle mie canzoni preferite, che oltretutto amo cantare, per me è come uno sfogo. In realtà sto andando al parco proprio adesso perché è un orario in cui tutti i ragazzi sono a scuola e gli adulti al lavoro, forse potrò cantare un po’ o dovrò aspettare il momento della doccia? A volte vorrei solo fregarmene ma ho come un blocco.. cantando farei trasparire ciò che sono davvero, le mie emozioni e la cosa non mi attira affatto. Tra un pensiero e l’altro riesco ad intravedere il parco, è circa un 20 min che cammino, ma questo e altro per un po’ di tranquillità.
Oltrepasso il cancello e sono felice di vedere il “ deserto “ , ho tutto il parco per me. Cuffie nelle orecchie, canzone preferita e anche se con tono basso inizio a cantare ad occhi chiusi. << Sento troppo dolore anche per respirare, sono in ginocchio in questo momento sai? Nessuna parola di troppo ormai, abbiamo chiuso tutto e nel buio te ne vai >> amo e dico amo questa canzone, mi rappresenta , rappresenta il mio passato che forse non racconterò mai a nessuno e che nessuno sa, normale per me, non ho mai avuto una persona di cui fidarmi.. rifletto ascoltando la melodia che viene dopo il ritornello.  Riprendo a cantare quando qualcuno leva una cuffia dal mio orecchio, sgrano gli occhi pensando * Qualcuno mi ha sentita? *
<< Abbiamo qualcosa in comune quindi >>
Castiel!! Dio! Ma perché è sempre in mezzo ai piedi nei momenti meno opportuni. In un giorno è riuscito a rovinare tutti i miei momenti di tranquillità. << Se ti azzardi a dire mezza parola di ciò ti ammazzo >> sono visibilmente imbarazzata. Mi soffermo un attimo su ciò * Questo ragazzo mi fa provare delle forti emozioni anche se negative, ma forti * . Lui sorride, << Che intendi con “in comune” ? >> chiedo, mi ha incuriosito la sua affermazione. << La signorina “freddezza” mi ha fatto una domanda, wow>> si alza fa un mezzo sorriso e va via. Ecco, immaginavo non poteva darmi una risposta seria. Vado via anch’io avviandomi verso il dormitorio.
 
   
 
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