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Autore: Amy2205    16/08/2016    2 recensioni
''Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.''
Draco è diventato un mangiamorte eppure nessuno sembra farci caso, che aspettarsi dal figlio di Lucius Malfoy? Intanto la piccola di casa Weasley sempre più preoccupata dall'aspetto del giovane e spaventata dalle accuse di Harry nei confronti del Serpeverde, decide di fare qualcosa. Qualcosa di strano, innaturale, che una Weasley non avrebbe mai dovuto fare nei confonti di un Malfoy. Decide di salvarlo dal suo cupo destino. Nonostante le difficoltà iniziali, Ginny scoprirà un lato nuovo di Draco, una sfaccettatura quasi... umana. Come andranno a finire le cose tra i due?
Leggete e scoprite!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sulle ali di un angelo'
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Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille,
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.
Catullo
 
 


Era un tranquillo venerdì di inizio ottobre e i Grifondoro del quinto anno si trovavano nei sotterranei, nell’aula di pozioni insieme ai Tassorosso. La stanza era cupa, pochi e deboli raggi di sole filtravano dalle finestrelle sparse per le pareti. L'ambiente era basso e molto freddo, pieno di calderoni, pozioni, barattoli contenenti viscide creature,ingredienti di vario genere e altri attrezzi. In fondo all'aula c'era un armadio con libri di pozioni, da cui Harry aveva preso in prestito il suo. Il prescelto era cambiato nell'ultimo periodo e Ginny se ne era accorta. Il ragazzo non si separava mai da quel volume, continuava a leggerlo e rileggerlo, spiava di nascosto Draco e ogni volta riaffermava sempre più convinto che era un mangiamorte. E poi aveva cominciato a fissare la rossa con uno sguardo diverso, come di possesso e desiderio, era diventato geloso delle attenzioni di cui Dean la rivestiva quotidianamente. Ginny non si sentiva più a suo agio con lui, eppure fino a quell'estate era stato il suo migliore amico, il suo faro durante le tempeste, la persona con cui si confidava senza problemi. Ma ora nulla, il loro rapporto era totalmente cambiato e Harry, nonostante la Grifondoro non se ne accorgesse, ne stava soffrendo.

-Quindi miei cari ragazzi ricordatevi, per preparare il Decotto Dilatante servono occhi di pesce palla!- disse sorridendo il professor Lumacorno ai suoi alunni che sonnecchiavano tra i calderoni e i fumi che si elevavano da questi.

-Adesso potete andare. Mi raccomando per lunedì voglio una pergamena sugli effetti del Decotto Dilatante...- disse infine vedendo uscire i ragazzi dall'aula -Oh signorina Weasley, noi ci vediamo questa sera!- sussurrò a una testa rossa che stava finendo di sistemare il suo banco.

Quella sera ci sarebbe stata una cena per i membri del Lumaclub e Ginny non aveva alcuna voglia di andarci ma Hermione e Harry l'avevano costretta. A dire la verità nessuno voleva andare a quella serata, che era considerata una gran perdita di tempo, inoltre molti studenti consideravano il professor Lumacorno un uomo avido di potere e di conoscenza, un sempliciotto curioso e che ambiva a stringere amicizie con gli studenti più importanti della scuola. Non a caso i partecipanti del Lumaclub erano:  Blaise Zabini di famiglia molto ricca, Cormac McLaggen nipote di un lavoratore al Ministero della Magia, Harry Potter il Prescelto, Hermione Granger la studentessa migliore del suo anno,  Melinda Bobbin la cui famiglia possedeva una catena di speziali, Dean Thomas di famiglia ricca. E poi c’era lei, Ginny Weasley che non aveva nessun parente importante e non era di famiglia nobile, semplicemente eccelleva in pozioni. La Grifondoro si sarebbe sentita così fuori posto quella sera.

-Non mancherò- rispose la ragazza, uscendo dall'aula e diretta in biblioteca.

Quello era il primo pomeriggio in cui Ginny avrebbe studiato con i Serpeverde. La ragazza era tesa, non sapeva come avrebbe reagito Malfoy vedendola in compagnia dei suoi amici e aveva paura, una grande e terribile paura che Ron la potesse vedere con loro. Si fiondò in biblioteca alla ricerca di Astoria, con cui la sera prima si era data appuntamento. Dopo poco riconobbe la testa mora della Serpeverde, seduta ad un tavolo nascosto da occhi indiscreti e circondata da libri e pergamene.

-Eccomi- sussurrò la Grifondoro, posando la borsa per terra e sfoderando uno dei suoi sorrisi più sinceri.

-Ciao Gin, aspetta ti faccio un po' di posto- e subito Astoria cominciò a liberare il tavolo dai grandi e polverosi volumi.

Era così che Ginny se la ricordava, sempre disponibile e disposta a rinunciare a qualcosa pur di far felice un amico. La rossa ancora si chiedeva come fosse possibile che  in Serpeverde fosse finito un animo così dolce e puro come quello della Greengrass.

-Tra poco arriveranno anche gli altri, sono agli allenamenti di Quidditch adesso...-

La rossa annuì e sentì un moto di ansia e agitazione nascerle dentro.
 
Non dovrei essere qua. Cosa mi è venuto in mente?!
 
-Gin stai tranquilla- si mise a ridere la Greengrass -sono simpatici, non sono scontrosi come quando li vedi in pubblico. Poi Blaise a momenti lo conosci meglio di me!-
 
Ma come ha fatto a capire cosa pensavo? Sono così nervosa da darlo a vedere?!

-Oh no!- rise di nuovo la serpeverde -tu sei perfetta come sempre! Sei gelida e fredda non traspare nulla dal tuo volto, un po' come Draco ora che ci penso... In ogni caso sono una legilimens, posso percepire i pensieri di una persona se sono molto forti e posso schermare i miei agli altri. Quindi stai tranquilla e soprattutto non pensare intensamente, anche Blaise, Draco e Theo sono legilimens-
 
Ginny rimase sorpresa e ripensò a tutti i momenti che aveva passato con Blaise, tutte quelle passeggiate, durante quelle lunghe chiacchierate lui aveva sempre saputo a cosa stesse pensando la Grifondoro. Ginny cominciò a pregare di non aver pensato a cose imbarazzanti o intime e poi si mise a leggere qualche pagina dal libro di Trasfigurazioni.

 

Intanto negli spogliatoi del campo di Quidditch, tre ragazzi si stavano rivestendo pronti ad andare in biblioteca a studiare qualcosina prima di cena.

-Non so voi ragazzi ma sento che sabato vinceremo la partita!- disse felice Blaise ai due amici, finendo di allacciarsi la cravatta verde-argento.

-Lo spero Bla, i Tassorosso sono la squadra più debole della scuola!- rispose Theo mentre si puliva gli occhiali nel golfino.

Blaise annuì pensieroso guardando Draco osservarsi il braccio lì dove il marchio era impresso a fuoco. Aveva paura che al biondo non piacesse affatto l'idea di studiare con Ginny e che si sarebbe chiuso ancora di più in se stesso. Draco dall'inizio della scuola era diventato fragile e tormentato, aveva sperimentato la paura delle minacce di Voldemort, la solitudine e l’angoscia, di notte sentiva sul cuore l’ansia di essere inadeguato al compito che gli era stato affidato e di cui tuttavia, non aveva parlato nemmeno a Blaise.

-Allora andiamo in biblioteca?- chiese Nott, cercando di smorzare quel silenzio che si era venuto a creare.

Draco annuì mettendosi il maglioncino e infilando la bacchetta nei pantaloni scuri.
 
-Sono proprio curioso di vedere chi sono le ragazze che ci "aiuteranno"- disse sarcasticamente il biondo avviandosi verso la scuola e ignorando l'occhiolino che Blaise e Theo si erano scambiati.



-Ginny sono arrivati- sussurrò Astoria alla rossa che era alle prese con una relazione per Piton. La rossa sentì dei passi dietro di sè e fece un lungo respiro, cercando di svuotare la mente.
 
Stai calma. Stai calma.

-Buon pomeriggio ragazze- disse sornione Theo andando a sedersi vicino ad Astoria. Le due studentesse gli sorrisero e poi salutarono Blaise che si mise alla destra di  Ginny, strizzandole l'occhio.

Draco rimase in piedi per qualche secondo. Ginny sentiva i suoi occhi artici perforarle la schiena e cominciò a mordersi nervosamente il labbro inferiore.

Ti prego, ti prego...

Quello che la rossa non poteva sapere era che Draco non la stava guardando con disprezzo e orgoglio, ma con pura e semplice sorpresa. Si voltò verso Blaise, che gli sorrise e lo invitò a sedersi con un cenno del capo.
 
E così le due ragazze di cui parlava Blaise sono Astoria e Ginny! 

Un sorriso involontario comparve sulle sottili labbra del biondo che, con sorpresa della Weasley, andò a sedersi proprio di fronte a lei, rivolgendole quel sorriso appena accennato, ma che le fece scaldare il cuore. Ginny sentì lo stomaco fare le capovolte davanti a quell'immaginabile sorriso sincero che Draco Malfoy, il re delle serpi le stava rivolgendo. Blaise nel frattempo sorrideva sotto i baffi, approvando la scena e chiedendosi tra quanto i due si sarebbero dichiarati.
 
-Ragazzi come diavolo si fa a creare la pozione polisucco?!- chiese esasperato Nott, che di pozioni non capiva proprio nulla e che stava ignorando la situazione tenera e dolce che si era creata tra Draco e Ginny.

-Bisogna prendere delle sanguisughe e tritarle...- dissero in simbiosi il biondo e la rossa, che guardandosi un po' imbarazzati scoppiarono a ridere.

-Prego, dillo pure te- disse gentile la Grifondoro affascinata da quello sguardo argentato.

-Oh no, vai tu! In fondo sei tu quella ad essere nel Lumaclub...- a quelle parole Blaise, che prima li guardava incantato, quasi cadde dalla sedia, sgranando gli occhi.

-Oh cazzo!-

-Blaise!- urlò Astoria che odiava le imprecazioni.

-Scusami... ma stasera c'è quella cena e me ne ero completamente dimenticato!- si passò una mano tra i folti capelli neri e finse di cominciare a piangere, suscitando una risata cristallina da parte della Serpeverde.

-Ridete voi! Io intanto non ho ancora capito come si faccia ad ottenere questa maledetta pozione- disse Theo sconsolato, massaggiandosi le tempie.

-Sei più scemo della Parkinson Theo, questa pozione la saprebbe fare anche un primino!-

E detto questo i due amici cominciarono a studiare pozioni, mentre Astoria finiva di scrivere qualche pergamena sui licantropi e Ginny e Draco leggevano i loro polverosi libri di Incantesimi, scambiandosi ogni tanto qualche sguardo fugace.
Ginny, per quanto cercasse di stare attenta a ciò che leggeva, si ritrovava sempre ad osservare il biondo di fronte a lei. Guardava le sue mani magre con le dita lunghe e affusolate, guardava il suo collo magro, rinchiuso nella cravatta argento, e poi il suo sguardo risaliva sul viso. Pallido, le guance scavate, i capelli biondi folti e sparsi sulla fronte, quei fili dorati in cui aveva affondato le mani e poi le labbra. Quelle labbra sottili e fredde, che con un semplice bacio erano capaci di berti l'anima e lasciarti vuota. Inspirò un'altra volta quell'odore di limone così forte e gradevole e poi chinò il capo, cercando di concentrarsi. 
Draco dal canto suo continuava a rileggere la stessa riga di quel noioso libro, cercando di ignorare quei capelli rossi e vaporosi che coprivano appena il tavolo. Ogni tanto la osservava brevemente e  la vedeva sforzarsi di stare attenta, ma anche lei era in difficoltà.
 
Come biasimarla è in compagnia del serpeverde più bello.
 
Pensò. Forse un po' forte perché Astoria cercò di sopprimere una risatina, mentre Blaise gli rispose, sussurrando:
 
-Anche tu mi sembri in difficoltà!-
 
Il biondo lo incenerì con lo sguardo e poi cercò di concentrarsi sui compiti che quel pomeriggio sembravano più complicati del solito.


 
Dopo due ore abbondanti di silenzioso studio, interrotto soltanto dai gemiti di disperazione di Theodore, i ragazzi tornarono nelle loro Sale Comuni. Quando si ritrovarono al bivio che conduceva ai sotterranei, i Serpeverdi si voltarono a salutare Ginny.
 
-Grazie Gin, non ce l'avrei mai fatta a stare da sola con questo branco di bellocci- disse Astoria abbracciandola e rifugiandosi in camera.
 
-Noi ci vediamo stasera Ginny- disse Blaise velocemente, trascinando via Theo, non prima di aver lanciato un'occhiata di fuoco a Draco.
 
Il biondo e la rossa rimasero così da soli, in quel corridoio isolato. La scena era molto imbarazzante per i due ragazzi, che l'ultima volta che si erano parlati avevano rischiato di baciarsi. Per non parlare di quando si erano incontrati a Diagon Alley! Malfoy si passò una mano tra i capelli, appoggiando la schiena a una colonna e incrociando le gambe, lo sguardo fisso sulla Grifondoro. Ginny, sentendosi a disagio sotto quello sguardo argento, cercò di colmare il silenzio.
 
-Senti Dra... Eh Malfoy, io volevo...- ma subito il serpeverde la interruppe.
 
-Chiamami pure Draco-
 
Ginny sorrise e annuì.
 
-Senti Draco, io volevo scusarmi. So di averti innervosito qualche settimana fa quando ti ho seguito per il corridoio e mi dispiace di aver insultato tuo padre, davvero non volevo, non so cosa mi sia preso- disse calma la ragazza, voltandosi e guardando il giardino che si intravedeva dalla vetrata del corridoio.
 
Draco rimase lì alla colonna, sorpreso ancora una volta da quella testolina rossa. Nessuno si era mai scusato con lui. Insomma lui era lo spregevole Malfoy, il cocco di suo padre, viziato e odiato da tutti, umiliava i più deboli e si vendicava ad ogni torto subito. Eppure in quella poche frasi Draco si era sentito sollevato, sentiva un fuocherello dentro di sé che aveva cominciato a scaldarlo e a sciogliere quel gelo che tanto lo caratterizzava. Si ritrovò a sorridere e a pensare a quanto stava bene con lei, se solo fosse stato tutto più facile, senza guerre, odio tra famiglie e mangiamorti...
 
Se solo potessi...
 
D'improvviso si ricordò che toccava a lui parlare, toccava a lui porgere le scuse.
 
-Ecco Ginevra- non l'avrebbe mai chiamata Gin o Ginny, non erano per niente fini come soprannomi -io non sono molto bravo in queste cose, ma anche io volevo scusarmi per tutto. Dalla camera dei segreti a come ti ho trattato a Diagon Alley quest'estate... Mi dispiace-
 
Il biondo distolse lo sguardo dalla Grifondoro e cominciò a farlo vagare sulle mura che li circondavano. La sua mente si popolò di diversi pensieri. Pensò alla sua iniziazione da mangiamorte, a quanto male gli avevano fatto le parole crude e veritiere sputate da Ginny quell'estate, a quel bacio dato per urgenza, per sopprimere una realtà di cui Draco non voleva far parte. Non si accorse di quando Ginevra  gli si avvicinò, guardandolo amorevolmente e non sentì nemmeno le loro mani intrecciarsi, tanto era preso dai suoi pensieri. Poi Draco si ridestò e la vide. Bella e imbarazzata davanti a se. Sorridente e fredda. Il volto pallido cosparso di lentiggini, gli occhi da cerbiatto che lo guardavano dolcemente e le guance leggermente imporporate.
 
Bella.
 
Si ritrovò a pensare Draco mentre si chinava su di lei e le posò un leggero bacio casto sulle labbra. Quelle labbra che tanto desiderava. Quando si rialzò inspirando quel dolce profumo di fiori selvatici, la trovò ad occhi chiusi. Le mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi con il pollice le coccolò le guance, la fossetta che compariva solitaria sulla sua guancia, le labbra grandi e carnose. Poi si chinò nuovamente e la baciò. Una, due, dieci volte. Quelle labbra erano una droga per lui e non poteva più scollarsene, non voleva più scollarsene. Ginevra stava lì, incantata da quelle labbra esperte, che ormai la conoscevano meglio di chiunque altro. Quei baci erano puro ossigeno per la rossa, che si sentiva rigenerata ad ogni contatto con Draco. Ad ogni bacio i due ragazzi perdevano la cognizione del tempo, non gli importava dove fossero, chi li potesse vedere, l'ora che si era fatta. No. In quel preciso instante c'erano solo Ginevra e Draco. Non c'erano barriere innalzate dagli avi, amici pronti a giudicare, differenze di pensieri e di ideali. Non c'erano mangiamorti o ordini della fenice, non c'erano bene e male, Malfoy e Weasley. Solo Ginevra e Draco. E quei baci, proibiti, scambiati di nascosto, tra le mura che li proteggevano. Sia Ginny che Draco sapevano quanto fosse sbagliata quella dolce tortura, ma dentro di loro, nelle giovani mente corrotte da una guerra sempre più prossima e desiderosi di amori, si chiedevano come fosse possibile che un legame così bello, un momento così magico potesse essere sbagliato.
I due si staccarono senza più ossigeno nei polmoni e misero le fronti una contro l'altra, le mani ancora intrecciate tra loro.
 
-È meglio che tu vada o il professor Lumacorno farà serata senza la sua studentessa più brillante- disse Draco, ammirando quella pura bellezza con il fiatone che si stagliava davanti a lui per un' ultima volta prima di volatilizzarsi nel dormitorio delle serpi, lasciandola lì, ad occhi chiusi a respirare quel profumo di limone che piano piano svaniva.
 
Quando realizzò che la cena era già cominciata da un pezzo, si fiondò nel suo dormitorio e dopo una breve doccia, recuperò un abito rosso scuro brillantinato e un paio di ballerine bordeaux e si lisciò i capelli alla bella e meglio. Scese di corsa le scale e si catapultò nella stanza del professor Lumacorno, inciampando nell'ultimo gradino delle scale, entrò di scatto, facendo cadere il silenzio. Tutti gli occhi erano rivolti a lei e Ginny cominciò a sentirsi a disagio. Chiuse la porta dietro di sé e notò che Dean le aveva rivolto uno sguardo di fuoco.
 
Merlino! Gli avevo promesso che saremmo andati insieme!
 
-Signorina Weasley! Ci stavamo giusto chiedendo dove fosse finita- disse il professore intento a mangiare il gelato al cioccolato nella sua coppa.
 
-Mi scusi professore, in genere non sono mai in ritardo- disse la rossa spostado la sedia.

In quel momento Harry si alzò di scatto e le sorrise, ma Ginny lo guardò interrogativo e si sedette vicino a Blaise che sorrideva.
 
La serata procedette noiosamente, Lumacorno chiedeva a tutti gli studenti come stessero i loro parenti illustri e come andavano gli affari di famiglia. Fu Blaise che, picchiando il gomito contro la spalla di Ginny, riuscì a rianimare la serata alla rossa.
 
-Dov'eri finita?- chiese retoricamente il moro, lanciandole un'occhiata di fuoco.
 
Ginny sentì il volto imporporarsi e si passò nervosa, una mano tra i capelli.
 
-Ho parlato con Draco, ci siamo scusati-

Ginny voleva lasciare per se e Draco quei baci scambiati nel corridoio. Erano una cosa intima, tra loro due e per quanto non sarebbe successo senza l'aiuto di Blaise, la Grifona preferì non parlarne. Probabilmente il Serpeverde intuì che fosse successo qualcos'altro, ma vedendo che Ginny non gli accennava nulla, preferì starsene buono.
 
Questa sera Draco sarà fuori di testa, altro che Whisky Incendiario... 
 
Quella sera, quando la festa finì, tutti gli studenti tornarono alle loro Sale Comuni, prima di addormentarsi sulle comode poltrone della stanza di Lumacorno.
 
-Dov'è Harry?- chiese Hermione a Ginny, che stava salutando Blaise.
 
-È rimasto dentro, doveva parlare con il professore-
 
-Che lecchino- sussurrò Blaise, beccandosi un'occhiataccia dalla mora.
 
-Beh io vado a letto e anche voi fareste bene ad andarci, prima che vi becchino qua-  disse Hermione fredda prima di imboccare le scale che conducevano alla torre di Grifondoro.
 
La ragazza per quanto volesse bene e rispettasse Ginny, non riusciva ad accettare quel legame che aveva intrecciato con Blaise. Aveva paura che il ragazzo le portasse via la Grifondoro con cui aveva condiviso molti momenti importanti: il ballo del ceppo, le punizioni con la Umbridge, i pomeriggi intensi di studio, le estati a casa Weasley...
Ginny era cambiata molto in quell'ultima estate, da quando suo papà era rimasto ferito al ministero, qualcosa in lei si era spaccato e da allora si era chiusa in sè stessa. Aveva definitivamente chiuso con la cotta di sei anni per Harry, aveva cercato di affondare il dolore della guerra imminente con altri ragazzi, c'era stato Michael Cornac, un paio di ragazzi Corvonero e ora Dean. Quel ragazzo che la desiderava così tanto e che la ricopriva di ogni attenzione, fino a sembrare geloso e possessivo e da cui Ginny aveva cominciato ad allontanarsi.Hermione aveva capito che era successo qualcosa all'amica,  aveva conosciuto qualcuno. La mora aveva paura che fosse uno di quegli sbruffoni dei Serpeverde, che la potesse sfruttare senza che lei se ne accorgesse. Aveva infine paura che Ginny avesse preferito sfogarsi con Blaise piuttosto che sentire una ramanzina dalla mora.
 
Mi manca la vecchia Ginny...
 
Si ritrovò a pensare quasi piangendo Hermione prima di tuffarsi tra le calde coperte del letto e addormentandosi dopo poco.


 
Nel frattempo Ginny si era scusata con Blaise per il comportamento aggressivo dell'amica.
 
-In genere non è così, solo che...- la rossa non sapeva come finire la frase.

Le mancava il bel rapporto che aveva con Hermione, ma se ora la trattava così era solo colpa sua. Dall'inizio della scuola la ignorava sempre più, preferendo la compagnia dei Serpeverde.
 
Domani andrò a parlarle...

 
-Non ti preoccupare, quando le parlerai sono sicuro che capirà- disse il moro ascoltando i suoi pensieri.
 
Ginny annuì e prese a camminare verso la Sala Comune dei Grifondoro, salutando velocemente Blaise.


 
Quando Blaise entrò nel dormitorio si trovò un Draco sdraiato sul divanetto nero che lo osservava curioso e con un'insolito sorriso sulle labbra. Il moro sbuffò appena e sorrise teneramente a quella scena.
 
-Allora vecchio mio, qui deve essere per forza successo qualcosa...- disse andando a sedersi sulla moquette ai piedi del divano e versandosi un goccio di Whisky in un bicchiere.
 
-Nulla di che... abbiamo parlato- rispose vago Draco.
 
-Oh quello me l'ha detto anche lei, ma quel tuo sorriso da ebete stampato in faccia e il suo ritardo alla cena di Lumacorno mi fanno intuire che sia successo qualcos'altro- disse malizioso l'amico.
 
-Non lo so Blaise, è una situazione strana, voglio andarci con calma. E poi non posso fare nulla con lei, hai presente se lo venisse a sapere mio padre? Mi ucciderebbe- concluse Draco serio, mettendosi a sedere.
 
-Punto numero uno: Lucius non lo verrà a sapere, le mura della scuola non parlano mica e io non ti tradirei mai, punto numero due: non te la devi mica sposare, insomma Ginny non è una che si concederebbe facilmente...-
 
Draco sorrise, quante cose che ignorava l'amico.

-Sai Blaise, non pensavo che te l'avrei mai detto ma grazie, oggi pomeriggio mi sono sentito bene ed era da molto che non mi sentivo così... felice-

L'amico gli sorrise dolcemente e gli tirò una pacca sulla spalla.

-Non ti allargare adesso- disse freddo il biondo che odiava il contatto fisico.

-Va bene, va bene, dirò a Ginny di toccarti per me- disse malizioso Blaise, alzandosi e dirigendosi nel dormitorio -non so te, ma io sono stanco morto, ci vediamo tra qualche ora-

E detto questo lasciò Draco seduto sulla moquette nera a guardare il fuoco piano piano spegnersi, mentre pensava a quei baci rubati. A quella cascata di baci.





Buongiorno!
Allora comincio con lo scusarmi, avrei voluto aggiornare prima ma sono partita per le vacanze e non ho mai trovato un punto Wi-Fi. Poi, se questo capitolo fa schifo è perchè sono troppo arrabbiata e quindi potrei essermi lasciata trasportare mentre scrivevo. Voi non avete presente, so che non vi interessa ma devo sfogarmi, io e il mio ragazzo siamo partiti da Barcellona giovedì e abbiamo in mente di girare Spagna, Francia e Germania senza spendere più di 40 euro al giorno, questo vuol dire dormire in ostelli e un continuo autostop. E fino a ieri andava tutto bene, solo che oggi stavamo facendo l'autostop e ci hanno 'caricati' sulla macchina una famiglia ultra cattolica. Io non ho nulla contro i credenti, anche perchè io lo sono, ma questi qua sono insopportabili. Continuano a chiederci se abbiamo in mente di sposarci io e Gabriele o se  vogliamo dei figli. Poi mentre eravamo all'autogrill ho fumato due o tre sigarette e la signora che guidava mi ha fatto un cazziatone assurdo su quanto sia velenoso il fumo.
Va beh la chiudo qua. Qualcuno di voi si trova vicino ad Andorra?
mi raccomando RECENSITE!!
e grazie ai 123 lettori dello scorso capitolo.
un bacione
Amy2205
   
 
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