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Autore: Prandaman    17/08/2016    0 recensioni
[Comic Italiani]
Ogni autore di fumetti mette l'anima nei suoi lavori, amando i propri protagonisti al punto che nella sua mente prendono vita ed acquistano coscienza di se, separati dal resto del mondo dall' invalicabile confine fra Fantasia e Realtà. E se un giorno questo muro impenetrabile si assottigliasse fino a renderli comunicabili ? Come si comporterebbero i fumetti nello scoprire di essere solo marionette inchiostrate sul foglio, di essere il frutto dell'ingegno umano e non dell'unione dei propri genitori ? L'umanità accetterebbe la loro condizione o li combatterebbe perchè diversi e troppo pericolosi ? Questa umile fan fiction prova a dare una risposta a queste domande dando voce ad alcuni dei fumetti indie italiani più importanti che potreste avere la fortuna di leggere.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Il coniglio dai capelli argentei gongolava per la stanza, agitando le braccia verso il cielo ed eseguendo una buffa ed improvvisata coreografia: quel corpo traboccante di euforia aveva trovato nella danza una valvola di sfogo ed a noi non rimaneva che assistere a quella scheggia impazzita che tentava di coinvolgerci dentro la sua follia.

Quando si sentì soddisfatta ed iniziarono a comparire i primi sintomi dell’affatticamento, concluse il ballo con una giravolta e strinse la mani dietro di se , posa ideale per sfoggiare un radioso sorriso ad occhi socchiusi.

“Una sorellona ed un fratello brontolone ...che bei regali che mi hai fatto Jeppetto!! Tutto questo è perchè sono stato molto buona?”

 

Il gentiluomo ricambiò con la medesima gioia ed il di lui sguardo si addolcì al pari di un padre che scrutava con orgoglio la propria prole.

“Ancora una volta hai scoperto il mio piano, brava Luna; ora potresti raggiungere Hildeg? Vorrei scambiare qualche parola in tranquillità con i nostri ospiti per chiarire meglio le regole della casa”.

 

La fanciulla scosse la testa in segno di disappunto ma senza modificare l’ espressione solare che indossava.

“Na na...  mi spiace Principe, ma non ci devono essere segreti fra noi e nulla al mondo riuscirà a smuovermi da qui!”.

 

La ferrea presa di posizione non durò che un paio di secondi, il tempo che impiegò il cuoco ad esclamare semplicemente un “A tavolaaaaaa” : udita l’ultima sillaba, la ragazza volò verso l’uscita con una rapidità tale che neppure la propria ombra sembrava stargli dietro e scomparve, lasciandoci i capelli scompigliati dall’onda di pressione ed un irreale momento di silenzio.

Passai le mani fra le ciocche arruffate per ricompormi e diressi le mie attenzioni sul biondo padrone di casa per nulla sorpreso da quel turbine dalle fattezze di donna.

“Però, mi sa che ha qualcuno ha una discreta fame!” commentai per riempire in qualche modo l’imbarazzante assenza di suoni.

Un veloce scambio di sorrisi sigillò la complicità che si stava restaurando fra di noi, una sincronia che non aveva bisogno di parole per essere espressa. Non rimaneva che controllare come se la cavava l’altro compare:

“ E tu che pensi Xavier?”

Ma nessuno rispose all’ appello.

“Xavier?”

Stupita dalla mancanza di borbottii o lamentele, frugai per la dispensa disordinata alla ricerca della “Iena”, scovando la sua figura malconcia sotto una montagna di barattoli lucenti di zuppa ammaccati quanto lui.

“..M-Ma cosa diavolo è stato? Q-qualcuno ha preso il numero di targa del pirata della strada?” chiese l’uomo ancora intontito dalla caduta.

“E’ semplicemente il  karma che si sta riequilibrando, ti serve una mano?? ” proferii mentre gli porgevo il palmo per aiutarlo a rialzarsi: chi lo dice che devono essere sempre i cavalieri maschi a prestare soccorso alle donne in difficoltà?

Ma l’orgoglioso moretto rifiutò il supporto con un cenno del braccio.

“No,grazie… posso fare a meno della badante: dannazione, mi sento come se fossi protagonista di una storia in cui l’autore mi odia cal punto da farmi capitare solo un infinito elenco di cose spiacevoli...”.

“Mmm,ipotesi interessante, oppure è solo un autore invidioso perchè sei in mia compagnia, ahahahaha” dissi prima di iniziare a ridere da sola con trasporto, finchè non percepii una fitta di dolore a livello dello stomaco: le ferite che celavo sotto i vestiti si stavano coalizzando contro di me , strozzando la sensazione di fame e stanchezza che mi stavano divorando.

 

“Se volete accomodarvi in sala…” ci propose Jenkins spalancando la porta, l’unico ostacolo  al mare di fragranze e suoni di pentole che da qualche tempo scalciava e graffiava il legno per farsi aprire: non era mai esistito un tentativo di corruzione così subdolo ma piacevole.

 

“Costernato damerino, ma un rottame nelle mie condizioni ha solo bisogno di un bicchiere d’acqua per le pillole, un letto caldo e , se non è troppo disturbo, che questa splendida donna mi facesse un pò di compagnia …” incalzò Xavier mentre scagliava su di me un sorriso intriso di malizia : qualunque fosse l’arcaico motivo che si nascondeva dietro quel gesto, non riuscì a coglierne il significato per cui mi limitai ad alzare le spalle ed a rispondere con la solita franchezza:

“Condivido la necessità di un po’ di sano riposo ma non immaginavo che un furfante grande e grosso come te potesse avesse paura di rimanere solo in cameretta al buio, ahahah” .

All’ennesima risata in solitaria corrispose un’altra stilettata di dolore nel costato, una sofferenza resa più lieve dalla reazione del padrone di casa che sembrava averci preso in simpatia.

 

“Ahahaha,sono davvero contento di aver fatto la vostra conoscenza, avete portato un pò di buon umore dentro una casa altrimenti molto spenta; comunque sono costretto ad insistere, promettendovi gradite sorprese che non vi faranno assolutamente pentire di aver ritardato il meritato riposo”.

“...mi sembri un piazzista che vuole rifirarci l’ennesimo bidone,mah” farfugliò il pistolero dai capelli corvini che sembrava molto diffidente, eppure la curiosità mi convinse a dare una chance al nostro gentile benefattore,per cui tentai di portare anche il “musone” dalla mia parte cingendoli la spalla destra eppoi  catturando il suo sguardo,lasciando che solo una ventina di centimetri ci separasse l’uno dall’altro.

“Coraggio Xav, resisti ancora qualche minuto eppoi ,ti do la mia parola, ti accompagno in camera e controllo che non ci siano mostri nell’armadio o sotto il letto!”.

L’uomo rimase inizialmente colpito dalla mia iniziativa, ma il cambio di espressione che ne seguí faceva intendere che aveva trovato qualcosa di interessante nella mia offerta, più di quanto avessi mai immaginato:

“Senza contare quelli che si infilano tra le lenzuola ,la mi sa che dovrò darti una mano perchè sono molto difficili da scovare”.

 

“Allora è deciso,si parte!” tuonai completando un passo verso la tanto agognata meta, con l’unico ostacolo da sormomentare rappresentato dalla slanciata figura di Jenkins, il cui sorriso si acquietò improvvisamente per far spazio ad un volto più serio.

 

“Ci sarebbe un ultima cosa: vi raccomando di  non fare alcuna menzione o cenno ai motivi del nostro incontro, al mostro di China od al veleno in presenza di Luna: lei non deve essere coinvolta”.

 

“sei proprio un bacchettone: prima ci obblighi a seguirti, poi ci ordini di mantenere un basso profilo ed ora non possiamo manco discutere dell accaduto...E se ci sfuggisse per sbaglio qualche parolina?” concluse Iena in tono provocatorio, quasi volesse scoprire cosa si celasse dietro l’uomo gentile.

 

Jen non si fece scomporre dalla sfida lanciata e continuò a scrutarci con le sue pupille spente dall’assenza di alcuna gioia.

“Sono sicuro che non siete così irresponsabili da compiere una simile gaffe , ma nel remoto caso succedesse…. Sarei costretto a prendere provvedimenti assai spiacevoli” .

 

“Non ti devi preoccupare di noi, nessuno tradirà la tua fiducia” risposi d’impulso, interrompendo quel siparietto assai poco gradito. La personalità a noi quasi ostile sembrò acquietarsi e come un acquazzone estivo, piombò con la medesima velocità con cui scomparve, dando di nuovo il comando al lato gentile che pareva tirare un sospiro di sollievo.

“Vi ringrazio, non sapete quanto conti per me; bene, direi che possiamo andare, vi anticipo un pò per fermare Luna prima che finisca tutto”.

 

Il padrone di casa si immerse nell’oscurità del corridoio, lasciando nuovamente soli me e Xavier, che non seppe trattenersi dal commentare una volta che il biondino non fosse più a portata d’orecchio:

 

“Però... anche il damerino sembra possedere un lato oscuro…mi sa che il tuo principe non è così azzurro come vuole farci credere,eheheheh“.

“Penso che abbia le sue buone ragioni per chiedercelo, il suo legame con Luna sembra autentico e molto profondo,quasi fosse una figlia da proteggere”.

“Bah, magari alla fine si scopre che è davvero sangue del suo sangue, potrebbe essere un tipo strano che ha una strana passione amorose per le conigliette eppoi…. Bim bum bam ecco una prole mista e bizzarra”.

 

Non potrei trattenere uno sguardo di sdegno per una battutaccia così fuori luogo, un’offesa che mi colpiva sul personale.

“Smettila un pò di essere così scortese, eppoi cosa hai contro i mezzo-sangue? Non so sei hai notato, ma pure io sono parte di una “prole mista” conclusi enfatizzando con disprezzo le ultime due parole.

 

“Ah, giusto…comunque nelle mie condizioni è normale compiere qualche errore ,no? Se ho esagerato ...be ... ti chiedo scusa”.

 

La sua ammissione di colpa fu un fulmine a ciel sereno, l’evidente sintomo che Xavier non era davvero in se ed aveva urgente bisogno di cure; decisi di non infierire più e rimasi diplomatica nella speranza che rimanesse più collaborativo.

“Cerca solo di essere più gentile ed amichevole,ti chiedo solo questo”.

Un cenno di approvazione del moretto e potemmo finalmente incamminarci verso la sala da pranzo; mi lasciai guidare dal profumo di carne e spezie che filtrava dalla porta,invitante come il canto di una sirena.

Rimosso l 'ultimo ostacolo, potemmo finalmente immergere gli occhi in quell'incontro mondo di prelibatezze: la lunga tavola in noce era letteralmente ricoperta da vassoi argentei e zuppiere ricolme di ogni ben di dio,dalle portate di carne impregnate di sugo scuro e denso a vorticose torte glassate con i colori sgargianti che richiamavano la primavera.

I profumi dei piatti così variegati erano così intensi e penetranti che persino l’aria sovrastante pareva commestibile e riusciva a placare l’appetito anche solo inspirandola. Un cenno del Principe e mi sedetti accanto a Luna, sempre più nervosa ed in preda agli spasmi per la  fame di fronte a quel banchetto lussureggiante.

Hildeg non aveva ancora concluso le proprie portate e quando posò davanti a lei una teglia recante una torta di carote, un fiume di bava attraversò il viso angelico della ragazza lunatica, che prontamente deviò lontano da se con un veloce passaggio della mano.

“Ora possiamo?ora posso????” chiese in piena agitazione.

“No Luna, mi sono dimenticato di completare ancora un antipasto prima che sia tutto pronto, eppoi l’onore di iniziare si riserva per primi ai nostri graditi ospiti” sentenziò il cuoco preistorico con tono stanco ma deciso: la creatura era una maschera di sudore,con le braccia ed il petto impiastricciati con ogni possibile ingrediente che esisteva al mondo; solo Zeus sapeva quante ore aveva consumato fra quei fornelli a preparare questo banchetto reale,un accoglienza che mi imbarazzava non poco.

“Su, su, muoviti a sedere Iena che ho fame!”

“Luna, un pò di contegno per favore” rimproverò Jenkins con tono paterno.

La coniglietta sbuffò, incrociando le braccia davanti a se e battendo la punta del piede sopra il pavimento furiosamente con sempre maggiore velocità; quando il triceratopo tornò ad occuparsi della ultima sua creazione, la fanciulla approfittò della distrazione per accaparrarsi una fetta del dolce proibito , ma il breve tragitto del bottino verso le labbra affamate fu interrotta dal lancio di un cucchiaio di legno proprio sulle nocche.

Lo sguardo tagliente di Hildeg e l’elevato numero di posate che teneva a mò di artigli fra le mani spaventarono Luna al punto che rimise la porzione rubata al posto che gli competeva, spostando delicatamente la crema per coprire persino i tagli.

Il mio stomaco borbottava come un anziano che criticava un cantiere aperto davanti alla propria casa, ma evitai di seguire l’esempio della coniglietta e rimasi in cordiale silenzio mentre attendevo il permesso per cominciare.

Ringraziai il cielo che le posate non erano in odioso metallo, anche se l’appetito era tale che mi sarei tuffata su quell’orgia di cibo fregandomene del bon ton ,  dopo giorni e giorni di dieta a base di merendine e quello che trovavo di commestibile dentro la casa di Valeria.

“Non è meraviglioso poter cenare in compagnia,Luna?” chiese un amorevole Jen per rincuorare la fanciulla che si massaggiava le dita come un animale ferito.

“Certo Jeppetto, un pò meno ricevere cucchiaiate a tradimento da Dino”

“Non arriverei a tanto se tu mi ascoltassi una buona volta , ma sei testarda peggio di un mulo” ribattè il preistorico chef prima di servirci la prima di una interminabile serie di delizie.

Con l’eleganza di un cameriere da ristorante, l’immensa figura muscolosa passò accanto a noi a passi leggiadri, porgendoci un piatto recante una fetta tostata  di pane con sopra una marmellata arancione e densa che invitava ad assaggiarla con il dito.

“Prima di iniziare il nostro percorso culinario, è consigliabile prepararvi le papille con questa leggera bruschetta alla marmellata di pesca : purtroppo non sono riuscito a completare tutte le portate che avevo iniziato, ma per stasera almeno non moriremo di fame”

 

“Fame? Qua al massimo si rischia di andarsene per il troppo cibo!” dissi mentre scrutavo confusa l’antipasto : è la prima volta che partivo con un dolce, ma lo sguardo amichevole di Hildeg che sembrava aspettare un giudizio mi spronava a non perdere troppo tempo.

“A-allora io vado…” commentai prima di prendere in mano la pietanza per inserirla delicatamente nella bocca , sentendomi osservata dagli altri conviviali che mettevano alla prova la mia timidezza.

Cominciai a gustare con lentezza lo stravagante stuzzichino, deliziandomi della dolcezza non eccessiva della confettura aromattizzata con spezie che non conoscevo.

“E’ veramente buono! Questa marmellata mi…” .

Tentai di completare di frase, ma la mente si era come paralizzata, congelata all’improvviso mentre la vista si annebbiava e tutto quello attorno a me si scioglieva verso il basso come pioggia.

Ero immersa nell’oscurità ma non avevo paura, come se fossi a mio agio e sapessi inconsciamente cosa stava succedendo.

Dapprima udii una dolce cantilena, sinuose note che risvegliavano nuovamente il mio corpo intorpidito ; aprii gli occhi e mi trovai in un ambiente completamente diverso: era una capanna in legno piuttosto grezza, sulle cui pareti erano appese una miriade di oggetti e souvenir che mi erano stranamente familiari; la tiritera riempiva l’aria danzando assieme ai profumi della frutta che ribolliva dentro un vaso in terracotta posto al centro della stanza sopra un fuoco; la marmellata borbottava energica sospinta dal lento e deciso movimento vorticoso di un cucchiaio di legno.

Erano semplici sillabe senza alcun senso, ma la voce che li dava corpo li librava con sentimento al punto che sembrava impossibile non rimanere amaliati.

La bellezza della figura davanti a me aveva iniziato a sfiorire da qualche anno, ma l’eleganza con cui le dita affusolate raccoglievano gli ultimi pezzi di frutta per farli ricongiungere ai loro fratelli le conferivano un fascino senza tempo.

Sentivo che in qualche modo conoscevo quella figura di spalle, ma non riuscivo a trovare il collegamento che ci univa; perplessa, scrutai in giro finchè non incrociai la figura di una ragazzina: aveva dei bellissimo capelli rossi a caschetto, un vestito in cuoio senza maniche e dei tatuaggi a forma di zanne sugli zigomi.

Conoscevo fin troppo bene qui lineamenti e rimasi ancora più sconvolta quando scoprì che la creatura copiava perfettamente i miei movimenti perchè quello che osservavo era un grande specchio.

Notai che nella mano recava un morbido oggetto rotondo, il medesimo che mi trovai nel palmo: era una splendida pesca appena morsicata, il cui succo zuccherino fuoriusciva sia dalla “ferita” che dalla mia bocca.

 

“Allora è buona la pesca? L’ho raccolta io stessa per te” disse la donna senza volto, che  continuava a mescolare la marmellata canticchiando quelle inconfondibili note.

 

“...Màiri?” fu il nome che proferii mentre avevo finalmente riconosciuto quella vecchia amica.

“Che c’è tesoro mio? Dimmi pure…” disse dando conferma al mio sospetto.

“Io...io...io ...ti v…” farfugliai sillabe incomprensibili mentre nuovamente quel mondo davanti a me svanì in una bolla di sapone per poi farmi ripiombare nella realtà che stavo vivendo, con gli sguardi estasiati di Hildeg ed Jenkins che mi riaccolsero con un semplice: 

 

“Bentornata Tenaga, come è stato il viaggio?”.

 
Il gentiluomo aveva promesso sorprese e così fu.

CONTINUA….

Character :

Tenaga © Valeria Romanazzi alias "Tenaga" (http://www.tenagacomics.com/)

Xavier  © Jessica Marino (www.antithesis-comic.com)

Jenkins ©Nyesis (http://www.nyesis.net/)

Hildeg   © Flaminia Spinelli(https://www.facebook.com/saurus.comic)

Jenkins ©Nyesis (http://www.nyesis.net/)

Luna     © Diana Mercolini(https://www.facebook.com/diana.mercolini)


Soundtrack del capitolo mentre veniva scritto: 05:  Invincible by SimBi

 
   
 
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