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Autore: Rosmary    22/08/2016    3 recensioni
Una raccolta di drabble e flashfic dedicata ai più svariati personaggi e pairing: momenti di vita, ricordi, sensazioni, episodi mancanti. I pairing trattati sono canon, fanon e crack.
Ogni capitolo contiene una storia diversa.
1. Capitolo Indice (con titoli, personaggi, generi e link di ogni capitolo della raccolta)
2. Sirius/Alice
3. Regulus/Lily
4. Igor Karkaroff
(...) 38. Helena Corvonero/Tom Riddle
39. Alice Paciock
40. Remus Lupin
(...) 47. Remus Lupin, Sirius Black
48. Remus/Lily
49. Helena Corvonero, Voldemort
50. Lily/James (con la partecipazione dei Malandrini)
51. Sirius Black (...)
55. Arabella Figg
56. Evan Rosier/Dorcas Meadowes
57. Sirius Black
L'elenco completo delle storie è presente nel capitolo indice.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bartemius Crouch junior, Nimphadora Tonks, Regulus Black, Sirius Black, Vari personaggi | Coppie: Dean/Ginny, Fred Weasley/Hermione Granger, James/Lily, Rodolphus/Bellatrix, Sirius Black/Bellatrix Black
Note: Missing Moments, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Personaggi: Hermione Granger, Tom O. Riddle, Harry Potter, Ronald Weasley
Coppia: Tom/Hermione
Tipo di Coppia: Het, Crack Pairing

Note: Missing Moments, Raccolta, What if?
Avvertimenti: Tematiche delicate
Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Genere: Introspettivo, Angst, Dark
Rating: Arancione
Introduzione: la ricerca degli Horcrux prosegue disperata, Ron è andato via, Harry è furioso, Hermione in brandelli. Un giovane sconosciuto riesce a insinuarsi nei sogni della strega.
NdA: la storia ha una sfumatura dark ed è implicitamente un What if? con ripercussioni sul futuro, soprattutto quello post-guerra. Dedico questa raccolta a Geah, che mi ha chiesto di scrivere su Tom/Hermione, una coppia che entrambe adoriamo!

 




 

Lui vive in te

 

I.
 

“Quante notti insonni, Hermione?”
 
“Chi sei?”
 
“Un desiderio.”
 
“Di chi?”
 
“Tuo.”
 
*

 
Di soprassalto il tuo sonno s’infrange, e tu vigile osservi ciò che ti è intorno – affanni, come se il tuo corpo fosse stato vittima di uno sforzo fisico immane.
Harry non è nella tenda, immagini sia fuori di guardia, ma non ti sollevi dallo scomodo letto per controllare – i tuoi sensi, tutti, sono incatenati allo sfocato ricordo di quel giovane dominatore di sogni, lo sconosciuto che s’è eletto desiderio e tuo.
Involontariamente le dita sfiorano il medaglione di Serpeverde che custodisci al collo – un brivido elettrizza i polpastrelli.
 
 
II.
 

“Abbiamo una certezza, Hermione.”
 
“Quale?”
 
“I desideri vincono ogni cosa, persino i tormenti che nutrono l’insonnia.”
 
“Non mi sono addormentata per te.”
 
“Sciocchezze.”
 
*

 
“Hermione, svegliati.”
 
Di nuovo un brusco risveglio, il cuore in tumulto, il corpo febbricitante. Fissi gli occhi scuri su Harry che ti parla, ma non lo ascolti sul serio. Capisci solo che devi consegnargli il medaglione – è tempo che vegli lui sull’Horcrux – e che è necessario per voi due rimettervi in viaggio. 
Stringi titubante la sua mano. Istintiva cerchi Ron, invano – questa volta, l’assenza non t’angoscia, t’infuria: lui ti ha abbandonata, non merita il tuo dolore.
 

III.
 
Due giorni vigili, due notti insonni: il medaglione è al collo di Harry – coincidenze?
 
Ricordi i lineamenti seducenti di quel giovane, le iridi nere e brillanti, la bocca rosea e piena, l’odore maschile del suo corpo. Ti manca vederlo, parlargli, percepirlo poco lontano da te, esserne soggiogata.
Un malsano ragionamento in queste lunghe quarantotto ore ha solleticato il tuo fine intelletto: e se lui fosse un incubo creato dalla magia dell’Horcrux?
Ti terrorizza il pensiero d’essere stata vittima dell’anima di Voldemort – eppure, c’è un solo modo per averne la certezza, uno solo…
 
“Harry.”
 
“Hermione.”
 
“Dammi l’Horcrux, è il mio turno.”
 
 
IV.
 

“Ti sono mancato, Hermione?”
 
“Chi sei?”
 
“Dimmelo tu.”
 
“Io… io non lo so.”
 
“Bugiarda.”
 
Le labbra rosee e piene ghignano di malizia, il suo corpo è sempre più vicino al tuo, i suoi occhi incrociano impertinenti i tuoi.
Rabbrividisci e tremi e impallidisci – in trappola.
Stringi le dita al collo vogliosa di strappare via il medaglione, salvarti dal baratro, ma la tua pelle è spoglia e l’Hermione assopita, lo sai, non si sveglierà di lì a poco.
 
“Hai paura, giovane strega?”
 
“S-sei V-Voldemort?”
 
“Tom. Per te, sono solo Tom.”
 
*

 
“NO, VA’ VIA.”
 
“Hermione, che succede?”
 
Guardi terrorizzata Harry. “Niente.”
 
 
V.
 
Non dormi da tre notti, hai le occhiaie a imbruttirti e il nervosismo a inasprirti. Non hai indossato il medaglione, neanche quando avresti dovuto: l’hai però toccato e ti è parso, in quei momenti, di percepire attorno a te l’odore del giovane – di Tom.
Le gote s’imporporano lusingate ogni volta che ripensi a come ti guardava e parlava – seduttivo o sedotto?
Negli ultimi anni, nel silenzio rispettoso dei tuoi pensieri, hai sperato che fosse Ronald a riservarti quelle attenzioni, che fossero i suoi occhi chiari a bramarti.
Ma Ron non c’è.
Tom sì.
Ron è andato via.
Tom è lì.
 
 
VI.
 

“Mi sei mancata, Hermione.”
 
“Impossibile, tu non esisti.”
 
“Esisto.”
 
“Qui? In un sogno?”
 
In te.
 
Lo sussurra contro il tuo viso, sulle labbra che non sfiora. Sei tu, privata del senno, a sfiorare prima con l’indice e poi con quelle dannate labbra la sua bocca schiusa – la massaggi, la mordicchi, e l’azzanni e la inumidisci e la possiedi.
Baci lui, inaspettatamente di carne e ossa.
Baci lui, che ti stringe a sé.
Baci lui, Tom Riddle.
 
*

 
“Sei assente, lo sei da stamattina. Cosa c’è?”
 
“Mi sono addormentata, non sono più abituata.”
 
Harry sorride rincuorato, e tu… tu sei sporca.
 
 
VII.
 
Brami il medaglione ogni notte. A Harry hai imposto di tenerlo di giorno, cosicché tu possa custodirlo quando il buio cala su tutto, finanche sul tuo vile tradimento.
 
Tom è veleno, droga, ossessione – è indispensabile.
 
Ti ripeti che il giovane dagli occhi brillanti e le labbra piene non è Voldemort, ma Tom Riddle – e, t’inganni, Tom è incontaminato.
Hai tentato di ricondurre il cuore a Ron, a quegli occhi azzurri e a quelle labbra familiari – ma per lui c’è solo rabbia, delusione, rancore.
 

*
 
“Pensi a Ron?”
 
“Alle volte.”
 
“Ti ha abbandonata.”
 
“Lo so.”
 
“Io non ti lascerò.”
 
“Lo so.”

 

 
VIII.
 

In quel limbo tutto bianco, sporco di te, il calore di Tom t’avvolge e schiavizza. Ansimi quando le sue dita impudiche sfiorano i seni e il ventre e lo cosce. Annaspi quando annega in te e violento possiede ogni brandello di ciò che sei – corpo, anima: tutto, Tom esige tutto.
Nessuna parola questa volta, nessun sorriso. Solo i suoi occhi neri e spenti, solo la sua bocca rosea e spietata a divorarti.
Eppure, non smetti di muoverti assieme a lui, di tremare accaldata – non smetti di volere Tom.
 
“Ora cosa succederà?”
 
“Mi appartieni, Hermione, da qui all’eternità.”
 
“Sei Voldemort?”
 
“Sì.”
 

 
IX.
 
Spenta e spietata, è così che ti senti. Quando il cielo è luminoso, il tuo sangue pulsa per Harry, per la guerra, per il giusto. Quando il sole va via, però, quel sangue smette di fluire e si contamina di passione, dipendenza, sporco – di notte, appartieni a Tom.
 

*
 
T’avventi su di lui, ne artigli la carne – ride del tuo desiderio.
 
“Qual è il tuo scopo?” gli chiedi un giorno.
 
“Possederti.”
 
“Io continuo a combatterti.”
 
“Baciami.”
 
Una preghiera? No, un ordine. Obbedisci, e finalmente comprendi che ogni suo tocco ti porta via un brandello di vita – Tom risorge in te.

 
 
X.
 

“…. E Ron l’ha trafitto con la spada.”1
 
“E… ed è andato? Così?” sussurrò lei.1

 
Harry parla, ti mostra il medaglione – vuoto – e una gioia bugiarda s’affaccia in te. Per un istante – malsano – hai avvertito il bisogno di trafiggere i tuoi amici con la spada di Grifondoro.
 
È andato.
Non tornerà.
Ti ha lasciata.
 
Ti stringi in te stessa, tremi di collera e odio. Una pozzanghera malmessa ti mostra il tuo riflesso – cali e sollevi le palpebre, scioccata: le tue iridi sono nere, le tue labbra piene –, “Tom” sibili.
 
Io non ti lascerò, t’aveva detto – Tom vive in te.
 
 

 

1 dialogo tratto dal libro “Harry Potter e i Doni della Morte” di J.K. Rowling.

 

   
 
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