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Autore: Giochi00    23/08/2016    0 recensioni
Clara ha sedici anni e frequenta la seconda superiore al liceo artistico “De Nicola” nella sua città; è una ragazzina molto sicura di sé e determinata, ha molti amici e una migliore amica, Francesca, che lei ritiene fantastica. Le due fanno atletica nella stessa società sportiva: l’ “Atletica Farfalla”.
Si, una storia del tutto normale, ma Clara non è semplicemente normale, è qualcosa di più; infatti alla nascita a causa di una malformazione le hanno dovuto asportare gli arti inferiori e quindi si serve di un paio di gambe artificiali per restare in piedi, camminare e anche per correre.
Clara, inoltre, ha un sogno: vincere i campionati italiani di Atletica Leggera sui 200 metri piani e si impegnerà come sempre per raggiungerlo e magari realizzarlo.
Genere: Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni famiglia ha un segreto,
e il segreto è che non è come le altre famiglie
.
(Alan Bennett)


La casa della famiglia Romagnoli era divisa su due piani: al piano terra si trovavano la cucina, che era il luogo preferito della signora Grazia, lei infatti, adorava cucinare e soprattutto provare nuovi piatti anche di aspetto etnico, che i familari non esitavano ad assaggiare. La cucina, non molto grande, era collegata al salotto che, per le occasoni speciali, diventava sala da pranzo. Nella stanza si trovava un grosso divano a penisola in pelle bianca, che le due giovani di casa adoravano, soprattutto quando dovevano guardare un film alla televisione situata sopra un piccolo mobiletto arabo comprato dai genitori durante il loro viaggio di nozze in Arabia. Il piano superiore era adibito alla zona notte: era suddiviso in cinque stanze, una camera da letto per i genitori, una per Alice e una per Clara, che considerava la sua stanza come il suo piccolo mondo. L’aveva decorata e arredata come voleva, dopo che lei e sua sorella avevano espresso il desiderio di non voler più condividere la stanza. L’ultima camera del primo piano era utilizzata dall’avvocato Romagnoli come piccolo studio quando portava a casa le pratiche che non riusciva a lasciare in tribunale.

La giovane atleta aprì la porta bianca che portava alla sua stanza e fù avvolta da un profumo di detersivo alle viole, segno che la mamma le aveva lavato le lenzuola e rifatto il letto, che lei dimenticava spesso sfatto, soprattutto durante l’estate. Sapendo che sua sorella avrebbe impiegato parecchio tempo nel lavarsi Clara decise di aprire il suo armadio rosa e di decidere quale vestito indossare per la serata. La scelta, come ogni sera da quando i clienti del padre venivano a cena,  era ardua, poiché la ragazza possedeva un gran numero di vestiti e vestitini.
 
Quando Alice aprì la porta della camera della sorella il letto era sommerso da migliaia di abiti e la ragazza era in mutande e reggiseno di fronte allo specchio che sbuffava “ Guarda che non devi mica andare a un matrimonio!” la scherzò la ragazza avvolta nel suo accappatoio color crema e con i capelli biondi arrotolati in un grosso turbante: “Comunque io direi quello, è bello e poi, ti ricordi quando lo abbiamo comprato?” disse la maggiore indicando un vestito in stile marinaro con un grosso fiocco rosso sulla vita mentre cercava di soffocare una risata “Si ricordo” le rispose la piccola ridendo anche lei e dirigendosi verso il bagno.

Le due non si sarebbero mai dimenticate della fatica fatta per acquistare quell’abito: era la vigilia di Natale appena trascorsa e loro dovevano ancora terminare la lista dei regali, erano solite muoversi all’ultimo, ma quell’anno si trovavano davvero agli sgoccioli, così avevano deciso di fare un giro per il centro del paese “Però compriamo solo i regali! Niente cose per noi OK?!” aveva tuonato Alice, avvolta in una giacca a vento fucsia e con il collo coperto da una sciarpa di lana bianca, prima di uscire insieme a Clara anche lei sommersa dal suo giubbotto azzurro, che quasi seccata aveva risposto di si e che quelle cose già le sapeva. Ma le raccomandazioni non servirono a molto, infatti, le ragazze prima si erano fermate in un bar per bere una cioccolata calda e poi alle bancarelle dei Mercatini di Natale senza però trovare nessun pensierino adatto ai familiari. Quando poi, finalmente, passate quasi quattro ore dalla loro uscita e superate da un bel po’ le otto avevano deciso di tornare a casa Clara si era fermata davanti a una vetrina con esposto il famoso abito da marinaretta e aveva implorato la sorellona  di comprarglielo, poiché lei aveva finito i soldi, Alice se fosse stata una serata diversa probabilmente le avrebbe urlato addosso, ma siccome era la notte prima di Natale regalò alla sorellina il vestitino che tanto amava. Quando le giovani rientrarono a casa con il naso congelato e le mani infreddolite si dovettero sorbire anche le sgridate dei genitori, ma loro erano felici, una perché aveva ottenuto ciò che voleva, l’altra perché aveva reso gioiosa la sorella “Dopotutto a Natale siamo tutti più buoni!” aveva pensato prima di entrare nel negozio di vestiti.

Alice, dopo aver dato un’ultima occhiata alla camera di sua sorella e dopo aver sbuffato per il disordine fatto da Clara nella stanza, decise di raggiungere la sua. Le stanze delle due ragazze si assomigliavano molto, soprattutto per la disposizione dei letti, entrambi contro il muro a sinistra e per le porte finestre che le collegavano a un balcone comunicante con entrambe le stanze. La camera della maggiore però, era molto più ordinata e con le pareti giallo ocra, un colore che emanava sempre calore, anche durante le sere di inverno, inoltre la scrivania era ben sistemata con un gran numero di libri, per l’università e a scopo di rilassamento, posizionati nella libreria ad essa adiacente. Ad Alice piaceva vivere in una casa ordinata e più volte lei e la sorella avevano litigato a causa della pigrizia nel riordinare di quest’ultima. Nella stanza della ragazza più grande non si trovavano tanti poster, solo due grosse fotografie: una sopra il letto era formata da un puzzle che la giovane amava comporre e raffigurava lei e Clara abbracciate sopra uno scivolo quando ancora erano piccole, lo si poteva notare soprattutto dal sorriso della più giovane al quale mancavano i denti centrali; la seconda invece si trovava sopra la scrivania, nella parete di destra a fianco alla grossa bacheca che la studentessa utilizzava per appendere gli appunti importanti e ritraeva le stesse due ragazze cresciute  sedute su un prato di fronte ad una fattoria, luogo nel quale avevano fatto una vacanza un anno prima. Le porte finestre erano chiuse e le tende arancioni mettevano in ombra tutta la stanza, anche per questo Alice decise di aprire le finestre e di iniziare a cambiarsi.  Anche lei, nonostante odiasse ammetterlo aveva lo stesso problema di Clara: non sapeva mai cosa mettersi, entrambe avevano parecchi abiti e spesso la scelta su cosa indossare era complicata. Quel giorno però, andò a colpo sicuro, infatti la madre quella mattina le aveva fatto trovare la sua maglietta preferita sulla sedia accanto al suo giacilio, bastava trovare un paio di jeans da abbinarci e avrebbe portato a termine la sua impresa. La maglietta era una maglietta rossa con l’immagine di un fiocco a pois sul davanti, mentre i pantaloni erano dei normali blue-jeans; Alice non amava tanto i vestiti, a differenza della piccola di casa che li adorava, lei fin da bambina aveva sempre indossato magliette e pantaloni.
  
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