Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: BeatrixLovett    27/08/2016    1 recensioni
Scabior la gettò a terra e Beatrix atterrò sulle ginocchia.
La ragazza alzò lentamente la testa per vedere colui che aveva davanti. I suoi occhi non avevano mai visto veramente il mondo, non si erano mai soffermati sullo splendore della natura o sulla bellezza di una persona. Quel naso non aveva mai gradito il profumo della dolcezza. Quelle labbra non si erano mai mosse in un sorriso amabile, in una risata di gioia o in un bacio. Il male era davanti a lei, fatto uomo.
Genere: Dark, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Famiglia Lestrange, Famiglia Malfoy, Mangiamorte | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 

Capitolo 5

Tra due litiganti, il terzo gode




 
Il giorno successivo Beatrix s’alzò di buon’ora, dopo una sana e ricostituente dormita.
Quella mattina c’era un gran schiamazzo nella Sala Grande, i primini erano in agitazione per la loro prima lezione e i prefetti cercavano inutilmente di calmarli.
Beatrix si sedette sulla panca dei Serpeverde, a malincuore, vicino a Vincent Tiger il grosso bullo molto stupido, amico di suo cugino Draco.
Beatrix si servì il cappuccino nell'attesa dell'arrivo dei suoi amici. Prese una fetta biscottata e cominciò a spalmarci sopra una buona quantità di crema di nocciole. Quando ad un tratto, la vista le si oscurò, sentì delle mani calde sugli occhi e una voce sussurrarle all'orecchio «Indovina chi sono... »
Beatrix sussultò perché la voce era identica a quella di Draco Malfoy, ma era impossibile che fosse lui.
«Ti arrendi? Forse così mi riconosci… »  sentì le labbra di Erik baciarle la guancia
«Forse ieri sera hai mangiato troppi dolci! » scherzò la ragazza, scompigliandogli i capelli.
«Ogni tanto bisogna dimostrare i propri sentimenti alle persone che ti circondano, altrimenti inizieranno a pensare che sei senza cuore»  rispose il ragazzo, usando un tono teatrale sulle ultime parole. Beatrix gli sorrise e ricambiò il bacio sulla guancia, lasciandogli il segno del rossetto.
«Mi mancava solo questo per essere un vero sex symbol! »
Scoppiarono a ridere.
«Ieri sera cercavi di dirmi qualcosa?»  chiese la ragazza, mentre addentava l'ultimo pezzo della sua fetta biscottata. «Sì, giusto! Ti volevo chiedere... »  iniziò a dire Erik, ma Beatrix non lo ascoltava, aveva visto Grace al tavolo dei Grifondoro. Doveva andare a parlarle.
«Hai visto un fantasma?» le domandò Erik.
Beatrix distolse lo sguardo dall’amica.
«Non mi sorprende visto che ad Hogwarts ci sono quattro fantasmi...»  gli rispose Beatrix scherzando, ma Erik la guardò investigatore. «Sto bene, scusa... ehm... cosa stavi dicendo?»
Erik ripetè quanto aveva detto, visibilmente scocciato. «Lunedì prossimo ci sono le selezioni per la nuova squadra di Quidditch di Serpeverde. Mi farebbe piacere se tu venissi a provare.» 
Beatrix posò la tazza sul piatto e guardò Erik per vedere se era serio. La sua risposta in realtà doveva essere tutt'altra, ma fu intenerita dall’espressione dell’amico. Questa volta non scherzava, doveva tenerci davvero molto.
«Va bene. A che ora?»
Il lungo viso del ragazzo s'illuminò e un sorriso colmo di gioia gli si dipinse sul volto.
«Brava! Alle 17.00, al campo di Quidditch! »
«Perfetto, ci sarò! Ora devo andare, ci vediamo a lezione!»  salutò Beatrix, dando due baci all'amico, prese la borsa da sotto la panca e se la mise a tracolla mentre si dirigeva verso l'uscita della sala, ma Grace era già sparita. Beatrix pensò che magari poteva essere ritornata al suo dormitorio, così salì le scale fino al settimo piano e percorse vari corridoi fino ad arrivare all’ingresso della sala comune dei Grifondoro. Non le era permesso entrare, essendo di un’altra casa, così aspettò fuori, subendo varie occhiate sospettose dagli studenti che uscivano. Stufa di essere costretta a subire quelle occhiatacce, trovò un’amica di Grace e le chiese se era dentro. Le rispose di no che non era più tornata in camera dopo la colazione.
Ritornò indietro, innervosita dall'aver perso tempo inutilmente, scese le scale fino al secondo piano, dove aveva lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Improvvisamente le venne l'orribile dubbio che Grace fosse scappata via proprio per evitare di parlare con lei.
Entrò nel bagno della ragazze, dirigendosi verso il lavandino per calmarsi.
Sentì una porta chiudersi. Beatrix si voltò e si trovò faccia a faccia con Grace.
«Ti stavo cercando! Cosa succede? Voglio solo parlarti!»
L’amica scosse la testa e cercò di divincolarsi per uscire dal bagno, ma Beatrix senza rendersene conto le aveva afferrato il polso.
«Lasciami! Non voglio parlare con te! Sei uguale a lui!» le urlò contro Grace, «Ti ho detto di lasciarmi andare!»
Beatrix se ne rese conto e mollò la presa.
Grace la fissò con gli occhi pieni di lacrime, sorrise falsa, poi si portò le mani al foulard che teneva al collo e se lo tolse, aveva un grosso livido nero sul collo. «Questo è quello che mi ha fatto tuo cugino, qui a Hogwarts, ha detto che non dovevo tornare che quelli come me moriranno tutti... oh, ma perché ti sto dicendo questo!»
«Invece devi dirmele queste cose, Grace! Sono tua amica... »
«Amica? Anche io lo pensavo! Forse c’è qualcosa che dovresti dirmi?» 
Le parole di Grace la fecero trasalire.
«Ha detto… che molto presto quelli della mia razza scompariranno tutti. E che tu e lui sarete tra quelli che lo faranno...»
Beatrix aveva insistito tanto per parlare, ma mai si sarebbe immaginata di arrivare ad un simile argomento, non in quel modo.
«Grace la cosa che mi stupisce è che sei stata ad ascoltarlo. Lo sai che Draco è…» 
«C’è l’hai anche tu?» la interruppe Grace, prendendole il braccio destro.
«Grace cosa...»
La ragazza le tirò su la manica.
«Cosa pensavi di trovare, Grace?» disse sfilando il braccio dalla sua presa,  «Io non sono come mio cugino, mi sorprende che ancora tu non l’abbia capito!»
«I tuoi sono Mangiamorte?»
«Sì»
«I miei genitori sono stati uccisi dai Mangiamorte...»
«Lo so, Grace, ma...»
«No! Chiamami come sono davvero per te, Mezzosangue… non capisco come mai sto perdendo tempo con te… non sono l’amica che corrisponde alle caratteristiche della tua classe sociale? Scusa se ho sporcato, il terreno dove stai camminando!»
«Grace, perché non vuoi ascoltarmi? Grace!!» 
Ormai l’amica era uscita dal bagno e lei era rimasta lì ferma ed incredula davanti al lavandino. 
Grace non le parlò per il resto della giornata, né per i giorni successivi, faceva finta di non vederla quando s'incrociavano, non la salutava più. Odiava Draco e quello che aveva fatto alla sua amica. Odiava il disprezzo. Odiava Voldemort, i Mangiamorte e la sua famiglia. Tanto che tagliò i rapporti con tutti. I giorni a seguire Beatrix s'isolò, cercando di pensare soltanto alla scuola, ma con così tanti pensieri in testa era ancora più difficile. Inoltre le ore sembravano interminabili, i professori continuavano a sottolineare che quell’anno gli studenti del settimo anno avevano gli esami M.A.G.O. (Magie Avanzate di Grado Ottimale) e che dovevano impegnarsi costantemente per superarli. 
Lunedì pomeriggio, Beatrix si trovava in Sala Comune seduta ad un tavolo. Svolgeva il tema di due pagine di pergamena per Erbologia: definizione della Sanguisuga Stritola e come liberarsene.
Dopo circa un'ora posò la penna d’oca e fece asciugare l’inchiostro, rilesse tutto, arrotolò il foglio e lo mise nella borsa. La mente vagava da tutt'altra parte.
“Ora concentrati sul Quidditch!” pensò. Alzandosi, aprì con cautela il suo vecchio baule e ne tirò fuori la sua Nimbus duemila, comprata durante l'estate del secondo anno e usata solo per le lezioni, gli anni successivi non l’aveva più neanche tirata fuori e adesso si chiedeva se fosse stata ancora capace di salirci sopra.
Indossò degli abiti comodi, una maglia verde scuro e dei leggins neri, per evitare di essere impedita nei movimenti, si legò i capelli in una coda alta, si mise il mantello da Quidditch di Serpeverde e impugnando la scopa uscì dalla stanza.
In corridoio camminò lentamente, il castello era stranamente silenzioso, l’unica presenza era il fantasma di Serpeverde, il Barone Sanguinario: un torvo, silenzioso e terrificante spettro ricoperto di macchie di sangue. Il Barone un tempo amava Helena Corvonero, figlia di Cosetta. Dopo un rifiuto da parte di quest’ultima, la uccise. In preda al rimorso, si suicidò con la stessa lama.
Non parlava mai, però solo a guardarlo incuteva timore. Non considerò Beatrix e passò oltre.
Poco dopo la ragazza si ritrovò all’aria aperta del giardino. Era una bellissima giornata di sole, tempo perfetto per il quidditch.
Dirigendosi verso il campo, notò parecchi studenti che svolgevano i compiti distesi sul manto erboso oppure riposavano appoggiati ai tronchi degli alberi, questo spiegava il perché il castello fosse così silenzioso.
Luna Lovegood, una ragazza di Corvonero amica di Jenny, le sorrise e la salutò con uno sguardo trasognante, ritornando poi sul libro che teneva rovesciato sulle ginocchia.
Beatrix arrivò al campo in pochi minuti e si accorse subito del gran numero di aspiranti giocatori, scorse anche Draco tra questi e l'ondata di odio si riaccese. Non ebbe tempo ad avvicinarsi a lui e tirargli un pugno perché Erik richiamò l'attenzione di tutti e li fece riunire. Mostrava con orgoglio la sua divisa da Capitano, verde con le rifiniture in argento, che gli calzava a pennello.
«Bene, credo che ci siamo tut…» , ma s'interruppe vedendo arrivare di corsa una ragazza che raggiunse la folla col fiatone, era Cloe.
«Scusate.. il... ritardo »
«Per questa volta va bene Cloe. Voglio che fate un giro di riscaldamento, tanto per ambientarvi un po', dopodiché procederemo con l’allenamento»  annunciò Erik prendendo il suo manico di scopa, «Forza, scattare!»
Beatrix si mise a cavalcioni sulla scopa e, pregando di ricordarsi le regole base, dandosi la spinta necessaria, si liberò nell’aria. Volare era un emozione fantastica, essere liberi dalla terra, sovrastare le leggi della fisica, superare la gravità. Fece alcuni giri per il campo, sentiva il vento sferzarle il viso, lo aveva previsto, infatti aveva fatto un incantesimo su se stessa in modo che non le lacrimassero gli occhi mentre volava.
Erik volò al centro del campo e radunò tutti i ragazzi attorno a lui, «Adesso si fa sul serio. Iniziamo una partita e vediamo come ve la cavate. La prima squadra sarà formata da... Serena, Theresa… Victor, Goyle, Kate… Anne e… Beatrix. I restanti formano la seconda. »  disse indicando ciascun nominato.
Le regole del Quidditch non erano difficili: una squadra è formata da tre cacciatori che hanno il compito di passarsi la pluffa (palla leggera) e cercare di segnare attraverso i tre cerchi (le porte) posizionati ai due lati opposti del campo; due battitori muniti di mazza, hanno il compito di difendere i propri compagni e disarcionare gli avversari con i bolidi (palle stregate e programmate per buttare giù dalla scopa); un portiere che deve difendere i tre cerchi per la sua squadra; un cercatore che ha il compito di prendere il boccino d’oro (pallina piccola e veloce che vola da sola) prima della squadra avversaria.
Beatrix si era proposta come battitore insieme a Victor, i loro avversari erano Margaret e Draco.
«Pronta a cadere dalla scopa?»  le disse sprezzante Malfoy.
«Sta' zitto e pensa a giocare senza imbrogliare. Se ne sei capace.»  gli rispose Beatrix di rimando, senza perdere la concentrazione. Prese la mazza che gli porse Erik, poi quest’ultimo scese a terra e aprì un grosso baule marrone composto da innumerevoli cinghie. Prese in mano una piccola scatolina e l'aprì liberando il boccino d’oro che volò via ad una velocità incredibile. Poi slegò i due bolidi dalle rispettive cinghie e anche questi partirono, iniziando a volare in alto. Infine prese la pluffa e la lanciò in aria. Fischiò.
La ragazza identificò la posizione dei due bolidi e mentre Victor colpiva uno dei due, lei si diresse verso il secondo, impugnò la mazza e si tenne saldamente alla scopa con la mano libera, fece uno scatto in avanti, ma Draco si fiondò ad una velocità sorprendente davanti a lei, colpendolo al suo posto. Il bolide volò in direzione di Anne. Beatrix fece il giro del campo e si tuffò in picchiata per pararlo, riuscì a rispedirlo contro Malfoy, ma lui non era più nello stesso punto di prima. La ragazza constatò che non era così facile come sembrava, il compito del battitore era forse il più faticoso tra tutti, ci voleva una grande forza nelle braccia, infatti dopo mezz'ora cominciò a sentire dolore alle spalle e la mazza iniziava a pesare. Distratta dalla fitta di dolore, perse la posizione dei bolidi, così si fermò, guardando in tutte le direzioni. S’accorse troppo tardi, che era stata una mossa sbagliata: i due bolidi precipitavano verso di lei. Iniziò a farsi prendere dal panico: non sarebbe riuscita a respingerli indietro tutti e due con la sola forza di un  braccio, ma se non voleva finire in infermeria doveva decidersi.
Prese l’equilibrio necessario e staccando entrambe le mani impugnò saldamente la mazza, prese la mira e quando furono abbastanza vicini, colpì i due bolidi nello stesso momento e questi s'abbatterono verso terra. Dando il colpo però Beatrix perse l’equilibrio, cadendo in avanti. Si ritrovò, fortunatamente, aggrappata al bastone della scopa, ma sapeva che se fosse balzata oltre sarebbe caduta da venti metri d'altezza. Nonostante fosse fuori pericolo, il cuore continuava a battergli all’impazzata e l’adrenalina a scorrerle veloce nelle vene.
Erik, nel frattempo, aveva bloccato con un incantesimo i due bolidi, anche perché Draco invece che eseguire il suo compito, li aveva scansati e per poco non avevano preso un cacciatore. Cloe, nel bel mezzo di quel trambusto era riuscita ad afferrare il boccino, muoveva il braccio tenendo il pugno chiuso da cui uscivano due ali sottili e dorate. La partita era finita.
Beatrix fu contenta di ritoccare la terraferma.
A Erik, ora, toccava declamare la sua decisione riguardo la squadra.
«Innanzitutto volevo ringraziarvi per aver partecipato alle selezioni, so che non vedete l'ora di sapere chi è stato scelto, quindi vediamo di andare subito al punto... »  fece una pausa, e continuò: «Mi sembra ovvio che Cloe sarà la migliore cercatrice che la squadra abbia mai avuto, »  annunciò Erik elogiando la ragazza che esultava facendo segno di vittoria, mentre Draco diventava rosso di collera, visto che al secondo anno lo era stato lui.
«…hai una buona presa e sei molto agile sulla scopa più di quanto sembri Goyle, sarai il nuovo portiere... »  annunciò, rivolgendosi al nominato che per la prima volta vide sorridere di gioia.
«Paul, Kate, Serena mi spiace, siete veloci, ma non avete quella mira che hanno Ann, Jack e William! »
I ragazzi che erano passati esultarono, s'abbracciarono e presi dall'entusiasmo non ascoltarono più ciò che aveva da dire Erik.
«Credo che tu debba cercare il significato di battitore sul dizionario, Malfoy. Da quando in qua si schiva? Hai messo in pericolo una tua compagna di squadra...»
«Mi sembra ovvio di come siano andate queste selezioni... »  borbottò il nominato.
«Hai qualcosa da dire, Malfoy? Dillo a voce alta.»
Draco usò il suo tono impertinente, «Hai deciso di far passare solo i tuoi amici Draven?»
«Forse sarebbe meglio che la prossima volta te la sudi l'entrata in squadra, non m'importa niente dei soldi di tuo padre, Malfoy, non servono per comprare la nostra vittoria... »
Draco sorrise falso, «Dovevo immaginarlo... forse avresti avuto più probabilità nello spogliatoio da solo con te...»
Il volto di Erik si contorse in un’espressione mista di odio e disgusto.
I presenti erano sicuri che gli sarebbe saltato addosso da un momento all'altro, ma invece si voltò «Mi dispiace, non sei il mio tipo...» disse Erik, riprendendo ad assegnare i ruoli come se nulla fosse, come se le offese di Malfoy gli scivolassero addosso, perché non si sarebbe abbassato al suo livello, non avrebbe perso il ruolo di capitano per colpa di quell'invidioso di Draco.
«Victor… se fossi stato in una partita vera avresti fatto perdere l'intera squadra, hai lasciato che Beatrix respingesse due bolidi contemporaneamente a causa del tuo mancato intervento. Quindi brave Margaret e Beatrix, siete le nuove battitrici!» comunicò Erik.
Beatrix non si era ancora ripresa dalla sorpresa che si sentì abbracciare da qualcuno, «Brava! » disse Cloe su di giri con ancora in mano il boccino d’oro che aveva catturato, «Tu di più! »  disse sorridendo soffocata dalla stretta dell’amica.
«Ragazzi che squadra! Grandi! Vinceremo la coppa, me lo sento! »  urlò Erik facendo esplodere la sua felicità, ormai tutti si erano dimenticati di Malfoy. S'abbracciarono e gridarono in coro: «Merda,merda,merda »  
Tutti tornarono al dormitorio di Serpeverde. Beatrix e Cloe aiutarono Erik a mettere a posto il baule del Quidditch e uscirono per ultimi dal campo.
«Siete state bravissime, ragazze! »  disse Erik, raggiante, «Sono contento di avervi in squadra e posso assicurarvi che non è per favoritismi... »
«Grazie Erik »  rispose Cloe, sciogliendosi i lunghi capelli biondi che aveva raccolto in una coda.
«Anche tu sei stato grande oggi! »  disse Beatrix, passandogli un braccio attorno al collo.
Erik si rabbuiò.
«Forse dovevo picchiarlo, forse gli passava la voglia... »  considerò Erik, mentre camminavano verso il castello.
«Hai fatto benissimo così, Erik. Potevi rischiare di perdere il tuo posto di capitano... »
«Ma davvero ti voleva pagare? »  chiese Cloe, incredula.
«Sì, 1000 galeoni per un posto in squadra. Il che voleva dire vittoria persa e squalifica.»
«Lascialo perdere è solo un viziato presuntuoso... oh Emily dov'eri finita? Sai che sono nella squadra... »  Cloe incontrò una ragazza di Serpeverde e si fermò a parlare con lei.
Erik e Beatrix andarono avanti, «Tra pochi minuti lo saprà l'intera scuola...»  disse ridacchiando Erik, «Ma sono felice che lei sia contenta.»
Continuarono a camminare, ma non più verso la scuola, ma verso una collinetta, dove si potevano sedere per vedere tramontare il sole.
«Tu sei felice?»  gli chiese.
«Sì, Erik. Sono contenta perché il tuo sogno si è avverato.»  disse sedendosi, senza staccare gli occhi dal cielo tinto delle varie sfumature di rosso.
«Sto parlando in generale»  
Beatrix lo guardò e vide che la stava guardando.
Lei abbassò lo sguardo e scosse la testa.
«Se vuoi, ti ascolto »
Lei lo guardò ancora accennando un piccolo sorriso che lui ricambiò.
Gli raccontò tutto della sua famiglia e della scelta che doveva fare, di Grace e di Draco e una volta finito il sole era ormai sparito e intorno a loro era calata l'oscurità della sera.
Erik non disse niente.
«Meglio andare adesso...»  aggiunse la ragazza.
Una volta in piedi, Erik disse: «Hai bisogno di una cosa per affrontare tutto questo.»   La ragazza sollevò lo sguardo verso l'amico che la circondò in un abbraccio stringendola a sé, «Non devi più essere sola »  le sussurrò nell'orecchio. La ragazza lo strinse e non riuscendo più a trattenersi scoppiò a piangere sulla sua spalla. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: BeatrixLovett