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Autore: Carrie_Whithouse    29/08/2016    3 recensioni
Una caccia alle streghe che va a finire male e un fratello molto protettivo che farà tutto pur di salvaguardare la sicurezza del suo fratellino.
Cosa farà Dean capendo che Sam ha in realtà molto più bisogno di protezione di quanto ne aveva una volta?
A de-aged Sam Story
Genere: Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione, Contesto generale/vago
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CAPITOLO DUE

 

Il suo risveglio non fu uno dei più piacevoli certamente.

 

Sam si svegliò trovando davanti a se' Dean mentre cercava di mettergli su un pannolino.

 

“Che cazzo stai facendo, Dean?” urlò subito arrabbiato Sam divincolandosi dalla presa di suo fratello.

 

“Hei 'sta calmo Tigre... Mentre eravamo in auto mi hai pisciato addosso e allora ci siamo fermati a prendere dei pannolini” rispose Dean, facendosi beffe di suo fratello.

 

In risposta, la faccia di Sam divenne tutta rossa, motivo di altre risate per Dean che non fecero altro che infastidire suo fratello. La faccia di Dean ritornò completamente seria un attimo dopo che un Bobby incazzato gli diede uno schiaffo dietro la nuca, il che fece ridere Sam questa volta.

 

“Ma che hai da ridere, idiota...” Dean sembrava incazzato

 

“St'onzo” disse giustamente Sam, in risposta alla provocazione di suo fratello.

 

Entrambi tornarono mortalmente seri dopo aver visto lo sguardo che Bobby gli stava dando.

 

“Smettetela di fare gli stupidi voi due” poi rivolgendosi a Sam disse: “Sam, mancano almeno sei ore prima di arrivare a casa mia, perciò ora tu indosserai quel pannolino senza storie, capito?”

 

Arrendendosi Sam smise di lottare e Dean – sguardo di vittoria in faccia- lo alzò per le caviglie prima di far scivolare sotto di lui il pannolino e sigillare le chiusure attorno al suo busto.

 

“Abbiamo bisogno di prendere dei vestiti della sua misura e altre cose che potrebbero servirci se dovesse rimanere così ancora per un po', Bobby”

 

“Va bene” riflettè passandosi una mano sulla faccia “ci fermeremo verso l'ora di pranzo in un qualche supermercato e prenderemo tutto” poi aggiunse guardando direttamente Dean “Anche delle bende per le tue costole, non pensare che me ne sia dimenticato” lo sguardo serio che inflisse a Dean non gli permise di contestare la sua affermazione.

 

“De, ti sei fatto male?” chiese Sam, mostrando il suo tipico sguardo da “cucciolo abbandonato sull'autostrada il giorno di natale

 

“Non è niente, Sammy. Non preoccuparti, ok? Io sto sempre bene”

 

“Otay”

 

Dean aggrottò leggermente le soppraciglia. Sam sembrava reagire come se fosse davvero un bambino, ma non se ne preoccupò molto, probabilmente era solo il suo subconscio che cercava di adattarsi alla sua nuova situazione facendolo comportare in quel modo. Riprendendo suo fratello in braccio ritornò sul sedile del passeggero ignorando il forte dolore alle costole e il continuo pulsare nella sua gamba.

 

L'ora di pranzo li raggiunse in fretta e Bobby iniziò a guardarsi intorno in cerca di fermate di servizio oppure supermercati nella loro zona. Vedendo un cartello che indicava un centro commerciale a poco meno di due kilometri dalla loro posizione, premette sull'acceleratore e guidò fino all'area indicata, dove poi non gli fu difficile trovare parcheggio dove sistemare l'Impala durante la loro sosta.

 

“Secondo te, nessuno ci guarderà con un bambino praticamente nudo?”

 

Sam lanciò una bitch-face a Dean, che però la ignorò con un tenero sorriso.

 

“Mettigli su la sua camicia, arrotola le maniche e facciamo finta che sia tutto normale, se qualcuno ci guarda, tu ignoralo, va bene?”

 

“Si, signore”

 

Dean prese la camicia di suo fratello e cominciò a infilargliela, dopo averla abbottonata cominciò a tirare su le maniche per poter fare uscire le sue braccia e finalmente entrare nel centro commerciale pronti alle compere.

 

Appena varcata la soglia un paio di facce si girarono a guardarli, ma nessuno fece caso a loro più di tanto, il che fece calmare sia Dean che Sam, che era ancorato come una scimmia al petto di suo fratello.

 

“Dean, prendi un carrello e seguimi”

 

Il giovane cacciatore obbedì subito all'ordine imposto dal suo surrogato padre e seguì l'uomo tra le corsie del supermercato, prendendo tutto quello che sarebbe potuto servire al suo -letteralmente- fratellino.

Dopo neanche 10 minuti si accorse che il carrello aveva incorporato un piccolo seggiolino per permettere ai genitori di mettere li i loro figli (lui non era pratico in queste cose, si ricorda a malapena di essere mai stato lui stesso in tale carrello).

Spostò dal suo fianco Sam e cercò di metterlo subito al suo interno, ma appena si accorse di ciò che suo fratello stava facendo, Sam, iniziò a opporre resistenza e a gridare a Dean.

 

“Io non sono uno stupido bambino, Dean, non mi puoi fa'e davvevo questo!”

 

Un paio di madri indignate della loro stessa corsia lo guardarono malevolo, ma non dissero niente e continuarono per la loro strada sussurrando quale padre sciagurato era. Dean ora era veramente incazzato, come potevano quelle donne giudicare lui senza nemmeno conoscerlo? Lui era colui che si era sempre preso cura di Sam, cercando di non farlo mai stare male. Lui era colui che aveva cresciuto quel ragazzino scheletrico che tutti prendevano in giro solo poiché era diverso da loro altri.

Prese Sam e lo infilò a forza nel seggiolino.

 

“Ok, adesso ascoltami, Sammy. Tu non ti puoi comportare in questo modo, soprattutto quando siamo in pubblico, capisci? Se qualcuno dovesse sentirti urlare e chiamare i servizi sociali perchè pensa che ti stia facendo del male saremmo davvero fregati. Io finirei forse in prigione e tu saresti portato via da me dato che non hai nemmeno un giustificato di nascita che spiega la tua età attuale!”

 

Dean era veramente esasperato e quando Sam gli mostrò i suoi tipici occhi da cucciolo non sembrò minimamente toccarlo il fatto.

Da quel momento Sammy rimase buono riflettendo su questa nuova situazione in cui si erano cacciati. Sapeva che non era colpa di Dean oppure di Bobby se gli era capitato questo, ma dovevano capire che se per loro non era facile, per lui doveva anche essere peggio visto che era il diretto interessato della maledizione.

Passando per le corsie stette attento a ciò che suo fratello stava comprando lui sotto suggerimenti di Bobby soprattutto. Pensandoci bene, l'uomo li aveva ospitati a casa sua quando erano ancora entrambi piccoli e probabilmente aveva spesso comprato certi tipi di forniture.

I suoi occhi si posarono sulle scatole di bende che Bobby stava posando nel carrello e solo in quel momento Sam sembrò ricordarsi che suo fratello si era fatto male. Abbassò lo sguardo verso la sua gamba che però ora sembrava non sanguinare più e si accorse che indossava anche dei pantaloni nuovi: quando aveva avuto il tempo di cambiarsi? Non si ricordava altre fermate prima di quella del pannolino - rabbrividì ancora al ricordo e alla sensazione di morbido attorno alle sue parti intime - e quella del supermercato.

 

“Hei Sammy, che marca preferisci? 'Happy Heinys' oppure 'Pampers'?”

 

“Sei una pe'sona ovibile Dean”

 

“Sono ovibile Sammy?” prese in giro Dean.

 

“Dai Deeeeeaaan” si lamentò il suo giovane fratellino.

 

“Vada per i Pampers allora, Sammy”

 

Bobby guardò da lontano il loro piccolo battibecco e sorrise al ricordò che gli provocò la loro piccola scenetta. Ricordò tutte le volte che Dean e Sammy litigavano da piccoli a casa sua, non l'hanno mai fatto seriamente. I loro litigi si fermavano sempre a battute rivolte l'uno all'altro ma mai diventò una cosa seria, almeno finchè Sam non raggiunse l'adolescenza e cercò di ribellarsi a suo padre. Dean s'intrometteva sempre per cercare di fermare loro di urlarsi contro, finendo per essere quello preso di mira dalle urla di entrambi, ma non smetteva mai di farlo perchè, per quanto amasse suo padre, niente poteva eguagliare l'amore che provava per il suo fratellino che avrebbe sempre protetto.

 

“Abbiamo p'eso tutto, De?”

 

“Ti stai già stufando, Tigre?”

 

“Mmhhh-mh” rispose assonnato Sammy.

 

“Si, dobbiamo solo prenderti alcuni vestiti e dei pigiami e poi possiamo andare a mangiare, ok?”

 

“Ok”

 

Passarono di corsia in corsia cercando quella di abbigamento infantile e quando la trovarono, Sam non fu felice di ciò che vide. Era circondato da vestiti colorati e pieni di disegni infantili. Fu disgustato quando vide un pigiama con degli orsetti disegnati sopra.

 

“Hei Sammy, ti piace questo?”

 

Sam si girò per vedere ciò che gli stava mostrando Dean e inorridì quando vide davanti a se' una tuta con dei pagliacci collocati sopra.

Un grido gli sfuggì dalle labbra.

 

“Metti via quel coso, Dean!” sembrava quasi si stesse per mettere a piangere.

 

Dean si stava sbellicando dal ridere e sembrava non avesse proprio voglia di mettere via quell'orrore.

 

“Dammelo qua, Dean!” disse Bobby improvvisamente, “non spaventare in questo modo tuo fratello, idiota!”

 

Bobby prese velocemente in mano l'oggetto d'odio di Sam e lo ripose il più lontano possibile dal piccolo.

 

“Dai Sammy, mica ti sei arrabbiato?”

 

Gli occhi di Sam erano inondati dalle lacrime: certo che era arrabbiato! Solo che in quel momento era molto più spaventato e perciò rimase in silenzio con lo sguardo basso a contemplare le sue mani.

 

“Sammy?” adesso Dean sembrava spaventato, forse capiva di aver esagerato con quello scherzo.

 

“Hei schizzo, non ti volevo spaventare, mi dispiace, va tutto bene?”

 

“No, n-non” un singhiozzo gli sfuggì dalle labbra “non va e'ene”

 

“Hei... Ssh, va tutto bene, mi dispiace. Davvero Sammy, mi dispiace tanto” solo allora, forse, Dean capiva veramente ciò che aveva fatto. La mente di Sam era già abbastanza affaticata dalle memorie dell'inferno che ancora sguazzavano libere e lui forse ne aveva ancora di più aggravato la situazione. Prese il suo fratellino in braccio ed iniziò a cullarlo leggermente finché non si fu calmato abbastanza per tornare seduto nel carrello. Velocemente scelse un paio di felpe normali e qualche camicia a quadri, poi prese dei jeans, calzini e canottiere prima di ricordarsi di prendere anche un paio di scarpe, fatto tutto si sbrigò a seguire Bobby alla cassa e a pagare tutto prima di poter uscire nella sala principale del centro commerciale.

 

“Vado a cercare un bagno per cambiarlo” disse a Bobby, mettendo giù il carrello e prendendo suo fratello in braccio.

 

“Okay” rispose Bobby mettendogli a portata di mano il vestiario necessario per il bambino “io vado a mettere il resto in macchina, ci vediamo qui tra dieci minuti”

 

“Certo” disse Dean prendendo tutto il necessario e dirigendosi verso il bagno.

 

Non ci volle molto per poter trovare il cartello che indicava il bagno. Dean prese la corsia ed entrò in quello attrezzato per poter cambiare i bambini. Mise Sam sul fasciatoio ed appoggiò tutto ciò che aveva in braccio accanto a lui.

 

“Alza le braccia, Sammy” disse Dean aiutando Sam a togliersi la sua enorme camicia di dosso.

 

Dopo avergliela tolta, Dean gli sfilò il pannolino e prese delle salviette per poterlo pulire mentre, stranamente, Sam se ne stava in silenzio a subire tutto. Nemmeno una replica uscì dalla sua bocca, il che fece sentire strano Dean, non era normale che Sam si lasciasse trattare come se fosse davvero un bambino.

Forse il suo fratellino stava male e non glielo voleva dire?

 

“Hei Sammy... Tutto bene?” chiese finendolo di pulire per poi far scivolare sotto di lui un pannolino e chiudendolo attorno i suoi fianchi.

 

Sam gli diede uno sguardo stanco prima di annuire lentamente e chiudere gli occhi. Anche se stupito dall'atteggiamento di suo fratello, lo lasciò riposare mentre continuò a vestirlo. Gli infilò i calzini lentamente uno ad uno, stando attento che fossero stati dritti, poi gli mise la canottiera agganciando i bottoni sul davanti, gli infilò i jeans agganciando il bottoncino e tirando su la cerniera, gli fece indossare la camicia prima di mettergli le scarpe e allacciarle strette.

Lasciò Sam nel fasciatoio mentre si girava per alleviare se stesso per poi riprenderlo in braccio e incontrarsi con Bobby nel posto prestabilito.

 

“Si è addormentato?” chiese una voce scettica da dietro di lui.

 

Si girò per incontrare lo sguardo di Bobby posato sul bambino addormentato sul suo petto. Un sorriso involontario si formò dopo aver visto che Sam si stava succhiando il pollice.

 

“Si è addormentato mentre lo stavo cambiando... Sembrava davvero esausto”.

 

“Andiamo a prendere qualcosa da asporto, così se si sveglia in viaggio può mangiare in macchina”

 

“E sporcare così la mia piccola?” chiese scettico Dean “neanche per sogno, grazie”

 

“Starà attento, in caso possiamo aiutarlo noi, fermiamo l'auto e gli diamo da mangiare”

 

“Buona fortuna per convincerlo ad aiutarlo a mangiare, pensa ancora di poter fare tutto da solo”

 

“Deve capire che non può più fare come prima di tutto questo” disse agitando le mani in aria comprendendo tutto quello che gli era successo quel giorno “è ancora presto, è accaduto solo poche ore fa, vedrai che riuscirà ad adattarsi alla situazione” disse speranzoso Bobby.

 

“Okay” Dean si passò stanco una mano sul viso.

 

“Sembra che Sam non sia l'unico ad aver bisogno di una dormita” sogghignò Bobby.

 

“Sul serio? Mi stai paragonando ad un fottuto bambino?” chiese stupito il giovane cacciatore.

 

Bobby solamente sorrise in risposta alla sua domanda ed inziò a dirigersi verso un Biggerson's per prendere il loro pranzo, prima che tutto si trasformasse in un vero litigio.

 

Dean e Bobby si presero un hamburger con pancetta, formaggio e contorno di patatine, mentre per Sam presero un hamburger con cotoletta e contorno di patate. Ringraziarono e tornarono alla loro auto, dimenticando però una cosa fondamentale.

 

“Cazzo Bobby! Me n'ero proprio scordato!”

 

“Cosa c'è ragazzo?”

 

“Ci serve un seggiolino per l'auto, altrimenti se ci fermano potremo avere problemi con Sammy” disse affranto.

 

“Okay, non ti preoccupare, torno dentro e ne compro uno, tu aspetta in auto con Sammy, ok? E se si sveglia dagli da mangiare. Se vuoi tu puoi già iniziare senza di me, non ti preoccupare”.

 

“Va bene, dammi le chiavi”

 

Bobby gliele porse e lui le presse senza esitazioni per poi aprire l'auto e recarsi con Sam al suo interno. Appoggiò il bambino sul sedile posteriore per poi uscire e aprire il bagagliaio per prendere un oggetto che Sam avrebbe odiato ma lui invece amato. Forse avrebbe dovuto fare qualche foto a Sam finchè era un tappo così che potesse ricattarlo in futuro, quando avrebbe voluto ottenere qualcosa da lui.

Prese l'oggetto del desiderio e ritornò da suo fratello.

 

“Okay Sammy-boy... Togli il dito dalla bocca, non è sano” disse sussurrando e cercando di ridere il più silenziosamente possibile.

 

Infilò il ciuccio dove prima era stato posto il suo pollice e sorrise all'immagine che ne veniva fuori. Sembrava davvero un bimbetto ed era così dolce che avrebbe voluto potesse essere così per sempre. Tirò il cellulare fuori dalla tasca e scattò un paio di foto a Sammy -prova futura che quello non era stato tutto un sogno- aggiungendo anche se stesso vicino a lui in posa sorridente.

Finito il divertimento iniziò a mangiare il suo panino, chiedendosi perchè Bobby ci stesse mettendo così tanto, quando effettivamente lo vide. Stava portando una grande scatola in grembo e sembrava quasi affaticato da ciò.

 

“Non sai quanto pesa questo coso, quindi non dire niente” lo zittì subito Bobby prima che potesse dire qualsiasi cosa.

 

Dean alzò le spalle : “Non stavo per dire niente in ogni caso”

 

Sam scelse proprio quel momento per svegliarsi con un simpatico mugolio.

Era certamente infastidito dall'essere stato svegliato dalle voci intorno a lui. Aprì gli occhi lentamente posandoli precisamente su nulla che fosse intorno a lui ma includendo un po' tutto nella sua vista. Non sembrava ancora essersi svegliato del tutto. Almeno non prima di accorgersi cosa stava succhiando freneticamente nella sua bocca. Sputò subito l'oggetto incriminato sul sedile accanto a lui e guardò con sguardo sconvolto i due uomini che gli avevano fatto ciò.

 

“Buongiorno, Sammy” Dean aveva in faccia uno sguardo compiaciuto che fece ancor di più arrabbiare Sam.

 

“TU... TU MI HAI FATTO QUESTO?” disse gridando il bambino.

 

“Non hai idea di quanto sei carino in questo momento, Sammy”

 

“Sta ditto idiota!”

 

“Calmati prima di avere qualche incidente” si fece beffe Dean.

 

Sam strinse forte i pugni e la sua faccia divenne talmente rossa che sembrava stesse per scoppiare da un momento all'altro; per fortuna intervenì Bobby.

 

“Hey Sam, ora calmati figliolo”

 

“TU mi dici di calma'mi?” continuò Sam “Sei comp'ice quanto lui, Bobby”

 

“Io non ho fatto niente ragazzo, non ero nemmeno qui...”

 

“Grazie per il sostegno, Bobby” interruppe Dean.

 

“Ma prima ti stavi succhiando il pollice, Sam, quindi Dean stava solo cercando di aiutare, in un certo senso”

 

Sam sembrò calmarsi a quelle parole anche se sembrava essere imbarazzato per la nuova confessione che era venuta allo scoperto.

Abbassò lo sguardo e sembrò stesse di nuovo per mettersi a piangere, quando Dean allontanò gentilmente Bobby e si sedette vicino al suo fratellino per poterlo consolare.

 

“Va tutto bene, Sammy... Non c'è niente di male in questo, non è colpa tua”

 

Sapeva cosa stava passando per la mente di Sam in quel momento. Tutto ciò che aveva fatto per arrivare alla sua indipendenza era sparito, era un uomo laureato a Stanford che non poteva nemmeno andare più in bagno da solo. Si sentiva fottutamente debole.

 

“Ti va di mangiare il tuo pranzo adesso? Anche io e Bobby dobbiamo ancora mangiare, se hai fame possiamo farlo adesso tutti insieme” cercò di dire nel suo tono più gentile.

 

Sam annuì debolmente e si mise in posizione seduta sul sedile, pronto a mangiare. Dean gli passò l'involucro di polistirolo e ne passò uno anche a Bobby che nel frattempo era entrato in auto al posto di guida. Egli gli farfugliò un grazie in risposta e incominciarono a mangiare in silenzio. Quando fu arrivato alla fine del suo panino, si accorse che Sam aveva a malapena dato un morso o due al suo e che stava mangiucchiando solo le patatine di contorno.

 

“Non hai fame, Sammy?” chiese gentilmente.

 

“Io, ehm... In realtà” sembrava imbarazzato dalla risposta che doveva dare.

 

“Cosa c'è?”

 

“Il panino mi s'ivola 'ale mani, è t'oppo grande” confessò Sam alzando lo sguardo.

 

Dean notò anche che le sue piccole mani continuavano a tremare e si chiese se centravano i suoi ricordi in tutto questo. Alzando lo sguardo e incontrando il viso di Sam, si accorse che l'area intorno alla bocca era sporca di ketchup ed anche un po' il naso.

Il piccolo deve aver cercato di mangiare da solo il panino ma deve esser stato davvero troppo grande per lui per sporcarsi in tal modopensò Dean sorridendo leggermente.

 

“Vieni, dai... Ti aiuto io”

 

Sam si tenne al sedile con una mano mentre cercava di alzarsi per poter fare pochi passi sino a suo fratello maggiore, che l'avrebbe di certo aiutato. Arrivato vicino a Dean, si sedette sulla sua gamba e aspettò che suo fratello finisse di mangiare per poi prendere anche il suo panino ed iniziare a spezzarlo in piccole parti per poter permettere a lui di mangiare senza grossi problemi.

Nel frattempo, Bobby guardava tutta la scena dallo specchietto retrovisore e sorrise sperando che questa sarebbe potuta essere una nuova occasione per entrambi per prendersi una pausa e per una volta rilassarsi.

 

SPN

 

Castiel osservò silenzioso i tre cacciatori durante la loro seduta di shopping; nonostante tutto ciò che era successo tra loro nell'ultimo periodo, egli teneva ancora ai “suoi” umani e non appena aveva sentito il loro disagio emotivo era volato da loro, volendo assicurarsi che stessero bene e che non fossero in pericolo immediato.

Sollevato dal fatto che non erano in procinto di morire, si voltò per tornare al paradiso prima di percepire la sensazione di qualcuno che lo stava osservando. Si voltò lentamente e ciò che vide lo lasciò confuso: Sam Winchester sembrava guardare proprio verso di lui. L'angelo del signore aprì la bocca per parlare prima di vedere il giovane girarsi con un'alzata di spalle e tornare alla sua attività precedente. Non volendo rischiare di essere scoperto dai giovani cacciatori, tornò in paradiso dove, con molta dedizione, avrebbe costruito il paradiso di cui parlava sempre suo Padre: il paradiso perfetto.

 

 

Note Autore: Castiel veglia ancora sui nostri tre cacciatori! Siete contenti? Io molto, non potevo lasciarlo morire, così ho deciso di aggiungerlo :D

   
 
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