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Autore: BeatrixLovett    30/08/2016    1 recensioni
Scabior la gettò a terra e Beatrix atterrò sulle ginocchia.
La ragazza alzò lentamente la testa per vedere colui che aveva davanti. I suoi occhi non avevano mai visto veramente il mondo, non si erano mai soffermati sullo splendore della natura o sulla bellezza di una persona. Quel naso non aveva mai gradito il profumo della dolcezza. Quelle labbra non si erano mai mosse in un sorriso amabile, in una risata di gioia o in un bacio. Il male era davanti a lei, fatto uomo.
Genere: Dark, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Famiglia Lestrange, Famiglia Malfoy, Mangiamorte | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Capitolo 6

La notte delle streghe 

 
«Bella giornata non è vero? » Malfoy aveva stranamente preso posto accanto a lei e aveva un sorrisetto trionfante dipinto sul volto, «...una splendida giornata! Il sole splende, gli uccellini cantano… »
«Che vuoi? »  lo interruppe Beatrix, senza nascondere il fastidio che provava per la sua presenza.
«Oh ma come siamo irascibili stamattina... è per via della mezzosangue e di quel tuo... come chiamarlo...»  Malfoy si girò e fece un movimento effeminato, per poi dire con lo stesso tipo di voce: «...amichetto»
Beatrix si voltò verso Draco, trattenendosi dal tirargli un pugno in quella sua faccia presuntuosa.
«Se oserai di nuovo toccare Grace o Erik, ti giuro che...»
Il ragazzo sorrise di nuovo, «Cosa? Dovresti ringraziarmi invece, ti sto facendo un favore...» disse con voce irrealmente seria, «...il tuo tempo sta per scadere...»
Proprio in quel momento atterrò sul tavolo, vicino a lui, un barbagianni con nel becco una lettera, il ragazzo gliela strappò di bocca e senza controllare il mittente se la mise nella tasca del mantello.
«Leggi la Gazzetta del Profeta» disse mentre si alzava per andarsene.
Beatrix non disse una parola. Era tanto sbalordita da quello strano comportamento di suo cugino che gemette quando si sentì beccare le dita da Ralph. Prese qualche noce sgusciata e gliela diede come ricompensa. Il gufo si accucciò, portando in avanti la testa piumata per ricevere qualche grattino. Mentre la ragazza faceva le coccole a Ralph con una mano, con l'altra controllava la posta. Quando trovò la Gazzetta del Profeta si dimenticò di Ralph e cominciò a leggere, sulla prima pagina un'unica notizia occupava l'intera facciata.
Grande lutto al Ministero della Magia: Rufus Scrimgeour è morto (articolo intero pagina 1)
 
“E' morto la scorsa notte, colpito da un malore, il Ministro della Magia, Rufus Scrimgeour. E' stato  trovato nel suo ufficio, «Era riverso sulla scrivania, ormai non c'era più niente da fare»  annuncia uno dei maghi che hanno trovato il corpo.
Evidentemente voleva proseguire il suo lavoro fino all'ultimo respiro, Rufus Scrimgeour, dapprima capo del Dipartimento degli Auror e successivamente nominato Ministro della Magia grazie alla sua grande conoscenza e preparazione.  L'ultima azione per cui verrà ricordato è la condanna  dell'ex bigliettaio del Nottetempo, Stan Picchetto, ad Askaban con l'accusa di associazione alla confraternita dei, così chiamati, Mangiamorte.
Si conclude così, dopo pochi mesi, il comando di Scrimgeour sul Ministero della Magia.
Domani i funerali, in forma privata.”
 
«Un articolo un po' misero per ricordare il Ministro della Magia, non credi? »
Beatrix sussultò, «Cloe, non ti avevo visto, da quanto sei qui? »
«Abbastanza da aver letto tutto il giornale... vai a pagina nove.»
La ragazza obbedì.

 
CASO PICCHETTO RIAPERTO, NUMEROSI ERRORI DA PARTE DELL'EX-MINISTRO, PRESTO LE NUOVE ELEZIONI

“L'improvvisa scomparsa dell'ex-ministro Rufus Scrimgeour ha riportato alla luce diversi avvenimenti di dubbia certezza. «Abbiamo riaperto il caso Stan Picchetto, perché riteniamo che non sia stata fatta un'indagine accurata. Riesaminando la vecchia relazione sul caso emergono svariati errori e contraddizioni. Per mancanza di prove effettivamente valide, abbiamo deciso di concedere a Stan Picchetto libertà vigilata, fino a quando non verrà fatta maggiore chiarezza sul caso. »
Sembra quindi che sia stato accusato l'uomo sbagliato, ma Stan non vuole sporgere denuncia contro il Ministero, «I dipendenti del Ministero svolgono un grande lavoro di responsabilità, alcuni errori possono essere ammessi, altri no. Accetto le loro scuse e spero che non si ripeti più una cosa del genere, è stata un'esperienza terribile, davvero scioccante. »
«Il Ministero e l'intero mondo magico non possono restare senza una guida... »  afferma Sweeney Todd, vice-direttore del reparto della Cooperazione Magica Internazionale, questo pomeriggio verranno svolte le immediate elezioni per stabilire chi sarà il nuovo Ministro della Magia”

Beatrix rimase con lo sguardo fisso verso l'articolo anche dopo che aveva finito di leggere. Era scioccata, fu grazie a Cloe che riuscì a tornare alla realtà.
«E non è finita... » aggiunse l'amica, chiudendo il giornale e rovesciandolo. 
 
“Regole per una corretta convivenza”
“A causa della momentanea situazione, richiediamo una collaborazione da parte di tutti. Rivolgendoci in particolare ai maghi e le streghe di origine mista, di recarsi al Ministero della Magia per un semplice controllo di identificazione a scopi puramente di sicurezza. Inoltre qualsiasi persona scoperta a pronunciare il nome dell'Oscuro, sia in luogo pubblico che privato, andrà incontro a severe sanzioni e ad un'esemplare punizione. Tutto questo solo per mantenere la tranquillità della vita del popolo magico.”
 
Beatrix piegò la Gazzetta e si portò le mani alla testa.
Quello che aveva detto il ragazzo incontrato sul treno, Strify, si era avverato.
Il Ministero era caduto.
Ora toccava ad Hogwarts.
Quella sera, come ogni sera, il Preside si alzò richiamando l’attenzione degli studenti, «Buonasera a tutti voi, vedo i vostri volti impazienti di assaggiare le mille prelibatezze preparate, come sempre, dalle abili cucine della nostra scuola, quindi non perdiamoci in chiacchiere. Bon Appetite! » 
Sui tavoli comparvero lasagne al sugo di zucca, ravioli di carne, costolette al tartufo, bistecche, frittelle e altre deliziose cibarie e i ragazzi, come al solito, iniziarono ad abbuffarsi.
Una volta finiti i primi ed i secondi si materializzarono dolci di ogni genere e dimensione, torte a più strati o a più piani, teglie di biscotti appena sfornati, muffin e cupcake decorati a tema Halloween.
«Un caloroso grazie alle nostre fantastiche cucine che non ci deludono mai!»  esclamò Silente con un sorriso soddisfatto, «Ora passiamo alle cose serie... vista la velocità con cui girano le notizie nella scuola presumo che siate al corrente della scomparsa del Ministro della Magia, Rufus Scrimgeour. Quel che non sapete è che, contrariamente a quanto scritto sulla Gazzetta del Profeta, il Ministero ha già provveduto a nominare un sostituto. Il suo nome è Yaxley ed è un mago al servizio di Voldemort»
La sala si riempì di mormorii e sguardi spaventati.
«Ha pronunciato il nome... »
«E' pazzo! »
«Non posso crederci...»
Furono alcuni tra i commenti che Beatrix sentì al tavolo della sua casata. Silente continuò a parlare, ignorandoli: «Vi ho detto questo perché è giusto che voi sappiate la verità. Voldemort ha conquistato il Ministero e ora vorrà anche Hogwarts. Vuole creare un mondo popolato da soli maghi purosangue, per lui, i restanti, mezzosangue e babbani, non meritano di vivere insieme alla sua gente. Vi sto dicendo questo per mettervi in guardia, avvertite le vostre famiglie di non presentarsi a questi suddetti “controlli d'identità”. So che avete paura, è normale averne, ma dovete fare attenzione e in primis proteggere voi stessi. Non fatevi sopraffare dal male, anche se può sembrare la strada più semplice da scegliere...»
Ora la sala era avvolta in un silenzio sepolcrale.
«Si trova ovunque e dovunque andrete ci sarà, non potete scappare, ma potete vincerlo... » mentre diceva questo, posò lo sguardo su ogni singolo studente, uno a uno.
«Spero che le mie parole possano aiutarvi nelle scelte che vi riserverà la vita... »
Il Preside fissò la fiamma di una candela davanti a lui e si fece all'improvviso silenzioso e triste.
«Adesso andate ragazzi e passate una buona notte di Halloween »
«Stai bene?»  chiese Erik posandole una mano sulla spalla.
Beatrix aveva visto una ragazza dai capelli rossi passare davanti a lei. Si ricordò solo in quel momento della posta del mattino e che, insieme al giornale, aveva ricevuto una lettera da Grace.
«Sì, è solo che... »  iniziò a dire, aprendo la borsa e strappando la busta. Era un biglietto molto breve coperto da una calligrafia in stampatello:
Ciao Bea,
voglio chiederti scusa per quello che ti ho detto.
Ti aspetto stasera dopo cena davanti alla Sala Grande.
Grace

«Erik, scusa, mi ero dimenticata che stasera vedo Grace. Vi raggiungo più tardi in Sala Comune d'accordo?»
«Ho capito» rispose il ragazzo ricambiando il sorriso, «A dopo »
La ragazza si diresse verso l'uscita e vide Grace con le braccia conserte, appoggiata ad una statua.
«Scusa per il ritardo… »  iniziò a dire Beatrix, ma l'altra la interruppe avvolgendola in un abbraccio.
«Mi dispiace. Non riesco a capire come posso essermela presa con te per colpa di Malfoy… »
«L'importante è che non succeda più »  disse Beatrix sciogliendo l'abbraccio «E devi imparare ad ascoltare! »  Le due entrarono nella Sala Grande, quasi vuota, sedendosi al tavolo dei Grifondoro.
«Allora, ci sono delle novità? Ho sentito che tu e Cloe adesso fate parte della squadra di Quidditch di Serpeverde... »  disse prendendo due calici puliti e versandoci dentro un po' di succo di zucca.
«Sì. Erik è contentissimo per il suo ruolo e per la squadra, ha preso molto seriamente questo compito.»  disse Beatrix prendendo uno dei due calici.
«Ah sì, ho sentito di Erik... »  cominciò a dire Grace, prendendo l'altro.
«Cosa? »
«Beh, dicono che è gay »
«Chi lo dice? »
«Ho sentito che ne parlavano... »
«E anche se fosse? »
«Non è un problema per me. Sembra un tipo simpatico. Vedo che scherzate parecchio insieme.»
«È un vero amico... e comunque non sono venuta qui certo per parlare di Erik...»
Un silenzio teso scese tra le due ragazze.
«Cambiando discorso... tra scuola e allenamenti non c’è la faccio più, il prima possibile voglio organizzare un’uscita tutti insieme ad Hogsmeade, ti andrebbe di venire? »
«Oh sì. Mi farebbe molto piacere. Distrarmi un po'. Quei momenti passati insieme a voi mi mancano »  acconsentì Grace, contenta.
Beatrix alzò il calice, «Allora propongo un brindisi, alla nostra amicizia! »
«Alla nostra amicizia! »  ripetè Grace.
Le due ragazze si guardarono negli occhi, mentre scontrarono i bicchieri e bevvero incrociando le braccia. Scoppiarono a ridere e si riempirono di nuovo i bicchieri.
«Brindare con il succo di zucca...siamo delle ubriacone! »  esclamò Grace.
«Già. Ci vorrebbe qualcosa di più forte per poter superare certe cose... »  disse Beatrix posando il calice vuoto sul tavolo.
«Cosa succede? » 
Beatrix decise di non nasconderle più niente.
«Avevi ragione. Non sono stata del tutto sincera con te. Io... »  e le raccontò della sua famiglia e della scelta che doveva prendere.
«E cosa hai pensato di fare? »  chiese Grace, visibilmente turbata.
«Non lo so. Diventare una di loro, vorrebbe dire, rinnegare tutto ciò in cui credo. Seguire il mio cuore, vorrebbe dire combattere contro la mia famiglia. In entrambi i casi, c'è solo oscurità...»  Beatrix si fece triste, ma l'amica la illuminò con il suo sorriso, «E' qui che sbagli... una luce c'è sempre, anche se ora non riesci a vederla. La troverai, vedrai. »  Allungò un braccio verso di lei, prendendole la mano, «Capisco che hai paura... non devi affrontare tutto questo da sola, non ti abbandonerò. »
L’orologio risuonò nella sala.
«Grazie Bea »  disse l’amica, mentre si alzavano per tornare alle proprie sale comuni.
«E di cosa? »
«Di avermi detto la verità. »
«Semmai grazie a te, Grace »
Entrambe si guardarono e sorrisero.
«Non ci posso credere! »  esclamò Beatrix, aggrappandosi al corrimano per non cadere. Le scale avevano preso a muoversi.
«Odio queste scale, cambiano sempre direzione... »  disse Grace nella stessa posizione dell'amica.
«Sbrighiamoci »
Raggiunsero entrambe il pavimento fermo e guardarono il corridoio, che si apriva di fronte a loro cercando di capire a che piano si trovavano.
«Mi pare sia il settimo »  disse Grace, riprendendo a camminare.
C'era un silenzio spettrale, non avevano il coraggio di parlare per il timore di farsi sentire da Gazza, il bidello del castello che amava dare punizioni agli studenti che violavano le regole. E loro se ne meritavano una visto che erano fuori dal dormitorio oltre l'orario stabilito.
Erano quasi a metà corridoio quando le fiaccole che lo illuminavano si spensero.
«Ma insomma, che scherzi sono questi? »  iniziò a dire Grace, ma Beatrix la fece tacere «Shh. Non dovremmo nemmeno essere in giro a quest’ora» sussurrò.
«Ehi, hai sentito quel rumore? Sembra che provenga dal… » 
Entrambe trasalirono vedendo spalancarsi, di fronte a loro, una porta.
Grace stava per dire qualcosa, ma Beatrix come aspettandosi da sempre quel momento, le tappò la bocca e la spinse contro il muro, riparandosi dietro ad una statua.
Sentì un rumore di passi, tacchi e dei risolini. Sicuramente non era Gazza.
Beatrix si sfilò la bacchetta dalla tasca, restando in ascolto. Sentì, con sollievo, che i passi si stavano allontanando. Poi, improvvisamente, qualcuno parlò: «Non siamo soli! »
Beatrix e Grace trattennero il respiro.
Cosa fare? Beatrix pensò solo a fuggire, ma era azzardato, sarebbero state troppo esposte.
«Greyback, il Signore Oscuro ci ha dato un ordine preciso. Non abbiamo tempo da perdere. »
«Che dia pure l'allarme. Non vedo l'ora di uccidere qualcuno, altrimenti che gusto c’è?»  e seguì una risata malvagia. Poi i passi ripresero, allontanandosi.
«Dobbiamo avvertire Silente! » disse Beatrix, tirando per il braccio Grace.
«E' troppo lontano, non riusciremo a raggiungerlo in tempo... Vitious è a questo piano! »
Le ragazze presero a correre nel senso opposto, arrivando davanti alla porta della stanza del Professore d' Incantesimi. Bussarono forte. «Professore ci dispiace disturbarla a quest’ora... »  iniziò a dire Beatrix. «I Mangiamorte... i Mangiamorte sono entrati nella scuola! »  urlò Grace, in preda all'agitazione.
La porta si aprì e ne uscì un ometto basso con ancora la veste da giorno e gli occhiali da lettura sulla punta del naso. «Ne siete assolutamente certe?»  chiese il professore scrutandole con uno sguardo severo, «Non è uno scherzo di cattivo gusto, vero? »
«E' la verità. Hanno detto qualcosa a proposito di un compito affidatogli da V... dal Signore Oscuro. »
«Dove si trovavano? »  chiese, mentre si chiudeva la porta alle spalle.
«Proprio su questo piano. »  spiegò Grace, «E' comparsa una porta e loro sono usciti da lì. »
Il Professore, nel frattempo, aveva riacceso tutte le fiaccole con un colpo di bacchetta e prese a camminare veloce, seguito dalle ragazze che corsero per stargli dietro.
Vitious si voltò verso di loro, lanciandogli uno sguardo rigido e serio, «Tornate subito nella sala comune dei Grifondoro, anche tu Todd.. »  disse indicando Beatrix e voltandosi cominciando a correre.
«Ma professore… noi … »  cercò di controbattere Grace.
«Nessun ma, avete fatto il vostro dovere, ora fate come vi ho detto! »  ordinò, arrabbiato.
Le due si fermarono, mentre Vitious scompariva dietro l'angolo.
«Dovremo fare come ci ha detto... » 
«Tu se vuoi, torna indietro. Io non ci riesco, non posso nascondermi sapendo che la scuola è... »
Un grosso boato e delle grida provennero al piano inferiore.
Grace prese a correre.
Beatrix la seguì, la bacchetta stretta in pugno e il cuore che le martellava nel petto. Era una pazzia, ma non avrebbe abbandonato Grace.
Nel corridoio del quinto piano saettavano da ogni parte maledizioni e controfatture. A difesa della scuola erano intervenute diverse persone che non aveva mai visto prima, evidentemente il gruppo di Strify. Alcuni cadevano, altri si rimettevano in piedi e altri ancora non si rialzavano.
I Mangiamorte lanciavano attacchi feroci, molte volte alle spalle, colpendo persone distratte nel combattere con altre.
«Impedimenta! »  Grace aveva lanciato una fattura contro ad un mangiamorte che stava per aggredire un ragazzo di spalle. L'uomo bloccò l'incantesimo con facilità e rispedì indietro una maledizione senza perdono che la ragazza schivò per miracolo. Il ragazzo che stava per essere attaccato si accorse di ciò che era successo e colpì il mangiamorte che volò per qualche metro e cadde rovinosamente a terra.
«Grace! »  urlò Beatrix, facendole segno di andarsene di lì. Erano solo d'intralcio.
Proprio in quel momento furono superate da tre Mangiamorte che correvano in direzione dello studio di Silente. Le ragazze li inseguirono, lanciandogli contro diverse fatture, ma i loro sforzi sembravano vani. I tre varcarono l'ingresso senza rallentamenti. Beatrix e Grace corsero più veloce, avevano quasi raggiunto l'ingresso, quando una strana forza le scaraventò all’indietro.
«Cazzo! »  imprecò Beatrix, massaggiandosi la schiena dolorante.
«Dev'esserci una sorta di barriera invisibile, »  pensò Grace, alzando una mano e constatando che c'era qualcosa che bloccava il passaggio,  «Silente è là dentro! Dobbiamo fare qualcosa! »
«Silente è là dentro! Dobbiamo fare qualcosa! »
Le ragazze si voltarono.
Una figura incappucciata era davanti a loro e sghignazzava di gusto, «Questa non è la vostra battaglia, mocciose! Fatevi da parte... »
Le ragazze alzarono contemporaneamente le bacchette e la guardarono con aria di sfida.
«Oh, volete giocare? Sto tremando di paura! »le provocò, poi si portò una mano al cappuccio e si scoprì il volto. Gettando sulle ragazze un'espressione altezzosa.
Un brivido di freddo corse lungo la schiena di Beatrix. L’aveva riconosciuta anche con il viso coperto. Ora aveva la conferma che aver seguito Grace in mezzo a quella battaglia era stato sconsiderato, nonostante questo non abbassò la bacchetta.
«Forza, spostatevi, sciocche! Non ho intenzione di sprecare il mio tempo con voi... »  riprese Bellatrix, ma le ragazze non si mossero di un passo, rimasero impassibili davanti alla soglia impassabile.
La donna ringhiò: «Confringo! »
Entrambe le ragazze, per scampare alla fattura, balzarono di lato lasciando la soglia abbandonata. La donna sorrise compiaciuta, mentre si dirigeva verso la porta, ma Grace la bloccò urlando: «Incarceramus! Come ci si sente adesso? »
Le funi legarono la donna facendola cadere a terra.
Grace ridacchiò contenta, voltandosi verso Beatrix con un sorriso di vittoria, ma notando l'espressione dell'amica, riposò lo sguardo sul corpo della donna che si stava sgretolando, fino a sparire.
Incantesimo d’illusione, pensò Beatrix.
Entrambe si guardarono attorno, ma sembrava che Bellatrix si fosse dileguata. Tuttavia la ragazza sentiva una strana sensazione.
«Invece di nasconderti, fatti vedere.» gridò Grace, «Combatti... codarda! »
«Grace!» urlò Beatrix all'amica. Doveva controllarsi o sarebbero morte per davvero.
Sentì una presenza dietro di lei, si voltò di scatto, puntando la bacchetta contro il volto della donna, «Stupefi…»  ma evidentemente non era stata abbastanza veloce. Indietreggiò, dolorante, tenendosi una mano sul petto, per poi crollare sulle ginocchia.
«Oh, Beatrix, non costringermi ad ucciderti... tua madre non me lo perdonerebbe...» dichiarò la donna con un finto tono pentito. Alzò la bacchetta annullando la fattura che aveva lanciato Grace nel tentativo di colpirla approfittando della sua distrazione.
«Come mi hai chiamata prima?» 
Grace era con le spalle al muro. Bellatrix incombeva su di lei, il viso vicinissimo al suo.
«Codarda... »  ripetè con coraggio la ragazza, «Sei una codarda! »
La mangiamorte, prese il polso della ragazza e la tirò, scagliandola a terra «Crucio » urlò, fuori di sé.
Grace si contorceva dal dolore, le sue grida erano strazianti.
«No, Bellatrix! Non sa quello che dice lasciala perdere!» gridò la nipote sulle ginocchia.
«Dici, Beatrix? Ti farò un favore, te la toglierò di mezzo! »  esclamò Bellatrix con un sorriso raggiante sul volto.
Nonostante lo spasmo, Grace rispose: «Non...non mi fai paura... Bellatrix Lestrange...sei solo uno dei suoi burattini...mi fai soltanto pena! »
Cosa credeva di fare quella stupida di Grace? A che scopo le aveva raccontato tutto?
Bellatrix era fuori di sé dalla collera. Grace si mordeva il labbro per non darle la soddisfazione di urlare. La donna socchiuse gli occhi e alzò la bacchetta. «Av... »  Beatrix, non sapendo in quale altro modo aiutare l’amica, le si gettò addosso impedendole di scagliare la maledizione. La donna non aspettandosi quell'assalto alle spalle, perse l'equilibrio e cadde a terra insieme alla nipote.
Grace si precipitò a prendere le bacchette che erano rotolate lontano.
Beatrix si sollevò svelta, raggiungendo l’amica, ma scoprì che questa volta sua zia se n'era andata sul serio.
Le due ragazze stavano scendendo le scale, quando Grace s'arrestò.
«Dove stiamo andando? »  chiese piena di energia e per nulla spaventata da ciò che avevano appena vissuto. Cercava una battaglia da vincere, ma era così ottusa da non capire che la loro era già persa.
«Grace, abbiamo la sua bacchetta, di certo non se ne andrà senza. Gliela darò io, ma tu torna nella tua sala comune...»  le spiegò in tutta sincerità Beatrix, dato che si era ripromessa di non mentirle più.
Grace scese gli ultimi tre scalini, «Ti ho fatto una promessa, non ti abbandonerò. »
«Non mi stai abbandonando. Te lo chiedo come favore. »
«Ti ucciderà. »
«No, Grace, se sarò da sola, si riprenderà la bacchetta e se n’è andrà.»
Grace era meravigliata dal suo strano comportamento, tuttavia, dopo un lungo silenzio, cambiò tattica: «Torniamo indietro, insieme. Silente era dietro quella porta, ne sono sicura. Forse ha bisogno di aiuto. »   Era come se un leone tenuto in gabbia per tanto tempo, fosse di nuovo libero. Grace sembrava essere un’altra.
«Silente è un grande mago. Non gli serve il nostro aiuto.»  rispose Beatrix, senza abbassare la guardia, continuando a guardarsi intorno «Non siamo riuscite a passare da quella soglia, né tantomeno a ferire un mangiamorte. Cosa abbiamo ottenuto?» continuò, guardando Grace negli occhi «Dovevamo fare come ci aveva detto il Professor Vitious... »  Beatrix sperava che con quelle parole Grace avesse capito e non frainteso, ma ovviamente era troppo da chiedere.
«Credi che io sia un’incosciente, non è vero? »  le urlò Grace, «Questa è la mia unica casa Beatrix e la voglio proteggere. Io non sono ricca, non ho più i genitori… non ho nulla da perdere...»  strinse i pugni e proseguì: «Va bene se non vuoi tornare lassù, ma qualsiasi cosa vuoi fare la faremo insieme... »
Tra le due cadde il silenzio, l’una di fronte all’altra con le rispettive bacchette in mano si continuavano a guardare finché il sorriso di Grace si spense.
«Credi di essere l’unica a considerare Hogwarts una casa? Nemmeno io voglio abbandonare Silente. Non è questione di arrendersi o meno, ma di vita o di morte.»  riprese Beatrix, arrabbiata «Ti rendi almeno conto di ciò che hai fatto? Insultandola, l'hai sfidata. E' pazza e finché non t'uccide non avrà pace. »
Grace sgranò gli occhi, «Ah certo, è colpa mia se ora siamo in questa situazione. »
«Per favore, Grace, fai come ti ho detto, torna al sicuro nella tua sala comune, darò la bacchetta a Bellatrix e poi farò altrettanto »
«Cosa ti è successo? Non sei più quella che conoscevo, sei cambiata. Ti arrendi così? Consegnando una bacchetta? Tutto qui? »  domandò scuotendo la testa, «C’è solo una risposta a tutto questo, smettila di nascondermelo… »  Grace era fermamente convinta di ciò che diceva, ma non si rendeva conto di essere sconsiderata, «Tu hai già fatto la tua scelta... e chi mi dice che, magari, non vedi l’ora di sbarazzarti di me, proprio per aggregarti ad uccidere qualcuno con la tua cara zia. Io, di certo, non te lo permetterò! »  urlò Grace, furente, puntando la sua bacchetta contro il volto di Beatrix che non sapeva se pensare ad uno scherzo o se stesse facendo sul serio.
«Vedo che ho scelto proprio la persona giusta a cui raccontare il mio segreto. Complimenti Grace! Se volevi farmi incazzare ci sei riuscita. Spero che tu stia scherzando... sei ridicola! »  le rispose seria, ma capì che la conversazione non poteva durare in eterno, parlare con lei, in quel momento, non sarebbe servito a niente e che doveva farla andare via subito.
La nominata aprì la bocca per protestare, ma dei passi lungo il corridoio buio, la fecero tacere. Beatrix insistette per l’ultima volta: «Grace, ti prego, torna alla tua Sala Comune! » 
La ragazza mosse qualche passo in avanti, portandosi in un punto più illuminato, dava le spalle a Grace ed era in guardia, scrutando verso l’oscuro corridoio.
«Beatrix, ti stavo giusto cercando!»  disse sarcastica Bellatrix, ma la voce proveniva alle sue spalle.
La ragazza si voltò di scatto, presa alla sprovvista.
«Sono delusa dalle tue amicizie. Ma a questo rimedieremo subito… dov’è lei? Volevo saldare un conto in sospeso prima d’andarmene.»
Beatrix sospettando una tattica di sua zia, sbirciò verso la scalinata, ma dell'amica non c’era traccia. «Non è con me. Perché non te ne vai? Il tuo Padrone ti starà di sicuro aspettando... »  rispose la ragazza, rincuorata dalla scoperta che Grace l’avesse ascoltata.
«Mmm… »  disse la donna, avvicinandosi «Perché così in fretta? Abbiamo passato poco tempo insieme, dopotutto. Dovremo rimediare.» 
Beatrix strinse con più forza la sua bacchetta, mentre quella di sua zia era in tasca, non avendo avuto il tempo di trovare un nascondiglio migliore,
«Prima però... hai qualcosa che mi appartiene... »  dichiarò la donna, allungando la mano, aspettando di ricevere indietro l’oggetto sottratto.
«Cosa ti fa pensare che l’abbia io? »  domandò la ragazza prendendo tempo, ma la donna scaltra imitò: «Abbiamo la sua bacchetta, di certo non se ne andrà senza.»
Beatrix impallidì. Allora era lì dall'inizio e aveva sentito tutto.
«Suvvia, Beatrix. Pensi che sia ottusa, come la tua amica? Bello stratagemma, quello di liberarti di lei, per evitare che la uccidessi. Ma vedi, ora tu ti sei messa in mezzo e non puoi dire che non ti avevo avvertito »  disse facendosi più vicina.
«Se ti ridarò la bacchetta, tu te ne andrai senza far del male a nessuno.» stabilì la ragazza.
La donna sorrise, «Forse non hai capito bene chi hai davanti, io non scendo a patti con nessuno. Ora, prima che perda davvero la pazienza, ti ordino di darmi subito la mia bacchetta!»
Beatrix, non aveva intenzione di dargliela vinta così facilmente: «E se rifiutassi?»
Bellatrix scoppiò a ridere.
«Ho provato ad usare le buone maniere con te, ma a questo punto…»  proferì allungando la mano destra che teneva qualcosa d’argentato.
La ragazza evitò il coltello con un balzo all’indietro e prese a correre, pensando che farle perdere tempo fosse la soluzione migliore, girò l’angolo, ma se la ritrovò di fronte.
Come poteva essere, se era dietro di lei fino a pochi secondi prima? Non ci si poteva smaterializzare ad Hogwarts, quindi, probabilmente era un incantesimo d’illusione. Bellatrix Lestrange poteva usare la magia anche senza bacchetta.
«Stupeficium»  urlò Beatrix, colpendola. La donna davanti a lei svanì e la ragazza riprese a correre.
Il sudore dalla fronte le scivolava sugli occhi impedendole di vedere. Si passò la manica sul viso, ma questa rimase asciutta. Se si fermava, sua zia l'avrebbe raggiunta, ma non poteva nemmeno continuare a correre, ormai non vedeva più niente e si sentiva grondare di sudore. Ridusse la velocità, ma non in tempo. Inciampò su qualcosa e andò a sbattere contro il pavimento freddo. La ragazza si riprese dal colpo e sentì qualcosa avvolgersi alle caviglie.
«Finite Incantatem »  sussurrò, puntandosi la bacchetta addosso, con suo sollievo scoprì che faceva effetto. Nel frattempo, qualcosa di lungo e viscido, stava salendo per la sua gamba. Iniziò a distinguere la testa, la bocca, gli occhi. «Vipera Evanesca »  L'incantesimo risultò inefficace. Provò a liberarsi dalle spire, ma la stretta del serpente era salda. Il rettile aprì la bocca, mostrandogli i denti, a poca distanza dal suo viso.
«Consegnami la bacchetta»  comandò la voce di Bellatrix più in alto. Il serpente sibilò e arretrò allentando la presa su di lei.
La ragazza rimase a terra, fissava l'orlo del lungo vestito nero e gli stivali di sua zia, ma non osava alzare lo sguardo, capì in quel momento la realtà dei fatti, di essere di fronte ad una donna fuori di sé che provava piacere nell'uccidere o torturare gli altri e non cambiava niente il fatto che Beatrix fosse sua nipote.
«Alzati! »  le ordinò, feroce.
Non si mosse.
«Ho detto… Alzati»
Un fischio assordante le riempì la testa, forte, sempre più forte. Era sicura che quella sensazione sarebbe svanita se solo si fosse alzata, in fondo cosa le costava? Ubbidì e come pensava finì, ma lasciò lo spazio ad un grande senso di vuoto.
«Non è che hai deciso di stare dalla loro parte, vero, Beatrix? Perché se è così, dammi una ragione per non ucciderti subito!» urlò minacciosa la donna.
«Vuoi sapere cosa penso davvero, Bellatrix? »  disse, prendendo coraggio, «Siete così convinti che uccidendo, le persone vi rispetteranno. Ma anche se vi siete impadroniti del Ministero, Hogwarts non sarà mai vostra, ci sarà sempre qualcuno a combattere al fianco di Silente... »  s'interruppe vedendo Bellatrix che scoppiava in una risata perfida, «Povera sciocca… non vorrai farmi credere che voi ragazzini con i vostri due incantesimi da quattro soldi volete mettervi contro di noi? Neppure te, ci credi Beatrix, lo hai detto tu stessa.»  disse guardandola in modo spregevole, «Silente avrebbe fatto meglio a farsi da parte, anziché mettersi contro l'Oscuro Signore...»  continuò con un sorriso esultante, «E dimmi... queste persone, che credi continueranno a stare dalla parte di Silente, cosa faranno quando anche lui avrà preso il volo? »  Bellatrix calcò l'ultima parola, in modo da poter vedere la reazione della nipote che rimase in silenzio, poi aggiunse con una vocetta infantile: «Ops… troppo tardi»
La ragazza serrò i pugni, credendo che la donna si stesse prendendo gioco di lei, ma scoprì solo più tardi che era vero, Silente era morto quella notte, nel suo studio, dov'erano entrati i tre mangiamorte.Grace aveva ragione, era lì… potevano aiutarlo.
La risata di Bellatrix, le risuonava nelle orecchie, così spregevole da farla impazzire.
«Crucio»
Bellatrix incassò il colpo con gli occhi sbarrati dall'incredulità. Si riprese in fretta.
«Ma bene… che cosa vedo? Beatrix che usa la magia oscura? Se vuoi lezioni, basta dirlo. Devi provare desiderio nell’infliggere dolore, la rabbia non c'entra. Vuoi una dimostrazione? »
La ragazza cadde a terra, agonizzante. Era come se centinaia di coltelli dalla lama arroventata le si conficcassero nella carne, era un dolore così intenso che non poteva dubitare che avesse portato delle persone alla pazzia.
Bellatrix sprizzava di gioia, «Avanti, sono qui. Uccidimi. Vendica il tuo Preside! Ne avrai solo una di occasione!»
Beatrix provò a rialzarsi, ma le braccia tremavano tanto che non riuscì a sollevarsi.
La donna s’abbassò su di lei, sussurrandole ad un orecchio: «Spero che tu abbia imparato la lezione, Beatrix. Per quanto io sia riluttante nel farlo, questa volta ti lascerò andare, ma non ce ne sarà una seconda »  si voltò e fece per andarsene, ma poi si girò nuovamente, «Ti consiglio di valutare meglio la tua scelta»  sogghignò puntandole la bacchetta addosso, «Sogni d'oro!» 
   
 
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