Anime & Manga > Lupin III
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Autore: ThiefOfVoid    07/09/2016    3 recensioni
E' passato poco meno di un anno da quando Alexis ha lasciato l'Interpol e si è unita alla banda di Lupin III, cambiando per sempre la sua vita. Ma non immagina neanche che cosa sta per accadere. Siamo sicuri che i nemici che credono morti lo siano davvero? E come si evolverà il suo rapporto con Jigen?
Sequel di Interpol no more.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jigen Daisuke, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rimango lì a rimuginare per non so quanto, ascoltando di continuo Knives and Pens nella versione acustica dei Black Veil Brides, facendo diventare il testo della canzone il mio mantra. Credevo che fosse tutto finito, credevo di poter essere finalmente “tranquilla”, e invece mio padre non ha ancora avuto giustizia. Mi piange il cuore al solo pensiero. Non è possibile che Riez sia ancora vivo, lì fuori, pronto a distruggere tutto ciò che ho di più caro al mondo. “And I can't go on without your love, you lost”, forse questa è la parte della canzone che più rispecchia il mio passato, e in parte anche le mie insicurezze. A volte penso di non potercela fare senza mio padre al mio fianco, a consigliarmi, a ricordarmi quanto sia fiero di me, e ora come ora sento che non potrei farcela da sola se Jigen non fosse accanto a me. Se dovessi perderlo credo che non sarei più la stessa. Non ho mai perso del tutto il mio spirito, ma lui mi ha aiutato a ritrovare completamente quella parte di me che era andata perduta quindici anni fa. In realtà anche se perdessi mio zio o mia madre o chiunque altro che mi sta a cuore il colpo sarebbe durissimo, ma per qualche strana ragione proprio non riesco ad immaginarmi la mia vita senza Jigen. Per la prima volta dopo un anno sento un terribile peso sul cuore, e improvvisamente capisco di essere sul punto di piangere. Dovrei evitare di stare da sola e di lasciare troppo libera la mia mente, perché inevitabilmente il mio lato pessimista, i miei demoni e le mie paure risalgono dal profondo, distruggendomi.


“Jigen?” dico con voce tremante, sembrando più disperata di quanto voglio far trasparire, per poi togliermi uno degli auricolari delle cuffie, così che possa continuare a sentire la canzone, ma allo stesso tempo possa rendermi conto che si sta avvicinando, sentire la sua voce. E' come se il mio subconscio volesse essere sicuro che sia ancora qui con me. So che la cosa non sembra avere un grande senso, non me lo spiego nemmeno io, ma è esattamente così. Mi sono persa le sue parole precise, ma ho sentito la sua voce, e sento i suoi passi, ma per qualche strana ragione sento gli occhi riempirsi di lacrime


“Tesoro, che succede?” mi chiede notevolmente preoccupato, ma non riesco a parlare. Cerco di dire qualcosa, ma subito il tentativo va in frantumi. Sto tremando senza un motivo apparente, e basta un secondo perché le lacrime inizino a scendere copiosamente, solcandomi il viso. E' un bene che ormai sappia come agire in queste occasioni, mi rende tutto più facile. Si avvicina a me, accogliendomi fra le sue braccia senza esitazione, e mi stringo forte a lui, come se la mia vita dipendesse totalmente da quest'abbraccio.


“Jigen, ho paura. E' ancora lì fuori da qualche parte, e vuole distruggere tutto ciò che mi sta a cuore...è peggio che morire e basta” dico quasi inconsciamente, per poi piangere a dirotto, così forte che quasi mi manca il respiro


Come al solito lascia che io mi calmi. E' consapevole che non potrei rispondere alla sue parole di conforto in questo stato, quindi aspetta che il mio pianto si faccia meno violento “Non permetterò che questo accada, anche a costo di-”


“Non ti azzardare a finire quella frase, so benissimo cosa stai per dire. No, tu da questa storia ne devi uscire sano come un pesce, è chiaro?” controbatto, interrompendolo, preda del panico più totale


“Non ti ho mai mentito, giusto?” scuoto la testa in segno di diniego “Bene, allora mi credi se ti prometto che farò di tutto per impedirgli di farti ancora del male, senza però rimetterci la pelle, vero?” riesco semplicemente ad annuire, mentre prendo respiri molto profondi “Perfetto, allora possiamo dire che va tutto bene, più o meno”


Mi separo lentamente dal suo abbraccio, guardando dappertutto meno che verso di lui “Dio, che stupida che sono” dico fra me e me, riferendomi al mio crollo


“Non dirlo neanche per scherzo ok? Non c'è nulla di male ad avere questi momenti ogni tanto, questo non ti rende più debole” si avvicina al mio viso, e prima che io possa fare qualunque cosa mi bacia con una tenerezza incredibile, trasformando in un istante quel mio crollo in un lontano ricordo “Non voglio mai più sentirti dire una cosa del genere, chiaro? Perché so cosa si nasconde dietro una frase del genere, e certe cose non devono nemmeno passarti per l'anticamera del cervello” risponde con autorità, ma anche con una certa dolcezza, tenendo la sua fronte poggiata sulla mia


“Va bene” controbatto semplicemente, con un leggero e fragile sorriso sulle labbra


“Ecco, così mi piaci, voglio vedere solo sorrisi sul tuo volto”


Non riesco a trattenere una leggera risata “Bhe, questo dipende solo da te, Daisuke


Dopo qualche ora lasciamo il rifugio, per andare all'aeroporto e tornare a New York per un colpo. Il nostro obiettivo si trova all'interno del Brooklyn Museum, avrò un po' di lavoro da fare sul piano informatico, anche perché Lupin ha organizzato tutto quasi dal nulla. Insomma, immagino che abbia un sistema si sicurezza più che ottimo. Poco dopo il nostro arrivo dico di dover andare nel mio appartamento a prendere delle cose che non sono ancora riuscita a portare via e che mi servono assolutamente. In parte è vero, ma ho anche bisogno di sfogarmi a modo mio. Ormai vengo qui sporadicamente, se continuassi ad abitare in questo palazzo invece che con i ragazzi sarei facilmente rintracciabile. In realtà mi sorprende che questo posto non sia stato messo sotto sequestro o qualcosa del genere. Ho già portato via da qui tutto ciò che era fondamentale, ma ci sono ancora troppe cose a me care qui, quindi la cosa mi fa solo comodo. Recupero un po' delle mie armi e delle mie munizioni. Ho altri due fucili da cecchino oltre quello che ho usato in Grecia, tutti e tre di calibro e gittata diversi. Il migliore ovviamente viaggia sempre con me, ma anche questi altri due sono due bei gioiellini. Recupero anche tutte le munizioni immaginabili possibili, e un piccolo bazooka. Forse quest'ultimo è un po' eccessivo, ma è meglio essere sicuri, non mi farò di certo problemi ad usare le maniere forti se necessario. Lascio il tutto in soggiorno, per poi spostarmi nel mio studio. E' forse la stanza più ampia del mio appartamento, e non a caso. Da alcuni anni, seppur in segreto, coltivo la passione per il ballo, in particolare per il genere latino-americano. Tutto è iniziato quando la boxe e il poligono non bastavano più per sfogarmi. Il ballo è forse diventato una delle migliori valvole di sfogo che io possa avere. In realtà non è proprio facile imparare i passi fondamentali dei balli di coppia senza avere un compagno che possa aiutarti. Per questo, fino ad un anno e mezzo fa circa, frequentavo una scuola di ballo, ma poi ho dovuto lasciare per questioni lavorative. Ora posso cavarmela da sola, anche se non è proprio la stessa cosa. Senza indugio, indosso le scarpe da ballo e faccio partire uno dei miei album di flamenco preferiti. Come se non bastasse grazie al ballo non solo riesco a scaricarmi, ma ho aumentato notevolmente la mia resistenza. Ho sempre tenuto la cosa per me per vari motivi, ma principalmente perché non mi sentirei a mio agio. Non saprei dire quanto io sia brava, e in un certo senso voglio evitare di dare delusioni. Insomma, è ovvio che poi le persone a cui esponi questa tua passione vogliano vederti all'opera, ed è più che normale. Ma è proprio questo che in un certo senso mi spaventa. Sono così presa che potrei anche non accorgermi se qualcuno tentasse di entrare in casa mia, se non quando potrebbe essere troppo tardi, potrei andare avanti fino a non reggermi più in piedi. Può sembrare che voglia spingermi troppo in là, ma ho davvero bisogno di tirare fuori tutta la forza che ho, e sento di poterlo fare solo dandomi questo prezioso aiuto.


 

POV JIGEN


Dopo qualche ora decido di raggiungere l'appartamento di Alexis. Non so che cosa dovesse prendere da casa sua, ma mi sembra che ci stia mettendo un po' troppo. Una volta arrivato entro usando la copia delle chiavi che mi ha dato lei, anche se la cosa è alquanto superflua, visto che passiamo molto più tempo da me, o nei vari nascondigli. La prima cosa che noto sono le armi lasciate in soggiorno, immagino che sia tornata per queste. Ha tirato fuori l'artiglieria pesante, che altro ci si può aspettare da lei? Penso inevitabilmente con un sorriso. Istintivamente seguo la musica per trovarla, arrivando davanti a quello che si direbbe essere il suo studio. La porta è aperta, e ora capisco perché stesse ascoltando a volume abbastanza alto un pezzo di flamenco. Dopo un anno ha ancora come stupirmi. Non sapevo che sapesse ballare, anche bene aggiungerei, e non capisco perché avrebbe dovuto nasconderlo. Rimango ad osservarla per un po', fino a che non si accorge della mia presenza. Immagino che mi abbia solo intravisto, senza riconoscermi, perché impugna la sua magnum, puntandomela contro all'improvviso


“Jigen maledizione, mi hai spaventata a morte” dice in un sospiro, per poi appoggiare la pistola “Aspetta, da quanto tempo sei qui?” mi chiede quasi nel panico


“Da abbastanza per aver visto di che cosa sei capace” replico sorridendole “Come mai non mi hai detto nulla?” continuo mentre mi avvicino alla sua collezione di CD


“Bhe ecco, i motivi sono molteplici, ma principalmente non l'ho mai detto a nessuno perché me ne vergogno, ecco. Non per la passione in quanto tale, ma per le mie capacità. Solo a pensare di, diciamo esibirmi, davanti a qualcun altro mi sento quasi a disagio”


“In poche parole hai paura del giudizio degli altri” annuisce semplicemente “Non è di questo che dovresti preoccuparti, dovresti solo pensare a coltivare la tua passione, non c'è nulla di male in questo” vengo attirato da un CD dei Gotan Project, dove c'è anche “Una musica brutal”. Conosco il pezzo, ed è assolutamente adatto per quello che ho in mente “Però ballare da soli non è gratificante quanto avere un compagno con cui farlo, no?” mi avvicino allo stereo, mettendo il CD e selezionando la canzone che mi interessa. Le tendo una mano, e dopo qualche istante di esitazione accetta il mio invito, mostrando a pieno le sue abilità. Ci lasciamo trasportare completamente, dimenticandoci del nostro grande problema per qualche istante. A canzone finita ci allontaniamo lentamente l'uno dall'altra, e non posso fare a meno di notare il sorriso compiaciuto sulle labbra di Alexis


“Definire questa sorpresa piacevole è riduttivo. Dovremmo fare più spesso cose del genere”


Ricambio il suo sorriso “Puoi dirlo forte”


“Comunque credo che sia il caso di tornare dagli altri, Lupin potrebbe cominciare a stressarci da un momento all'altro” si prende una breve pausa, riflettendo “Forse però è il caso che mi faccia una doccia prima”


“Sai, credo di averne bisogno anche io...” controbatto, con un sorriso alquanto malizioso stampato in faccia


“Calma i bollenti spiriti, pistolero” risponde fingendo esasperazione, tirandomi un po' giù la tesa del cappello


Mentre lei è sotto la doccia, carico le armi e le munizioni sulla sua auto, e dopo pochi minuti lasciamo il suo appartamento per tornare nel nostro nascondiglio, dove ci rimettiamo di nuovo al lavoro per il colpo di domani. Lupin ha fatto le cose con molta fretta, e l'ho impressione che essere di nuovo a New York non renda del tutto tranquilla Alexis, e come si potrebbe biasimarla? D'altro canto, se i sicari di Riez hanno attaccato a Tokyo, questo significa che anche lui e Charles si trovano lì, ma questo non significa che non possano raggiungerci. 

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Angolo autrice

Oddio, l'ultima volta che ho aggornato c'erano ancora i dinosauri. Ovviamente, in questi mesi, che in teoria avevo più tempo, non avevo ispirazione. Scommettiamo che ora che inizia di nuovo la scuola avrò l'ispirazione, ma non il tempo?

Comunque, l'idea di questa passione sconosciuta di Alexis mi è venuta un po' dal nulla, ascoltando effettivamente i Gotan Project, e anche l'iniziale momento di sconforto di Alexis si è formato nella mia testa mentre ascoltavo i Black Veil Brides. Ho pensato comunque di incentrare ancora il capitolo sui loro momenti da coppia normale (?) perché è cosa buona e giusta, questi due sono troppo carini *^* 

Spero di riuscire ad aggiornare presto, e spero anche che il capitolo vi sia piaciuto

Alla prossima c: 

  
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