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Autore: DarkDemon    09/09/2016    3 recensioni
[Titolo mooolto provvisorio]
|INTERATTIVA|POSTI FINITI|NON TIENE CONTO DE "LE SFIDE DI APOLLO"
- - - -
–Non scapperai facilmente piccola Dea...–
[...]
Vedeva il lontananza una piccola sagoma avvolta in vesti marroni correre nella leggera nebbia mattutina che avvolgeva le colline e il bosco, mentre una grossa sagoma umanoide la sovrastava, dando l'idea di quello che era un vicolo ceco.
[...]
Felix avanzò ancora qualche passo cauto, un tuffo al cuore lo fece però bloccare sul posto, capiva finalmente la causa del dolore della donna [...]
–Salvala... fallo per me... fallo per noi...– Disse con un tono che mai aveva udito, il tono di una madre, dolcezza e risolutezza, ora spezzate dall'infrenabile pianto che solo una madre può versare sulla salma della figlia, andatasene dal mondo.
- - - -
Sono oramai passati cinquant'anni dalla battaglia con Gea, la pace che ha avvolto il campo, come sempre, non è destinata a durare. Il sottile equilibrio si sta per incrinare, come la liscia superficie dell'acqua sotto un lieve sospiro.
Genere: Avventura, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash, FemSlash | Personaggi: Quasi tutti, Semidei Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hey, hey, hey,
Every day when I wake 
I'm trying to get up, they're knocking me down
(Chewing me up, spitting me out)
Hey, hey, hey,
When I need to be saved
They counting me out, but this is my round 
(You in my corner; look at me now)
Shot like a rocket un into the sky
Nothing could stop me tonight.

You make me feel invincible
Earthquake, powerful
Just like a tidal wave
You make me brave
You're my titanium
Fight song, raising up
Like a roar of victory in a stadium
Who can touch me cause I'm
(I'm made of fire)
Who can stop me  tonight
(I'm hard wired)
You make me feel invincible


Feel Invincible - Skillet



 

Alexander era seduto al padiglione della mensa già da un'ora quando i ragazzi iniziarono ad entrare uno dopo l'altro, chi più affamato, chi meno. Arricciò il naso quando il gruppo dei ragazzi di Ares gli passarono dietro, evidentemente non tutti avevano avuto l'accortezza di darsi una lavata dopo gli allenamenti. Ringraziò mentalmente sua madre che il suo tavolo fosse lontano dal loro, e pregò gli Dei che governavano i venti, chiedendo che non portassero quel fetore nella sua direzione.
–Finisco la pagina...– Mormorò a denti stretti tra se e se, facendo vagare sempre più velocemente gli occhi lungo le righe di parole, e finì la pagina.
Con un sospiro ripose il segnalibro di stoffa tra le pagine e chiuse il volume, si voltò poi per riporlo nella borsa che si era portato -mai avrebbe osato lasciare un libro in balia degli altri ragazzi, in una mensa poi- e mentre la stava per riporre con accortezza a terra, al sicuro tra i suoi piedi una vocetta squillante lo fece sussultare.
–Ma tu leggi sempre?– Il figlio di Clio si girò, leggermente accigliato e confuso da quella domanda.
–Si, perché mai non dovrei, no? E' bello conoscere, non credi?– Sorrise squadrando la curiosa ragazzina che gli si era posta davanti. Aveva la pelle chiara, bizzarri capelli blu e due brillanti occhi celesti.
–Sei E... Evelina, giusto? Io sono Alexander– Chiese, e la ragazza annuì vigorosamente.
–Penso tu abbia ragione, comunque, si, Evelina, figlia di Morfeo.– Disse la sedicenne tendendo la pallida mano che il ragazzo strinse sorridendo.
–Che leggevi di bello?– Chiese inclinando la testa con un sorriso dipinto sulle labbra rosee. Il ragazzo sorrise, decisamente lieto per quella domanda.
–I Miserabili– Sorrise. –Lo conosci?– Proseguì, sperando vivamente in una risposta positiva, chissà che avesse trovato qualcuno con cui poter parlare di questo genere di cose.
La ragazza ci pensò qualche secondo per poi scuotere il capo, facendo svolazzare i lisci capelli in tutte le direzioni.
–No, mi dispiace, trama?– Un luccichio passò negli occhi di Alexander, stava aprendo la bocca, pronto a dare una dettagliata spiegazione della trama del romanzo, che già aveva letto e riletto, spiegarne la propria opinione e fare un motivante discorso per portarla a leggerlo.
Ma proprio in quel momento dal fondo della mensa si levò una voce profonda e austera.
–Semidei!– Si voltarono tutti verso Chirone, in piedi vicino ad un ragazzo nuovo, La figlia di Morfeo salutò sorridendo Alexander, e saltellò al proprio posto.
–Abbiamo una nuova recluta! Vedete di trattarlo nei dovuti modi.– Sorrise e diede una pacca al ragazzo, invitandolo ad andarsi a sedere al tavolo di Ermes.
In breve tempo i tavoli si riempirono di ogni sorta di leccornia, ed Alexander prese a mangiare , sempre parlando, ovviamente, con la sua unica sorella.

 

<°>

 

La prima cosa che pensò è che il cibo era buono, incredibile, solitamente ai campi estivi si mangiavano sbobbe disgustose, o se ai moderatori veniva la malsana idea di cucinare o farli cucinare sul fuoco... allora la cenere era il piatto principale.
Ma la sua mente vagava ancora a quello che gli era stato detto durante le ore precedenti, robe da matti, dei greci, romani, titani, muse... non poteva avere senso. Eppure qualcosa dentro di lui gli diceva che era vero, qualcosa si opponeva a quello che la sua mente voleva credere.
Scosse la testa piegando le labbra in una piccola smorfia, gli stava venendo il mal di testa.

–Ehi, tutto okay?– Chiese una voce squillante davanti a lui. Alzò lo sguardo verso un ragazzo dal sorriso storto e gli occhi scuri, un espressione leggermente divertita dipinta sul volto dai tratti elfici, mascherata malamente da una di preoccupazione. Felix annuì portandosi due dita alla tempia destra.
–Solo mal di testa...– L'altro annuì e mise in bocca un pezzo di pollo, mentre finiva ancora di masticare riprese a parlare, avendo però la decenza di coprirsi la bocca con il dorso della destra, che ancora stringeva la forchetta.
–Tante cose eh? Un bel casino... già, siamo tutti una grande famiglia, divina e semidivina... oh ma tranquillo, vale solo per i fratelli la parentela. Legami come tra zii e cugini non contano– Disse agitando la forchetta a mezz'aria con un largo sorriso. –Quindi vai tranquillo che incesto non è.– Ammiccò e tornando poi al suo pollo.
–Mh... non è che sia ancora molto convinto... cos, non sono tipo da farmi gente in un'estate!– Disse mentre il volto prendeva un colorito più rosato, suscitando la fastidiosa risata dell'altro.
–Certo certo... hahaha! Un'estate... una... vai convinto!– Esclamò e picchiò la mano sulla spalla dell'altro. –Sono Lorcan comunque.–
–Felix...– Borbottò l'altro, servendosi un po' di dolce alle fragole.
–Hai una parlata strana... di dove sei?– Continuò, evidentemente intenzionato a non lasciarlo stare.
Lorcan era un ragazzo piuttosto particolare, a detta di tutti, calmo e pacato, quasi zen, ma perennemente allegro. Aveva sempre attaccato bottone con facilita, anche se spesso il malcapitato che aveva suscitato il suo interesse si ritrovava con un curioso diciassettenne alle calcagna a riempirlo di domande.
–Islanda, vivo in America da tre anni.– Sbuffo, mettendo in bocca subito dopo un po' di dolce, e rilassando le spalle nel sentire il sapore delle fragole, era qualcosa di Afrodisiaco. Nulla era più buono delle fragole, a detta sua.
–Fico! E come mai?!– Chiese immediatamente dopo, ma in risposta ricevette solo un'annoiata scrollata di spalle, non aveva intenzione né di continuare quella discussione, e men che meno di raccontare ciò che era successo. Non era pronto.

 

<°>

 

Harsha scivolò silenziosamente nella mensa, e approfittando del vociare generale si sedette nel posto che sua madre aveva tenuto occupato con la borsa. Appena in tempo i volontari passarono a prendere i piatti per poterli servire.
–Sei in ritardo...– Sibilò Amira, seriamente preoccupata. La figlia fece scorrere le dita scure, rovinate da anni di lavoro in un industria tessile, sul tirapugni che ancora portava alla mancina.
–Che palle, sempre le solite cose, lo sai.– Sospiro, riponendo l'arma nella tasca dei pantaloni.
La ragazza non era a conoscenza del Campo Mezzosangue, né era certa dell'esistenza di altri semidei, la sua esperienza in America era iniziata con un lavoro in nero finito male, in seguito a cui ora viveva con la madre in una casa d'accoglienza.
–Cos'era questa volta?– Sospirò la donna scostando una ciocca di crespi capelli dal volto della figlia per poterla vedere in volto, ma ritrasse la mano appena vide un grosso taglio sulla tempia, ancora colante di liquido scarlatto. –Harsha...– Mormorò preoccupata.
–Sto bene, mamma... e cacchio attenta, non so che storie potrebbero farmi se mi trovano altri tagli... penseranno a combattimenti clandestini o che cazzo ne so...– Sbotto, sistemandosi la ciocca in modo da assicurarsi che coprisse il taglio.
–Sei sempre così garbata, figlia mia.– Amira sospiro e si sciolse in un piccolo sorriso, suscitando la leggera risata della ragazza.
–Sempre mamma, sempre. Ho già la strada spianata per il lavoro da camionista... o scaricatrice di porto, se vuoi– Strizzò l'occhio e prese a mangiare il polpettone.

Tornarono nella loro camera un'ora dopo, era un abitacolo piuttosto squallido, o comunque decisamente rustico. Lungo e piuttosto stretto, sul lato corto, a nord c'era un unica e grossa finestra, ai lati di questa, appoggiati uno ad ogni parete, due letti, opposta alla finestra si trovava la porta del piccolo bano, e ai lati di essa una cassettiera a destra ed un armadio a sinistra. Sopra la porta un grosso chiodo ospitava un crocifisso, che le due avevano deciso di rimuovere e riporre in un cassetto. Harsha era molto rispettosa delle idee altri, ma altrettanto testarda, non si sentiva apposto a tenere appeso un crocifisso quando lei era figlia di un dio greco.
Si sedette pesantemente sul letto, attendendo la madre che andò in bagno a prendere il piccolo kit di pronto soccorso che avevano convenuto prendere per le frequenti ferite che la sedicenne si procurava.
Strinse i denti mentre Amira tamponava con delicatezza il taglio e lo disinfettava.
–Merda–



 

Angolo    

Autrice

Ohilà! Sono viva, chi l'avrebbe mai detto!
Quanto è lunga la cit iniziale?! o.o No okay è davvero troppo...
Dopo aver passato un bel periodo con l'amico "blocco dello scrittore" con cui sto entrando talmente tanto in confidenza che penso proprio che gli darò un nome,sono riuscita a mettere giù questa mezza schifezuola. Della prima parte posso ritenermi piuttosto soddisfatta... ma come sempre la qualità va calando.
E' molto breve ma come si dice da me "Piutos de nient le meij piutos", ovvero, se non dovesse essere chiaro, "Piuttosto di niente è meglio piuttosto"
Quindi appresate il mio sforzo, spero che con il proseguire della trama i capitoli si alluinghino e migliorino di qualità.
Come sempre vi chiedo un parere, tramite qualsiasi mezzo, recensione, messaggio privato, posta via gufo... qualsiasi cosa. Mi serve solo per sapere che state leggendo e interessando alla storia e anche per migliorare, visto che è impossibile che sia impeccabile, e sono su EFP proprio per migliorarmi, più di quanto già non abbia fatto da quando ho iniziato.
Ma, come registrato nel sondaggio (manco fosse referendum nazionale) ho deciso di ricapitolisciare "petaloso" fatti da parte i personaggi presenti:

  • Alexander Townsend - Prima classe
  • Evelina Lyudmila Makarov - Terza classe
  • Red Skull "Lorcan" Cunningham - Prima classe
  • Harsha Sarasvati Rujula - Prima classe

Eee... nulla, spero che sia un minimo di vostro gradimento!

Baci

ΩEbeΩ

   
 
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