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Autore: Lunaticmoody    13/09/2016    0 recensioni
[Cast di Cherry Season]
Set, stazioni, treni e viaggi facevano da cornice alle loro vite, perché quel tipo di lavoro permetteva il mondo, bastava solo scoprirlo... magari insieme.
Ci avevano provato, poi il nulla; davanti a loro solo strade diverse e mai parallele, perché il destino era bastardo e stronzo e maledetto, nessuno poteva andargli contro, neanche degli amanti che inconsapevolmente custodivano ancora il loro amore, un amore pronto ad essere riaffiorato e rivissuto più intensamente che mai.
L' ardua decisione spettava esclusivamente ai due giovani: cadere di nuovo nel tranello dell'amore intenso e viscerale o rimanere indifferenti davanti agli scherzi del fato?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La popolarità aveva cambiato letteralmente la vita di Ozge, stravolgendola in positivo. Dopo anni di richieste per comparse, curriculum mandati a destra e a manca, la speranza di diventare un'attrice affermata si era disciolta trasformandosi via via in rassegnazione. Le mani continuamente tra i capelli, la solita tazza di tè fumante sul comodino e le innumerevoli pagine aperte su Chrome ogni giorno le facevano compagnia - era routine quotidiana e per Ozge ciò era diventato opprimente oltre che frustante. Alla veneranda età di ventotto anni, chi ancora viveva con i suoi genitori gravando sulle loro spalle? Si sentiva terribilmente in colpa, avrebbe voluto emergere e fare della propria passione un lavoro ma il mondo glielo impediva. Tutti i suoi studi pensava fossero vani.

Quando un giorno, dopo una serata da sballo con le sue amiche, la chiamarono per un provino inaspettato, preso in considerazione dalla stessa Ozge solo per gioco. Si trattava di Kiraz Mevsimi , serial televiso turco, incentrato principalmente sulla vita dell'aspirante stilista Oyku.

Inizialmente aveva liquidato tutto con una smorfia, tanto sarà l'ennesimo provino in cui passerò inosservata, pensò. Diventare la protagonista di un telefilm? Figuriamoci, ripensò ancora. Le vicende passate fecero riaffiorare ancora di più il pessimismo cosmico verso la recitazione con cui per molto tempo conviveva.

Poi, per esigenze lavorative ed economiche, accettò con un'alzata di spalle e, animata dalla curiosità, andò a leggere la parte che avrebbe dovuto recitare per la prima volta alle imminenti audizioni.

Che le costava, ormai? Se il provino fosse andato male, quel copione si sarebbe sicuramente aggiunto alla pila di fogli stropicciati e malmessi sulla scrivania.

Ma stranamente il caso - il talento - volle che la performance andasse realmente bene tanto da far entusiasmare il regista e lo stesso scrittore della soap opera. 
"Sei perfetta per Oyku", dissero tutti facendola arrossire in viso. Non si era mai sentita così appagata nella sua vita, prima di quel giorno pensava addirittura di abbandonare la recitazione e dedicarsi ad altro per sopravvivere. Una lacrima di gioia le solcò il viso e con un gesto della mano la scacciò via subito: non era sicuramente il momento di piangere.

Ozge tornò a casa felice e soddisfatta, raccontò tutto alla madre la quale le sorrise commossa e l'abbracciò; era tanto orgogliosa della sua piccoletta e sfogò la sua gioia preparando i muffin al cioccolato, quelli che a sua figlia piacevano tanto.

Girò le prime scene del telefilm e già dal primo giorno ebbe l'opportunità di conoscere tutti gli altri attori, tra cui Nihal che divenne subito sua amica, così come Burcu nel telefilm diventò amica di Oyku. Tutti erano così splendidi con lei, capirono la sua timidezza e non le fecero troppe domande sulla sua vita e sui lavori passati; d'altronde Ozge non sapeva nemmeno come rispondere visto che di esperienze recitative ne aveva fatte presocché poche, a differenza di altri.

Poi si trovò a stringere amicizia (per forza di cose) con l'attore che interpretava Ayaz - architetto e socio d'affari di Mete nel telefilm - e tra i due nacque subito una tale sintonia immediata da riportarla magistralmente sullo schermo, facendo emozionare i primi fan sin dalle puntate iniziali; i due sorridevano imbarazzati ogni volta che recitavano nelle vesti della coppietta amata da tutti e Ozge pensò se tutto quello che stesse accadendo fosse uno dei suoi sogni oppure se fosse catapultata in un mondo parallelo da cui non voleva più uscirne.

Il pubblico cresceva sempre di più, i social a cui si iscrivevano per stare a contatto con i loro sostenitori anche e i due attori, per conoscersi meglio, decisero di proporre agli altri una bevuta collettiva in uno di quei bar rinomati di Istanbul.

Lo stile di Serkan, lontano dalle telecamera, era estremamentre differente rispetto a quello che interpretava nel telefilm: usava spesso jeans per lo più larghi e camicie strette che gli risaltavano il torace scolpito mentre i capelli, contrariamente al suo personaggio, erano quasi sempre spettinati; ma a lui piaceva così, non era trasandato e nemmeno troppo attento a ciò che indossava. E ciò, per Ozge, rappresentava un'arma a doppio taglio.

Il sorriso, però, era sempre lo stesso e quello sguardo, quel maledetto sguardo, colpiva come un fulmine a ciel sereno gli occhi dal colore caldo di Ozge. Ella in risposta prendeva sempre una ciocca di capelli con le dita e la portava dietro l'orecchio, abbassando quel viso diafano ereditato da sua mamma. E Serkan se ne accorgeva sempre, perciò distrattamente cercava di distogliere lo sguardo dal corpo della ragazza per evitare, o meglio, tentare di evitare l'esplosione di un vulcano interiore.

I giorni passarono in fretta, la vicinanza tra Serkan ed Ozge era palpabile nell'aria ed imparare i dialoghi perfettamente non fu più un problema; il confine tra recitazione e realtà si stava dissolvendo, i loro gesti erano così reali e sinceri che nemmeno gli autori seppero interrompere le riprese, estasiati com'erano.

Allora decisero di passare una serata diversa, loro due insieme, a casa di Serkan: egli amava la cucina indiana ed Ozge, incuriosita, aveva insistito per cucinare appositamente qualcosa per lei. A quella richiesta l'attore alzò le spalle e si dilettò ai fornelli, per fortuna aveva fatto la spesa il giorno prima, pensò.

Decise di preparare il pollo al curry, piatto esotico dal gusto travolgente. Il sapore speziato, infatti, aveva provocato uno tsunami piacevole nelle papille gustative di Ozge, tanto che a fine cena si leccò le labbra soddisfatta mentre un sorriso timido sul viso del cuoco faceva capolino.

Poi all'improvviso si ritrovò sul corpo tonico di Serkan e i due esplorarono insieme gli abissi più profondi dell'eros, privandosi di ogni pudicizia e godendo pienamente delle sensazioni di benessere suscitati dalla loro unione completa.

Ozge, stranamente, aveva abbandonato la timidezza che la attanagliava sempre, ma quello che continuava a stupirla - e a tormentarla - era quando la sua bocca cercava disperatamente quella di Serkan, soffice e umida.

I loro sapori continuarono a mescolarsi in una danza a ritmo di baci e carezze, sembravano non averne mai abbastanza di quelle notti insonne e piene di passione.

Intanto le riprese continuavano, gli autori intesero l'affinità travolgente tra i due e cercarono in tutti i modi di sfruttarla nel loro progetto. Nihal fu la prima a chiedere ad Ozge cosa stesse succedendo, era sorpresa per il modo in cui puntualmente ogni giorno veniva a lavoro: sempre col sorriso stampato sul volto e l'aria più rilassata e serena. Starò attenta, si ritrovò a dire davanti le preoccupazioni dell'amica dagli occhi vispi e i capelli color rame. Nihal aveva imparato a conoscere Ozge, capendo che dietro quel viso etereo e le ossa minute, si nascondeva un'anima fragile e sarebbe bastato un leggero venticello freddo per ammalarla, sarebbe bastato una parola sbagliata a ferirla nel profondo.

A metà prima stagione Serkan iniziò a baciarla più avidamente davanti alla telecamera, sorprendendo Ozge ed anche lo stesso regista; insomma, Kiraz Mevsimi era una soap opera per ragazzi, gli ormoni i due attori dovevano lasciarli a casa. Ed infatti, appena finite le riprese, la coppia cercò il primo bed&breakfast vicino per svuotare quella passione che bruciava carne e anima; si spogliarono di ogni tinta come la natura, di ogni maschera e personaggio, il calore dei corpi nudi era tutto ciò che era rimasto. La loro attrazione era prepotente, decisa, respirabile. Si curavano l'un l'altro come due amanti clandestini in una metropoli. Ogni sera si rifugiarono nella loro alcova per lasciare spazio a peccanose intimità. Ormai vivevano uno in funzione dell'altro, quasi in simbiosi, avevano instaurato un rapporto di coppia di totale dipendenza reciproca.

Tra le lenzuola che sapevano di amore e le prime luci del mattino che squarciavano il buio della camera, spesso si ritrovavano a pensare ai loro personaggi, alla storia fittizia in cui vivevano quasi ogni giorno, e questo li faceva ridere di gusto.

Ma gli occhi di Ozge presto si trovarono di fronte a qualcosa a cui non aveva mai riflettuto e le bastò poco a farla sprofondare e cadere in un baratro.

"Devo parlarti", le disse Serkan dopo la cerimonia di chiusura della serie. Sul palco quella sera sprizzavano gioia, sembravano Ayaz ed Oyku, sotto gli occhi curiosi dei loro amici. Ozge annuì perplessa mentre una strana agitazione si impossessava del suo corpo. Salutarono tutti, ancora brilli per la serata, e silenziosi uscirono fuori, con il vento gelido a pizzicare i loro volti.

Ozge capì subito dal viso pallido di Serkan che qualcosa non andasse e sentì le gambe cedere al solo pensiero di essere piantata in asso proprio in quella serata di festa. Il tempo sembrava non passare mai e i battiti del suo cuore accelerarono senza volerlo, fino a quando Serkan aprì la portiera della macchina e la fece entrare dentro, da vero gentiluomo.

Arrivati a casa - il silenzio come loro amico - Ozge per la prima volta non aveva idea se sedersi o meno, per cui aspettò sul ciglio della porta, pronta a fuggire prima della catastrofe. 
Serkan le sorrise e la intimò di non preoccuparsi, si era reso conto della irrequietezza della sua ragazza dato che non faceva altro che mordersi l'interno della guancia e stringere le nocche.

Il giovane si tolse la giacca elegante, poggiandola delicatamente sulla spalliera del divano, e si sedette lentamente tenendo le mani sudaticce sulle ginocchia. Ozge si avvicinò in risposta, il groppo in gola non le permetteva di respirare bene e cercò di deglutire. Aggiustò con le mani il vestito nero che aveva indossato per quella serata speciale e si affiancò a Serkan sul divano, con gli occhi ancora fissi sulle sue iridi e le labbra strette in una linea sottile.

Egli accarezzò la guancia soffice come seta della ragazza e le lasciò un casto bacio sulla fronte. Allungò poi un braccio verso la giacca poggiata lì vicino ed estrasse un cofanetto rivestito di velluto rosso, chiuso da una minuscola e quasi invisibile serratura. Serkan prese la piccola chiave dalla tasca dei pantaloni e, tremolante, la consegnò ad Ozge assieme all'oggetto misterioso - che tanto misterioso poi non era. La ragazza non seppe cosa dire, non riusciva a comprendere lo stato d'animo in cui viveva, non fu capace di proferire una minima parola di fronte a quel gesto. Aveva capito benissimo di cosa si trattasse ma il coraggio le mancò e la gola diventava sempre più secca. Ozge si guardò attorno, soffermandosi come un'ultima volta sui quadri appesi al muro e sulla libreria in legno posta in un angolo della sala.

"Io...", balbettò nervosamente in attesa della risposta giusta. Non aveva ancora aperto il cofanetto, le dita tremarono e la tensione che percepiva era facilmente tagliabile con la lama di un coltello. "Serkan..."

Il ragazzo abbassò gli occhi, stupito dalla sua non risposta, poi li rialzò stringendo le labbra e serrando la mascella. Il sottile strato di barba incorniciava il suo volto, la camicia era quasi sbottonata per il caldo che si percepiva dentro.
Serkan si avvicinò ancora di più al volto accigliato di Ozge, pregandola con lo sguardo di non rifiutare la proposta coniugale silenziosa. Non era uscita una parola dalle labbra di Serkan, solo gesti e sussurri, ed Ozge non aveva più bisogno di ulteriori spiegazioni.

"Non posso", si ritrovò a dire ella strizzando gli occhi come in procinto di piangere. Ed, infatti, sentì una lacrima solitaria e traditrice pizzicarle la guancia coperta da un sottile strato di fondotinta ed un sussurro strozzato fuoriuscì dalle sue labbra. Deglutì e tolse distrattamente la lacrima fuggitiva dal viso, dopo si alzò e stiracchiò il vestito con le mani. 
"Mi dispiace", disse prima di chiudere la porta dietro di sé, lasciando Serkan ancora seduto sul divano con il cofanetto tra le dita e gli occhi verso un punto indefinito. Non l'aveva seguita, non l'avrebbe fermata mai, perché egli sapeva bene le esigenze di Ozge, le conosceva e le aveva rispettate.

Nonostante ciò Serkan preferì rischiare perché aveva sempre definito l'amore come un rischio e, come diceva Che Guevara, tanto valeva giocarsi l'ultimo frammento di cuore.

***

Cosa ne pensate? Vorrei tanto sapere il vostro parere :) 

Mi trovate anche su wattpad, @lunaticmoody, di solito pubblico prima lì e poi su efp. Un bacio xx

   
 
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