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Autore: _Sherazade_    21/09/2016    1 recensioni
Raccolta di One-Shot, Flash fiction e Drabble originali legate dal filo conduttore della stagione più calda dell'anno: l'Estate.
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Questa Raccolta partecipa a "The Seasons Challenge" indetta da Jadis_ sul forum di Efp.
"Sinfonia Estiva", partecipa al contest " War of Drabbles " indetto da Alexalovesmal
Genere: Romantico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Genere:  Sentimentale, Slice of Life
Capitoli: One shot
Tipo di coppia: Het
Categoria: Storie originali - Romantico
Rating: Verde

Storia partecipante a "The Seasons Challenge" indetta da Jadis_ sul forum di Efp.
Stagione: Estate
Prompt: 
Vela, "Il mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni" (Alessandro Baricco)


I Figli del Vento






 
Primo giorno di ferie.

 
Mi sedetti ancora una volta sulla banchina ad osservare i velisti che lasciavano la riva per raggiungere l'area a loro designata per potersi allenare.
Era così tutti gli anni: passavo ore a guardarli, li ammiravo mentre si muovevano agilmente fra le onde, spinti dal caldo vento che soffiava e gonfiava le loro vele.
Sembravano così liberi, così spensierati... Figli del Vento, così si facevano chiamare.
Ma io ero troppo paurosa per farmi avanti, per provare anche io a volare sul mare.
Mi limitavo ad ammirare chi aveva abbastanza coraggio da abbandonare dubbi e paure, lasciandosi trasportare dal vento e dalle onde.
«Cosa fai qui tutta sola?» mi chiese un biondino abbronzato e dalla corporatura atletica. Era uno dei ragazzi del corso di vela, lo riconobbi dopo pochi secondi.
«Osservo... semplicemente. Mi piace il mare» dissi con sincerità. Fin da piccola, il mare aveva avuto un effetto calmante su di me. L'acqua, in generale, mi era sempre piaciuta: adoravo nuotare! Durante l'inverno mi dovevo accontentare delle piscine, ma era sempre meglio di niente.
«Non è vero» disse lui facendomi accigliare. «Tu ti stai compatendo».
«Come prego?»
«Tu vorresti provare, ma non hai il coraggio per farlo. Tu hai paura e stai trovando dentro di te delle scuse per non farlo.»
«Non sapevo di avere a che fare con uno psicologo o con un mentalista» risposi sarcastica.
«Non serve un genio per capirlo: ogni anno ti siedi in questo punto e ci guardi...» Contro la mia stessa volontà, sentii le guance arrossarsi violentemente. E dire che ero certa di essere sempre stata molto discreta. «È evidente che vorresti provare, ma qualcosa ti frena. Hai paura del giudizio degli altri?»
«Non è quello! È che... beh... non credo che siano affari tuoi!» risposi stizzita, anche se me ne pentii immediatamente: in fondo lui non stava facendo nulla di male. Si era però rivelato fin troppo invadente per i miei gusti.
«Non so quanti giorni di ferie ti rimangono, ma puoi ancora approfittarne: ho giusto appena finito uno dei corsi individuali e avrei un posto libero. La prima lezione è gratuita» disse facendomi l'occhiolino, allontanandosi dalla banchina e lasciandomi sola.


Passai i successivi tre giorni a rimuginarci sopra.
Lo faccio o non lo faccio”, quello era il mio tarlo fisso. Nonostante i modi del biondino mi avessero lasciata perplessa, come ogni anno avevo la tentazione, sempre più pulsante, di iscrivermi a quel dannato corso di vela. Ogni anno era la stessa storia, e, quando mi decidevo, arrivava l'ultimo giorno e non potevo più farci nulla. L'anno seguente si ripeteva la stessa identica sequenza, e io non riuscivo più a venirne a capo.
In quei giorni, continuavo a sognare di fare vela, all'inizio andava tutto per il meglio e mi divertivo ma ad un tratto si scatenò una terribile tempesta. Feci di tutto per tornare a riva, ma il mare e il vento fortissimo, mi fecero perdere il controllo del mezzo, caddi e mi sentii trascinare a fondo. I polmoni mi si riempirono d'acqua e un improvviso bruciore mi consumò il cuore. Mi svegliavo sempre di soprassalto, sudata e ansante, col batticuore che sembrava non volersi più placare.
Volevo provare la vela, ma avevo troppa paura di sbagliare, di trovarmi in un pasticcio così grande da non trovare più una via di fuga e di rimanere completamente spiazzata e inerme.
Le mie erano paure irrazionali, non ci trovavamo nell'oceano; c'erano state trombe d'aria, ma quelli erano giorni tranquilli, non correvo alcun pericolo. Io lo sapevo, ma la mia irrazionalità aveva preso il sopravvento.
«Lo sai che il posto è ancora libero?» Stavo passeggiando per il lungomare leggendo un libro. Non mi ero proprio accorta che quel ragazzo mi avesse seguita.
«Mi fa piacere» dissi distrattamente, continuando a camminare e a leggere insistentemente quell'unico paragrafo. Ero così nervosa che non capivo una sola parola di quello che leggevo.
«Ti piace Baricco? Conosco molto bene quel libro: “Il mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni.”» disse lui citando una delle frasi più conosciute del romanzo “Oceano mare”.
«Non pensavo fossi un tipo da “Baricco”».
«Ed è questo il tuo problema, ti lasci fermare dalle apparenze. Io sono convinto che ti piacerebbe moltissimo fare vela, perché hai un estremo bisogno di staccare la spina» disse prendendomi per mano, trascinandomi verso l'area dei surfisti e dei velisti.
«Io ho cominciato a fare vela quando avevo si e no quindici anni. Mio padre insisteva perché facessi uno sport, uno qualunque, e io scelsi la vela, pensando che mio padre avrebbe ceduto lasciandomi in pace. Ero sempre stato il classico ragazzino dedito unicamente allo studio e ai videogames. Non avevo molti amici e i miei genitori erano preoccupati per me. Ammetto che all'inizio non erano convinti della mia scelta, speravo che non me lo avrebbero permesso e invece mi dovetti ricredere. Pur di farmi uscire dal mio “bozzolo” avrebbero accettato di tutto». Lui parlava di quel periodo con estrema naturalezza, mentre io non sarei mai riuscita a farlo. Io ero ancora ingabbiata nelle mie insicurezze.
«Anche se all'inizio ebbi delle difficoltà, come è logico, mi trovai ad amare questo sport. Amavo stare in acqua, amavo nuotare, e so che lo ami anche tu: nuoti molto bene da ciò che ho visto!» Cominciai a temere che quel ragazzo fosse uno stalker. «La vela per me rappresenta la perfetta unione fra aria e mare. Quando percorro questa immensa distesa d'acqua, sento che non c'è niente che non possa fare, nessun ostacolo c'è sul mio cammino e mi sento libero. Proprio come dice Baricco», disse picchiettando la copertina del mio libro, «Il mare non ha strade da percorre, tutto il mare è a nostra disposizione, e non c'è null'altro da dire: dobbiamo solo lasciarci guidare dai due elementi. Quando segui le onde, quando diventi un tutt'uno col vento, tu non esisti più: ed è una delle cose più belle!» I suoi occhi brillavano mentre mi raccontava della sua esperienza. Sentii una specie di morso allo stomaco, anche se era un po' inquietante quel ragazzo, aveva un che di magico. Il modo in cui mi parlava, il modo in cui sorrideva, il modo in cui raccontava della sua passione, mi stavano ispirando.
«Lì c'è il camerino, e questa è la tua tuta: dovrebbe andarti bene», disse porgendomi l'indumento. Non avevo mai accettato, eppure mi diressi senza fare storie nel camerino.
La tuta aderì al mio corpo come una seconda pelle; era una strana sensazione, incredibilmente piacevole.
«Non mi hai ancora detto il tuo nome» dissi raggiungendolo.
«Io sono Leonio, ma gli amici mi chiamano León. Tu invece sei?» incredibile il fatto che non ci fossimo ancora presentati. Ero stata tentata dall'idea di dargli un nome falso, ma qualcosa in me mi diceva di fidarmi e di lasciarmi guidare.
«Matilde».
«Tilde, dunque». León sorrise e cominciò a spiegarmi con calma e pazienza qualche nozione basilare. Non era semplice, ma io lo ascoltavo con attenzione, e quando mi mostrò come stare sulla tavola mi sentii davvero felice. Anche senza entrare in mare fu piuttosto divertente, e ciò mi spinse a comprare il pacchetto base. Il terzo giorno, León mi guidò in mare, anche se ero ancora titubante.
«Non avere paura, io sarò sempre qui in caso di bisogno»
Guidata dai suoi consigli, mi lasciai trasportare, lasciando che il vento portasse via con sé i dubbi e le paure.
La vecchia Matilde se n'era andata, lasciando il posto a una nuova figlia del Vento.


 
L'angolo di Shera♥


Sera, con questo per oggi la chiudo qui... spero XD.
Questa storia è scritta da una persona che non sa e che non ha mai provato a fare vela, se ci sono inesattezze fatemelo pure notare, non mordo.
Da anni vedo ragazzi e ragazze nella mia spiaggia, prepararsi per fare di tutto: vela, kitesurf, surf e altro; non ho mai praticato, ma ammetto che questi sport hanno un fascino tutto loro.
Dato che nella mia lista di prompt c'era Vela, ho pensato di approfittarne.
Non è uno dei migliori racconti che io abbia scritto, ma mi è piaciuto farlo ^^. Come al solito: commenti, critiche, consigli ecc. sono sempre ben accetti.
Spero vi sia piaciuta, un abbraccio

Shera♥
  
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