Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Sethmentecontorta    06/10/2016    0 recensioni
Camminava muta, come chiusa in una bolla che la separava dal resto del mondo: i suoni e le immagini la toccavano solo a metà, qualunque gioia, volontà, felicità era scivolata via da tempo. Era solo una dodicenne, quanto tempo avrebbe resistito sola a quel modo? Che motivo aveva per andare avanti? Ah, lei lo sapeva eccome quale motivo la convinceva a continuare, seppur così.
Nonostante la sua mente fosse così offuscata da oscuri pensieri, l’animo appesantito, il suo passo incedeva leggero, invariato; attraversava strade, superava semafori, negozi, parchi, case, persone. Quel mondo che le appariva così distante, in cui i bambini ridevano giocando insieme, le ragazze come lei chiacchieravano dei loro amori adolescenziali o di qualunque cosa interessasse loro, gli adulti affannavano dietro al lavoro, ai figli, a mogli e mariti. Mentre la vita scorreva frenetica, lei camminava lentamente per la sua via; lo sguardo nel vuoto, la treccia ondeggiante lungo la schiena con un ritmo quasi ipnotico. Era così estranea.
~
|Remake di "The dreamer girl|OC, Kidou Yuuto, Goenji Shuuya, Fubuki Shirou, Fudou Akio|triste|
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel/Shuuya, Caleb/Akio, Jude/Yuuto, Nuovo personaggio, Shawn/Shirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Uhm, già, so di essere parecchio in ritardo, ma mi sono detta che dato che sono pochi quelli che ancora leggono questa storia, avrei anche potuto prendermi del tempo per abituarmi all'inizio della scuola. Non che ci sia ancora riuscita. Temo che quest'anno sarà davvero difficile
A parte tutto, questo è un capitolo di passaggio, per legare un po' tutti i primi fatti della seconda serie, dato che farò diversi tagli, visto che ci sono molte cose che non mi interessa trattare. Penso che nel prossimo capitolo salteremo direttamente alla Absolute Royal, controllerò di non perdermi nulla di interessante in tutto ciò che viene prima, thou. Con la mia pessima memoria rischio sempre di fare gaffe incredibili. 
Non so cosa dire più di tanto su questo capitolo, un'altra volta, taanto Shuuya. Giuro che poi non sarà così tanto presente, lol. Voglio fare una domanda, se mai qualcuno di voi vorrà lasciarmi una recensione, c'è qualcuno con cui shippate Tenshi, per ora? Perché mi hanno fatto notare che è piuttosto shippabile con praticamente tutti. 
Solita parte di credits, le canzoni del capitolo sono Car Radio e Truce, ne ho scelte due perché mi immaginavo troppo bene Truce per Goenji, mentre Car Radio era semplicemente perfetta per il punto di vista di Tenshi, quindi... boh, ascoltatele entrambe, ahah. E ritenetevi fortunati che mi hanno fatta andare in fissa con i twenty one pilots quindi a sto giro non vi beccate nulla di punk. L'immagine invece è (anche una volta) stata scattata dalla bravissima TanjaMoss.
E per ora è tutto gente, spero di potervi risentire, in una recensione o in un altro capitolo!
~Seth


Chapter 8 ❧ Guilty feelings and fears

Image and video hosting by TinyPic


Tenshi si sentiva di nuovo un peso a premerle sul cuore, mentre scostava le tende azzurre per far entrare la brillante luce solare nella stanza. Scrutò fuori dalla finestra, sospirando, poi si voltò verso i suoi due amici, costretti su quei due letti d’ospedale. Il suo sguardo proseguì su di Kidou, appoggiato alla porta.
– Quindi partirai? – chiese Sakuma.
Il regista annuì, scostandosi dalla superficie di legno ed avanzando verso il centro della stanza.
– Recluteremo nuovi giocatori e sconfiggeremo quegli alieni, sì.
– Quanto starai via? – incalzò il portiere, stringendo tra le mani le lenzuola immacolate.
– Non lo so, sinceramente dubito che sarà una cosa rapida come credono gli altri. – incrociò le braccia al petto, assumendo un’aria pratica per alcuni secondi. – Ma non preoccupatevi, qualunque cosa ci sia sotto, noi li sconfiggeremo.
Genda lo osservò, con un’espressione quasi infastidita.
– Certo, li sconfiggerete, tu e la Raimon. – Genda, va bene così, è giusto che Kidou vada avanti e non rimanga qui a piangersi addosso insieme a noi. – tentò di rassicurarlo l’altro. – Con lui in squadra, la Raimon vincerà sicuramente, come hanno fatto con la Zeus.
– È questo il punto, dovevi vendicarci sulla Zeus, l’hai fatto, ora puoi tornare da noi. – insistette, guardando il loro ex capitano piuttosto duramente, come incolpandolo per essersene andato.
– La Raimon ha bisogno di tutto l’aiuto possibile ora, Kidou fa bene ad andare con loro e a non stare qui a girarsi i pollici. Se stessi bene, non lo faresti anche tu? – si intromise Tenshi, aprendo bocca per la prima volta da quando era entrata nella stanza, fatta eccezione per un breve saluto.
Il ragazzo dalla scarmigliata chioma leonina abbassò il capo, sospirando, sebbene poco convinto.
– D’accordo, vai. Vorrei solo poter venire con voi. Fai il culo a strisce a quegli alieni, va bene?
– Certo.
Gli altri due giocatori sorrisero, ed anche le labbra del portiere si incurvarono. L’unico occhio visibile del capocannoniere si spostò sulla ragazza, ancora con la schiena poggiata al davanzale della finestra.
– Anche tu andrai con loro, Tenshi?
– No, io rimango qui. – disse con voce calma, osservando il via vai nel parcheggio attraverso il vetro limpido della finestra.
Il regista si voltò nella sua direzione, sorpreso.
– Pensavo saresti venuta anche tu. – pronunciò quasi in un sussurro.
– Se è per noi, puoi andare, staremo bene presto, e comunque…
– Avete più bisogno di me voi di quanto non l’abbiano loro, – Sakuma venne interrotto repentinamente, mentre Tenshi si voltava a guardarli. – hanno già le loro manager. Ho i miei motivi per restare, in ogni caso.
Puntò lo sguardo su di Kidou, che annuì.
– Capisco, quindi ci vediamo al mio ritorno, suppongo.
– Avete finito con tutta questa cosa degli sguardi complici eccetera? Perché, sapete, ci saremmo anche noi in questa stanza. – ironizzò Genda.
 
Quando uscì dalla stanza, diversi minuti dopo, Kidou se n’era andato già da un po’. Sospirando, si lisciò le pieghe della gonna, per poi incamminarsi lungo il corridoio ed in seguito giù per le scale.
Mentre si apprestava ad uscire dall’ospedale, lo sguardo le cadde su un corridoio alla sua destra. Il reparto pediatrico. In fondo ad esso, tre uomini alti e smilzi, in cappotto nero, si allontanavano dandole le spalle. Poco prima, Goenji li osservava con uno sguardo di sconcerto. Tenshi gli corse incontro, con il cuore in gola, chiamando il suo nome solo quando fu piuttosto sicura che i tre tipi non fossero più a portata d’orecchio. Il ragazzo si voltò, fissandola sempre più sorpreso.
– Che è successo? – incalzò non appena gli arrivò di fronte. – Chi erano quei tizi?
– So solo che hanno a che fare con l’Aliea Gakuen. – le rispose, incespicando un po’ sulle proprie parole e guardando il punto in cui erano spariti dietro al muro candido. – Vogliono che mi unisca a loro, se non lo farò e continuerò ad oppormi, faranno del male a Yuuka.
Lei sgranò gli occhi, rivolgendosi d’istinto verso la porta dietro cui la piccola si trovava.
– Tenshi, io voglio partire con la Raimon, aiutarli contro quei mostri, ma ho paura che Yuuka si ferisca ancora una volta. – lo sguardo con cui la fissava era intenso, pieno di indecisione, la ragazza si sentì quasi male ad osservarlo, ma si sforzò di non abbassare il proprio.
– La terrò d’occhio in ogni momento in cui mi sarà possibile, te lo prometto. – disse tutto d’un fiato. – Sarei in ogni caso venuta spesso a trovare i ragazzi della Teikoku, starò con lei.
Goenji, senza rifletterci su due volte, le circondò la schiena con le braccia, stringendola a sé. – Grazie mille, Tenshi. Spero davvero che non succeda nulla. Né a lei né a te.
– Lo spero anche io, credimi. – mormorò, ricambiando timidamente il suo abbraccio. Il suo corpo era caldo, come lo era stata la sua mano quando l’aveva stretta. Sentiva il suo cuore battere chiaramente contro il proprio petto, dalla paura per la sorella minore, suppose.
Le sarebbe piaciuto avere un fratello come lui.
Si allontanarono pochi istanti dopo, entrambi vagamente imbarazzati da quel gesto così improvviso. Il trillo del cellulare di Shuuya spezzò il silenzio, egli lo estrasse dalla tasca e lesse il messaggio.
– Devo andare, mi aspettano alla Raimon. – annunciò, guardandola con espressione piuttosto interrogativa. Lei annuì.
– Okay, allora io rimarrò qui con Yuuka. – guardò la porta, come aspettandosi di poter dare una sbirciata a ciò che l’aspettava dietro di essa attraverso il suo legno dipinto.
– Ora sta dormendo, ma se non hai da fare puoi rimanere.
– Sì, infondo non ho più molto da fare, ora che quasi tutta la mia squadra è all’ospedale e l’unico ancora sano parte per salvare l’umanità da un attacco alieno. – ironizzò Tenshi, mentre un angolo della sua bocca si piegava verso l’alto. Il ragazzo ridacchiò.
– Chiamami ogni tanto, così parlo sia con te che con Yuuka. – si sistemò meglio la felpa della squadra. – Allora a presto.
– Sì, a presto.
Si scambiarono un ultimo sorriso, lievemente timido, poi il calciatore si avviò verso l’uscita, mentre la ragazza quasi evitava con lo sguardo quel pezzo di legno che la separava dai suoi sensi di colpa.
 
Si era andata a prendere un tè, prima di entrare nella stanza di Yuuka. Sapeva che vederla non sarebbe stato un colpo facile da sopportare, Goenji aveva alleviato la mole di sensi di colpa che si era affibbiata in quei dodici mesi e poco più, ma vederla di persona era un altro conto. Si sforzò di pensare che era sveglia, che stava bene, che non c’era più motivo di sentirsi in colpa. Non era morta, era fuori pericolo, non era colpa sua. Erano tutte affermazioni che riconosceva come vere, ma che il suo cuore quasi rifiutava.
Ed ora era lì, a fissare la porta del colore della neve, i muscoli tesi, le dita allacciate intorno al bollente bicchiere di carta, che era l’unica cosa a tenerla ancorata alla realtà. Perfino il suo respiro era flebile, come cercando di fare meno rumore possibile, di uniformarsi con quel piatto e totalizzante bianco che l’avvolgeva. Inspirò profondamente, si lasciò andare ad un rumoroso sospiro, alzando lievemente la testa.
Aprì la porta, irrompendo nella stanza a tempo di marcia. Guardò la sedia accanto al letto, ma la trovò occupata da un enorme orsacchiotto di pezza. Regalo di Goenji in vista del viaggio, suppose. Si andò ad appoggiare contro la cassettiera in fondo alla stanza, ammirando i fiori freschi che svettavano sopra di essa. Poggiò il tè e lasciò scorrere le mani fra i capelli, districandoli dalla treccia che li ordinava, ed adagiandoli sulla propria spalla destra.
Finalmente, si decise ad alzare lo sguardo sul letto di fronte a lei. Yuuka la osservava con dei grandi occhi del più profondo nero che potesse immaginare, dal taglio affilato, ma l’espressione dolce. Identici a quelli di Goenji, ma brillanti di infantile innocenza e gioia.
– Pensavo dormissi. – mormorò, ingoiando un boccone amaro di rimorsi e stringendo il bordo del mobile contro cui sostava.
– Sei un’amica di Shuuya? – chiese, con una vocina che colpì Tenshi come una stilettata dritta al cuore. Le sembrava che in poche occasioni il fardello di sensi di colpa che si portava sulle spalle fosse stato pesante come allora.
– Sì, qualcosa del genere. Non tornerà per un po’, lo sai questo?
Scosse le trecce castane, penetrandole l’anima con lo sguardo. Si sentì costretta ad abbassare il proprio. – È partito per un viaggio con la squadra, tornerà presto. Tuo fratello ha un gran cuore, è forte, molto, ma immagino tu lo sappia già. – non aveva idea del perché stesse snocciolando informazioni del genere. Alzò gli occhi, per controllare la situazione, trovando quelli della bambina brillanti.
– Lo so, il mio fratellone è il più forte del mondo.
I suoi muscoli si sciolsero lievemente di fronte al sorriso radioso che le stava rivolgendo. Non stava andando poi così disastrosamente, pensò. Stava bene. Non era colpa sua.
 
Okay, che accidenti hai combinato?
Goenji non fu poi così colpito dal fatto che Tenshi non avesse perso tempo neppure a salutarlo, in un certo senso se l’aspettava. Dubitava che avrebbe ottenuto un semplice “pronto” in risposta alla sua chiamata, inaspettata o meno che fosse.
– Immagino che Haruna ti abbia detto che me ne sono andato.
Kidou, mi chiamano a giorni alterni. – sentì chiaramente che si era allontanata dal telefono per tentare di nascondere un sospiro. – È per Yuuka? – chiese poi, abbassando il tono della voce, lievemente più dolce.
– Sì, l’allenatrice Kira sapeva che ero stato ricattato. Dato che non riuscivo neppure a giocare decentemente in partita, abbiamo deciso che sarebbe stato meglio così. – si massaggiò le tempie.
Dove sei? Tornerai qui? – il tono della ragazza era parecchio allarmato, per essere lei, lo trovò tenero.
– No, sono in treno, devo nascondermi o quelli dell’Alia mi prenderanno comunque. – sentì montargli in corpo il desiderio di sbattere ripetutamente la testa contro un muro, ma pensò che gli altri passeggeri non l’avrebbero presa troppo bene. Ed avrebbe preferito non ritrovarsi in un ospedale psichiatrico o qualcosa del genere.
Posso sapere dove stai andando?
– È meglio di no, è davvero brutto dirlo ad alta voce, ma è meglio evitare che tu venga coinvolta. Non voglio che vada a finire che facciano del male a te. – poggiò il capo al gelido finestrino, lasciando lo sguardo scivolare sugli alberi e le abitazioni che scorrevano fuori a esso senza veramente curarsene.
Sta attento, okay? Non metterti nei guai. – Goenji si perse per un istante nel pensiero che la sua voce era sempre un po’ più flebile, forse non aveva molto segnale lì.
– Non preoccuparti per me, se qualcuno mi infastidisce, un tornado di fuoco in faccia e via. – Tenshi sbuffò il principio di una risatina, ed egli sorrise. – Puoi anche smettere di andare a trovare Yuuka, l’allenatrice e gli altri cercheranno di metterla al sicuro. Gli altri della squadra non sanno nulla di tutto ciò, per cui per un po’ sarà meglio non parlarci.
Mh-mh. – fecero entrambi una pausa di alcuni secondi. – Quindi, ci sentiamo quando le cose inizieranno a sistemarsi.
– A presto, Tenshi.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Sethmentecontorta