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Autore: alfa_beta    06/10/2016    1 recensioni
Storia ambientata tra la consegna del cellulare a Tony da parte di Steve in Civil War e la scena nascosta dopo i titoli di coda.
Tony rimasto solo dopo la battaglia cerca di colmare il vuoto creato rifugiandosi nel suo laboratorio, ma una serata tranquilla si rivelerà l'inizio di un nuovo mistero e di una nuova lotta.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Nightmare


Tony ancora chiuso nella sua officina continuava a imprecare per tutta la situazione. Teneva la musica altissima, cercando di isolarsi il più possibile. Tra l’olio e il grasso di motore era nel suo paradiso personale. Solo in quella stanza riusciva a ritrovare la serenità.
Un rumore appena udibile a causa della musica lo destò dai suoi pensieri.
Così spense l’impiantò e rimase in ascolto.
Passarono dieci secondi e un tonfo sordo ruppe il silenzio.
Poi urla atroci.
“Friday che succede?”
“Signore in infermeria, stanno combattendo”
“Come?”
Tony richiamò l’armatura e si precipitò in infermeria, correndo come poteva per via del metallo.
Fece accendere le luci da Friday, ma i rumori e le urla continuavano ad arrivare.
Quando era a cinque metri dalla stanza sentì la voce di Steve.
“BUCKY!! Fermati… torna in te. Devi cal-”
La voce si ruppe dopo un ennesimo tonfo.
Quando Tony entrò nella stanza la scena era raccapricciante. Tutto sotto sopra.
Steve accasciato per terra con Bucky che gli tirava dei calci all’addome.
Tony sparò con il propulsore dritto contro James. Questo venne catapultato per terra. Ma non si arrese. Anzi, afferrò la gola di Steve  e cominciò a stringere.
Come aveva fatto Tony a non pensarci che quei segni potevano essere stati fatti dall’arto metallico del soldato.
Tony si buttò con tutto il peso contro l’aggressore. Finirono a rotolarsi per terra tutti e tre. Volavano pugni, calci.
Era tutto caotico, tanto che non riusciva a capire quale colpo andava a segno e quale no.
Poi ad un certo punto si ritrovò sopra a Bucky e cominciò a tirargli pugni a raffica, riuscendo a prendere meglio la mira.
Continuava a ripetere lo stesso movimento con la rabbia sempre crescente perché il corpo sotto di lui continuava a dimenarsi.
Ogni tanto guardava Steve che cercava di alzarsi e di raggiungerlo per fermarlo.
Forse stava esagerando, ma il soldato d’inverno aveva cercato di uccidere ancora una volta il suo compagno e non poteva permettersi di essere troppo delicato.
Steve riuscì ad alzarsi e  si mise in mezzo proteggendo la faccia di Bucky con il suo corpo.
Il pugno di Tony gli arrivò dritto nella schiena e lo fece accasciare con il respiro rotto.
“Tony… basta.. è svenuto”
Solo allora Tony si accorse che il corpo sotto di lui era immobile.
Così si buttò accanto ai due.
“Che cazzo è successo?”
Steve si tolse dal copro di Bucky, guardò Tony con le lacrime agli occhi.
“Non lo sappiamo. Anche l’altra volta mentre dormivamo si è svegliato e ha cercato di uccidermi… non so cosa gli prende…” Poi Steve troppo provato da quell’ennesimo combattimento si accascia.

“Questo si che è un casino”
Tony si rialzò con fatica per via dell’energia consumata in pochi minuti colpendo ripetutamente Bucky.
Doveva approfittarne mentre entrambi erano svenuti.
Con il laser dell’armatura divise Bucky dal braccio metallico. Almeno la sua arma preferita era fuori gioco. Poi corse nell’armeria e recuperò delle manette che fece commissionare proprio per l’eventualità in cui si dovesse trovare a dover bloccarle una persona con una forza superiore al classico umano medio. Erano manette particolari, il principio era quello del taser. Se si prova ad aprirle scarica, se ricevono colpi scarica, oppure se Tony decideva di dover dare una scarica personalmente bastava premere un telecomando.
Incatenò James a una colonna dell’infermeria e lo lasciò lì. Si tolse l’armatura e cercò nuovamente di fare il possibile con le ferite di Steve. In pochi giorni era già la seconda volta. Era stufo di medicare il compagno. Non perché non ci tenesse, ma proprio per il fatto di non vederlo ridotto così. Quando ebbe finito cercò di trasportarlo come riusciva. Lo portò nella sua stanza. Almeno li sarebbe stato lontano da Bucky e in ogni caso avrebbe lasciato alcune armature in modalità sentinella giusto per essere sicuri.

Ttornò in infermeria.
Prese una bacinella, la riempì d’acqua e la buttò addosso a Barnes.
Questi si tirò su di scatto dando uno strappo alle manette e che rilasciarono la loro scarica.
Colto alla sprovvista ricadde a terra cercando di riprendere fiato per via dei muscoli in tensione.
Quando gli effetti della scarica si assopirono alzò lo sguardo e intercettò quello di Tony.
“Cos’è un giochetto che fai con le tue donne?” disse indicando le manette
“No le uso solo quando ho dei pazzoidi che mi girano per casa”
“Il mio braccio?”
“L’hai usato abbastanza direi”
Bucky voltò lo sguardo verso il resto della stanza e allora gli fu chiaro cosa era successo
“No ancora no! Accidenti….”  Portò il braccio ammanettato verso la faccia e ci appoggiò la fronte. Accucciato per terra non sembrava minimamente il freddo assalitore di poco prima.
“Come sta?” chiese con la voce tremante “Ti prego dimmi che sta bene”
“E’ ammaccato ma sta bene, essendosi allenato così duramente non aveva la forza di reggere un assalto in piena regola nel cuore della notte”
“Anthony io non volevo…non so che mi prende”
“Quando è cominciato?”
“Non lo so”
“Ma come mai cerchi di ucciderlo tutte le volte?”
“Non lo so” sentiva che queste domande stavano ferendo Bucky perché effettivamente lui non sapeva come mai succedesse tutto questo.
“Ti prego Tony lasciami solo.”
“Vuoi scherzare? Non mi fido di te”
“Neanche io mi fido di me stesso”
“Guarda non sperare che venga li a consolarti perché hai gli incubi. Sei pericoloso! Non avrei dovuto neanche farti entrare dalla porta. Porti solo guai”
Quelle parole gli erano uscite così naturali.
Era arrabbiato con Bucky per quello che aveva fatto a Steve, era arrabbiato con se stesso perché non aveva capito niente e anzi aveva lasciato che un assassino girasse per casa. Ma soprattutto era arrabbiato perché Steve non gli aveva detto niente. Stev non si fidava di lui a quanto pare.
-Che situazione!-

Ritornando con lo sguardo su Barnes vide le lacrime che gli solcavano il viso. In quel momento riconobbe per la prima volta nel soldato un uomo distrutto.
“Va bene ti lascio solo, ma non fare cazzate!”
“Grazie” sussurrò

Quando Tony uscì dalla stanza James non riuscì più trattenersi e cominciò a singhiozzare.
Non aveva mai pianto, era sempre stato quel genere di uomo che prende la vita con ironia e con il sorriso sulla faccia. Ma questa volta tutto il suo mondo si stava sgretolando.
Aveva tentato di uccidere il suo migliore amico.
Non avere il controllo sul proprio corpo era tremendo.
Così come quando , avendo perso il braccio volando giù dalla scarpata, aveva dovuto fare i conti per la prima volta con l’arto metallico. Non lo sentiva suo.
Non riusciva a gestirlo le prime volte. Era più un peso morto, ma poi con gli anni ci aveva fatto l’abitudine. Anzi aveva cominciato ad affidarsi completamente a quel braccio.

Ora però non era solo una parte di lui, ma era tutto il corpo. Non riusciva a gestire niente.
Non c’erano neanche dei segni premonitori quando tornava “l’altro”.
Un momento dormiva il momento dopo si svegliava con Steve mezzo morto accanto. Per lui in mezzo non c’era niente.
Aveva provato a recuperare dei ricordi del primo assalto di qualche giorno prima.
Niente, era il buio totale.

Non avrebbe permesso che succedesse ancora una cosa simile.
Non voleva più essere un pericolo. Tony aveva ragione lui era un assassino e aveva cercato di uccidere l’unica persona che conta nella sua vita.
“Basta!!” si trovò ad urlare in quella stanza vuota
Prese un bel respiro e tirò le manette. La scarica lo percorse da capo a piede troncando ancora una volta il respiro.
Non si sarebbe arreso. Continuò a tirare e la scarica continuò a riversarsi in lui.
Riportò il braccio verso la colonna e le manette smisero di fulminarlo. Poi ci riprovò ancora e ancora.
Sarebbe andato avanti tutta la notte se fosse servito.



note autrice:
Fatto il misfatto e Tony si ritrova con un bel grattacapo! Il povero Bucky e la sua personalità multipla hanno colpito ancora. Tranquilli il peggio è passato... o forse no?
Un bacione a tutti :*
  
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