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Autore: Iria    08/05/2009    8 recensioni
"L'invito del Diavolo arde e confonde, istiga ed uccide...
Le candide ali bagnate dal sangue dei peccatori sono la più seducente delle tentazioni.
Signore e Padrone, il banchetto è pronto."

Un'AU completamente nuova che spero apprezzerete nella sua umile forma.
Mi auguro mi lascerete un commento, anche negativo. Grazie.
Attenzione! Probabilmente questa fic subirà un mutamento a livello di genere. Al momento, aggiungo l'avvertimento shonen-ai.
Attenzione! Ho aggiunto il genere guerra.
Genere: Dark, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non credo ci sia niente da dire...
Riprendo a pubblicare, ma non credo lo farò con regolarità ^^.
Prima di passare al capitolo, che mi auguro leggerete e commenterete, volevo dire un paio di cose: questa fan-fic mi ha consumato, ed è stata solo la mia dannata ostinazione a spingermi al continuarla.
Ormai ho intrapreso una vera e propria guerra con questo sputo della natura, che mi auguro di riuscire a vincere.
Al momento il bilancio è di un pareggio: mi ha sconfitto quando l’ho interrotta ed io l’ho abbattuta riprendendo la pubblicazione U_U...
Ma le guerre sono lunghe e sanguinose, e credo che ben presto da una guerra lampo, passeremo ad una guerra di trincea.... Si prospettano tempi duri.
Mi sono fatta non poche seghe mentali su questo capitolo: erano estremamente insicura se pubblicarlo o meno; ma alla fine la mia testardaggine ha avuto la meglio.
Mi auguro mi lascerete un commento,o almeno una testimonianza del vostro passaggio.
Vi lascio al capitolo.

We’re going down to the Devil

“Poi la morte e il soggiorno dei morti furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco.
E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.”


“Mio Signore, perché?”
“…”
“Mi risponda Mio Signore, Mio Amato, La prego!”
Sfregiato, ferito, torturato…
“Brucia nelle fiamme della tua vanagloria.”
“NO! La supplico!”
Il grido che squarciò l’aria fu soffocato: soffocato ed annegato dal fuoco che avvolse la figura dell’esile Serafino.
“Ti ho amato, Lucifero…”
“Signore…”
L’ultimo singulto, poi la perdizione.

Il Messaggero infernale sostava di fianco il trono della sua Regina.
Ascoltava basito le parole di quell’Essere giunto dal Paradiso e stringeva spasmodicamente i pugni, indignato da quelle parole.
“Lucifero non riuscirà a sostenere ciò che vi attende, è troppo impegnato a gironzolare intorno al Suo Caduto Prediletto: ne è testimone la sua assenza in questo momento.” Prese una pausa, poi continuò: “Mia Regina, consentimi di affiancare il tuo potere in queste buie ore che annegano l’Inferno tuo Regno.” Soffiò ed un sorriso dipinse il pallido volto.
“Stai vaneggiando.” Cassiel si pronunciò alle sue spalle.
“Lucifero ha generato lo stagno di fuoco, che è chiamato Inferno e Perdizione. Il tuo potere e la tua vita non bastano per alimentarlo.” Continuò con calma, lo scheletro annerito di due ali recise apparve sulla schiena del Dannato, mentre quest’ultimo, attraversando il colonnato, si poneva in ginocchio innanzi alla Regina.
“Non posso che trovarmi d’accordo con Cassiel.” La voce deliziata di Belial risuonò nella sala e il Sovrano si materializzò, apparendo ghignante dal marmoreo pavimento.
“Per quanto io disprezzi i metodi con cui Nostro Signore Lucifero amministra l’Impero, certamente mi ritroverei assai mortificato nel vedere uno come te Imperatore dell’Inferno.” Spiegò, lasciando passare una mano tra i ricciuti filamenti castani che erano i suoi capelli.
“Inoltre…” E solo quel punto chi aveva aspirato al governo dell’Impero si voltò, realmente interessato.
“L’unico minimamente in grado di sostituire Lucifero e i suoi poteri sarebbe il Mio Signore Belial, il quale cadde subito dopo la Stella del Mattino. Tra i Sovrani Infernali credo sia il più potente.” Le labbra di Michael pronunciarono quelle parole con serafica tranquillità.
Oh, ma il cospiratore aveva avvertito chiaramente una nota di disprezzo vibrare dalle corde vocali dell’Arcangelo.
Belial fece un cenno col capo, lusingato dalle parole del suo protetto.
Stava per pronunciarsi, quando Boris intervenne:
“Attenti a ciò che dite, potreste non rendere felice chi è al di sopra di voi.” Sibilò stizzito.
Lilith, sospirando stancamente, a quel punto si sollevò:
“Le vostre parole sono senza ombra di dubbio interessanti.” Gli occhi smeraldini della Regina scrutarono i presenti, poi sorrise.
“Ma Lucifero, signori miei, è il Diavolo.” Concluse, per poi invitare Boris a seguirla con un cenno.

Quando cupe lacrime si infransero sul nero terreno, consumato dalle fiamme prodotte dal meraviglioso corpo del Serafino, spaccarono la terra ormai friabile…
E dopo un gemito,anche il rifiuto terrestre.

“Uriel, credi che la decisione di Gabriel sia stata giusta?” Gli occhi azzurri di Sachiel si posarono sul bel volto dell’Arcangelo interpellato, che sospirando metteva da parte la pergamena che, fino a quel momento, avevo finto di star studiando.
“Non lo so.” La risposta fu netta e sincera.
“Per quanto ultimamente io non abbia sopportato la condotta del Guerriero, ammetto che la richiesta di Gabriel mi sia sembrata estremamente esagerata.”  Fissò i suoi occhi verdi nello sguardo cristallino del compagno.
“Raphael è partito.” Continuò ancora Sachiel.
“Ovvio; immagino creda che solo il Caduto possa aiutarci.” Fece scettico, arricciando il naso.
L’angelo si lasciò sfuggire un risolino divertito a quell’espressione.
“Dovresti avere più fiducia nelle decisioni dei tuoi simili.” Aggiunse,poi.
“Ho avuto fiducia in Michael, e di lui non vi è più traccia.” Sibilò duramente il biondo.
“Ho avuto fiducia in Samael, ha liberato il Guerriero. Ho sempre riposto un briciolo di fiducia nelle scarse capacità di Yurij e tempo fa mi deluse. La fiducia è per i deboli e per chi non crede nelle proprie capacità: aver fiducia equivale all’ essere dipendenti di altre creature, io non voglio esserlo.” Continuò con serietà.
“Hai dato fiducia a Gabriel…” Osservò acutamente e con noncuranza Sachiel.
“Il mio ennesimo sbaglio e la mia ennesima dimostrazione di debolezza.” Ammise gravemente allontanandosi.
L’Arcangelo lo fissò desolato.
“Uriel, lo sai che non resta più molto tempo…” Attirò ancora l’attenzione del compagno.
“Non mi importa.”

“Samael…”
Un grato bisbiglio nacque da labbra stanche e spaccate.
“Non si sforzi signore.” Avvertì  il tocco di un panno bagnato sulle guance tatuate.
L’odore del sangue si ripresentò più  prepotentemente alla sue narici, mentre sentiva la linfa vitale raggrumata resa nuovamente liquida dall’acqua e scivolare via.
“Raphael è sulla Terra, dovremo cercarlo lì signor Kei: solo lui ha la facoltà di aiutarla.”
“Perché Raphael è sulla Terra?”
Chiese sinceramente incuriosito il Guerriero.
“Cerca l’Angelo Decaduto Yurij Ivanov, Signore.” Rispose con un sospiro.

“Signore…”
Penosa Creatura, il Signore non aveva orecchie in quegli antri tenebrosi.
“Padre...”
Le bellissime labbra scottate accennavano con immane fatica e lacerante dolore i minimi movimenti di quelle strazianti parole.
Aveva amato troppo e troppo a lungo, desiderando quindi eguagliare.
Il suo dolore, il suo sbaglio, la sua Condanna.

“Lucifero?” Yurij attirò la sua attenzione quasi apprensivo.
L’Imperatore si voltò a fissarlo, gli occhi blu velati di un’antica e inquietante ombra oscura.
Per un istante il Caduto si ritrasse, spaventato.
Il gelo avvertito in quell’attimo lo scosse profondamente: nell’infinità oltremare delle iridi del Demonio scorse un’insanabile follia e una cupa rabbia  albergarvi.
“Perdona la mia distrazione,Yurij.”  Il sorriso che poi dipinse il volto di Lucifero lo tranquillizzò così rapidamente che, in seguito, si diede dello stupido: era caduto così facilmente nell’inganno, per gli umani mortale, delle labbra dell’Imperatore…

Avendo lottato per il Paradiso, per vegliare e continuare ad esistere come sovrano in quello, creava l’Inferno.

“Vieni con me…” Bisbigliò impercettibilmente Lucifero, la mano tesa per accogliere il gradito Ospite.
Gli occhi azzurri del Guardiano si posarono ancora lucidi ed indagatori su quella ghiotta proposta.
La lieve brezza alzatasi cancellò le lacrime che corrodevano la delicata porcellana del viso del rosso, lasciandole morire nell’aria.
“Cosa mi prometti?” Chiese cautamente in un soffio.
Oh, voleva solo divertirsi…
“Cosa desideri?” Ribatté l’Oscuro Signore,s tando al gioco dell’Angelo.
“Itsuwari, Osore, Kyoshoku, Urei*”  Si espresse tranquillo, con un pizzico di deliziata e divertita malizia.
Elencando qualcosa di ben più pericoloso che semplici e peccaminosi desideri con quelle parole…
“Puoi procurarmi questo?” Aggiunse subito dopo, fissando intensamente il Diavolo.
Un leggera risata esplose dalla labbra dell’interpellato.
“Tutto ciò che vuoLe.” Concesse infine con un elegante inchino.
 Il Guardiano spalancò, allora, le sei grandi ali, sollevandosi dal terreno roccioso.
Prendimi.” Lo stuzzicò a quel punto, volando velocemente in direzione ovest.
Accettando molto  volentieri l’invito, Lucifero liberò le sue candide ali.
Si inumidì le labbra con la lingua e decollò con uno scatto, per inseguire la sua gustosa preda.

Si rincorrevano follemente ad una velocità impressionante tra scatti mortali e movimenti aggraziati….
Disegnavano coreografie di rara bellezza nei Cieli, salendo di quota per sfiorare le nuvole e poi cadere giù, col solo e semplice gusto di sentire l’aria gelida sferzare sui loro volti, inumidire gli occhi e rendere secche le labbra e ricercando, inoltre, il piacere che quell’eccitante gioco dava loro.
Avrebbero potuto paragonarlo all’estasi sessuale…
Se solo Yurij avesse saputo cosa fosse, al tempo.
I cambi di direzione improvvisi e pericolosi erano accompagnati dalle risate di giubilio dei due contendenti.
In fondo erano solo bambini molto immaturi: ciò che volevano era il malsano risultato di quel buffo e malvagio rincorrersi.
Risultato che giunse ben presto con quel malizioso finale: Lucifero, riuscendo a prevedere l’ennesimo scatto del Guardiano, lo aveva raggiunto e afferrato per i fianchi; lo stringeva nei suoi artigli, ove ogni via di fuga era negata.
“Preso.” L’Imperatore bisbigliò quella parola con sarcastica sensualità.
Giocava col suo ghiotto bottino e con nobile crudeltà ne tesseva una gloriosa fine.
Il Guardiano tentò di divincolarsi da quella ferrea presa, ma la sua antica forza era così giovane rispetto all’eterna dannazione di Lucifero.
E ciò che esisteva di più Sacrosanto ed Inviolabile fu trascinato nelle fauci dell’Inferno.

“Anael!” Il Guerriero col volto contorto dalla preoccupazione e dalla rabbia si rivolse con grande ansia all’Arcangelo, che con autorità impartiva ordini e dava maggiori istruzioni ai suoi sottoposti.
“Cosa succede,Signore?” Chiese, sorpreso dall’atteggiamento di Kei.
“Raduna parte delle tue schiere, dobbiamo trovare Yurij!” Ordinò.
“Cosa?” Chiese ancora, disorientato.
“E’ fuggito! Quello stupido è fuggito!” Gridò infine, furioso, sollevandosi con forza e violenza dal suolo e prendendo nuovamente il volo.

Se era stato lui a gridare non  poté mai dirlo.
Ciò che il Guardiano in quel momento avvertì chiaramente fu solo la confusione di fiamme infernali e di folli sofferenze.
L’odore dello zolfo trafisse le sue narici, stordendolo ed annebbiando i suoi sensi.
Trapassato il suo olfatto, quel disgustoso e nauseabondo odore parve prendere possesso persino del senso del gusto e, posatosi sulle sue papille gustative, fu un sapore metallico e rugginoso a raggiungerlo, dandogli un sentore di debolezza e mancamento.
Svenne.
Lucifero lo teneva a sé, reggendolo e tenendogli una mano aperta al centro della schiena, tra le scapole.
Le ali afflosciate sfioravano il terreno Infernale, il capo era ricaduto debolmente su di un lato, i capelli ricciuti gli sfioravano una guancia, carezzandogli le labbra, mentre i meravigliosi occhi di zaffiro erano celati.
Un rivolo di sangue gli scorreva lungo mento, deturpando la diafana pelle di quel macabro petalo rosso.
Fu allora che (come se il ritorno dell’Imperatore alla sua Dimora con un gradito ospite venisse già atteso da qualche minuto, ed Egli fosse giunto in ritardo.) un Demone apparve ai piedi di Lucifero, in ginocchio.
“Il signorino è svenuto, Boris… Mi spiace.” Disse in tono mellifluo e divertito il Diavolo, anticipando una qualsiasi altra richiesta del nuovo venuto.
“Oh, è davvero un peccato.” Si limitò a commentare il Dannato, avvicinandosi al rosso e scostandogli dal viso i capelli.
“Portalo giù, legalo e aspetta che si svegli…” Continuò in un soffio l’Imperatore, porgendo, quasi come fosse una bambola di pezza, il bel Guardiano al sottoposto.
Con un cenno di assenso del capo ed un ultimo inchino Boris si dileguò, stringendo tra le braccia il povero Angelo…

La carne bruciata aveva un odore dolciastro.
Di quelli che ti si attaccano addosso e credi di continuare a sentire nonostante non ve ne sia più traccia nell’aria.
Un dolore lontano lo avvertì che le sue braccia erano state bloccate in una posizione alquanto scomoda ad una nera parete d’onice.
Spostò il capo da un lato all’altro, tentando di sgranchire i muscoli intorpiditi, tesi e doloranti del collo.
Calmò, poi, quel movimento: la nausea lo aveva colto.
Si lasciò sfuggire un lamento; e dalla bocca  (già riempitasi di quel sapore metallico che sfumava nell’agrodolce.) aveva lasciato scorrere via lentamente del sangue, schiudendo le labbra.
Tirò un lungo respiro affaticato, disgustandosi ancor più per il fetore indicibile presente in quel posto.
Avvertiva il sentore del marcio unito a qualcosa di più amaro ed aspro.
Si rese conto che non vi era calore.
E stava gelando…
Aprì con lentezza le palpebre stanche, ridando vita alle iridi cristalline.

Osservando silenziosa la sala, posò lo sguardo sui cinque troni, ove su quattro di ognuno di quelli un’unica ala d’alabastro sorgeva, infrangendo il cristallo.

Sussurravano, gli antri oscuri della fredda terra.
Occhi si posavano sulla fragile e nuda creatura raggomitolata in una grotta oscura.
Le iridi di cobalto si levarono stanche ed umide, studiando ciò che le circondava da dietro una cascata di scuri filamenti.
“Padre…”
Il gemito di una creatura che muore…
Per permettere la nascita di un nuovo essere, ben diverso da ciò che fu.

Fine dodicesimo capitolo.

Grazie a:
-Keila91
-Sybelle
-Padme
-Dreven
-Eagle Fire
-Ben
-Redeagle
-Valery
-DarkHiwatari
-Ele Ivanov/C18_The_Best
-Bladegirl
-Nika
-MeMs
-Nissa e il micio
-Yui00

E’ mostruosamente breve e disgustosamente orribile,ma vabbhé ^^.
Ormai si è capito che non riesco a fare di meglio...
Noticine ^^:
Il pezzo ad inizio capitolo è tratto dalla solita Apocalisse.
Itsuwari,Osore,Kyoshoku,Urei è un verso della sigla di chiusura di Death Note “Alumina” e vuol dire: ‘Bugie,Paura,Vanagloria,Dolore’ mi piaceva come suonava nel contesto ^^…
Bhé che altro dire?
Sono tornata ^^...
E vi ringrazio dal più profondo del cuore per il sostegno dimostratomi.
L’ho apprezzato tantissimo,e non poso fare altro che continuare ad adorarvi .
Spero di sentirvi presto x3!E ricordatevi di lasciarmi un commento!
Iria.

   
 
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