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Autore: MaraWP    07/10/2016    1 recensioni
Una vita passata a trattenere le emozioni per non mostrarsi debole agli occhi di tutti, a prendersi cura degli altri trascurando completamente se stessa. Lara è così, il sorriso sul volto e le lacrime nel cuore. Riuscirà una nuova arrivata ad addolcire l'animo della ragazza e a sconvolgerle completamente la vita?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ore 4.30 

" Lo sai che non reggerà per molto vero? Sarà divertente vederla morire sotto i tuoi occhi "

" Sei un bastardo! "

" Attenta a come parli! Non vorrei che fosse lei ad assistere per prima alla tua fine"

Voci confuse affollarono la mia mente. Iniziarono a diventare più nitide col passare dei secondi, fino a quando non riuscì a distinguerle perfettamente. Aprì gl'occhi abituandoli alla luce fioca della lampadina e alzando lo sguardo, cercai Aurora. Stava seduta li, legata sempre su quella sedia dove poco prima l'avevo lasciata, però stavolta non era sola. Il patrigno le era accanto, con una mano stretta al collo e lo sguardo intriso di odio e sdegno, quasi a volerla uccidere solo fissandola. 

" Oh ti abbiamo svegliato? Mi dispiace un sacco " dice, voltandosi verso di me. 

" Ti avevo detto di non toccarla "

" Come vedi l'ho toccata invece e tu non puoi fare nulla "

" Lasciala stare, riprendiamo il nostro gioco "

" Vedi Aurora, è lei a chiedermelo. Non è colpa mia,non posso non accontentarla "

La ragazza tentò di dire qualcosa ma il mio sguardo la zittí. Non volevo assolutamente che quell'uomo le facesse del male e l'unico modo che avevo era quello di attirare l'attenzione su di me. 

" Allora, vediamo di iniziare degnamente "

Si avvicinò a me con velocità e con uno spintone fece cadere indietro la sedia su cui ero seduta. Le mie mani erano legate dietro lo schienale e cadendo tutto il mio peso finì su di esse, procurandomi un dolore lancinante. Tentai di dondolarmi per cercare di mettermi su di un lato ma non ci riuscì, l'uomo afferrò le gambe della sedia, spingendola verso il muro. Sentí un rumore di legno spezzato e subito dopo avvertì allentarsi la presa della corda intorno ai miei polsi. Riuscì a sfilare le mani da sotto lo schienale e non appena l'uomo si avvicinò a me, mi avventai su di lui. Avevo ancora i piedi legati ma poco importava, lo trascinai a terra con me e tentai di metterlo ko. Avrei tanto voluto porre fine alla sua vita, ha fatto del male a troppe persone e merita la più atroce delle sofferenze ma non spetta a me fargliela pagare, non voglio diventare un mostro come lui. Afferrai un tubo di metallo li accanto a me e con forza cercai di colpirlo ripetutamente, sperando che così avrebbe smesso di dimenarsi. Sapevo di essere in svantaggio, già in partenza. La ferita al ventre continua a farmi male, dopo i colpi ricevuti qualcosa deve essere peggiorato, la cicatrice sembra essersi aperta nuovamente e il sangue che ho intravisto ne è la prova. So di essere debole, a breve le mie forze mi abbandoneranno, ma spero che per allora sia tutto finito. La mia mente non è lucida, è guidata dall'adrenalina del momento e tutto ciò non è a mio favore. Mentre tento di colpirlo, come una stupida lascio inavvertitamente la presa su una delle sue mani, quel tanto da permettergli di capovolgere la situazione a suo vantaggio. In un secondo mi ritrovo sotto di lui, immobilizzata dalla vita in giù e con il tubo di metallo che spinge pericolosamente sul mio collo. Entrambe le mie mani sorreggono l'arma ma la sua posizione e la sua forza sono nettamente superiori alla mia. Sento il freddo del ferro premere pesantemente su di me, il battito accelera, il respiro si fa più pesante e l'aria comincia a mancarmi. 

" È il tuo momento ragazzina. Di addio alla tua amichetta "

La pressione aumentò ancora di più, ormai non un solo filo d'aria entrava dalla mia bocca. Pochi secondi e tutto sarebbe finito. Tanta fatica, tanto soffrire per cosa poi? Niente. Ho fallito, mi sono cacciata in un guaio più grande di me e ho dato false speranze ad una ragazza. Credevo davvero di poterla salvare, di poterle dare tutto ciò che negl'anni le era mancato, una famiglia, degli amici, un padre. Già, ancora non sa che suo padre è vivo, volevo dirglielo non appena fossimo state al sicuro, in Italia, ma ormai è troppo tardi.
I miei occhi stavano per chiudersi per sempre, le forze lasciarono il mio corpo lentamente ma proprio quando pensavo di stare per morire, uno sparo rieccheggiò nella stanza. L'uomo allentó la presa, sorpreso dal rumore appena udito. Lanciò uno sguardo alla porta come a chiedersi cosa fosse successo ma non ricevette nessuna risposta. Approfittai del momento, raccolsi le ultime energie rimaste per spingerlo via e rimettermi in piedi, sciogliendo la corda che ancora mi univa alla sedia. Adirato ulteriormente per essersi fatto sopraffare da me, riprese la rincorsa, venendomi nuovamente addosso. Scagliò il tubo di metallo orizzontalmente sul mio ventre e approfittando della situazione, mi spinse contro il muro, tornando a premere con forza sul mio collo. 

" È durata anche troppo. Sei davvero una spina nel fianco "

Con tutta la forza che aveva spinse il tubo verso l'alto e i miei piedi si sollevarono da terra. 

" Lasciala! Ti prego!! Smettila! " singhiozzó Aurora. 

All'improvviso la porta si spalancò con un tonfo assordante, tre uomini in divisa entrarono prepotentemente nella stanza, minacciando l'uomo puntandogli le pistole addosso. Esitò qualche secondo poi finalmente lasciò la presa. Le mie gambe toccarono terra ma non riuscirono a reggere il mio peso e scivolando lungo il muro, mi ritrovai sul pavimento. Una delle guardie raggiunse Aurora, liberandola dalle corde che la tenevano legata alla sedia. Si precipitò accanto a me, prendendomi il viso tra le mani per avere la mia attenzione. 

" Lara, guardami coraggio! "

Con estrema fatica tentai di tenere gli occhi aperti, scrutando il suo sguardo preoccupato. 

" È... È tutto...ok"

" Resisti, l'ambulanza sarà qui tra poco. Hai freddo? "

Non aspettò la mia risposta. Si tolse la sua felpa coprendomi delicatamente per non farmi male. La ferita sanguinava copiosamente, quasi come se mi avessero sparato una seconda volta. Guardai di sfuggita le altre due guardie ammanettare e scortare fuori il patrigno mentre il suo sguardo intriso di odio mi osservò un ultima volta prima di uscire. La voce di Aurora riportò la mia attenzione su di lei, notando come la sua espressione fosse preoccupata. 

" Ei, guardami! Devi restare sveglia, non ti addormentare "

" Aurora... "

" Sono qui Lara, sono qui. Non ti lascio" dice, accarezzandomi il viso. 

" Io...io.."

" Coraggio, tieni duro! È tutto finito ora, starai meglio vedrai! "

Sorrisi forzatamente a quelle parole, solo per provare a farle credere che sarebbe andata così. Sentivo il caldo del sangue colare sul ventre e un attimo dopo lo sentí scivolare lungo il lato delle mie labbra. Gli occhi di Aurora si riempirono di lacrime, le sue mani mi accarezzavano il viso e i capelli, ma le sentivo tremare a ogni piccolo tocco. 

" Non...non avere...paura "

" Non mi lasciare Lara, ti prego! Non c'è la posso fare senza di te, sei tutto quello che ho! "

" Non mi dimenticherò...di te...mai. Sei stata...sei...aah"

" Shh, non sforzarti, parleremo dopo. Coraggio tieni duro! Ecco, le senti? Le sirene dell'ambulanza! Sono qui Lara, ora starai meglio! "

Flebili suoni arrivarono alle mie orecchie. Sirene? Forse. Ormai il mio corpo non reagisce più, tutto sembra muoversi più velocemente di quanto io possa capire e anche le immagini iniziano a perdere colore. Due figure dai vestiti accesi entrarono nella stanza e posando delle borse a terra, si avvicinarono a me. Alcune parole incomprensibili uscirono dalle loro bocche, forse parlavano finlandese, non saprei, quello era l'ultimo dei miei pensieri. Sentí la presa di qualcuno afferrarmi le spalle e stendermi a terra, una figura femminile dai capelli chiari stava alla mia sinistra, tenendomi per mano. La lampadina penzolante dal soffitto oscillava lentamente sopra la mia testa illuminando, per quel poco che riuscivo ancora a vedere, tutto ciò che mi circondava. Poco dopo una maschera trasparente mi coprì parte del viso e un secondo dopo avvertì l'afflusso di aria fresca arrivare direttamente ai polmoni. 

" Resta con me Lara, ti prego! "

Sentí solo quella frase, risuonò nella mia testa come se a dirla fosse stata una persona lontanissima,quasi come un eco trasportato dal vento. La luce fioca della lampadina si assottiglió sempre di più mentre i miei occhi iniziarono a chiudersi. Pochi secondi e poi il buio. Il nero più totale. Nessun suono, nessuna voce, niente di niente, solo l'oblio più profondo, l'oblio eterno. 
   
 
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