Osservo il buio al di fuori della struttura con interesse, è assurdo come all'interno dell'Istituto l'aria sia calda e pesante, mentre all'esterno il vento gelido ti faccia venire i brividi.
Resto immobile a controllare le mosse della figura umana che si aggira stanca vicino alla staccionata, felice che il turno di guardia stia per terminare. L'uomo dà le spalle all'edificio, controllando il suo orologio da tasca con attenzione.
Mancano pochi istanti all'alba e sento i miei muscoli fremere, in attesa di poter sfrecciare sulla strada sfogandosi finalmente libere.
Scavalco la finestra, appogiando i piedi, costretti nelle vecchie scarpe, sul davanzale, tenendomi alle assi intorno alla finestra. Respiro profondamente e mi piego verso sinistra, allungando la gamba per raggiungere il vecchio tubo arrugginito della grondaia, per poi allungare anche il braccio e ancorarmi all'appiglio che, con uno scricchiolio, accoglie il mio peso. Lentamente mi stacco dalla finestra con un'altro lamento del ferro arrugginito, piuttosto inquitante, che scelgo di ignorare.
Inizio lentamente a scendere sottoponendo il tubo ad una grande sfida, ma rimasto impiedi per tutto questo tempo, resiste anche questa volta e a circa un metro da terra lo libero, saltando sul terreno polveroso con un leggero tonfo.
Mi volto lentamente, felice di scoprire che l'uomo non si è mosso dalla posizione in cui lo aveva lasciato il mio sguardo e non si è accorto dei miei spostamenti, ora non resta che attendere.
Non occorre molto tempo prima che con un sospiro inizi a spostarsi verso destra, percorrendo la strada al di là della staccionata, con passo svelto.
Bene, è la mia occasione.
Sfreccio in avanti raggingendo in silenzio la staccionata mentre il sole fa capolineo all'orizzante, colorando il cielo di azzurro. Pochi istanti e il nuovo ostacolo è superato, senza problemi mi getto nel campo oltre la strada di ciottoli, correndo il più velocemente possibile, prima che il nuovo sorvegliante, sveglio e attento, prenda il posto per la guardia.
Non riesco ad evitarmi di scoppiare in una strana risata divertita, circondata dal grano, mentre corro sparendo dai dintorni. Probabilmente non si accorgeranno della mia assenza per almeno un paio di ore, quindi sarà meglio muoversi.

Era parecchio tempo che non salivo su un albero, ma ne è decisamente valsa la pena. Queste mele sono buonissime, esattamente come un anno fa.
Mi siedo sotto il porticato della vecchia casa in disuso, socchiudendo gli occhi, mentre Shadow plana sull'albero che ho da poco lasciato, appollaiandosi su uno dei rami più bassi. È molto più bravo di un Auror a trovarmi e anche di più buona compagnia. Lui non mi fa domande scomode e non pretende me ne stia chiusa in una stanza.
Addento ancora la mela chiudendo gli occhi alla leggera brezza che mi colpisce, facendo danzare i miei capelli, che solleticano la pelle e irradiano piacevoli brividi fino alle tempie.
La mente corre senza volerlo al biondo ragazzo che ho visto più volte con mele come questa strette tra le dita, mentre scivolo in un dolce limbo.
Non posso negare che mi piacerebbe trovarci il ragazzo di menta.

Apro gli occhi lentamente, sentendo il sole caldo che mi sfiora il viso, devo aver dormito molto perchè ora è alto nel cielo.
Cavolo, il sole è alto!
Scatto, inciampando sui miei stessi piedi, riuscendo però a mantenere l'equilibrio, diretta verso l'orfanotrofio il più velocemente possibile.
I piedi scivolano continuamente sulla ghiaia, ma fortunatamente non scivolo mai a terra e riesco ad arrivare nei dintorni dell'Istituto senza un graffio.
Quando Tonks mi vede arrivare è insieme ad un uomo che mi è familiare, strabuzza gli occhi, prima di scoppiare in un'espressione infuriata. -Dove sei stata!?- urla, spaventando la seconda persona. -Cosa ti è saltato in testa? Hai la mianima idea del lavoro che facciamo per evitare che ti succeda qualcosa del genere?-.
Rimango interdetta dalla donna infuriata. -Sono solo andata a correre- dico in malomodo, alzando le spalle e superando lei e l'uomo, che scopro essere Lupin. -Non ho neanche un graffio, vedi?- apro le braccia scocciata.
-Sono solo andata a correre- dice Tonks urlando. -Noi rischiamo la vita per te!-.
-Dora, lascia sta...-la voce stanca di Lupin viene interrotta dalla mia.
-Forse non siete poi così bravi!- le parole lasciano la mia bocca prima che possa fermarle. -Insonna, sono una ragazzina, eppure, me ne sono andata senza problemi e voi non ve ne siete minimamente accorti! E non ho usato un briciolo di mag...-.
-Vai di sopra!- urla fuori di se, facendomi sobbalzare. -Chiuditi in quella maledetta stanza e restaci!-viene trattenuta da Lupin quando si muove verso di me.
-Per favore, Mary, vai- dice la voce pacata dell'uomo.
I miei occhi si fissano nei suoi per interminabili secondi, il colore dell'ambra mi infonde calma con la sua profondità.
-Okay- dico abbassando lo sguardo e spostandomi verso l'entrata dell'Orfanotrofio.

Mi lascio scivolare lungo il muro fino a terra, stringendo con forza i denti sul labbro inferiore e nascondendo il viso tra le braccia, che si sono chiuse sulle ginocchia.
È stato effettivamete un gesto infantile il mio, ma non è successo nulla. Nessuno mi ha avvicinata, nessuno mi ha vista, nessuno mi ha attaccata.
Certo, è troppo sperare che almeno mi lascino stare in cortile. L'aria aperta non mi ucciderà!
Uno scricchiolio riempie la stanza facendomi alzare la testa di scatto verso la porta. Ninfadora Tonks mi guarda appoggiata allo stipite della porta, non felice, non arrabbiata, ma semplicemente seria. Lascia passare i secondi, mentre inizia a crearsi un silenzio imbarazzante, ma se crede che gli chiederò scusa si sbaglia di grosso.
-Non ho intenzione di scusarmi per essere andata a correre, non ho fatto niente di sbagliato- mi alzo facendo sbuffare la donna, prima di gettarmi sul letto con le braccia conserte, fissando con insistenza il soffitto rovinato della stanza.
-Noi siamo qui per te, per evitare che ti capiti qualcosa e "andando a correre" distruggi tutto il lavoro che abbiamo fatto- mi si avvicina, trattenendo le proprie parole nel tentativo di farle suonare più pacate e controllate rispetto a quelle che mi aveva rivolto poche ore fa.
So che è vero ciò che ha detto, è stato egoistico da parte mia, ma sarebbe bastato così poco per evitarlo.
-Pensi che a me piaccia?- domando spostando velocemente gli occhi su di lei per poi riportarli sul soffitto. -Stare tutto il giorno in questo posto è una tortura- torno su di lei, che punta i suoi occhi nei miei con un'espressione in parte dispiaciuta. -Dovevano venirmi a prendere presto! I gemelli avevano detto che mi avrebbero scritto e magari sarebbero venuti a trovarmi! Indovina? Non lo hanno fatto!- il mio tono di voce si alza. -Neanche un piccolo foglio per dirmi che sono davvero impegnati col negozio! E Harry? Nulla!- mi alzo a sedere osservando la donna. -Posso solo immaginare ciò che abbia provato alla morte di Sirius...cosa tutti voi avete provato quando è morto, ma...- faccio una pausa, rendendomi conto di quanto suoni male, quindi, decido di cambiare completamente rotta. -L'unico ad essersi ricordato di me è Draco e voi non mi avete permesso di scrivergli ancora, perchè è pericoloso-.
-Mary, ascoltami...- cerca di dire.
-No!- dico alzandomi di scatto. -Come può essere pericoloso? Sanno benissimo dove mi trovo! Un paio di lettere non cambieranno la cosa, quindi, qual'è il problema? È figlio di un Mangiamorte? È questo che vi preoccupa? Bhè, novità del secolo, Draco non è un Mangiamorte!- sto urlando.
-Non abbiamo detto che lo sia...-dice in un sussurro, prima di sedersi sul letto con un sospiro. -Hai mai pensato che potrebbe non essere lui a scriverti?-.
Prendo posto accanto a lei, improvvisamente più calma. -Conosco l...-.
-La sua scrittura?- domanda con una strana espressione. -Esistono molti incantesimi per riprodurla-.
-Giusto- abbasso lo sguardo sui miei piedi, le vecchie scarpe sono ancora sporche e impolverate.
-Senti- volta il suo busto verso di me alzando una gamba sul materasso per essere più comoda. -Lo so che è difficile accettare regole che ti sembrano assurde, ma devo chiederti di rispettarle ancora per un pò-.
-Va bene- mi arrendo sospirando. -Mi dispiace per questa mattina-.
-Nessun problema, adesso è tutto a posto- risponde dandomi una leggera pacca sulla spalla.
-Lo avete detto a Silente?- domando senza accorgermene.
-No, tranquilla- mi sorride quando alzo lo sguardo. -È stato un bel colpo anche per il nostro orgoglio- gli scappa una risata. -Come hai superato gli incantesimi di protezione?-.
-Quali?- domando confusa. -Io non ho superato proprio nulla-.
La giovane mi guarda sorpresa. -Okay...-si alza in piedi. -Sarà meglio che torni giù a controllare un paio di cose, ci vediamo domani?-.
-Certo- rispondo osservandola mentre si sposta verso la porta. -A domani-.

Salve gente! Come al solito se vi va lasciatemi una recensione, così mi viene voglia di scrivere! 
Sentiatevi liberi anche di dirmi se pensate che abbia scritto delle stupidaggini eheheh
Ringrazio chi ha recensito la scorsa volta, chi ha messo la storia tra le seguite o le ricordate e chi, addirittura, tra le preferite!
:*