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Autore: Edward LoneBark    09/10/2016    2 recensioni
La guerra è alle porte.
Il destino di tre persone si intreccia tra le onde del mare.
Un assassino in cerca di se stesso.
Una viandante in cerca delle proprie radici.
Un signore del mare in cerca del suo tesoro più prezioso, perduto tra le onde.
E la più grande tempesta del millennio che si avvicina senza tregua.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Tre colpi secchi rimbombarono sul metallo, svegliandolo all'istante dal torpore. -Ha già finito?- borbottò, alzandosi. -Possibile che abbia ceduto così in fretta?-

L'altro tornò ad abbassare lo sguardo sul libro che stava leggendo. -Speriamo che non l'abbia ammazzato. Non sarebbe la prima volta-.

-Tanto è come spremere sangua da una pietra. O gli hanno fatto il lavaggio del cervello oppure non sa niente. In fondo non è un ufficiale-.

-Il capo ha l'occhio lungo, e lo sai bene. L'ultima volta le informazioni le abbiamo vendute bene. A proposito, sai quando dovrebbe arrivare Karg?-.

L'altro tirò il chiavistello. -Il capo ha detto che dovrebbe essere tra breve. Forse per questo è già di ritorno-.

Aprì la pesante porta metallica, e il ferro incandescente affondò nella sua orbita sinistra, facendosi strada fino al cervello. Il suo compagno vide inorridito il cadavere crollare a terra davanti alla soglia e si alzò di scatto, estraendo il pugnale. Nessuno entrò nella stanza.

Ansimava, terrorizzato. Dov'è il capo? Che cosa succede? Arretrò lentamente, con una sensazione orribile nelle ossa.

In quel momento la porta nascosta nel muro si aprì, rivelando un passaggio per il vicolo attiguo, immerso nell'oscurità. L'aria che entrò era umida, e si udiva il sottile ticchettio della pioggia sul lastricato.

Una figura ammantata di nero entrò nella stanza, togliendosi il mantello bagnato e gettandolo sulla sedia davanti al fuoco, occupata fino a poco prima dall'uomo che ora giaceva morto con un'asta metallica nell'occhio.

Notò di sfuggita il cadavere, prima di percepire una lama avvicinarsi fulminea al suo volto. Si scostò di lato e afferrò un braccio invisibile, prima che il coltello affondasse nella sua gola. Lo torse con un colpo secco e udì un gemito di dolore, poi una figura si materializzò davanti a lui.

Prima che potesse metterla a fuoco, gli sferrò un pugno sullo zigomo destro. La sua difesa si spezzò senza che se ne accorgesse e le nocche impattarono con violenza sulla sua faccia, mandandolo a sbattere contro il muro.

Si rialzò all'istante, furioso, ma l'intruso era già svanito. In un angolo della stanza giaceva il corpo del secondo uomo, la gola tranciata di netto, che prima non aveva notato.

Imprecò tra i denti e cercò di percepire la presenza del ragazzo invisibile nella stanza, ma non lo trovò. Scavalcò il cadavere davanti alla porta e si lanciò nel corridoio, ma non vide la barriera traslucida che rivestiva il varco. L'onda di forza lo proiettò due metri più in là, facendolo crollare di schiena su un tavolino occupato da due pile di libri.

 

Neslith scattò verso l'oscurità, frenetico, sostenendo con un braccio l'amico ferito. L'adrenalina faceva accelerare i suoi battiti, non sapeva se per la paura o per l'estasi dell'omicidio.

-Lasciami, ce la posso fare- mormorò Vell, ma era palese che non riusciva a sostenersi da solo. Neslith sentì quanta sofferenza gli costasse muoversi in quelle condizioni, ma continuò a trascinarlo lungo il corridoio. -Tieni duro, amico mio, non ti lascio-.

Vell gemette, e il ginocchio sinistro gli cedette, facendolo cadere a terra. -Non mollarmi adesso, ci siamo quasi!- gridò Neslith, cercando di risollevarlo.

-Hiraiii....!-

No, NO!

Si gettò a terra un istante prima che l'onda d'urto lo investisse. La sentì passare ad un palmo dal suo corpo disteso, poi udì il frastuono assordante del muro che veniva sbriciolato. Dietro di loro erano crollate diverse pareti, e quella in fondo lasciava entrare un lieve bagliore lunare.

Lanciò verso il nemico l'ultimo coltello che gli restava e sollevò di peso Vell, correndo verso il nuovo varco con le forze che gli restavano. La destinazione si avvicinava con esasperante lentezza.

Troppo lontano! Dannazione! NO!

Sentì l'istinto fare ciò che la sua anima rifiutava. Le membra formicolarono, poi perse ogni percezione, mentre il suo corpo si smaterializzava e perdeva consistenza. Vide con orrore la seconda onda d'urto afferrare Vell, scagliandolo lontano davanti a lui oltre la breccia.

I muri cedettero mentre usciva all'aperto, sotto la pioggia, ma se ne accorse a malapena. Il cadavere del suo amico giaceva vicino al muro opposto, crepato in profondità dalla seconda onda d'urto, piegato in una posizione innaturale. Raccolse con orrore quel corpo distrutto e corse via nella notte, mentre il boato di un terzo colpo risuonava per i viottoli.

 

Aprì gli occhi, lentamente, battendo le palpebre più volte per tentare di scacciare lo stordimento. Era immerso nella penombra, e distingueva a fatica una piccola stanza spoglia, occupata solo da un piccolo armadio e da una sedia.

Si alzò piano sui gomiti, stringendo i denti quando una fitta gli attraversò il petto. Benchè fosse ben coperto aveva i brividi, e la vista tendeva ad offuscarsi quando si concentrava su qualcosa.

Tossì più volte, poi riuscì ad articolare qualche parola. -Abor- mormorò -che cosa è successo?-.

L'uomo sulla sedia si alzò. -Sei entrato e hai perso i sensi quasi all'istante, abbiamo temuto che fossi ferito-. Chiuse gli occhi e sospirò, passandosi una mano sulla barba brizzolata. -L'hai fatto ancora, vero? E' per questo che sei ridotto così-.

Neslith non rispose subito. Sentiva già le prime fitte alla testa, e sapeva che ben presto sarebbero diventate isopportabili. -Non ho avuo molta scelta. Se non lo avessi fatto ora sarei ridotto come Vell-. Il pensiero gli provocò un doloroso senso di vuoto, ma era una sensazione che conosceva bene. -Speravo di farcela senza problemi, e invece è andato tutto storto-.

-Chi ha ridotto Vell in quello stato?-.

-Non ne ho idea. Penso fosse un membro della gilda madre, venuto per dare ordini. Un kironn, quasi sicuramente. Sono a malapena riuscito a rallentarlo-.

L'altro camminava avanti e indietro davanti al suo letto, come una bestia in gabbia. -Il destino ci ha giocato un brutto tiro. Prima Keren, ora Vell. Se fossi riuscito ad entrare pochi minuti prima questo non sarebbe successo-.

Neslith tornò a sdraiarsi, mentre la testa iniziava a pulsare. -Una cosa è certa, quel bastardo mi darà la caccia. Probabilmente ho già chiamato i suoi uomini. Dopo quello che ha visto mi avrà riconosciuto sicuramente-.

-Qui sei al sicuro, lo sai-.

-Stronzate. Se rimango qui vi attiro addosso metà della gilda, e mi basta aver perso Vell. Rimarrò qui per stanotte, poi me ne andrò. Cercate di non contattarmi , tra qualche settimana se sarò ancora vivo e le acque si saranno calmate sarò io a farmi vivo-.

Abor strinse le labbra con disappunto. -Non puoi andartene in quelle condizioni, e nel caso ci saremmo noi a proteggerti. Non siamo poi tanto sprovveduti-.

-Lo sai benissimo che non possiamo fermare un kironn, neanche tutti insieme-.

-Dunque cosa pensi di fare?-.

-Chiederò aiuto, è l'unica soluzione. Se quel bastardo è qui vuol dire che è stato mandato per un buon motivo, e dissestare la capitale militare in un momento come questo sarebbe estremamente pericoloso. Non dovrei faticare a convincere un ufficiale superiore-.

Abor abbassò lo sguardo, meditabondo. -Penso possa funzionare, ma hai bisogno di qualcuno che ti sostenga. Non daranno mai credito a te-.

Neslith sorrise. -Questo non è un problema, ho già una soluzione per questo-.

 

Karg aprì la porta di scatto. -Sparito, completamente. Abbiamo setacciato la zona e non abbiamo trovato traccia. E' riuscito a scappare con il cadavere del suo amico e a svanire nel nulla-.

Gli altri lo guardarono impassibili. La luce delle candele proiettava ombre scure sui loro volti, rendendoli difficili da riconoscere, ma si accorse subito di chi fosse il nuovo arrivato. -Lord Beren...- biascicò, indeciso se inchinarsi o no.

Il labbro di Beren sembrò piegarsi in un'espressione irritata. -Dunque lui sarebbe il tuo nuovo braccio destro- sibilò, voltandosi verso un uomo pallido con una corta barba bionda.

Questi accennò un sorrisetto. -Già, proprio così. Non c'è nulla da temere, Karg, abbiamo le informazioni che ci servivano, anche se ormai si trattava più di conferma. Come pensavamo, il piano Kaurall è già in attuazione-.

Il kironn tacque per lunghi istanti. -Come lo avete scoperto, mio signore?-.

-Un'informazione del genere è molto difficile da tenere nascosta, soprattutto quando devi mobilitare qualche centinaio di navi. Senza contare che ho informatori molto affidabili su cui contare-.

Lord Beren si alzò. -Molto bene, ritengo sia stato un ottimo affare, Hillmer. Avremo presto occasione di parlare di nuovo su come agire nelle prossime settimane. Nel frattempo cercate di causare quanti più danni possibile, ci servirà tutto l'aiuto di cui possiamo disporre-.

Hillmer annuì. -Fate buon viaggio, Beren-.

Karg si scostò in fretta per lasciarlo passare, poi tornò a fissare il suo padrone. -Com'è possibile che lo abbiamo scoperto così tardi?- chiese, quando Beren se ne fu andato da un paio di minuti. -Sono settimane che cerchiamo di interpretare i segni, che interroghiamo i soldati-.

-Perchè è stato organizzato tutto molto bene- replicò Hillmer, alzandosi. -Solo gli ufficiali superiori erano presenti alla delibera, e l'intera operazione è stata attuata senza diffondere informazioni precise tra i ranghi militari. Quasi tutti quelli che avete catturato avevano solo una vaga idea di quanto stesse accadendo-.

-Dunque anche quel bastardo che mi è sfuggito sotto il naso forse...-

-Lo escluderei. L'informazione sta dilagando negli ultimi giorni, la copertura della Guardia deve essere crollata, oppure hanno pensato di non poter più portare avanti le operazioni senza informare più gente. In ogni caso il suddetto bastardo deve averti riconosciuto e sicuramente ha capito chi sei, e forse anche perchè sei qui. Se informa la Guardia del fatto che la Gilda ha messo radici nella capitale militare siamo tutti morti. Non mi importa in che modo, devi trovarlo e ucciderlo prima che informi i militari. Ed elimina anche tutti quelli che sono entrati in contatto con lui nelle ultime ore, sicuramente si è nascosto presso degli alleati-.

Karg sudò freddo. -Signore, credo che abbia dei poteri occulti. Sono quasi sicuro che sia in grado di diventare invisibile, e non solo...-.

Hillmer lo liquidò con un gesto della mano. -Questo è affar tuo. Trovalo, o non tornare da me vivo-.

Karg fece un breve inchino e si dileguò. L'altro fissò lungo la porta chiusa, poi si voltò verso l'angolo più buio della stanza. -E tu? Quando pensi di entrare in azione?-.

-Manca ancora tempo- disse una voce melliflua. -Le pedine devono ancora muoversi, ma non mancherò di fare la mia parte quando arriverà il momento. L'informazione si sta già diffondendo a macchia d'olio, è solo questione di tempo perchè giunga alle orecchie giuste. Tu nel frattempo attieniti al piano-.

Hillmer annuì. -Nelle tue mani ci sono più vite di quante tu possa contare, Non tradire la nostra fiducia-.


Nota: la storia è già definita a grandi linee, ma gran parte della costruzione è improvvista, il che rende molto facile che io commetta errori e incongruenze di ogni tipo. Vi prego nel caso di farmeli notare, mi sarebbe molto d'aiuto.

 

   
 
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