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Autore: Grimilde Deveraux    15/10/2016    3 recensioni
INTERATTIVA - ISCRIZIONI APERTE SEMPRE
Cosa accade quando si mettono insieme le menti più pericolose e perverse del mondo magico e le si lascia rinchiuse per troppo tempo?
Saints Peak è un posto sicuro da cui sembra impossibile fuggire e Paul Dallfort era incaricato di mantenere l'ordine, era perché ora è morto e serve qualcuno che lo rimpiazzi.
Genere: Dark, Erotico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Altro contesto, Contesto generale/vago
Capitoli:
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2.

Quando Madeline ebbe augurato la buona notte e fu salita in camera sua Amelia estrasse la bacchetta ed insonorizzò la stanza mentre mettendosi al centro del soggiorno Caleb prendeva la parola:<< Sapete tutti perché siamo qui >> iniziò poi con tono serio:<< Paul Dallfort è morto ieri sera e sicuramente tra pochi giorni manderanno qualcuno per risolvere la questione, siamo tutti sospettati e siamo tutti condannabili >> il piccolo gruppo rimase in silenzio poi un uomo dal pizzetto scuro e i capelli raccolti in un codino sulla nuca fece un sorriso acido:<<È inutile che ci giri intorno Ascott, quello che ha fatto fuori Dallfort è uno di noi, lo sappiamo tutti solo che alcuni non hanno il coraggio di dirlo >> << Grazie di aver sottolineato l’ovvio Arsen >> replicò un giovane dai capelli castano chiaro guardando acido l’uomo:<< Non fare lo sbruffone con me Murray, sei solo un ragazzino, lascia parlare gli uomini >> il ragazzo fece per scattare ma la mano di sua sorella seduta accanto a lui lo trattenne e la ragazza rispose acida:<< Chi ci dice che non sei stato tu Arsen? >> l’uomo sorrise allargando le braccia sul divano color crema del soggiorno degli Ascott:<< Se io avessi ucciso quel vigliacco non avrei fatto ritrovare il corpo honey>> << Non chiamarmi… >> << Charlotte non adesso ti prego >> la supplicò Amelia torcendosi le mani, il pensiero che qualcosa sarebbe arrivato a turbare il suo piccolo mondo la rendeva ancora più nervosa di quanto non fosse in realtà.

La giovane fece per rispondere quando qualcuno bussò alla porta:<< Amee vai tu? >> domandò Caleb guardando la moglie e lei annuendo si alzò e quando aprì l’uscio si trovò davanti l’ultima persona che sperava di vedere quella sera:<< Vivienne… >> e guardò la sua amica e coetanea con un lampo di tristezza negli occhi:<< Will è qui vero? >> poi entrando e squadrando il piccolo gruppetto riunito nel soggiorno la donna si scostò dalla spalla una ciocca di capelli biondi guardando storto il padrone di casa che la guardava con evidente acidità:<< Non sono qui per rovinare la vostra riunioncina Caleb anche se capisco perché non me lo abbiate detto, ma ho bisogno di mio marito >> l’uomo in questione si alzò avvicinandosi alla moglie:<<È successo qualcosa? >> << No, è arrivata questa per te, sembrava urgente >> William si alzò dal divano e prese la busta tra le mani:<< Viene da Londra, dal Ministero della Magia >> << Aprila >> gli disse Caleb con le mani ficcate nelle tasche per evitare di stringere i pugni come faceva sempre quando era nervoso; Will aprì la busta e spiegò il pezzo di carta che vi era dentro, non erano che poche righe ma furono sufficienti a farlo sbiancare:<< Dice che la mia udienza per la libertà è rinviata, che devono aspettare l’arrivo del nuovo amministratore prima di poter prendere in considerazione la cosa, che sarà lui a decidere se presentare o meno la domanda >> poi scorrendo velocemente fino in fondo aggiunse:<< Io questo tizio non l’ho mai sentito, a voi dice niente? >> chiese poi voltando la lettera verso Caleb e quando lui vide il nome scritto sul foglio fu costretto a prendere un respiro profondo per evitare di prendere la bacchetta e fare qualche follia.

<< Allora? Tu lo conosci Cal? >> e la voce di William lo riportò alla realtà:<< Sì Will, lo conosco >> poi guardando Amelia con lo sguardo più triste che si fosse mai visto aggiunse:<< Abel Cain, lo chiamano Radamanto per quanto sia imparziale e spietato >> << Ci hai avuto a che fare? >> domandò allora Charlotte guardandolo preoccupata:<< Una volta, molti anni fa >> e con quelle parole Caleb strinse la mano di Amelia, sapeva che quella notte gli incubi sarebbero sicuramente tornati e sarebbe toccato a lui prendersi cura di sua moglie proprio come quel giorno!

 

Una volta finita la festa, come Caleb amava chiamare le loro riunioni, tutti gli ospiti lasciarono il salotto e, come accadeva ogni volta, Charlotte fu l’ultima a lasciare la casa; di solito si fermava anche Vivienne ma dato che Caleb non l’aveva invitata la donna se n’era andata immediatamente dopo la consegna della lettera.

<< Vuoi una mano a riordinare Amelia? >> e Charlie si avvicinò alla donna allungando una mano verso il vassoio con i bicchieri di whisky incendiario che era ancora appoggiato sul tavolino da caffè:<< Non fa niente, non devi disturbarti a… >> la ragazza scosse il capo prendendo il vassoio:<< Lo faccio con piacere >> e con un’occhiata Amelia capì lasciando che Charlotte si avvicinasse al lavandino:<< Charlotte… >> a quel richiamo la bionda si voltò:<< Non voglio accusare nessuno, ma sai che saremo le prime ad essere sospettate >> erano poche le cose che ognuno sapeva dell’altro in quel luogo dimenticato da dio, ma quello che era sulla bocca di tutti era il motivo per cui ognuno di loro era stato mandato lì, ad ogni nuovo arrivo infatti si teneva una sorta di “presentazione pubblica” dove venivano elencati i peccati di cui ognuno si era macchiato, fortunatamente per quanto riguardava lei e, soprattutto, Caleb la storia era stata ripulita ed infiocchettata per bene o per il suo bel maritino sarebbero stati guai.

<< Chiunque di noi sarebbe in grado di uccidere Charlotte >> << Sì, ma quanti di noi lo facevano per professione >> Amelia scosse il capo:<< Anche se mi costa dirlo, Arsen Hakob ha ragione: se fosse stato un professionista non avrebbero trovato il corpo di Dallfort >> << Non parlarmi di quel pallone gonfiato, nemmeno fosse un premio Nobel… >> Amelia sorrise:<< Beh in un certo senso… >> Charlotte arricciò il naso:<< Saprei io dove metterglielo quel premio! >>

 

Mentre sua sorella si intratteneva per la sua solita chiacchierata a casa Ascott Steven aveva deciso di fare quattro passi approfittando della notte stellata e di godersi l’aria fresca del parco:<< Da quando te ne vai senza salutare? >> a quella voce lui si voltò con un sorriso giusto in tempo per prendere quel corpo morbido tra le braccia e sentire due labbra carnose posarsi sulle sue:<< Da quando scappi dalla finestra sul retro? >> la ragazza sorrise mettendogli le braccia dietro al collo guardandolo felice:<< Mi sei mancato oggi >> lui ricambiò il sorriso baciandole il naso:<< Avevo del lavoro da fare e poi sarebbe stato strano se fossi passato a casa del mio capo senza un valido motivo non trovi? >> la faccetta imbronciata di lei gli disse che aveva sbagliato la scelta delle parole:<< Ah così io non sarei un valido motivo? >> le mani di lui che le accarezzavano i capelli le impedirono di sottrarsi a quell’abbraccio:<< Tu sei il più valido dei motivi my love…l’unico motivo valido…ma se mai lo scoprissero… >> la ragazza annuì abbracciandolo stretto:<< Ti amo Steve >> lui le baciò la testa sprofondando in quel profumo che sapeva di zucchero, talco per neonati e fresia:<< Ti amo anch’io >> poi facendole sollevare la testa verso di lui chinò il capo per baciarla quasi con reverenza:<< Domani sera al solito posto? >> lei annuì sorridendo:<< Non fare tardi >> gli ricordò poi sciogliendosi da lui ma continuando a tenergli una mano:<<< Cercherò >> << Dovrai fare di più che cercare o potrei ripensarci >> fingendosi offeso per quella minaccia Steve la guardò con fare melodrammatico:<< Tu sai come spezzare il cuore di un uomo, ho atteso per un anno questo momento e ora tu me lo neghi così >> << Cerca di essere puntuale e non succederà >> poi avvicinandosi di nuovo gli baciò velocemente le labbra:<< Buonanotte Mr Murray >> lui la baciò di nuovo deciso a non lasciarla andare ma alla fine fu costretto a farlo:<< Buonanotte miss Ascott >> e mentre lei si allontanava rimase a guardare quella figura minuta e quei capelli scuri che sparivano nella notte.

 

<< Caleb! >> e con il viso imperlato di sudore e gli occhi spalancati dalla paura Amelia si mise seduta stringendo la trapunta damascata con le dita mentre le grandi mani di Caleb le scorrevano su e giù lungo le braccia per calmarla:<< Va tutto bene Amee, va tutto bene…sono qui >> lei rabbrividì di nuovo:<< Non può venire qui, lui non può venire qui. È un incubo, un maledetto dannato incubo >> Caleb Ascott baciò i capelli scuri di sua moglie stringendola a sé e facendole sentire il battito cadenzato del suo cuore come sapeva l’avrebbe calmata:<< Non ti può fare niente my love, farò qualsiasi cosa per evitare che ciò accada, ho giurato che vi avrei tenuto al sicuro e lo farò >> Amelia strinse le piccole dita attorno alla casacca scura del pigiama di suo marito:<< Non voglio che ti faccia del male, non voglio che tu metta a rischio la tua vita >> la mano di lui sotto al mento la costrinse ad alzare il viso:<< Andrei all’inferno per te e Maddie e mi sembra di avertelo già dimostrato, posso affrontare il Radamanto >> << Ha giurato di ucciderti se ti avesse rivisto, è per quello che sta vendendo qui, non gli interessa della morte di Dallfort >> << Ci serve solo tempo sweetie, con Paul sarebbe stato più facile ma la cosa non è impossibile nemmeno con Cain qui >> << Promettimi che starai attento >> Caleb annuì poi prese ad accarezzarle i capelli:<< C’è Arsen con me, gli affiderei la mia vita >> << Arsen Hakob è un pazzo >> commentò Amelia poi sorridendo fece scorrere una mano sul petto di lui slacciandogli piano i bottoni di madreperla:<< Ma è il solo pazzo di cui mi fido >> Caleb sorrise cominciando a baciarle le labbra:<< Felice di sentirtelo dire >> poi facendo sdraiare Amelia nel letto le si mise sopra scivolando con una mano fino al ginocchio di lei risalendo piano lungo la coscia e sollevando la camicia di cotone azzurro che lei indossava:<< Te la senti di… >> lei sorrise allungando una mano per accarezzare la barba bionda dell’uomo che quindici anni prima le aveva rapito il cuore:<< Con te sempre >>  << Sei sempre stata la mia dannazione miss Haytham >> Amelia sorrise lasciandosi poi baciare mentre le sue mani correvano veloci a spogliare suo marito di ciò che restava del pigiama:<< Sarò gentile questa volta my love, sarò molto…molto…molto gentile >> ed ad ogni molto di quella frase Caleb baciò una piccola porzione di pelle candida della moglie facendola sospirare:<< Sai che se fai così non resisto… >> << Lo so >> sorrise lui sornione tornando ad occuparsi di quel corpo di porcellana.

 

Intanto qualche casa più in là Will e Vivienne stavano guardando i loro due bambini che dormivano placidamente nei loro letti:<< Sono la cosa più bella che abbiamo fatto >> commentò William lasciandosi andare ad un inatteso moto di dolcezza che fece voltare la moglie:<< Fortunatamente è una cosa che hai fatto solo con me >> gli ricordò nervosa, la loro ultima litigata era ancora troppo fresca per poterla dimenticare con così tanta facilità:<< Ti ho già chiesto scusa, avevo bevuto troppo…non avrei fatto nulla altrimenti lo sai >> lei storse il naso in una smorfia:<< So che avresti fatto di peggio da sobrio quindi mi consolo del fatto che tu abbia scelto un’oca giuliva come Cindy Frisk e che lei fosse stata ubriaca e malleabile anche più di te >> davanti a quell’accusa Will rimase zitto, amava sua moglie e in cuor suo sapeva che non avrebbe mai amato nessun’altra ma c’era una parte di lui, una parte sempre più grande di lui, che gli diceva che Vivienne e i bambini meritavano di meglio di uno come lui.

<< Che cosa vi siete detti in quella stupida riunione? >> << Niente di importante, dopo che te ne sei andata Caleb ha parlato un po’ di quel tizio…Cain…a quanto pare adesso è uno dei capi del dipartimento Auror, è uno che non scherza >> la donna annuì avvicinandosi al bagno:<< Qualsiasi follia stiate organizzando tu, Ascott e Hakob stai attento, non voglio dover spiegare ad Emma e David perché il loro papà non è più con loro >> e William sapeva bene che nel linguaggio di Vivienne quello era la cosa più vicina ad un “ti amo” che potesse avere in un momento del genere:<< Cercherò di evitarti questa incombenza Vivi >> lei sorrise appena a quello stupido soprannome con cui lui si ostinava a chiamarla da quando si erano conosciuti:<< Sarebbe la prima cosa sensata che fai da quando ti conosco >> gli ricordò poi sparendo in bagno e chiudendo la porta lasciando l’uomo in corridoio con uno stupido sorriso sulle labbra: non era l’uomo migliore del mondo ma era un fottutissimo bastardo fortunato ad aver trovato Vivienne Rose Dallfort sulla sua strada e non l’avrebbe mai lasciata andare!

 

<< Dove sei stato? Sei andato via prima di me e arrivi adesso >> e Charlotte seduta sul divano del soggiorno accolse Steven quando questi rientrò dalla porta sul retro del villino cercando, miseramente a quanto pareva, di non fare rumore:<< Ho ventiquattro anni Charlie, potresti evitare di aspettarmi alzata come se ne avessi quindici? >> la ragazza si alzò incrociando le braccia sul petto e scuotendo il capo:<< Se ti comporti da ragazzino ti tratto da ragazzino, con quello che è successo tu te ne vai in giro così…c’è stato un omicidio Steve, c’è un assassino in giro e… >> << E nessuno ti dice che sia tra di noi, sì certo noi siamo i sorvegliati speciali, ma c’è anche tanta altra gente in questo posto dimenticato da dio che è in grado di far saltare le cervella ad un uomo >> Charlotte Murray annuì:<< Lo so, credo che se avesse sospettato di qualcun altro Caleb lo avrebbe detto >> << Ascott non è infallibile >> << Non dico che lo sia, ma se non fosse stato per lui e Amelia io e te saremmo ancora soli e abbandonati a noi stessi da quando siamo arrivati, mi fido di lui quasi quanto mi fido di te >> Steve fece spallucce:<< Sullo stesso piano di Ascott…grazie sorellina >> Charlie cercò di non sorridere del tono offeso di lei:<< Sai cosa voglio dire…nessuno potrà mai essere al tuo livello Steve, nessuno >> lui le passò oltre incamminandosi verso la sua camera in fondo al corridoio:<< Sì, anche io ti voglio bene sorellina, buonanotte >> poi tagliando corto fece per lasciarla di nuovo sola quando:<< Non mi hai ancora detto dove sei stato >> lui la guardò da sopra la spalla con un sorriso:<< Era una bella serata, sono stato un po’ nel parco ad osservare le stelle >> che in fondo non era davvero una bugia, solo una piccola rivisitazione della verità.

 

Il mattino dopo il Radamanto entrò nel quartier generale degli Auror sbattendo la porta con violenza e urlando a gran voce:<< Davies! Benton! Nel mio ufficio! >> i due uomini si guardarono l'un l'altro preoccupati,  non erano molte le cose in grado di far perdere le staffe a Cain in quel modo e di solito questo significava guai.

<< Tu sei divorziato vero Davies? >> domandò il loro capo quando i due entrarono nell’ufficio e l'uomo in questione annui:<< Sì signore ma non capisco come questo... >> Abel fece finta di non sentire la sua replica:<< Prepara le valige, abbiamo una passaporta pronta per stasera >><< Posso chiedere per dove signore? >> domandò ancora l'uomo azzardandosi ad alzare lo sguardo:<< Saints Peak, a quanto pare Paul Dallfort ha avuto la brillante idea di farsi ammazzare e serve qualcuno che prenda il suo posto e scopra chi l'ha ucciso >> sentendo nominare il paese Benton rimase sorpreso:<< Ma non è dove... >> gli occhi azzurri di Cain brillarono:<< Esatto Benton, sono sedici anni che aspetto questo momento, sedici anni che aspetto si farla pagare a quel bastardo e a quella stronza della sua mogliettina >> poi guardando la foto dell’uomo biondo che campeggiava sul fascicolo che aveva aperto davanti aggiunse:<< Tu resterai qui Benton e scoprirai tutto quello che ho bisogno di sapere per far sudare quei piccoli avanzi di galera, Davies sarà il tuo contatto visto che a nessuno oltre a lui sarà permesso di uscire dalla città >> << Cosa? Ma signore io credevo che anche il capo sorvegliante potesse… >> un sorriso divertito si disegnò sulle labbra di Abel mentre lui congiungeva le mani portandosele davanti alle labbra:<< Ho chiesto io di impedirmi questo piccolo privilegio, in passato Paul Dallfort è stato più volte chiuso fuori dalla sua stessa città ad opera di Caleb Ascott e di quello schizofrenico che si porta sempre dietro >> poi guardando Benton aggiunse iniziando a sfogliare i fascicoli fino a trovare quello che gli interessava:<< Ecco prendi, Arsen Zer Hakob, scopri tutto quello che puoi su di lui, è una testa calda ed è ciecamente fedele ad Ascott, non voglio sorprese >> l’auror annuì poi ad un gesto di congedo di Cain tornò alla sua scrivania cominciando il suo nuovo incarico:<< Quanto staremo via signore? >> domandò allora Davies che era rimasto immobile di fronte alla scrivania:<< Dipende da quanto ci metteremo a sistemare quel covo di vipere Davies >> cantilenò l’altro come se stesse parlando ad un bambino:<< Ho un conto in sospeso con Caleb Ascott e intendo ripagarlo >> poi portandosi istintivamente la mano sulla lunga cicatrice che gli attraversava il collo e gli finiva sul petto il capo Auror congedò anche il suo secondo:<< Fai in modo di essere pronto Davies, voglio godermi la faccia di Mrs Ascott quando mi avrà di nuovo davanti >> Christopher Davies non disse nulla annuendo e uscendo dall’ufficio ma con il pensiero fisso che l’ossessione del suo capo non gli avrebbe portato altro che guai.



Steven Murray
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Charlotte Murray
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Vivienne Cotton
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William Cotton
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Abel Cain - il Radamanto
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Christopher Davies
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Personaggi secondari

Arsen Hakob
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Solamente due cose: primo perdonatemi per la "cortezza" del capitolo ma volevo aggiungere tutti i personaggi prima di far iniziare veramente la storia, secondo nel mandare avanti questa storia ho preso una decisione: le iscrizioni saranno praticamente sempre aperte. Saints Peak è fondamentalmente una priogione per quanto sia grande e abbia strade e case e in una prigione può sempre arrivare qualcuno di nuovo.

Dal prossimo capitolo ci saranno alcune parti al presente e altre con dei flashback al passato, metterò data e luogo per distinguere i vari momenti.
Per il momento è tutto...buonanotte e a presto....
   
 
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