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Autore: alfa_beta    20/10/2016    1 recensioni
Storia ambientata tra la consegna del cellulare a Tony da parte di Steve in Civil War e la scena nascosta dopo i titoli di coda.
Tony rimasto solo dopo la battaglia cerca di colmare il vuoto creato rifugiandosi nel suo laboratorio, ma una serata tranquilla si rivelerà l'inizio di un nuovo mistero e di una nuova lotta.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Deep Darkness


“Allora tu mi stai dicendo che vuoi cancellare tutti i ricordi di Bucky e metterne dei nuovi?” chiese scandalizzato Steve.
“Per la quarta volta Cap non voglio mandargli in pappa il cervello… più di quello che è già! Posso semplicemente prendere i ricordi del Soldato d’inverno e cancellarli , lasciando quelli del vecchio James”
“Come se tra la sua caduta e adesso non ci fosse stato niente?”
“Esattamente! Dai ci hai messo solo un’ora per capirlo, mi stupisci”
Tony applaudì per prendere in giro Steve che rispose con un’alzata di spalle prima di ricominciare a bere il caffè.
Erano in cucina a fare colazione. Bucky era scappato da tre giorni e non avevano ricevuto alcuna notizia.
“Tony piano piano mi sto riprendendo”
“No non se ne parla!” lo interruppe prontamente il moro
“Non servirà a niente creare un modificatore di memoria o come l’hai chiamato se non abbiamo Bucky”
“Non permetterò che tu vada a farti ammazzare”
“Lo sai che devo andarlo a cercare”
“Ci andrò io, fine del discorso!”
Tony appoggiò la tazza nel lavandino e fece per andare in laboratorio.
“Tu devi lavorare alla macchina… dobbiamo dividerci i compiti. A te quello e io a cercare Bucky”
“Steve! Ho detto fine del discorso!”
Steve rimase fermo. Guardò Tony scomparire alla sua vista.
“Mi dispiace, ma devo fare a modo mio” bisbigliò

Steve fece il borsone con alcune robe trovate nella sua vecchia stanza. Voleva viaggiare leggero e sperava che questa fuga dalla tower passasse inosservata.
Uscì dalla stanza ed entrò nell’ascensore che lo avrebbe portato all’ingresso principale.
Mentre la gabbia di vetro scendeva ci fu un bip e tutto si fermò. La voce di Tony ruppe il silenzio.
“Pensavi veramente di uscire di nascosto? Ma con chi credi di aver a che fare”
“Tony dai non succederà niente”
“Ma tu non ci arrivi proprio che è pericoloso?”
“Sì lo so. Voglio aiutarlo”
“Sono stufo… fai come ti pare”
“Tornerò”
Nessuna risposta. L’ascensore ricominciò a scendere.
“Tony”
“Dimmi Ghiacciolo”
“Tornerò qui da te. Sei mio amico”
“Stai attento”
L’ascensore si aprì e Steve uscì dalla Tower. Per quanto volesse trovare Bucky non vedeva già l’ora di tornare.



La prima tappa era l’appartamento che lui e Bucky condividevano dopo la Civil War.
Era nel quartiere Little Italy, neanche tanto lontano dalla Tower.
L’aveva imparato nelle sue missioni. Se vuoi un vero nascondiglio trovatelo vicino a chi ti da la caccia. Nessuno li avrebbe cercati a New York e infatti erano riusciti a far perdere le loro tracce.
Il monolocale che utilizzavano era piccolissimo una sala con angolo cottura, un divano letto e una stanza per il bagno.
Appena entrato Steve ebbe quasi un mancamento. Era tutto come lo avevano lasciato.
Tavolo rotto, sedie cappottate, il letto sfatto e pieno di sangue. C’era una puzza incredibile di sangue incrostato e di cibo avariato.
Provò ad accendere la luce ma niente.
“Ecco spiegata sta puzza”
La luce era andata via, probabilmente era saltato il generatore.
Appoggiò il borsone e cominciò a fare i sacchetti per buttare via tutto il cibo.
Ci impiegò due ore buone per mettere tutto in ordine e scacciare quel tanfo.
Bucky non era lì, ma aveva bisogno di una base d’appoggio. Poi chissà forse prima o poi sarebbe tornato lì.

Dopo aver sistemato alla ben e meglio si mise sul divano pensando a vari luoghi dove poteva trovarsi Bucky. Dov’erano cresciuti? Sì poteva essere. Poi? Quali altri posti significavano qualcosa per il suo amico?
Sarebbe stata una lunga ricerca. Ormai era come se non lo conoscesse più.

 
//***///




Tony alla tower continuava a smanettare sul computer per cercare tutti i pezzi che gli servivano.
La sua tecnologia di modificazione dei ricordi era ancora un prototipo e ci sarebbe voluta una scorta di caffè bella grossa. A meno che…
L’idea geniale gli balenò come un fulmine a ciel sereno in testa.
Aprì una chat criptata e cominciò a ridere da solo per quanto genio avesse nella testa.

Mr Red: Mr. Green. Mi servi

Aspettò cinque minuti prima che il suo computer cominciasse a suonare

Mr.Green: No
Mr.Red: Alla veloce. Altrimenti mando Nat e ti faccio convincere da lei
Mr.Green: Sono la persona sbagliata da minacciare. Dammi due giorni e arrivo
Mr. Red: Ne hai uno ragazzone.


Chiuse la chat cominciò ad ordinare le attrezzature.
Non ce l’avrebbe mai fatta da solo.

Alzando lo sguardo vide lo scudo di Steve.
Tutto in un tratto rivide la scena in Siberia.
Le mani cominciarono a bruciare. La rabbia si fece nuovamente strada dentro di lui.
Sta cercando di aiutare l’assassino dei suoi genitori.
Suo padre preso a pugni sul volto così forte da causargli una commozione cerebrale, sua madre soffocata.
Sentire sua madre gemere e invocare aiuto lo aveva tormentato ogni notte dallo scontro.
Quando gli avevano detto dell’incidente dei suoi genitori si era sentito subito felice, ma dopo i primi due minuti si sentì ancora più in colpa.
Essere felice perchè finalmente poteva vivere la sua vita liberamente, ma poi la consapevolezza di essere rimasto solo e di averne anche goduto, anche se per pochissimi secondi, lo avevano distrutto.
Si era buttato sull’alcool e sulle donne, senza però mai accantonare il lavoro.
Era diventato un uomo importante, ma dentro si sentiva sempre più marcio.
Poi la svolta. Essere rapito, costruire la sua armatura, Pepper, gli Avengers.
Aveva avuto una famiglia e la speranza di una vita normale era a un passo da diventare realtà.
Tutto questo si ridusse in polvere quando guardò il video di sorveglianza che mostrava l’uccisione dei suoi genitori per colpa del soldato d’inverno.
Poi gli occhi di Steve che cercavano di non farlo arrabbiare, ma che in realtà alimentavano il fuoco dentro di lui.
Tradito. Tradito da un amico e soprattutto su una cosa così importante.

Prese la chiave inglese e la gettò contro lo scudo. Il rumore metallico fece eco nel laboratorio.
Doveva essere superiore. Avrebbe aiutato Bucky, lo avrebbe fatto per dimostrare che uomo era diventato.
Voleva aiutare Steve per ritrovare finalmente la sua famiglia.
Si sentiva ancora dannatamente solo.

 
//**//


 
 
Bucky si sdraiò sulla brandina che gli avevano dato.
Era riuscito a trovare un ricovero per senza tetti.

La notte in cui era scappato non si era fermato un attimo.
Era dolorante e stanco, ma non poteva rischiare di essere trovato da Tony o da Steve. Non avrebbe più messo in pericolo il suo migliore amico.
Doveva fare qualcosa. C’era un’unica soluzione.
Avrebbe tentato il tutto per tutto.

In quei tre giorni aveva girato tutti i posti in cui era cresciuto insieme a Steve. Era stato pericoloso perché se il biondo l’avesse cercato quelli sarebbero stati i primi dove avrebbe guardato.
Ma doveva dire addio. Non poteva pensare di andarsene e non salutare i suoi ricordi e i luoghi dove ha giocato da bambino.
Questo suo lato sentimentale lo faceva ridere. E’ buffo quanto una persona diventi nostalgica nel momento più buio della sua vita.
Questo buio che lo circondava era il buco più profondo dentro cui si era ritrovato. Non c’era luce e non c’era speranza. Avrebbe solo potuto lasciarsi andare.
Perché mettere fine a qualcosa deve sempre risultare così difficile?
Quante volte dobbiamo soffrire prima di avere il coraggio di dire basta?
Forse il basta arriva quando non siamo più noi a soffrire , ma sono le persone che amiamo.
Steve aveva significato tutto per lui. Tutti pensano che fosse il biondo gracilino Steve ad aver bisogno di protezione. Ma Bucky sapeva che anche senza il serio il suo migliore amico era un grande uomo. Pieno di valori onesti e soprattutto buono.
Probabilmente era stato Steve a renderlo rispettabile. La sua determinatezza e il suo senso del dovere lo avevano spinto ad arruolarsi.
Era stato tutto merito di Steve e invece che ringraziarlo lui lo cercava di uccidere un giorno sì e l’altro no.
Tutto doveva finire.

Prese il foglio che stava osservando da tutta la notte.
Ci scrisse poche parole. Non ne servivano tante per dire quello che doveva.

Steve è finita. Io smetto di scappare, non posso più essere libero



Mise il francobollo e si alzò per imbucarla.

Questo sarebbe stato il suo ultimo giorno. Dopo non sarebbe più esistito. Non sarebbe più stato un uomo, ma un prigioniero volontario del buio.




note: Eccoci qua!! Questi tre ragazzoni e i loro demoni. Speriamo che le cose migliorino, ma conoscendo la mia vena sadica mi sa di no!! xDD
Un bacione a tutti :*
Comunicazione di servizio: mi faccio una vacanza quindi non so se riuscirò a postare giovedì, vedremo!! Non odiatemi :*
 
  
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