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Autore: Bema166    24/10/2016    0 recensioni
Io sono un licantropo,non Alfa,Beta o Omga bensí una Kappa. Questo è ciò che mi hanno spiegato e quella che leggerete è la mia storia.
Allora siate clementi è la mia prima storia e spero di avervi incuriosito, almeno un pò.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Stavo di nuovo correndo in quella foresta, ma questa volta ero umana ed ero anche consapevole che fosse un sogno. Mentre cercavo di orientarmi senza grandi risultati, cercavo il ruscello ad un tratto sentii un rumore di foglie e ramoscelli spezzarsi, mi girai e lo vidi a qual he metro da me, ora potevo esaminarlo meglio era alto, più alto di me , gli arrivavo più o meno alla spalla, era magro, capelli corti erano corvini e occhi color cielo. 
-Non dovevi- disse ad inizialmente non capii cosi mi limitai a guardarlo -Non dovevi dirglielo- -Perché?-chiesi capendo che si trattava del fatto che avevo detto agli altri del sogno precedente -Sarebbe pericoloso venirmi a trovare, potrebbe andare male.- disse con un tono misto tra impaurito e triste -Chi sei?- -Lo saprai appena sveglia.- continuò con fare misterioso -Perché ti sogno?- -Sono io a venire qui a trovarti.-  -Perché?- -Perché mi manchi.- disse con un tono malinconico -Non può mancarti qualcuno che non conosci- risposi non potevo mancargli visto che non ci conoscevamo -Fossi in te sarei stato più insistente con quelli che chiami “famiglia”, anche se sono solo tuoi amici o meglio i tuo branco- disse quest’ultima parola co aria di sfida, non riuscivo a sopportarlo era così arrogante, anche se dentro di me una vocina mi dicesse che è un ragazzo dolce e simpatico, scossi la testa per scacciare via quei pensieri e d’un tratto ci ritrovammo in un altro luogo.
Eravamo in piedi vicino al mare, la spiaggia era sabbiosa e l' acqua calma illuminata dalla tenue luce della mezza luna, più in la scorsi una panchina vicino ad un palo. Mi sedetti ed ammirai il paesaggio il ragazzo si sedette accanto a me, sbuffo ed iniziò a parlare col suo solito tono arrogante– Ti facevo più un tipo da montagna.-  anche se questo tizio mi dava sui nervi aveva ragione, infatti non amo il caldo e non mi piace uscire d' estate, ameno che non sia in montagnina dai nonni ad accarezzare un gatto vicino al portone, per fare una torta nella cucina in giardino oppure starmene sotto il salice piangente a leggere un libro. A questi miei pensieri il paesaggio cambiò di nuovo, eravamo seduti  sul lettino a dondolo sotto il salice, il sole splendeva ,ma non faceva caldo, davanti a noi c'era un tavolino in legno e sopra di esso il mio libro preferito, eravamo circondati da fiori di ogni tipo a partire dalle rose gialle a quelle rosse e rosa per finire con la rosa nera che abbiamo seminato io e la nonna per il mio decimo compleanno. Sorrisi consapevole di essere nel luogo più bello del pianeta, “che cosa ci potrebbe essere di meglio?” mi chiedo, il ragazzo era seduto proprio accanto a me e di tanto in tanto faceva dondolare il lettino, -Ecco ora si che si ragiona.- disse felice come un bambino a natale, sorrisi pensando che non era poi così difficile trovare la sua parte dolce.                                               -Venivi qui vero?- gli chiesi dopo un po' di tempo passato ad ammirare quel paesaggio -Sì.- rispose sdraiandosi sul lettino e appoggiando la sua testa sulle mie gambe io arrosi, non ero abituata a dichiarazioni di affetto di questo genere, -Ci conoscevamo?- chiesi troppo curiosa per aspettare il mio risveglio -Sì.- rispose  nuovamente mentre iniziavo a giocare con una ciocca dei suoi capelli, non sembrava dargli fastidio visto che mi sorrise, ma quel sorriso si spense quando fece una domanda – Veramente non ti ricordi?- mi chiese ed io scossi la testa dispiaciuta, - Cosa è successo di preciso?- domandai -Lo scoprirai…- mi disse con aria misteriosa per poi tornare a sorridere -Odio quando fai il misterioso-dico sbuffando  e mettendo un finto broncio – Credimi lo so.- mi dice alzandosi in piedi – È ora di andare.- mi disse in un sussurro avvicinandosi per accarezzarmi la guancia, facendomi arrossire -Ci rivedremo presto?- gli chiedo -Prestissimo.- afferma sorridendo, per poi voltarsi e scomparire dalla mia vista. -È ora di scendere!- mi dice la voce di Tom, mentre col braccio mi incita ad alzarmi dalla sua spalla. “È arrivato il momento” pensai non sapendo cosa mi aspettava.



A.A. 
Chiedo umilmente scusa per il ritardo ma vedrò di farmi perdonare. Cosa ne pensate  del capitolo? Ovviamente vi invito a recensire. Ringrazio Aenres per avermi dato dei consigli che ho seguito quindi vi invito a rileggere i capitoli precedenti e farmi sapere.

AMELIA E ALLISON ROBINSON

SAM  BROOKES

   
 
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