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Autore: biatris    26/10/2016    1 recensioni
Sam si guardò intorno e sperò ancora una volta che arrivassero a salvarla il prima possibile. L'avevano lasciata sola per gran parte del tempo. Ogni tanto una donna del villaggio passava a portarle del cibo e dell'acqua e le chiedeva se andava tutto bene. Lei rispondeva sempre di sì. Cos'altro avrebbe dovuto dire? Era prigioniera su un altro pianeta solo in quanto donna e aspettava che qualcuno venisse a recuperarla spacciandosi per il suo compagno. E quel qualcuno sarebbe probabilmente stato il suo ufficiale superiore.
Ma lei stava bene, si disse. Era quello che si diceva sempre in fondo, pensò. Ne sarebbe uscita viva in qualche modo.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sam si ritrovò ad urlare senza nemmeno accorgersene. Vide la scena come al rallentatore. Vide Jack cadere e l’altro uomo raggiungere la vetta. Vide gli uomini del villaggio avvicinarsi al colonnello e cercare di soccorrerlo. Non ci sarebbero riusciti, pensò Sam, erano un popolo troppo primitivo dal punto di vista medico. Se Jack non fosse stato soccorso subito sarebbe morto, si disse. Fece per fiondarsi su di lui, ma si sentì trattenere da due forti braccia. Era Teal’c. Cercò inutilmente di liberarsi.
“Teal’c lasciami! Devo andare da lui! Morirà!” urlò.
Teal’c non la lasciò.
“Maggiore Carter, io non la posso lasciare. In queste condizioni non so cosa potrebbe fare” disse, riflessivo come sempre.
Sam continuò a cercare di liberarsi per un po’, poi si arrese. In quel momento tutte le emozioni vennero a galla con un pianto a dirotto.
Si sentiva in colpa. Se erano finiti in quella situazione era solo colpa sua. E ora cosa avrebbero potuto fare?
 
Daniel intanto aveva seguito gli uomini del villaggio in una capanna dove avevano portato Jack, che al momento stava sdraiato incosciente sopra un letto di paglia.
Alcuni uomini stavano pulendo le sue ferite tra cui, Daniel se ne stupì, l’uomo che lo aveva sfidato. Il dottore si avvicinò.
“Ci dispiace per il suo amico” disse il capovillaggio.
Daniel annuì. Non aveva la forza di parlare.
“Solitamente le trattative non portano mai feriti o morti. Sono anni che non abbiamo altro che morti naturali nel villaggio” spiegò l’uomo ancora.
Daniel sospirò. Sperava che non ne avrebbero avuti nemmeno questa volta.
“Ora cosa succederà?” chiese lo scienziato quando ritrovò la forza di parlare.
L’uomo più anziano scosse la testa.
“Teoricamente il vostro amico ha perso la sfida. La donna ora è di proprietà di Caam. Sta a lui decidere cosa farne.”
Daniel annuì. Non poteva credere di perdere in un solo colpo Sam e Jack.
“E se prendessi io il posto di Jack?” chiese poi.
L’altro uomo scosse la testa.
“Temo non sia possibile” spiegò “L’unico uomo che può rivendicare il possesso di una donna è il suo legittimo sposo”
Daniel annuì. Immaginava una cosa simile, ma ci aveva sperato lo stesso.
“A Sam è permesso entrare qui?” chiese poi.
Il capovillaggio scosse le spalle.
“Questo dipende da cosa deciderà Caam” disse.
 
Sam si asciugò le lacrime che le rigavano le guance senza però riuscire a smettere di singhiozzare. Per tutto il tempo Teal’c le era stato vicino.
Si guardò intorno e solo allora si rese conto dell’uomo che si trovava accanto a loro.
“Mi scusi” disse.
L’altro la fissò.
“Non devi scusarti” disse poi “Io sono Caam.”
Solo allora Sam lo riconobbe. Era l’uomo che aveva rivendicato il suo possesso. Il suo nuovo marito, si disse.
“Samantha” disse lei “Ma credo tu lo sappia già”
L’altro annuì.
“Mi spiace per quello che è successo al tuo…” l’uomo si interruppe “al vostro uomo. Non era mia intenzione”
Sam annuì.
“Io non sarò mai tua” disse decisa.
L’altro uomo la fissò, sospirò, annuì.
“Capisco” disse.
“Posso vederlo?” chiese allora Sam.
L’altro uomo acconsentì e la accompagnò nella capanna dove stavano curando Jack.
Sam lo fissò. Sembrava così indifeso su quel letto. Sperò che si riprendesse il prima possibile. il suo cervello non riusciva nemmeno a concepire un mondo senza di lui.
Si avvicinò.
Come se lui avesse percepito la sua presenza lo vide aprire gli occhi.
“Sam” disse a voce così bassa che pensò di esserselo immaginato.
La donna, con le lacrime agli occhi, cercò di sorridere.
“Come sta?” chiese.
Jack la fissò.
“Fa male” disse solo.
Sam deglutì.
“Dove?” chiese.
“Tutto” rispose lui “Mi spiace”
Sam si asciugò velocemente una lacrima che le colò sulla guancia.
“È colpa mia” disse.
Jack la fissò.
“No” la contraddì “Tu non potevi farci nulla.”
Sam scosse la testa.
“Io avrei dovuto…”
“Sam” la richiamò lui.
Lei lo fissò.
“Non ti avrei lasciato a quell’uomo per nulla al mondo. Tu meritavi questo e molto di più”
Il maggiore si asciugò ancora una volta le lacrime.
“Jack, io…” si bloccò. Avrebbe voluto dire tantissime cose, ma non ci riuscì.
“Sono stanco” disse l’uomo.
Sam annuì.
“Dormi” disse piano.
Fece per uscire. Poi si voltò e tornò verso di lui. Gli sfiorò una guancia, la più sana delle due, con una mano. Si fissarono.
“Ne usciremo anche questa volta” disse lei.
Jack annuì
“Lo so. Non è da te arrenderti, mai.” Disse.
 Poi chiuse gli occhi.
  
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