Videogiochi > Mario Bros
Segui la storia  |       
Autore: Mirajade_    27/10/2016    1 recensioni
[AU / OOC / CROSSOVER]
Siamo nel 1862.
Daisy, giovane ragazza diciassettenne ed ex-principessa del Regno di Sarasaland, decide di fuggire dalla vita agiata da nobile per avventurarsi in una vita fatta di libertà e sopravvivenza.
Decisa a scappare dal suo paese per raggiungere altri mondi e non rivedere mai più l'uomo che ha additato come "traditore", è "costretta" a salpare su una nave pirata dove incontrerà compagni d'avventura dalle mille sfaccettature e con cui creare un legame solido di amicizia, fratellanza ma anche di amore.
Riuscirà a intraprendere un viaggio insieme alla ciurma della Power Up?
Basta leggere per scoprirlo.
***
Pairing: Daisy X Luigi ; Mario x Peach ; Sonic x Amy ; Zelda x Link... e molti altri.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daisy, Luigi, Mario, Peach, Rosalinda
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"If you face the fear that keeps you frozen
Chase the sky into the ocean
That's when something wild calls you home"

Quando si era immaginata una nave pirata aveva optato per molte opzioni, infinite forse, ma nessuna centrava nel segno quelle mille idee e descrizioni immaginarie che erano passate per la testa di Daisy. Le notti a rimuginare su come potessero essere bruti e rozzi i pirati, su come non l’avrebbero vista di buon occhio perché era una nobile erano svanite in nuvole di fumo.
La Power Up poteva definirsi qualunque cosa, ma non una nave pirata secondo l’ex-principessa. Quando Toad le aveva offerto di aiutarlo a comperare del “materiale” per la ciurma aveva risposto di sì, anche se titubante, ricevendo come promessa la sua presentazione al capitano ma non si aspettava di certo di finire in un covo di fumatori d’oppio o di venir rincorsa da uomini infuriati. E così, tra corse sfrenate e insulti al pirata e mozzo Toad, il sole era sorto più splendente che mai e l’arrivo sulla nave pirata si era fatto imminente.
Superata l’asse, e dopo aver saggiato con le suole degli stivali le assi scricchiolanti della nave, si era ritrovata miriadi d’occhi impiantati sulla propria figura incappucciata, ma nessuno di quegl’occhi erano quelli dell’uomo che cercava.
-Il capitano starà dormendo- sghignazzò Toad accanto a lei con in mano il sacchettino, o meglio il bottino, che avevano ottenuto dopo ore intere di fuga –Ma, sei vuoi, puoi parlare con il vice- iniziò a camminare verso quelle che sembrava essere la stanza della cabine o delle stanze in generale, seguito da Daisy che con passo silenzioso guardava con disinteresse il legno ai suoi piedi pur di non alzare lo sguardo per ritrovarsi davanti chissà quali uomini depravati e rozzi.
Dopo aver superato un labirinto di corridoi in sacro silenzio, Toad le aveva intimato di stare fuori una porta dalla maniglia dorata finché non l’avesse chiamata e fu lì, nel corridoio silenzioso, che Daisy lo vide. Il ladro che l’aveva derubata, intento a sistemarsi alla ben e meglio i pantaloni, sbadigliando come un felino.
-Ehi tu!- lo richiamò. Luigi alzò lo sguardo di ghiaccio per posarlo sulla sua figura, l’espressione d’incomprensione albergava sul volto stanco – Ridammi la  mia collana!- mostrò il palmo della mano, fulminandolo con uno sguardo carico di puro odio.
-Cosa ci fai tu qui?!- chiese con un ottava in più nella voce il ragazzo, guardandole come fosse una sirena venuta a divorargli l’intestino.
-Non sono affari tuoi! Rivoglio la collana- digrignò i denti la rossa – Non farmi arrivare alle mani, bastardo- si sentiva strana a usare certi termini “deplorevoli”, come avrebbe detto la sua tutrice, di tanto in tanto le capitava di imprecare mentalmente ma erano eventi occasionali ed ora che si trovava su una nave pirata sapeva che ogni termine offensivo o volgare poteva tranquillamente essere usato.
Luigi emise un verso divertito –La principessa mostra gli artigli- quasi sussultò Daisy a quel “principessa” anche se notava dal tono scherzoso del ragazzo che quel “principessa” era un modo per deriderla a modo suo.
Il sangue iniziò ad affluirle verso le guance, la rossa si sentiva in fiamme. Forse era stata troppo sfacciata?
-Potrei chiamare il tuo capitano e denunciare a lui il furto della mia collana- provò a farlo destabilizzare con quella misera minaccia ma il ragazzo non si scompose, rimase a guardarla con le braccia incrociate e lo sguardo di chi stava assistendo al gioco di un gattino intento ad acchiappare un gomitolo di lana.
Daisy non sopportava di essere guardata in quel modo, lo stesso sguardo che spesso aveva riservato lei al suo piccolo cuginetto Francois quando le diceva che “sarebbe diventato uno dei più grandi re di tutto il mondo”, quelli sguardi che dicevano “Ma che carino”.
-Sei divertente, non avevo mai…-
Quando Daisy si accorse di aver sferrato un pugno al viso del pirata le si gelò in sangue nelle vene, era stato un riflesso istintivo e se aveva pensato di mollarglielo per l’ineducazione e per la testardaggine adesso se ne pentiva.
-O mon dieu! Scusami, veramente, non so cosa mi sia preso…- provò a scusarsi ritraendo il pugno come se si fosse scottata, aspettando una reazione di Luigi che con espressione sbalordita si massaggiava il naso colpito. Si era leggermente smosso e quando Daisy pensò che le avrebbe sferrato un pugno a solo scopo vendicativo si ritrovò invasa dalla risata limpida e melodiosa del pirata.
-Non sei adirato?- chiese la rossa con un alzata di sopracciglio. Il loro primo incontro non era stato dei migliori, e lei lo ricordava come un ragazzo abbastanza permaloso e dalla rabbia facile.
-Si- attimo di silenzio –Sei proprio divertente…- continuò Luigi, smettendo di massaggiarsi il dolente naso e rivolgendogli un sorriso a trentadue denti. “Che lunatico” pensò la rossa –Potrei ridarti la collana, ma non ne ricaverei nulla- sogghignò.
-Cosa intendi?-
-Ah… non saprei- il pirata iniziò ad avvicinarsi, con andamento lento e rilassato. Daisy sussultò quando si ritrovò la mano fredda di quest’ultimo poggiata sul suo fianco –Potremmo…-
-Daisy- l’interessata si scostò velocemente, voltandosi verso un Toad dallo sguardo stranito, la porta socchiuse dietro di lui lasciava intravedere una poltrona di una certa eleganza – Puoi entrare, il vice può riceverti-
L’ex-principessa annuì smarrita cercando di togliersi di dosso la sensazione di fresco che le aveva lasciato addosso la mano del pirata, entrò nella stanza del vice e richiuse la porta scambiando un ultimo sguardo con il mozzo.
La stanza che le si presentò davanti rasentava l’eleganza tipica della villa in cui era vissuta: carta da parati dai disegni semplici ma raffinati, mobilio lindo con sopra lanterne di una certa epoca e statuette in porcellana, e una libreria modesta riempita d’enormi tomi. Tra la poltrona di velluto verdastro, che aveva intravisto precedentemente, e una scrivania coperta di fogli accompagnati da penna e calamaio, c’era una donna, anzi, una ragazza che poteva avere, si e no, la sua età.
Una figura girata di spalle, dai lunghi capelli biondi vestita di un abito color pesco che le lasciava scoperte le spalle. Quando ella si girò, Daisy si trovò faccia a faccia con un paio d’occhi color zaffiro e un sorriso genuino sulle labbra.
-Prego, accomodati- sorrise la ragazza indicando la poltrona di velluto e prendendo posto dietro la scrivania – E’ un piacere vedere qualcuno di nuovo di tanto in tanto- Daisy obbedì, ritrovandosi stranamente calma dinanzi a quella sconosciuta dai lineamenti familiari – Vice capitano Peach Evans- sorrise quest’ultima porgendogli una mano guantata –Toad mi ha detto della tua, ehm… fretta nel voler parlare col capitano-
La mano di Peach era calda, constatò Daisy, dopo averla stretta –Sì, volevo porgergli una proposta, posso…-
-Oh certo!- sorrise allegra Peach –Solitamente sono io che mi occupo degl’affari mattutini, mio marito non è un mattiniero- continuò leggermente imbarazzata facendo rimanere di pietra la rossa: quella ragazza poteva avere la sua età ed era già sposata e guardandola ancora più attentamente riuscì a notare il ventre leggermente pronunciato, tipico di chi aveva intrapreso da poco tempo una gravidanza.
-Il mio nome è Daisy , è la mia è una semplice richiesta di un passaggio fino al Mushroom Kingdom, niente di più- spiegò riassuntiva. Peach, però, non sembrò soddisfatta, voleva altre risposte –Come mai necessiti di questo transito?- chiese in tono elegante, incrociando le mani sul grembo.
-Scappo da una persona- rispose sincera la rossa, aspettandosi un’espressione di puro shock da parte della ragazza. Quest’ultima si limitò ad annuire come se non fosse la prima volta che sentiva certe ragioni –Posso fidarmi del fatto che tu non sia una spia?- chiese –Sai non è la prima volta che tentano di acciuffarci, ecco perché non siamo molto propensi per passaggi o richieste per unirsi alla ciurma-
Daisy sapeva che l’unico modo per provare che non era una spia era provare che era qualcun altro, quello che era sempre stata. Sfilò via, dal marsupio, il diadema ricco di pietre preziose mostrandolo come fosse un trofeo – Sono, anzi ero, la principessa di Sarasaland… voglio fuggire da mio padre-
La vice rimase senza parole tastando con mano quel diadema prezioso e lanciando di tanto in tanto un’occhiata alla principessa in questione come a voler captare dall’espressioni facciali se stesse dicendo il vero –Vi prego di non fare parola della mia identità, capitano, se mai dovessimo affrontare questo breve viaggio insieme- continuò Daisy dopo un attimo di silenzio.
Peach le restituì il diadema con un sorriso convinto –Va bene- disse –Ma il viaggio sarà più lungo del previsto, stiamo lavorando nelle zone di Hyrule per la caccia alle sirene e il Mushroom Kingdom non è nei programmi per ora-
-Mi va bene lo stesso-
-Ricorda però che nessuno dovrà sapere della tua identità, neanche mio marito, non vogliamo altri problemi con i regni e soprattutto dovrai trovarti qualche faccenda da sbrigarti se vuoi viaggiare con la nostra ciurma. Allora? Sei ancora propensa a partire?-
La rosa sogghignò con aria di sfida: non la intimoriva qualche faccenda anche se, di certo, non entrava nelle sue più grandi abilità svolgerle –Accetto Capitano- disse fiera.
-Perfetto, sarai affidata a Toad da questo momento, ti insegnerà come muoverti nella nave e ti troverà qualche lavoro da eseguire- la bionda porse la mano guantata e, quando questa fu stretta dall’ex principessa, si liberò in un sorriso spontaneo.
Poi il silenzio calò nuovamente quando la ormai novellina era uscita fuori dalla stanza con regale silenzio, e Peach ritornò a fantasticare carezzandosi quel ventre rigonfio e caldo che sapeva di vita nuova.
***
 
-Per ora potresti pensare al ponte- sfoggiò un sorriso Toad porgendo secchio e spazzolone alla nuova arrivata. Daisy prese gli oggetti squadrando il mozzo come se fosse impazzito: quando pensava a “lavori” non si aspettava di pulire la nave né tantomeno si sarebbe aspettata di lavorare dopo subito la conoscenza della ciurma.
Dopo aver parlato con Peach aveva seguito Toad in una cabina che aveva scoperto essere la stanza delle brande, dove qualche pirata ancora dormiva o chiacchierava assonnato aspettando d’essere chiamato per svolgere qualche lavoro. Aveva scelto una branda all’angolo della stanza che, a giudicare dalla polvere, non era usata da molto, si era tolta il mantello e districata i capelli con le dita per poi ritrovarsi nel bel mezzo della nave a socializzare malamente con la ciurma.
Aveva riconosciuto la barista dalle trecce rosa, Toadette, che, a detta di Toad, faceva parte dell’equipaggio ma traeva informazioni dal lavoro alla taverna; aveva fatto la conoscenza del nostromo Yoshi, del timoniere Donkey Kong e del fratello minore di quest’ultimo, Diddy, di Pauline che da quel che aveva compreso non ricopriva un ruolo molto… ehm… elegante e del Professor Strambic, un rivoluzionario che stava lavorando a un congegno in grado di far scomparire la nave a piacimento… gli altri pirati si erano rivelati disinteressati a lei, o peggio, disgustati.
-Non c’è un lavoro più… divertente- si lamentò la rossa prendendo lo spazzolone e impugnandolo come fosse una spada –E soprattutto che sappia fare- continuò iniziando a strofinare l’oggetto sul legno della nave con goffaggine.
Toad sembrò pensarci –Potremmo provare alla vedetta, ma non ti assicuro nulla, solitamente a quella ci pensa Midna-
Dalla porta che dava alle stanze interne uscì un ragazzo dall’aria assonnata e i capelli corvini scomposti. Daisy l’avrebbe scambiato per Luigi se non avesse notato che quello che le si presentava davanti era più basso del pirata di sua conoscenza e portava con fierezza un paio di baffetti.
Si sistemò meglio il tricorno sulla testa e dirigendosi al timone annunciò –Si salpa!- Daisy capì che si trattava del capitano, rimanendo sconcertata nello scoprire che il capitano pirata severo e violento che si era immaginata era un ragazzo poco più grande di lei con sguardo serio ma assonnato.
-Sei impazzito!- la voce di Luigi rimbombò forte e stranita –Siamo arrivati ieri e vuoi già andartene?! Non abbiamo ancora raccolto abbastanza provviste e denaro- si avvicinò al capitano e la rossa poté notare la grande somiglianza che c’era tra i due, poche caratteristiche li distinguevano… “Sono sicuramente parenti” pensò la ragazza.
-Le sirene si stanno avvicinando ancora alle coste di Hyrule, è la nostra occasione per prenderle e ricavarci qualche soldo-
-E come pensi di raggiungere Hyrule in tempo? Le sirene avranno tutto il tempo di spassarsela e ritornare a far affondare navi- disse ovvio il pirata, chiudendo gli occhi e massaggiandosi il ponte del naso in un segno di stanchezza.
-No, se seguiamo la mia rotta- una ragazza intenta a stringere enormi e piccole cartine con righello e matita annessi si era fatta avanti, poggiando gli oggetti sul pavimento e srotolando un enorme cartina ingiallita -Non per nulla sono la cartografa di bordo- disse fiera indicando punti nel pezzo di carta con tanta fretta da impressionare l’ex principessa, impegnata a esaminare la ragazza dal caschetto rosa e gli occhi color smeraldo.
-L’ultima volta che abbiamo seguito una tua rotta, Amy, ci siamo ritrovati ad Angel Land, e non è stata una bella esperienza date le guerre civili- Amy si grattò la nuca imbarazzata, ricordandosi di come avesse letto la cartina al contrario – Questa volta ho segnato tutto perfettamente e so come leggere la cartina. Fidatevi.- sorrise –Prima finiamo questo lavoro, prima torniamo a Mobius, dal mio amato…- il capitano le tappò la bocca con una mano alzando gli occhi al cielo “Non ricominciare” sussurrò.
-Allora è deciso, suppongo- affermò Luigi –Questa caccia alle sirene ti sta dando alla testa Mario- continuò con espressione austera abbandonando il capitano vicino al timone per allontanarsi al più presto, quando si voltò verso Daisy, però, rallentò il passo cambiando direzione.
-Ancora in gita?- chiese ghignando alla ragazza squadrandola da capo a piedi, come per assicurarsi che sotto quel mantello c’era stata lei –Non dovresti vagare da qualche parte tipo, non saprei, uno di quei luoghi da ricconi…-
-Daisy fa parte della ciurma!- esclamò Toad interrompendolo e stringendo l’interessata per una spalla –Anche se provvisoriamente… non è una bella notizia?!-
Luigi rimase senza parola per secondi interi passando lo sguardo dalla rossa e dal mozzo come fosse un automa –Cosa?- chiese poi –Cosa intendi dire per “fa parte della ciurma”?-
Ci vollero una paio di minuti in cui Toad spiegò, paziente, la situazione al bel pirata che si era limitato in un ringhio furioso.
-Non capisco dove sia il problema- si intromise sfacciata Daisy con l’espressione di finta superiorità che spesso adottava quando poteva accidentalmente lasciar trapelare qualche debolezza: non le importava che fosse Luigi a scartarla, le importava che chiunque la scartasse a priori… anche suo padre usava quell’ atteggiamento quando Daisy si offriva di aiutarlo o sostituirlo nelle cariche politiche. Si era sempre sentita la principessa del nulla per quell’atteggiamento e adesso non lo era proprio.
-Ti sei vista?- alzò un sopracciglio Luigi –Non sei adatta a fare il pirata, anzi le donne non sono adatte a farlo. Già di loro sono viziate, stupide e deboli, non oso immaginare come potresti reagire tu che sei una nobile. Al primo strappo della camicetta finiresti in lacrime- incrociò le braccia al petto aspettando una reazione dalla principessa.
Un pugno nello stomaco sarebbe stato meno doloroso al posto di sentirsi dire in faccia che era una viziata, scansafatiche. Forse lo era un po’, scansafatiche, ma di certo non poteva definirsi viziata né tantomeno legata ai beni materiali, sarebbe vissuta tranquillamente anche senza i lussi della villa. Ma chi faceva parte della nobiltà era rinomato per l’essere schizzinoso, vanitoso e mentecatto e di certo Luigi non aveva pensato che lei potesse essere diversa. Perché avrebbe dovuto?
Non si mosse, prese un profondo respiro e con gesto rapido prese un coltello dalla cintura d’armi di Toad, si mosse lentamente ma decisa: stirò con la mano la gonna morbida dell’abito da nobile e la taglio proprio all’altezza delle ginocchia. Poco dopo si accorse di tutti gli sguardi dei membri della ciurma piantati su di lei, persino il capitano la scrutava con attenzione.
-Spero che questo ti provi che non tutte le donne o nobili sono uguali- sogghignò al pirata di fronte a lei, rimasto con occhi spalancati per il gesto appena compiuto.
-Tu!- si voltò verso il capitano, quest’ultimo sorrideva divertito –Sei una donna interessante, oserei dire, avvicinati- Daisy obbedii, sentendosi a disagio di fronte alla ciurma attenta a guardarla come se finalmente si fossero accorti della sua presenza. Tra tutti riuscì a scorgere un ragazzo dai capelli color sabbia e gli occhi blu oceano intento a guardarla come fosse un nemico.
-Saresti?- chiese il capitano.
-Daisy Dumond, capitano- rispose lesta, inventando sul momento un cognome che facesse capire le origini nobili, sperando di riuscire a ricordarlo. Non poteva ammettere di essere l’ex-principessa di Sarasaland della famiglia Flowerstool, Peach era stata molto severa su quel punto.
-Bene, Daisy, posso sapere perché ti trovi sulla mia nave senza il mio consenso?- la ragazza rimase a bocca asciutta: effettivamente il permesso non lo aveva ricevuto da lui bensì dalla moglie.
-Ehm…-
-Sono stata io, caro- moglie che, fortunatamente, era comparsa nel momento più adatto –So che non rientra nelle mie mansioni assumere potenziali pirati, ma la ragazza aveva chiesto un semplice passaggio per il Mushroom Kingdom e non ho saputo rifiutare- sorrise la bionda, camminando fiera verso il marito.
-Non siamo una nave di trasporto merci o un postale- sibilò Mario alla bionda, incrociando le braccia al petto come per dimostrare che era effettivamente adirato –Non voglio altra gente sulla mia nave-
-Vorresti contraddirmi?- sussurrò Peach iniziando ad accarezzare lentamente il braccio del capitano –Solo per questa volta- si scambiarono un occhiata, una di quelle che racchiudeva più di mille parole.
Potevano essere raffigurati in una tela: tutto di loro era perfetto, si accorse Daisy, il modo in cui il capitano guardava la propria donna era unico e sminuiva del tutto quella serietà che mostrava con i propri uomini. E Peach, con il volto leggermente sollevato per l’altezza del suo consorte, rasentava lo spirito bambinesco mai perso e l’amore più sano mai visto.
-Va bene, solo per questa volta- affermò, alla fine Mario, ricevendo un casto bacio sulla guancia e facendo sentire Daisy come un cucciolo trovato per strada – Ma te ne occuperai tu, non ho intenzione di prendermi le responsabilità di una mocciosa, e soprattutto arriverà al Mushroom Kingdom quando io avrò intenzione di ritornare in quel regno del cazzo- ok adesso Daisy riusciva a scorgere il lato rozzo da pirata nel capitano, ed era solo all’inizio.
Peach aveva annuito decisa prendendo poi per un polso l’ex-principessa  -Evitiamo di farti lavorare da sola per oggi- aveva sussurrato –Sbrigheremo delle faccende assieme. La ciurma non sembra molto felice di accoglierti- e scomparvero all’interno della nave tra occhiatacce e espressioni annoiate.
***
-Dovresti togliere tutto questo potere alla tua donna, soprattutto se fa certe stronzate-
Il capitano sbuffò afferrando il timone –Innalzare le vele!- urlò, ignorando il Quartiermastro e sistemando meglio la cintura delle armi.
-Far rimanere quella donna… una nobile, hai pensato che potesse essere una spia?- chiese il biondo con aria fintamente annoiata, appoggiato alla balaustra.
-Impossibile-
-E perché mai?-
Mario si voltò con sguardo divertito –Ma dico… l’hai vista, Link? È una donna, all’apparenza una vera idiota si farebbe scoprire immediatamente se fosse una spia- quando con un fischio capì che era il momento di guidare la nave, girò il timone.
-Il fatto che sia una donna non importa, voglio ricordarti che abbiamo ben cinque donne nella ciurma e una di queste è tua moglie- affermò glaciale Link
-Infatti non le manderei mai a spiare il nemico, a malapena sono sicuro che la barista faccia il suo lavoro in quel buco di taverna-
Il quartiermastro sbuffò – Hyrule è sotto assedio, non siamo gli unici che si stanno dirigendo là- cambio discorso –Potremmo incontrare altre navi-
-Allora ti consiglio di far preparare i cannoni, perché potrei prendermela con te se non sono pronti a dovere- sorrise perfido il capitano suscitando un ringhio di disgusto da parte del ragazzo.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mario Bros / Vai alla pagina dell'autore: Mirajade_