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Autore: Hanamimadness    03/11/2016    1 recensioni
Crossover Love Live X Undertale
La barriera finalmente è distrutta, e per riportare la pace tra la razza umana e quella dei mostri, viene organizzato uno scambio culturale, a cui nove studentesse dell'Accademia Otonokizaka decidono di prendere parte. Ecco come le nostre amate idol sono state accolte nel loro viaggio attraverso l'Underground. Enjoy :3
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Nonostante la discutibile scena appena avvenuta, durante il pranzo il silenzio imbarazzante si ruppe, e le tre idol presero a conversare allegramente con il robot e la scienziata.
“A-allora parteciperete al prossimo Love Live?” chiese Alphys con timidezza ma sinceramente curiosa.
“Certo!!! Per l'ultima competizione abbiamo avuto problemi, ma stavolta non ci fermerà nessuno! Il pubblico cadrà sotto il fascino del mio Nico-nii!!!” rispose entusiasta Nico gesticolando come suo solito.
“Non sarà facile, sarà un evento ancora più grande del precedente...” spiegò Kotori. “Ma ce la metteremo tutta!”
“Evviva! Non vedo l'ora di vedervi ballare!” esclamò felice la scienziata.
“MA DARLING, NON HAI BISOGNO DI ATTENDERE FINO AL LOVE LIVE!” si intromise Mettaton. “LE VEDRAI DANZARE MOOOOOOOLTO PRESTO, DIRETTAMENTE QUI NELL'UNDERGROUND!!!”
“Come?” chiesero le tre ragazze quasi in coro.
“VE L'HO DETTO, NO?!? DOVETE ASSOLUTAMENTE PARTECIPARE AL MIO SHOW!!! UN GRUPPO DI IDOL UMANE È QUALCOSA CHE IL PUBBLICO DEI MOSTRI NON HA MAI VISTO PRIMA, VI ADORERANNO SICURAMENTE!!”
“Ma allora dicevi sul serio!!! Sarebbe MIAgnifico!!!” esclamò Rin tutta contenta.
“Esibirci davanti al popolo dei mostri in uno show locale?! Sarebbe un modo perfetto per valorizzare ancora di più il nostro scambio culturale!” disse Kotori.
“E quanta popolarità ci porterebbe!” continuò Nico. “Saremmo in assoluto le prime idol ad esibirsi nell'Underground, diventeremmo famosissime! Dobbiamo assolutamente proporlo anche alle altre, sono certa che saranno eccitatissime anche loro!”
A quelle parole, Mettaton di colpo si alzò dal suo divanetto, ed esprimette tutta la sua gioia attraverso una posa drammatica.
“OH, DARLINGS!!! SONO DAVVERO ESTASIATO DAL VEDERVI ACCETTARE LA MIA PROPOSTA!!! VI ASSICURO CHE AVRETE UN PALCO FA-VO-LO-SO!!! E PER IL COMPARTO TECNICO AVRETE A DISPOSIZIONE IL MIGLIOR SOUND MIXER DI TUTTO L'UNDERGROUND!!!”
“Oh cielo, potrò vedervi ballare dal vivo!!! YAAAAAAA!!!” esclamò Alphys, lasciandosi sfuggire uno strillo da fangirl esaltata. “ODDIODDIODDIODDIODDIODDIODDIODDIO!!!! SIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!! POSSO VEDERE LE MUSE DAL VIVOOOOO!!!! KYAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!”
Di colpo prese a rotolarsi per terra dalla gioia continuando ad urlare come un'ossessa, alzandosi solo per iniziare a saltellare di gioia per tutto il laboratorio. Vedendola comportarsi così, le tre ragazze iniziarono a sentirsi leggermente a disagio.
“Alphys... Tutto bene?” chiese Kotori lievemente intimorita. La risposta della scienziata fu a dir poco disturbante.
“ODDIOVIVEDODALVIVOODDIOVIVEDODALVIVOODDIOVIVEDODALVIVOODDIOVIVEDODALVI...” prese a ripetere di continuo, come presa da un loop infinito.
“Ehm... inizio ad essere seriaMIAnte preoccupata...” sussurrò Rin alle compagne.
“Sì, decisamente.” sentenziò Nico osservando perplessa la scienziata.
“OH, NON TEMETE DARLINGS, NON È NIENTE, È SOLO IN FANGIRL-MODE! HA SOLO BISOGNO DI QUALCHE MINUTO PER RIPRENDERSI, MA È TUTTO NORMALE.” spiegò loro Mettaton con tono (per quanto gli fosse possibile con il suo vocione metallico) rassicurante. Inutile dire che non le rassicurò proprio per niente.
“Puoi dire quello che vuoi, ma questo è tutto tranne che normale.” Affermò Nico allibita, senza levare gli occhi dalla lucertola saltellante.
“Ma... Fa sempre così?” Chiese Kotori con tono flebile, quasi avesse paura di sentire la risposta.
“OH, A VOLTE È ANCHE PEGGIO. AVRESTE DOVUTO VEDERE COME HA REAGITO QUANDO HA SCOPERTO CHE A PARTECIPARE ALLO SCAMBIO CULTURALE SARESTE STATE PROPRIO VOI, E CHE VI AVREBBE OSPITATE IN CASA SUA. HA CONTINUATO A URLARE E SALTELLARE PER TRE GIORNI, SENZA PENSARE A DORMIRE, BERE O MANGIARE. PER NUTRIRLA ABBIAMO DOVUTO LAVORARE DI SQUADRA: IO LA ATTIRAVO, UNDYNE LA PLACCAVA E LA TENEVA FERMA E PAPYRUS LE INFILAVA GLI SPAGHETTI IN BOCCA. GRAZIE AL CIELO POI SI È RIPRESA, MA HA INSTAURATO IL RECORD MONDIALE DI FANGIRLISMO.” raccontò.
A quelle parole, Nico dapprima non disse nulla, limitandosi a fissare il robot con gli occhi sbarrati dallo sgomento. Dopo qualche secondo sembrò riprendersi, abbassò lo sguardo e poggiandosi una mano davanti al volto fece un respiro profondo, come per cercare di mantenere la calma e il contegno. Infine si rivolse nuovamente a MTT.
“Mettaton caro, per favore, vieni qui, accomodati pure...” disse lei facendogli gesto di sedersi.
“DIMMI, NICO DARLING!” rispose lui rimettendosi sul suo divanetto, ma avvicinando il viso a lei per poterla ascoltare.
“No caro, dimmi tu.” rispose lei sforzandosi di mantenere la pacatezza. “Ora che siamo qui, belli comodi, magari bevendoci qualcosa in compagnia, con tutta la calma e la giovialità del mondo, cortesemente ora tu mi spieghi SECONDO QUALE DIAVOLO DI CONCETTO DISTORTO CONCEPITO DA UNA MENTE MALATA QUESTA COSA SI POSSA ANCHE SOLO LONTANAMENTE DEFINIRE NORMALE!!!!” gridò improvvisamente, alzandosi di scatto e scoppiando di colpo come se le fossero appena esplosi dei popcorn nell'ano.
Nel vedere la loli moretta sbottare in quel modo, per la prima volta in vita sua Mettaton rimase a bocca aperta, del tutto incapace di rispondere. Per un minuto buono nel laboratorio calò un silenzio imbarazzante, disturbato solo dai gridolini di gioia di Alphys in sottofondo, che però andavano mano a mano a diminuire. A rompere nuovamente il ghiaccio fu Rin.
“S-signor MIAttaton, dobbiamo chiamare miss Undyne e il signor Papyrus?”
Il robot ci mise un attimo per rispondere, giusto il tempo di riprendersi da quel piccolo trauma.
“N-NO DARLING... NON CREDO SIA NECESSARIO. GUARDATE, SI STA CALMANDO.”
Poco dopo infatti Alphys si riprese del tutto, diventando di colpo rossa come un peperone nel realizzare quanto era appena accaduto.
“S-scusatemi... I-io, ecco... N-non volevo i-impazzire così...” balbettò.
“Ehm... Non fa nulla...” rispose Kotori con poca convinzione ma sforzandosi di sorridere.
“V-vedete, era da tanto che volevo vedervi, e ora non solo vi sto ospitando, ma potrò anche vedervi esibire dal vivo, e questo è d-davvero bellissimo... S-scusatemi. Davvero.”
“Non c'è problema, davvero, l'importante è che tu stia bene.” ribadì la giovane idol, stavolta più convinta e tranquilla.
“Grazie Kotori... I-il tuo sorriso è così confortante, si vede che sei una maid.” rispose a sua volta la scienziata, cercando di cambiare argomento per togliersi un po' dall'imbarazzo. Alla ragazza bastò uno sguardo per capirlo, e decise di assecondarla.
“Beh, in realtà non sono l'unica maid. Cioè, sono l'unica che lo ha fatto di professione, ma anche Umi e Honoka una volta hanno provato, e sono stati tutti felicemente stupiti nel vedere quanto fossero brave!” raccontò.
“A-ah sì, lo avevo sentito dire... Ma come hanno fatto a fare le maid in prova per un giorno? Me lo sono sempre chiesto!” domandò Alphys con una certa curiosità.
“Ho chiesto io al gestore del locale se poteva farci questo favore. Essendo abbastanza famosa attiro molti clienti, perciò sapevo che non me lo avrebbe negato, inoltre è una persona molto gentile!” spiegò Kotori.
Improvvisamente lo sguardo della scienziata si illuminò, come se di colpo le si fosse accesa una lampadina in testa, e un sorriso esaltato si dipinse sul suo volto da rettile.
“Oddio... Allora... Posso chiederti io un enorme favore?!” chiese riassumendo di colpo un tono da fangirl.
“Ehm... Certo, dimmi pure.” rispose la idol.
Alphys le si avvicinò, e con una certa timidezza le sussurrò qualcosa all'orecchio. Le altre ragazze e il robot cercarono di ascoltare, ma la voce flebile della scienziata impedì loro di capire cosa stesse dicendo.
“Si può fare?” chiese poi, stavolta a voce alta.
“Non saprei, dovrei chiedere... Ma d'altra parte non vedo perché no!” rispose Kotori sorridendo. “Ma sei sicura che sia d'accordo?
“Certo! Per me lo farebbe senz'altro!” disse Alphys, sempre più gasata per l'idea che le stava frullando in testa.
“Allora ok!” confermò la idol.
“SIIIII!!!! EVVIVA!!!! GRAZIE MILLE KOTORI!!!!” esclamò la lucertola antropomorfa, prima di ricominciare a saltellare e a gridare come una pazza. Stavolta Mettaton non restò con le mani in mano, e corse subito incontro alla sua creatrice cercando di calmarla.
Nel frattempo le altre due idol si avvicinarono curiose alla compagna.
“Santo cielo, si può sapere che le prende stavolta?! Cosa diamine ti ha chiesto?!” domandò Nico con tono estremamente scocciato.
“Beh... Dato che me l'ha chiesto in maniera confidenziale penso sia meglio non dirlo. Comunque lo scoprirete fra qualche giorno.” rispose Kotori. “Nel frattempo cerchiamo di non parlarne... Almeno le risparmiamo la fangirl-mode.”

Nel mentre, Eli, Umi e Maki stavano allegramente passeggiando per Waterfall. Le tre idol erano rimaste letteralmente incantate dal paesaggio che le circondava: il riflesso delle stelle artificiali sull'acqua formava dei magnifici giochi di luce, e il suono della cascata scrosciante contribuiva a creare un'atmosfera quasi magica, estremamente suggestiva. Passando attraverso alcuni suggestivi sentieri illuminati in mezzo al buio, avevano esplorato certe zone particolarmente belle, e nonostante un piccolo intoppo la prima volta che erano incappate negli Eco Flowers (dopo quanto era stato loro raccontato a proposito del fiore parlante, per un attimo si erano davvero spaventate e avevano anche chiamato aiuto, ma Undyne aveva spiegato loro la differenza tra questo e gli innocenti fiori dell'eco, non senza svariate minacce di riempire con le sue lance i loro più intimi orifizi se l'avessero nuovamente messa in allarme per niente), quel pomeriggio stava trascorrendo piuttosto tranquillo. Dopo un paio d'ore però Umi stava cominciando a sentirsi particolarmente spossata: la notte prima, sebbene fosse andata a letto presto, aveva dormito assai poco, poiché presa dall'agitazione al pensiero dell'importanza dello scambio culturale a cui stava per prendere parte; aveva sperato di riuscire a recuperare un paio d'ore di sonno sul pulmino, ma un po' per le chiacchiere, un po' per i dubbi amletici sull'identità sessuale di Frisk, non era riuscita nell'intento. Per lei, solitamente in grado di addormentarsi senza problemi, quello sbilanciamento negli orari del riposo si stava rivelando parecchio gravoso, e più di una volta aveva iniziato a sentire le palpebre calargli inesorabilmente.
“Umi, ti senti bene?” chiese Eli leggermente preoccupata.
“Sì... Ho solo molto sonno. Non sono abituata a dormire così poco...”
“Perché non lo hai detto subito?!” esclamò Undyne. “Non devi mica sentirti costretta a seguirci se non te la senti! Se sei stanca, torna pure a casa e fatti un sonnellino! Domani sarà una giornata piena di attività, dovrai essere bella carica, per cui riposati finché puoi!”
“Davvero? Sicura che non sia un problema?” chiese Umi cercando di trattenere uno sbadiglio.
“Certo! Ragazze, voi aspettatemi qui, accompagno la vostra amica a casa e torno subito!” disse Undyne rivolgendosi a Maki ed Eli.
“Grazie Undyne, ma non c'è bisogno che mi accompagni, ho memorizzato la strada che abbiamo fatto, posso tornare indietro da sola.” rispose Umi.
“Sicura? Se te la senti allora ok, ti lascio le chiavi per aprire.”
“Sicurissima! Resta pure con Eli e Maki!”
Dunque la donna-pesce affidò la chiave di casa alla giovane idol, che una volta salutate le compagne, iniziò a tornare sui propri passi. Dopo aver riattraversato i sentieri nella direzione opposta, una volta arrivata all'incrocio che ricordava girò a destra. Tuttavia dopo pochi passi si guardò attorno, e si rese conto di aver sbagliato qualcosa: davanti a lei, al posto del grosso edificio a forma di pesce, trovò due piccole casette una accanto all'altra, identiche nella forma, ma quella di destra era dipinta di un rosa fluo decisamente inusuale, quella di sinistra invece di un blu spento. Presa dalla confusione provò a bussare a una delle casette per provare a chiedere indicazioni, ma dalla casa rosa non ebbe risposta alcuna, e capì che doveva essere vuota. Tuttavia, quando fece per bussare alla porta della casetta blu, sentì una voce provenire da una stradina lì accanto.
“Cugino, sei tu?” domandò una vocina maschile molto flebile.
Umi si voltò, e vide avvicinarsi una figura piccina, formata unicamente da una sorta di lenzuolo bianco semitrasparente, con due occhioni che la fissavano, che fluttuava silenziosamente verso di lei. Capì subito che si trattava di un fantasma, ma diversamente da quanto si sarebbe mai aspettata, non era spaventata per niente. Questi quando la vide abbassò di colpo lo sguardo, preso da un'estrema timidezza.
“Oh... Non sei mio cugino... Scusami...” disse lui con aria mogia.
“Non fa niente, si figuri... Non sapevo che ci fossero anche i fantasmi qui nell'Underground! È la prima volta che ne vedo uno!” rispose lei sorridendo.
“Scusami... Ti ho spaventata?”
“Oh, no! Stia tranquillo, non fa affatto paura!”
“Ah... Quindi non sono spaventoso... Uffa...” rispose con tono deluso.
Nel sentirlo parlare in quel modo Umi si sentì a disagio, temendo di avere involontariamente ferito i suoi sentimenti.
“Oh cielo, mi perdoni! Non volevo offenderla! È la prima volta che parlo con un fantasma, non so bene cosa dire!” esclamò lei preoccupata.
“Scusami tu, non potevi saperlo... Sono io che sono inutile e non faccio paura a nessuno... Cioè, scusami, non è che volessi spaventarti, eh...”
“Beh... Ma se non lo voleva, allora è un bene che lei non sia riuscito a farmi paura, no?”
“In effetti hai ragione, sono uno stupido, scusami...”
“Ma no, non dica così! L'importante è che non mi sia spaventata, no?”
“Sì, è vero, scusami... Non voglio farti paura... Non hai paura di me, vero?”
“No, non ne ho!”
“Ecco, non faccio paura a nessuno... Scusami, sono un fantasma inutile...”
A quel punto Umi era fin troppo confusa: per quanto cercasse di consolare lo spettro, questi finiva solo per deprimersi ancora di più, e lei era decisamente troppo stanca per riuscire a ragionare razionalmente e capire come fare a migliorare la situazione. Tuttavia, prima che potesse trovare un modo di uscire da quella situazione, lui le si rivolse nuovamente.
“Scusami, ti sto facendo perdere tempo... Dimmi, perché mi cercavi?”
“Cercavo qualcuno a cui chiedere indicazioni, devo tornare a casa di Miss Undyne ma ho sbagliato strada.”
“Ah... Quindi non sei venuta qui per me... E io che mi illudevo, scusami...”
“Ehm... No, cioè... Avrei comunque bisogno di aiuto... Potrebbe cortesemente dirmi come arrivare a casa di Undyne?”
“Ah già, scusami... Devi tornare indietro e all'incrocio girare a destra nella strada dopo...”
“Ah, giusto! Ecco perché non capivo dov'ero sebbene avessi ripercorso la strada al contrario! Accidenti, si vede che sono stanca! Grazie mille Signor... Ehm... Fantasma?”
“Oh, che stupido, non mi sono ancora presentato, scusami... Mi chiamo Napstablook... Il piacere di certo è tutto tuo, io non so nemmeno cosa sia...”
“Ehm... Ecco, io sono Umi Sonoda, piacere... Allora vado, grazie mille ancora!”
“Oh, è vero, devi andare, scusami... Ti capisco, nessuno vorrebbe passare del tempo con me...”
Di colpo Umi si bloccò: era stanca morta, stava per addormentarsi da un momento all'altro, ma non poteva andarsene così, quel povero fantasmino depresso le faceva troppo pena.
“Beh, se le fa piacere posso restare qui per qualche minuto!” esclamò lei.
“Davvero?” chiese lui con tono quasi speranzoso. “Scusami, non voglio trattenerti se devi andare...”
“Ma no, mi fa piacere un po' di compagnia!” rispose la giovane idol, mentendo spudoratamente.
“Ah, allora vuoi restare! Non volevo mandarti via, scusami... Vieni in casa, ti offro qualcosa... Scusami per il disordine...”
Umi seguì Napstablook dentro la minuscola casetta blu: questa era composta di una sola stanza, a malapena arredata, senza nemmeno una seggiola su cui sedersi. Il fantasma aprì il suo frigorifero, e ne estrasse una sorta di panino trasparente tanto quanto lui, che offrì timidamente alla ragazza.
“Scusami se non posso farti accomodare, non ho mai usato delle sedie...”
“Non c'è problema, posso appoggiarmi a terra!” rispose lei cercando di apparire cordiale nonostante la noia e la stanchezza. Detto ciò si sedette sul pavimento, e ringraziandolo dell'offerta provò a dare un morso a quello strano panino-fantasma. Questo non aveva né sapore né consistenza, i suoi denti si limitarono a passarci attraverso, tuttavia avvertì ugualmente la sensazione di aver inghiottito qualcosa. Per qualche minuto le sembrò tutto normale, ma poco dopo iniziò a sentire la testa farsi stranamente leggera.
“Scusami se il pasto è scarso... Ti andrebbe di seguire una mia tradizione di famiglia? Dopo mangiato ci stendiamo a terra per un po' per sentirci come spazzatura.”
Umi non riuscì nemmeno a rispondergli, ma cadde a terra di colpo, iniziando ad avere strane visioni. Per qualche minuto ebbe la sensazione che la stanza attorno a lei fosse scomparsa, e che stesse in qualche modo galleggiando nello spazio infinito, ricco di stelle, galassie e pianeti, che vorticavano attorno a lei come se fosse il centro di un nuovo sistema solare. Poi improvvisamente il buio.
Quando finalmente riaprì gli occhi, si accorse di essere in un letto. Lentamente riuscì a distinguere tre figure attorno a lei, inizialmente sfocate, che poi si rivelarono essere nient'altro che Undyne, Eli e Maki. Capì così di essere in qualche modo arrivata nella stanza della donna-pesce.
“Come... Ci sono arrivata... Qui?” chiese confusa alle compagne.
“Un fantasma ha telefonato ad Undyne e siamo venute a prenderti.” rispose Eli per rassicurarla.
“Grazie mille per aver fatto compagnia a Napstablook!” esclamò Undyne entusiasta. “Povero diavolo, avresti dovuto vedere com'era felice! Era convinto che tu non volessi più andartene, ed era così contento di ciò da non accorgersi che in realtà eri solo crollata dal sonno! Alla fine mi ha telefonato a malincuore, dicendo che era giusto che tornassi qui anche se volevi restare con lui, e abbiamo preferito lasciarglielo credere! Hai fatto una cosa bellissima per quel ragazzo, sei stata grande!”
Completamente confusa e incredula, Umi non seppe cosa rispondere, si limitò semplicemente a ringraziare Undyne di averla riportata a casa. Per il resto della serata le sue compagne continuarono a chiacchierare allegramente con la donna-pesce, mentre lei rimase tutto il tempo pensierosa in disparte, continuando solo a chiedersi cosa diamine ci fosse in quel dannatissimo panino.

   
 
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