Alla mia gatta
mi sedevi in grembo,
gli occhi semichiusi,
il mondo in pugno.
Come un lembo di notte fuggente
sinusa e silente,
consolavi le tristezze,
raccoglievi i miei segreti.
Alla mia gatta
talmente dolce,
così audace
e così sfrontata,
tanto
con un occhiata
tutto ti si perdonava.
A mio padre che ti raccolse
raminga,
per una fredda strada,
incantatrice;
e per primo ti amò.
Sì poco ti meritavo
per partirtene?
Così com'eri venuta,
spirito libero,
via ritornasti
e più per me non eri.
AngoloAutrice
Buongiorno.... lo considererete banale forse, ma chi conosce questi bellissimi animali e li ama, mi capirà.
*Anwel*