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Autore: BebaTaylor    05/11/2016    1 recensioni
Lindsay, Ryan e tutti gli altri tornano, dopo Straight Trough my heart. Ma scordatevi le atmosfere divertente della storia precedente.
Perché le persone crescono, i rapporti cambiano e si evolvono, perché c'è sempre chi non capisce, chi pensa al successo e lo vuole anche a costo di distruggere la felicità degli altri, ignorando le tante lacrime versate.
Risate, lacrime — tante — e dolore. I nostri saranno in grado di superare tutto quanto?
Attenzione: nella seconda parte del settimo capitolo ci sono vaghissimi accenni di lime slash.

«Ryan!» strilla Lindsay quando, del tutto casualmente, le tocco il sedere.
«Che c'è?» domando, «Non ho fatto niente.»
Lei mi fissa e sbuffa, «Lo sai cosa hai fatto.» dice, «Mi hai toccato il culo.» sibila.
Le sorrido, «Non l'ho fatto apposta.» dico. Lindsay sbuffa e si volta, dandomi le spalle e fissando la fila di persone davanti a noi. Stiamo andando a New York, ed è inutile dire che Liam è felice di passare del tempo con Svetlana, poi andremo in Europa, per la promozione dell'album. Prima tappa: Dublino. Credo che mi sfonderò di Guinness.

La presentazione fa schifo, scusate. Giuro che la storia è molto meglio!!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'In a World Like this'
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We Start Over

Sei
It's A Christmas Time Again - Parte I -
*** You know that Santa's back in town ***



Oggi giriamo una delle due versioni del video del nuovo singolo. Non ho idea di come sarà, il regista ha la bocca cucita, so solo che vuole una roba un po' “sexy”. Speriamo che non sia troppo sexy, altrimenti... altrimenti niente, ecco. Potrei giusto saltare addosso a Ryan...
Esco dal bagno e mi blocco. Non può essere vero! «Ryan!» esclamo, «Cosa diavolo...» lo fisso, «Sei in mutande!» ansimo.
Lui sbuffa e si allaccia l'accappatoio blu scuro, «Lo so.» dice.
«Lo sai?» chiedo, «E vèstiti, no?» dico.
«Sono vestito.» replica lui annodando la cintura.
«Cosa?» chiedo stringendo la cinghia della mia borsa.
Ryan sospira, «È stato il regista a dirmi di vestirmi così.»
Cosa?
Cosa?
Cosa?
«Davvero?» chiedo e lui annuisce. «Oh.» commento e mi gratto il mento: questo non l'avevo previsto. Pensavo a qualcosa di sexy del tipo loro con la camicia aperta, sotto una cascata d'acqua... non loro — Ryan! — in mutande.
Svetlana! Farà una strage quando saprà del video. Quando lo vedrà.
«Siamo pronti.»
Smetto di guardare le piastrelle e alzo il viso, trovandomi davanti Liam. Ecco. Sono tutti in accappatoio. «Siete tutti in mutande?» chiedo.
Aaron annuisce, «Veramente è un costume.» mi corregge, «Però sì, siamo tutti vestiti più o meno così.»
Oh, mio Dio.
Dopo questo video ci saranno orde di fans che impazziranno ancora di più, che urleranno ancora di più, che scriveranno fanfiction sgrammaticate e senza un senso logico ancora di più... io non sono mica pronta!
Fortunatamente — o forse no — un'assistente viene a chiamarci e noi la seguiamo. Ovviamente Chris le guarda il culo, fasciato da una minigonna di jeans così corta che non andrebbe bene neppure come fascia per capelli.
Sembra quasi tutto normale mentre percorriamo i corridoi dello studio. È solo quando svoltiamo a sinistra, arrivando in un enorme spazio, che ricorda un po' un vecchio magazzino abbandonato, che mi accorgo che qualcosa non va. C'è un qualcosa che... che...
Cosa cazzo ci fanno lì cinque vasche idromassaggio?
E poi...
E quelle cinque stangone uscite direttamente da una sfilata di Victoria's Secrets? Cosa devono fare?
Con chi devono farla?
«Gesù.» sospira Chris.
«Svetlana mi ucciderà.» bisbiglia Liam.
Sento Ryan dietro di me, le sue dita che mi sfiorano la schiena. «E tu?» chiede.
«Mi verrà un infarto.» rispondo e lui, lo stronzo, ride.
Il regista appare, con una tazza di caffè in mano e il ciuffo appiccicato alla fronte, come se lo avesse leccato una mucca. «Siete tutti qui.» dice, «Adesso vi spiego cosa dovete fare.» aggiunge.
Mentre parla io vorrei solo gridare. E se corressi contro la parete più vicina e mi lanciassi di testa contro il muro? Non può essere. Non può avere detto una cosa del genere. No.

Questo cappuccino è buonissimo ma non mi aiuterà. No. Proprio no.
Fisso Ryan entrare in una delle vasche, quella tonda, insieme a una stangona bionda dalle tette enormi, coperta da uno striminzito bikini che starebbe stretto anche a un neonato di due giorni. Ryan ha una faccia che è tutto un programma, come se non volesse trovarsi lì con Miss Tette Enormi.
E vorrei vedere.
«Sii più rilassato.» sbraita il regista.
«Sì.» pigola Ryan mentre quella gli si avventa addosso. 
L'omicidio è ancora illegale, vero?
«Tranquilla.» soffia Aaron, «Andrà tutto bene.» dice, «È solo finzione.»
Bevo ancora e spero che il caffè si trasformi in vodka. La bionda si struscia su Ryan, gli bacia il viso, gli tocca i capelli...
Io l'ammazzo.
«Vai a quel paese.» dico e lui ridacchia.
La tipa vuole proprio morire: sta passando le dita fra i capelli di Ryan mentre gli bacia il collo e lui guarda in camera. 
Mi verrà un infarto, lo so.
Finalmente, dopo quasi venticinque minuti di tortura, Ryan esce da quella cazzo di piscina. Ora è il turno di Aaron, che indossa una camicia bianco perla totalmente sbottonata, oltre a un costume nero che mette in risalto tutto quanto... prevedo orde di ragazzine infoiate.
Il regista gli ordina di sedersi sul bordo della vasca quadrata e di “giocare” un po' con Camille, la stangona che gli è stata assegnata.
La ragazza si siede accanto ad Aaron, gli sfiora il torace, infila la mano nell'acqua e lo bagna mentre lui ride.
Melanie riderà un po' meno...
E le sta bene. È solo una scema. Voglio vedere come commenterà quando uscirà il video.

Ryan è seduto, avvolto nel suo accappatoio, nella sedia accanto alla mia, «Linds?» mi chiama, «Sei più rilassata?»
«Certo.» rispondo e fisso Jake entrare nella vasca idromassaggio. È l'ultimo, poi ci fermeremo per la pausa pranzo, poi continueremo nel pomeriggio, con i ragazzi e le ragazze in una piscina...
«E allora perché stai martoriando la tua borsa?»
Guardo Ryan, «Oh, vai al diavolo.» borbotto.
Lui ride e si sporge verso di me, «Gelosona.» soffia.
Sbuffo, «Senti chi parla.» borbotto.
«Non lo dirai a Svetlana, vero?» chiede Liam, seduto al mio fianco, si sporge verso di me e mi fissa, i capelli umidi che gli cadono sulla fronte.
«Liam... è un video, andrà su Youtube, sulle tv... lo vedrà.» gli ricordo.
Lui sbianca, «Merda.» dice e si mordicchia le unghie.
Gli sorrido e torno a guardare Jake, dentro a una vasca a forma esagonale. La modella che è con lui ha i capelli rossi e la faccia di una che tromberebbe con lui immediatamente, fregandosene se c'è altra gente.
Finalmente il regista dà lo stop, un'assistente passa un accappatoio alla ragazza che esce dalla piscina.
«Io rimango qui un minuto.» gracchia Jake.
«Perché?» chiedo, «È ora di pranzo, non vuoi mangiare?»
Jake avvampa e borbotta frasi incomprensibili, «Era lì con una bella ragazza che gli si strusciava contro...» mormora Ryan, «Indovina?»
Oh. Ah, ho capito. «Sì.» dico. Jake si è eccitato, okay. «E tu?» fisso Ryan.
«Io no.» risponde, «Avrei dovuto?»
Gli sorrido, «No.» rido. «Anche perché dopo te lo avrei tagliato...» butto lì fissandomi le mani mentre Ryan ride.
Jake alla fine esce, così si vanno tutti a vestire e possiamo andare a pranzo.
Forse non ucciderò nessuno.
La stangona che era con Ryan e che si è strusciata su di lui gli sfila accanto, gli sorride e gli tocca una spalla.
Forse non ucciderò nessuno, ma nessuno mi impedisce di spaccarle la testa.

***

«Come sta andando?»
Devo mentire alla mia migliore amica?
«Ammazzerò qualcuno.» rispondo.
Svetlana ride, «Oh, dai, non può essere così tragica!»
«Lo è.» replico fissando i ragazzi e le modelle che giocano in piscina. «Lo è.» ripeto.
«Veramente?» dice lei, «Devo prepararmi?» pigola. «Non è che qualcuna abbraccia il mio ciccino?» squittisce.
È peggio. Molto peggio, ma non posso mica dirglielo! Non posso dirle che il suo ragazzo è mollo in acqua con una tipa bellissima, magrissima, altissima, che si siede su di lui e lo sbaciucchia tutto!
Diciamo una mezza verità, va'. «Sì.» rispondo, «Lo abbraccia.»
«Oh.» fa lei, «Io l'ammazzo.» sbotta, «Io tiro i capelli di quella gallina cessa e spelacchiata!» sbraita.
«Su, calma.» le dico. «Dai, pensa che fra un paio di giorni ci rivediamo.» le ricordo.
«Cambiare argomento non mi farà cambiare idea.» ribatte lei, «Ma sì, pensiamo ad altro...» sospira.
E così passiamo a parlare di scarpe e borse, mentre gli altri sguazzano in piscina.

***

Finalmente!
Finalmente per oggi è finita. Domani è il secondo e ultimo giorno di riprese e i ragazzi suoneranno e canteranno e basta! Niente Angeli che si strusciano, niente stangone che sbattono le ciglia, niente omicidi!
Solo loro, i loro strumenti e le loro voci!
Stappiamo dello champagne!
«Cosa facciamo?» chiede Rachel, quella che finirà male se mai dovesse incontrare Svetlana.
«Andiamo a bere una birra!» trilla quella che finirà presto sottoterra se non smette di toccare i capelli di Ryan.
«Oh, sì!» trilla quella che ha girato le scene con Jake.
Io vorrei solo andare in hotel, ficcarmi nella vasca e dimenticare questa giornata mentre Ryan mi massaggia le spalle.
Alla fine decidiamo di andare tutti in un pub. La cosa che mi dà più fastidio è che non potrò urlare a quella di stare lontano da Ryan.

***

Il pub è strapieno ma entriamo subito, non appena il buttafuori riconosce Ryan e gli altri e dopo essersi fatto fare un autografo da tutti loro per sua figlia. Ci danno un privè e ci sediamo, le galline sedute attorno ai ragazzi e, Dio, se avrei voglia di spaccare qualche testa. 
«Whiskey irlandese con ghiaccio.» ordino e Ryan mi fissa, sorpreso dal super alcolico che ho ordinato. E pensare che il whiskey nemmeno mi piace!
Sono seduta fra la tizia che presto si troverà senza capelli se non la smette di provarci con Ryan, e Liam, che mi fissa come se avesse paura che Svetlana appaia all'improvviso, pronta a fare una strage.
«Va tutto bene.» mi dice lui, «Stai tranquilla.»
Lo fisso, «Vuoi botte?» chiedo. Non sono dell'umore giusto.
Liam mi sorride, «Non preoccuparti.» dice e si avvicina ancora di più, per fuggire alla stangona che cerca di circuirlo.
È poco dopo che ci hanno portato da bere che Ryan va in bagno, costringendo quella, me, Liam e l'altra stangona ad alzarci per farlo passare.
Qualche secondo dopo, mentre quella che vuole morire presto blatera su quanto sia figo Ryan, la mia borsa vibra. È un messaggio di Ryan.
Che dolce! C'è scritto: “Ti amo, tesorino bello.”
“Ti amo, pecorella.” rispondo.
«A chi scrivi?» domanda quella che è da questa mattina che ci prova con Ryan. Si chiama Pear Peach. Pera Pesca. Che nome idiota.
«A nessuno che t'interessi.» rispondo.
Pear mi osserva, arriccia le labbra e parla, parla, e parla ancora, principalmente di cose a cui nessuno frega niente.
Ryan ritorna e questa volta si siede fra me e la Macedonia. «Beato fra le donne.» esclama posando le braccia sulla spalliera del divanetto a ferro di cavallo.
Lindsay, calmati e resisti all'impulso di dargli un cazzotto. «Già.» mugugno e sorseggio il whiskey.
Lui mi fissa e mi sorride, «Non prendertela, Linds.» dice. Sbuffo e lo fisso, domandandomi in quanto tempo mi verrà un'ulcera.
Speriamo che questa serata finisca presto, altrimenti qualcuno — qualcuna — finisce male.
La Macedonia si attacca a Ryan come una cozza e ride, ride e ride ancora.
Chissà se lo farà ancora quando si ritroverà senza capelli, senza tette e senza denti.
Trangugio l'ultimo sorso e poso il bicchiere sul tavolo, anche se è ovvio che voglia posarlo da un'altra parte.
Non bastavano le fan che si attaccano ai coglioni, no, ci voleva pure Miss Macedonia a rompermi le palle.
«Tutto bene?»
Guardo Ryan, «Sì.» grugnisco e lui mi sorride.
«Bugiarda.» dice. Io lo ignoro e mi concentro su Liam, che fra un po' mi viene in braccio. «Lindsay, va tutto bene.» soffia nel mio orecchio.
Io lo fisso, «Okay.» dico, anche se è una palla: non può andare tutto bene quando quella gli si è attaccata come una cozza allo scoglio.
Ryan fa un mezzo sorriso e riprende in mano il boccale di birra, «Puoi spostarti?» chiede a Miss Macedonia, «Mi stai troppo addosso.»
La Macedonia fa una smorfia e si allontana di mezzo centimetro.
Sbuffo. Sarà una lunga serata. 

*-*-*

«Linds?» chiamo, «Tesorino bello?»
«Non chiamarmi così.» sbotta lei mentre si spoglia, «Lo sai che non mi piace!»
«Sei arrabbiata?» domando, anche se è ovvio che sia arrabbiata! «Tesorino, non essere gelosa.» l'abbraccio da dietro, stringendola forte. Lei grugnisce un insulto, «Guarda che quella non mi interessa.»
«E vorrei vedere.» dice lei e si allontana, chiudendosi nel bagno della camera dell'hotel dove all'alloggiamo in questi giorni.
Non è colpa mia se quella mi stava attaccata!
«Linds... e dai, lo sai che non è colpa mia.» sospiro quando lei torna nella stanza.
«Potevi evitare che ti stesse incollata addosso.» replica a solleva il lenzuolo. «Ho sonno.» dice.
«E che cosa dovevo fare?» sospiro, «Darle un cazzotto?»
«Sì.»
Inspiro e mi sdraio anche io, solo che Linds mi dà le spalle, «Scusami, tesorino.» soffio toccandole i capelli, «Amo solo te.» mormoro e le tocco le spalle, ma lei s'irrigidisce.
«Ho sonno.» ripete, «Buona notte.»
È arrabbiata e non ho fatto niente.
E forse è questo il punto: non ho fatto niente. «Ti amo.» dico e spengo la luce, «Buona notte.» soffio e le fisso le spalle, anche se è buio e c'è solo una minuscola luce verde sopra la porta.
Inspiro a fondo e chiudo gli occhi. Prima dormo, prima mi sveglio e posso chiederle scusa per non aver fatto un cazzo.

***

Sento un qualcosa premere contro la mia schiena e apro gli occhi. È Linds che mi abbraccia da dietro. Le prendo la mano e la stringo, sentendo i suoi capelli sfiorarmi le spalle. Sento il suo respiro caldo sulla pelle, il suo calore contro il mio corpo.
Controllo l'ora e vedo che sono le sei, fra un quarto d'ora dovremo alzarci. Mi rigiro e abbraccio Lindsay. «Buongiorno.» soffio.
Lei biascica qualcosa che suona come “Buon giorno” ma non ne sono sicuro, potrebbe anche avermi mandato a quel paese.
«Che ore sono?» domanda dopo qualche secondo.
«Le sei.»
Lei geme, «Di già?» dice, «Uffa.»
Le bacio la testa, «Oggi è tranquillo.» dico, «Rilassati.» soffio.
Lindsay sbadiglia e si accoccola contro di me, «Ho sonno.» pigola.
«Sei ancora arrabbiata per ieri?» chiedo toccandole i capelli.
«No.» risponde e io sorrido.
Non è più arrabbiata! «Ti amo.» esclamo e le bacio la testa.
«Anche io.» 
E niente, sono felice. 

*-*-*

Cosa cazzo ci fanno qui le cinque stangone?
Oggi non erano previste!
Dal modo in cui Miss Macedonia si butta su Ryan so che oggi è il giorno in cui la ucciderò.
O le farò lo sgambetto. O sostituirò il suo shampoo con della crema depilatoria.
Inspiro a fondo e mi impongo di calmarmi. Non posso fare una scenata alle otto e venti del mattino?
Quella ride, attaccata al collo di Ryan.
O sì?
«Non pensavo che ci foste anche voi, oggi.» esclamo dopo aver recuperato un cappuccino.
Miss Macedonia ride, «Oh, siamo venute qua solo per passare il tempo con i ragazzi...» risponde, «Vero, Ryan?»
Io la uccido.
Ryan si scosta, «Dobbiamo girare.» dice e fa un paio di passi indietro, mentre Liam mi si avvicina sempre di più.
«Già.» dice il tastierista.
La Macedonia ride, «Oh, ma avete tempo!» ride in modo così sguaiato da farmi quasi rimpiangere gli squit squit di Melanie.
«Devo chiamare mamma.» Liam prende il suo telefono e fugge lontano dalla stangona di cui mi sono già scordata il nome.
Guardo Ryan. «Devo andare a pisciare.» dice e si allontana, lasciandomi con le cinque stangone.
«Gli altri?» domanda Carole o Camille o come diavolo si chiami.
«Non lo so.» rispondo e mi volto, andando alla ricerca di un calmante.
«Come non lo sai?!» sbotta quella, «Io voglio vedere Chris!»
Non replico e mi allontano, sperando che quelle mi lascino in pace e mi facciano gustare il mio cappuccino, altrimenti se lo ritroveranno nelle mutande.
Sempre se le portano.
Mi allontano e arrivo al camerino dei ragazzi, busso. «Sono io.» dico, «Lindsay.» aggiungo, Jake apre la porta ed entro. «Che facce.» commento.
«Quelle sono matte!» squittisce Chris, «Una mi ha infilato la mano nei jeans e mi ha palpato il culo.»
Un uomo che si lamenta di una donna che gli tocca il culo!? «Eh?» commento.
«Mi ha detto di non averlo fatto apposta.» sospira Chris lasciandosi cadere sul divanetto.
«Ti ha infilato la mano nelle mutande e non lo ha fatto apposta?» chiedo sedendomi e Chris annuisce, «Che stronza.»
Ryan esce dal bagno e si siede accanto a me. «Sono matte.» sospira mentre Liam entra di corsa e si chiude la porta alle spalle.
«Sono possedute.» ansima.
E io dovrei stare calma?
Se posso dire a una fan di non attaccarsi come una cozza allo scoglio, posso pure dirlo a Miss Macedonia e le sue amiche.
O minacciarle con un rasoio elettrico.

***

Grazie.
Grazie perché questa tortura è, finalmente, finita.
Hanno finito di registrare!
Possiamo andarcene e non vedere mai più Miss Macedonia e le sue amiche.
«Possiamo andare a cena insieme.» propone quella. «Chissà quando ci rivedremo...» sospira, il faccino triste.
Te lo dico io: mai.
Mai, mai e ancora mai.
E se il concetto non è chiaro: non ci rivedremo mai più!
«No.» dice Carl, distogliendo lo sguardo dalla foto di suo figlio Mike. Ha tre mesi ed è un amore. «Domani dobbiamo partire presto.»
Miss Macedonia fa una smorfia, «Quindi non ci vediamo?» domanda avvicinandosi a Ryan.
Non l'ammazzo solo perché non la vedrò mai più.
«No.» ripete Carl e quella fa una smorfia offesa, come se lui l'avesse apostrofata in malo modo.
«Ma torniamo presto...» dice quella, «Anche se potrei tenerlo sveglio tutta la notte.» aggiunge con una risatina.
Faccio un passo in avanti, pronta per strapparle tutto lo strappabile quando qualcuno mi afferra la mano: è Chris.
«Lasciala perdere, è solo un'oca.» mormora.
Inspiro a fondo. Sì, Miss Macedonia è solo un'oca. Un'oca che presto si ritroverà spennata e con un limone nel culo.
«Ho detto no.» dice Carl. «Andiamo.» si rivolge a noi, «È stato un piacere.» aggiunge.
Appena salgo in auto mi rilasso immediatamente, faccio un sospiro di puro rilassamento, reclino la testa e chiudo gli occhi. Questa sera mi merito un massaggio. Me lo merito di sicuro.
E magari anche un anti acido.
«Stanca?» domanda Ryan sedendosi accanto a me.
«Esausta.» rispondo aprendo un occhio e guardandolo.
Lui ride e mi abbraccia mentre l'auto parte, «È finita.» dice e mi bacia la testa.
«Per fortuna.» sospira Chris, «Quelle sono delle pazze ninfomani.» squittisce.
«Quando Svetlana vedrà il video farà una strage.» commento.
«La ucciderà.» ride Ryan e mi fissa, «Bhe, avresti voluto fare anche tu la stessa cosa.»
«Non è vero.» replico.
Ryan inarca un sopracciglio, «Ah no?» dice, «Non dirmi che non vorresti picchiare Pear?»
«Miss Macedonia?» faccio, «No.» rispondo, «Vorrei solo tagliarla in minuscoli pezzi.»
Ryan e Chris ridono, «Miss Macedonia?» sghignazza il primo, «Bhe, con i nomi assurdi che si ritrova...» scrolla le spalle. 
Io non replico e mi rilasso mentre ci lasciamo alle spalle quelle cinque.

***

Entro nella vasca da bagno subito dopo Ryan e mi siedo fra le sue gambe, «Va meglio?» chiede lui mentre mi appoggio contro il suo petto.
«Sì.» sospiro chiudendo gli occhi. L'acqua quasi bollente mi sta rilassando i muscoli. «Molto meglio.»
Ryan mi abbraccia e mi bacia la testa, «Mi piaci quando sei gelosa e fai finta di non esserlo.» soffia.
«Stupido.» borbotto.
«Sei adorabile quando ti trattieni dal dare un cazzotto.» continua lui sfiorandomi le braccia con la punta delle dita, causandomi brividi di piacere. 
«Se vuoi il cazzotto lo do a te.» mormoro sistemandomi meglio e allungando le gambe.
Ryan ride, «Sei adorabile.» dice e mi bacia il viso.
«Massaggiami le spalle.» esclamo, «Per favore.» pigolo e mi sposto in avanti, abbraccio le ginocchia e mi rilasso ancora di più mentre Ryan mi massaggia le spalle. Dio, che goduria!
«Lo sai che non devi essere gelosa?» domanda Ryan dopo qualche attimo di silenzio.
«Lo so.» rispondo, «Di te mi fido, non mi fido delle altre che allungano troppo le mani.» sospiro.
Ryan ride contro la mia spalla, «Mi adorano.» dice e mi abbraccia di nuovo, sfiorandomi la pancia, salendo piano piano, arrivando fino al seno, «Vuoi rilassarti in un altro modo?» soffia contro la mia guancia.
E me le chiede pure?
«Sì.» rispondo spostandoli le mani dovo voglio che mi tocchi.

***

New York, con le luci natalizie tutte colorate, gli alberelli di natale, i festoni, le ghirlande, le vetrine addobbate... è semplicemente meravigliosa.
Siamo qui per un paio di interviste e un servizio fotografico.
Inutile dire che Liam è al settimo cielo perché passerà un po' di tempo con Svetlana.
E rompe i coglioni come se non ci fosse un domani.
«Oh, non vedo l'ora di rivederla.» sospira Liam per la millesima volta da quando siamo saliti sull'aereo.
«Smettila altrimenti ti butto giù dall'auto.» sibilo.
Lui fa una smorfia, un altro sospiro e mi ignora ma smette di parlare.
«Ci stiamo mettendo troppo.»
No.
«Non arriveremo mai.» Liam continua a lamentarsi.
«Ci sono venti centimetri di neve.» gli ricordo, «È normale che il traffico s'intasi ancora di più.»
Ryan sbadiglia, «Sei capriccioso.» dice e Liam sbuffa. «Tanto la vedi alle tre e mezza e sono appena le...» guarda l'orologio, «Le due.» dice, «Manca poco.»
«Sempre troppo.» grugnisce l'altro e io vorrei solo arrivare in albergo, invece continuo a fissare fuori dal finestrino, guardando la neve che continua a scendere, posandosi sulla strada, sui tetti degli edifici e sulle auto. È quasi fiabesco.
Anche se il nostro aereo doveva partire poco dopo mezzanotte e invece siamo partiti alle due... per poi fare scalo a Richmond. A quest'ora dovevamo essere qui da un pezzo.
Stupida neve.
Però è bellissimo! È tutto così bianco, così bello, così ovattato...
Potremmo andare alla pista di pattinaggio al Rockefeller Center.
«Te lo scordi.»
«Cosa?» faccio guardando Ryan. Cos'è che devo scordarmi?
«Andare a pattinare.» risponde Liam. «Mi hai già incastrato con il cavallo, non lo farai con i pattini.»
Ah. Ho parlato a voce alta? Credevo di averlo solo pensato!
«A Svetlana piace pattinare sul ghiaccio...» butto lì guardandomi le unghie dipinte di un azzurro scuro.
Liam sbuffa e incrocia le braccia, «Se alla mia ciccina piace potrei fare un'eccezione.» dice.
Io sorrido, «E tu?» chiedo a Ryan.
«Vedremo.» sospiro.
È fatta! Andrò a pattinare.
«Dipende cosa dicono gli altri.»
Ah, già. Bisogna sentire cosa dicono Aaron, Jake e Chris.
Aaron direbbe di sì, gli piace provare cose nuove. Jake lo farebbe giusto per dimostrare che non cade anche da fermo e Chris... beh, lui lo farà, punto. 
Voglio filmarli, vederli cadere e postare il video, giusto per farmi due risate.
«Che non ti venga in mente di filmarmi mentre sbatto con il culo per terra!» esclama Ryan.
«Ma no!» dico, «Non lo farei mai.» lo fisso, sbattendo un po' le ciglia, «Non sono così stronza.» soffio.
Ryan mi guarda, «Sì che lo sei.» replica a bassa voce, «Lo so che non aspetti altro che cada per terra solo per ridere un po'.»
«Ma non è vero.» ribatto, «Non lo farei mai, giuro.» gli tocco il viso e lui continua a sorridere, come se non mi credesse... e fa bene.
Ryan ride, «Vedremo.» dice.
Io taccio e mi limito ad appoggiarmi a lui.

Sono le quattro e Svetlana è qui, così Liam smette di blaterare su quanto le sia mancata e su quanto voglia vederla... 
«Andiamo a pattinare?» domando prima che quei due si chiudano in camera.
Gli occhi di Svetlana s'illuminano, «Oh, sì!» esclama, gioiosa, «Andiamo, andiamo!» dice e batte le mani.
Ogni tanto mi spaventa, specialmente quando si comporta come se avesse ingoiato un intero pacchetto di zucchero.
«Pattinare?» squittisce Chris, «Dove?»
«Sul ghiaccio.» risponde Svetlana annuendo, «È bellissimo!»
Chris sbianca, «Cosa?» dice, «No!» esclama, «Io non so pattinare, cadrò, qualcuno mi passerà sulle mani con i pattini e le lame mi tranceranno le dita... come farò a suonare?»
pigola.
«Come sei catastrofico.» sbuffa Aaron, «Per me va bene.» sorride e Chris lo guarda male.
«Io mi attacco alla prima cosa che trovo.» sospira Jake.
«Per me va bene.» dice Liam, «Tutto, per la mia ciccina.» sorride come un idiota.
«Okay.» mormora Ryan.
«È fatta.» dico, «Andiamo?» faccio, «Tanto i pattini li noleggiamo là.»
«Cos'è, decide la maggioranza?» sbuffa Chris.
«Sì.» risponde Carl, «Ma non ci andrete.» dice e Chris esulta, «Perché ci sarà un sacco di gente e non avrete neppure il tempo di mettervi i pattini.»
«Uffa.» mi lamento.
«Però, se ci tenete tanto, potrei vedere se è possibile prenotare una pista tutta per noi per un paio d'ore.» propone Carl e lo bacerei, perché adesso ho davvero voglia di infilarmi i pattini ai piedi.
«Io non ci tengo!» esclama Chris.
«Sì che ci tieni.» dice Svetlana, «Solo che non lo sai.»
Chris incrocia le braccia e fa una smorfia, «Non ci tengo.» borbotta.
«Vedete il lato positivo:» s'intromette Aaron «se cadiamo lo sapremo solo noi.»
«Se qualcuno non ci filma e manda il video su Facebook.» dice Ryan e mi fissa.
«Non lo farò.» replico, «Giuro.» gli sorrido.
«Va bene.» acconsente Jake. «Ma adesso?» domanda, «Adesso cosa facciamo?»
Sorrido e guardo Svetlana. Sorride anche lei.
«Shopping.» diciamo in coro.

E shopping sia!
Giriamo per la città, passando fra i marciapiedi innevati, evitando le altre persone che vanno di fretta e imprecano perché rischiano di scivolare ogni due passi. Entriamo nell'ennesimo negozio, seguiti dalle proteste di Chris che ha freddo, sete e fame.
«Ho i piedi gelati.»
Ecco.
«Anche io.» gli fa eco Jake, «Ci fermiamo?» domanda.
«Okay.» rispondo.
«Perché se lo chiede lui va bene mentre io vengo ignorato?» si lamenta Chris.
«Perché tu fai i capricci.» ride Aaron.
Chris fa una smorfia, incrocia le braccia e sbuffa.
«Appena usciamo da qui giuro che andiamo in un bar, okay?» sospiro guardando i vestiti esposti.
«Ci conto.» grugnisce lui.
Venti minuti dopo entriamo nella prima caffetteria che incontriamo e ci accomodiamo in un tavolino in un angolo nascosto.
Quante cioccolate! Cioccolata al latte, fondente, al peperoncino, al cocco, all'amaretto, alla cannella, alla menta, alla nocciola, alle noci, all'arancia... non so cosa scegliere!
Osservo la lista, saltando da un nome all'altro, indecisa. «Proviamo...» mormoro, «Cioccolata all'amaretto con panna montata.» dico, «Con qualche biscottino.» aggiungo.
«Guarda che ingrassi.» esclama Ryan con la sua solita simpatia. E sì che dovrei esserci abituata.
«Io ingrasserò, ma qualcuno rischia di rimanere a stecchetto...» dico e sistemo il menu in mezzo al tavolo.
Ryan apre la bocca ma la richiude subito. «Linds.» squittisce, «È un ricatto.» sbuffa.
«Non è un ricatto.» ride Chris. «Tu la prendi per il culo e lei si vendica.» continua, «Lasciandoti a bocca asciutta!» ride ancora.
«Chris!» esclamo, «Piantala.» borbotto, «Non sei divertente.»
Lui ride, «Invece sì.»
«Guarda che anche te finisci a bocca asciutta.» dice Aaron posando il suo menu sopra al mio.
Chris apre la bocca, «Aaron!» squittisce.
«È la verità.» replica l'altro e Chris sbuffa.
«Come siete infantili.» sbotta Liam.
«Parla quello che rompe le palle da questa mattina.» mormoro.
Liam fa una smorfia offesa, «Volevo vedere la mia ciccina.» sibila.
«Oh, tesoro.» sospira Svetlana, estasiata.
«Qua con 'sti due ci cariamo tutti i denti.» borbotta Jake, «Ordiniamo?»
Ordiniamo.

***

Siamo in Central Park, che innevato è ancora più bello. È meraviglioso!
«Fa freddo!» si lamenta Chris, «Come hai fatto a resistere così tanto?» mi chiede, «Uffa.»
Alzo le spalle, «Abitudine.» rispondo guardandomi attorno, fissando la neve bianca che ricopre ogni cosa.
«Ma fa freddo.» si lamenta — di nuovo! — Chris.
«Piantala, altrimenti di butto nel primo cumulo di neve abbastanza grande da coprirti.» sibila Jake.
«Non lo faresti mai.» replica Chris.
«Oh, sì che lo farei.» annuisce Jake.
«No.»
«Sì.»
«No.»
«Non sfidarmi.»
«Oh, ma la piantate?» esclamo, «Se non la smettete vi butto nella prima fontana che trovo!» sbotto, «Chris, hai due sciarpe! Due!» dico, «Hai su un piumino adatto al Polo!» continuo, «Cosa vuoi di più, la coperta elettrica?!»
Lui annuisce e io mi trattengo dallo strangolarlo con entrambe le sciarpe. Sbuffo, mi volto e avanzo, ignorando le sue proteste.
È solo un po' di neve!
«Linds...» mi chiama Ryan, «Non potresti portarti le tue borse?» domanda.
«No.» rispondo girandomi e fissandolo, «Fallo tu,» sorrido «per favore.» chiedo e sistemo il cappello di lana sulla testa, «Per favore.» ripeto.
Ryan sospira e annuisce, «Come vuoi.» dice.
Io sorrido e gli passo accanto, gli sfioro la schiena e proseguo, avvicinandomi a Svetlana, «Dove andiamo?» le chiedo.
Lei alza le spalle, «Non so.» risponde.
«Al caldo!» esclama Chris.
«Meglio ascoltarlo, altrimenti continuerà a rompere le palle.» sospira Aaron.
«Sì!» esclama l'interessato. «Ho freddo!» piagnucola.
Decidiamo di dargli retta e ritorniamo verso l'albergo, attraversando il Central Park.
Entriamo in un altro paio di negozi, prendiamo un cappuccino e chiamo per far venire gli autisti, così torniamo in albergo e Chris smetterà di rompere.

La hall dell'hotel è semplicemente meravigliosa: una lunga ghirlanda addobba il bancone della reception, un enorme abete decorato troneggia al centro della stanza, mille lucine colorate che lo illuminano. Qua e là ci sono ghirlande, fiocchi rossi con campanelle dorate, lucine colorate, festoni oro e argento... adoro quest'atmosfera!
Tutto l'albergo è decorato: anche negli ascensori c'è una piccola ghirlanda fatta di rami di abete, pigne, fiocchi rossi e una campanella.
Ci infiliamo in due ascensori e saliamo al quarto piano, dove ci sono le nostre stanze.
Ryan mi passa i miei sacchetti — in totale sei — e va nella stanza che divide con Liam.
«Voglio trasferirmi.» esclama Svetlana mentre sistemo i miei acquisti in una delle due valigie.
Mi blocco, il sacchetto di Gucci in mano, «Cosa?» chiedo. Vuole trasferirsi?
«Sì.» risponde lei sedendosi sul mio letto. «Quando sono lontana da Liam mi manca così tanto...» mormora attorcigliandosi i capelli sulle dita. «Mi manca troppo.»
Lascio perdere i sacchetti e mi siedo accanto a lei, «Sei sicura?» chiedo, «Perché è una cosa... è grossa.»
Lei annuisce e sospira, «Sì.» dice e mi guarda, i grandi occhi blu velati da una tristezza che non posso capire, visto che passo ventitré ore su ventiquattro con Ryan. «Sto impazzendo lontano da lui.» dice, «Piango tutte le sere.» soffia.
«Oh, tesoro.» mormoro e l'abbraccio, «Se stai così male è giusto che ti trasferisca.» le dico accarezzandole la schiena, «Ne hai parlato con i tuoi?» chiedo.
Lei si scosta da me, «No.» pigola, gli occhi leggermente rossi, «Mi devi aiutare!» dice. «Per favore!»
Aiutarla? A dire ai suoi che vuole trasferirsi a Miami? A trovare un appartamento?
«Certo.» rispondo, anche se non so in cosa devo aiutarla, lei mi sorride e la porta si apre, Ryan avanza nella stanza.
«Ti prego, vai da Liam.» dice lui, «Mi sta rompendo i coglioni.» sbuffa.
Svetlana sorride ancora di più, «Il mio ciccino!» squittisce e se ne va, lasciandoci soli.
Ryan sospira e si siede accanto a me, «Non lo sopportavo più.» sbuffa, «Ogni tanto è veramente insopportabile.» borbotta e si sdraia sul letto con un sospiro.
Rido, «Lo conosci.» dico e mi sdraio accanto a lui, «Sai com'è fatto.» 
«Svetlana è qui!» ribatte lui, «Non può piangnucolare solo perché lei è nell'altra stanza.» dice e io gli sfioro la pancia, sollevandogli un lembo della maglia a maniche lunghe.
«Si amano.» replico, «Vogliono stare insieme il più possibile.» soffio toccandogli la pelle scoperta, scivolando con un dito attorno all'ombelico.
«Lo so.» replica lui toccandomi i capelli, «Ma rompe, lo hai visto prima!» sbotta, «E Svetlana quando arriva, cosa devono dirsi, e voglio stare con lei, e mi manca e se non taci ti do un cazzotto.»
Rido e mi stringo a lui, gli bacio il viso, sulla linea della mascella, «Dovresti esserti abituato.» soffio contro il suo collo.
Ryan mi stringe e mi ritrovo sopra di lui, «È una palla.» sbuffa e mi bacia, «Passiamo ad altro, okay?» mi bacia di nuovo, «Abbiamo un po' di tempo.» soffia sulle mie labbra.
Rido, «Tu dici?» chiedo.
«Oh, sì.» mi bacia il collo e infila le mani sotto al mio maglioncino. «Così ci scaldiamo un po'...»
Rido.
Fa davvero freddo. Meglio scaldarsi un po'...

***

«Non posso parlarci io!» esclamo, «Non posso dire io ai tuoi genitori che vuoi trasferirti!»
Svetlana si guarda le unghie, «Per favore.» pigola.
Sospiro, «Devi dirglielo tu.» le dico e le stringo le mani, «Io posso aiutarti a trovare casa, un lavoro... ma quello, quello devi farlo tu.»
Lei mi fissa, «Lo so.» dice, «Ma ho paura.» pigola, «E se si arrabbiassero?»
«Loro vogliono solo che tu sia felice.» sorrido, «Saranno solo un po' tristi perché sarai lontana.» dico e l'abbraccio.
«Sì, giusto.» sospira lei. «Allora aiutami a trovare lavoro!» dice.
«Certo.»
«Parlerai con quelli della casa discografica?»
«Ovvio.»
«Così mi assumeranno!»
«Certamente.»
«Così potrò passare più tempo con il mio ciccino!»
«Mi sembra giusto.»
«Sono così felice!»
Sorrido e mi accorgo che c'è qualcosa che non va, in tutto questo... «Casa discografica? Lavoro?» chiedo, «Che cosa?» sbotto
Svetlana mi fissa come se fossi pirla. E forse ha ragione. «Ti prego.» dice, «Posso farti da assistente, se vuoi!» esclama, «Posso portarti il caffè anche cinquanta volte al giorno!» dice, «Posso fare qualsiasi cosa!» continua, «Per favore!» mi supplica.
Inspiro, «Okay.» dico, «Vedo cosa posso fare.» le prometto, «Adesso vuoi stirarmi i capelli?» chiedo, «Altrimenti il tuo uomo impazzirà e farà impazzire anche il mio.»
Lei ride, «Okay.» trilla felice e afferra la piastra.

«Per fortuna avete finito.» sbuffa Jake quando li raggiungiamo per la cena, «Perché Liam ha rischiato di testare la resistenza delle finestre.»
«Siamo al quarto piano.» faccio notare.
«Appunto.» ride Jake.
Liam sbuffa e incrocia le braccia, «Non prendermi in giro.» squittisce indispettito.
«Linds... che hai fatto?» ansima Ryan.
«Ho solo lisciato i capelli.» rispondo, «Perché, sto male?» chiedo.
Lui mi fissa, «No.» risponde ma non mi convince del tutto, «È che...» scrolla le spalle, «Stai bene.» dice.
«Grazie.» rispondo, «Non ne sei convinto.» sbotto e incrocio le braccia al petto.
Lui arriccia le labbra e sospira, «Ti preferisco quando li lasci al naturale.» risponde e mi tocca la testa, passando le dita fra i capelli, «Ma stai bene, sul serio.» mi sorride.
Entriamo negli ascensori e andiamo al piano terra, nel ristorante, dove risuonano canzoni natalizie e tutti sono più tranquilli e rilassati perché è quasi Natale e sono tutti più buoni. O cercano di esserlo.
Ci sediamo e ordiniamo la cena. Domani abbiamo un paio di interviste e un set fotografico, dopo domani altre interviste, il pomeriggio libero e partiamo il giorno successivo per... per... bho, non lo ricordo.
«Non riesco a crederci che poi non ti vedrò più.» pigola Liam fissando Svetlana con occhi da cucciolo abbandonato sul ciglio di un'autostrada.
«La vedrai fra due settimane.» sbuffa Chris, «Manco partissi per la guerra!»
Liam gli lancia un'occhiataccia ma, per fortuna, non ribatte.
«Idiota.»
Come non detto.
«Cozza.» replica Chris.
«Scemo.»
«Appiccicoso.»
«Cretino.»
«Noioso.»
«Deficiente.»
«Finitela!» sbotto. «Adesso.» continuo, «Altrimenti giuro che vi prendo a calci.» dico, «Da qui a Miami.»
«Ha iniziato lui!» si giustifica Chris.
«E tu hai continuato!» replica Liam, «Sei insensibile!»
«E tu sei una cozza appiccicosa.»
«Smettetela.» sbotta Ryan, «Siete due dementi.» dice.
Gli altri lo guardano offesi ma non osano ribattere, così ordiniamo la nostra cena. Meno male, sto morendo di fame!

***

«Stanca?»
Guardo Ryan e sbadiglio, «Sì.» rispondo, sollevo le coperte e mi siedo sul letto, «Tanto.» mormoro sbattendo le ciglia. Il letto è ghiacciato e i miei piedi sono freddi, «Vieni qui.» batto la mano sul letto, in attesa di Ryan.
Ryan ride, «Hai bisogno di qualcuno che ti scaldi i piedi?» domanda.
«Non è vero!» ribatto e mi sdraio, pentendomi subito di aver tolto le calze. Potevo tenerle su un altro po' ed evitare di raffreddarmi i piedi ancora di più.
Stupida.
«Le lenzuola sono gelate.» dice Ryan sedendosi, «Sicura di non volere che ti scaldi i piedi?» domanda.
Lo fa apposta, lo so.
Si sdraia, lasciandosi andare a un sospiro di rilassamento, «Sicura?» chiede.
Lo fisso, indecisa se mentire o essere sincera. «Stronzo.» sbotto e lui ride.
«Vieni qui.» dice e mi abbraccia. Ci sdraiamo e io ne approfitto per mettere i miei piedi fra i suoi. «Sono ghiacciati.» ansima.
«Non è vero.» ribatto sistemandomi meglio contro di lui.
Ryan mi fissa, «Sì che è vero.» dice, «Hai i piedi freddi.»
Sbuffo, «Non è vero.» ripeto e gli sfioro le caviglie con i piedi, sollevando le gambe dei pantaloni.
Ryan ride, «Allora perché i tuoi piedi sono fra i miei?» chiede, «Se non fossero freddi potresti pure spostarli...»
Inspiro, «Idiota.» dico e lo bacio, mentre lui ride e mi stringe forte.
«Vieni qui, freddolosa.» soffia nel mio orecchio, mi attira su di lui e mi bacia il collo, «Basta che tieni quei blocchi di ghiaccio lontano da parti vitali...» mormora baciandomi l'orecchio.
«Ovvio.» dico.
«Bene.» soffia lui e mi accarezza la schiena.
Altro che bene. È perfetto.

***

Continua a nevicare e se continua così mi sa che domani il nostro aereo partirà in ritardo.
Liam sarà contento.
Sospiro e mi stringo la cintura alla vita.
«Cosa guardi?»
«La neve.» rispondo e Ryan mi abbraccia da dietro, mi bacia i capelli e mi stringe di più.
«Hai freddo?» chiede.
«Un pochino.» rispondo sfiorandogli le mani.
«Potremo infilarci sotto le coperte e scaldarci un po'...» soffia lui nel mio orecchio e mi tocca i fianchi.
«Tu dici?» mormoro mentre chiudo gli occhi e piego la testa di lato, per permettergli di baciami meglio il collo.
«Oh, sì.» risponde, mi fa girare e mi bacia, ci trasciniamo sul letto e il mio cardigan finisce a terra.

***

«Che ha Svetlana?» domanda Ryan mentre ci prepariamo per la cena.
«Niente di che.» rispondo, «È solo triste perché lei e Liam vivono lontani.» spiego, evitando di dirgli quello che mi ha confessato Svetlana, visto che nulla è ancora certo.
Ryan non dice niente e mi bacia la fronte, mi stringe a sé e inspira profondamente. «Liam dice che siamo fortunati perché stiamo sempre insieme.» mormora, «E ha ragione.»
Non dico nulla e gli sfioro il maglione bianco, «Lo so.» dico. «Siamo fortunati.» aggiungo dopo un attimo di silenzio.
Ryan mi stringe ancora di più, «Lo so.» dice e inspira a fondo, mentre io sbadiglio contro la sua spalla, «Sonno?»
Annuisco, «Tanto.» rispondo e lui sistema meglio le coperte sulle mie spalle.
«Buona notte.» soffia Ryan.
«Buona notte.» mormoro chiudendo gli occhi.

***

Siamo all'Ice Skating Palace. Ha quattro piste, due delle quali sono affittabili. E Carl ne ha prenotata una! Okay, sono solo due ore ma è meglio di niente.
Fisso i pattini bianchi e viola e mi tolgo gli stivaletti.
«Io non li metto.» sbraita Chris, «Lo so già, cadrò, voi mi finirete addosso, le lame dei vostri pattini mi tranceranno le dita...» mormora, «No, no, no.» scuote la testa, «No.»
«Nessuno ti taglierà le dita!» sbotta Carl, «Ma se non ti metti quei cazzo di pattini entro trenta secondi, sarò io quello che ti taglierà le palle.» sbraita, si volta verso Annie e il piccolo Mike e prende in braccio il bambino, «Oh, piccolo, adesso ci mettiamo comodi e li guardiamo cadere.»
Come passare da Dr. Jekyll e Mr. Hyde in cinque secondi.
Rido e finisco di allacciarmi i pattini mentre Jake si lamenta che verrà preso in giro da un bambino di cinque mesi scarsi.
«Pronta.» esclamo e guardo Ryan, «Andiamo?»
«Se devo.» sbuffa lui.
«Ti aiuterò.» dico e gli prendo la mano, «Non è difficile.» sorrido mentre lui mi fissa con aria dubbiosa.
«Sì, se cadrai ti bacerà la bua.» sghignazza Aaron alzandosi in piedi e aggrappandosi al corrimano.
«Smettila.» sbotto e avanzo verso la pista. Ecco, è giunto il momento. Poso il piede destro sulla lastra di ghiaccio, poi il sinistro e mi do una piccola spinta, avanzando di mezzo metro, avanzo ancora e faccio mezzo giro, fissando Ryan.
«Aspettami!» dice e allunga una man verso di me, mentre l'altra è saldamente aggrappata al corrimano.
«Vieni.» gli sorrido.
«Non mi aiuti?» sbotta, «Linds...»
Sospiro e mi avvicino, gli prendo la mano e guardo Svetlana che accompagna Liam, che se ne sta attaccato al corrimano che circonda la pista. Jake è in attesa dietro a Ryan, insieme ad Aaron. Chris è l'unico con il culo ancora posato sulla panchina, i pattini ai piedi e l'espressione di chi sta per attraversare un fiume di lava.
«Su, muovi il culo!» gli dico.
«Alza le chiappe, prima che ti prenda a calci!» sbotta Carl e Chris si alza con uno sbuffo.
«Se mi faccio male è colpa vostra.» borbotta Chris ma si muove, arrivando al bordo della pista. Certo, cammina come se dovesse cadere da un momento all'altro o come se avesse qualcosa in quel posto, però è già tanto, lo so.
Guardo Ryan, «Puoi evitare di stritolarmi la mano?»
Lui mi fissa, «Cosa?» mormora, abbassa lo sguardo, lo rialza e mi fissa, «E se cado?»
«E se ti facessi lo sgambetto?» replico, «Mi stai stritolando la mano.» faccio notare.
Ryan allenta la presa, «Scusa.» dice.
«Muovi quei piedi.» esclamo, «Devi muoverli per avanzare.»
«E se cado?»
«Pazienza.»
«Come pazienza?» sbotta Ryan, «Linds!»
Rido, «Eddai, rilassati!»
Lui spalanca gli occhi, «No.» borbotta.
Mi stacco da lui, faccio mezzo giro e cammino all'indietro, fissando Aaron che avanza piano piano, Jake che si aggrappa alla corrimano e Chris che fa passi così piccoli che per fare un metro ci impiegherà un'ora.
«Linds, vieni qui.» pigola Ryan.
«No.» scuoto la testa, «Vieni tu.»
Lui fa una smorfia, «Non voglio cadere.»
Rido ancora, «Non cadi.» assicuro, «Pe...»
«Linds.»
«Peco...»
«Linds!» squittisce lui, «Per favore.»
«...re...» 
«Lindsay!»
«Peco...»
Dio, come mi diverto!
«Pecore...»
Ryan mi finisce addosso, mandandomi contro il corrimano, «Smettila.» borbotta con lo stesso tono che userebbe un bambino offeso.
Poso le mani sulle sue spalle, «Ti sei mosso.» esclamo.
«Cosa?» esclama lui, stupito.
Rido, «Hai pattinato, da solo.» 
Ryan spalanca gli occhi, volta la testa e fissa quei due metri che ha fatto, «Oh.» commenta, mi fissa e deglutisce.
Rido di nuovo, «Che faccia.» esclamo, «Hai visto? Non è stato difficile.»
Lui fa una smorfia, «Seh.» commenta, «Solo perché tu stavi per dire quella cosa.»
«Quale cosa?» chiede Jake, continuando a camminare.
«Niente che t'interessi!» risponde Ryan.
«Eddai!» replica Jake, «Siamo curiosi!»
«Tenetevi la curiosità.» ringhia Ryan e io mi divincolo, lo supero e mi dirigo verso Chris, che sembra stia camminando su una lastra di vetro sottilissima. «Linds!» esclama Ryan, «Dove vai? Mi lasci qui?»
Non rispondo e mi fermo davanti a Chris, «Vuoi muoverti?» sbotto, «Sembri un cretino.»
Lui sbuffa, «Non voglio cadere.» dice.
«Ma non cadi!» protesto e gli prendo la mano, «Fidati.»
«Non sei mica un'insegnante di pattinaggio, eh.» protesta.
Stacco l'altra mano dal corrimano e faccio un passo indietro, mentre il viso di Chris diventa più bianco del ghiaccio che ricopre la pista, «Oh, taci.» sbotto.
«Lindsay, cadrò e mi farò male.» piagnucola lui.
«Se non taci ti faccio cadere io.» sbotta Aaron che va da una parte all'altra della pista.
Chris si volta verso Jake che però lo ignora, come Ryan. Liam, invece, è troppo impegnato a sbaciucchiarsi con Svetlana per accorgersi di lui — o di tutti noi.
«Stai andando all'indietro!» squittisce Chris.
«Vuoi andarci tu?» ribatto.
Chris sospira, «No.» mormora.
«Hai visto?» domando, «Non è stato difficile.» gli dico e sorrido, gli lascio andare prima una mano e poi l'altra e faccio un passo indietro.
«Sono al centro!» sbotta lui, «Linds!» esclama, «Aiutami.» dice immobilizzandosi.
«Non è difficile.» ripeto, «Basta che metti un piede davanti all'altro.
«Ryan, posso mandare Lindsay a quel paese?» sbotta lui.
«Fai pure.» esclama il mio ragazzo.
«Idiota.» dico.
«Vai a quel paese.» esclama Chris fissandomi.
Io mi limito a ridere, mi volto e lo guardo, senza replicare.
«E mi lasci qui?» sbotta Chris.
«Ovvio.» annuisco.
Lui sgrana gli occhi, «Cosa?» squittisce e si volta verso Jake, «Aiutami!»
«Non ci penso nemmeno.» replica l'altro, «Rischiamo di cadere tutti e due.» dice, «Vuoi rischiare che qualcuno tranci le tue belle mani?»
Chris sbianca ancora di più, «E allora cosa dovrei fare, starmene qui?»
«Qua è peggio dell'asilo.» commenta Carl mentre lo raggiungo. Annie si limita a sorridere mentre sistema il cappellino in testa al piccolo Mike, «Sentite, se fate i bravi vado a prendervi la cioccolata calda.» aggiunge.
«Ma noi siamo bravi.» commenta Svetlana avvicinandosi mano nella mano con Liam.
Carl alza gli occhi al cielo, «Sì, vabbè.» borbotta.
Ryan mi raggiunge, «Linds.» soffia nel mio orecchio mentre posa la mano sul centro della mia schiena, «Stasera me la paghi.» mormora mentre la mano scende, «Niente massaggio.» soffia.
Lo guardo, «Potrei dirti la stessa cosa.» ribatto e sorrido nel vederlo spalancare la bocca.
Ryan fa una smorfia mentre Aaron e Jake ci raggiungono. Ci siamo tutti! Posso avere la mia cioccolata?«Qualcuno vada a recuperarlo!» sbotta Carl indicando Chris, «Dai, sembra un imbecille!»
«Ehi!» protesta Chris, «Non sono imbecille!
«E allora muovi il culo.» sospira Carl, «Cioccolata per tutti?» chiede e si leva un coro di “sì”.
«Io con la panna.» esclama Annie.
Se lo chiede lei... «Anche per me, grazie.» dico
«Oh, anche io.» esclama Svetlana.
«Okay.» sospira Carl e se ne va.
«E io?» squittisce Chris, «Mi lasciate qui?»
Sospiro, «E piantala.» sbotto, lo raggiungo e gli prendo le mani, «Oh, sono tre metri scarsi, mica novanta!»
Chris mi stringe forte, «Ho paura...»
«Sì, sì, hai paura di cadere e che qualcuno ti tranci le dita.» finisco per lui, «Lo sappiamo.» sbotto e vado all'indietro, portandolo in salvo. «Contento?» gli chiedo mentre lui si siede sulla panchina con un sospiro di sollievo.
Lui annuisce e sorride, «Molto, grazie.» risponde.
Non replico e mi siedo.
«Sei terribile, lo sai?» mormora Ryan togliendosi i guanti.
«Non è vero!» replico.
Lui sorride, «Oh, sì.» dice, «Lo sei.» annuisce, «Hai lasciato il povero Chris in mezzo alla pista...»
«Sì, sei terribile.» esclama Chris.
Alzo gli occhi al cielo e non replico, perché non è vero, non sono così cattiva.
Finalmente Carl ritorna e consegna i bicchieri di carta pieni di cioccolata calda.
Mi tolgo i guanti e lo stringo fra le mani, godendomi il tepore sulla pelle. 
«Comunque un po' terribile lo sei.» soffia Ryan al mio orecchio.
Lo ignoro, concentrandomi sulla panna montata.
«Linds...»
Continuo a mangiare la panna.
«Eddai.»
Infilo in bocca il cucchiaio di plastica bianca.
«Non te la prenderai, vero?»
Lo guardo e alzo il cucchiaio, «Se dici un'altra parola finisci come questo.» dico e sventolo il cucchiaio davanti a lui.
Lui rimane a bocca aperta, fa una smorfia e sorride, «E va bene.» dice, «Scusa.»

Jake ha acquistato un po' di sicurezza e si è staccato dal corrimano, «Ehi Chris, vieni!» dice, «È divertente!»
«Col cazzo.» replica l'altro, che è sulla pista, ma artiglia così forte il corrimano che fra un po' lo romperà. «Io resto qui.» borbotta, «Al diavolo che la prossima volta decide la maggioranza, la prossima volta decido io.» continua a borbottare.
Se continua così giuro che gli do uno spintone.
«E piantala.» esclama Liam, «Dai, è divertente!»
Chris lo ignora e si sposta un pochino, quel tanto che basta per avanzare di dieci centimetri.
E che palle.
Mi allontano da Ryan e mi avvicino a Svetlana, che mi sorride.
«Ciccino, puoi lasciarci sole?» domanda, Liam annuisce e si allontana, raggiungendo Ryan e Aaron.
Svetlana continua a guardarmi, sposta brevemente lo sguardo su Chris, mi fissa e sorride, piegando la testa di lato.
«Oh.» commento, «Sicura?» chiedo.
Lei annuisce, «Oh, sì.» dice mentre sorride ancora di più. «Sarà divertente.» annuisce.
Lancio una breve occhiata a Chris e torno a fissare la mia migliore amica, «Facciamolo.» dico.
Insieme ci avviciniamo a Chris, una per parte.
«Che intenzioni avete?» gracchia lui.
«Oh, niente.» risponde Svetlana.
«I vostri niente non mi convincono.» dice e si volta lentamente, lo sguardo rivolto alla pista, «Siete perfide.» fa una smorfia.
Non replico e fisso Svetlana, che annuisce lentamente. «Non è vero.» dico e afferro il braccio destro di Chris, mentre Svetlana si avventa sul sinistro.
«Che... aiuto!» strilla Chris mentre avanziamo, «Mi stanno rapinando!» esclama.
«Al limite sequestrando.» esclama Aaron, «E piantala di strillare come una femminuccia.» lo prende in giro.
«Lasciatemi.» sbotta Chris, «Subito!»
«Guarda che cadi.» gli faccio notare, «Muovi i piedi!» sbotto, «Ti stai agitando come un'anguilla.»
«È colpa vostra.» strilla lui, «Aiutatemi.» pigola guardando Ryan, Liam, Jake e Aaron che lo osservano ridendo, «E non ridete, razza d'idioti!» sbraita.
«Fa' meno casino.» sbotta Carl, «Sembri un bambino dell'asilo.»
Chris grugnisce un insulto, «Voi mi volete morto.» 
«Nessuno ti vuole morto.» dico, «E muovi quei piedi, cazzo!» sbotto, «Su, destro-sinistro, destro-sinistro.» esclamo, «Cazzo, Chris, ti muovi peggio di un bambino che fa i primi passi!»
Lui mi lancia un'occhiataccia che potrebbe incenerirmi, «Fermatevi! Subito!» sbraita e noi ci fermiamo di colpo e per poco Chris non rischia di cadere a terra. «Ma siete pazze?» ansima, «Rischiavo di cadere!»
«Tu hai detto di fermarsi.» replica Svetlana.
«Ma non così!» dice Chris e drizza la schiena, «Cado.» piagnucola.
«No che non cadi.» sospiro mentre lui si rimette in piedi.
«Lasciatemi.»
Guardo Svetlana e lascio il braccio di Chris, anche lei fa lo stesso.
«Che fate?» sbotta Chris, «Ma mi lasciate qui?» squittisce.
«Lo hai chiesto te.» dico, allontanandomi e mi giro e lo guardo, trattenendo una risata alla vista del viso bianco cadaverico del bassista.
«Non lasciatemi qui.» piagnucola, «Per favore.» dice, «Ho paura.»
Sorrido e mi appoggio al corrimano, «Dai, è facile.» esclamo.
Chris fissa gli altri, supplicandoli di aiutarlo ma viene ignorato.
«Chris, muoviti.» sospiro, «Non è difficile.»
«Chris, lo sai che a certe ragazze i ragazzi che sanno pattinare piacciono?» esclama Svetlana, «Li trovano sexy.» continua, «Pensa ai pattinatori, a quante fan hanno...» scrolla le spalle e ottiene l'effetto desiderato: Chris inizia a muoversi.
Sono solo quattro metri ma se Chris va così piano ci impiegherà un'eternità!
«Muovi il culo!» esclama Ryan.
Chris allunga il passo, borbottando insulti sotto voce. È quasi arrivato quando il piede destro scivola e lui cade a terra, sbattendo il culo sul ghiaccio. Ci fissa, la faccia bianca, «State fermi!» strilla, si mette a quattro zampe e inspira a fondo.
«Vuoi una mano?» domando e lui mi ignora, arriva a bordo pista e si rimette in piedi, ci fissa e sbuffa.
«Idioti.» sbotta, «Siete degli idioti, tutti quanti.»
«Inviato.» esclama Carl.
«Inviato cosa?» domanda Jake.
«Chris che sbatte le chiappe per terra.» risponde Carl.
Chris sbianca ancora di più, «Che cosa?» squittisce, «Perché?» domanda, «E comunque anche Jake è caduto!» sbotta, «Potevi filmare anche lui!»
«Io sono caduto mentre andavo, tu eri praticamente fermo.» replica l'altro.
«Mi prenderanno in giro.» piagnucola Chris.
«Veramente ci saranno un sacco di ragazze che vorrebbero darti il bacino sulla bua.» esclama Aaron andando a sedersi.
Purtroppo le due ore sono finite, così ci sediamo tutti, mentre Chris continua a borbottare che siamo matte, ignorando quello che ha detto Aaron.
Idiota.

***

È così bello infilarsi in una vasca piena di acqua pratica mentente bollente dopo essere stati fuori in mezzo alla neve.
«Stai godendo?»
«Taci.» biascico chiudendo gli occhi e Ryan ride e mi abbraccia da dietro.
«È che hai fatto uno di quei sospiri di puro godimento.» dice lui.
«Oh, smettila.» sospiro e socchiudo gli occhi, fissandolo, «Rasati.»
Mi bacia il collo, «No.» risponde, le labbra contro la mia pelle, «Non hai risposto.» soffia mentre mi tocca il ventre con la punta della dita.
«È piacevole, tutto qui.» rispondo e chiudo gli occhi, posando la testa sulla sua spalla.
Ryan ride, «Piacevole, certo.» mormora e mi bacia ancora, mentre le sue mani scendono lungo i fianchi. «Questo è piacevole.» continua senza smettere di toccarmi.
Effettivamente ha ragione...
«Sei silenziosa.» dice lui.
Apro gli occhi e lo guardo, «Mi godo il momento.» soffio sulla sua guancia.
Ryan sorride e mi bacia il viso, «Solo il momento?» bisbiglia e mi mordicchia l'orecchio.
Lo ignoro e chiudo gli occhi. Non devo dargli soddisfazione, anche perché non ha ragione.
Lui continua a sfiorarmi la pancia, e scende e sale, e scende di nuovo, sempre più giù...
Al diavolo, lui ha ragione!
Volto la testa e lo bacio, con prepotenza, mentre lui trattiene una risata.



Salve, bella gente.
Ed ecco qui il sesto capitolo, tutto a tema natalizio. Il titolo è una delle canzoni dei miei amati Backstreet Boys <3
Capitolo diviso in due, perchè stava diventando troppo lungo! Grazie a chi legge/mette la storia in una delle liste/commenta.

   
 
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