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Autore: Novelist Nemesi    14/05/2009    3 recensioni
Dopo L e Hayley mi cimento con una storia su Mello. Ambientata in Germania. Qui tratto la mia visione della sua infanzia, e spero che vi piaccia. Non abbiate paura di lasciare recensioni e consigli su come migliorarmi! Grazie di cuore!
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ore 18 del 13 dicembre 1999

Caro Mello,
col rischio  questa lettera venga letta non posso dirti dove siamo, ma ti dico che qui è una noia, e dedico tempo solo all’università. Mi manca farti domande difficili, sai? Oltretutto Mischa ha il raffreddore ed è snervante sentirla starnutire ogni cinque minuti!
La mamma è parecchio stressata perché qui di lavoro purtroppo ce n’è poco ed è già il quinto che tenta. Papà come sta? Digli di non stancarsi troppo e tu fai sempre il bravo.
A proposito, tanti auguri, ometto!

Il miglior regalo che potesse ricevere, senza dubbio.
Mihael, o Mello che dir si voglia, sfiorava la carta giallastra con cura, ammirato. Suo fratello aveva mantenuto la promessa! Non poteva sperare in una cosa migliore!
Suo padre invece ancora non tornava a casa: il lavoro lo occupava ormai a tempo pieno. Lo faceva per assicurarsi un benessere, sì, ma Mello pensava che qualche eccezione poteva anche farla. Ma non poteva opporsi molto a suo padre, altrimenti le punizioni volavano.
Finché il padre non tornò con in mano, oltre il giornale, anche un qualcosa di simile a un pacchetto regalo.
-Tieni, Mihael, per il tuo compleanno. Non potevo permettermi chissà cosa, fattelo andare bene-
-Grazie, papà- disse il bambino mentre scartava: una barretta di cioccolato ultra fondente. Meglio di niente.
A forza mangiava quel fondente. Troppo tutto. Ma un regalo era un regalo: forza, Mello. Così potrai vantarti con tuo fratello. Però faceva davvero schifo, quel cioccolato…
Il giorno dopo spedì furtivamente la lettera per suo fratello, rileggendola prima più e più volte, assicurandosi di non aver fatto errori.

Caro Maker,
grazie mille per gli auguri. Mi hanno regalato una barretta di cioccolato disgustosa che penso mi basterà per il resto della vita. Mai più cioccolata! Ho avuto un gran bel coraggio a mangiarla!
Anche qui è noioso, ultimamente si esce di rado, dicono che ci sono brutte compagnie e quindi per la nostra sicurezza al massimo giochiamo nei giardinetti di casa. Ha già smesso di nevicare e la neve si sta sciogliendo. Le scuole riapriranno, uffa!
Tanti saluti, stami bene.
P.S.: lo sai che se mischi il raffreddore si guarisce? Non lo sapevi, vero?

Anche quel giorno era come gli altri: il sole splendeva ma a Mello non piaceva come cosa. Voleva la neve! E voleva tornare a farsi dei giri in bicicletta con i suoi amici, che ultimamente se ne stavano a casa.
Non aveva mai visto personalmente queste brutte compagnie, ma pensava che era da vigliacchi darsela a gambe. Mai sottostare a nessuno, questo gli avevano insegnato.
I giorni passavano e le lettere andavano e venivano.

Caro Mello,
Mischa ha la febbre. Ho provato a mischiare il raffreddore già da prima che me lo dicessi tu, ma a quanto pare non ha funzionato. L’inverno da queste parti non perdona. La mamma però ha trovato finalmente lavoro, spesso deve restare fuori, ma per fortuna io posso badare alla casa.
Mi dispiace per il tuo incidente con la cioccolata ma voglio lanciarti una sfida. Vediamo se ci riesci!
Stammi bene.

Insieme alla lettera era arrivata anche una piccola barretta di cioccolato al latte. Suo fratello non perdeva occasione di sfidarlo. Certo, poteva anche buttarla e fingere di averla mangiata, tanto lui non sarebbe venuto a saperlo. E invece no, non doveva imbrogliare, altrimenti non c’era gusto. Era un ometto, poi.
Scartò con cura la carta della barretta e lentamente ne morse un piccolo pezzetto. Masticò lentamente. Un sapore totalmente diverso dal fondente avvolse il suo palato. Non male, anzi, buono. Tremendamente buono. Benissimo: aveva vinto la sfida e fatto una nuova scoperta! La cioccolata aveva i suoi vantaggi!

Caro Maker,
mi dispiace per Mischa, forse era meglio se restava qui. La neve ormai possiamo scordarcela e l’inverno è sopportabile.
Papà ultimamente è molto impegnato e a cena non spiccica parola. Al massimo accusa i comunisti di aver rovinato il lavoro: ma perché? Io non ho il coraggio di chiederlo. Quando parla così papà sembra malvagio, ho paura.
Comunque, ho una richiesta: potresti mandarmi un’altra barretta? La tua è molto più buona di quella che mi ha regalato papà.
Ora ti saluto, stammi bene.

Giorni scanditi dal sole che si alzava, dagli alberi che perdevano le foglie, dalle ore tra i banchi di scuola. Si poteva di nuovo andare in giro in bici, ma c’era qualcosa che a Mello, più che preoccupare, lo rendeva deluso: suo fratello cominciava a non rispondere più alle lettere. Per tutte le vacanze natalizie era stata una bella chiacchierata via penna, ma ora che stava succedendo? L’università, si ripeteva Mello. Però la delusione premeva forte in lui.
-Ehi, Mihael, noi stiamo andando a caccia di grilli blu*! Vieni con noi?-
-Mi dispiace, ma dopo la scuola devo fare una commissione- non diede il tempo di rispondere ai suoi compagni che partì in quarta dalla sua bici. Volle prendersi la soddisfazione di fare un giro abbastanza lungo. Non voleva tornare a casa con la delusione di vedere la cassetta delle lettere di nuovo vuota.
Volle andare ben oltre i suoi soliti giri.
Palazzi dannatamente uguali tra loro, stesso colore, stessa forma, stesso numero d’appartamenti: la Germania dell’est era un mondo a parte dall’ovest, dove viveva Mello. Chissà com’era vivere in una casa e sapere che altre centinaia di persone avevano addirittura i tuoi stessi mobili, forse.
Che pensieri assurdi. Meglio tornare a casa.
-Sei in ritardo, Mihael-
-Perdonami, papà-
Silenzio. Forse era il solito stress.
-Mihael-
-Sì?-
-Tra pochi giorni dovrò fare un colloquio di lavoro molto importante fuori città. Starò via tutta la giornata. Non dovrai uscire per nessun motivo e non toccare nulla che io non toccherei. Chiaro? Non metterti a giocare all’adulto-
-Va bene, papà- Mello mentre posava la sua cartella vide due sacchi della spazzatura. Da quant’era che non ci andava, suo padre? Sicuramente lo avrebbe mandato lui a farlo.
-Mihael, butta fuori la spazzatura, visto che ci sei-
Come volevasi dimostrare.
Buttare la spazzatura significava anche passare davanti alla cassetta delle lettere vuota. Che nervi. Forse era meglio farsi avanti di nuovo.

Caro Maker,
mi dispiace tanto non ricevere più tue lettere. Fammi sapere se Mischa sta meglio.

Che brutto starsene sempre a casa a fare niente. non toccare niente, non fare niente. che barba. Ma era meglio non mettersi contro i propri genitori.
Quel giorno suo padre era stranamente di buonumore, e anche parecchio.
-La fortuna aiuta gli audaci, Mihael, non dimenticarlo. I miei sacrifici sono stati accolti e ripagati, come è giusto che sia-
Invece la fortuna non aiutava Mello: le lettere non arrivarono. Almeno fino all’estate dei suoi dieci anni. ebbene sì, ne era passato di tempo.

Caro Mello,
mi dispiace non averti fatto sapere niente, ma sono successe parecchie cose che non posso dirti ora.
Però ho trovato il modo per proporti un gioco difficile. Ci stai?
Devi dimostrarmi di essere un vero ometto.
Ma da qui in poi non posso più ricevere tue lettere, il perché lo scoprirai se riuscirai a superare il gioco.
Cerca di capire cosa sta facendo papà ora. Una cosa da adulto, Mello, quindi pensaci bene.
P.S.: Mischa è all’ospedale. Qualcosa ai polmoni che cercheranno di scoprire. Ti farò sapere se finirai il gioco.
Saluti.

* da piccola andavo sempre a caccia di grilletti blu per poi liberarli xD A voi è capitato? Grazie mille per il tempo che dedicate a questa fan fiction! Siete grandiosi!
  
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